Mascarucci. L’Attentato a Wojtyla e la Chimera delle Complicità Vaticane…
14 Maggio 2021
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, Americo Mascarucci ci offre questa riflessione sull’attentato a Giovanni Paolo II, partendo dai fantastici racconti di Ali Agca e esaminando la realtà delle visioni diverse in tema di politica estera fra Wojtyla e Casaroli.
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Attentato a San Giovanni Paolo II. La “pista” delle complicità vaticane
Fra le tante balle clamorose sull’attentato a Giovanni Paolo II raccontate da Alì Agca, c’è stata anche quella secondo cui a commissionare l’attentato sarebbe stato addirittura l’allora segretario di Stato Agostino Casaroli, il quale però pare non avrebbe voluto che il papa fosse ucciso, ma soltanto ferito a scopo intimidatorio per convincerlo ad appoggiare la politica dell’Ostpolitik, ovvero il dialogo con il mondo comunista. Un’altra bufala altrettanto clamorosa raccontata dall’ex lupo grigio, riguarderebbe l’ayatollah Khomeini da cui sarebbe partito l’ordine di uccidere il papa; ma anche questa tesi fu subito smontata, ritenendo impossibile che un capo sciita potesse affidare una simile missione ad un sunnita. Tuttavia lo speciale de La7 curato da Andrea Purgatori, in cui si sono sollevati seri dubbi circa la famigerata “pista bulgara” alla quale pare non avesse mai creduto nemmeno San Giovanni Paolo II, ha riaperto il dibattito.
Di certo la tesi di un Casaroli mandante diretto dell’attentato non sta in piedi (visto che per giunta è stata tirata fuori quando era già morto e quindi impossibilitato a difendersi), anche se prende le mosse da un fatto oggettivo, ovvero le divergenze profonde che esistevano fra Giovanni Paolo II e Casaroli in merito ai rapporti da tenere con i regimi comunisti e ad un pesante clima di diffidenza che venne a crearsi fra i fedelissimi del papa e la Curia.
E’ vero, perché confermato da fonti attendibili, che durante i giorni immediatamente successivi all’attentato e durante tutto il periodo della convalescenza, il segretario di Wojtyla Stanisław Jan Dziwisz e le suore polacche che assistevano il pontefice, eressero una vera e propria “barriera protettiva” a difesa dell’appartamento e dell’ufficio del papa, impedendo qualsiasi intromissione da parte di soggetti appartenenti alla Segreteria di Stato. Ci sono testimonianze raccolte anche in alcuni libri d’inchiesta più o meno complottisti, che raccontano di come da quel momento nei confronti della sicurezza del papa ci fu un controllo ferreo da parte dei suoi più stretti collaboratori, al punto da temere che una sospetta infezione nella fase di convalescenza post attentato, esplosa immediatamente dopo il ritorno in Vaticano, potesse essere il sintomo di un avvelenamento (per questo furono fatti esaminare tutti i farmaci che il pontefice assumeva). C’è chi ha addirittura parlato di una tensione fra l’entourage papale e la Curia mai vista prima, un gelo che si faticò moltissimo a superare.
E’ inoltre confermato che il cardinale Stefan Wyszyński, arcivescovo di Varsavia sconsigliò caldamente Wojtyla dal nominare Casaroli segretario di Stato proprio in virtù della sua politica aperturista nei confronti del blocco sovietico. Ma Giovanni Paolo II era il primo papa straniero in una Curia interamente controllata dal “partito italiano” e dagli eredi della stagione di Paolo VI. Casaroli fu una scelta obbligata per non andare allo scontro con la Curia pur sapendo che il cardinale era molto distante ideologicamente da lui.
Che Giovanni Paolo II possa aver sospettato di Casaroli in merito al suo attentato è inoltre smentito dal fatto che il segretario di Stato è poi rimasto al suo posto per altri nove anni, ovvero fino al 1990 quando presentò le dimissioni per raggiunti limiti di età. Ma certo è che sulla vicenda dell’attentato restano troppi i misteri da chiarire.
Wojtyla comunque la si pensi era un papa scomodo, non soltanto per i sovietici, ma anche per certi ambienti di Curia legati a doppio filo anche alla massoneria (se ne può trovare traccia nel libro “Vaticano Massone” di Galeazzi e Pinotti) , che in perfetto spirito conciliare guardavano con grande favore ad un incontro fra la Chiesa e il comunismo, superando la “guerra fredda” . Quegli stessi ambienti che in Casaroli e nel ministro degli Esteri Achille Silvestrini (entrambi sarebbero stati massoni a detta della rivista Op di Mino Pecorelli) avevano i loro punti di riferimento; proprio Silvestrini del resto fu l’ambasciatore del “compromesso storico” in Vaticano, ovvero il principale sostenitore del progetto di Aldo Moro di portare il Pci al governo contro l’ostilità degli Stati Uniti.
Un papa chiaramente anticomunista, che era pronto a sfidare i comunisti andando in Polonia e dando forza e speranza al dissenso dei cattolici, era malvisto anche forse da quei cattolici che stavano costruendo una formula politica in cui cristianesimo e marxismo fossero finalmente alleati (le prove generali del resto si erano già avute con il referendum sul divorzio e con la partecipazione di esponenti cattolici nelle liste del Pci). Da qui a dire che Casaroli, o chi gli stava intorno, fosse coinvolto nell’attentato ovviamente ce ne corre. Ma che i sovietici avessero degli infiltrati anche fra le porpore non è certo una bestemmia.
Agca quindi nel suo festival delle balle, ha probabilmente trovato utile inventare la panzana sul Casaroli mandante proprio facendo leva sui sospetti che circolavano dentro e fuori i sacri palazzi in merito alle diffidenze intercorse fra il papa e la Segreteria di Stato nei giorni immediatamente successivi all’attentato (non è detto che possa aver pure avuto qualche imbeccata in merito) quando nelle stanze papali si sospettava di tutti, anche forse delle stesse ombre.
Supposizioni certo, ma proprio come raccontato da Silvestrini, dopo l’attentato e per molti mesi a seguire, i rapporti fra le stanze papali e la Segreteria di Stato si raffreddarono pesantemente, al punto che Wojtyla decise di andare avanti con la sua lotta frontale al comunismo contro la prudenza diplomatica di Casaroli, sostenendo apertamente (e soprattutto finanziariamente) la lotta di Solidarnosc e incentivando la sua opposizione in America Latina alla Teologia della Liberazione contro la quale si era già pronunciato nel 1979 durante la sua visita in Messico. Una cosa è certa, chiunque tentò di eliminare Wojtyla vedendo in lui un pericolo per la tenuta del comunismo, dentro o fuori il Vaticano, andrebbe senza dubbio ringraziato, perché fu da allora che il mondo non fu più lo stesso.
Americo Mascarucci- giornalista e scrittore
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Ecco il collegamento per il libro in italiano.
And here is the link to the book in English.
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Tag: anca, attentato, casaroli, mascarucci
Categoria: Generale
Con tutto il rispetto per il giornalista Mascarucci, devo dire che egli non porta una sola prova contro il coinvolgimento di Casaroli nell’ attentato a Giovanni Paolo II.
Esprime una convinzione, ma senza alcun fondamento.
Buona domenica!
Prove di che mi scusi? Le prove le devono portare quelli che credono all’ennesima balla raccontata dal mentitore turco visto che il coinvolgimento di Casaroli nessuno lo ha dimostrato. Fra l’altro nel valzer delle bufale si e pure inventato che GpII nell’incontro in carcere gli confido’ di sapere che ad organizzare tutto era stato Casaroli. Che pero’ al di la’ delle divergenze in materia di politica estera si e’ tenuto accanto per altri nove anni. Mi pare ci sia poco da dimostrare..
“A me sembra che il problema vero non sia mai stato il comunismo”. Un conto è avere dei sindaci come Peppone che è avversato da preti come Don Camillo nel “piccolo mondo” di Guareschi, altro è il giudizio sul comunismo storico. Tra i tanti esempi che potrei fare, oltre al celebre “libro nero del comunismo”, consiglio di leggere “ho creduto nei Khmer rossi”. Ecco: in quel contesto bastavano gli occhiali per essere considerato un “nemico del sistema” ed io, fin da tenera età, ero già “nemico del sistema” o, in alternativa, inidoneo allo svolgimento di molte normali attività. Che poi il mondo che si profila sia peggiore del comunismo “ante muro di Berlino”, non può far dimenticare gli errori e gli orrori politici ed ideologici del passato.
A me sembra che il problema vero non sia mai stato il comunismo, ma l’apostasia della Chiesa nelle sue più intime fibre, dai fedeli privi di catechismo da circa un cinquantennio (dopo il Vaticano II l’opera di san Pio X fu subito buttata) fino all’ultimo pastore. Il comunismo è soltanto una delle tante manifestazioni storiche della gnosi e la sconfitta di quello sovietico né è la fine del comunismo (Cina, Corea del Nord, ecc.) né tanto meno è la fine della gnosi, che anzi è rientrata dapprima alla chetichella e poi con sempre maggiore clamore nella Chiesa, tutto infestando, dalla teologia (lex credendi) al culto (lex orandi). San Giovanni Paolo si oppose, come anche l’ultimo Paolo VI (quello della “Humanae vitae” e del drammatico ma tardivo allarme circa il “fumo di Satana”). Si oppose soprattutto Benedetto XVI, che però è parso sconfitto, addirittura fuggiasco in rotta rovinosa. Ma se l’uno era polacco, questi è tedesco e non escludo che come certi grandi condottieri della sua Nazione ci riservi una controffensiva clamorosa dopo una ritirata in realtà soltanto strategica. Chi vivrà vedrà.
Credo che Papa Benedetto 16 abbia combattuto eroicamente ma che ad un certo punto si sia reso conto che la situazione era peggiore di ciò che avesse sempre immaginato, magari aveva capito che tanti dentro e fuori la gerarchia su cui egli aveva contato erano passati sul fronte opposto o non erano mai stati dalla parte veramente della fede cristiana, penso a “ratzingeriani di ferro” come il Cardinale Shonborg solo per fare un nome. Di recente mons Gaenswein ha rivelato che Papa Benedetto era convinto che gli rimanessero pochi mesi di vita, secondo me tutto questo lo ha convinto a dimettersi. Sicuramente non immaginava che l ‘ apostasia nella Chiesa travolgesse tutto e tutti in così poco tempo. Riguardo ad un suo eventuale ritorno in scena, non credo sia possibile, adesso veramente egli è troppo vicino al Paradiso, di sicuro la sua dipartita accelerera gli eventi e non credo che saranno lieti…. Buona giornata
Mah, per quanto riguarda il mondo “migliore” io non avrei tutta questa certezza. Tantomeno per il comunismo, anzi! Saluti.
Massimiliano
Ecco cosa dice la La MADONNA riguardo papa S GIOVANNI PAOLO II :
Salisburgo (Austria), 13 MAGGIO 1991. Anniversario della prima apparizione a Fatima.
🌹IL PAPA DEL MIO SEGRETO.
«Oggi siete raccolti qui, in questo mio venerato Santuario, in un Cenacolo così numeroso di sacerdoti e di fedeli del mio Movimento Sacerdotale Mariano.
Ricordate così l’anniversario della mia prima Apparizione, avvenuta in Fatima il 13 maggio 1917.
Spiritualmente vi sentite molto uniti al mio Papa Giovanni Paolo II, questo dono prezioso che il mio Cuore Immacolato vi ha fatto e che, in questi stessi momenti, si trova in preghiera nella Cova da Iria, per ringraziarmi della materna e straordinaria protezione che Io gli ho dato, salvandogli la vita, nella circostanza del cruento attentato, avvenuto dieci anni fa in piazza San Pietro.
Oggi vi confermo che questo è il Papa del mio segreto;
il Papa di cui ho parlato ai bambini durante le apparizioni; il Papa del mio amore e del mio dolore.
🔹Con tanto coraggio e con sovrumana fortezza, Egli va in ogni parte del mondo, non curandosi delle fatiche e dei numerosi pericoli, per
confermare tutti nella fede, adempiendo così al suo MINISTERO apostolico di
Successore di Pietro, di Vicario di Cristo, di Pastore universale della Santa Chiesa Cattolica, fondata sulla roccia da mio figlio Gesù.
Il Papa dona a tutti la luce di Cristo, in questi tempi di grande oscurità.
Conferma con vigore nelle verità della fede, in questi tempi di generale apostasia.
Invita a camminare sulla strada dell’amore e della pace, in questi tempi di violenza, di odio, di disordini e di guerre.
▪️Il mio Cuore Immacolato è ferito nel vedere come, attorno a Lui, si diffondano il vuoto e
l’indifferenza;
la CONTESTAZIONE da parte di alcuni miei poveri figli vescovi, sacerdoti, religiosi e fedeli;
LA SUPERBA OPPOSIZIONE AL SUO MAGISTERO.
Per questo oggi la mia Chiesa è lacerata da una profonda DIVISIONE; è minacciata dalla perdita della vera fede; è pervasa da un’infedeltà che si fa sempre più grande.
▪️Quando questo Papa avrà compiuto il compito che Gesù gli ha affidato ed Io scenderò dal cielo ad accogliere il suo sacrificio, TUTTI SARETE AVVOLTI DA UNA DENSA TENEBRA di APOSTASIA CHE SARÀ ALLORA DIVENTATA GENERALE.
Rimarrà fedele solo quel PICCOLO RESTO che, in questi anni, accogliendo il mio materno invito, si è lasciato racchiudere dentro il RIFUGIO SICURO del MIO CUORE IMMACOLATO.
E sarà questo piccolo resto fedele, da Me preparato e formato, che avrà il compito di ricevere il Cristo che tornerà a voi nella gloria, dando così inizio alla nuova era che vi attende».
“I figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce”…!!! È vero il muro di Berlino crollò…ma in tanti iniziarono a costruirne uno più bello…più lungo…più massiccio…che cingesse l’Europa intera…! Un muro più inclusivo,diciamo così,e molto più creativo…non più i soliti vecchi e tristi mattoni o grigie pietre…no un muro artistico…fatto di ponti…arcobaleni…bandiere della pace…e tanti tanti colori…su uno sfondo rosso acceso…nessuno così poteva più picconarlo e tantomeno provare a scavalcarlo…Non era sicuramente questo il mondo cui auspicava Papa Wojtyla
Apprezzo molto il tono del suo commento, mi faccia però dire che molti “figli della luce” si sono concessi una lunga vacanza ovvero hanno messo in lockdown le sinapsi per evitare di elaborare pensieri ed analisi su ciò che sta avvenendo.
Il mio voleva essere un paradosso…chi tentò di eliminare Wojtyla per paura che potesse nuocere al comunismo ottenne l’effetto opposto….per assurdo andrebbe ringraziato…..per chiarire il senso di ciò che intendevo
Ammetta però che rimane una frase infelice, come pure il concetto che la ispira troppo simile alla promozione morale di Giuda.
abbiamo ascoltato la trasmissione su la7 di Andrea Purgatori. Due cose ci hanno meravigliato e turbato .
La prima : Purgatori spiega i sospetti sulla segreteria di Stato di Casaroli , sulla massoneria di Gelli e sull’Opus Dei , con una considerazione che ha lasciato perplessi , che cioè l’Opus fosse contraria alla Ostpolitik di San GP II . Sciocchezza assoluta , Joaquin NavarroVals , numerario dell’OD , medico e giornalista , era portavoce ed assistente del Papa , la persona più vicina al santo Padre. . L’OD amava il Papa e ancora oggi deve molto a san GP II , che autorizzò la Prelatura . L’OD è sempre stata vicino al santo Padre fino alla fine. Troviamo essere una mistificazione grave questa osservazione del conduttore di La7, meritevole di biasimo .
La seconda: viene fatto parlare un esperto balistico sconosciuto che assicura che i proiettili sparati dalla pistola di Ali non fossero per uccidere ma solo per ferire . Quindi GP II è stato solo ferito per spaventarlo ? I medici intervenuti hanno detto e dicono il contrario , il colpo era destinato ad assassinare il santo Padre , e fu un intervento miracoloso , attribuito alla Madonna di Fatima a proteggerlo , Ci domandiamo con quale criterio possano essere scelte queste testimonianze . Ancora una considerazione a conferma del secondo punto, si è sostenuto che se si fosse voluto assassinare realmente GP II si sarebbe usato un cecchino con un arma di precisione e non un killer con pistola in mezzo alla folla, Crediamo che la scelta del killer in mezzo alla folla sia stata strategica per lasciare un testimone intelligente e abile come Ali destinato a confondere le investigazioni, come è stato. Ma poi in piazza s.Pietro dove si sarebbe collocato un cecchino ? S.Pietro è circondata da palazzi della S.Sede , il cecchino si sarebbe dovuto vestire da prete e avrebbe avuto bisogno troppi complici per introdursi con un arma e sparare . Roba da romanzi alla DanBrown.
“Una cosa è certa, chiunque tentò di eliminare Wojtyla vedendo in lui un pericolo per la tenuta del comunismo, dentro o fuori il Vaticano, andrebbe senza dubbio ringraziato, perché fu da allora che il mondo non fu più lo stesso”.
Quindi il mondo cambiò in meglio? L’attentato diede impulso alla nascita di un “mondo migliore”?
Enrico,
grazie per aver anticipato la medesima mia domanda.
Si tratta di una frase davvero ” strana”.
Non volevo … per me sempre prima le signore 😊
Ciao!
Il mio riferimento era alla caduta del comunismo……iniziò il lento e graduale processo di disgregamento del blocco sovietico culminato alla fine degli anni ottanta…….
Non all’ingresso di un locale o di una diatriba. Compito del cavaliere sarebbe di entrare per primo allo scopo di difendere la signora da eventuali sorprese :-)…o così era un tempo.
Certamente.
Soltanto che non considero Stilum Curiae come la taverna in cui fan finta di sonnecchiare gli sgherri di Richelieu né il nostro Mascarucci alla stregua di un Rochefort 😂