“Un Canto Nuovo”. Il M° Aurelio Porfiri sulla Sacrosantum Concilium.

7 Aprile 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, con grande piacere condividiamo la’nnuncio dell’uscita di un nuovo libro del Maestro Aurelio Porfiri, dedicato alla musica sacra, e sulla Costituzione conciliare Sacrosantum Concilium.. Qui sotto trovate qualche indicazione sull’opera. Buona lettura.

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Periodicamente si fanno commemorazioni su commemorazioni di discorsi, documenti, eventi. La Chiesa, naturalmente, non sfugge a tutto questo. Uno dei documenti più commemorati è la Costituzione Conciliare sulla liturgia Sacrosanctum Concilium. Ma di cosa facciamo memoria? Cosa abbiamo ritenuto, per usare il linguaggio paolino nella prima lettera ai Corinzi, quando sono state richiamate alla nostra memoria le vie che la Chiesa (attraverso i padri conciliari) ci ha indicato in Cristo? Cosa abbiamo perduto?

Naturalmente, terrò in primo piano la mia personale prospettiva, che è quella del musicista di chiesa, ma anche mi sfuggiranno alcune considerazioni sul panorama liturgico generale; considerazioni modeste e fatte con spirito di modestia, senza pretendere di dire cose fondamentali, ma esposte solo con il desiderio di “solleticare” lo spirito critico dei molti amanti della liturgia che con attenzione seguono quello che scrivo. Infatti qui vorrei focalizzarmi proprio sul capitolo VI della SC, commentando i passaggi che si riferiscono alla musica sacra. Ma questi passaggi non possono comprendersi senza avere sullo sfondo l’intero documento conciliare.

Al paragrafo 10 della SC viene detto: “Nondimeno la liturgia è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia. Il lavoro apostolico, infatti, è ordinato a che tutti, diventati figli di Dio mediante la fede e il battesimo, si riuniscano in assemblea, lodino Dio nella Chiesa, prendano parte al sacrificio e alla mensa del Signore“. Culmine e fonte e quindi indispensabile fare senso suo modo in cui il documento ci parla.

Documento spesso usato per portare avanti visioni unilaterali e personali. Mi è sembrato, per esempio, molto singolare che da parte di alcuni ci sia una difesa strenua di alcuni paragrafi della SC ma non delle istanze e dello spirito traboccanti dall’intera costituzione conciliare. L’ermeneutica portata avanti da Benedetto XVI e dagli studi di Mons. Agostino Marchetto è quella della continuità. I documenti del Vaticano II vanno letti in continuità con il magistero precedente e non come rottura con la storia e con la Tradizione della Chiesa, “Tradere” non tradire.

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Ecco il collegamento per il libro.


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4 commenti

  • Antonio Cafazzo ha detto:

    @ Maestro Porfiri e @ melomani incalliti due notizie dell’ultima ora:
    • “Oxford cambierà gli studi di musica classica per “complicità con la supremazia bianca”. Gli insegnanti del centro considerano gli spartiti di musica classica come un “sistema di rappresentazione colonialista” che può produrre “grande angoscia per gli studenti neri”. Propongono di sostituire lo studio delle composizioni di Machaut o Schubert con quello della musica “africana” e “globale” e propongono un nuovo approccio alla musica pop.” Dettagli in: https://www.niusdiario.es/internacional/europa/universidad-oxford-estudia-cambiar-estudios-musica-clasica-colonialistas-complicidad-supremacia-blanca-black-lives-matter_18_3113520023.html
    • In Inghilterra le cattedrali vengono trasformate in “vaccinodromi” e mentre si inietta suona un organo. Minuto 2 in avanti di questo video:

  • Fabio ha detto:

    Caro Don Ettore, e che dire allora di Bergoglio? Credono ancora alla Presenza Reale ammesso che ci abbiano mai creduto?

  • Fabio ha detto:

    Caro Maestro Porfiri, ha detto bene: “I documenti del Vaticano II vanno letti in continuità con il magistero precedente e non come rottura con la storia e con la Tradizione della Chiesa”
    Si dovrebbe però spiegarlo all’inquilino di Santa Marta che ha definito il nuovo rito come “il più bel frutto del concilio “

  • Don Ettore Barbieri ha detto:

    Lei sa, purtroppo, che nella liturgia, come in molti altri campi, si è poi fatto diversamente se non l’esatto contrario.
    Pensi ad esempio ai tanti “preti di strada”: si può immaginare se per un Don Ciotti o un Don Mazzi la priorità sia il Sacrificio eucaristico.