L’Opinione di Aurelio Porfiri. Il Divergente Cattolico. E non solo…

1 Maggio 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, In questo video Aurelio Porfiri prende spunto dal film “Divergent” per parlare brevemente delle etichette date con molta facilità nel mondo cattolico; e non solo. Buona visione e buon ascolto. 

§§§




Ecco il collegamento per il libro in italiano.

And here is the link to the book in English. 


STILUM CURIAE HA UN CANALE SU TELEGRAM

 @marcotosatti

(su TELEGRAM c’è anche un gruppo Stilum Curiae…)

E ANCHE SU VK.COM

stilumcuriae

SU FACEBOOK

cercate

seguite

Marco Tosatti




SE PENSATE CHE

 STILUM CURIAE SIA UTILE

SE PENSATE CHE

SENZA STILUM CURIAE 

 L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA

 AIUTATE STILUM CURIAE!

ANDATE ALLA HOME PAGE

SOTTO LA BIOGRAFIA

OPPURE CLICKATE QUI




Questo blog è il seguito naturale di San Pietro e Dintorni, presente su “La Stampa” fino a quando non fu troppo molesto.  Per chi fosse interessato al lavoro già svolto, ecco il link a San Pietro e Dintorni.

Se volete ricevere i nuovi articoli del blog, scrivete la vostra mail nella finestra a fianco.

L’articolo vi ha interessato? Condividetelo, se volete, sui social network, usando gli strumenti qui sotto.

Se invece volete aiutare sacerdoti “scomodi” in difficoltà, qui trovate il sito della Società di San Martino di Tours e di San Pio di Pietrelcina

   

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: ,

Categoria:

1 commento

  • arrendersi all'evidenza ha detto:

    Molto intelligente!
    L’etichetta è infedele, soprattutto se ad appiccicartela è chi decide quale devi metterti addosso.
    Il cattolico può essere definito “cane sciolto” rispetto alle mode (al mondo)? Può essere una non etichetta, un segno distintivo, non messo da uomini e mondo.
    Proprio come il segno della croce, che distingue chi viene dalla Verità e dunque rende liberi.
    Gli appiccicatori di etichette possono decidere della vita e della morte di chi avesse nella lista l’ingrediente che risulta sgradito al potente di turno.
    Il segno della croce sembra un segno solo di morte e invece apre alla vita che non muore.
    E’ tutta un’altra cosa.
    Ringraziamo Dio di essere cristiani, rifiutando le etichette degli uomini, soprattutto se dovesse blandirci definendoci utili idioti ai progetti del mondo e di chi vi regna, senza aver capito quasi nulla: la croce resta stoltezza e debolezza per chi si pensa intelligente e potente. Una donna ha consegnato alla storia umana il Verbo incarnato con il suo sì, nell’umiltà della preghiera del Magnificat, nella consapevolezza mediatrice di grazie di Cana (fate quello che vi dirà), sapendo stare sotto la croce del figlio da corredentrice.
    Si può, con lei. Talmente “inafferrabile” per ogni etichetta cornuta che DI LEI NUMQUAM SATIS!