Iniziati gli Attacchi al Vetus Ordo. Prima ancora che il Papa (indebolito) parli…

25 Giugno 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, un affezionato amico di Stilum Curiae ci ha inviato questa riflessione a largo raggio sulla situazione della Chiesa, sulle minacce verso il Summorum Pontificum e l’effetto negativo che su tutto questo potrebbe avere il caso De Mattei – Viganò. E chiede una riconciliazione fra i due. Anche se mi sfuggono i termini del contenzioso; e c’è da chiedersi perché questi attacchi personali avvengano proprio nel momento in cui la difesa della cultura della tradizione nella Chiesa ha trovato – in maniera certo insospettabile e imprevedibile – una voce così forte e autorevole, che riesce a farsi ascoltare anche al di fuori delle usuali conventicole. Grazie a Eques Fidus per il suo contributo, e buona lettura.

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24 giugno, festa di San Giovanni Battista

 

In questi giorni, abbiamo assistito a diverse diatribe riguardo lo scontro venutosi a creare tra il prof. Roberto de Mattei, presidente della Fondazione Lepanto, e mons. Carlo Maria Viganò, già nunzio apostolico negli Stati Uniti. Ebbene, non entro nel merito della questione (non avendo mai avuto particolare interesse, o simpatie, per tale Cesare Baronio ed il suo blog), però vorrei far notare come questi scontri siano a vantaggio dell’attuale pontificato ma sono contrari all’unità di noi cattolici legati alla Santa Messa promossa da papa San Pio V.

Andiamo con ordine: negli ultimi mesi, il pontificato di Francesco (apparentemente monolitico ed inarrestabile) ha subito una pesante battuta d’arresto, che verte in particolar modo su tre punti: 1) la limitazione del Motu Proprio “Summorum Pontificum” promulgato da Benedetto XVI, con il passaggio da un regime permissivo ad uno indultivo; 2) lo scisma tedesco, con le dimissioni farlocche del card. Marx; 3) le limitazioni ai movimenti laicali, che sono potenti gruppi a favore (o contro) il papato sin dai tempi del post-Concilio (e, in particolar modo, dal pontificato di Giovanni Paolo II, che diede loro sin troppo potere, specie ai neocatecumenali).

Queste azioni, che hanno portato a reazioni più o meno dirette anche da parte di coloro che, storicamente, hanno sempre incoraggiato la rivoluzione ecclesiastica portata avanti dalla metà degli anni Sessanta ad oggi (vedasi, ad esempio, l’articolo del 14 giugno di Melloni, potente membro della “scuola di Bologna” e sostenitore della prima ora di Bergoglio), sono il chiaro segnale di un pontificato che non ha saputo cementare alleanze ed amicizie, combattendo una sola guerra alla volta, ma che è riuscito a scontentare un po’ tutti (i modernisti non marciando con loro abbastanza speditamente nelle loro “riforme” dal sapore rivoluzionario e protestante, tutti gli altri non confermando i fratelli nella Fede ma spargendo ad ampie mani confusione ed errori) senza fare contento nessuno.

A questo, poi, si aggiunge anche la missiva diplomatica inviata in Parlamento in merito al Ddl Zan (decreto in sé liberticida ed anticostituzionale), a fare da ciliegina sulla torta, tanto che oggi troviamo un pontificato sempre più diviso (oltre che divisivo), con Bergoglio progressivamente sempre più solo, abbandonato anche da coloro che, fin dal famigerato 13 marzo 2013 (ma anche da prima, in certi casi), gli giuravano eterna fedeltà.

In tutto questo, inoltre, non si può negare lo scalpore provocato dal vescovo di Digione, mons. Minnerath, di cacciare su due piedi i membri locali della Fraternità Sacerdotale San Pietro (FSSP), rifiutandosi di incontrarne i rappresentanti, con l’ordine di abbandonare la porzione di Chiesa a loro affidata entro i primi giorni di settembre. Mons. Minnerath, in realtà, ha provocato un vulnus alle manovre per l’imposizione del nuovo regime che Francesco, o chi per lui (penso a qualche suo più o meno fedele luogotenente o clone, come mons. Roche prefetto del Culto Divino), voleva imporre ai fedeli che vivono in modo pienamente lecito la fede cattolica seguendo la Tradizione tridentino-gregoriana: infatti, tale anticipazione dei tempi potrebbe aver mostrato anche agli scettici cosa succederà con una involuzione del “Summorum Pontificum” (il quale, peraltro, non è mai stato pienamente applicato, vedasi ad esempio Palermo con mons. Lorefice tanto per avere un esempio nostrano), con intere famiglie ed istituti religiosi costretti a sbaraccare nel minor tempo possibile per assecondare i capricci di vescovi che odiano al Messa “di sempre”.

Ebbene, la reazione organizzata, soprattutto dei cattolici dalla Francia e dagli Stati Uniti d’America (nei quali la cosiddetta “forma straordinaria” è veramente esplosa, molto di più che da noi), contro tale provvedimento potrebbe essere devastante: d’altronde, direbbero, non a torto, gli insorti, se eminenti preti e vescovi si sono sempre rifiutati di dare seguito al “Summorum Pontificum”, perché mai dovremmo dar retta noi a certe disposizioni?

Non solo: chi ci vieta, se ci viene proibito di vivere la Fede genuinamente cattolica attraverso la Santa Messa dei nostri padri, di chiudere definitivamente i rubinetti al Vaticano, sempre più in crisi finanziaria (con un deficit che viaggia verso i 50 milioni di euro, se già non l’ha superato, che per uno Stato così piccolo non è cosa da poco)? Una reazione concertata, seria e compatta volta ad ottenere non solo la revoca definitiva di ogni regime indultivo e la piena applicazione del “Summorum Pontificum” (anche da parte di quei vescovi che si oppongono a tutt’oggi strenuamente dal concedere anche solo una chiesa dove poter celebrare la Messa promulgata da San Pio V), ma anche il passaggio da un regime permissivo ad uno di promozione a scapito del Novus Ordo: immaginatevi le conseguenze! Gli effetti sarebbero catastrofici per il pontificato di Bergoglio: senza più soldi, costretto ad ammettere di essere a capo di uno Stato dove si spende (molto) più di quel che si riceve, impossibilitato a chiedere aiuto ai propri (ex) amici, egli sarebbe costretto a cedere ai ricatti della parte tedesca (il che implica lo scisma) o alle imposizioni dei cattolici “tradizionali” francesi e (soprattutto) americani.

Capite, quindi, che la situazione, volta a rivangare vecchi o a forgiare nuovi rancori tra tutti quei cattolici che sono uniti dal Messale del ’62 (e anche del ’55, perlomeno in certi casi come la Settimana Santa pre-bugniniana), è un assist tremendo proprio ad una cosa che tutti noi, spero, non vogliamo: la limitazione del “Summorum Pontificum” in vista, in futuro, di una sua totale abrogazione e, poi, una volta “irreversibilmente” (come piace dire a Bergoglio) chiusi i laici ed i chierici fedeli a tale rito nelle riserve indiane indultive, chiudere dapprima i seminari ex-Ecclesia Dei (così da impedire la formazione di nuovi sacerdoti “tradizionali”) e poi definitivamente abolire il Rito romano tradizionale!

Se pensate che questa visione sia troppo pessimistica e che questo non verrebbe mai attuato, dato che finirebbe per favorire quei gruppi, come la Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX), la cui posizione canonica è quantomeno opaca, non cogliete il punto: per quanto, ad esempio, la FSSPX possa essere favorita da tali cose sul breve periodo (una vasta maggioranza dei fedeli legati alla Messa “di sempre”, qualora si trovassero costretti a scegliere tra non partecipare mai più a questa o andare dai “lefebvriani”, sicuramente opterebbero per la seconda possibilità), in realtà anch’essa verrebbe danneggiata da un eventuale divieto, per i cattolici, di assistere al rito pre-Bugnini. In realtà, un divieto totale (ancorché imposto progressivamente) della Messa tridentino-gregoriana porterebbe ad una forte riduzione o, forse, persino alla sparizione della stessa sul lungo periodo.

D’altra parte, una reazione concertata e seria, trasversale a varie Nazioni, che unisca anche gruppi che a malapena si sopportano (ma che, in vista del loro totale annientamento, si troverebbero obtorto collo a dover andare d’accordo ed a collaborare insieme) tramite (pesanti) pressioni economiche, proteste, manifestazioni, petizioni ed interventi giuridici di vasta portata (comprese investigazioni, private e non, a lungo raggio sulla cosiddetta “mafia di San Gallo”, che temo farebbero tremare parecchie ginocchia), sarebbe il peggiore scenario possibile per il “nuovo corso Vaticano”. La cosa migliore, per costoro, è sfruttare il fatto che a molti “tradizionalisti” non pare il vero di voler aver ragione a tutti i costi; non solo, la litigiosità tra i vari gruppi (che a volte sfocia, purtroppo, in vero e proprio odio) è foriera di continue divisioni che impediscono azioni concertate veramente incisive! Per questo motivo, sarebbe bene che le diatribe tra mons. Viganò ed il prof. De Mattei cessassero il prima possibile; non solo, sarebbe bene che coloro che non ne sono direttamente coinvolti si astengano di intervenire a supporto dell’uno o dell’altro, per evitare una spirale di nuove divisioni che di certo non può che far godere personaggi come Grillo, Melloni e quant’altri.

Mi permetto, da semplice fedele laico, di invitare il prof. de Mattei e mons. Viganò a riconciliarsi, o quantomeno ad accantonare i loro dissidi in vista del bene superiore: la posta in gioco è alta, e nei prossimi mesi potremmo trovarci tutti schiacciati dal tallone indultivo se non collaboriamo e restiamo uniti, agendo di concerto, facendo ciascuno secondo le proprie possibilità e le qualità che Dio ci ha donato, pregando e digiunando gli uni per gli altri. Se voi, che avete accesso a uomini e mezzi grazie alla vostra influenza, non agirete di concerto assieme a tutti gli altri, indebolirete la catena che potrebbe portare alla revoca di provvedimenti restrittivi contro la Messa “di sempre”, per cui tanto vi siete battuti.

Vi esorto a considerare il bene della Chiesa e dei vari gruppi per cui, bene o male, il “Summorum” è la vita; la posta in gioco per i preti e noi laici che vogliamo Dio è veramente alta, e non ci possiamo permettere divisioni inutili. Forse dietro lo pseudonimo di “Cesare Baronio” si cela davvero un tale che fotografa i “matrimoni” gay, o forse no; in ogni caso, dinanzi alla tempesta che incombe (tra Ddl Zan ed interventi distruttivi della Santa Sede), queste questioni appaiono quantomeno secondarie. Anzi (e qui mi rivolgo a tutti i laici come me), al massimo possono insegnarci a confidare solo in Dio e a non dare troppa corda a coloro che dicono di essere gli unici depositari della Tradizione cattolica: solo la Chiesa lo è. Cerchiamo di esercitare la carità gli uni verso gli altri e, quando sarà il momento, uniamoci, mettendo da parte i rancori ed i dissapori personali che spesso non hanno basi dottrinali! Restiamo uniti e lottiamo assieme, come fratelli in Cristo!

EquesFidus

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19 commenti

  • Jacqueline Amidi ha detto:

    Non si può dire semplicemente che facciano pace monsignor Viganò e prof. De Mattei !
    Si spera solo che De Mattei abbia l’umiltà di pentirsi, di riconoscere il suo errore e di riconoscere che Viganò rappresenta splendidamente la buona dottrina.
    Altrimenti, tutto il resto è tempo perso, distrazione di massa e occultamento malizioso di tutto ciò che veramente oggi è in gioco.

  • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

    Gli storici sono miopi che usano il binocolo a mò di occhiali.
    Oswald Spengler, il profeta de “Il tramonto dell’Occidente”, nel ’32 votò Hitler (Mussolini lo ammirava moltissimo; “una prossima guerra potrebbe porre fine alla civiltà occidentale”: sapere e non capire). Salvo poi ricredersi e diventare critico irriducibile del nazismo (c’è chi dice sia stato “infartuato”: niente di nuovo sotto il sole).

    Altro tipico lombrosianesimo di chi guarda (da) lontano è l’elitismo.
    Anche detto sindrome del Marchese del Grillo. Intendiamoci: non si fanno conferenze accademiche al bar. Però chi pensa la cultura sia un Olimpo, da cui guardare e giudicare il mondo lontano dalla spussa delle plebi, se non è dannoso è quasi peggio: è bigiotteria.

    Terza tentazione: il risiko.
    Se non puoi -o non vuoi- scendere in trincea (e non ti sei già venduto all’ingrosso, anima e pezzi di carta appesi al muro), puoi sempre fare il condottiero da tavolino, l’ussaro da scrivania.
    Ovviamente dando bacchettate e pagelle a chi, anche sbagliando, gli scarponi nel fango a suo rischio e pericolo ce li mette davvero.

    Fuori dai discorsi generici.
    Oggi, nella miseria desolante di leader e di coraggio di cui soffre il mondo non ancora arcobalenicamente normalizzato, cattolico in particolare, monsignor Viganò e pochissimi altri spiccano come giganti nel deserto.
    Confesso che non ho condiviso certe sue posizioni, ad esempio su Trump uomo della Provvidenza (sicuramente -molto- meno peggio di chi “doveva” vincere), o il suo porre come obiettivo primario il Vat II (sul Piave non si fanno processi a Caporetto), ma, su questa sponda, la sua è la voce più alta e limpida che si leva contro il totalitarismo incipiente. Cosa che gli è costata e gli costerà ancora molto in termini personali.
    E queste sono evidenze, non arzigogolamenti e speculazioni da corridoio.
    Rimproverarlo di non essere fariseo, anziché fare quadrato e costruire attorno a lui con chiunque ci sta, significa avere il cervello all’ultimo piano della torre d’avorio. Se a Lepanto o a Vienna avessero combattuto solo i perfettamente-cattolici ora saremmo tutti turchi. Fare le pulci ai suoi scritti accusandolo di aver copiato o essere stato “suggerito” da chissà chi, manco fosse uno scolaretto di prima liceo, mi pare di una meschinità immensa.

    (Il “punto fermo di raccordo” lo ha stabilito il Capo duemila anni fa, e si chiama Pietro. Se Pietro è. L’elefante lo si può ignorare per un po’. Si può far finta di niente se rompe qualche lampada e un comodino. Volendo, ci si potrà girare dall’altra parte anche quando passerà la soglia del salotto buono -è già lì- e farà strame di Ciò che di più prezioso c’è in Casa. Però secondo padre Dante gli ignavi e i vigliacchi fanno schifo anche all’Inferno).

    • daouda ha detto:

      faccio degli appunti visto che marginalmente mi sento chiamato in causa e mi sembra doveroso puntualizzare così:

      a) non è sopravvissuto il cristianesimo sia all’ismaelismo che al socialismo?

      b) come dovremmo considerare il protomartire e tutti gli altri testimoni uccisi in nome della Fede, alla luce della sua disamina, non avendo preso le armi?

      c) non crede che poi il paragone con le epoche passate è alquanto improprio? Tempo addietro la guerra era un dovere per proteggere la cristianità che era ispo facto una data civiltà, mentre oggi sono due mondi in conflitto ed altamente discrepanti.

      d) Non fu il Messia nostro Signore Gesù DIO a stabilere che l’apostasia doveva esserci in ogni caso, confermato poi da Paolo apostolo?

      e) siamo sicuri che i tradizionalisti siano integralmente fedeli alla Rivelazione?

      Stabilire che le fole su Trump o gli alieni , la depopolazione o cos’altro siano criticabili in Viganò mentre le posizioni sul concilio Vaticano II in sè ed il messale del 62 sono altro ed inappuntabili ciò è del tutto arbitrario .
      D’altronde se si deve campare di dietrologismo mettiamo pure in discussione il Vaticano I giacché tramite esso fu possibile tutto il riformismo liturgico ( da Pio X a Pio XII e successivi ) essendo che il papa ormai arrivò ad esigere un imperio senza limiti…evidentemente la mossa fu abile, che facciamo allora, deprechiamo anche quello o si vuol negare la strumentalizzazione anche di quel concilio tutt’oggi?

      • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

        Provo a rispondere a tutto.

        a) se intende che il cattolicesimo sopravviverà anche al modernismo e alla modernità siamo d’accordo: la questione è come e a quale prezzo, per la Chiesa e per il mondo; e sempre che non siamo al The End;

        b) le immagini “belliche” erano metafore, non paragoni; quello sulla guerra giusta e sul diritto di legittima difesa, personale e collettivo, è un discorso importante che meriterebbe tempo e spazio, ma che non c’entra nulla con l’argomento; per ora almeno;

        c) ha perfettamente ragione: oggi sono in campo due antropologie opposte e inconciliabili come mai prima; una sorta di summa, di ricapitolazione di tutte le battaglie passate; volendo, di Armageddon;

        d) vero quanto dice sull’apostasia preannunciata; però in nessuna parte delle Scritture o della dottrina cattolica si dice che di fronte alla menzogna e al male, specialmente quello che colpisce gli innocenti, si deve stare zitti e lasciar fare; casomai tutto il contrario, veda il riferimento alla Commedia;
        https://it.wikipedia.org/wiki/Inferno_-_Canto_terzo

        e) nessuno (una sola materna Eccezione) è “integralmente” fedele alla Rivelazione e alla Tradizione, e chi si vanta di esserlo meno di tutti; così come nessuno è veramente “santo” tranne Dio: la via di perfezione cristiana è un cammino, una sequela Christi, in cui ogni passo si regge sul riconoscimento della propria miseria e della necessità del sostegno divino; gli “ismi” sono sempre ambigui, necessari ma fuorvianti; il rischio è di banalizzare temi complessi che andrebbero sviscerati; la tentazione è di appuntare etichette spregiative sugli altri, perdendo di vista le persone che ci stanno dietro, e una bella medaglietta su se stessi.

        Fare “processi” (evitando strumentalizzazioni e anacronismi), analisi, riflessioni sul passato in quanto causa del presente -e del futuro- si può e si deve. L’alternativa è credere di poter fare a meno della terra sotto i piedi, tirandosi su per i lacci delle scarpe.
        Ogni cosa però a tempo e luogo opportuni.
        E ricordando che le macchine del tempo non esistono.

        Monsignor Viganò non è esente da critiche come non lo è nessuno. Però una critica onesta si deve basare su realtà e fatti. Non su illazioni da buco della serratura.
        Ripeto quanto già detto: in un contesto di totalitarismo incipiente (non ho usato la parola a caso) in cui, con imposizioni e pretesti e belle parole, stanno a vista d’occhio togliendoci libertà e diritti che davamo per scontati, cancellando storia e identità come nemmeno nel mondo di Orwell, facendo ai bambini cose per cui i nostri genitori e nonni avrebbero preso il forcone, monsignor Viganò e pochissimi altri hanno il coraggio di dire pane al pane, vino al vino e Male al Male.
        E per questo, opportune et importune, vengono attaccati.
        Non riescono simpatici a tutti, compiono errori, a volte non si condividono toni, argomenti, parole che usano?
        À la guerre comme à la guerre (metafora).

        PS. Su “depopolazione” / “controllo delle nascite” / “riduzione della popolazione” / “maltusianesimo” provi a fare una ricerca veloce, magari associando “Gates”, “Attali”, “Soros”, “Davos”, “Wef”, “Onu”, ecc. (notare che adesso google mette in cima a molte ricerche un sito di fact-checking che difende i poveri, disinteressati filantropi con toni perentori e cavillosità degne dell’avvocato di O.J. Simpson; Grande Fratello: oggi più di ieri e meno di domani).

        • daouda ha detto:

          Le faccio un esempio chiaro e tondo proprio a dimostrazione di cosa significhi lo scendere in campo realmente e quindi esplicitare meglio la ratio dei miei interrogativi ed il riferimento ai monaci ed ai martiri.
          Sa cosa significa vivere senza un conto in banca od alle poste od in qualsiasi altro istituto di credito al mondo di oggi? Ecco, questa sarebbe una risposta concreta e di principio alcontempo contro il sistema usorocratico vigente non dissimile in un certo senso rispetto a quel che si prevederà per i vaccini.
          Come mai sul conto in banca non si parla? Come mai sui soldi digitali si sta zitti proprio da parte di chi, Rivelazione alla mano, dovrebbe scorgerne di essere divenuto complice del sistema espropriativo?
          Ad ogni modo io non esigo come patente un tale sforzo, e mi permetta, non vado neanche a condannare chi si è vaccinato.
          Questa è la differenza fra chi ragiona , credo, dal punto di vista del potere o dello Spirito, dove ragionare alla luce di quest’Ultimo non significa essere appunto sanificati in ogni campo. Un martire od un monaco lottano per risvegliare le coscienze testimoniando l’Unico Uno Trinitario e non per obbligarle. Non siamo né novaziani né donatisti e la confusione è grande ergo ancora più indecifrabile.
          Un’altra cosa poi la voglio dire. C’è gente che vuole battersi per mantere i crocefissi nelle aule di tribunale, di scuola, di qualsivoglia edificio pubblico, e si scandalizza che per riguardo ai musulmani o cosa non si faccia più il presepe. Possiamo dircelo francamente? E’ bene che sia così! Blasfemo mantenere i simboli sacri in istituzioni nate subdolamente per distruggere la Fede! Cosa sarebbe questa ridicola compromissione?
          Non si tratta dunque di estraniarsi dal punto di vista disciplinare o dottrinale o cultuale dal ribadire la Rivelazione rimproverando i fratelli o fronteggiando il male direttamente in loro soccorso.
          Qui si tratta di commistiarsi con il potere politico.
          Ed a conti fatti il fatto che ognuno volendo faccia un po’ come gli pare a briglia sciolta non è tanto deprecabile vista la situazione, e sarà stata sicuramente una particolare condiscendenza divina per i tempi ultimi.

          Ciò scritto, non volendo atteggiarmi a nulla ed anzi mi rendo conto di essere alquanto patetico, i miei interventi qui sono stati a motivare che il pacchetto Viganò è anch’esso deviante sia dal punto di vista della Rivelazione che della strategia politica.
          Converebbe riflettere che se Satana si fa angelo di luce alle volte ciò può addursi molto più a chi millanta una fedeltà alla Rivelazione rispetto a chi come un progressista, se ne discosta allegramente.

          Le cose che mi consiglia di vedere io le conosco da 20 anni, quando da ragazzo ero considerato un folle. Potrebbe forse pensare che io stia rosicando visto che un tempo tali argomenti erano appannaggio di pochi ( ai bei tempi dei siti web rustici , holywar però ancora esiste ahahahha ) ma semplicemente essendomi scrostato via via, crescendo ed approfondendo, da una certa superficialità, per le informazioni che ho e credo avendo capito un po’ la loro mentalità e modus operandi, l’uscita di Viganò non torna sia dal punto di vista meramente strategico che oltre , e più importante, come paladino della Tradizione.
          Il che non cambia nulla riguardo la salvezza della mia anima, come di quella altrui, su cui faccio credo maldestramente.
          Si badi ciò non significa che io accusi Viganò di essere strumentale come ugualmente non singifica appoggiare le critiche di Di Mattei che per me, è anzi un tipico trotzkysta neocon ma ad ogni modo Dio sà e queste sembrano essere distrazioni alla nostra salvezza.
          Io stesso non riesco ormai a pensare diversamente e questo è un grave limite spirituale.

          Buona domenica.

          • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

            Senta, alcune delle sue osservazioni francamente mi sembrano un po’ confuse (non sapevo stessimo parlando di monaci e martiri; e avvisare di un pericolo nei termini più chiari possibili non significa dare giudizi morali sulle persone; altrimenti i segnali stradali sarebbero una sequela di offese da querela).
            Più che sensata invece la riflessione per cui sarebbe cosa buona e giusta organizzarci per fare a meno di banche e conti correnti. Profetica direi.

            A me pare evidente che monsignor Viganò è la voce più fastidiosa fra quelle che dicono che le foglie d’estate sono verdi e non arcobaleno, uno più uno fa due e non un numero di generi a scelta, e il cattolicesimo non può essere una costola della nuova religione mondiale. Che riceva pugnalate alle spalle dagli “amici” dice moltissimo su quanto dà fastidio, dentro e fuori i sacri palazzi.
            Se non la convince non è tenuto a seguirlo. Il rischio di essere ingannati ci sarà sempre, a questo servono senso critico e sensus fidei: «dai loro frutti li riconoscerete». Chi difende la fede e chi per trenta denari la vende. Il rischio però non esenta dal fare ciascuno il suo; neanche monaci e monache di clausura, eremiti e malati sono fuori dalla mischia. Anzi, come intercessori, “lampade sul monte”, sono loro che illuminano il campo della buona battaglia.

            Certi desideri sono belli finché non rischiano di realizzarsi davvero.
            Auspicare il ritorno alla Chiesa delle catacombe, bella e pura e tuttasanta, significa sperare né più né meno che il capitolo 13 dell’Apocalisse.
            https://ora-et-labora.net/bibbia/apocalisse.html#cap_libro_dell_apocalisse_13
            «Non ci indurre in tentazione» (Pater ante-Bergoglio): lo spirito è forte ma la carne è debole. Sincera ammirazione per chi ha la vocazione al martirio. La simpatia però va a Tommaso Moro (e un po’ a quei vecchi tizi con lo spadone).
            https://www.youtube.com/watch?v=WYGQPBLXUr4
            https://www.youtube.com/watch?v=WRkxW68uDyk
            (un paio di bei film da ri-vedere)

            Sul resto non so che dirle.
            Perché non mette i suoi dubbi in forma schematica, del tipo che ha usato sopra, e non li indirizza direttamente a monsignor Viganò?
            Sono sicuro che anche lui come molti altri, sospettabili e non, legge i commenti dei lettori del blog di Tosatti. E mi sembra persona che sa cogliere il positivo da suggerimenti e consigli come da critiche e obiezioni. Che poi è un tratto peculiare dell’intelligenza. Conferma il fatto che i troppo pieni di sé lo considerano un argomento di accusa.
            Buona settimana a lei.

          • daouda ha detto:

            Guardi sicuramente io non mi esprimo brillantemente e questo è un difetto biasimevole.
            Intendevo soltanto puntualizzare che già le proprie scele sono sufficienti a rendere testimonianza e che infondo non c’è nessuna guerra da compiere essendo già conclusa in Gesù DIO.
            Il riferimento ai monaci od ai martiri era per far presente che essi non si sono mai preoccupati di condizionare la vita sociale di un paese in tremini politici.

            DI converso in sè non mi scaglio contro sua eminenza Viganò ma cerco di far riflettere sulla deriva leaderistica che il fenomeno suo malgrado presenta, sminuendo una seria riflessione al riguardo della problematica della deviazione nella Chiesa che lo stesso arcivescovo a mio giudizio pone superficialmente o meglio troppo schematicamente pur nella sua certa gravità.

            Se fosse possibile, magari, potrei con il dovuto rispetto chiedere lumi direttamente a lui ma in ogni caso mi sembrava opportuno commentare per far presente che proprio alla luce della nostra chiamata personale nella Chiesa di DIO ognuno ha la sua missione spirituale che ha ben poco a che fare con questi accadimenti.

  • Gian ha detto:

    Il Motu Proprio “Summorum Pontificum” promulgato da Benedetto XVI ha legittimamente e felicemente ripristinato un rito mai abrogato. Il tentativo di rimettere mano una seconda volta alla fondamentale questione liturgica, limitando la liberalizzazione della Messa Tridentina o sabotandone la pratica, da parte di questa gerarchia che non ha titolo né ragione morale o di diritto per farlo, non credo passerebbe in cavalleria come avvenne nel 1969. E’ già spento da tempo l’entusiasmo del vento conciliare con tutte le sue turbe innovative e si possono solo notare le macerie che sono davanti a tutti. E’ tempo solo di pregare per salvarsi l’anima, e cercare di non seguire le orme fin qui calcate, come incoraggiato dal progressismo che tutto assolve, tutto giustifica senza pentimento e la “Messa di sempre” rappresenta lo strumento migliore per questa conversione. Il tempo delle chiacchiere è finito per sempre.

  • daouda ha detto:

    Il rito del 62 non è vetus ordo ergo non è propriamente tridentino. Ad onor del vero…

  • VITMARR ha detto:

    Il Prof. De Mattei è uno stimato storico della Chiesa, probabilmente uno dei più profondi conoscitori degli eventi che nei secoli hanno accompagnato il cammino della Chiesa e pertanto è naturalmente portato a ritenere che la nostra epoca sia dissimile nella forma ma non nella sostanza da quelle trascorse in cui si sono succeduti al vertice della chiesa papi eretici, simoniaci, lussuriosi ed anche omosessuali ma che poi tutto sia stato superato dai papi successivi e dai grandi santi che hanno protetto ii popolo dei cristiani. Ma c’è stata un eccezione, che ora sembra sfuggire al Prof. De Mattei ed è quella clamorosa in cui il popolo dei fedeli è stato protetto dal diretto intervento di Dio con la famosa scritta apparso nel cielo e vista da Costantino e dai suoi soldati e pertanto non smentibile dai contemporanei. Con ” In hoc signo vinces” la storia avuto un accelerazione assolutamente non prevedibile , da notare che Costantino era solo un tetrarca, e con le sue vittorie militari Dio pose fine alla persecuzione dei cristiani ma anche all’inizio del culto cristiano praticato in tutto l’impero romano. Allora a Roma erano permessi tutti i culti purché sia rispettato il culto dovuto all’imperatore. Riportando questi fatti ai giorni vediamo un certo parallelismo come la spinta massonica , e del papa attuale, alla forzata instaurazione del sincretismo religioso senza che siano cessate le persecuzioni ai cristiani che difendono anche con la vita le parole e gli insegnamenti di Cristo. Grande Reset , verbali di Davos e continue invocazioni da parte di politici di primo piano ad una rapida instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale sembrano non preoccupare uno storico accorto come il Prof. de Mattei che naturalmente ritiene questi eventi superabili con il trascorrere del tempo.. A lui vorrei rispettosamente ricordare la profezia di Garabandal di un nuovo segno da parte del Cielo in occasione di un sinodo. Che sia quello dell’ottobre del 2022 ?.

  • Enrico Nippo ha detto:

    “Non dare troppa corda a coloro che dicono di essere gli unici depositari della Tradizione cattolica: solo la Chiesa lo è”.

    Ma: che significa “la Chiesa”? Cos’è e dov’è la Chiesa?

    Non esiste “la Chiesa” bensì esistono i fedeli che ne fanno parte, la costituiscono ed incarnano (dovrebbero incarnare) il Vangelo.

    “La Chiesa” è termine astratto-unitario. I fedeli, invece, sembrerebbe inevitabilmente, si dividono in fazioni ciascuna delle quali si sente “depositaria della Tradizione cattolica”.

    E allora?

    Davvero non esiste un punto fermo di raccordo?

    E se esiste quale sarebbe?

  • Enrico Nippo ha detto:

    “Non dare troppa corda a coloro che dicono di essere gli unici depositari della Tradizione cattolica: solo la Chiesa lo è”.

    Ma: che significa “la Chiesa”? Cos’è e dov’è la Chiesa?

    Non esiste “la Chiesa” bensì esistono i fedeli che ne fanno parte, la costituiscono ed incarnano (dovrebbero incarnare) il Vangelo.

    “La Chiesa” è termine astratto-unitario. I fedeli, invece, sembrerebbe inevitabilmente, si dividono in fazioni ciascuna delle quali si sente “depositaria della Tradizione cattolica”.

    E allora?

    Davvero non esiste un punto fermo di raccordo?

    E se esiste quale sarebbe?

  • Nicola Buono ha detto:

    Riguardo la paventato chiusura dei ” rubinetti ” in caso di drastico ridimensionamento della Messa Vetus Ordo, é quello che dico da sempre che avverrà in caso di uccisioni della vera messa. I tradizionalisti non si faranno prendere a calci né staranno sottomessi. Forse in Italia si, ma nel resto d’Europa e negli stati uniti proprio no. Chi è causa del suo male pianga se stesso. Oltretutto aspettiamoci giustamente manifestazioni belle corpose di contestazione. Insomma la Chiesa Cattolica se il male non glieli fa il Nemico, se lo fa da sola.

    • enricog ha detto:

      ” Insomma la Chiesa Cattolica se il male non glieli fa il Nemico, se lo fa da sola.”

      Questa non è la vera Chiesa di Gesù. La massoneria è talmente presente che solo la mano dell’Immacolata per Grazia di Dio, può renderla nuovamente una, santa, cattolica ed apostolica.

  • Tullio ha detto:

    Leggo sempre con interesse questo ed altri blog “tradizionalisti”, nel senso che riguardo alla dottrina e al Magistero della Chiesa esprimono idee cattoliche e mi trovo per lo più d’accordo. Quello che mi rode e che non riesco proprio a capire è l’odio viscerale contro i movimenti e in particolare i neocatecumenali di Kiko Arguello.
    Se andiamo a vedere quanto dicono i NC nelle catechesi ecc. mi pare che siano assolutamente “ortodossi” e “tradizionalisti” sui grandi temi quali VITA-FAMIGLIA-BIOETICA-GENDER ecc. (Sono tra i pochissimi cattolici con molti figli…) So per certo che ai NC divorziati veniva
    proibito di ricevere la Comunione fino all’eventuale annullamento e chi aveva figli omosessuali era invitato a far loro intraptendere terapie assolutamente cattoliche. Magari potrà far storcere il naso la loro liturgia e i canti, ma mi sembra pochino. Credo che nell’ordine di NON FACCIAMO DIVISIONI TRA I CATTOLICI ORTODOSSI, sarebbe ora di smetterla con qiesto odio. Grazie per l’attenzione.

    • EquesFidus ha detto:

      Ci sarebbe molto di cui discutere, comunque sia definire i neocatecumenali “cattolici ortodossi”, quando anche solo dal punto di vista liturgico sono stati più volte ripresi dagli stessi pontefici per il rito inventato di sana pianta dal fondatore Kiko Arguello, è quantomeno discutibile. Non esiste solo la morale sessuale nella Chiesa.

      • silvano ha detto:

        Perdonami Equesfindus, tu che da anni scrivi su internet di cose teologiche, come fai a sparare cannonate tipo “papato diviso”? A catechismo non ti spiegarono che il papato è monocratico? E come fa ad essere “diviso”?
        Mi permetto di fartelo notare perché reputo doveroso che prima di scrivere trattati sulla liturgia o polemizzare di papi e di teologia, occorrerebbe quanto meno avere le idee chiare sui fondamentali. Non credi?
        Ciao.

      • Tulio ha detto:

        Certo che non esiste solo la morale sessuale nella Chiesa, ma mi pare evidente che proprio in questo campo (GENDER, OMOSESSUALISMO, MATRIMONIO..) ci sia una grande diversità di vedute tra cattolici e sedicenti tali. Per non parlate di ABORTO, EUTANASIA, BIOETICA, che.non credo possano essere chiamati argomenti di morale sessuale….