Sinodalità, l’Assurda Idea che i Pastori Chiedano al Gregge di Guidarli.

31 Maggio 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, un amico del nostro sito, Luca Pignataro, ci ha inviato questa breve e pregnante riflessione su una delle mode ecclesiali del momento, particolarmente esaltata in questo pontificato, e che in realtà sembra mettere a nudo l’insipienza dei leader. Buona lettura.

§§§

Quando negli anni Ottanta il Mozambico era oppresso da un regime marxista-leninista ostile alle religioni, i protestanti locali adottarono un atteggiamento “pastorale” – in pratica assistenzialismo e ascolto, evitando critiche – mentre buona parte della Chiesa cattolica (qualche pastore era più timido o colluso con la teologia della liberazione) prese un atteggiamento “profetico”, quindi di critica coraggiosa. Qualche anno dopo il regime dovette cedere.

Oggi papa Francesco vuole solo la “pastoralità”, quindi rifiuto assoluto di critiche alle ideologie dominanti.

Risultato: religione irrilevante e irrisa e fedeli cristiani minacciati e intimiditi, oppure sfruttati a fini di assistenzialismo.

Allo stesso tempo papa Francesco vuole la “sinodalità”, ossia che in apparenza i pastori decidano assieme ai fedeli laici.

Ora, è evidente che non abbia molto senso un pastore che decide chiedendo alle pecore che cosa vogliano (e infatti la presunta sinodalità serve a veicolare scelte fatte dall’alto): se è un pastore, le pecore le deve guidare, ma verso il vero Bene, non verso sé stesso, quindi dando testimonianza di fede.

E i fedeli (le pecore) hanno tutto il diritto di pretendere che i pastori facciano ciò senza cercare scuse dietro una presunta necessità di ascolto di chi si ribella alla dottrina e contesta la fede (queste persone vanno aiutate con carità nella verità, non esaltate come modelli), o dietro l’ossequio alle ideologie dominanti o alle mode prevalenti sul momento (impropriamente definite “segni dei tempi”, espressione evangelica che in realtà aveva un sottinteso di critica, non di adeguamento al presente).

Né sembra giusto identificare i fedeli solo coi militanti di qualche associazione o con coloro che bazzicano la parrocchia tutti i giorni. Ci sono tanti credenti i quali – del tutto legittimamente – vanno a messa ma non hanno tempo e modo di frequentare la parrocchia o non si riconoscono nelle loro parrocchie, spesso in mano a preti mediocri e laici politicizzati, o in ciò che sono diventate le associazioni “cattoliche”, né fanno parte di movimenti religiosi o condividono il progressismo ideologico imperante anche nella Chiesa.

Perché costoro non hanno diritto a essere ascoltati?

Perché di quanto ho esposto non si può mai discutere?

Perché dobbiamo assistere a spettacoli come quello dei vescovi della Cei che qualche giorno fa applaudivano papa Francesco davanti alle telecamere, ognuno facendo in modo di non essere il primo a dare l’impressione di smettere di applaudire, e poi non erano capaci di cantare il Veni Creator?

Luca Pignataro

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11 commenti

  • Diana ha detto:

    Evidentemente i fedeli che frequentano la Messa “liberalizzata” dal Summorum parlano una lingua sconosciuta a quei pastori che non sanno cantare il Veni Creator e pertanto gli eccellentissimi padiglioni auricolari così aperti all’ascolto non riescono ad elaborare quanto hanno sentito.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Sarò monotono, ma continuo a ritenere che questo sfacelo sia dovuto al venir meno del senso del Sacro e quindi ad una liturgia e ad un’omiletica che se sono state depauperate.

    Quando l’Alto viene a mancare, in basso si produce il caos. Come si dice: è matematico.

  • Adriana 1 ha detto:

    Scrivo qua. Il testo del discorso di Mons. Carlo Maria Viganò è ricomparso, ma il commentarlo è impossibile perchè il testo personale viene “mangiato” e scompare.
    Censura???

    • Marco Tosatti ha detto:

      Ho chiesto al webmaster di controllare. È stranissimo.

      • Maria Michela Petti ha detto:

        Confermo lo spiacevole impedimento all’esternazione del commento. Se ben ricordo, qualche mese fa si verificò un “imprevisto” simile, sempre in relazione ad un intervento di mons. Viganò.

  • Luciano Motz ha detto:

    La questione è che il fumo di satana non ha solo invaso la Chiesa, ma l’ha saturata. Per vederci qualcosa, dobbiamo aspettare che il Signore apra gli aeratori e ripulisca l’ambiente.

  • Don Ettore Barbieri ha detto:

    Signor Luca Pignataro ciò che lei descrive è la corruzione di un metodo necessario che nello scoutismo si chiama analisi d’ambiente. Ossia è necessario conoscere a fondo la situazione nella quale si vuole operare. Dopodiché ci sono due strade: cercare di fare in modo di annunciare la Parola tenendo conto della particolarità di quel contesto, oppure distorcerla per compiacere l’ambiente.
    Poi sul fatto che l’ascolto sia un falso ascolto sfonda non una porta aperta, ma spalancata: lei pensa davvero che alla maggior parte del clero importi davvero conoscere la realtà, lo status animarum, per cercare di operare adeguatamente? Importa ripetere frasi fatte, slogan più o meno logori, apparire simpatici, alla moda ecc. e soprattutto non avere problemi e non fare fatica.

    • ABBIAMO SCORDATO ha detto:

      Ci sarebbe una terza via:
      “ E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.“

      • Don Ettore Barbieri ha detto:

        Non è una terza via, ma lo sbocco della prima qualora l’annuncio non sia accolto..

  • Domenico ha detto:

    È da ingenui pensare che i comportamenti della gerarchia odierna siano ispirati da un onesto ascolto dei sottostanti. Servono solo a capire come la pensano i sottoposti per far finta di accontentarli. Dall’altro lato, i sottoposti cercano di compiacere acriticamente i superiori e tutto gira democraticamente. Ricordate quando a scuola l’insegnante domandava: qualcuno non a capito? Silenzio d tomba!