Russo e Boccacci. Da Quanto Dura il Post Concilio? Da Duemila Anni…

15 Aprile 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Sergio Russo, il nostro artigiano scrittore, e Rosanna Boccacci ci offrono questa riflessione su un Post Concilio che, in realtà, nella loro visione, dura da almeno un paio di millenni…in un confronto inesausto e forse inesauribile fra due Chiese. Buona lettura, e buona discussione. 

 

UN INSOSPETTATO DOPO-CONCILIO, INIZIATO GIÀ DUEMILA ANNI FA, ALL’INDOMANI DI QUELLO DI GERUSALEMME…

 

«… Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi,

di non imporvi nessun altro obbligo

al di fuori di queste cose necessarie…»

(cfr At 15,1-31)

   Come hanno meravigliosamente scritto due grandi teologi dei nostri tempi, padre Julio Meinvielle[1] e don Ennio Innocenti,[2] esistono due tipi di “gnosi”, o conoscenza: la prima è la vera e propria gnosi (“pura”), cioè quel processo conoscitivo che, partendo dalla sfera fisica si estende fino a quella metafisica. Ed essa è detta “pura”, poiché apprezza l’Infinito Sussistente e, di conseguenza, l’uomo capace dell’Infinito…

Viceversa, la gnosi “spuria”, vale a dire falsata, è invece corrotta, in relazione alla vera sapienza trasmessa da Dio all’uomo. Ed essa, incessantemente agisce come una radice avvelenata, e continua ad essere piantata nel corso dei secoli, alimentando l’empietà: è il processo di rivoluzione permanente, che attacca dal di fuori e dal di dentro la Chiesa e la Civiltà Cristiana.

Entrambi i teologi poi, notano acutamente – e al medesimo tempo lanciano l’allarme – che il mondo dell’Anticristo sta avanzando, sempre più velocemente, e tutto oggigiorno concorre a quella “unificazione totalitaria”, ostinatamente perseguita dal “figlio di perdizione.”

È da ciò che proviene altresì il successo del progressismo, e quindi… il cristianesimo, o si secolarizza, oppure si ateizza.

Ed è proprio questa quell’apostasia universale, nella vita pubblica e privata, in cui s’incammina il mondo odierno.

E così, come la Chiesa ebbe il suo inizio quale semente piccolissima, e si fece albero, ed albero frondoso, egualmente essa può ridursi nella sua “frondosità”, assumendo una realtà molto più modesta.

Noi sappiamo che il mysterium iniquitatis è già all’opera, però non conosciamo i limiti del suo potere. Tuttavia, non vi è alcuna difficoltà ad ammettere che la Chiesa della “pubblicità” – cioè quella Chiesa che il mondo percepisce e, di conseguenza, ammira – magnificata dalla propaganda, possa un giorno (e questo è oggi sotto gli occhi di tutti o, ancor meglio, di coloro che vogliono vedere) essere conquistata dal Nemico, convertendosi così, da Chiesa cattolica in Chiesa gnostica.

Si avranno allora due Chiese: la prima, quella della “pubblicità”, osannata dal mondo, con vescovi, sacerdoti e teologi da talk-show, tutti facenti capo ad un Pontefice di “attitudini ambigue”(il Vescovo vestito di bianco, nella grandiosa profezia di Fatima); mentre la seconda, sarà la “Chiesa del Silenzio”, con un Papa (il vero “Santo Padre che, mezzo tremulo afflitto di dolore e di pena, prega per le anime dei cadaveri…”, ancora secondo Fatima) fedele a Gesù Cristo nel suo insegnamento, e quasi rinchiuso e relegato all’interno del “recinto di san Pietro”, con alcuni Vescovi (ma questi… soltanto alcuni!), Sacerdoti e Fedeli che gli sono devoti, sparsi come pusillis grex per tutta la terra.

E tuttavia solamente quest’ultima sarebbe la Chiesa delle Promesse, non la prima, che può disertare da tali promesse. Ma un unico “papa”, presiederebbe ad entrambe le Chiese, le quali apparentemente ed esteriormente pur tuttavia, non sembreranno che essere una soltanto…

E proprio questo “papa” (ma in verità tale non lo è), attraverso i suoi atteggiamenti ambigui, contribuirà a favorire il mantenimento di un paradossale “equivoco”: da un lato infatti, costui sembrerà professare una “dottrina impeccabile”, trovandosi anche a capo della Chiesa delle Promesse; d’altro canto però, nel produrre fatti (ché tecnicamente questi si definiscono: una pastorale): equivoca, se non persino riprovevole, tanto da sembrare appunto incoraggiare la sovversione, come pure la permanenza e la penetrazione della falsa gnosi, volta ad inquinare la vera Dottrina.[3]

 

Pertanto, contro la vera Dottrina, cattolica ed universale, sin dall’inizio cominciarono ad operare due “correnti” spirituali, destinate a dare man forte alla penetrazione, sempre più subdola e capillare, di quella gnosi spuria appunto, all’interno della Chiesa e della Civiltà Cristiana.

Agli inizi del Cristianesimo quindi, i sostenitori di queste due “correnti” vennero subito individuati dalla sacra Tradizione con gli eloquenti termini di “giudei” e di “greci”. Per giungere infine, lungo i venti secoli di storia della Chiesa – avendo cambiato, nel loro percorso, più e più volte nomi e sembianze – sino ai nostri giorni, proprio sul finire del secondo millennio di vita cristiana, ad assumere oggigiorno, i noti appellativi di: “tradizionalisti” e “progressisti.”

Immutata tuttavia è rimasta (nelle suddette due categorie) quella loro peculiare disapprovazione, pervicacemente esibita, soprattutto nei riguardi di tutti quei credenti, i quali possiedono invece – contrariamente a costoro – sia una disarmante semplicità, che un profondo discernimento (ed è questo il cosiddetto sensum fidei), che li rende intuitivamente capaci di riconoscere, senza esitazione alcuna, quando a parlare è l’amorevole “Voce del Pastore.”

Ed infatti, oggi come ieri, i giudeo/tradizionalisti dicono: SCANDALO! Ed altrettanto fanno i greco/progressisti, ripetendo: STOLTEZZA!

 

Nella Chiesa contemporanea abbiamo tuttavia a disposizione, e proprio in questi nostri tempi, quasi una sorta di “cartina al tornasole”, in grado di rivelare immediatamente tali livelli di giudeo-tradizionalismo e di greco-progressismo, che si annidano fra i membri (a vario titolo e grado) della Gerarchia ecclesiale, e ciò si verifica appunto quando qualcuno affronta il tema delle Apparizioni Mariane…

Ed è quindi in questo caso che si riesce a valutare il “livello di cattolicità”, che possiede ciascuno: quando ognuno, sia che ascolti, oppure tratti, le parole della Santa Vergine… proprio qui potremo osservare: chi si mantiene in atteggiamento umile e deferente, nei riguardi della gran Madre di Dio, mostrando altresì, in ogni atteggiamento e parola, una fervida devozione, come un tenero amore,verso la Divina Condottiera… oppure, viceversa, li vedremo provare fastidio, ed essere a disagio nel trattare, come pure nel tenere in debito conto, quei materni ammonimenti che la Vergine Maria ripete incessantemente in ogni angolo della terra…

Sovente poi, tutti costoro concordi nel dire: “È davvero una stoltezza andare a cercare apparizioni e messaggi, quando invece abbiamo già tutto presente nella Parola di Dio!”…

Od ancora, similmente dicendo: “È veramente scandaloso andare in cerca di prodigi e messaggi, quando abbiamo già tutto nei Sacramenti e nella Bibbia!”…

 

In conclusione, qui abbiamo soltanto voluto dimostrare, in maniera semplice e sintetica che, paradossalmente, è da duemila anni che stiamo vivendo quel periodo del cosiddetto postconcilio, poiché è di tutta evidenza che, all’interno della Santa Chiesa – sposa di Cristo, una e indivisa, nella sua purezza e semplicità – nel corso degli anni continuamente si sono avvicendati, sia i seducenti novatori, come gli immobilisti ad oltranza: entrambi mercenari che gridano STOLTEZZA, ambedue iniqui che urlano SCANDALO… ma tutti costoro, sedotti dal Nemico, sono essi che aumentano sempre più confusione e disorientamento, presso il popolo santo di Dio…

Noi credenti però, che seguiamo la Voce del Pastore (ed altrettanto: della “Pastora”) ben sappiamo che sempre di più si sta approssimando il tempo in cui “il Signore Gesù li distruggerà con il soffio della sua bocca e li annienterà all’apparire della sua venuta!”

 

Sergio Russo e Rosanna Boccacci

[1] Julio Meinvielle, Dalla Cabala al Progressismo, Effedieffe, Viterbo 2018.

[2] Ennio Innocenti, La gnosi spuria, Città Ideale, Prato 2013.

[3] Tratto da: J. Meinvielle, op. cit., pp. 474-75 (passi corroborati da una nostra personale e particolarissima attualizzazione).

§§§




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19 commenti

  • Marco ha detto:

    Un articolo guazzabuglio scusatemi ma non ci capisco niente e poco mi da.

  • DePicchi ha detto:

    Carissimi autori,

    Non mi sembra il massimo della onestà intellettuale:
    a. prima indicare l’atteggiamento rispetto alle apparizioni mariane come cartina di tornasole del livello cattolicità. Principio già in sé molto discutibile; ma peraltro ben lontano dalla realtà: gli autori sapranno certamente quanto la maggior parte dei “tradizionalisti” tenga in (financo eccessivo) conto apparizioni come Fatima, Akita, Tre Fontane etc.;
    b. e poi piegare il testo del “Terzo Segreto” alle proprie teorie “benevacantiste”, quando è evidente che il messaggio dei pastorelli non costruisce alcuna contrapposizione tra il “vescovo vestito di bianco” e il “Santo Padre” della frase successiva.

    Evitiamo di diffondere tesi strampalate, per di più accreditandole come corroborate dalle rivelazioni della Santa Vergine. Non ci basta la scomunica di don Bernasconi di cui Tosatti ci informava qualche giorno fa’? Vogliamo traviare ancora altri buoni sacerdoti e religiosi e portarli allo scisma in nome di una presunta obbedienza a un “papa emerito”?

    • Luigi ha detto:

      Guarda che lo scopo è proprio questo. A cosa credi che serva questo blog?

    • Iginio ha detto:

      In realtà buona parte dei tradizionalisti non ama affatto le apparizioni mariane. Tutt’al più credono a Fatima, e la tirano in ballo a ogni pié sospinto, ma a quelle successive no. Detestano Medjugorje credendola una truffa. Più che altro credono che le rivelazioni di Fatima debbano ancora essere compiute. Mentre in realtà anche suor Lucia disse chiaramente che la Consacrazione del Mondo al Cuore Immacolato di Maria era stata fatta da Giovanni Paolo II.
      Inoltre il noto cardinal Ottaviani, che qualcuno considera un eroe perché contrario ai teologi innovatori, bloccò cause di beatificazione di mistiche del Novecento e stroncò Maria Valtorta, dato che evidentemente a lui le rivelazioni private non garbavano molto.
      Quindi evitiamo il bianco contro nero. La storia della Chiesa è piena di sfumature.

  • Patrizia Stella ha detto:

    Tutto vero anche se molto genericamente in realtà. Perché se da un lato si può dire che da sempre il cuore della Verità cristiana che è Gesu Cristo è stato aggredito da forze contrapposte tra loro, quelle che lo ritenevano troppo arroccato all antico (progressisti) o troppo accomodante col mondo (tradizionalisti), in realtà si può dire che il peccato, che da sempre ha combattuto Gesù Cristo, è peccato e basta, da qualunque parte provenga, destra, sinistra, centro ecc.
    Pertanto, se dovessimo annullare il Vaticano II perché falsificato e pervaso da eresie o manovre losche peccaminose, dovremmo allora eliminare tutta la storia della Chiesa perché mai, a onor del vero, c’è stato un periodo storico nella CHIESA ESENTE DA LOTTE INTERNE O ESTERNE , DA COSPIRAZIONI, INTRIGHI E MALVAGITÀ, MESCOLATE PERÒ DA TANTO EROISMO, DA TANTA SANTITÀ, DA TANTA UMILE SOFFERENZA OFFERTA A DIO COME ESPIAZIONE. Perché alla fine non resta che vivere quelle parole di Gesù che dice “lasciate che la zizzania cresca assieme al grano” perché così deve essere la libertà dell’uomo, nella certezza comunque che tutto questo non resterà impunito perché alla fine, quella zizzania diabolica sarà bruciata e distrutta.
    Pertanto cari amici, non ci resta che prendere atto del fatto che la vita del cristiano sulla terra è una milizia, un combattimento continuo contro le forze del male presenti in noi e fuori di noi.
    MA ALLA FINE CRISTO VINCE E LA MADONNA TRIONFA E LE PORTE DELL INFERNO NON PREVARRANNO MAI CONTRO LA CHIESA SANTA DI DIO.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Più che un commento il mio è un tentativo di completamento.
    Se la guerra è la manifestazione fisica e violenta di un conflitto di idee e di interessi fra comunità, etnie e popolazioni, dato che la storia umana è un continuo racconto di guerre, si può concludere che la contrapposizione è insita nella natura e nella mente umana. Non da 2000 anni ma da decine di millenni.
    Idem dicasi della dialettica, che esisteva prima che Aristotele e Platone la teorizzassero.
    La tradizione intesa non come insieme di abitudini e di ricorrenze festaiole e gastronomiche dei popoli, ma come trasmissione di verità, credenze, storie, tramandate verbalmente da generazione in generazione, da padri in figli e memorizzate nella memoria comune delle genti ha certamente contribuito alla formazione della Sacra Scrittura, materialmente scritta da uomini, ispirati e prescelti da Dio, ma a partire dal nono-decimo secolo a.C. per finire col primo secolo d.C. Gli agiografi, ispirati da Dio, hanno scelto che cosa raccontare e che cosa non raccontare e come e in che forma raccontarlo ma hanno scritto detti e fatti che risalgono fino al tempo della Creazione.
    La Teologia Biblica è una disciplina relativamente recente (a quanto ne so, il primo ad usare il termine fu W.J. Christmann nel 1629) e ancora oggi non completamente definita. Tuttavia diciamo che è lo studio metodico della Bibbia teso a farne emergere tutto quanto si può conoscere di Dio, dell’uomo e della sua relazione con Dio, attraverso la Rivelazione.
    Infine concedetemi una battutina nei confronti di chi odia la scienza in quanto espressione di regole più che di ordinata e libera conoscenza.
    Dalle elementari tutti sanno che è stata enunciata la “proprietà commutativa dell’addizione” : cambiando l’ordine degli addendi il risultato di un’addizione non cambia.
    Val forse la pena di specificare che tale proprietà vale solo per i numeri, ma non per le sillabe. Posto infatti :
    A= co ; B= ni; C= glio
    A+B+C = coniglio ma A+C+B fa……. A voi la risposta.

    • Antonio Cafazzo ha detto:

      A proposito di cautela nell’uso della “proprietà commutativa con le parole”.
      Una notte, parlando con il Signore, incominciai a dirGli:
      – “Padre Santo…” . Ma Lui subito mi fermò e mi rimproverò dicendo: “Figliolo non chiamarmi ‘Padre Santo’ perché mi innervosisce.
      – “E che male c’è?”. Gli dico.
      – “Perché Mi chiamate ‘Padre Santo’ e al Papa che vi scegliete -“commutando” le parole – lo chiamate ‘Santo Padre”. Francamente non mi piace perché – con il poco “discernimento” che da un po’ vi siete dati – fate un confusione di “persone” e qualcuno crede che IO sia il “Santo Padre” attualmente Regnante e che questi sia il ‘Padre Santo’ (il padreterno)”.

  • Antonio Cafazzo ha detto:

    Ritorno alla normalità.
    Complimenti e grazie agli artigiani (meglio dire Maestri come lo erano i semplici artigiani di un tempo) per averci regalato e istruiti sulla VERA Teologia della storia con una gnosi sana e pura.

  • : ha detto:

    Mi sembra di un certo interesse questa riflessione; ma purtroppo contiene a mio avviso un errore lessicale: quello di contrapporre al termine “progressista” quello di “tradizionalista”.

    Si tende a sottovalutare l’importanza delle parole, cioè del loro genuino significato, nella comprensione di ciò che si vuol dire; è sbagliato, perché è proprio su questo che “giocano” i falsificatori della Verità, non solo in campo religioso. E’ una delle armi della perversa ideologia del “politicamente corretto”, e forse la prima usata dai nemici del Cattolicesimo: quella con la quale, stravolgendo o addirittura capovolgendo il significato di una parola, lo rendono inizialmente equivoco ma ancora interpretabili da molta gente nel significato originale, e poi continuando ad usarlo dandogli più o meno chiaramente un significato diverso tutti finiscono di comprenderlo con quel significato. Gli esempi sono numerosissimi, in campo religioso: “laico”; “proselitismo”; “crociata”, “inquisizione”, “genere”… non mi sforzo a continuare la serie, ognuno può farlo da sé; e tra questi c’è pure “Tradizionalista”. (altre parole sono state fatte sparire, come “peccato”, in particolare “mortale”, oggi diventato “grave” e quindi non più mortale; “Inferno”, sostituiti con “Inferi” perfino nelle preghiere, neanche ci fossimo convertiti alla religione di Omero, quando proprio non venga del tutto negato).

    Grande errore ha fatto la Chiesa (moderna: perché quella d’un tempo era rigorosa nel dare alle parole il loro significato genuino), nell’aderire al gioco del nemico, forse con lo scopo (buono nelle intenzioni ma esiziale nei risultati), di giungere ad un “dialogo” “ecumenico” con altre confessioni (altri due vocaboli dal significato stravolto: “dialogo” ed “ecumenismo”); avrebbe dovuto mantenere sempre il vero significato delle parole.

    I veri Cattolici sono tradizionalisti (senza virgolette), oltre ad essere, anche biblisti; così come la Chiesa oltre ad essere biblista è anche tradizionalista: cioè fonda la sua essenza, la sua vita e i suoi insegnamenti sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione. E’ una pacchia per i progressisti sentir definire tradizionalisti coloro che sono coerenti con la fede cattolica, e quindi a loro vengono erroneamente contrapposti, come se fossero due partiti politici; perché in tal modo (i progressisti) si vedono confermare la demonizzazione della Tradizione a cui loro non credono, e lo dicono chiaramente dal momento che asseriscono che col Concilio Vaticano Secondo è nato un nuovo Cattolicesimo, o quando durante la Messa non fanno recitare il Credo (che è la summa della dottrina cattolica) perché loro – dicono – non credono al Credo; o quando dicono che non credono alla Bibbia perché al tempo non c’erano registratori: dimostrando così che il Progressismo oltre a non credere alla tradizione, porta a non credre nemmeno alla sacra Scrittura – che d’altro canto è nata come tradizione, riferendoci al Nuovo Testamento).

    Male fanno quindi – secondo me – coloro che, adeguandosi alla truffa dei nemici della Chiesa, di dare un significato perverso alla parola Tradizionalisti, di usare anch’essi il termine in senso negativo. Tra i tradizionalisti, o che tali si definiscono, ci sono quelle persone che vengono denunciati da Russo e Boccacci (giustamente, nonostante l’erroneità della definizione “tradizionalisti”) come «immobilisti ad oltranza»? E’ vero, ci sono persone che non avendo capito cos’è il Cattolicesimo (unica religione al mondo che cammina con la Storia e la vivifica) si cristallizzano in un momento storico della vita della Chiesa e non accettano che Essa continui il suo cammino: la soffocano, la immobilizzano. E questi vengono chiamati equivocamente “tradizionalisti”. Ma questo cosa vuol dire? Essi non sono tradizionalisti, o alla peggio sono “cattivi” tradizionalisti. Non ci sono forse dei cattivi preti, cattivi poliziotti, cattivi insegnanti, cattivi giudici? Cosa dobbiamo dire: che il Clero, la Polizia, l’Insegnamento e la Giustizia sono delle cattive istituzioni?

    Di fatto mentre è chiaro il significato della parola “progressista” (colui che vuole piegare la dottrina cattolica alle istanze materialiste del “mondo”, fugaci e mutabili col “progredire” della storia, anziché convertire il “mondo” all’immutabile Parola di Dio); quella “tradizionalista” è stata dolosamente, come spiegato sopra, prima resa equivoca e poi passata nella lista nera del “politicamente corretto”, a cui purtroppo si riferisce la Chiesa (nel senso della Gerarchia) e pure molti buoni Cattolici, anche se in buonafede.

    Un errore minore, sarebbe, nel fare la contrapposizione tra progressisti e coloro che impropriamente vengono definiti tradizionalisti, di scrivere i primi senza virgolette, perché il loro significato e chiaro e riconosciuto da tutti, e i secondi tra virgolette, per mettere in evidenza l’equivocità del significato. Ma proprio per evitare equivoci secondo me la cosa sarebbe da evitare. Un po’ meno peggio sarebbe scrivere «i cosiddetti “tradizionalisti”».

    Chiedo scusa per la lunghezza dello scritto ma la questione mi pare di particolare importanza.

    • Sergio Russo ha detto:

      Carissimo, sostanzialmente sono d’accordo con tutto ciò che lei ha messo in evidenza… Purtroppo una parola si doveva usare, e che rendesse l’idea… Si figuri poi, che io considero che soltanto il vero cattolico, si possa definire a giusto titolo, davvero progressista e veramente tradizionalista, a somiglianza di ciò che dice nostro Signore per i suoi discepoli: che essi devono tirare fuori dal tesoro del proprio cuore e cose nuove e cose antiche!
      La ringrazio.

    • pasquale ha detto:

      Guardi che se da un lato lei dice bene del tradizionalismo (che ha più di un significato e in alcuni casi è un pregio, in altri un difetto), lei sbaglia grossolanamente nell’identificare ogni progressismo con il modernismo. Esistono forme corrette e legittime di progressismo che giammai sfociano nell’eresia modernista e che sono il giusto contrappeso alle forme corrette e legittime di tradizionalismo (che sarebbe più corretto chiamare conservatorismo, essendo la tradizione un concetto che evoca tanto la conservazione quanto il progresso).
      Ratzinger era ed è un progressista nel senso proprio del termine, tanto per capirci. Il suo progressismo è talmente legittimo da piacere anche ai conservatori e dall’essere odiato sia dai modernisti sia dai tradizionalisti propriamente detti (entrambe le fazioni sono eretiche).

      • : ha detto:

        La ringrazio per la patente di “grossolanità” che mi ha gentilmente concesso.

        Tutto sta a vedere cosa intende Lei per “progressismo” (la faccenda di Ratzinger la eliminiamo sùbito in quanto se in gioventù il Papa aveva di quelle tendenze, successivamente le ha abbandonate; e non è “quel Ratzinger” che piace a quelli che Lei chiama Conservatori).

        “Progressismo” non è “progresso”, ed infatti Lei stesso è stato costretto a nominarlo per giustificare erroneamente la sua tesi. Il progresso è in un certo senso, una categoria temporale, che nessuno è tanto sciocco da negare; il “progressismo” (in senso religioso) è un’ideologia che in nome del progresso, cioè del mutare delle cose umane con il trascorrere dei tempi, pretende, come ho già scritto, di adattare la dottrina – di per sé immutabile – alle istanze materialiste dl “mondo”.

        Lei dice: «Esistono forme corrette e legittime di progressismo che giammai sfociano nell’eresia modernista e che sono il giusto contrappeso alle forme corrette e legittime di tradizionalismo (che sarebbe più corretto chiamare conservatorismo, essendo la tradizione un concetto che evoca tanto la conservazione quanto il progresso)»

        Se non fa degli esempi la sua affermazione mi sembra alquanto incomprensibile (perdoni la mia debolezza mentale).

        Qualche esempio allora lo faccio io:

        Come vengono definiti quelli che, “in nome del progresso e del modo di vivere di oggi” giustificano i “matrimoni omosessuali”? E quelli che, “in nome del progresso e del modo di vivere di oggi” ammettono la Comunione ai divorziati risposati che intendono continuare a vivere in stato di concubinato, e quindi in condizione di peccato mortale? E quelli che dicono che l’Inferno non esiste, e se esiste è vuoto? E quelli che negano la Risurrezione di Gesù? E quelli che dicono che il “Credo” è una favola? E che la Madonna non è nata santa? E che tutte le religioni sono uguali? E si potrebbe continuare per tre giorni con tutte le affermazioni che i progressisti fanno, in contraddizione con la Sacra Scrittura e la Sacra Tradizione della Chiesa, di cui sopra ho fatto alcuni cenni. E… attenzione, che qui non sono gli utenti di S. C. a dire queste enormità (o meglio, qualcuno di tanto in tanto vi si affaccia), ma preti e Vescovi, accompagnati ovviamente da tanti Laici: i progressisti, appunto.

        Il progressista non è altro che l’erede del Modernista, con la differenza in peggio che mentre quello si accontentava di minare la Dottrina, il progressista stravolge pure la Morale

        Come già detto è una contrapposizione errata quella che si fa tra progressista e tradizionalista: il primo è seguace di una ideologia, Il secondo non è altro che il cattolico che segue la Tradizione della Chiesa (Il Concilio Vaticano II la chiama “Sacra Tradizione”), così come la Sacra Scrittura.

        E’ una frode falsificare il significato di tradizionalista perché tra i tradizionalisti – o sedicenti tali – ci sono, ripeto quanto scritto sopra, persone che si fissano in un momento storico della vita della Chiesa e non accettano che Essa continui il suo cammino con metodi moderni.

        La Chiesa invece, utilizzando i mezzi che il progresso (di cui Essa non è nemica, e neppure i tradizionalisti) le pone a disposizione, prosegue nella sua suprema Missione porgendo il perenne e immutabile insegnamento della Dottrina e della Morale derivante dai due canali della Sacra Scrittura e della Sacra Tradizione. I tradizionalisti sono quelli che intendono la Chiesa in questo modo, scevri da alcun concetto ideologico. Li si potrebbe chiamare Cattolici tout court.

        • Luigi ha detto:

          Lei continua a identificare arbitrariamente progressista e modernista e nega che Ratzinger siavtuttora progressista. È BINUTILE…non capire se…

          • : ha detto:

            E se provasse Lei ad “identificarli” anziché, senza nessuna ombra di confutazione, definire arbitrario il mio modo di identificarli?

          • Luigi ha detto:

            È inutile. Lei non capisce.

          • : ha detto:

            Dott. Tosatti, mi perdoni, ma non è possibile far passare in questo modo le offese di simili individui, che non preoccupandosi minimamente di giustificare le loro contrapposizioni si limitano a svillaneggiare, a quanto pare impunemente, pur squalificandosi da sé.

  • Parix ha detto:

    Anche Tosatti c’è da duemila anni? 😄