Mascarucci. Bergoglio Scrive a Bianchi. Ma non saremo su Scherzi a Parte?

25 Maggio 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Bergoglio e la lettera a Bianchi. Ma non staremo su Scherzi a Parte?

Io non so se siamo dentro una telenovela popolata di attori, se siamo su “Scherzi a Parte”, o se ci stanno davvero prendendo in giro. Confesso che a questo punto faccio fatica a capirlo. Proprio stamattina mentre scorrevo Google News, mi è capitata sott’occhio questa notizia nella sezione “consigliati per te”. Ed ecco che scopro un articolo tratto da Il Faro di Roma con il seguente titolo: “Papa Francesco scrive a fratel Enzo Bianchi, gli rinnova stima e amicizia ma non revoca le disposizioni punitive”.

Poi viene pubblicato il testo della lettera che papa Francesco ha inviato all’ex priore di Bose datata 9 febbraio 2021 in risposta ad una precedente che Bianchi aveva inviato al Santo Padre. Bergoglio prima elogia quello che fino a non molto tempo fa era fra i suoi teologi di fiducia, e poi conclude: “Ma la cosa più importante che so, e che è più essenziale, quello che come fratello devo dirti, è che tu sei in croce. E quando si è in croce non valgono le spiegazioni, soltanto ci sono il buio, la preghiera angosciante “Padre, se è possibile allontana da me questo calice” e quelle sette parole che sono a fondamento della Chiesa. Quando si è in croce quelli che non ci vogliono bene sono contenti, tanti amici fuggono e spariscono, rimangono soltanto tre o quattro amici più fedeli, che non possono fare nulla per salvarci, ma ci accompagnano. Rimane solo l’obbedienza, come Gesù. Caro Enzo, questo è l’essenziale della tua vita di oggi: sei in croce, come Gesù. Questo è il tuo tempo della lotta, del buio, della solitudine, del faccia a faccia con la volontà del Padre. Ti vedo così e voglio essere accanto a te. Prego con te. E mi viene in mente anche la figura del grande Eleazar: tanti giovani ti stanno guardando. Ti sono vicino con amore di fratello, di “figlio spirituale” e di padre nella fede. Caro fratello Enzo, non scendere dalla croce. Sarà il Signore a risanare la situazione. Con amore, tuo Francesco”.

A parte il riferimento a Gesù che trovo a dir poco blasfemo, ma se Bianchi è Gesù a questo punto chi è Bergoglio? Caifa o Ponzio Pilato? Perché non si tratta di un cardinale qualsiasi che da spettatore esterno e impossibilitato ad intervenire nella controversia, sente il bisogno di incoraggiare Bianchi, di esprimergli affetto e solidarietà; si tratta del pontefice, ovvero del vertice di quella Chiesa che ha di fatto messo “Enzo Bianchi in croce”.

Chi segue questo blog sa benissimo che chi scrive non è affatto un sostenitore di Bianchi che anzi considero fra i principali propalatori degli errori conciliari e fra i maggiori responsabili del caos che regna nel mondo cattolico, avendo per anni sostenuto posizioni chiaramente in contrasto con la dottrina cattolica.

Mi domando tuttavia se Bergoglio possa realmente soffrire della sindrome del dottor Jekyll e Mr. Hyde. Se insomma un giorno non prevalga in lui l’istinto punitivo e autoritario, e il giorno dopo quello del padre amorevole pronto a consolare la vittima dei suoi stessi provvedimenti. Se in lui possano convivere due personalità opposte e contrarie, una buona e una cattiva, che si alternano a seconda dei giorni, delle stagioni o magari delle condizioni meteorologiche. Perché come si può conciliare il tenore di quella lettera inviata a Bianchi con l’avvallo alle severe disposizioni adottate nei suoi confronti e che come tutti sanno, e come tutti hanno confermato, sono state avvallate dall’autorità pontificia?

O forse tutto ciò non è vero? Bergoglio forse è stato costretto ad approvare le punizioni inferte a Bianchi e ha sentito il bisogno di farglielo capire con una lettera dove sembra quasi incoraggiarlo a resistere contro i suoi nemici, ovvero contro se stesso? Ma se così fosse allora non è il papa a decidere? Lui subisce l’autorità altrui (forse quella del Segretario di Stato Parolin per esempio?) e si limita a ratificare tutto pur non convivendo ciò che viene fatto? Perché la commovente lettera inviata a Bianchi sembra fare il paio con la messa celebrata il giovedì santo a casa del cardinale Angelo Becciu che Francesco ha rimosso da tutti gli incarichi di Curia per presunta indegnità morale in seguito alle inchieste de L’Espresso e di Report sul palazzo di Londra, e che ha privato pure del diritto di partecipare ad un prossimo conclave. Un gesto che molti hanno interpretato come riparatore dopo che è sorto il legittimo sospetto che contro Becciu si sia in realtà mobilitata una vera e propria “macchina del fango”, visto che dalle carte giudiziarie arrivate da Londra le sue effettive responsabilità risulterebbero molto ridimensionate.

E allora a questo punto non resta che capire tre cose:

1)        Bergoglio sa che le sue azioni sono sbagliate, le compie comunque perché non può fare diversamente o perché ritiene che vada fatto il male per avere in cambio il bene, ma ci tiene che le vittime dei suoi gesti sappiano che lui non voleva fargli del male?

2)        Si prende gioco di Bianchi aggiungendo al danno pure la beffa? Invitandolo a portare la croce come Gesù Cristo, dicendogli che in fondo il “martirio” lo eleva, lo purifica e gli farà guadagnare il Paradiso?

3)        Stiamo dentro un reality e presto o tardi vedremo calare dalla finestra del papa in un prossimo Angelus un grande telone con la scritta “Enzo Bianchi sei su Scherzi a Parte” con il visitatore apostolico del Vaticano e il priore Manicardi nei panni di complici di Bergoglio nel grande scherzo?

Ad ogni modo resta davvero di cattivo gusto quel paragone fra l’Enzo Bianchi esiliato e il Gesù crocifisso, nel momento stesso in cui nel decreto che ne impone l’allontanamento da Bose, si accusa l’ex priore di “superbia” per aver tentato di imporre la sua volontà anche dopo essersi dimesso dalla guida, rendendo conflittuale e teso il clima nella comunità. Una croce che a questo punto si è costruito da solo e che certamente ha fatto di tutto per non portare, visti i reiterati tentativi di resistenza contro i provvedimenti vaticani. O forse Sua Santità spera in cuor suo che l’ex priore risorga? Per quanto la vicenda umana di Bianchi ispiri in noi sentimenti di umana pietà, di un suo ritorno in grande stile non se ne sente proprio il bisogno.

Americo Mascarucci – giornalista e scrittore

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13 commenti

  • Non Metuens Verbum ha detto:

    C’era una volta un famoso Agriturismo gestito da un Ragioniere che amava vestirsi di bianco. Poi quel ragioniere è stato messo in lockdown e in quarantena. A quel punto un Gaucho delle Pampas, anche lui amante delle vesti bianche, col Ragioniere ha costituito un B & B .

    La crisi del settore turistico alberghiero (che affama molti italiani) in questo caso particolare sia la benvenuta.

  • don Egizio ha detto:

    qui trovate tutto, su Bianchi-papa Francesco e i progetti ecclesiologici del Barbuto, scritto 4 anni fa!
    http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350916.html

  • don Egizio ha detto:

    Il nucleo ecclesiologico del pensiero di Bianchi è abolire di fatto il papato perché impedirebbe l’ecumenismo effettivo (ed è vero: gli ortodossi non potrebbero mai accettare il primato papale) e vuole che la chiesa cattolica perda la sua “cattolicità”. Il papa deve auto-abolirsi e diventare un semplice patriarca della pentarchia. Ergo il papa ha abolito Bianchi. Tutto qui.
    d.E.

  • MASSIMILIANO ha detto:

    Niente di nuovo sotto il sole. Già fatto con i francescani dell’Immacolata. In quel caso lo disse a voce ma esiste il filmato. In quel caso parlava di Satana, in questo parla di croce. In entrambi i casi è lui la causa e lo sa perfettamente. In pratica si manifesta. Tutto qui. Niente di più chiaro. Saluti.
    Massimiliano

  • Iginio ha detto:

    Penso piuttosto a chi per decenni è stato in croce perché irriso da docenti, coetanei, colleghi blasfemi e atei e allo stesso tempo manipolato e poi disprezzato da pretonzoli e gente varia “di Chiesa” che però pensava semplicemente a fare carriera grazie a mediocrità e furbizia. Ma su costoro non udiremo mai una critica provenire da Bergoglio.

  • Antonio ha detto:

    Anch’io, quelle poche volte che compio un’opera di carità, cerco di farla pubblicare su Repubblica ma proprio non ci riesco; niente, mi ignorano…Ops…ma che, non ditemi che il cristianesimo, ma si, quello del ” non sappia la tua destra…” si è ammodernato…
    Quanto bene sta facendo quest’uomo, quanta fede addormentata sta risvegliando! Se continua così ancora qualche anno, Benedetto XVI si ritroverà a governare una Chiesa veramente con la C maiuscola, tornata al Fuoco delle origini, alla Santa Tradizione dei Padri, alla preghiera del Santo Rosario, alla Santa Liturgia… Alla vera Barca di Pietro meglio di così non potrebbe andare!

  • Maria Michela Petti ha detto:

    In un mio precedente commento al “caso Bose” – uno dei capitoli di una telenovela che riserva colpi di scena ormai prevedibili e intriganti (ovvero: fitti di intrighi), quanto disgustosi – scrivevo che non mi avrebbe suscitato meraviglia la probabile pubblicazione di qualche foto a conferma di un incontro fra il papa e l’ex priore di Bose. È anche questa una scena già vista, parte di un copione ben noto.
    Questa volta si è oltre. Bergoglio si è superato. Una foto è muta e dà adito a voli pindarici dell’immaginazione. La lettera parla anche a chi, a mala pena, sa leggere. Il significato delle parole è quello che è; liberi poi di lasciarsi andare all’”analisi poetica” che non sono abituata a riservare a scritti di varia natura, specie se inseriti con intenti incomprensibili in narrazioni e ancor di più in cronache di fatti e vicende ingarbugliate e sconcertanti.
    Non ho difficoltà a definire inconcludente la lettera a Enzo Bianchi del papa che si dichiara suo “figlio spirituale”. Per me, che non amo cullarmi nel fascino delle leggende o delle favole a lieto fine prive di corrispondenza nella vita vissuta della morale sottesa, la lettera illumina semplicemente un metodo fatto sistema, di certo non illumina quel filo illogico che lega storie gemelle generate da un modus operandi in contrasto fin troppo evidente con il “verbo” replicato in discorsi di circostanza.
    Ne ho fin troppo di croci e di chi sarebbero i presunti responsabili delle condanne pronunciate, mascherate e/o subdolamente lasciate attribuire a ignoti o oscuri complottisti o informatori in mala fede, come si continua ad insinuare apertamente in articoli giornalistici. Mi è capitato di leggere tale interpretazione, per l’ennesima volta, anche a proposito della pubblicazione della lettera in oggetto, accompagnata dall’ imbarazzante interrogativo su che cosa stia succedendo in Vaticano, proposto oltre tutto da chi, scrivendo sempre con dovizia di dettagli su ciò che si muove intra moenia, non può di certo cadere dal pero.
    Le pagine che mi capitano sotto gli occhi su argomenti del genere mi riportano con la mente alle figure assise “sulla cattedra di Mosè” che “dicono e non fanno”, che “legano fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito” e che fanno cose “per essere ammirati dalla gente”. (Mt 23, 1-12). E diventa per me certezza il dubbio dell’idolo di Trilussa, cioè: che chi ha affumicato il suo altare con “tutte quelle nuvole d’incenso” – al di là delle intenzioni che faccio fatica a ritenere buone – ha concorso e concorre ancora a non farci “vedé le cose chiare”!

  • Paolo ha detto:

    Gesù, la Croce e il martirio non c’entrano niente con Bianchi. Situazione paradossale e molto imbarazzante, perfettamente in linea con l’andamento della Chiesa Cattolica da otto anni a questa parte.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Dice: “sei in croce, come Gesù”.

    Non si vede dove sia la blasfemia. Il Cristiano non segue forse la Via della Croce? Non deve prendere su di sé la sua croce? Non deve imitare Cristo?

    Infelicissimo, il solito riferimento prezzemolesco a Pilato, addirittura associato a Caifa.

    Sul martirio o non martirio di Bianchi ci andrei molto cauto, poiché entra in ballo ciò che accade nell’anima di un uomo e su cui nessuno può permettersi giudizi o sospetti.

    Mi sbaglierò, ma di fronte a certi commenti sembra che alla fantasmagoria vaticanosecondista si si stia opponendo niente più che una … contro-fantasmagoria.

    • Sherden ha detto:

      Caro Nippo, sarebbe davvero interessante se ci spiegassi perché, secondo te, il papa sostenga che Enzo Bianchi è “in croce”.
      Magari, a margine, considerando anche chi ce l’ha messo e perché, sempre che sia possibile.
      Grazie.

  • Sinceramente ha detto:

    Forse, e sottolineo forse, quello che si vuole eliminare è l’ecumenismo spinto di Bose. Ovvero l’eliminazione dal calendario bosiano di festività islamiche e forse anche di altre fedi.
    Poiché ritengo incompatibile l’islam col cristianesimo qualora venissero espulse le festività islamiche, ne sarei felice. Mi dispiacerebbe invece se venissero cancellate le festività relative alla chiesa d’oriente, chiesa che i monaci di Bose conoscono bene per aver pubblicato molte opere relative ad essa.