Benedetta De Vito e le Serate di San Pietroburgo. Frecce Controrivoluzionarie…

19 Giugno 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi amici e nemici di Stilum Curiae, come forse ricorderete qualche tempo fa abbiamo parlato di un libro molto interessante, Le serate di San Pietroburgo, un’opera nata dal bisogno sempre più pressante di difendersi dalla morsa del politically correct, il pericolo maggiore per la libertà di pensiero ed espressione, e per la libertà in generale. Benedetta De Vito l’ha letto, e ci offre la sua riflessione. Buona lettura. 

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A scorrere a volo radente, con il cuore acceso d’interesse per un libro controcorrente (e che, vivaddio, non somiglia in nulla alle tiritere ripetute dagli ideologi delle maggioranze), le dense pagine di Le serate di San Pietroburgo oggi, in uscita per i tipi della Solfanelli editore, il lettore, come una piccola ape, potrà scegliere, fior da fiore, le “frecce contro-rivoluzionarie” che più gli aggradano e che sono raccolte nei macro-capitoli che riassumono, nel titolo, gli argomenti trattati: anticomunismo, conservatorismo, famiglia, falsi miti sono soltanto alcuni esempi. Sarà bello, così, guardare il mondo, attraverso i tanti scritti, dal punto di vista dell’Eterna Legge di Dio, che regola il mondo in santità e giustizia, che è incisa nel cuore di ogni uomo e che  viene qui raccontata da scrittori, intellettuali, uomini del Signore, con semplicità e nitidezza di pensiero. E, chiudendo gli occhi, sarà come tornare nel Settecento, ai tempi di Joseph De Maistre, che, ambasciatore a Pietroburgo, scrisse il suo capolavoro in spirito cattolico e conservatore e in forma di dialogo platonico. Un passo avanti ed eccoci a noi, sempre travolti, allora come adesso, dal filo-progressismo e dalla modernità a tutti i costi anche quando è più che velenosa.

A chi scrive questa piccola recensione per gli amici Matteo Orlando, direttore di Informazione cattolica, e Giuseppe Brienza, giornalista e ricercatore universitario, che il libro lo hanno curato, piace più delle dottrine, della cronaca, delle teorie, conoscer gli esempi grandi di  uomini e di donne, che grande hanno fatto la storia della Chiesa. Così, per me, è stato un poco un gioco allegro immaginar di scambiar quattro parole con Clemente Solaro della Margarita, “schietto, credente, autentico gentiluomo, genuino patriota”, che, da cattolico, fu primo segretario per gli Affari Esteri di Re Carlo Alberto. Come non commuoversi alle parole da lui scritte a Vittorio Emanuele II appena divenuto re: “Riverite in Colui che cinge la tiara in Vaticano il Vicario del Re dei Re”. Caro conte Solaro, quanto ci mancano politici in grado di urlar la verità così, con semplicità, de profundis…

Sono stata poi felicissima di conoscere una serva di Dio che, per la via, non avevo incontrato mai. Vissuta nell’Ottocento, si chiamava  Licia Gualandris ed ebbe dieci figlioli ai quali insegnava a fare piccoli fioretti, a pregare, ad andare alla Santa Messa. Lei che, sempre, teneva la Corona in mano. Un piccolo, tenero quadro di pura devozione che, in questi tempi governati dal maligno, sono un potente tiro d’archibugio contro la cultura del libertinaggio, della scostumatezza e della volgarità esibita… Infine, per me che mi chiamo Benedetta, c’è un dolce ricordo della grandezza di San Benedetto, che fondò il suo ordine con una regola che doveva valer anche e soprattutto per gli studenti, i quali, avrebbero dovuto tornar a vivere virtuosi, per amore di conoscenza e verità. Una lezione per il nostro oggi sguaiato in cui a dar lezione sono un tal Fedez e la sua compagna…

Se io ho tratto questi fiori, altri se ne possono cogliere, volendo. E ognuno i suoi, nella varietà dei gusti e degli interessi che sono, per grazia, tanti e tutti colorati a modo loro. Così, con un inchino, saluto i lettori prossimi venturi di questo bel libro e auguro loro di passare, come è capitato a me, qualche ora di piacevolezza tra cuori accesi dall’amor di Dio, in cortocircuito con il pensiero politicamente corretto e dominante, e che per di più, scrivono con penne d’oca in tempi di biro blu.

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Ecco il collegamento per il libro in italiano.

And here is the link to the book in English. 


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1 commento

  • Chedisastro ha detto:

    Una piccola precisazione che forse sbalordirá per il suo contenuto così tanto lontano dal nostro oggi: Licia Gualandris coniugata Manelli, non ebbe solo 10 figli, ma ben 21. Uno dei figli è il vivente Padre Stefano Maria Manelli, fondatore nel 1970 dei Frati e successivamente delle Suore Francescane dell’Immacolata, l’ordine così tanto messo a dura prova sotto il pontificato di JMB.