Perché l’Ecumenismo di Bassetti è più Pericoloso del Ddl Zan.

17 Maggio 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Americo Mascarucci, ex abundantia cordis ci offre questa riflessione sull’improvvida esternazione del presidente della Conferenza Episcopale Italiana in relazione al DDL liberticida Zan. Buona lettura, e grazie a Mascarucci.

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Perché l’ecumenismo di Bassetti è più pericoloso del Ddl Zan 

Purtroppo come sempre avviene in certi casi buona parte del mondo cattolico, quello più marcatamente modernista e progressista e buona parte della Conferenza Episcopale Italiana, sembrano non aver compreso la gravità del Ddl Zan e i risvolti negativi che questa legge, se approvata, potrebbe avere anche nella Chiesa. Sembrerebbe, ma forse non è propriamente così.

Non lo ha compreso sicuramente il presidente della Cei cardinale Gualtiero Bassetti, che in perfetto spirito ecumenico conciliarista appare incline alla trattativa, alla mediazione, al compromesso con la politica. Dimenticando che sono proprio i compromessi a favorire poi gli errori più clamorosi, come la storia del Concilio Vaticano II insegna. A detta di Bassetti il Ddl Zan non andrebbe affossato del tutto, ma migliorato e corretto, facendo chiaramente intuire che al di là delle storture è comunque una buona legge. Analogo copione andò in scena anche in occasione del Ddl Cirinnà sulle unioni civili, quando nella Cei c’era chi era pronto a barattare il tutto con qualche mancetta per le famiglie.

Ma forse una certa accondiscendenza nei confronti di un provvedimento liberticida, che nel nome della lotta alle discriminazioni contro gay, lesbiche e transessuali finisce con il discriminare chi si oppone all’ideologia Lgbt, è anche motivata dal fatto che grazie ad una legge dello Stato si potrà mettere a tacere nella Chiesa chi ancora si oppone con forza alle unioni omosessuali e alla possibilità di riconoscimenti sacramentali, benedizioni e quant’altro. E’ risaputo che anche nel clero italiano ci siano tanti preti, per altro fan sfegatati di papa Bergoglio, che sarebbero pronti a seguire i colleghi tedeschi e a benedire le coppie gay. Qualcuno lo ha già fatto in verità, come l’ex parroco di Sant’Oreste in provincia di Roma che si è fatto prestare la fascia tricolore dal sindaco del luogo per unire civilmente una coppia di amici omosessuali.

Ma torniamo alla legge Zan. A tal proposito conviene riportare due dichiarazioni di due diversi vescovi italiani in merito alle unioni gay. La prima è dell’arcivescovo di Campobasso Giancarlo Maria Brigantini, non certamente un conservatore o tradizionalista, anzi un vescovo molto vicino a Bergoglio e da questi molto apprezzato. A proposito della possibilità di riconoscere le coppie gay Bregantini in un’intervista a La Fede Quotidiana disse: “Non ci sta niente da festeggiare in una unione gay, semmai bisognerebbe esaltare la nascita del decimo figlio in una famiglia. Io ho rispetto per i diritti individuali delle persone, ma con altrettanta chiarezza dico che non è  pensabile di fatto, equiparare la famiglia naturale composta da uomo e donna aperti alla vita alle unioni omosessuali. Ci troviamo davanti ad una sconfitta della  civiltà occidentale  e alla imposizione di una cultura sbagliata. Valuto gravissimo per esempio che a Torino si sia pensato di fare un assessorato alle famiglie”.

La seconda dichiarazione invece è dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, sostenitore di veglie contro l’omofobia, il quale in un messaggio inviato ad una di queste iniziative scrisse: “Gesù di Nazareth, testimone delle viscere di misericordia di Dio per gli uomini, il Crocifisso risorto che libera dal peccato e dalla morte, ha fatto dell’accoglienza e del riconoscimento dell’altro il paradigma e il segno dell’irruzione del regno di Dio nel mondo. Mentre deploriamo con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente, preghiamo perché i cristiani, attingendo con ascolto discepolare alla grazia dell’Evangelo, testimonino e annuncino, con audacia profetica, l’incondizionato rispetto dovuto ad ogni persona e denuncino ogni forma di discriminazione ed emarginazione”.

Posizioni provenienti da due autorevolissimi pastori della Chiesa cattolica ma molto diverse fra loro. E’ evidente come nella prima, quella di Bregantini, in base alla Legge Zan potrebbero ravvisarsi chiaramente i connotati di una posizione omofoba, laddove il presule arriva a sostenere che in una coppia gay “non c’è nulla da festeggiare” e lasciando chiaramente intendere che da quell’unione non potrà mai nascere una nuova vita.

Nella seconda invece l’arcivescovo di Palermo utilizzando un linguaggio “politicamente corretto”, pur non pronunciandosi esplicitamente a favore delle unioni gay lascia chiaramente intendere la sua posizione favorevole. Condanna le discriminazioni contro le persone omosessuali, ma fra le righe appare evidente il tentativo di sancire una certa forma di benevolenza verso le unioni fra persone dello stesso sesso.

Il punto sta nel fatto che qualora Bregantini dovesse ripetere le sue considerazioni in un qualsiasi pubblico evento, partecipando ad un convegno o ad un dibattito televisivo, potrebbe trovare dall’altra parte qualcuno pronto a denunciarlo per omofobia, laddove il monsignore indirettamente lascerebbe supporre che un’unione gay sarebbe comunque “contro natura” in quanto impossibilitata a procreare. Chi potrebbe escludere che le parole di Bregantini non possano essere interpretate come discriminatorie o peggio come istigatrici di omofobia? E siamo sicuri che l’arcivescovo di Campobasso o qualsiasi altro sacerdote che dovesse ripetere certe considerazioni, saranno così fortunati da trovare sempre dei giudici realmente imparziali e disposti ad assolverli da eventuali accuse sulla base di un sacrosanto diritto di esprimere un’opinione?

La sensazione che si percepisce in buona parte del mondo cattolico progressista è proprio il tentativo di sfruttare la legge Zan anche per omologare il clero e la Chiesa al pensiero unico dominante, ad accettare l’ideologia gender e dulcis in fundo ad adattare il Vangelo allo “spirito dei tempi”, cancellando tutte le considerazioni negative che i padri della Chiesa per secoli hanno espresso in merito al peccato di sodomia e ai sodomiti stessi.

E sia chiaro, nessuno sta dicendo che i gay vanno discriminati o peggio perseguitati come avviene in larga parte del mondo islamico, ma non si può neanche pretendere che tutti debbano uniformarsi ad una logica politically correct che porti magari a negare che Dio “maschio e femmina li creò”.

Il silenzio della Chiesa e dei vescovi in merito ai pericoli insiti nelle pieghe del Ddl Zan, o peggio ancora certe recenti dichiarazioni benevolenti come quella del cardinal Bassetti, fanno sorgere due legittime domande: forse alla Cei non hanno esaminato dettagliatamente la proposta di legge e ne ignorano i contenuti? Difficile crederlo. O forse si preferisce assecondare il progetto di punire come omofobi tutti quelli che si opporranno in futuro all’indottrinamento gender e insisteranno nell’affermare come San Giovanni Paolo II che l’omosessualità rappresenta un “disordine morale” e che “le unioni omosessuali sono in aperto contrasto con il progetto di Dio”? E a quale scopo? Per fare in modo che anche dentro la Chiesa si finisca con l’omologarsi tutti all’ideologia arcobaleno delle sinistre fucsia che hanno ormai sostituito la questione sessuale a quella sociale?

La Germania non è poi così lontana da noi se si è pronti a scendere a compromessi con i proponenti il Ddl Zan negandone la pericolosità ideologica di base: “Il vostro parlare sia sì,si, no,no; il di più viene dal maligno”. E non lo ha detto certamente Salvini.

Americo Mascarucci- giornalista e scrittore

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29 commenti

  • Betta ha detto:

    Il mio Parroco, lo scorso anno, ha definito il Cardinale un vecchio pauroso che si nasconde se gli fai Bu e che sta bene solo in qualche osteria di Perugia davanti a un fiasco di quello buono.

  • Lacrima ha detto:

    Bergoglio/Bassetti e compagni, CHI vi ha dato “licenza di uccidere”?

  • Anna Maria De Matteis ha detto:

    : “Rinunciando a difendere Dio, i nostri pastori hanno abbandonato gli uomini: tutti gli uomini, non solo i cattolici. Non hanno più nulla da dire all’uomo. E lo stesso discorso vale per tutti i movimenti e le associazioni cattoliche, tutte completamente assenti in questo frangente in cui una nuova dittatura anti-cristiana si sta affermando, tutte anestetizzate.
    Se non altro questo frangente mette a nudo la reale situazione della Chiesa italiana”. Scrive oggi Riccardo Cascioli, sulla Nuova Bussola Quotidiana. Approvo pienamente e sottoscrivo a “piene mani”.

  • IMMATURO IRRESPONSABILE ha detto:

    Gli errori si pagano: 1) iper-valutazione dei rapporti sessuali, come “dono reciproco”, al di là del fine procreativo. 2) fiducia ingenua nella forza autogenerativa della storia (deformazione mostruosa dell’ azione dello Spirito Santo). 3) fiducia ingenuissima nelle teorie (materialistiche e anticristiane) per cui l’ uomo si deve liberare dalle inibizioni, affidandosi agli istinti e non alla ragione. 4) rinuncia (per timidezza nei confronti del mondo? per indebolimento dottrinale? ) alla manifestazione franca, esplicita, motivata del carattere eminentemente sacro del sacerdozio cattolico. 5) ripudio, a causa di un gigantesco equivoco, dei trionfi della Chiesa, confusi colle miserie dei suoi membri. 6) tragica confusione tra la misericordia per il peccatore e la condanna del peccato. 7) irenismo: anche in questo caso una tragica confusione tra pace di Gesù Cristo (fondata sulla pace tra l’ uomo e Dio) e pace come assenza di conflitto (essenza dell’ anticristo).
    Queste aberrazioni, se de alcuni traditori, presbiteri sopratutto, furono freddamente pensate e tenacemente volute, per molti furono effetto di una cattiva istruzione, subita in buona fede. Ma oggi, tutto concesso, risulta inaccettabile e incredibile la cecità, meglio: l’ autoaccecamento delle gerarchie davanti al disastro (la tendenziale insignificanza sociale della Chiesa).
    Secondo voi, i nostri vescovi hanno la consapevolezza che i loro proclami sono TOTALMENTE ignorati da fedeli e infedeli; e che gli unici che li leggono siamo noi, qui, e in luoghi “attigui” ?

  • Adriana 1 ha detto:

    Questi Gerarchi della Gerarchia non si rendono conto che la cancel-culture finirà per cancellare proprio loro
    ( coautori della medesima), non solo dalla storia, ma perfino da quella attualità cui si aggrappano come cozze allo scoglio,
    gabellando la loro sostanziale indifferenza psichica e dottrinale per ” accettazione” della fragilità mondana allo scopo di essere accettati e mantenuti in auge dal mondo globalista.
    A proposito del decreto Zan, un ragguardevole articolo di Marcello Veneziani ( che in questa epoca di mass-media dissacratori sembra essere l’unico laico impegnato nella ricerca del Sacro).
    http://www.marcelloveneziani.com/uncategorized/la-rabbia-e-lo-sconforto/

  • Donna ha detto:

    Se passa il ddl Zan, Bassetti sa che probabilmente non potrà più citare San Paolo ,( lettera ai Romani 1), ne il CCC, (2357-58-59)ne le Scritture (Lot/Sodoma che a differenza di come “qualcuno ha detto,non si è salvata)?…..mmh però a ben pensarci forse non aspetta altro!

  • Iginio ha detto:

    Come anche nessuno – nessuno – dice mai che amore non è sinonimo di lussuria. Da anni sto aspettando che qualcuno lo dica. Niente.

  • Don Ettore Barbieri ha detto:

    Purtroppo, come osservava Gianni Baget Bozzo già una ventina di anni fa, la cultura cattolica dagli anni Sessanta in avanti soffre di un complesso di inferiorità: in fondo si dà per scontato che esista un mondo definitivamente “lontano” rispetto al quale alle categorie di annuncio e conversione (autenticamente bibliche) si sostituisce quella di dialogo, ammettendo implicitamente che i contenuti del credente e quelli del non credente siano equivalenti.
    In fondo, la storia del dopo concilio è la storia di un peccato contro la speranza. Noi pensiamo già in partenza che i contenuti della fede siano irricevibili per l’uomo moderno, che la sua situazione di lontananza sia “fissata”.
    Il ddl Zan naturalmente non riguarda la fede, ma il diritto naturale, ma il discorso è identico nei modi.
    Il “cristianesimo” di Lorefice è emblematico: si tratta di una sorta di gnosi che si sostituisce alla fede e consiste nell’idea che il cristiano sia là per accogliere e accompagnare, ossia per accettare e approvare i desideri e le situazioni altrui: in poche parole per prostituirsi. Infatti, chi si prostituisce si preoccupa di piacere ai clienti ed è ciò che una parte di cosiddetti cattolici sta facendo da molti anni a questa parte, ben prima di papa Francesco.
    Dietro al progressismo c’è un clericalismo feroce, un attaccamento al potere incredibile: infatti, tutto questo ambaradan viene messo in piedi per essere socialmente rilevanti (e magari giustificare l’8 per mille): questo atteggiamento è speculare a chi da destra vorrebbe ripristinare il trono e l’altare: sono entrambe visioni guidate dalla logica del potere.
    È esistita una cristianità, essa non coincide con la Chiesa, la sua fine non dovrebbe implicare né il volerla restaurare né il prostituirsi per rimanere a galla, ma semplicemente accettare il dato di fatto e ripartire dalla preghiera, dall’annuncio, dalla conversione propria e altrui.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Don Ettore, quando lei scrive “noi pensiamo” chi intende identificare con quel “noi” ? Stessa domanda per “cultura cattolica”.

      • Don Ettore Barbieri ha detto:

        Cultura cattolica, almeno nella accezione in cui la intendeva Baget Bozzo, è l’insieme di tutti quelli che da un certo momento in avanti – anche a fin di bene – hanno pensato di sostituire il dialogo all’annuncio.
        Con “noi” intendo una larga fetta della Chiesa degli ultimi decenni: è un modo di pensare purtroppo diffuso.

        • stilumcuriale emerito ha detto:

          Grazie! ma da quanto ho capito lei non la pensa affatto come la pensano gli appartenenti a quella fetta.

          • Don Ettore Barbieri ha detto:

            Infatti. Però, quando si fa parte di una comunità si resta sempre un po’ condizionati se non nel pensare quantomeno nell’agire, nel senso che certi atteggiamenti e certe mentalità non si può fare altro che subirle almeno in parte.
            L’alternativa sarebbe quella di fare fagotto, ma non è così facile, soprattutto dopo una certa età.
            Ci si sforza di trarre tutto il bene possibile con la consapevolezza però delle storture di fondo. Le faccio.in esempio: lo stile spettacolo delle GMG, con quegli idioti sul palco stile RAI o Mediaset.. Come omologare un momento serio alle solite cretinate televisive, banalizzandolo, almeno in parte.
            Oppure, lo stile di sat 2000, simil talkshow, in cui si parla di santi o di temi molto delicati per la fede, ad esempio l’esorcismo, nello stesso modo con cui si parlerebbe dell’ultimo cantante di Sanremo.
            Inseguimento (inutile) del mondo.
            Vorrei dire altro, ma penso che abbia capito.

    • Iginio ha detto:

      Purtroppo siamo vittime di uno storicismo ridicolo e grottesco. Si pensa che la fede consista solo nel come si vive nella storia presente. E che dire poi del mitico “uomo d’oggi”? E’ da quando sono nato che sento ripetere il ritornello per cui bisogna vivere “come vivono tutti oggi”. Risultato? Mode e mode che cambiano ogni anno. Ormai anche ciò che era di moda quarant’anni o trent’anni fa sembra vecchiume. Purtroppo proprio la memoria corta fa sì che p. es. il ciarpame teorico teologico-pastorale degli anni Settanta ante Giovanni Paolo II sia ritornato a galla e spacciato per novità, con in più la strizzatina d’occhio agli omosessuali.

  • Bastian contrario ha detto:

    Mascarucci fa risalire allo stile Ecumenico conciliarista il compromesso con la politica di cui sembra essere portavoce il cardinale Bassetti.
    Ma dobbiamo capire che, ben prima del Concilio!, ci fu un compromesso forse maggiore con la politica. Costituito dai Patti Lateranensi.
    Dal 1870, ovvero dalla breccia di Porta Pia, le possibilità economiche della Chiesa si erano ridotte in modo notevole. Con i Patti Lateranensi una notevole quantità di denaro si riversò nelle casse vaticane .
    Quindi si venne a creare un legame discutibile tra Chiesa e Stato. Legame che il clero ha, ovviamente cercato di mantenere e incrementare da allora in poi.

  • Davide Scarano ha detto:

    ” e denuncino ogni forme di discriminazione”, afferma il Vescovo di Palermo. A me pare che l’unico soggetto discriminato sia la Famiglia, sul piano politico, sociale ed economico. Osservo che quell”ogni”, è segno di chi non vuole vedere l’essenza della crisi dell’Occidente, divenuto incapace di partorire progetti che abbiano respiro superiore a quello di un DpCM e la cui razionalità si sta trasformando in “risposta allo stimolo” simile a quella studiata nel celeberrimo esperimento del “cane di Pavlov”.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Bé insomma… dai riflessi condizionati di Pavlov al giorno d’oggi la psicologia sperimentale e la neurofisiologia qualche passino avanti l’hanno fatto, come la cultura mondiale del resto….Tra la produzione di succhi gastrici come risposta al suono di un campanello e la scrittura di una enciclica papale che ha l’intento di cambiare il mondo qualche piccola differenza c’è. Così almeno mi pare.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Non ho difficoltà ad ammettere che mi riesce molto difficile e indigesta la lettura – al solo scopo di cercare di capirci qualcosa – di paginate su paginate che dipingono dal vivo esercizi di alta acrobazia verbale.
    Al presidente dei vescovi italiani è stato richiesto un chiarimento, pubblicato dal Corriere, sull’infelice frase in riferimento al ddl Zan «andrebbe più corretto che affossato», che “da cittadino” – ha spiegato – reputa “scritto male”. Non è la prima volta che il card. Bassetti ed altri membri del clero, a tutti i livelli, a causa del loro cerchiobottismo finiscono col trovarsi nella scomoda condizione di dover spiegarsi meglio, e il più delle volte eludono le domande.
    Nell’intervista ammette di aver sempre sostenuto che «non ci fosse bisogno di questo disegno di legge» e che debba essere scongiurata la “confusione antropologica” sulla differenza uomo-donna, “progetto di Dio sull’umanità”, “verità di fondo” che la Chiesa cattolica continuerà ad insegnare. «Questo non vuol dire che non si debbano accettare o accogliere le scelte diverse, le varie situazioni esistenziali, le fragilità». Si vuole accentuare la protezione, già prevista da leggi in vigore? Lo si faccia, concede il card. Bassetti, ma «Con chiarezza e senza ambiguità».
    Come da più parti rilevato, non mi sembra ci sia stata finora una levata di scudi, forte e chiara, in difesa di quelli che una volta venivano ritenuti “valori non negoziabili”. Qualche balbettio, sì. Ma non tale da farlo catalogare come chiaro e inequivocabile.
    Medice, cura te ipsum!

    • Davide Scarano ha detto:

      E’ più caritatevole un medico che cura la malattia dei propri pazienti o quello che accetta le altrui “fragilità esistenziali”? Tale semplice esempio si potrebbe applicare al Maestro che educa i propri alunni e perfino ai Pastori che curano le anime loro affidate.
      Rimuovere l’idea del Bene e del Male non abolisce la discriminazione, abolisce l’attività di coloro che sono in grado di curarne le ferite. Vi dovrebbe essere poi un generale principio di prudenza che consiste nel prestare attenzione alla differenza tra principi morali e gli effetti degli stessi nel vivere quotidiano.
      Qualsiasi norma, appena approvata, diventa costume, cioè esempio, regola accettata dalla comunità, quindi prima di esprimere un’opinione bisognerebbe capire se le proprie parole, pur animate da nobili intenzioni, non espongano al pericolo più vite di quante ne dovrebbero salvare.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Oltretutto il termine fobia è sbagliato. Nel vocabolario della lingua italiana Treccani è detto:
    fobìa s. f. [uso sostantivato del suffisso prec.]. – In psichiatria, disturbo psichico consistente in una paura angosciosa destata da una determinata situazione, dalla vista di un oggetto o da una semplice rappresentazione mentale, che pur essendo riconosciuta come irragionevole non può essere dominata e obbliga a un comportamento, inteso, di solito, a evitare o a mascherare la situazione paventata; prende nomi diversi a seconda del suo contenuto: agorafobia, claustrofobia, ereutofobia, ecc.

    Ora se da bambini siamo stati aggrediti da un cane, è molto probabile che per tutta la vita abbiamo paura di qualsiasi cane e tendiamo ad evitare ogni contatto ravvicinato con un cane, fosse anche un minuscolo Chihuahua.
    Ma non mi pare che le persone che disapprovano la condotta dei gay siano state tutte impaurite da un gay. La disapprovazione parte da ben altre e più alte considerazioni di carattere etico e morale.

    • : ha detto:

      Anche “omofobia” è semanticamente sbagliato, anche se i vocabolari degli ultimi tempi dànno al vocabolo il significato col quale viene comunemente usato. Un (vocabolario) Palazzi del 1929, un Garzanti del 1968 e il Dizionario Enciclopedico Treccani del 1970 non riportano proprio tale vocabolo; eppure a quei tempi l’avversione nei confronti degli omosessuali, o quanto meno alle loro pratiche (visto che questo è il significato che oggi si vuol dare alla parola) era senz’altro maggiore di oggi.

      Il prefisso “omo”, ci dicono i vocabolari, ha il significato di “simile”, “uguale”. Cosa c’entrano gli omosessuali? Certo, nella parola “omosessuale” il significato che le si dà è in sé corretto; ma il termine “omofobo”, non c’è alcun motivo che sei debba riferire a loro, più di quanto si possa riferire a “omonimo” o “omofiliaco” od “omogeneo”. L’unica cosa che accomuna tutti questi vocaboli è il prefisso “omo”. Se proprio si vuol dare un significato a quel termine, dovrebbe avvicinarsi a quello di “misantropo”, o qualcosa del genere.

      Un paio di anni fa mi capitò di ordinare alcuni libri gialli di autori classici, e quindi datati (un po’ di relax in questa terribile epoca serve a ricaricare le batterie, come suol dirsi). Ad un certo punto rimasi meravigliato, leggendo uno di quei romanzi (mi pare di Simenon – Commissario Maigret) d’imbattermi nella parola “omofobo”, del tutto fuori tempo per l’epoca in cui era stato scritto il romanzo (primi anni ’60). Ma dal contesto si capiva perfettamente che aveva il significato di “introverso”, alieno dalla compagnia di altre persone; l’autore stava descrivendo la personalità di un personaggio del romanzo. La versione del romanzo era originale, di quell’epoca, non una ristampa moderna. Penso che il traduttore italiano, pur se il vocabolo non era comune nella nostra lingua, l’abbia tradotto quasi alla lettera dal francese, che forse a quel tempo aveva quel significato. Comunque nel romanzo aveva quel significato. E secondo me, è ben più corretto di quello che s’intende oggi.

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Si può essere anti fascisti, anti juventini, anti leghisti, anti cattolici, ma non anti lgbt?
    Il popolo degli arraffoni e dei buonisti merita che le sue donne finiscano infibulate o in un harem e i suoi uomini finiscano come eunuchi a guardia degli harem. Con tutto il rispetto, anche i preti “del dialogo”.
    Ai difensori della verità, l’onore della resistenza a oltranza.

  • Zuzzerellone ha detto:

    In tv hanno intervistato a caso qualche passante, chiedendo loro se conoscessero il contenuto di detta legge. Solo uno , su una diecina di intervistati sapeva quale fosse l’argomento di detta legge.
    Questo dimostra che la maggior parte del popolo non si interessa della politica e quindi ragiona solamente mediante slogan.
    Il che è grave per quanto riguarda la competenza politica del popolo italiano.

  • Iginio ha detto:

    Il tentativo è quello di far passare le critiche come una battaglia di retroguardia. E del resto l’impressione è questa.
    Chi è che oggi a qualsiasi livello si azzarda a dire che l’omosessualità è peccato? Trovatemi qualcuno che lo dica apertamente e pubblicamente (vale a dire: non qui).
    Così come ovviamente nessuno sta più a dire che i rapporti sessuali extramatrimoniali sono peccato, che non si va a convivere senza sposarsi, che la contraccezione è peccato eccetera.
    C’è qualcuno che dice ancora pubblicamente queste cose?

    Per inciso: salutino a Mattarella il quale ha intimato che non si devono discriminare gli omosessuali. Bravo, eh, non sia mai che qualcuno ti critichi, se no la procura di Roma indaga e la polizia perquisisce. Magari poi un giorno gli chiederemo se sino a trent’anni fa si fosse mai posto il problema e perché se lo ponga oggi.

    • Bianca ha detto:

      L’omosessualità ha la caratteristica di essere ribadita dal dettato biblico più e più volte. Sia nell’antico che nel nuovo Testamento.
      È proprio vero : oggi si può essere antifascisti ma non anticomunisti, si può essere a favore della raccolta differenziata ma non si può essere a favore della energia nucleare, si può essere anticristiani ma non si può essere anti-islam.
      Si può essere contro Beethoven, ma non contro Fedez. E soprattutto non si deve leggere la Divina Commedia se Maometto non è in Paradiso .

  • Toto ha detto:

    io spiegare perché.
    perché legge Zan , come legge su aborto, come legge su divorzio ,ecc. deve esser realizzata con due o tre velocità , partendo da quello che è giusto e subito accettabile dopo aver fatto prendere paura ai vari Coghe e Brandi . Poi deve esser confusa sui colpiti dalla diffamazione , la legge Zan si applica alla diffamazione dei “disabili” esattamente come a quella dei Lgbtd . Bassetti ci mette il naso conscio che : basta discriminare , altrimenti in seminario chi ci entra più…?

    • Anonimo verace ha detto:

      Mai come oggi sono stati pubblicati tanti libri sul monachesimo, visto come fuga dal mondo per dedicarsi totalmente a Cristo.
      E vengono anche pubblicati libri sui monasteri ancora vivi e attivi.
      Se la prospettiva per chi entra in seminario fosse quella di un matrimonio dopo la conclusione degli studi e prima dell’ordinazione, probabilmente gli omosessuali si terrebbero ben lontani dai seminari. Quello che non avete ben chiaro è la vera e propria gimnofobia di alcuni omosessuali nel confronto del genere femminile.
      La scelta quindi dovrebbe essere tra sacerdozio uxorato e monachesimo. In entrambi i casi gli omosessuali non sono contemplati.

      • Iginio ha detto:

        Guardi che, laddove è previsto il sacerdozio uxorato, non è mica obbligatorio. E ci mancherebbe. Oltretutto ormai trovare una ragazza che accetti di sacrificarsi per sposare un prete sta diventando difficile anche nei paesi ortodossi.
        Per il resto, ho sempre detto che gli omosessuali maschi andrebbero definiti ginecofobi (le femmine androfobe). Pretendere di avere un figlio con l’utero di una estranea in affitto ne è una prova lampante: siccome la donna gli fa schifo, l’omosessuale si limita ad affittarla senza toccarla. Geniale, a suo modo.