Investigatore Biblico: dalla Bibbia Cei l’Inferno Continua a Sparire…Perché?

28 Luglio 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il nostro Investigatore Biblico dopo la sua prima scoperta sulla scomparsa dell’Inferno nella traduzione della lettera di Pietro ha continuato a indagare. Guardate che cosa ha trovato…

§§§

Scava scava, alla fine si trova sempre qualcosa. Dopo il suggerimento di qualche lettore, mi sono impuntato e ho scovato altre errate traduzioni della CEI 2008 sull’inferno.
In questo caso non avviene un omissione, come nell’articolo precedente.

I traduttori usano un termine “analogo”, ma l’errore è evidente come sempre.
La toppa, ahimè, è peggiore del buco.

Il versetto è Apocalisse 6,8b.

CEI 1974: “Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli veniva dietro l’inferno
(Ap 6,8b);

CEI 2008: “Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli inferi lo seguivano”
(Ap 6,8b).

Prima di commentare l’errore andiamo a vedere il testo originale greco:
“καὶ ὁ καθήμενος ἐπάνω αὐτοῦ ὄνομα αὐτῷ ὁ Θάνατος, καὶ ὁ ᾅδης ἠκολούθει ⸂μετ’ αὐτοῦ⸃”;
ed il testo tradotto della Vulgata:
Et, qui sedebat desuper, nomen illi Mors, et infernus sequebatur eum”.

In sequenza temporale:
Vulgata traduce con “infernus”
CEI 1974 traduce con “inferno”
CEI 2008 traduce con “inferi”.

[Una vera discesa all’inferno delle traduzioni. Nella Cei 2099 tradurranno con “impero di Sauron”?]

Il termine greco utilizzato è “ades” (dal versetto originale).

La domanda sorge spontanea: Perché tradurre con inferi se nelle traduzioni precedenti viene utilizzato il termine specifico inferno?
Necessario, a questo punto un chiarimento.

Nel Greco classico, seguendo la mitologia, il termine Ade rappresentava il regno dei morti.
Per questo, nella letteratura greca e latina, tradotta nell’italiano, si utilizza la parola inferi.

Con l’avvento di Cristo, che “scende agli inferi”, inteso come luogo in cui albergavano i morti, i regni vengono suddivisi.
La parola “inferno”, utilizzata fino a questa edizione stravagante della CEI 2008, ha rappresentato per il mondo cristiano il regno della dannazione eterna.
Gli inferi, di contro, il regno dei morti inteso in senso mitologico e pre-cristiano.

L’utilizzo della parola inferi in questa nuova traduzione riecheggia quasi un inquietante ritorno al paganesimo pre-cristiano, contrariamente alla differenziazione corretta avvenuta con la divisione dei due termini.

Andiamo a contestualizzare.
Nel versetto è scritto: “Colui che lo cavalcava si chiamava Morte (inteso come il demonio)”, e ne consegue la traduzione del termine con “inferno”, a intendere tutta la ‘cozzaglia’ che lo ha seguito. Errato, quindi, è utilizzare il ‘pagano’ “inferi”, regno dei morti.

Suggerisco la lettura di questa interessantissima tesi di Dottorato in studi storici da pag.66 in poi.

Uscendo dalla questione linguistica, si rifletta sulla sulla gravità di questa errata traduzione.
I traduttori della CEI 2008 tolgono o modificano un termine rappresentativo della dottrina cristiana (“inferno”).

Ma questo non è altro che un penoso andazzo della teologia attuale, tesa a mettere ambiguità o peggio diffondere un’idea eretica in cui si proclama che l’inferno non esiste.

Questa idea, poi, si riflette nella totale assenza di predicazione su questo argomento chiave nelle nostre Parrocchie.
In fondo, Cristo non è venuto forse per liberarci dal giogo del maligno?

Non sono nascosti gli studiosi ‘cattolici’ che affermano e sostengono la non esistenza di uno dei tre regni celesti.

Un esempio è il biblista Don Alberto Maggi – leggi qui – , il quale non ha timore nell’affermare che l’inferno sia un’invenzione superata, aggiungendo falsità di contenuto sulla Sacra Scrittura – cito: “non c’è né parola e neanche immagine dell’inferno” – dimostrando, a quanto mi pare, di aver letto forse solo la copertina della Bibbia.

Ecco una fonte qualsiasi (ma basta leggere il Testo direttamente): L’inferno secondo le Sacre Scritture

Concludo, per dare un filo logico, che questo pensiero ingannevole è sostenuto da una forma deviata del concetto di Misericordia.

Che senso avrebbe la “Misericordia di Gesù” se non esistesse l’inferno e la libertà di poterci finire?
A cosa servirebbe il perdono dei peccati da parte del Signore verso colui il quale si pente di cuore se tanto non esiste un inferno irreversibile?
E ancora, che libero arbitrio sarebbe se Dio impedisse a priori al singolo di scegliere deliberatamente di essere escluso dal suo Regno?
A cosa valgono, a questo punto, le testimonianze dei Santi, che hanno fatto della loro vita l’esempio della lotta spirituale per evitare di cadere nella dannazione?
A tutti sarebbe riservato il medesimo destino, pertanto decadrebbe ogni principio di responsabilità, colpa, giudizio.
Non è forse un concetto protestante già condannato dalla Chiesa nel passato?

Quando l’acqua della Sorgente (Parola di Dio), viene avvelenata da piccole gocce del cianuro della menzogna, il veleno rischia di portare alla morte l’intero villaggio.

Investigatore Biblico

§§§




Ecco il collegamento per il libro in italiano.

And here is the link to the book in English. 

Y este es el enlace al libro en español


STILUM CURIAE HA UN CANALE SU TELEGRAM

 @marcotosatti

(su TELEGRAM c’è anche un gruppo Stilum Curiae…)

E ANCHE SU VK.COM

stilumcuriae

SU FACEBOOK

cercate

seguite

Marco Tosatti




SE PENSATE CHE

 STILUM CURIAE SIA UTILE

SE PENSATE CHE

SENZA STILUM CURIAE 

 L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA

 AIUTATE STILUM CURIAE!

ANDATE ALLA HOME PAGE

SOTTO LA BIOGRAFIA

OPPURE CLICKATE QUI




Questo blog è il seguito naturale di San Pietro e Dintorni, presente su “La Stampa” fino a quando non fu troppo molesto.  Per chi fosse interessato al lavoro già svolto, ecco il link a San Pietro e Dintorni.

Se volete ricevere i nuovi articoli del blog, scrivete la vostra mail nella finestra a fianco.

L’articolo vi ha interessato? Condividetelo, se volete, sui social network, usando gli strumenti qui sotto

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , , ,

Categoria:

36 commenti

  • Claudio ha detto:

    Ma l’Investigatore si è accorto che nel testo ha allegato un sito internet che riferisce sì i passi scritturali riguardanti l’inferno, ma nega esplicitamente la dottrina del purgatorio affermando che è stata inventata per fare cassa?

  • Luciano M. ha detto:

    Beh, a questo proposito, se qualcuno voglia farsi quattro risate vada a leggersi la versione interconfessionale in lingua corrente TILC

  • Elisa ha detto:

    Bè, non è solo Alberto Maggi ad aver modificato parole e concetti della Bibbia. Vogliamo parlare del suo amico Vito Mancuso?

  • Donna ha detto:

    Una risposta alla domanda nel titolo potrebbe essere:
    Perché il diavolo non va contro sé stesso!
    Celare
    Esistenza
    Inferno
    Compito principale del demonio, far credere che non esiste!

  • amos ha detto:

    La bibbia di padre Eusebio Tintori del 1945 della Pia Società San Paolo traduce “Inferno”. Dopo anni sono andato alla recita del Rosario in parrocchia in occasione del funerale di un’amica. La preghiera: “O Gesù perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’inferno e portate in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della vostra misericordia” è stata sostituita con “L’eterno riposo..” Un caso?

    • Don Pietro Paolo ha detto:

      La giaculatoria ” Gesù mio perdonate…” è stata dettata dalla Madonna a Fatima e si recita dopo ogni decina del Rosario e non nei funerali.

      • amos ha detto:

        Appunto. Il Rosario da noi si recita in chiesa la sera prima del funerale. E durante il Rosario il “Gesù perdonate” alla fine di ogni decina era scomparso e sostituito con “L’eterno riposo”.

        • Marco ha detto:

          E ovvio quello che dice Amos . e non solo dalle sue parti ma quasi dappertutto eccetto parrocchie con preti eretici o semieretici sommergibilisti
          Gesù mio perdone le nostre colpe preservati dal fuoco dell’inferno porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua misericordia.

      • Giorgio ha detto:

        Di che meravigliarsi?
        Solo Lei, un prete aggiornato come si deve, poteva fare l’avvocato del diavolo!

  • GINO ha detto:

    E’ più grave tradurre in malafede o aggiungere un versetto in più nella Bibbia?
    Quello cioè in cui si dice: Pietro, le porte degli inferi non prevaranno, ma tu hai la facoltà di aprirle. Basta che la cintura che ho data a te la condividi con un altro.
    E da queste parole nessun discepolo si scandalizzò.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    La “Misericordia di Gesù” viene facilmente identificata con il pannicello caldo che allontana i brividi di una vita che potrebbe diventare più amara nel momento in cui dovesse sfumare l’ebbrezza della dolce vita.

  • Don Pietro Paolo ha detto:

    Scusate: invece di don Villa, leggete don Maggi

  • Don Pietro Paolo ha detto:

    Non amo tanto la traduzione della Bibbia del 2008, ma in questo caso devo contrastare il pensiero dell’Investigatore e dire che inferi è la traduzione più adatta anziché inferno che è tutt”altra cosa. Gli inferi raffigurano il regno della morte, mentre quello che noi chiamiamo inferno ( l”Apocalisse lo chiama stagno di fuoco) è lo stato di dannazione eterna di coloro che muoiono separati da Cristo… Quindi, inferi e inferno sono due cose diverse. Difatti in Ap. quello che l’investigatore chiama “inferno”, ma che giustamente dovrebbe tradurre ade o inferi, alla fine insieme alla morte, verrà gettato nello stagno di fuoco: “la morte e l’ade furono gettati nello stagno di fuoco” (Ap. 20, 14). Se avesse ragione l’investigatore, sarebbe un controsenso ritenere che l’inferno sarà gettato nello stagno di fuoco.. così di inferno ce ne sarebbero due. Per quanto riguarda le inaccettabili esternazioni di don villa, contraddicono la Rivelazione evangelica e non sono dottrina della Chiesa Cattolica ( cfr CCC 1033-1037)

    • Don Pietro Paolo ha detto:

      Scusate: invece di don Villa. leggete don Maggi

      • daouda ha detto:

        che poi gli inferi di per sè possono riguardare sia il tartaro che i campi elisi.

        • ex : ha detto:

          Appunto, si tratta di teologia pagana e non Cristiana.

          • daouda ha detto:

            Ora il don ha fatto presente delle incongruenze palesi, ed inoltre come si può dichiarare inferno lo sheol?
            La Geenna e L’Ade sono due cose diverse, sta tranquillo dalla Geenna non verrà tirato fuori proprio nessuno. D’altronde l’inferno propriamente detto , come anche il paradiso propriamente detto, non vennero al mondo che nell’intervallo fra venerdì santo e domenica di Pasqua di duemila anni fa.
            Secondo te dove sarebbero stati i morti prima?
            Ora il don ha fatto presente delle incongruenze palesi…inoltre come si può dichiarare inferno lo sheol e quindi contraddire la Sacra Bibbia?
            D’altronde DIO distruggerebbe l’inferno che è eterno poiché la Vittoria dell’Agnello è la vittoria sulla morte? Fate il gioco degli apocatastasisti.
            E’ indubbio che certe traduzioni siano nefande, ma alle volte possono anche esser fatte bene.
            Se vuoi cercare problema, qualcuno può sfruttare la cosa secondo la dottrina della visione differita semmai.

          • ex : ha detto:

            «non vennero al mondo che nell’intervallo fra venerdì santo e domenica di Pasqua di duemila anni fa.

            Paradiso e Inferno intesi in senso Cristiano, al di là delle rappresentazioni poetiche o terrificanti di luoghi celestiali o viceversa terrificanti non sono altro che il vivere alla presenza della Gloria di Dio o esserne esclusi. Il vero Inferno è questo: essere esclusi dalla visione di Dio. Quindi solo dopo che l’uomo fu redento dal Peccato Originale col Sacrificio di Cristo, fu degno di partecipare alla Gloria celeste.

            «… dove sarebbero stati i morti prima?» Nel “luogo” lontano da Dio, che nella religione Cristiana si chiama Inferno. Se erano uomini giusti non è detto che fossero mischiati con quelli che si erano resi responsabili di delitti, comportamenti immorali ecc., ma per la religione cristiana quello era il luogo. E da quel luogo Cristo, prima di risorgere nel suo Corpo Glorioso trasse i Giusti per portarli in Paradiso. Questo dice la Tradizione cristiana; questo, come ho scritto anche in altra parte, è riportato da Dante nella Cantica dell’Inferno – e non degli Inferi – della Divina commedia (C. IV, vv. 52 ss); ma soprattutto questo si recita con l’«Antica “Omelia del Sabato Santo”», che è la Seconda Lettura della Vigilia di Pasqua, e quindi fa parte della sua Liturgia.

            Ma qui si gira intorno alla questione. Si vuole eliminare la parola Inferno e tutt’al più sostituirla con Inferi, distinguendoli volutamente dall’Inferno; ed alcuni in questo stesso topic dimostrano con i loro commenti di esserne stati influenzati. Quando nelle verità di Fede esiste l’Inferno e non gl’Inferi, a meno che non li si voglia intendere come sinonimo d’Inferno, cosa peraltro inutile e sempre portatrice di confusione.

          • daouda ha detto:

            quindi è evidente che chi è in peccato mortale automaticamente si trovi all’inferno e viva nell’inferno secondo la tua giustificazione…

            La dannazione eterna come anche il paradiso perfetto sia avranno solo al giudizio universale, alla risurrezione.

            Il regno dei morti prima della venuta di Cristo fu un regno di ombre.
            Se dunque con facilità affermi che ci volle il Cristo per creare il Paradiso, perché non ritieni che anche l’inferno assume la valenza che ha solo dopo la sua Resurrezione?
            Perché vuoi rendere DIO ingiusto facendo coabitare i giusti ed i maledetti nel tuo inferno che sempre tale sarebbe stato?

          • daouda ha detto:

            si potrebbe giust’appunto fare una distinzione fra Sheol in sè ed il Seno di Abramo, come per i pagani fu il tartaro rispetto ai campi elisi in un qualche modo o grado.

          • ex : ha detto:

            Lei, come altre volte, fa dire alla gente cose che non hanno detto. E comunque quello che dice è al di fuori di quello che la Chiesa afferma (giusto o sbagliato, per chi tale lo crede), e non io:

            «954 – I tre stati della Chiesa. Fino a che il Signore non verrà nella sua gloria e tutti gli angeli con lui e, distrutta la morte, non gli saranno sottomesse tutte le cose, alcuni dei suoi discepoli sono pellegrini sulla terra, altri che sono passati da questa vita stanno purificandosi, altri infine godono della gloria contemplando “chiaramente Dio uno e trino, qual è”» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 954).

            E qui si parla delle anime che sono in Paradiso («contemplando “chiaramente Dio uno e trino, qual è”») “adesso”, dopo la loro morte, non alla Fine dei Tempi col Giudizio Universale;

            «1035 – La Chiesa nel suo insegnamento afferma l’esistenza dell’inferno e la sua eternità. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi, dove subiscono le pene dell’inferno (CCC, 1035)

            Qui invece si parla delle anime che sono in Inferno “adesso”, dopo la loro morte («immediatamente» dice il CCC). E’ significativo come colleghi il “luogo” chiamandolo “Inferi”, con le pene che sono dell’ “Inferno”, facendo praticamente un’associazione sinonimica tra le due definizioni, in omaggio al gusto moderno che da mezzo secolo ha riscoperto l’espressione “Inferi”, sebbene con intenzioni diverse da quelle che si leggono nel CCC.
            Tanto è vero che nel Catechismo di San Pio X, mai abrogato così come la Liturgia VO, gli Inferi non sono mai nominati in alcuno dei suoi articoli segnati numericamente. E a proposito dell’Inferno (e Paradiso e Purgatorio) sùbito dopo la morte dice, come nel CCC ma con un linguaggio più diretto:

            «99. […] Dopo il giudizio particolare, l’anima, se è senza peccato e senza debito di pena, va in Paradiso; se ha qualche peccato veniale o qualche debito di pena, va in Purgatorio finché abbia soddisfatto; se è in peccato mortale, qual ribelle inconvertibile a Dio va all’Inferno» (Catechismo della Dottrina Cristiana – detta di Pio X, 99).
            Il Giudizio Particolare (che si distingue dal Giudizio Universale alla “Fine dei Tempi”) come sappiamo è quello individuale di ciascun uomo sùbito dopo la morte.

            In quanto all’esistenza da sempre dell’Inferno, non io, ma la Dottrina cristiana lo afferma:

            «I demoni sono angeli ribellatisi a Dio per superbia e precipitati nell’Inferno, i quali, per odio contro Dio, tentano l’uomo al male».

            Ho scritto cose ovvie, che tutti sanno.

            «Perché vuoi rendere DIO ingiusto facendo coabitare i giusti ed i maledetti nel tuo inferno che sempre tale sarebbe stato?»

            A parte il fatto che, come sopra dimostrato, l’Inferno non è mio: non ho alcun inferno io, non so Lei; e non ho fatto “coabitare” i giusti con i dannati, semmai ho specificato il contrario. Evidentemente Lei legge solo se stesso e degli altri ciò che aprioristicamente e in modo preconcetto intende cogliere per “dare una lezione al povero imbecille”.

            La sua è una domanda antica che viene formulata in modo meno pasticcione riconducendola ad uno dei due misteri principali della Chiesa Cattolica, cioè alla Incarnazione, Passione, Morte e Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, e alla conseguente Redenzione dell’Umanità. La domanda sarebbe:

            “Perché Dio ha aspettato millenni per salvare l’Umanità?”

            Ed Infatti, la trasmissione del Peccato Originale dice niente? San Paolo:

            «… se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo» (Rom 5, 17).

            Ma questo non ha niente a che fare con le disquisizioni sull’oggetto del Topic. E in ogni caso se il dubbio istintivo è lecito, la fede lo spegne sùbito; insistere, per un credente, è segno di orgoglio perché significa porre la propria mente al livello della Mente di Dio (questo anche se ci si riferisce direttamente alla sua errata domanda basata su ciò che io non ho detto):

            «… i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
            le vostre vie non sono le mie vie – oracolo del Signore.
            Quanto il cielo sovrasta la terra,
            tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
            i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri» (Is 55, 8, s).

            Le comunico che, salvo questa eccezione, non le risponderò più per quelli che neanche sono sofismi, già questi non meritevoli di risposta. Già in un altro topic le dissi che non sono uno psicologo, e come l’altra volto non posso fare altro che augurarle le cose migliori.

          • daouda ha detto:

            Innazitutto è il contrario o non conosci quel di cui parli, o non capisci, o leggi male o i tuoi paraocchi ti impediscono la visione delle cose.

            a) non solo ritiene la separazione fra giusti ed empi quasi come fosse solo pagana dimenticando che fa parte del corredo della Rivelazione nell’ebraismo

            b) non solo nega che gli inferi sono riportati nella tradizione ed ineriscono il regno dei morti tou court prima di Inferno e Paradiso che non esistevano prima della liberazione del Cristo

            c) ma nega la discesa agli inferi del Cristo, tali inferi avendo luoghi di consolazione o di condanna, ma comunque regno delle ombre. A cosa sarebbe servita la sua morte se non anche per i morti?

            c) si sbaglia appioppando agli altri il pensiero che non si sia in paradiso od all’inferno DOPO che venne il Cristo , e che la resurrezione finale è la completezza ed il sugello di ciò, quindi accusa senza senso perché nessuno l’ha negato, anzi se avesse letto avrebbe scorto che ho premurato di differenziare tale determinazione dalla visione differita.
            Accuse gratuite.

            d) forse non comprendi che dopo Cristo, è ovvia l’associazione inferi Inferno.

            e) la domanda su cui ciarli è relativa al regno dei morti PRIMA dell’inferno e del paradiso che solo con Cristo hanno senso

            Non dò corda alle tue fisime. Fai come credi.

          • ex : ha detto:

            Beh! Più che uno psicologo qui ci vuole una camicia di forza…

          • daouda ha detto:

            Guarda ti faccio qualche domanda:

            -dove si è sostenuto che chi muore non va in paradiso ed all’inferno?

            -dove si è sostenuto che inferi ed inferno dopo la risalita da questi non vadano intesi come sinonimi?

            Risposto a questo ( magari c’è stato un errore mio o malespressione ) si comprenderà che sostenere che i giusti ed i cattivi fossero prima della venuta di Cristo negli inferi , in cui il Credo attesta Egli discese, sono comunque sia il regno dei morti dove i giusti stanno “bene” ed i reprobi “male”, come non tanto i pagani affermano, ma gli stessi ebrei da cui deriva la nostra Fede.
            Siamo d’accordo?

            Dovresti inoltre capire da te che l’inferno , come il don fa notare basandosi sul passo dell’Apocalisse, poco c’entra con la morte essendo appunto eterno.

            L’accusa subdola e vigliacca che viene mossa è sulla visione differita , cosa che ho premurato di non fare e comunque non ho mai affermato.
            Capiresti da te che semmai il problema si porrebe sul purgtorio o come intenderlo , ma se ci si confonde su queste basilarità , tanto maggiore sarà il disastro successivo, quindi chiudo.

            Fai pure le batture che preferisci, ti classifichi da te.

  • ex : ha detto:

    Il motivo del tutto è semplice: l’Inferno non esiste, non deve esistere: chi muore non va all’Inferno; alla peggio puff… si dissolve come una nuvoletta.

    Il problema non è di oggi: incomincia nel dopo Vaticano II. Ma tutte le dotte disquisizioni di grecisti, latinisti, traduttori ed esegeti si dissolvono anch’essi di fronte ad un fatto: nel Crstianesimo i luoghi post mortem non sono quattro (Paradiso, Purgatorio, Inferi ed Inferno), bensì tre: Paradiso, Purgatorio e Inferno.

    Il discorso potrebbe chiudersi qui (almeno per un Cattolico), ma se (sempre tenendo ferma tale Verità) vogliamo inoltrarci nella questione semantica, non mi pare difficile capire che all’inizio dell’era cristiana venivano utilizzate delle parole di origine pagana attribuendogli un significato coerente con la religione cristiana. Se ne prendeva spunto per una certa somiglianza, ma non uguaglianza, di significato. Insomma Inferi ed Inferno erano equivalenti, ma nel significato cristiano, tanto è vero che l’«Antica “Omelia del Sabato Santo”», che si recita come “Seconda Lettura” alla Vigilia di Pasqua, li nomina entrambi col medesimo significato: due volte “Inferno” e una volta “Inferi”. Ma se allora per un Cristiano (Cattolico) era indifferente usare i due termini col medesimo significato, ora non è più così, perché si è voluto cancellare l’Inferno dalla mente dei fedeli per sostituirlo con un (meno orribile, si vuole intendere) Inferi.

    Sempre lodevole il lavoro del nostro Investigatore, ma lo devo un po’ riprendere:

    «Con l’avvento di Cristo, che “scende agli inferi”, inteso come luogo in cui albergavano i morti, i regni vengono suddivisi».

    In linea con la politica di annullamento dell’Inferno, dopo il Vaticano II si sono cambiate pure le preghiere (l’obbrobrio nel Padre Nostro non è il primo). Tra queste anche il “Credo” (Simbolo degli Apostoli) dove, nella versione di prima Cristo «discese all’Inferno»; ora invece «agl’Inferi». Basta leggere nel Catechismo di San Pio X, ma anche testi post-conciliari, non avendo recepito il nuovo ordine, riporta tale forma: ne ho diversi, uno del 1987.

    Certo, qualcuno obietterà che nell’originale latino c’è scritto «descendit ad Inferos», ma come detto prima la parola era intesa dai Cattolici per “inferno”, e questa è la traduzione più corretta.
    Se vogliamo scomodare un vocabolario “laico” Il classico Campanini-Carbone, alla voce “Inferi – orum”, oltre al significato di “dèi infernali” (riferito evidentemente al significato pagano) dà anche quello di “Inferno”. Quindi per la comprensione dei Cattolici il secondo è più corretto.
    Per chi si scandalizza di Gesù che scende all’Inferno, quale dimostrazione di potenza divina è invece quella di un Dio che va perfino nella tana del suo nemico a sottrargli alcuni dei suoi detenuti? D’altro canto Dio è Creatore di tutto, ed anche dell’Inferno: c’è piuttosto da immaginare come quei poveri diavoli andavano a rintanarsi impauriti nell’erompere del Cristo nei loro rifugi.

    Dante, definito da Paolo VI “divino poeta” e “teologo” non andò agl’Inferi, ma all’Inferno, e lì il suo “duce” gli racconta che lui

    «era nuovo in questo stato,
    quando ci vidi venire un Possente,
    con segno di vittoria coronato

    Trasseci l’ombra del primo parente,
    d’Abèl suo figlio e quella di Noè,
    di Moïsè legista e ubidente», ecc. (Divina Commedia, inferno, vv. 52 ss).

    Se non va bene Dante, tornando all’«Antica “Omelia del Sabato Santo”»:

    «A te comando: Svegliati, tu che dormi. Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’Inferno…» (ce l’ha con Adamo).

    Certo, i giusti dell’Antico Testamento che Gesù andò a liberare nell’Inferno non stavano con i peccatori, magari in un luogo riservato che Dante rappresenta col Limbo. ma in Inferno.

    Oggi però si deve parlare di Paradiso, Purgatorio ed Inferi. E se l’Inferno esiste, però è vuoto.

    • Boanerghes ha detto:

      Il Cristo andrebbe all’inferno per sottrarre qualcuno a satana?
      Ma si rende conto di quello che dice?
      Tutti teologi improvvisati?
      Chi è all’inferno ci rimane e basta. Perché ha voluto andarci o ha rifiutato Dio.
      Il Cristo è disceso agli inferi per aprire le porte del paradiso a coloro che erano in attesa.

      • ex : ha detto:

        Caro mio, resti pure nelle sue convinzioni. E chi intende levargliele?

        Io ho solo fatto riferimento a Dante Alighieri e soprattutto all’«Antica “Omelia del Sabato Santo”» che viene recitata ogni anno alla Vigilia di Pasqua. Questa polemicuzza gliela cedo volentieri, se ho commesso qualche errore o imprecisione (se per esempio ho riferito i reclusi nel luogo infernale a Satana – ma non mi sembra di averlo nominato – o al luogo di pena a proposito del quale non io, ma l’Omelia del sabato Santo, dice ad Adamo (e i Patriarchi) che non è stato «creato perché rimanesse prigioniero nell’Inferno…»). Ma Lei non è entrato nell’essenza del mio intervento: per Lei esistono Paradiso, Purgatorio, Inferi ed Inferno (anzi questo forse neanche)? Questo è il nocciolo della questione.

        • Boanerghes ha detto:

          L’inferno esiste, eccome, per satana, i demoni, e tutti coloro che rifiutano Dio.
          Dico solo che è tutta questione di termini e del loro diverso significato.

    • alessio ha detto:

      Scusate ,ma mi devo levare
      dei sassi dalle scarpe .
      Dovrebbe far ridere il fatto
      che l’alighieri era allievo di
      ser brunetto latini noto
      pederasta ai suoi tempi .
      Dante ha scopiazzato
      dall’Eneide , dalla
      “guerra civile di Lucano
      e dalla “gerarchia celeste”
      di Dionigi l’ Aeropagita .
      Egli non ha inventato il
      volgare ,ma lo ha
      imparato dal suo amico
      intimo , l’anticristo ,
      l’imperatore Federico II .
      Dante mette il conte
      Ugolino all’inferno dicendo
      che si nutrì dei suoi figli
      morti .
      Ebbene ,Ugolino dei
      Conti di Segni altro non
      era che Papa Gregorio IX ,
      amico intimo di San Francesco ,
      e che poi lo fece Santo
      pochi anni dopo la sua
      morte .
      Il poeta riesce a mettere in
      Paradiso Cunizza da Romano ,
      figlia della strega Ardeca
      degli Alberti ,conti di Prato ,
      signori di Mangona .
      Per dare la misura di loro ,
      basti pensare che come
      conti hanno fatto chiamare
      il loro palazzo castello
      dell’ imperatore .
      Il castello di Mangona ,
      nei pressi di Barberino
      di Mugello , fu distrutto
      dai Fiorentini.
      Il poeta mette la strega
      etrusca ericto all’ inferno ,
      ma non dice qual’è il rituale
      infame che svolge di
      notte nei cimiteri come
      invece fa Marco Anneo
      Lucano ne ” la guerra
      civile ” .

  • Sherden ha detto:

    “…Don Alberto Maggi, il quale non ha timore nell’affermare che l’inferno sia un’invenzione superata…”

    Prendendo atto che l’appellativo “Don” si riferisce a un sacerdote della Chiesa Cattolica e non a un nobile spagnolo, non si capisce perché, seguendo un certo ragionamento, dovrebbe esistere il Paradiso. Quindi i peccati lasciano il tempo che trovano e di conseguenza non si capisce cosa mai ci sia venuto a fare un certo Gesù Cristo.
    L’opera di demolizione, a quanto pare, è arrivata ai pilastri.
    Forse ora si capisce un po’ meglio l’accanimento contro i “tradizionalisti”.

    • alessio ha detto:

      Maggi chi?
      Non sarà mica quello che ha
      scritto il libro spazzatura
      ” non ancora Madonna ”
      e altri del genere ?

    • Paco ha detto:

      Per essere precisi, Maggi non è don, ma padre, essendo religioso dei Servi di Maria.

  • Boltzmann ha detto:

    Buongiorno, la tesi di dottorato menzionata dall’illustre Investigatore, nel paragrafo “Ade, inferi, inferno” sembra dare ragione alla traduzione 2008 e quindi smentire l’illustre Investigatore….

    • Mac ha detto:

      Voveva scrivere Bultmann ?

      Saluti.

    • alessio ha detto:

      Complimenti , il suo nome
      potrebbe essere quello di
      un fine teologo tedesco .
      Agli inferi ,prima della
      passione morte e
      Resurrezione di Cristo ci
      finivano proprio tutti ,
      anche quelli più buoni.
      Altra cosa è l ‘inferno ,
      voluto da Dio per chi
      non accetta il suo
      Regno , dove ci sarà
      pianto e rabbia ,
      tutti contro tutti .