Bux: “La Comunione in Bocca è Più che Lecita. Non c’è Vescovo che Tenga”.

24 Marzo 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, qualche tempo fa il vescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo si era lasciato andare ad alcune considerazioni a dir poco azzardate sul modo di ricevere l’eucarestia. Vi offriamo qui l’opinione del teologo don Nicola Bux, raccolta da Marino Pagano. Buona lettura.  

§§§

L’opinione del teologo don Nicola Bux

«Lo dice il Vangelo: la comunione in bocca è più che lecita. Non c’è vescovo che tenga»

 

«La comunione in bocca è un abuso». C’è ancora sconcerto in Puglia, tra i fedeli cattolici, per alcune parole del vescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, la diocesi di Padre Pio, in merito alle corrette modalità di ricevere la comunione, problema non secondario, tanto più in tempi di Covid. Parole che hanno fatto discutere, da settimane al centro di polemiche. Parole chiare, senza alcun rischio di interpretazioni malevole, in più nemmeno seguite da parziali smentite ed anzi confermate nella sostanza dal vescovo in qualche dichiarazione alla stampa.

Franco Moscone, chierico somasco proveniente da Alba, classe 1957 e vescovo in Puglia dal 2018, come ormai più che noto, ha espresso ostilità rispetto alla comunione assunta direttamente sulla lingua e non in mano, addirittura considerata errata alla radice. Una contrarietà netta, a prescindere. E a prescindere dalle norme dettate dal contenimento della pandemia.

Il vescovo, partendo dall’attualità, ha candidamente definito un abuso la comunione assunta secondo il tradizionale sistema, ancora preferito –al di là del rispetto delle regole- da molti credenti. Le parole sono arrivate durante la messa del 3 gennaio scorso, nella cornice della chiesa di Padre Pio, quella della Madonna delle Grazie a San Giovanni Rotondo. Come poter considerare sbagliata una pia tradizione, mai abbandonata dalla chiesa, resta un mistero.

E se si pensa che tutto ciò è accaduto proprio in casa di Padre Pio, noto per l’intensa partecipazione alla messa, da lui rivissuta ogni volta con mistica ‘passione’, lo sconcerto aumenta. Rispetto alle parole del vescovo Moscone nascono anche semplici considerazioni, naturali se si conosce la storia filologica delle parole di Cristo durante l’Ultima Cena, momento istitutivo dell’eucaristia.

Don Nicola Bux, teologo di livello europeo, collaboratore storico di Joseph Ratzinger (sia come cardinale sia come papa), ha le idee chiare su questo.

Lo abbiamo ascoltato.

«Il vescovo ha preso un abbaglio –attacca-. Dall’esame del testo greco del Vangelo non si deduce affatto che il corpo di Cristo venisse deposto nella mano, si pensi all’uso del piattello, utile ad evitare che l’ostia cadesse in terra nel momento in cui veniva deposta in bocca. Al massimo, come attesta il famoso codice purpureo di Rossano del V secolo, il fedele in antico assumeva l’ostia posizionata sul palmo di una mano, ma senza prenderla con le dita dell’altra». E quel «prendete e mangiatene tutti», richiamato da Moscone?

«Il Vangelo di Giovanni dice chiaramente che Gesù dà un “boccone” a Giuda e boccone significa un qualcosa che si dà in bocca – nota Bux -. Quanto al verbo “prendere”, va rilevato che in greco e in latino esso è rispettivamente “labete/accipite” ossia: ricevete. Il vescovo incorre in palese errore ritenendo che “prendete” significhi prendere solo con le mani. No: l’ostia si “riceve”, nel caso anche con la bocca. Penso alla reazione di san Pio, se avesse sentito un vescovo parlare così!”. La conclusione di Bux è dunque amara.

Segnaliamo, infine, un utile e ben scritto libro sul tema, un testo a firma di Federico Bortoli, con prefazione del cardinale Robert Sarah: La distribuzione della Comunione sulla mano. Profili storici, giuridici e pastorali, Cantagalli 2018. Bortoli è un presbitero e teologo, cancelliere della diocesi di San Martino-Montefeltro.

Marino Pagano

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51 commenti

  • Chiamatemi pure TORQUEMADA (me ne farò una ragione) ha detto:

    Il libro di Federico Bortoli è di una bellezza straordinaria.
    La ricostruzione di questa eretica distribuzione sulle mani è tutta da leggere e – forse pochi lo sanno – dimostra, con i documenti, che la Comunione sulla mano dovrebbe essere un fatto solo occasionale, così come dovrebbe essere occasionale che il sacerdote si fa aiutare dai laici per la distribuzione dell’Eucaristia.
    La diffusione di questa pratica come routine, non è mai stata autorizzata.
    Ed ancora più interessante è la dimostrazione di come certi poteri abbiano voluto che si applicasse – INVECE – questa prassi.

    MA ORMAI TUTTO È DIVENTATO LECITO. TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO.
    E SARANNO MOLTI QUELLI CHE IRRIDONO QUESTI COMMENTI (non i miei): SOLO MISERABILI.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Mi pare che tra progressisti e tradizionalisti ci sia un solo punto in comune : sta dilagando l’ermeneutica della fantasia.

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Se Cristo si è inginocchiato davanti agli Apostoli per lavarli i piedi, chi sei tu che non ti inginocchi davanti alla Suprema Maestà Divina?

    Chi sei tu che tocchi l’ostia con le mani, che toccano ogni sorta di nefandezze?

    Cosa vai a fare in Chiesa se non ti inginocchi davanti a Dio e non credi che nell’Ostia c’è il Sangue di Cristo, oltre a tutto il resto?

    Cosa ti dici a fare sacerdote se del sacro non hai nulla, non ricordi nulla e non converti al sacro nessuno?

  • Don Pietro Paolo ha detto:

    Rispetto i sentimenti di coloro che preferiscono ricevere l’Eucarestia in bocca anche se per ora non si può a causa del Covid, ma mi ferisce profondamente e mi ripugna fortemente essere considerato un sacrilego in quanto distribuisco l’Eucarestia.sulle mani. A parte tutte le forzature circa le interpretazioni dei testi bibblici, ma i cattolici non dovrebbero essere obbedienti a quanto stabilisce il Magistero? E poi, per favore non scomodate S. Pio da Pietralcina a difesa delle vostre scelte che per alcuni sono diventate fisime. Credo che Padre Pio non sia per niente contento di quanti qui hanno scritto della sua ipotetica reazione contro il vescovo di Manfredonia, Lui che è stato sempre rispettoso dell’autorità ecclesiale costituita.

    • Pierluigi ha detto:

      I cattolici, don Pietro Paolo, devono obbedienza al Papa ma prima ancora alla loro coscienza:
      “Certamente, se io dovessi portare la religione in un brindisi dopo un pranzo – cosa che non è molto indicato fare – allora io brinderei per il Papa. Ma prima per la coscienza e poi per il Papa”.
      Beato J. H. Newman

    • Pierluigi ha detto:

      Aggiungo anche che lei (e purtroppo molti altri sacerdoti e vescovi con lei) rispettate i fedeli solo a parole perché essi hanno il diritto di ricevere l’Eucarestia anche in bocca e voi non potete legittimamente rifiutarvi, come ha ribadito qualche mese fa anche il cardinal Sarah.
      D’altronde, il divieto da voi posto sulla comunicazione in bocca è irrazionale e iniquo.
      Irrazionale perché gli ortodossi continuano a comunicare i fedeli in bocca e questo dimostra l’irrazionalità dell’obbligo imposto ai cattolici, a meno che non pensiate che ci sia un virus che agisce in un modo con gli ortodossi e in un altro con i cattolici.
      Il vostro rifiuto di comunicare in bocca è quindi iniquo perché la richiesta del fedele è legittima e voi sacerdoti siete dei ministri chiamati dal Signore al servizio dei fedeli e non per farvi da loro servire. Per tale motivo dovrete rispondere a Dio di tale illegittimo rifiuto.
      Io prego per tutti i vescovi e i sacerdoti sviati come lei affinché Dio vi perdoni. Io sinceramente l’ho già fatto ma se voi non cambierete strada temo per voi.

    • miserere mei ha detto:

      Gentile don, provi a vederla con maggior apertura, visto che oggi il tema è di moda. L’apertura non è alle “ragioni” o alle “pretese” di chi le pare davvero inopportuno nel desiderare di onorare il Signore nel Santissimo Sacramento. No, più semplicemente si apra al buon senso, di chi accoglierebbe davvero tutti nel “dare/fare la comunione”, ma non esita a lasciarne senza magari quei pochi che cercano veramente di essere in Comunione con Cristo, adorandolo e accostandovisi con devozione.

      Dal punto di vista delle “regole”, la Chiesa non ha mai abolito la comunione sulla lingua, ma anzi è la comunione sulla mano ad essere stata introdotta come concessione/eccezione. Ma si sa che per certi modi di pensare l’eccezione diventa la regola e la regola è rigida, cattiva, brutta, sporca e pure infetta.

      A questo proposito, logica vuole che dal punto di vista igienico-sanitario non si rischi nulla:
      se il fedele sta in ginocchio e guarda in su, l’ostia gli cade dentro la bocca, senza contatti con le mani del sacerdote.

      Infine, ma non meno importante:
      accipite significa “ricevete”.
      Se poi uno traduce “prendete” e lo insegna pure…

      PS: nelle sante messe che frequento ci sono sacerdoti che mi assecondano e altri no.
      Rispetto tutti e accetto le loro opinioni.
      Così in certi giorni (se debitamente confessato) ho il dono di poter ricevere l’Ostia Consacrata, Gesù Cristo Vittima, in ginocchio e in bocca; gli altri giorni me ne sto al mio posto e “faccio” la comunione spirituale.

      • Don Pietro Paolo ha detto:

        Ma come fa lei a dire che chi riceve la S. Comunione sulle mani ha meno devozione di chi la riceve in ginocchio e sulla bocca? Senza togliere nulla alla validità del linguaggio corporeo, le ricordo che il Signore non guarda all’apparenza ma al Cuore delle persone. Poi, è giusto che vi appelliate ai documenti ecclesiali, in ultimo quello firmato del card. Sarah, ma vi ricordo che dare la Comunione sulla mano non è un sorpruso di questo o di quell’altro personaggio, ma è una concessione della stessa Chiesa a cui voi fate riferimento. Come introdusse nel passato l’uso di comunicare imboccando, la Chiesa ora concede l’uso evangelico e antico di comunicare dando l’Ostia Santa sulle mani. Non è che una volta vi appellate al Magistero sfornando i documenti che vi aggradano e poi, quando qualcosa non corrisponde ai vostri usi e mentalità, sciorinate le cose più assurde contro il papa e i vescovi, accusandoli addirittura di sacrilegio, offendendo milioni di cattolici devoti che non la pensano come voi?
        Mi fa compassione poi quando qualcuno, atteggiandosi adddirittura a profeta, sviato da presunte rivelazioni che non hanno niente di biblico e a volte sono antibibliche, minaccia i castighi di Dio. La traduzione della formula di “prendere” o “ricevere” non cambia la sostanza perché anche il prendere diventa un ricevere in quanto c’è una Persona che da, in questo caso Cristo o il sacerdote in “Persona Christi “, e una persona che riceve prendendo. Io personalmente, se c’è qualcuno che mi chiede la Comunione in bocca e in ginocchio non mi rifiuto di darla, però dopo aver comunicato tutti gli altri. Mi dispiace per lei che si priva del dono di Dio e preferisce fare la Comunione spirituale. Io pur non condividendolo, la rispetto; comunque contento lei, contenti tutti.

        • miserere mei ha detto:

          Il problema è che lei gira la frittata: non è che io pensi che gli altri abbiano meno devozione, è che molti come lei rifiutano di amministrare il Santissimo Sacramento nella forma lecita a chi si sforza di averne…
          Mi scusi, ma ci vuole proprio una bella faccia tosta…

          • MARIO ha detto:

            ” non è che io pensi che gli ALTRI abbiano meno devozione…”

            Ah no? E quando lei si annovera fra “quei POCHI che cercano VERAMENTE di essere in Comunione con Cristo, adorandolo e accostandovisi con devozione…”, cosa significa, se le parole hanno ancora un senso?
            Mi sa che in quanto a “giri di frittate” e “facce toste”… e offese gratuite (aggiungo io)… lei non abbia proprio da insegnare niente nessuno.

            Lei è in pace solo quando i preti obbediscono a lei… altrimenti fa comunque quello che più le aggrada, bene o male che sia.

        • Pierluigi ha detto:

          Il problema, don Pietro Paolo, in primo luogo non è la possibilità concessa in modo straordinaria con un indulto bensì l’obbligo a cui voi vescovi e sacerdoti avete sottoposto illegittimamente e irrazionalmente i fedeli.
          Comunque, liturgicamente oltre che teologicamente, voi vi contraddite perché nella sequenza del Corpus Domini di san Tommaso d’Aquino, ancora in vigore, tra l’altro si afferma che:

          “[…]
          Quando spezzi il sacramento
          non temere, ma ricorda:
          Cristo è tanto in ogni parte,
          quanto nell’intero.
          È diviso solo il segno
          non si tocca la sostanza;
          nulla è diminuito
          della sua persona.
          […]”

          E’ ormai risaputo e certo che nella ricezione in mano la dispersione dei frammenti è molto più alta quindi, siccome “Cristo è tanto in ogni parte quanto nell’intero”, non si riesce a capire se la Fede della Chiesa è cambiata oppure, se questo non è vero come mi risulta, si permetta (o addirittura si obblighi come in questi mesi) la ricezione in mano che, per quanto premessa, è molto meno rispettosa nei confronti di Gesù che quella in bocca. La contraddizione è segno che non siete nella verità poiché la verità non contraddice mai sé stessa.
          Né si può invocare la supposta antichità della ricezione in mano. Infatti, che questa sia stata per alcuni secoli la modalità generalmente utilizzata è tutto da provare ma, anche ammettendola, in certe situazioni la forma diventa sostanza: la ricezione in mano non mette adeguatamente in risalto, né nei confronti del ricevente né di coloro che assistono, che non si riceve un pezzo di pane qualunque bensì nientemeno che Gesù vivente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità.
          Il ritorno all’antichità (tra l’altro, ripeto, tutto da dimostrare) non segna sempre un progresso e una purificazione dalle sovrastrutture. In questo caso particolare, purtroppo, ha invece contribuito, rendendo il gesto meno esplicito, ad annacquare la fede eucaristica che, don Pietro Paolo mi potrà confermare, non è certo aumentata da quando è stata concessa straordinariamente da Paolo VI in poi.
          Il fatto di essere dei santi uomini come Paolo VI e Giovanni Paolo II non significa essere stati sempre infallibili. Col senno del poi, la concessione (a malincuore per entrambi) con l’indulto si è dimostrata perniciosa. E’ avvenuto un po’ come avvenne al matrimonio ai tempi di Mosè che concesse agli ebrei il ripudio per la durezza del loro cuore.

      • Alto Comitato per la lotta ai teologi/canonisti/liturgisti fai-da-te laureati all'Università della Strada ha detto:

        Il verbo greco lambáno vuol dire, da dizionario: prendere, afferrare, sottrarre, portar via, assumere, catturare, impadronirsi, invadere, impossessarsi, cogliere, sorprendere, scoprire, trovare, percepire, intendere, capire, considerare, giudicare, stimare, considerare, ottenere, procurarsi, raggiungere, guadagnare, accettare. Il verbo latino accipio significa: prendere, portar via, ricevere, accettare, accogliere, introdurre, assumere, percepire, comprendere, distinguere, accorgersi, capire, accettare. Quindi la traduzione “prendete” ci sta. Ma se tra tutti questi significati di vuol scegliere “ricevere” (e va benissimo), ciò non significa che la Comunione debba essere ricevuta in bocca, visto che tutto ciò che si riceve lo si riceve in mano. “Ricevi questo anello, segno del mio amore”, mica lo riceve in bocca😃

  • Donna ha detto:

    Su you tube mi sono imbattuta in un video che mostra come un sacerdote di una parrocchia di Bogotà, durante la distribuzione della Santa Eucaristia tra mano e mascherina ecc. ha avuto la visione di Cristo, addolorato per tutto questo, ed il sacerdote è scoppiato in lacrime e d’improvviso ha cambiato subito atteggiamento, dicendo che da ora in poi la comunione si farà in ginocchio e si riceverà direttamente sulla bocca.
    Vi allego il link
    https://youtu.be/vpdSuyUuL68

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Riguardo a Giuda e al “boccone” datogli da Gesù, nei Vangeli ho trovato ben poco.
    Matteo (Mt 26,21-23) racconta il fatto così:
    [21] Mentre mangiavano disse: “In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà”.

    [22] Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: “Sono forse io, Signore?”.

    [23] Ed egli rispose: “Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà.
    Mentre Marco (Mc 14,18-20) dice:
    [18] Ora, mentre erano a mensa e mangiavano, Gesù disse: “In verità vi dico, uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà”.

    [19] Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l’altro: “Sono forse io?”.

    [20] Ed egli disse loro: “Uno dei Dodici, colui che intinge con me nel piatto.”
    Luca è ancora più stringato (Lc 22,21) :
    [21] “Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola.
    L’unico che accenna al boccone è Giovanni (Gv 13,26-27):
    [26] Rispose allora Gesù: “È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò”. E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone.

    [27] E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: “Quello che devi fare fallo al più presto”.
    Tutto questo ve l’ho scritto non per fare il saputello, ma per fare un po’ di chiarezza, se possibile.
    Inoltre nel ricco patrimonio lessicale della Bibbia la parola “Eucaristia” ( che significa “benedizione”) non c’è. Pare (riferisco quanto scritto da Settimio Cipriani, professore di Sacra Scrittura nella Pontificia Università Lateranense) che il termine “eucharistia” per designare la liturgia eucaristica, compaia per la prima volta nel 110 d.C. con Ignazio di Antiochia e poi nel 150 d.C. con Giustino.
    (Con buona pace degli amici dell’ALTO COMITATO PER LA LOTTA AI TEOLOGI/CANONISTI/LITURGISTI FAI-DA-TE LAUREATI ALL’UNIVERSITÀ DELLA STRADA)……)

    • Alto Comitato ha detto:

      Partiamo dalle basi: Eucaristia non vuol dire benedizione, ma ringraziamento. Dal verbo eucharistéo: sono grato, riconoscente, rendo grazie, mostro riconoscenza, ringrazio. Il verbo compare nel racconto dell’istituzione dell’Eucaristia della prima Lettera ai Corinti: “prese del pane e, dopo aver RESO GRAZIE, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me»”. Poi noi non abbiamo mai questionato sulla parola eucaristia nella Bibbia: dicendo a proposito del boccone di Giuda che non si tratta di Eucaristia, volevamo dire che era cibo normale, non il Pane consacrato, come dice pure la Bibbia di Gerusalemme. Il Pane consacrato, il Corpo di Cristo, si chiama anche Eucaristia, oltre che Santissimo Sacramento; cosa c’entra se la parola c’è o no nella Bibbia? Anche la parola Eucaristia dà fastidio, è troppo modernista? 😄😅 Pazienza non sapere il greco, ma almeno essere capaci di comprendere un testo in italiano.

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Chiedo scusa per il primo errore, che non so come giustificare e vi do ragione: eucaristia=ringraziamento non benedizione. Il resto del vostro commento potevate anche risparmiarvelo perchè non dice niente che riguardi il mio commento e termina in modo a dir poco villano. Per imparare l’educazione, almeno quella, non servono nè il greco nè il latino.

      • Teologo di strada buia ha detto:

        Sig. Comitato (alto? quanto?) , mi illumini: a chi si rivolge Gesù Cristo colle parole “…fate questo in memoria di me…” ? a tutti i discepoli, oppure ai soli apostoli?

        • MARIO ha detto:

          Gesù si rivolgeva ai soli apostoli, ai quali ha detto di fare con i discepoli quello che Lui aveva fatto con loro.
          Altrimenti a chi ubbidivano gli apostoli, quando è certo che essi distribuivano la Comunione sulle mani e che così si è sempre fatto fino al 5° secolo d.C.? L’avrà insegnato loro Gesù o lo avranno fatto per capriccio o scarsa devozione?
          E le migliaia di martiri dei primi quattro secoli… tutti sacrileghi perché avevano ricevuto la Comunione sulle mani?

          Ognuno faccia la Comunione come meglio crede. Ma è ora di finirla con la storia dei sacrilegi. E’ il modo migliore per creare divisione, con gli uni che si credono da più degli altri, arrivando persino a disprezzarli.
          E non capisco perché certi teologi e/o consacrati non riescano a intuire quali siano le priorità nella scala dei valori.

  • Valeria Fusetti ha detto:

    Non voglio entrare nel merito del “commento” del sig. Klaus che è solo espressione di una mente rozza, mentre mi interessa portare una motivata obbiezione a quanto affermato da “Alto Comitat”o che afferma “Giovanni Paolo II (…) consenti la distribuzione in mano accanto a quella tradizionale in bocca,” Con la parola “accanto” sembra voler affermare che, secondo il Papa, le due forme si equivalessero, mentre dal testo della Redemptionis Sacramentum sembra evidente che la santa Comunione in mano è una concessione. Riporto alcuni brani dei paragrafi del IV Capitolo perchè chi legge possa farsi un’idea di quanto sostengo.
    Capitolo IV La Santa Comunione
    (90) I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi …quando però si comunicano stando in piedi, si raccomanda che, prima di ricevere il Sacramento, facciano la debita riverenza, da stabilire dalle stesse norme
    (91)… Non è lecito quindi, negare ad un fedele la santa Comunione, per la semplice ragione, ad esempio, che egli vuole ricevere l’Eucarestia in ginocchio oppure in piedi.
    (92) Benchè ogni fedele abbia sempre il diritto di ricevere, a sua scelta, la santa Comunione in bocca, se un comunicando, nelle regioni in cui la Conferenza dei Vescovi, con la conferma da parte della Sede Apostolica, lo abbia permesso, vuol ricevere il Sacramento sulla mano, gli sia distribuita la sacra ostia. Si badi, tuttavia con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l’ostia davanti al ministro, di modo che nessuno si allontani portando in mano le specie eucaristiche. Se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa Comunione sulla mano dei fedeli.
    (93) E’ necessario che si mantenga l’uso del piattino per la Comunione dei fedeli, per evitare che la sacra ostia o qualche suo frammento cada.
    Anche da questi pochi frammenti, ( le lacune possono essere agevolmente riempite sul sito del Vaticano come si sa) è evidente che gli abusi , nel tempo, si sono sommati e il permesso della santa Comunione sulla mano è diventato un abuso orrendo: 1) nessun piattino a salvaguardare i frammenti delle sacre Specie,2) nessuna riverenza prima di prendere la santa Comunione. 3) praticamente tutti se ne vanno con la santa Ostia in mano, ruminando dopo essersela infilata in bocca dando le spalle al parroco, o alla signora che l’ha distribuita. Questo prima del covid, ora mi sembra che si siano aggiunte altre forme creative, come i fedeli seduti nei banchi ed il parroco che circola porgendo la sacra Ostia. Gli ultimi sviluppi poi sono sempre di più inquietanti, ed è chiaro che i fedeli hanno il diritto di essere informati, oltre che coinvolti, in merito a quel Sacramento che è il cuore della Chiesa e della fede. Informati e chiamati a scegliere a chi obbedire, sennò perchè la Chiesa dovrebbe essere Madre e Maestra ?

  • Rosa Rita La Marca ha detto:

    Fin da prima dello scoppio della pandemia, che infatti io vivo come giustissimo strumento di purificazione del mondo, e richiamo alla conversione ad una vita autenticamente nobile, di vera cristianità, avevo iniziato una dura battaglia nella mia città: Palermo. Essa ineriva sia la diffusione di link sui social inerenti il buon uso dell’abbigliamento, nel vivere quotidiano e comune, sia specialmente dentro i luoghi di culto; sia la diffusione di materiale cartaceo, fatto stampare e spedire a mie spese anche da centri di preghiera che sono ubicati in Italia ma in altre Regioni, i quali hanno diretto contatto con posseduti e si occupano di liberazione di ossessi e vessati. Pertanto, hanno contezza del livore che le schiere infernali hanno con la modestia del vivere femminile, la bellezza che porta il paradiso in terra delle donne modellate a Maria Santissima, e la purezza Arcangelica di chi onora la Santissima Eucaristia con rispetto anche per l’Ordine sacerdotale, distinto da quello comune.
    Bene, sono stata perseguitata da tutti.
    Inutile che ora vengono a fare benedizioni virtuali, perchè Iddio sta permettendomi di rivelare alle autorita superiori i misfatti immondi compiuti abusando del ruolo rivestito.
    Gli abusi esistevano perchè la Chiesa era in mano già a persone impreparate culturalmente oppure viziate dalla mancata volontà di servire, e con l’astuta credenza di restare impuniti.

  • Acido Prussico ha detto:

    Né nella mano né in bocca perché TUTTA la liturgia moderna è PROTESTANTE e pertanto è FALSA e INUTILE.
    A proposito. Siccome nella Consacrazione l’Alter Christus trasforma ( o meglio trasformava ) anche il vino in sangue (“… et bibite ex eo omnes: hic est enim calix Sanguinis mei…”), come si impartisce il “Sangue”? Lasciando cadere – con un dispenser – sulla mano due goccioline di vino/sangue ? Come si traduce il “bibite” ? “… leccate … umettate le labbra … succhiate… ?

    • Gabriele ha detto:

      Lo si beve dal calice, ovviamente: diede loro il calice e disse bevetene. Se per motivi di igiene non si può fare perché ci sono tanti comunicandi, ognuno intinge l’ostia e se la porta alla bocca, come fanno i sacerdoti concelebranti. Sennò il sacerdote la intinge e la mette in bocca, come si fa di solito. Se è obbligatorio darla in mano, per forza di cose la si dà asciutta.

  • Americo Mascarucci ha detto:

    Un’inchiesta di Davide Murgia ha evidenziato come siano aumentati negli ultimi mesi I furti delle particole per poi utilizzarle nell’ambito dei riti satanici. Tutto cio’ grazie all’obbligo di ricevere l’ostia consacrata sulle mani per poi poterla nascondere sotto la mascherina…..della serie “come facilitare il lavoro al demoinio”

    • Mario ha detto:

      Ah è così che fate?

    • Pierluigi ha detto:

      Purtroppo anche questa era una conseguenza prevedibile.
      Del resto, il passaggio dalle modalità profane di approcciarsi ad una persona o cosa sacra alla loro esplicita dissacrazione è più breve di quanto certe deboli menti possano immaginare. E credo di essere già indulgente a giudicarle così.

  • Chedisastro ha detto:

    Il vescovo non ha preso un abbaglio, il vescovo ha letteralmente abbaiato, il che è molto diverso.
    Fosse stato vivo P.Pio l’avrebbe cacciato immediatamente dicendogli senza mezzi termini:”Torna quando ti sarai pentito”.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Piccola traccia per capire l’Eucaristia.
    -Che cosa significa Eucaristia?
    -Quando e ad opera di chi nella Chiesa si iniziò a parlare di Eucaristia?
    -Qual era la prassi eucaristica nella Chiesa primitiva?
    -Come gli evangelisti raccontano l’istituzione dell’Eucaristia?
    -Qual è il significato teologico delle parole e dei gesti di Gesù nell’istituzione dell’Eucaristia?
    -Giovanni non parla dell’istituzione dell’Eucaristia, ma c’è in Giovanni una dottrina eucaristica? E se c’è qual è?
    -Chi e quando ha dato inizio alla prassi eucaristica ecclesiale della comunione in bocca?

    Prima rispondiamo a queste domande , poi discutiamo.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Andiamo a chiederlo ai giapponesi…..

  • PIERO LAPORTA ha detto:

    Franco Moscone è il vescovo che consente al cappellano della Casa Sollievo della Sofferenza di disertare le corsie dei malati COVID.
    Mio fratello, ministro straordinario dell’Eucarestia, spendeva il suo tempo libero portando la Santa Eucarestia agli ammalati.
    Il vescovo e il suo degno cappellano hanno lasciato che mio fratello morisse – come centinaia d’altri malcapitati nell’ospedale di Padre Pio – solo come un cane e senza sacramenti.
    https://www.pierolaporta.it/pensieri-preghiere-contraddizioni/
    Signore perdona loro perché sanno, eccome, quello che fanno.

  • MARIO ha detto:

    Ancora con questa storia…

    Mi dispiace per don Nicola Bux, per le due ragioni seguenti:

    1) N.Bux assimila proditoriamente la modalità di ricezione (in bocca) del boccone dato a Giuda con la modalità di ricezione dell’Eucarestia nell’Ultima Cena.
    Siccome invece (come da tradizione) si potrebbe dire che Gesù abbia dato in bocca solo il famoso boccone per indicare il traditore, il discorso dell’Eucarestia in bocca potrebbe diventare piuttosto spinoso…

    2) N.Bux afferma che “labete/accipite” significhi “ricevete” invece di “prendete”.
    Nell’originale greco, tutti e tre i Vangeli sinottici usano la declinazione dello stesso verbo nelle due frasi seguenti: “preso (labon) il pane…” e “prendete (labete) e mangiate…”.
    Siccome “labon e labete” derivano dallo stesso verbo “lambano”, che ha come primo significato”prendere in mano” (e non “ricevere”), se avesse ragione N.Bux le due frasi si dovrebbe tradurre così: “ricevuto (in bocca) il pane…” e “ricevete (in bocca) e mangiate…”.
    Altro che ermeneutica modernista…

    • Klaus ha detto:

      Nel t stobgreco e latino il “boccone” è “pezzo di pane”….non si evoca la “bocca”….

      • Gabriele ha detto:

        Mah, la parola è psomíon, che il Rocci traduce pezzetto o boccone, diminutivo di psomós: boccone, pezzo di pane; dal verbo psomízo: imbocco, metto l’alimento in bocca; ma anche nutro, do da mangiare, distribuisco cibo. Comunque poco importa se Gesù abbia imboccato o no Giuda, perché come diceva Mario ci sono dei sostenitori della Comunione in mano che citano questo passo per dire che solo Giuda prese la Comunione in bocca (ma in questo caso non si tratta dell’Eucaristia)

        • pasquale ha detto:

          Beh il tema del “boccone” lo ha inventato don Nicola Bux, come si vede nell’articolo. Piuttosto, rileverei che in italiano “boccone” non significa “cibo che viene messo in bocca”, ma “quantità di cibo da mettere in bocca in una volta sola”. In sostanza, don Nicola confonde “porgere un boccone” con “imboccare”….

    • Alto Comitato per la lotta ai teologi/canonisti/liturgisti fai-da-te laureati all'Università della Strada ha detto:

      Bravissimo, Mario☺ Ti nominiamo membro effettivo e onorario del nostro Comitato☺

      • Rosa Rita La Marca ha detto:

        Veramente le irrefrenabili avanguardiste, che prendono per ignoranti retrogradi coloro che non si adeguano agli aggiornamenti ed alle novità, sono proprio le teologhe tutto fare iper attive nelle varie associazioni distrai donna dal ruolo di moglie e madre.

      • MARIO ha detto:

        Grazie infinite!
        Ma…un gradino più su…no? Almeno riuscirei a mangiare anch’io un boccone…

  • Acido Prussico ha detto:

    Preghiera a San Michele Arcangelo.
    O Principe della Milizia Celestiale – designato dall’Altissimo per difenderci dagli spiriti maligni – accogli questa mia supplica.
    Questo blog cristiano è frequentato da seminatori di calunnie e zizzania. Si firmano Mario, Luca, Gianni, Andrea (o con punteggiature). Non sono individuabili perché non mettono il patronimico e perciò a noi umani imperfetti viene la voglia di dare credito alla sentenza del diritto romano (“Mater semper certa, pater semper incertus est”) e di pensare male di loro. Ma tu sei uno Spirito Celeste Perfetto e quindi sai la loro paternità e puoi individuarli.

    Ti chiedo questo:
    Con la tua spada giusta e affilata taglia loro le mani affinché non scrivano piú i loro commenti viperini su questo blog (e altri). Serpeggiano avvelenando e facendo cadere nel peccato dell’ira.

    Non tagliare loro la lingua affinché possano continuare a riferire al loro padrone e maestro il disgusto e la rabbia dei cristiani dell’ultimo ottennio.

    Non confondere la loro mente. Anzi illuminali affinché possano – anche nell’ultima ora – apostatare il “credo” del loro maestro e salvare la loro anima.
    Amen, amen, amen.

    • Don Pietro Paolo ha detto:

      Lei, Acido Prussico, non poteva scegliere nome più appropriato.. Meno male che Il Signore se non sente gli angeli cantare a maggior ragione non sente gli asini ragliare.

    • MARIO ha detto:

      Caro Acido Prussico (= patronimico?),
      ha dimenticato (per puro caso?) le ultime strofe della Preghiera a San Michele Arcangelo. Se mi permette, le faccio il favore di aggiungerle io:

      E ti chiediamo invece di tagliare, con la tua spada giusta e affilata,
      la lingua biforcuta e velenosa di coloro che mentre ti invocano a sproposito,
      spruzzano il loro acido cianidrico (o prussico) contro qualsiasi teologo, purché ortodosso,
      perché siano preservati dall’orrendo sacrilegio di ricevere su di essa il Corpo di Nostro Signore.

      A questo scopo, ti supplichiamo di non tagliare loro le mani, perché meno indegne della lingua,
      e preserva le loro menti dall’odio e dal rancore,
      perché possano godere un giorno della beatitudine eterna.
      Amen, amen, amen.

      • Acido Prussico ha detto:

        Ignotus Mario,
        Lei ha scritto alle 22.54 (dopo l’amorevole, fine, delicato e “cristiano” commento del don P.P.) e non ha dato retta alla sua “teologia” (“Meno male che Il Signore se non sente gli angeli cantare a maggior ragione non sente gli asini ragliare.”). La sua supplica non verrà ascoltata perché mancando il patronimico l’Arcangelo non sa se viene da un essere umano o da un quadrupede.
        Per questo è meglio aggiungere il “patronimico”.

        E poi, lei prega come un Papa di una volta (“… a questo scopo, ti supplichiamo…”). Ti supplichiamo? In quanti siete?

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Troppi gli “abbagli”! Sarebbe questa l’ora di una “folgorazione” da far cadere in ginocchio, accecato, chi ha la vista abbagliata e lasciare ammutoliti i compagni di viaggio che – almeno, udita la voce – riescano a guidarlo sulla via giusta per il recupero della vista.

  • Pierluigi ha detto:

    Per inseguire un ecumenismo di bassa lega, che non parte dall’onesto riconoscimento di ciò che oggettivamente ci divide per rifiutare pigramente le fatiche di un altrettanto onesto confronto sulla Verità, che è Cristo stesso, alla fine si accolgono gli errori e gli erranti non pentiti e si abbandonano i fedeli.
    In altri termini, per accogliere l’errore si espelle Cristo e il Suo Corpo mistico, ossia coloro che ostinatamente si sforzano di rimanere a Lui fedeli.
    Quando affermavo che, nascondendosi vilmente dietro la “pandemia”, il rifiuto da parte dei pastori cattolici di comunicarci sulla bocca (giacché quelli ortodossi continuano a comunicare in bocca, segno che questo obbligo oltre che illegittimo è anche destituito di fondamento scientifico) era un grande e pessimo segno di apostasia, con l’intercomunione si sta rendendo manifesto.
    Chi non vede in tutto questo un grande sacrilegio è un cieco che guida altri ciechi.
    Curioso, comunque, che questo slancio pseudo ecumenico con chi a suo tempo si separò dalla Chiesa con il motto “sola Fede e sola Scrittura” si attui oggi da parte di una gerarchia che nega valore alla Scrittura stessa, affermando ad esempio che Sodoma e Gomorra furono salvate da Abramo e che non si può essere sicuri di ciò che ha veramente detto Gesù perché al tempo non esistevano i registratori.
    Preghiamo per la conversione dei nostri pastori e la nostra e che il Signore ci doni la forza di volontà necessaria alla perseveranza finale e al perdono.
    Per TUTTI arriverà il Giudizio di Dio.

  • mons ICS ha detto:

    Cari lettori di SC , vi suggerisco anche di leggere il libro-documento scritto da SER mons.Laise , vescovo argentino , francescano , consultore sul tema specifico di san Giovanni Paolo II , per il quale raccolse per anni documenti e scrisse un documento finale destinato a tradursi in documento di magistero. Secondo la volontà del Papa Mons,Laise passò proprio a S.Giovanni Rotondo ,al convento di san P.Pio, gli ultimi anni della sua lunga vita . Sosteneva che la comunione data in mano era sacrilegio , darla e riceverla. Le considerazioni di don Nicola Bux ,le condivido in pieno. Mons.ICS

    • Alto Comitato per la lotta ai teologi/canonisti/liturgisti fai-da-te laureati all'Università della Strada ha detto:

      Ma Giovanni Paolo II la pensava diversamente e con la Redemptionis Sacramentum firmata da Arinze, e da lui approvata, consentì la distribuzione in mano accanto a quella tradizionale in bocca. Roma locuta causa soluta. Quindi sarebbe ora di finirla di offendere papi, vescovi e fedeli con questa storia del sacrilegio. E vale anche per Moscone. La Chiesa ha disciplinato le modalità di distribuzione della Comunione in bocca e in mano, da parecchio tempo. Sarebbe ora che vescovi, preti e fedeli tacessero e prestassero umile ossequio alle disposizioni della Chiesa.

      • Klaus ha detto:

        Sarebbe anche bene che certi sedicenti liturgisti che millantano collaborazioni coi papi imparassero il greco e il latino….

        • Gabriele ha detto:

          Se conoscono il greco bene come quelli che hanno tradotto eisférein con abbandonare… 😄

      • mariano ha detto:

        Giovanni Paolo II distribuiva la Eucaristia sulla lingua.

      • Michele ha detto:

        L’umile ossequio alle disposizioni della Chiesa si sarebbe dovuto osservare anche nei confronti della “Humanae vitae” e di tante encicliche e documenti di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI verso i quali l’obbedienza non era più una virtù.
        Quanto al silenzio lo imponga a casa sua, ammesso che qualcuno abbia la virtù di sopportare la sua arrogante e superba molestia.