In Che Modo i Vaccini Covid-19 Sono Correlati all’Aborto?
9 Agosto 2021
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, ci sembra importante e interessante rilanciare questo articolo pubblicato sul sito dell’Osservatorio Van Thuan sulla Dottrina Sociale della Chiesa. Buona lettura.
§§§
Negli Stati Uniti d’America, l’uso di cellule fetali umane nel settore farmaceutico, ma anche nei cosmetici e in altri settori industriali, è da decenni un argomento discusso e criticato in pubblico dalle organizzazioni per la protezione della vita. Tuttavia, nei paesi di lingua tedesca questa faccenda è poco conosciuta perfino tra i medici, e solo pochi conoscono le circostanze in cui si ottengono le cellule fetali necessarie per la produzione di vaccini nelle linee cellulari. Molti credono che l’aborto sia sì un male, ma nel caso che gli aborti si sono già verificati, allora il feto morto può essere utilizzato per la ricerca. Però, solo poche sono le persone che sono al corrente, che gli aborti necessari per la produzione di cellule per le colture cellulari devono essere effettuati in modo mirato e pianificato, che la gravidanza deve avere una certa durata, che l’interruzione di questa gravidanza in molti casi avviene mediante il taglio cesareo, e che il cuore dell’embrione spesso ancora batte quando esso arriva al laboratorio per l’estrazione degli organi. Informazioni del genere non ci vengono riportate dai media e non possono essere trovate su Google: tali fatti inquietanti si tengono lontani dalla società.
Sarebbe auspicabile che l’attuale dibattito sulla vaccinazione contro Covid-19 portasse alla luce i retroscena dell’estrazione di organi fetali, soprattutto perché con TUTTI i vaccini attualmente disponibili ad un certo punto, o nella fase della ricerca, oppure dello sviluppo, o durante la loro produzione o test delle cellule fetali sono state utilizzate quelle linee.
Cominciò 85 anni orsono
Gli esperimenti con colture di tessuti fetali umani iniziarono già negli anni ’30. La forza trainante di allora era la ricerca di un vaccino antipolio, che finalmente arrivò sul mercato alla fine degli anni ’50. In un articolo medico del 1936 si legge: “Un nuovo approccio è stato raggiunto attraverso l’uso di embrioni umani di 3-4 mesi, ottenuti sterili con taglio cesareo”.[1]
Nel 1952 leggiamo in una rivista medica sulla produzione di colture di tessuti: “Gli embrioni umani tra due e mezzo e cinque mesi di gestazione sono stati presi in consegna dal reparto ginecologico del General Hospital di…. Sono stati posti in un contenitore sterile e immediatamente portati al laboratorio di virus del vicino ospedale pediatrico. I campioni morti non sono stati utilizzati e in alcuni degli embrioni il cuore batteva ancora quando sono arrivati al laboratorio del virus.”[2] E un altro documento dello stesso anno afferma: “Tessuto embrionale umano: questo materiale è stato usato nella maggior parte degli esperimenti. È stato ottenuto mediante taglio cesareo in condizioni sterili. Sono stati utilizzati embrioni tra le 12 e le 18 settimane di gestazione.”[3]
Infine, negli anni ’70, è stata condotta una ricerca su un vaccino contro la rosolia. Nel 1972 abbiamo letto sulla rivista medica più rispettata al mondo, il New England Journal of Medicine, che gli aborti erano stati pianificati ed eseguiti specificamente per ottenere il tessuto fetale per la ricerca dopo che le donne avevano dato il loro consenso. La maggior parte delle gravidanze è stata interrotta tramite il taglio cesareo.[4]
Decenni dopo, nel 2018, uno dei più famosi ricercatori sui vaccini negli Stati Uniti, il Dr. Stanley Plotkin amise, quando venne confrontato in tribunale con uno dei suoi studi, che aveva usato 76 embrioni solo per quell’unico studio nei primi anni ’70 per uno studio preliminare sul vaccino contro la rosolia. Afferma inoltre che tutti gli embrioni utilizzati per questo scopo sono stati abortiti solo dopo il terzo mese, poiché per gli studi sui vaccini possono essere utilizzati solo organi completamente sviluppati da embrioni sani.[5]
Coraggiosi scienziati e protettori della vita danno testimonianza
Successivamente, i riferimenti al tipo di estrazione degli organi fetali sono divenuti scarsi anche nella letteratura specialistica, da un lato perché oramai si presumeva che la conoscenza al riguardo fosse nota negli ambienti specialistici, dall’altro perché si può presumere che parecchi di questi interventi sono poco chiari dal punto di vista giuridico, dato che negli ultimi decenni le leggi sono cambiate. Oggi dobbiamo la nostra conoscenza della retroscena a poche persone coraggiose nel campo della scienza e della protezione della vita, che testimoniano pubblicamente che gli stessi metodi degli anni ’30, ’50 e ’70 vengono applicati ancora oggi, per arrivare agli organi fetali per la ricerca e la produzione di prodotti medici. Un fatto logico, poiché le cellule umane, comprese le cellule fetali, possono sopravvivere soltanto per un breve periodo una volta che l’apporto di ossigeno con il sangue viene interrotto. Ogni minuto di mancanza di ossigeno porta alla morte delle strutture cellulari. Ciò è confermato dal Dr. C. Ward Kisher, Professore di Embriologia Umana, Facoltà di Medicina, Università di Tucson, Arizona, specialista americano e leader in embriologia, in un’intervista con l’American Life League nel 2002: “Per preservare il 95% delle cellule embrionali, il tessuto vivo deve essere rimosso entro 5 minuti. Dopo un’ora, le cellule sarebbero inutili perché sarebbero morte.”[6]
Il professor Gonzalo Herranz Rodrígue ha insegnato istologia ed embriologia nonché etica medica presso l’Università di Navarra / Spagna, ne è stato vicerettore (1974-1978) e preside della facoltà di medicina (1978-1981). Era senza dubbio un esperto di sviluppo umano prenatale. È stato anche vicepresidente del “Comitato etico del Comitato permanente dei medici della Comunità europea” (1986-1988). Ha fatto la seguente dichiarazione: “Né gli embrioni da aborti spontanei né quelli ottenuti da aborti vaginali possono essere utilizzati per ottenere cellule embrionali: in entrambi i casi l’embrione è contaminato da microrganismi. Il modo corretto è eseguire un taglio cesareo o rimuovere l’utero. Questo è l’unico modo per garantire la sterilità batteriologica. In ogni caso, è necessario eseguire un aborto programmato per ottenere cellule embrionali, per cui viene selezionata l’età dell’embrione e sezionato mentre è ancora in vita per rimuovere il tessuto che deve essere introdotto nei terreni di coltura. “[7]
Il patologo e microbiologo italiano, il professor Pietro Croce, ormai scomparso, è anche uno di quelli che non hanno evitato di rendere pubbliche le loro conoscenze. Nel suo libro “esperimento su animali o scienza – una scelta“, pubblicato nel 1988, scrive: “Ci sono cliniche specializzate in aborto. Le donne che si recano lì sono convinte da abili persuasori, che dovrebbero continuare la gravidanza il più possibile. (Più maturo è il feto, più alto sarà il prezzo.) All’ora concordata, il feto verrà rimosso mediante taglio cesareo. Poiché ciò accade in molti casi nella ventottesima settimana (tra sei e sette mesi), non si può più parlare di un feto, ma di un bambino che urla e si muove.”[8] Nel libro “The Fetus As Transplant Donor – the Scientific, Social, and Ethical Perspective” del dott. Peter McCullough, sempre uscito nel 1988, l’autore riporta tra l’altro i metodi di raccolta del tessuto fetale in Svezia, confermando che gli aborti vengono effettuati principalmente mediante taglio cesareo al fine di mantenere la qualità delle cellule fetali.
Il defunto padre benedettino americano Paul Benno Marx OSB, fondatore di “Human Life International” cita in uno dei suoi libri un medico che riferisce sugli esperimenti che ha sperimentato personalmente in un noto istituto svedese negli anni ’70 e ’80, e che tutti si svolsero nel nome della scienza: “Sono stati condotti esperimenti su bambini vivi abortiti a cui non è stata nemmeno concessa la grazia dell’anestesia mentre si contorcevano e piangevano di dolore. Quando non potevano più essere utilizzati, venivano uccisi e smaltiti come spazzatura”.[9]
Traffico illecito di organi di feti umani
Un anno e mezzo fa i media riferirono negli Stati Uniti di un’udienza in tribunale a San Francisco / California: Planned Parenthood (secondo Wikipedia, un’organizzazione che offre “servizi medici, in particolare nel campo della medicina sessuale, ginecologia e pianificazione familiare” in oltre 650 cliniche negli Stati Uniti) ha condotto una causa contro i sostenitori della vita David Daleiden e Sandra Merrit per le loro videoriprese segrete in cui i leader di questa organizzazione riferiscono che i metodi di aborto vengono modificati per ottenere un feto ancora intatto e vivente. Si ammette inoltre che Planned Parenthood “è coinvolta nel traffico illegale di organi embrionali”. Negli Stati Uniti, la legge federale regola l’acquisto e l’accettazione di tessuto fetale umano a scopo di ricerca.[10]
Un medico abortista, il dott. Forrest Smith, che ha eseguito 50.000 aborti in tutta la sua vita professionale e che, per sua stessa ammissione, “sa più sull’industria dell’aborto di quanto la maggior parte delle persone saprà mai”, ha testimoniato al processo che non aveva dubbi che parecchi bambini erano ancora vivi al momento della nascita. Ha anche detto che i due attivisti non avevano nemmeno rivelato metà della verità, perché in realtà era molto peggio.
Come ultimo esempio del commercio illegale di organi fetali, va menzionato il seguente caso: Nel 2018, la fondazione americana “Judicial Watch” ha intentato una causa per traffico di organi fetali. Di conseguenza, la FDA (Food and Drug Administration) ha consegnato tutta la corrispondenza relativa a otto contratti del valore di quasi $ 100.000 tra la FDA e un istituto di biotecnologia (“Advanced Bioscience Resources”) al tribunale e quindi al querelante. Oggetto di questi contratti sono i feti umani che hanno subito un aborto tra la 16a e la 24a settimana di gravidanza. Gli organi dovrebbero essere “freschi e mai congelati”, dovrebbero essere utilizzati per la ricerca sui cosiddetti “topi umanizzati”. Gli organi sono stati offerti a prezzi fissi. I topi umanizzati vengono creati impiantando chirurgicamente tessuto umano nei topi. Affinché l’umanizzazione proceda correttamente, il tessuto fetale deve avere una serie di proprietà speciali. I topi umanizzati servono tra l’altro per la ricerca sui vaccini. Poiché la vita media di un topo di questo tipo è di soli otto mesi, i modelli di questo esperimento sugli animali devono essere ricreati più e più volte, determinando un costante bisogno di tessuto fetale.[11]
Tutti i vaccini attualmente disponibili hanno utilizzato cellule fetali
Infine, alcune spiegazioni sui quattro vaccini che hanno attualmente ricevuto l’approvazione pel mercato nell’Unione europea: i due vaccini a RNA messaggero di Pfizer / Biontech e Moderna utilizzano cellule della linea cellulare HEK 293 per testare i loro prodotti. In quale misura sono stati utilizzati anche nelle ricerche preparatorie, come indicano alcune fonti,[12] non può essere verificate. In ogni caso, non sono state utilizzate cellule fetali per il processo produttivo immediato. AstraZeneca e Johnson & Johnson, invece, hanno utilizzato anche linee cellulari fetali direttamente nel processo di produzione, ovvero HEK 293 nel caso di AstraZeneca e PER.C6 nel caso di Johnson & Johnson, il che significa che il vaccino contiene frammenti di DNA da un essere umano. HEK 293 significa “rene embrionale umano”, questa linea cellulare è stata composta da cellule renali di un bambino presumibilmente abortito nel 1972. Abbiamo letto in un articolo medico dello stesso anno sullo sviluppo della vaccinazione contro la rosolia, quindi probabilmente conosciamo le condizioni di questo aborto, però i documenti a riguardo non esistono più. PER.C6 nasce da un aborto del 1985, la linea cellulare è stata creata con cellule retiniche di un feto umano.
Detto questo, bisogna concludere che l’uso di linee cellulari nella produzione di vaccini non può essere visto separatamente dalle attività illegali con organi fetali. Dovrebbe essere irrilevante in quale processo di sviluppo di un vaccino sono state utilizzate linee cellulari embrionali, sia nella produzione che nei test, la conclusione in questo caso è sempre: senza linee cellulari non esiste un tale vaccino!
Alla fine, consentitemi di fare un’osservazione personale: non posso accettare un vaccino del genere a causa delle mie conoscenze mediche nel momento in cui la vita viene alla luce e in considerazione della mia coscienza di cattolica devota. Vedo una doppia violazione dell’ordine divino della creazione, da un lato attraverso la presunzione da parte dell’uomo di decidere tra la morte e la vita. Non sono io la responsabile dell’aborto, ma posso trarne beneficio (= salute)? Questo non mi renderebbe un sostenitore indiretto dell’aborto? E d’altra parte, accettando una simile vaccinazione, sosterrei tacitamente il commercio in corso di organi fetali derivati da aborti, perché: senza domanda non c’è offerta!
Infine, vorrei sottolineare che ci sono ulteriori gravi obiezioni dal punto di vista medico per i vaccini attualmente disponibili; qui mi sono appositamente limitata all’uso delle cellule fetali. Si prevede che questo autunno arriveranno sul mercato i vaccini contro il Covid-19 che sono stati prodotti in modo collaudato, senza l’uso di linee cellulari fetali, che, sebbene siano prodotti in modo convenzionale, saranno testati più a lungo negli studi clinici rispetto a quei vaccini basati su un concetto completamente nuovo. Finora, la pandemia non è stata così pericolosa da non poter aspettare un vaccino del genere. Come cristiani sappiamo anche: la nostra vita è nelle mani di Dio, in ogni momento della nostra vita!
A chi desidera trattare questo argomento in modo più dettagliato, siano consigliani i seguenti siti Web:
https://cogforlife.org/vaccines-abortions
https://www.lifesitenews.com/tags/tag/coronavirus+vaccine
https://www.ewtn.com/catholicism/library/fetal-experimentation-frankenst…
Fonte: Dr. med. Eva-Maria Hobiger
[1] Cultivation of Poliomyelitis Virus in vitro in Human Embyonic Nervous Tissue, Albert B. Sabin und Peter K. Olitsky, Laboratories of the Rockefeller Institute for Medical Research, New York, Proc Soc Exp Biol Med 1936, 34:357-359
[2] Cultivation of Poliomyelitis Virus in tissue Culture (Growth of the Lansing strain in human embryonic tissue), Joan C. Thicke et al, Canadian Journal of Medical Sciences
[3] Studies on the cultivation of Poliomyelitis viruses in tissue cultures, Thomas H. Weller et al. , J Immunol 1952, 69:645-671, The Journal of Immunology
[4] Isolation of attenuated Rubella-vaccine virus from human products of conception and uterine cervix, 1972, Anti Vaheri et al., New England Journal of Medicine Vol. 286, No. 20, Seite 1071
[5] https://www.youtube.com/watch?v=y0yK4lV9u_4
[6] American Life League (Personal Interview 7-02, ALL Conference), 2002
[7] Vivisection or Science – a choice to make, Fetal Experimentation-Over the top; Part 1, p. 86.CIVIS, 1991, Hans Ruesch Foundation; von Dozent Pietro Croce, Mikrobiologe und pathologischer Anatom, Mailand
[8] Vivisection or Science – a choice to make, Fetal Experimentation-Over the top; Part 1, p. 85.CIVIS, 1991, Hans Ruesch Foundation; von Dozent Pietro Croce, Mikrobiologe und pathologischer Anatom, Mailand
[9] Father Paul Marx, OSB, Confessions of a Pro-Life Missionary, Human Life International, Front Royal, VA, https://cogforlife.org/wp-content/uploads/Forsaking-God-For-the-Sake-of-…
[10] https://www.washingtonexaminer.com/opinion/no-question-its-alive-in-a-ca… https://www.nationalreview.com/news/abortionist-testifies-at-fetal-parts…
[11] https://www.judicialwatch.org/press-releases/fda-humanized-mice/
[12] https://cogforlife.org/guidance
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And here is the link to the book in English.
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Categoria: covid
Scusate, ma avete letto tutta la tesi del Sig. De Marco, tesi menzionata nell’ultimo commento?
Ci avete capito niente?
Parlo della tesi che trovate benissimo sul sito di Corrispondenza Romana, il sito di
De Mattei, sotto il titolo di “Apocalittici e libertari. Il ribellismo suicida dei cattolici no-vax”.
Roberto de Mattei, un caro cattolico che, lo si è ormai capito benissimo, ha sposato disgraziatamente e interamente la “nobile” causa di questi ultimi vaccini.
Ma se andate a leggere questa tesi, scritta con parole ingarbugliate di difficile comprensione, non ci capite proprio niente o forse solo io non ho capito nulla.
Ma che modo tortuoso ed enigmatico di scrivere.
Insomma, in poche parole come dice l’incipit dell’articolo, noi no-vax (?) ci precipiteremmo in una voragine a causa della nostra ribellione agli obblighi vaccinali.
Addirittura ci consegneremmo anima e corpo a un amabile dittatore libertario che vuole la dissoluzione della concezione cristiana della politica, dello stesso Stato,
anzi faremmo il gioco del nemico.
Quindi noi saremmo, come racconta la tesi, “l’espressione dell’ennesimo delirio libertario che vede nel contingente “dittatore” mondiale, che in realtà è un timido esercizio di politica e di Stato, un dominatore ferreo, proprio mentre nelle piazze si radunano senza pericolo, come in festa, i suoi oppositori, in un gioco che distrae gli “illuminati” da attenzioni più severe e difficili”.
Ma per piacere!
Prima di tutto, noi, non siamo no-vax, ma siamo contro questo tipo di vaccino sperimentale, specialmente quelli mRna genetici, che non sono propriamente dei vaccini ma sieri, immessi sul “mercato” per la prima volta, senza essere stati testati completamente, dagli effetti gravi sia a breve, ne sono avvenuti parecchi, che a lungo termine (effetti gravi che silenziosamente con molta probabilità si presenteranno in futuro e speriamo di no e se si presenteranno dovremo ricorrere ad altre cure).
Ma la cosa più importante, gravissimo sotto un aspetto etico, è che questi vaccini non essendo etici, sono sperimentati e prodotti con linee cellulari di feti abortiti.
E questo per una persona che ha una coscienza giusta non erronea è un grave crimine.
Ma avete letto il modo in cui vengono prelevate queste cellule? Feti, al 5° mese di gravidanza, vengono abortiti vivi e dilaniati per prelevare cellule preziose per i vaccini.
Renderemo conto a Dio per questa empietà, empietà che nostra attuale Medicina tace e la fa passare per necessaria misericordiosa attività per tutta l’umanità.
Come fare allora per combattere questo virus?
Perché non ricorriamo apertamente al nostro misericordioso Dio, a Gesù che è il Re di questo mondo.
Se riconosciamo la nostra miseria, la nostra ribellione, se gridiamo a Lui, certamente Lui ci illuminerà e ci aiuterà nel trovare la soluzione, perché noi siamo suoi, e dobbiamo gridare di volerlo essere, e ci ama.
Altrimenti con dolore ci lascia, non forza nessuno, ci lascia liberi di non volere il Suo aiuto.
Per contro, altro che noi manovrati contro un modesto e ferreo(?) dittatore che impotente ci lascia manifestare, facendo così danni allo Stato e alla politica.
Esiste questo dittatore, ma è molto, molto sveglio e imperante che non vuole sentire la verità, mettendo a una morte spirituale, se non addirittura fisica, coloro che non si adeguano.
Mengele era un puro di cuore, in confronto a questi.
Poi questa baggianata del “no -vax” ha francamente stancato e denota solo la superficialità di chi l’utilizza.
Saluti.
Non è superficialità, è metodo (infame). Lo stesso che contiene nel suo vocabolario, oltre a “no-vax”, anche “fascista”, “razzista”, “sessista”, “omofobo”, “negazionista”, “revisionista”…
Ho dimenticato: “tradizionalista”…
…sovranista…integralista…
(un tempo si sarebbe detto anche “papista”, ma la parola negli ultimi anni ha cambiato significato)
Su, lasciamo le beghe tra pliniani (quelli che si rivestono col nome del povero incolpevole cardinale Thuan – che non c’entra niente coi pliniani, i quali lo chiamano Van Thuan credendo forse che Van sia un prefisso nobiliare, mentre significa solamente “uomo”: in vietnamita si usano tre nomi di cui il cognome familiare è il primo e il nome proprio l’ultimo e ci si rivolge di solito all’altra persona usando solo l’ultimo nome – contro quelli di De Mattei) ai pliniani e svaghiamoci un po’ con l’articolo di De Marco riportato da Magister e con l’intervista a una specie di suora travestita da prete la quale preannuncia per l’anno prossimo un sinodo sulla sinodalità (non sto scherzando, è vero):
http://www.synod.va/content/synod/it/attualita/intervista-di-suor-nathalie-becquart-nel-programma-soul-di-tv200.html
L’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuan è stato fondato da mons. Giampaolo Crepaldi, che conosceva benissimo il card. Van Thuan, essendo stato segretario del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, del quale era presidente proprio il Cardinale, e pertanto non ignorava il significato di Van. L’Arcivescovo Crepaldi ha lasciato recentemente la presidenza dell’Osservatorio, che però resta diretto dall’amico prof. Stefano Fontana, che è garanzia di autorevolezza, serietà e fedeltà alla fede cattolica, come dimostra l’articolo sui vaccini e tutta l’altra attività.
Il prof. De Mattei e Magister non
sono il Vangelo , come hanno
dimostrato ultimamente con
i loro cedimenti verso il salutismo
repubblicano .
E il suo nome sembra quello di
un paese spagnolo infestato
di streghe .
intendevo rispondere a bezunegui ,
Davvero dettagliato e vero questo
articolo , mi fa pensare il fatto
che per sapere la verità spesso
dobbiamo sentire dottori
stranieri , voci libere e non
medici in favore di
telecamera.
Complimenti a Tosatti che
lo ha trovato per noi.
Grazie .
Orrore puro . Venuto alla luce in tutto il suo aspetto satanico . Mi vengono in mente le parole di Gesù : a che serve salvare il vostro corpo se poi perderete la vostra anima ? Dio abbia pietà di noi . Ma venga anche presto la sua Giustizia .
Cosa vi pare questo artícilo ?
Apocalittici e libertari. Il ribellismo suicida dei cattolici no-vax
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(Sandro Magister, L’Espresso – 9 agosto 2021) L’analisi del professor Pietro De Marco pubblicata in questa pagina è assolutamente da non perdere, per chi voglia capire la profondità della voragine teorica e pratica in cui precipitano i cattolici che si ribellano agli obblighi vaccinali imposti – a loro dire – da una planetaria dittatura biotecnocratica.
Protestano in nome della libertà. Ma non vedono che in realtà si consegnano anima e corpo a “un amabile dittatore libertario” che “concede, anzi legittima, tutte le libertà private” e con ciò dissolve la concezione cristiana della politica, dello Stato, in definitiva dell’uomo.
Che la questione dell’umano e del post-umano sia capitale per la Chiesa d’oggi è tema che Settimo Cielo ha più volte sollevato, da ultimo con un intervento del professor Sergio Belardinelli.
Ma ora De Marco fa di più. Individua nell’odierna rivoluzione antropologica l’Anticristo contro il quale la Chiesa e la politica dovrebbero fare da freno e da protezione, secondo il monito di san Paolo nella seconda lettera ai Tessalonicesi.
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Con troppi cattolici, però, specie di area tradizionalista, che pur convinti di combattere la buona battaglia in realtà fanno il gioco del nemico.
A De Marco la parola.
*
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COME DISTINGUERE TRA DIAGNOSI APOCALITTICHE
di Pietro De Marco
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La diagnosi della presente congiuntura ideologica è difficile ma, detto con tutta franchezza, l’apocalittica anti-Stato cresciuta da mesi nelle minoranze cattoliche tradizionaliste, come nei teorici della alienazione biopolitica, è frutto di un enorme errore tattico, dovuto a un vero errore di discernimento. Le libertà, rivendicate in forme paranoiche (o deliranti, come in chi ritiene sperimentazione nazista il sistema di cura e profilassi antivirale), sono esse stesse l’errore; infatti esprimono anch’esse quella insofferenza per ogni disciplina, infine per l’autorità, che appartiene alla “great disruption” libertaria.
Aggiornare criticamente la storia delle libertà moderne metterebbe in luce, da un lato, come la leva delle libertà e dei diritti in mano a una “opinione pubblica” sia in sé di enorme potenza nel dis-equilibrare ogni ordine politico e, dall’altro lato, quanto questa leva liberale sia poi fragile, quasi impotente, nel fondare secondo valori ma anche secondo autorità l’ordine subentrante.
Questa fragilità pone l’intera questione della sovranità: essa infatti si definisce tecnicamente e drammaticamente proprio sulla soglia della sospensione d’eccezione di alcuni diritti di libertà. E pone di conseguenza la questione della teologia politica, nel senso strettamente schmittiano secondo cui l’intero “munus” imperativo (ovvero la cura dell’unità politica) è con la secolarizzazione (ovvero con la crisi della cristianità nell’età moderna) depositato nelle mani dei giuristi.
Se l’unica o almeno l’ultima autorità, nella tarda modernità dei diritti è assegnata, non per un abuso contingente ma per necessità, alle leggi e alle corti costituzionali, essa non può che agire minando le politiche e dissolvendo le società che incorporino autorità e in quanto la incorporano.
Il problema incombente – lo sostengo contro tutti gli apocalittici neo-orwelliani – non è dunque quello delle pretese dittature tecnologiche, psicologiche, biopolitiche e simili, i cui possibili eccessi ed errori sono fin troppo facilmente diagnosticabili e che, nel caso dei provvedimenti dei governi mondiali, sono previste dalle costituzioni. Insomma, sono decisioni razionali, intrinseche al politico.
La deriva apocalittica è piuttosto quella dell’incontrollata ipertrofia libertaria (dovrei dire: liberale). Un orizzonte temibile di mutazione emerge, quindi, dalla matrice antiautoritaria tipica dell’età rivoluzionaria, dalle sue apparenze sempre buone e suadenti, come fosse esentata dal peccato. Molto più della “égalité” e della “fraternité” che sono solo principi regolativi, la “liberté” sembra oggi una realtà salvifica a portata di ognuno.
La previsione più conforme alle tendenze attuali delle masse di individui che si vogliono “liberate” dalla norma culturale resta quella che vede le generazioni future impegnate nella manipolazione volontaria di sé, della propria consistenza antropologica, per esiti eudemonistici di bene-essere: vivere ciascuno una finitezza senza dolore, cioè senza fini ultimi, senza passato e futuro. Questo nel privato; collettivamente poi operando, nella stessa prospettiva eudemonistica, per la salvezza (senza scopo umano) della “Madre Terra”; non del “creato”, perché questo suppone il Dio creatore, escluso da questo orizzonte.
Certamente può capitare che qualche straricco visionario favorisca utopicamente questa universale metamorfosi verso una umanità senza aggressività relazionale né scopi, senza trascendimenti di sé né psichici né intellettuali, pensando alla pace universale e operosa del formicaio. Un’antica diagnosi e metafora.
Ma la leva trasformativa più insidiosa di questa deforme speranza non è, ripeto, la salute diffusa che tanto spaventa alcune menti. La mutazione si alimenta al mito combinato del post-umano e della dissoluzione delle differenze che vincolano, quelle antropologiche tra uomo e donna, tra padri e figli e, fondamentale per l’uomo, quella tra Dio e uomo. Si otterranno infine non esseri liberi, ma esseri umani fungibili, che niente hanno da volere o difendere di peculiare; come sotto un “velo d’ignoranza”, ma senza bisogno della virtuosa moralità del velo. “Égalité” e “fraternité” senza “liberté”, poiché questo è appunto lo svolgimento catastrofico della corsa libertaria.
Se questo si vuole, è bene averne consapevolezza, ma di fronte ai suoi effetti la pandemia e i rimedi vaccinali sono solo un ordinario accidente della storia. Se non lo si vuole, si sappia allora che la versione apocalittica prevalente in questa stagione pandemica, quella che grida alle libertà oppresse, è sulla strada sbagliata dell’anti-politico. Non capirlo è suicida, come vedremo nel post-Covid. L’ennesimo delirio libertario vede nel contingente “dittatore” mondiale, che in realtà è un timido esercizio di politica e di Stato, un dominatore ferreo, proprio mentre nelle piazze si radunano senza pericolo, come in festa, i suoi oppositori, in un gioco che distrae gli “illuminati” da attenzioni più severe e difficili.
Il grande dominatore da temere è strisciante, pressoché invisibile: si confonde con l’io liberato, ovvero deculturato e pronto a essere post-umanizzato. Il dittatore è libertario, generatore qui, acceleratore là del destino dell’Ultimo Uomo. Un amabile dittatore libertario perché concede, anzi legittima, tutte le libertà private. In lui il politico viene assorbito, dissolto. Ogni giorno, nella tarda modernità che viviamo, l’alleanza delle “libertà dei moderni” con la democrazia impolitica favorisce, col nostro aiuto, modelli di felicità stolida e di cura di sé autoimposta. Altro che obblighi vaccinali!
Ora, a frenare l’animalizzazione eudemonistica dell’io, in corso nelle “élite” degli Occidenti europei ed extraeuropei, è necessaria una cristianità, non sospesa per aria ma ancorata a quanto resta delle cristianità storiche nel mondo. Non è apologetica, è una evidenza. Solo il cristianesimo, la concezione cristiana dell’uomo, è in grado di discernere il processo poiché vi vede, avendone gli strumenti, l’Anticristo.
Teologia dell’uomo e teologia della storia. Aléxandre Kojève, uno degli autori che sottendono questa riflessione, “vedeva” l’Ultimo Uomo da ateo attraverso Hegel, teologo. Poiché quale “katéchon” senza la cristianità, senza quel vero punto di resistenza, non oltrepassabile, che è l’antropologia cristiana, fino a ieri l’antropologia comune di ciò che era Occidente ed Europa?
Ma vi sono delle condizioni. Questa cristianità, se veramente vuole essere “katéchon”, cioè fare da freno e protezione, ha bisogno nuovamente della sussistenza del politico, del suo potere frenante. Una giovane generazione di marxisti (Biagio De Giovanni, Massimo Cacciari, Giacomo Marramao, il gruppo del “Centauro”) capì, già quasi mezzo secolo fa, che la forza frenante è il politico, ma sottovalutò la cristianità. Senza di essa il politico è divorato dai diritti senza diritto, dalle “libertà di fare ciò che piace”, da “exousia” senza “nomos”. Da questo pasto nasce, o è già nato, l’Uomo dell’Anomia della seconda epistola ai Tessalonicesi.
https://www.corrispondenzaromana.it/notizie-dalla-rete/apocalittici-e-libertari-il-ribellismo-suicida-dei-cattolici-no-vax/
Chiede Bezunegui:
“Cosa vi pare di questo articolo ?”
rispondo:
Spiace dirlo ma siamo diametralmente fuori strada.
Saluti.