Gotti Tedeschi Ricorda i Buoni “Perché” del Summorum Pontificum.
28 Luglio 2021
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, il prof. Ettore Gotti Tedeschi ci ha inviato queste riflessioni-ricordo sul Motu Proprio Summorum Pontificum emanato da papa Benedetto XVI. Lo ringraziamo di cuore, e vi auguriamo buona lettura.
§§§
Caro dottor Tosatti, considerando l’interesse e l’attenzione suscitato dal motu proprio Traditionis Custodes, spero sia gradito ricordare o raccontare ai suoi lettori quanto segue.
Circa quattro anni fa, il 14 settembre 2017, al decimo anniversario del Motu Proprio SummorumPontificum, si tenne a Roma un Convegno, organizzato dal Sodalizio Amicizia Sacerdotale Summorum Pontificum e dalla associazione Giovani e Tradizione. Io fui invitato quale relatore laico, vicino ai maggiori liturgisti e teologi, tra cui avrebbe dovuto essere anche il card. Caffarra che il Signore però chiamò a sé sette giorni prima (il 6 settembre).
Le relazioni son state raccolte in un libretto edito da Fede&Cultura, titolato “Una nuova giovinezza per la Chiesa”.
Ricordo ora alcune considerazioni, da me scelte, fatte dai relatori.
– Nella sua prefazione P. Cassian Folsom, O.S.B. del monastero di S. Benedetto a Norcia, ricordò la sua conclusione al Convegno Liturgico del 2001, al cospetto del Card. Ratzinger. In quella occasione disse che: “gli unici motivi per limitare l’uso dell’ Ordo Antiquior sarebbero stati motivi politici”. Ratzinger, con dolcezza, lo corresse dicendogli: “ Pastorali, non politici…”. Infatti, dice P. Cassian, il suo successivo Motu Proprio Summorum Pontificum fu pastorale, ma anche lungimirante per i frutti positivi che ha successivamente generato…
– P. Vincenzo Nuara, O.P., Moderatore del Sodalizio, cominciò spiegando che il Motu Proprio mirava ad una riconciliazione nella Chiesa al fine di far convivere le due forme ordinaria e straordinaria; poi spiegò che il primo frutto del Summorum Pontificum fu la partecipazione dei giovani, ridando così giovinezza alla vita spirituale di molti e diventando strumento di evangelizzazione, perché “molti di coloro che oggi ritornano alla fede cattolica, quasi tutti arrivano o sono passati attraverso la liturgia tradizionale!”. (Interessante considerazione, no?).
– SER Mons. Guido Pozzo, Segretario di Ecclesia Dei (e per tanti anni assistente del Card. Ratzinger alla Dottrina della fede), spiegò che in dieci anni dalla pubblicazione del Motu Proprio le celebrazioni domenicali in VO erano più che raddoppiate in tutti i paesi europei Francia, Germania, UK, Italia e anche in USA (escludendo quelle FSSPX), ma non per ragioni “nostalgiche” essendo la partecipazione prevalente di giovani. (Interessante no?).
– Il Card. Gerard Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, iniziò spiegando che la messa tridentina fu una reazione all’attacco di Lutero al carattere sacrificale della messa al fine di proporre una concezione teologica diversa dal cristianesimo. Ciò perché la dottrina ha i suoi fondamenti nella liturgia che è elemento centrale e costitutivo dell’agire della Chiesa. Ricordò un pensiero di J. Ratzinger (in Teologia della Liturgia): “La liturgia non è espressione della coscienza della comunità, coscienza del resto sparpagliata e mutevole, essa è Rivelazione accolta nella fede e nella preghiera(…) Il crollo della Liturgia ha determinato il crollo della fede….E siam certi che la liturgia Latino-Gregoriana continuerà a ridare giovinezza di fede ed esser motivo di speranza per il futuro della vita della chiesa”. (Non dimentichiamolo).
– Il card.Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, ricordò che la decisione del Motu Proprio era spiegata dalla “proposta di alcuni liturgisti cattolici di adattare finalmente la riforma liturgica alla svolta antropologica dell’epoca moderna e di costruirla in senso antropocentrico”. Dimenticandosi di Dio.
Ricordò poi che l’usus antiquior deve esser considerato come normale nelle vita della chiesa del XXI secolo, anche se statisticamente meno utilizzato, ma non per questo inferiore e non dovrebbe esserci concorrenza tra le due forme.
Disse ancora il card. Sarah: “Mi rivolgo a coloro che sono associati alla forma antica di rito romano. Alcuni vi chiamano tradizionalisti, e voi stessi vi chiamate cattolici tradizionalisti. Per favore, non fatelo più! Voi non siete tradizionalisti, siete cattolici del rito romano, come me, come il Santo Padre. Voi non siete di seconda classe… Voi siete chiamati da DIO a prendere il vostro posto nella vita e missione della chiesa…Non per esser rinchiusi (o per ritirarvi) in un ghetto… Nessuno vi ruberà l’usus antiquior del Rito Romano, ma molti saranno beneficati, in questa vita e nella futura, dalla vostra fedele testimonianza cristiana…” (Non dimentichiamolo).
Spero di aver ricordato cose utili.
Ringrazio i lettori di Stilum Curiae della loro attenzione.
Ettore Gotti Tedeschi
§§§
Ecco il collegamento per il libro in italiano.
And here is the link to the book in English.
Y este es el enlace al libro en español
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Tag: GOTTI TEDESCHI, motu proprio, vetus ordo
Categoria: Generale
MARIO sembra che viva sulla Luna o su Marte,
dove non giungono i rumori delle armi e della guerra,
in compagnia di quelli che vivono nella pia illusione
che la crisi della Chiesa dipenda dagli attacchi interni ed esterni della massoneria , anzichè dalla corruzione della liturgia . povermario ..
Non è la massoneria e tanto meno la liturgia la causa prima di tutti i mali,
ma il cattivo uso del libero arbitrio di ogni battezzato.
Poverinoi…
scusi Mario, e chi corrompe il libero arbitrio ? perchè non ce lo spiega lei ? ha perfettamente ragione MB a pigliarla per i fondelli . Forza ci faccia una lectio
Lectio: il libero arbitrio lo corrompe il peccato, cedendo alle tentazioni della carne, del mondo e di satana.
I fondelli invece sono un’altra cosa…
povero te Mariolino , non sai nè cosa è libero arbitrio, nè liturgia,nè massoneria, ma hai la lingua lunga….
E. Gotti Tedeschi sembra che viva sulla Luna o su Marte,
dove non giungono i rumori delle armi e della guerra,
in compagnia di quelli che vivono nella pia illusione
che la crisi della Chiesa dipenda dalla crisi della liturgia.
invece è proprio così , ha ragione EGT .La crisi della Chiesa è una crisi di fede . Il primo sintomo è nella liturgia della messa . Durante la messa si combia il corso della storia . Rifletta ragazzo !
Non serve riflettere tanto, perché lei non fa altro che confermare la mia tesi: la liturgia è un sintomo e non la causa della crisi della Chiesa.
Sintomi e cause… se le parole hanno un senso.
E a questo punto non serve nemmeno che le dica: si convinca, ragazza!
Ragazzo, ci dica quali sono le cause della crisi nella Chiesa ,pertanto. Non è quindi crisi di fede ?
Anche lei, ragazzo o vecchietto che sia, non fa altro che confermare quello che sostengo io e la sig.ra Lucia: la causa della crisi della Chiesa è la crisi della fede, e uno dei sintomi (= una conseguenza, non la causa!) è la crisi della liturgia.
vede Mario, io conosco Gotti Tedeschi ,lo leggo e lo ascolto da un paio di decenni. Se lei avesse capito il 10% di quello che lui ha inteso e vissuto sulla sua pelle, lei non scriverebbe con quel tono sprezzante e supponente , quello che ha scritto.
La domanda:
b. Che ha carattere speciale e temporaneo o puramente accidentale, oppure si aggiunge, in particolari circostanze e occorrenze, a ciò che è ordinario e consueto: recita s. della compagnia; arrivò un corriere s.; treni s. (o anche corse s., o sim., di altri servizî di linea), istituiti in alcuni periodi di particolare aumento del movimento dei passeggeri o del traffico di merci; edizione s., dei quotidiani, o di notiziarî radiotelevisivi, per notizie o avvenimenti eccezionali; entrate, spese s. (anche dello stato); imposta s., contributi s., ecc. In partic., lavoro s., svolto in prolungamento dell’orario normale e retribuito con una maggiorazione prestabilita rispetto alla retribuzione del lavoro ordinario; spesso sostantivato: fare un’ora, due ore di straordinario; pagare lo s., gli straordinarî. c. Riferito a dipendenti di amministrazioni pubbliche o private, assunti temporaneamente, in aggiunta a quelli ordinarî che fanno parte dell’organico richiesto dalle normali esigenze: le poste, per il periodo natalizio, assumeranno alcuni impiegati straordinarî.
Dalla Treccani.
Mi chiedo se dunque non siano due Motu Proprio tendenti a delegittimare il Rito non abrogato facendolo passare come momentaneo e destinato a spegnersi lentamente. Quindi ci sarebbe appunto una ermeneutica della continuità, si, la continuità della rottura lenta e inesorabile!!!
«Ratzinger, con dolcezza, lo corresse dicendogli…»
Io ringrazio Lei, professore, per aver ricordato il tratto distintivo del papa-teologo, fermo sui principi, preciso nella dialettica, umile e tenero sempre, anche e soprattutto nelle correzioni fraterne.
Conservo vivo il ricordo di alcuni suoi gesti esemplari compiuti durante gli anni del suo papato, vissuto sempre lontano dai riflettori mai puntati sulla sua persona.
La dolcezza e la tenerezza sono doti innate, non abiti da sfoggiare all’occorrenza per fare colpo nei momenti preferiti e nei confronti di soggetti prescelti.
E’ per questo che P. Cassian Folsom, P. Vincenzo Nuara, Mons. Guido Pozzo, il Card Müller, il Card. Sarah… sono stati tutti defenestrati (il Card. Caffarra lo fu in precedenza…)?
Domanda retorica, ovviamente.
Ed io la rngrazio Lei, colonna della Vera Chiesa. Sempre inecceipibile!
ET EXPECTO TRIUMPHUM CORDIS IMMACULATI MARIÆ.