Gervasoni: senza Mafia, la Sinistra dove Va? Crolla un Pilastro…
27 Settembre 2021
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra interessante – sia pure con ritardo – offrire alla vostra attenzione questo breve commento del prof. Marco Gervasoni su Cultura e Identità sulla sentenza del Tribunale di Appello di Palermo, che annulla quanto deciso dal primo grado, ridando onorabilità a generali dei carabinieri e politici. Della magistratura, delle sue connivenze con una certa parte politica – continua tutt’ora, a detrimento del Paese e di tutti noi – si è detto molto. Meno si è detto dei giornalisti che si sono fatti strumento della devastazione di vite di persone innocenti. E che hanno contribuito – per interesse, carriera, affinità ideologica – al massacro. Storia di ieri, direte voi. Ma che cosa pensare delle miriadi di colleghi che da mesi e mesi servono da trombettieri del regime, in ree pandemia, senza un dubbio, una perplessità, un punto interrogativo, un sussulto di coscienza professionale? Gira in rete un audio di una collega della Rai, che denuncerebbe tutto questo, e parlerebbe della necessità di un cambio di rotta da parte degli informatori di professione. Il rimpianto è che a quanto pare non sia autentico…Buona lettura.
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Tutti assolti gli ex ufficiali dei carabinieri nel processo d’appello sulla trattativa tra Stato e mafia. La Corte d’assise d’appello di Palermo ha riformato la sentenza di primo grado e assolto i generali Mario Mori e Antonio Subranni e il colonnello Giuseppe De Donno. Erano stati condannati a 12 anni. Assolto anche Marcello Dell’Utri, condannato anche lui a 12 anni di carcere. La sentenza è stata emessa dopo tre giorni di camera di consiglio. (Redazione).
Il Sistema è questo. Si indaga, si arresta, si condanna e nel frattempo la stampa mostrifica – quel che è stato fatto soprattutto a Marcello dell’Utri grida vendetta al cielo. Anni dopo, però, tutti innocenti. E nessuno paga, né i pm né i giornalisti.
Il crollo di uno dei teoremi giudiziari più assurdi e forse proprio per questo più coriacei, quello della trattativa Stato-mafia, non è qualcosa di diverso dal sistema descritto da Palamara. Quella che costruisce teoremi usando quasi esclusivamente indizi e dichiarazioni di pentiti e deduzioni è quella stessa magistratura che si è strutturata in modo tale da non far emergere o da espungere toghe coraggiose che vorrebbero un’altra magistratura, propria di un paese civile. Dove un’inchiesta del genere non sarebbe mai partita e, se per caso lo fosse, sarebbe stata condannata da tutta l’opinione pubblica e da tutte le forze politiche. Qui, al contrario, larga parte dei media e alcuni partiti l’hanno cavalcata, quando addirittura non sono stati all’origine della geniale pista dei pm. Cosicché questi ultimi alla fine, in un giudizio storico, ci appaiono meno condannabili, figurarsi, di coloro che hanno consentito loro di assumere tutto quel potere.
Scopriremo presto chi sono i veri colpevoli, ma prima occorre anche dire che, dal punto di vista filosofico politico, il teorema era fondato sulla folle idea che lo Stato, in situazione di emergenza, non possa anche ricorrere a zone d’ombra, persino extra legem, per sconfiggere il proprio nemico. Una idea folle ma con un metodo e con una radice: quell’intreccio perverso di ultra garantismo e di ultra giustizialismo che è proprio della sinistra giudiziaria fin dagli anni sessanta.
E il lettore avrà già capito chi sia il vero colpevole. Perché secondo voi Enrico Letta è imbarazzato e aspetta di leggere la sentenza, frase che in politichese significa il non condividerla? Ma perché la sentenza di ieri fa crollare uno dei pilastri ideologici storici della sinistra berlingueriana.
Per il Pci e per tutta la sua corte mediatica dei suoi nipotini che è ancora al potere, la Dc e i suoi alleati, a cominciare dai craxiano, non governavano perché riscuotevano consenso ma perché erano legati alla mafia. Il loro potere non era dunque legittimo, per questo andava abbattuto nelle piazze e nelle aule dei tribunali.
Gli eredi di Berlinguer hanno poi adottato il medesimo paradigma per opporsi a Berlusconi, a cominciare dalla leggenda dello “stalliere di Arcore”. Travaglio e i 5 stelle non sono nient’altro che gli ignari epigoni di questa storia.
Con il crollo del teorema viene meno uno dei pilastri della sinistra degli ultimi trent’anni. Per questo, come si vede da buona parte dei giornali mainstream, la notizia viene tenuta bassa, come si dice. Nella speranza che pochi se ne accorgano e che ancora per qualche tempo possano sopperire alla loro mancanza di idee con i teoremi di una magistratura politicizzata e ideologica.
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Tag: gervasoni, mafia, palermo
Categoria: Generale
Vi ricordo che domani ci sarà la seconda udienza in Egitto nel processo a Patrick Zaki.
Quindi cerchiamo di pregare affinché questa situazione possa finire e Patrick riacquistare la libertà.
A titolo di cronaca, ricordo bene la reprimenda all’indirizzo della “mafia made in Italia” nei primi giorni dell’aprile 2019… Ah! se il fenomeno fosse combattuto senza pregiudizio, sarebbe cosa buona e giusta…
Adesso si muovono ben altre MAFIE: che siano al governo, o ai vertici della sanità, o ai vertici delle banche, sempre mafie senz’anima e cuore esse sono. Se non ci mette le mani Nostro Signore Gesù Cristo, finiremo schiavi, o morti.
Esatto, egregio Giorgio! E Draghi è il capo mandamento in Italia, a nome dei mammasantissima che stanno più in alto.
Anche perchè quelli che stanno in fondo sanno solo moltiplicare i sacrilegi e nulla più.
Quattro minchia, al limite violenti, proprio perchè scevri di qualunque capacità di risolvere questioni, tipica dei veri mafiosi della sicilia di un tempo che fu.
Come per ogni cosa, anche per la criminalità siamo alla parodia dell’originale.