Chiesa Cattolica in Crisi. Niente Paura, Ricordate Cosa Diceva Lenin?
9 Luglio 2021
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, leggetevi questo commento di Pezzo Grosso a un articolo apparso ieri sul Corriere della Sera, protagonisti Luigi Accattoli e Giuseppe De Rita, e cercate di non piangere, non dalla commozione ma dalla pietà, se ci riuscite. Già l’idea di qualcuno che cita Romano Prodi come possibile futuro conducator per la salvezza della Chiesa cattolica (vedi operazione Euro, che successione…) mi provoca convulsioni di ilarità. E per il resto…ma leggete.
§§§
“Gli utili idioti” dell’epoca bergogliana.
Leggiamo oggi sul Corriere della Sera(ieri per chi legge, n.d.r.), a pag. 27 un articolo di Luigi Accattoli, ex vaticanista di Repubblica, e poi del Corriere: “Cattolici alla ricerca del gregge smarrito della Chiesa” ispirato dall’ottantottenne Giuseppe De Rita, sociologo, fondatore del Censis ed ex Presidente del CNEL. Persona buona e saggia, ma forse in tarda età, un pochettino confusa.
Questo articolo ricorda l’espressione coniata da Lenin per descrivere quegli intellettuali occidentali che sostenevano l’Unione Sovietica e le sue politiche di demolizione dell’ Occidente: “utili idioti”.
In questo caso sembra pretendano anticipare laicamente la laicizzazione definitiva avviata da Bergoglio. Vediamo l’articolo.
Il pezzo di Accattoli inizia evocando la frase di Bergoglio che invitava a avviare una chiesa in uscita al fine di andare a cercare e trovare le novantanove pecore perse, uscite dall’ovile.
La premessa del pensiero dei “cacciatori delle pecore da riportare all’ovile” è corretta, la cultura cattolica ha molto da offrire. Purché (dice) si esca dalla autoreferenzialità e si decida di cercare la Chiesa fuori dalla Chiesa.
Interessante, ma mica tanto facile, vediamo se ci viene spiegato chi deve farlo, dove e come.
Ci vorrebbero dei “santi” per riuscirci.
Ecco che qui “casca l’asino”, per la prima volta. Chi deve farlo sono persone, come dice Accattoli, ben lontano dalla “sacrestia”. Per esempio: Liliana Cavani (famosa regista di Portiere di notte). O Ferruccio De Bortoli, Romano Prodi, Andrea Riccardi di Sant’Egidio, Gennaro Acquaviva, socialista fondatore del MPL, e tanti altri “cattolici adulti”.
Ma che si propongono di fare questi illustri cattolici il cui movimento si chiamerà “Essere qui”?
Accattoli (secondo me con un po’ di ironia) ce lo spiega senza mezzi termini.
Anzitutto vuole rifuggire dalle tentazioni fondamentaliste (boh?).
Poi vuole rifuggire dal barricarsi a difesa dei valori non negoziabili, onde evitare di esser marginalizzati e perdere il dialogo costruttivo con il resto della società (sic. boh?).
Quindi propone di dialogare, perché la vita della chiesa è nella relazione e “metter un piede fuori dal suo recinto l’aiuterà a non cadere e permetterà alla società di riconoscerla” (ma che vorrà mai dire? boh! ).
Ma il bello viene ora, la Chiesa deve assumere “un ruolo profetico nella società” e deve pertanto riscoprire la relazione.
Mi piacerebbe chiedere al buon De Rita: ma cosa faresti offrire della cultura cattolica da questi cattolici adulti se devono ignorare i valori non negoziabili?
I film della Cavani?
Ma quale ruolo profetico potrebbe assumere la chiesa nella società? Quello di profetizzare la “chiusura della bottega”?
Ma per questo basta Bergoglio, che bisogno c’è di questi eroici cattolici adulti?
§§§
Ecco il collegamento per il libro in italiano.
And here is the link to the book in English.
Y este es el enlace al libro en español
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Tag: accattoni, de rita, prodi
Categoria: Pezzo Grosso
Mamma mia, le solite citazioni piu’ vuote di una scatola vuota e l’ormai routinario tentativo distorsivo della Scrittura. Nulla di nuovo. Tiremm’ innanz’.
Ruolo profetico… parole dette così, tanto per aprir bocca. Se Prodi poi è la speranza della Chiesa stiamo davvero freschi… Prodi farebbe cadere in depressione anche un cadavere.
Mi scusi Pio, ma Gesù non dialoga col diavolo,si limita ,con grande autorità e fermezza a citare le parole della Sacra Scrittura,sufficienti a controbattere e respingere qualsiasi inganno e tentazione.Ogni altro tipo di dialogo o conversazione sarebbe risultata inutile e dannosa,proprio come con Eva!
Certo. Dialogo nel senso che gli parla e risponde con l’autorità che gli è propria, come pure con gli indemoniati.
Era una risposta ad un intervento, di Nippo, che pare che il parlare o il dialogo sia una strada da non percorrere, per il timore di mettere forse in discussione la verità.
Ma l’annuncio del vangelo è fatto con la parola, e spesso occorre dialogare per far comprendere il messaggio evangelico.
Le lettere paoline sono un esempio.
Nella recensione a “Il gregge smarrito. Chiesa e società nell’anno della pandemia” – il vademecum curato dai “prodi” (l’aggettivo calza a pennello!) soci dell’ “Essere qui” … e ora … – l’editorialista del “Corriere” afferma, tra l’altro, quanto segue.
«Le parole del rapporto che condivido di più sono quelle sul “cercare la Chiesa fuori dalla Chiesa”, che mi pare anch’esso un motto bergogliano: “In conclusione l’associazione Essere Qui ritiene che la Chiesa non debba ricercare la sua identità guardando soltanto al suo interno… È il tempo per raccogliere e per rimettere insieme più che per seminare, raccogliere i frutti seminati nel passato e germogliati anche in terreni imprevisti… Bisogna saperli ritrovare, ricomporli con l’umiltà di chi raccoglie i resti di una moltiplicazione che qualcun Altro ha compiuto, ordinando poi che nulla andasse perduto e pazienza se i pani sono sbocconcellati e i pesci mezzo consumati».
“Cercare la Chiesa fuori dalla Chiesa”. È tutto dire e, per quel che mi riguarda, da tempo sono arrivata a questa decisione…
Quel “qualcun Altro” ebbe a dire: «… è vero il detto: “L’uno semina e l’altro miete”. Io vi ho mandati a mietere là dove voi non avete lavorato; altri hanno faticato, e voi siete subentrati nella loro fatica». (Gv 4, 37-37).
Non basta “uscire” per raccogliere. Interrogarsi sull’ essere (o meno) “subentrati nella fatica” sostenuta da altri, sarebbe cosa buona e doverosa. Anche perché, nell’intervallo, il terreno potrebbe essersi inaridito, i campi non biondeggerebbero più per la mietitura e chi ha seminato in precedenza non gioirebbe affatto con chi sarebbe arrivato troppo tardi per salvare “i frutti” della propria fatica per la vita eterna. (cfr. Gv 4, 35-36
Chi non semina non miete; recita un proverbio. Ah! la saggezza popolare.
Se Tosatti me lo concederà , commenterò questo interevento di PezzoGrosso con un intervento specifico , che manderò a Tosatti a breve.
Credo si debba riflettere senza sottovalutare nulla e nessuno, neppure “utili idioti” . Mons ICS
DeRita deve esser piuttosto “invecchiato” per promuovere una barzelletta come questa .
👍😂😂😂
ci mancava solo il prof Zamagni , chiamato in ambiente accademcio ” il copiatore di tesi di laurea” , per completare il team di “utili idioti” .”Culoecamicia” con Prodi .
Ma poi diciamoci la verità , più che “utili idioti” mi paiono dei disoccupati – pensionati in cerca di un pò di evidenza ..
La Chiesa è fondata da nostro Signore Gesù Cristo.
Questo è un principio NON negoziabile.
Le forze degli inferi NON prevarranno.
Capisco il punto di vista di Lenin, ma costoro in che senso sarebbero “utili” ? E a chi, dato che non rappresenterebbero la Chiesa cattolica ? Infatti sarebbe tutt’altro visto che la vita della Chiesa Cattolica NON esiste in quanto “essere nella relazione con il mondo”. E perciò non può che essere autoreferenziale. Mi spiego. La vita della Chiesa Cattolica è in Colui che DICE: Io sono la Via, la Verità e la Vita. E Colui che, insisto, DICE ne è anche il Capo, ed il Corpo Mistico, se mai vuole avere una qualche identità, deve riferirsi al suo proprio ed unico Capo. Per cui non può che essere autoreferenziale, e visto che anche, sottolineo anche, i valori non negoziabili fanno parte della sua identità, non può mandarli a ramengo. Per cui la Chiesa Cattolica può, e deve , parlare ad una parte di persone che si illudono di farne parte ma che, pur essendo nella Chiesa non sono della Chiesa, e al mondo paganizzato per opera di costoro. Per cui i “profeti” proposti hanno già profetizzato eresie ed apostasie, assieme ad altri “profeti” par loro, che li hanno preceduti ed affiancati. La compagine di questi “cattolici adulti” è nata, più o meno, con la nascita della Chiesa (vedasi S. Paolo, i Padri Apostolici ed Apologisti greci e latini, le Encicliche di molti Papi, il Concilio di Trento, ecc) e ci saranno sino al ritorno del Signore. L’errore attuale sarebbe confonderli con tanti piccoli Elia, e dopo i danni che già hanno fatto alla Chiesa ed al mondo, si rischia di scadere nel tragicomico.
il “dialogo costruttivo” 😂😂😂
Dia-logo … Dia-lettica … Dia-volo.
Non è col “dialogo” che il Serpente ha fregato Eva che ha fregato Adamo e tutti e due hanno fregato noi? 😈
Eva e quindi Adamo, è caduta per la disobbedienza a Dio.
Anche Gesù dialoga con satana che lo tenta, ma rimane obbediente e fedele, come uomo, al Padre.
Gesù non “dialoga” affatto con Satana e in ogni caso Lui se lo può permettere.
Non così l’uomo che dal “dialogo” scade facilmente nel compromesso e quindi nel disastro. E non credo che occorra fornire prova di ciò, specialmente di questi tempi.
Be’, però Enrico, non siamo troppo faciloni! Allora si potrebbe dire Ec-clettismo, Ec-centricità, Ec-clesia. Oppure Com-unione, Com-unismo, Com-pulsione. O Ped-agogo, Ped-iatra, Ped-erasta… “Dia-” è un semplice prefisso, in sé neutrale. Tutto dipende da ciò che vien dopo, e in certi casi da come ciò che vien dopo viene caratterizzato. Il “dia-logo”, in sé, non è uno scandalo: pensiamo, per esempio, ai dialoghi di Platone! Nemmeno la “dia-lettica” è in sé alcunché da vituperare: pensiamo, sempre per esempio, alla dialettica platonica. Il dia-bolo, be’, lui sì è quasi sempre poco raccomandabile (però inteso come A.C. Milan ha saputo fare cose egregissime). Il problema, insomma, non è il dialogo, ma il modo di intendere dialogo di questa banda di scappati di casa (mi spiace un po’ per De Rita) e con loro di tanti, troppi cattolici adult(erat)i del lungo inverno postconciliare. 😉
Diavolo … diaballo …
particella dia: a traverso, e ballo: getto, metto.
Il diavolo è colui che si mette di traverso.
Le sembra che gli attuali dia-loghi e dia- lettiche siano esenti dall’influsso del dia-ballo?
Perdoni la pignoleria. 😊
Ma figliuolo, lo so bene che dia-volo vien da δια-βάλλειν, cosa che lo rende, per certi aspetti, antitetico al sim-bolo. Legga con attenzione: la mia osservazione è un semplice invito a evitare le facili generalizzazioni, quelle che rischiano di volgere al negativo il senso di termini come dialogo o dialettica, che invece hanno di norma altro valore, positivo il primo, a volte positivo a volte no il secondo (pensi, per es. a “dialettica” in Aristotele vs. “dialettica” in Platone, o a “dialettica” in Hegel e “dialettica” nell’Hegel malcompreso, che so, di un caro don Curzio). Che oggi il termine “dialogo” sia usato farisaicamente in tutto lo sbalestrato e, sì, diabolico sistemaccio del Pensiero Unico è cosa chiara ed evidente. Ma contro questo pessimo uso, il significato del vocabolo va appunto preservato nella sua positiva integrità. Non trova?
Il dialogo come lo intendo io è al servizio dell’annuncio del Vangelo, senza compromessi, ma unicamente per farlo comprendere e accettare.
Tutto il resto, purtroppo, viene dal maligno.
Teoria degli insiemi.
Abbiamo diversi insiemi cristiani.
Chiesa di Roma.
Chiesa di Costantinopoli.
Chiesa di Mosca.
Varie chiese ortodosse di varie denominazioni.
Chiese anglicano.
Varie chiese appartenenti alla comunione anglicana.
Chiesa luterana.
Chiese protestanti varie.
Quello che i baldi cattolici adulti vogliono costruire e’ solo un nuovo insieme con la pretesa abbastanza evidente di condizionare la Chiesa di Roma. Operazione fatta con l’evidente aiuto di Bergoglio che pensa di aver fallito nella trasformazione in atto della Chiesa di Roma.
Benedetto XVI definiva, correttamente, comunioni protestanti le presunte chiese protestanti: non hanno Sacramenti e successione apostolica. Solo la Chiesa (le Chiese) ortodossa ha tali requisiti oltre alla Chiesa cattolica.