La trave e la pagliuzza. Essere cattolici “hic et nunc”. Aldo Maria Valli.
25 Maggio 2021
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, parliamo di un libro scritto dall’amico e collega Aldo Maria Valli.
Uno sguardo sulla situazione della Chiesa cattolica e della fede. Senza evitare gli aspetti più controversi e tenendo conto dell’orizzonte dei nostri giorni, segnato dalla vicenda del Covid. Un diario di viaggio in una realtà caratterizzata da profonde divisioni, ma con la volontà di costruire, non di distruggere. E sapendo che il processo di conversione riguarda tutti, a partire da se stessi. Questo è La trave e la pagliuzza. Essere cattolici “hic et nunc” (Chorabooks), il nuovo libro di Aldo Maria Valli.
Il volume, che raccoglie molti degli interventi di Valli nell’omonima rubrica tenuta in Radio Roma Libera, prende in esame questioni disparate (dal Concilio Vaticano II al pontificato di Francesco, dalla vita spirituale in regime di lockdown alle vicende vaticane, dal great reset alle questioni bioetiche) ma con un filo conduttore: l’amore per la Chiesa e la Tradizione, unita a una denuncia chiara sia delle derive moderniste sia delle nuove forme di dispotismo che limitano o negano le libertà fondamentali.
“Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?”. Gesù (Lc 6, 41) è piuttosto chiaro e giustamente dà dell’ipocrita a chi accusa l’altro minimizzando il proprio peccato.
Aldo Maria Valli, giornalista e scrittore, dopo essere stato vaticanista Rai (al Tg3 e al Tg1) per quasi venticinque anni, cura il blog Duc in altum. Per Chorabooks ha già scritto Ai tempi di Gesù non c’era il registratore (Uomini giusti ai posti giusti), Non avrai altro Dio. Riflettendo sulla dichiarazione di Abu Dhabi, Le due Chiese. Il sinodo sull’Amazzonia e i cattolici in conflitto, Claustrofobia. La vita contemplativa e le sue (d)istruzioni, Uno sguardo nella notte. Ripensando Benedetto XVI. Con Aurelio Porfiri ha scritto Sradicati. Dialoghi sulla Chiesa liquida e Decadenza. Le parole d’ordine della Chiesa postconciliare. Ha curato inoltre i volumi collettanei L’altro Vaticano II. Voci attorno a un Concilio che non vuole finire e Non abbandonarci alla tentazione? Riflessioni sulla nuova traduzione del “Padre nostro”.
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Ecco il collegamento al libro per chi fosse interessato
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Ecco il collegamento per il libro in italiano.
And here is the link to the book in English.
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Tag: chorabooks, trave e pagliuzza, valli
Categoria: LIBRI
Estremamente chiara e inequivocabile la presentazione del volume di A. M. Valli fatta dal dott. Tosatti, perfetta la sintesi fin dal titolo del Post che dà senso all’ argomento trattato e all’intenzione dell’autore che, attento alla realtà, cerca nella Sacra Scrittura e nel Magistero la chiave di volta per motivarne e illuminarne l’esposizione. Non un esercizio di sterile astrazione e men che meno un pretesto per lezioncine di vuoto moralismo. Fin troppo eloquenti, altresì, i titoli di altre pubblicazioni citate e dello stesso blog del Valli.
Relativamente al versetto in esame – tratto da quello che è stato definito Discorso della pianura in simmetrica corrispondenza con il Discorso della montagna – mi limito a ricordare che è introdotto dal perentorio memento: «Un discepolo non è più del maestro» e che la condanna dell’ipocrisia non stronca la chiamata alla corresponsabilità nella correzione fraterna, di cui rappresenta la premessa fondamentale. La regola prima da praticare per muovere in direzione del bene del fratello che passa attraverso quel parlare chiaro – e si torna sempre al sì-sì, no-no – anche in quelle situazioni in cui ragioni di opportunismo consiglierebbero un bel tacere.
È in Sant’Agostino il commento pertinente al tema in oggetto: «… badando a quel che si deve correggere» (1) e «Colui che ti ha offeso, offendendoti, ha inferto a sé stesso una grave ferita, e tu non ti curi della ferita di un tuo fratello? … Tu devi dimenticare l’offesa che hai ricevuto, non la ferita di un tuo fratello» (4.7). Dal DISCORSO 82 – SULLE PAROLE DEL VANGELO DI MT 18, 15-18: “SE TUO FRATELLO HA PECCATO CONTRO DI TE, RIPRENDILO FRA TE E LUI SOLO” E SULLE PAROLE DI SALOMONE (PROV 10, 10 SEC. LXX): “CHI AMMICCA COLL’OCCHIO FA DISPIACERE” ECC.
“ ‘Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?’. Gesù (Lc 6, 41) è piuttosto chiaro e giustamente dà dell’ipocrita a chi accusa l’altro minimizzando il proprio peccato”.
Sembrerebbe che la trave sia molto più grande della pagliuzza. Eppure, sub specie interioritatis è l’esatto contrario, La trave nel proprio occhio è una pagliuzza e la pagliuzza nell’occhio dell’altro è trave.
Da qui un proiettarsi continuo sull’esteriorità a rilevare le pagliuzze negli occhi degli altri mentre la trave se ne resta al suo posto nel proprio occhio.
Il fatto è che occorre un volo ricognitore all’interno si sé, prima, molto prima del volo esteriore che comporta il pericolo, tutt’altro che remoto, di una dissipazione tanto scandalistica quanto giustizialista.