Docenti di Musica Rispondono a Zagrebelsky sul Green Pass
19 Settembre 2021
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo e volentieri pubblichiamo questa risposta di quattro docenti di musica a Vladimiro Zagrebelsky, ex magistrato di area politica di sinistra, in materia di Green Pass. En passant, vediamo che ormai circa mille docenti universitari hanno firmato contro il Green Pass. Buona lettura.
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COMUNICATO – LETTERA APERTA A ZAGREBELSKY
I docenti di musica dell’appello contro il “greenpass” rispondono a Zagrebelsky
Siamo quattro professori di “musica da camera” dei conservatori italiani che hanno firmato l’appello dei docenti contro il greenpass (nogreenpassdocenti.wordpress.com). Abbiamo letto nei giorni scorsi, non senza un certo stupore, le osservazioni di Gustavo Zagrebelsky a proposito della nostra adesione. Il giurista ha infatti rilasciato dichiarazioni in cui sosteneva che la nostra materia poco c’entra con la pandemia, lasciando intendere che, in quanto docenti di musica, non dovremmo occuparci di simili faccende.
La collega Stefania Redaelli ha già avuto modo di rispondere puntualmente. E posto il fatto che ci pare di osservare che gli esperti non abbiano garantito alcuna certezza né una risposta univoca ed efficace nell’ultimo anno e mezzo, forse sfuggono a Zagrebelsky alcuni semplici dati, pure ricavabili facilmente dal testo dell’appello e che credevamo comprensibile a tutti: la lettera – arrivata ad oggi a quasi 1000 firme di accademici italiani – è tutta incentrata sull’uso discriminatorio del lasciapassare verde, che consideriamo uno strumento iniquo in generale e che ci colpisce direttamente come docenti, ricercatori e cittadini. Dovremmo forse rimanere in silenzio di fronte a misure che riguardano l’accesso al nostro luogo di lavoro e che rischiano di produrre disuguaglianze tra i nostri studenti?
Il lasciapassare è oltretutto uno strumento la cui sensatezza – in ogni luogo di lavoro – è messa in discussione da molti esperti del settore (visto che su questo si snoda la critica del giurista), ma ci sfugge ancor meno il senso di tale strumento nel contesto in cui lavoriamo, dove spesso le lezioni vengono erogate singolarmente agli studenti, dunque con una possibilità di mantenere la distanza di sicurezza assai maggiore rispetto a qualsivoglia altro contesto. Per porsi domande e fare certe osservazioni non occorre essere “esperti”: ci sono molti elementi che necessitano di semplice “logica” per essere compresi.
Ci appaiono poi oltremodo sterili e fuori contesto le osservazioni di alcuni accademici, talora espresse con un tono di malcelata sufficienza, che ci etichettano come accademici di “serie B”. Evidentemente lo sporco lavoro di un’“informazione” che somiglia sempre più alla propaganda sta intaccando anche qualche mente accademica autoreferenziale che ci vede come i cugini poveri pur non sapendo assolutamente nulla del nostro mondo.
Insomma, il solito “divide et impera” che porta costoro e Zagrebelsky a guardare la luna e non il dito, che rischia di schiacciare ogni dissenso e disarticolare l’universitas (che è molteplicità di saperi) al fine di distruggere quel poco che è ancora in piedi di una cultura stupenda, ricca e variegata come quella italiana…
Risulta ancor meno comprensibile l’idea che solo gli esperti del singolo settore abbiano diritto di parola sull’argomento specifico. Se fosse vero che solo gli “esperti” hanno il “verbo unico e incontestabile”, perché gran parte della nostra salute fisica e sociale è oggi affidata ufficialmente anche a zanzarologi, veterinari e medici da salotto? Se ognuno deve occuparsi del proprio ristretto ambito, avremmo una società a compartimenti stagni, dove il dibattito politico sarebbe unicamente riservato a politici di professione, con una conseguente limitazione della libertà di espressione e un potenziale potere di governo illimitato e senza opposizioni.
Sebbene sembri esser questo il risultato sperato da alcuni, così come quello di una società con cittadini di serie A e di serie B ma tutti parimenti atomizzati, distanziati, tecnologicamente orientati ad un triste post umanesimo, noi rivendichiamo – come docenti e sì, come docenti di “musica da camera” – il nostro diritto di critica per misure che colpiscono noi e i nostri studenti e che riteniamo profondamente discriminatorie.
Luca Braga
Guido Felizzi
Francesco Pepicelli
Mauro Valli
nogreenpassdocenti.wordpress.com
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Tag: green pass, università, zagrebelsky
Categoria: covid
Intervento decisamente “stonato” di dott. Zagrebelski… quanto poi a Conservatori sedi di accademici di serie B… rimarcheremmo pur nulla avendo a che fare con codesto settore … come Conservatori siano forse unica isola felice di una scuola italiana che in ultimi quarant’anni ha abbassato miseramente livello di istruzione in questo paese… al contrario da Conservatori escono allievi formati da dura selezione e con una preparazione che li pone in grado di trovare posto in compagini orchestrali in tutto il mondo… e dotati di una base culturale ed intellettuale extramusicale di prim’ordine…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Ormai non ci capiamo più. Il differenziale semantico tra gli appartenenti alla mia generazione e gli appartenenti alle generazioni oggi attive in tutti i settori è un abisso incolmabile. Io parlo del cane e loro mi rispondono parlando del gatto. Poi però se faccio notare che stiamo parlando di due animali diversi mi rispondono che sono entrambi animali, mammiferi, con quattro zampe , una coda, un naso, due orecchie, due occhi, una bocca, rivestiti di pelo e quindi sono uguali. E non c’è verso di far capire che invece sono diversi. E così tutte le religioni sono uguali, metter su famiglia unendosi in matrimonio tra un uomo e una donna e mettersi insieme e convivere con un amico o un’amica dello stesso sesso è la stessa cosa, e via discorrendo. Stesso discorso vale per le diverse istituzioni, per i doveri di stato e per tutto quanto differenzia un individuo da un altro. Le osservazioni dei docenti di musica sono più che giuste ma ormai è diventato quasi impossibile farle prendere in considerazione da chi ritiene di avere l’autorità di imporre le proprie regole a tutti.
Stim.mo, ricorda il.nostro scambio di idee in merito al termine “ontologico” , qui, un paio di anni fa?.
Questo e’ lo stato delle cose oggi, la morte del termine stesso, dell'”essere” delle cose…. tutto e’ ridotto ad opinione in un delirio solipsistico dell’ Io che non tardera’ – nei tempi della Storia, forse ben oltre la mia e la Sua vita- – ad avere il suo catastrofico crollo.
Se ha l’opportunita’ si rilegga il 4 libro della metafisica di Aristotele, ad un certo punto, per troncare le obiezioni degli “opinionisti” dice, per affermare definitivamente la natura duale del mondo – essere/non essere, 0/1 – dice ironicamente (cito a braccio senza pretesa di esattezza delle parole ma con esattezza del significato ) : .”..che se poi uno vuol andare a Megara , com’e’ che si alza e ci va’, invece di rimanere comodamente a casa sua pensando di andarci ?.”
Cordialissimi saluti.
– che rischia di distruggere quel poco che è ancora in piedi di una cultura stupenda, ricca e variegata come quella italiana – ? MA E’ PROPRIO QUEL CHE VOGLIONO!!!
Il giornalista Davide Saddam parla del Referendum sul Green Pass . Fate girare questa audio clip
https://youtu.be/LwuqwiwuhqM
Errata Corrige Davide Zedda
Il referendum e’ una trappola che ignora sia il grado di rimbicillimento delle persone – e il potere manipolatorio che ha il Potere – sia che
gli schiavi finiscono sempre per amare le loro catene.
Il Nazi Pass è illegittimo, va abolito, non discusso.
https://www.byoblu.com/2021/09/19/referendum-no-green-pass-cosa-ne-pensa-massimo-mazzucco/