La Chiesa e il Dialogo: un Mezzo, o un Fine? L’Opinione di Porfiri.
20 Maggio 2021
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, Aurelio Porfiri nella sua opinione sottolinea un allarme molto condiviso fra molti cattolici. Si è svolto in Vaticano un convegno su temi etici. Il punto di vista cattolico sarà stato rappresentato con abbastanza forza? Sembra paradossale che per un convegno in Vaticano ci si debba porre questo genere di interrogativi, eppure….buon ascolto e buona visione.
§§§
Ecco il collegamento per il libro in italiano.
And here is the link to the book in English.
STILUM CURIAE HA UN CANALE SU TELEGRAM
@marcotosatti
(su TELEGRAM c’è anche un gruppo Stilum Curiae…)
E ANCHE SU VK.COM
stilumcuriae
SU FACEBOOK
cercate
seguite
Marco Tosatti
SE PENSATE CHE
STILUM CURIAE SIA UTILE
SE PENSATE CHE
SENZA STILUM CURIAE
L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA
AIUTATE STILUM CURIAE!
ANDATE ALLA HOME PAGE
SOTTO LA BIOGRAFIA
OPPURE CLICKATE QUI
Questo blog è il seguito naturale di San Pietro e Dintorni, presente su “La Stampa” fino a quando non fu troppo molesto. Per chi fosse interessato al lavoro già svolto, ecco il link a San Pietro e Dintorni.
Se volete ricevere i nuovi articoli del blog, scrivete la vostra mail nella finestra a fianco.
L’articolo vi ha interessato? Condividetelo, se volete, sui social network, usando gli strumenti qui sotto
Condividi i miei articoli:
Categoria: Generale
Stamane ho letto quel brano degli Atti in cui Filippo l’Apostolo viene portato dallo Spirito a incontrare l’eunuco della regina Candace. La regina regnava sull’Etiopia, Etiopia che era diventata ebraica ai tempi di Salomone e della regina di Saba. L’eunuco stava ritornando al suo paese dopo esser stato a Gerusalemme ad adorare e stava leggendo il libro di Isaia. Filippo, spinto dallo Spirito gli si accosta e gli spiega
che le profezie di Isaia sono giunte a compimento. L’incontro si conclude con il Battesimo dell’eunuco.
Come puoi vedere se qualcuno si mette in paziente ascolto della parola del Signore e vuole raggiungere la verità lo Spirito gli fa incontrare le persone giuste. E lo conduce alla pienezza della verità.
Nulla da eccepire, naturalmente.
Resta da vedere se ci si può mettere in ascolto della parola del Signore e incontrare la persona giusta ad opera dello Spirito anche in ambiti altri dalla Tradizione Cristiana.
Nulla da eccepire, naturalmente.
Resta da vedere se ci si può mettere in ascolto della parola del Signore e incontrare la persona giusta ad opera dello Spirito anche in ambiti altri dalla Tradizione Cristiana.
Il maestro Porfiri tocca un argomento indubbiamente spinoso.
Nel video precedente, in occasione della scomparsa di Battiato, egli sembra avallare – ciò che personalmente condivido – il paradosso della esclusività relativa del Cattolicesimo. Difatti, parlando del musicista scomparso, incline particolarmente al Sufismo, conclude il suo intervento di apprezzamento nei confronti del medesimo augurandosi che abbia potuto raggiungere “la Verità vera, quella con la V maiuscola”.
Ora, a mio avviso, il paradosso dell’esclusività relativa del Cattolicesimo non è eliminabile, posto che la Chiesa cattolica è, sì, chiamata (o era chiamata?) a proporre la Verità rivelata, ma non certamente assumendo una posizione ultra intransigente per la quale tutto il resto non vale niente ed è addirittura ispirato da Satana (perché molti, troppi, pensano che sia così!)
Occorre rendersi conto che la detenzione della Verità rivelata è (era?) assoluta per la Chiesa cattolica ma non per coloro che non ne fanno parte e le si trovano di fronte. E non si tratta di “relativismo” (parola forse un po’ troppo abusata), bensì di un saper proporre (proporre, non imporre) la Verità rivelata. L’ultima cosa da fare, sempre a mio avviso, è porsi di fronte ad un non cattolico con l’atteggiamento di “tu sei ignorante e adesso ti dico io qual è la verità”, da cui traspare con evidenza la mancanza di carità (da non confondere con l’acquiescenza oggi tanto di moda).
Che poi molti addetti ai lavori abbiano perso la fede è un dramma notevole, ma occorrerebbe indagare il perché si è giunti a questo punto. Può darsi che il responsabile non sia soltanto il “dialogo” ma anche l’atteggiamento intransigente e duro di coloro, ecclesiastici o laici, che si sentono possessori della Verità e che sparano a zero su tutto ciò che non reca l’etichetta “cattolico doc”.
“L’ego non rappresenta la vostra vera entità, bensì l’immagine che date di voi stessi; l’ego è la maschera che indossate nella società, il ruolo che interpretate. Esso si consolida con l’approvazione altrui, vuole avere il controllo di ogni cosa ed è sostenuto dal potere, poiché vive nella paura”.
Queste sono parole di Deepak Chopra che si ritrovano in tutte le guide (serie) dell’ascesi cristiana e prima ancora nel Vangelo: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso».
E non è che il cattolico sia esentato da ciò per il solo fatto che sta “dalla parte della Verità”
Caro Enrico,
il fatto è che tutti i monoteismi vivono nella intransigenza.
E’, forse, nella loro ragione di esistere.
Ricordo come Apuleio si fosse doluto della ” durezza di cuore” dei seguaci del monoteismo che parevano ripudiare la ” consolazione e la tenerezza” data agli umani dalla protezione di tanti dei che rappresentavano in mille sfumature i loro desideri, le loro aspirazioni, le loro debolezze, le loro sofferenze…
Ma, allora, si apre un discorso diverso. Molto diverso dall’attuale acquiescenza ai poteri forti e, in buona sostanza, all’identificazione con i medesimi.
Non posso che condividere.
Solo un’osservazione: non so se “il discorso molto diverso” sia mai cominciato e se addirittura sia possibile a livello di massa (dico “massa” non in senso dispregiativo ma nel senso di “moltitudine”).
Sulla moltitudine ho molti dubbi…sarà per questo che il CVII è ricorso alla Dòxa invece che alla Nòesis. ( Visto che la prima può mutare nel tempo, come Proteo: a questo proposito molto interessanti sono le pagine di Luciano su Peregrino, X-XIII, testo acutissimo quanto aborrito da ogni buon fondamentalista…pure da quelli “accoglienti”)-.
Caro Matto (è un altro nome di Enrico Nippo, dato che Adriana 1 la chiama così?) si è passati dall’intransigenza di un tempo che comportava atteggiamenti di vero e proprio orgoglio spirituale e che sopravvive in certi ambienti del tradizionalismo alla dissoluzione, nel senso che dava a questa parola Augusto Del Noce, cioè negazione e/o corrosione progressiva di ogni punto fermo a livello filosofico prima e poi, per conseguenza, teologico.
Il dialogo, di cui ha cominciato a parlare Paolo VI nell’Ecclesiam suam doveva essere un mezzo per riavvicinare al Cristianesimo chi se ne era distaccato; certo, nel dialogare, occorre sempre conoscere e rispettare la posizione altrui, anche quella manifestamente nemica, in quanto non è detto che non contenga qualche elemento di verità e soprattutto non bisogna mai sottovalutare l’avversario, che potrebbe essere anche più intelligente e preparato di noi.
In realtà, questa disposizione d’animo di apertura era già presente e anche praticata, ad esempio, dai Domenicani.
Qui, però, si pongono anche alcuni problemi:
1. è stato un bene estendere un po’ a tutto il laicato questa idea del “dialogo”? Chi non è preparato passa facilmente dal dialogo all’accettazione delle posizioni altrui;
2. il dialogo doveva essere un mezzo per entrare in relazione con la “modernità”: quando la Chiesa ha iniziato ufficialmente a far questo, viaggiava con alcuni decenni di ritardo, in quanto il mondo “moderno” era già avviato al suo tramonto;
3. il dialogo non è una categoria biblica; certo, non è vietato, nell’annuncio, utilizzare questo mezzo, come Don Bosco giocava per avvicinare i ragazzi, ma non è mai il fine, mentre in men che non si dica è divenuto lo scopo, nel rapporto con il mondo moderno e nell’ecumenismo;
4. diceva Charles Lewis che lo stato di vedovanza è peggiore di quello di chi non ha mai conosciuto la fede: l’ottimismo degli anni del Concilio e del postconcilio intorno a questi problemi si è dimostrato in buona parte demenziale; Baget Bozzo, da parte sua, sottolineava il fatto che se l’errante, con il trascorrere del tempo può essere meno colpevole o anche non colpevole, in quanto convinto in buona fede di essere nel giusto, l’errore in quanto tale si radica sempre di più e si solidifica, per cui non è affatto detto che dialogare con i protestanti di oggi sia più facile che farlo con i riformatori.
Nel Concilio e nei decenni successivi troviamo un insieme di buone intenzioni, ingenuità e malafede nel quale è difficile districare il bene dal male.
Chiedo scusa: Clive Lewis
Caro Don,
la Sua esposizione conferma che la situazione attuale è estremamente caotica, ma non ritengo che a ciò abbia contribuito in maniera determinante l’estensione del dialogo al laicato, poiché non è detto che un ecclesiastico sia sempre e comunque più preparato di un laico. Voglia comprendere il mio ghibellinismo per il quale il potere dei preti va tenuto a bada poiché con la scusa della cura delle anime invadono la sfera civile e, come sta accadendo, finiscono per scendere a compromessi vergognosi con le istanze laiciste (laiciste, dico, non laiche, se le parole hanno un significato).
Ma poi, anche per rifarmi a quanto chiesto ad Adriana, la religione cattolica è per tutti perché è alla portata di tutti, o è selettiva perché alla portata di pochi?
Insomma, vorrà dire qualcosa “Molti i chiamati” (non tutti) “pochi gli eletti”? O si fa finta di niente e si continuano a citare le Scritture a proprio uso e consumo?
Lei comprende che se la religione cattolica è per tutti perché è alla portata di tutti, il “dialogo” è inevitabile e l’Insegnamento – su cui nulla ci sarebbe da “dialogare” – diventa una chimera.
Mi pare risponda benissimo il seminarista citato da Valli…specie ora col raggelante Rinascimento algor-itmico.
https://www.aldomariavalli.it/2021/05/20/lettera-io-seminarista-chiedo-ditemi-ce-qualche-motivo-per-cui-dovrei-restare-nella-chiesa-cattolica/