Mons. Suetta Protesta contro la Blasfemia Volgare e Insulsa di Sanremo
7 Marzo 2021
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, non ho seguito quanto accadeva a Sanremo se non attraverso – distrattamente – qualche foto e notizia di giornali; l’impressione che ne ho tratta è che si trattasse di un Gay Pride televisivo, in sostituzione di quelli che il Covid forse ha impedito (ma vediamo, non si sa mai…). Insomma, trasgressioni cheap, e la solita blasfemia rifugio dei guitti sfigati per attirare l’attenzione. Attendo sempre con emozione che gli stessi traggano spunto per irrisioni e blasfemie dalla vita del Profeta, per esempio, e dal suo matrimonio con una bambina. Pronto a emozionarmi e scuotere la testa in segno di disapprovazione di fronte alle probabili conseguenze (vedi Charlie Hebdo). Ma è gente troppo furba e vigliacca, non c’è pericolo. Intanto con piacere segnaliamo due reazioni al festival del cattivo gusto appena concluso. Buona lettura.
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Ecco il comunicato di mons. Suetta, vescovo di Sanremo:
A seguito di tante segnalazioni di giusto sdegno e di proteste riguardo alle ricorrenti occasioni di mancanza di rispetto, di derisione e di manifestazioni blasfeme nei confronti della fede cristiana, della Chiesa cattolica e dei credenti, esibite in forme volgari e offensive nel corso della 71 edizione del Festival della Canzone Italiana a Sanremo, sento il dovere di condividere pubblicamente una parola di riprovazione e di dispiacere per quanto accaduto.
Il mio intervento, a questo punto doveroso, è per confortare la fede “dei piccoli”, per dare voce a tutte le persone credenti e non credenti offese da simili insulsaggini e volgarità, per sostenere il coraggio di chi con dignità non si accoda alla deriva dilagante, per esortare al dovere di giusta riparazione per le offese rivolte a Nostro Signore, alla Beata Vergine Maria e ai santi, ripetutamente perpetrate mediante un servizio pubblico e nel sacro tempo di Quaresima.
Un motto originariamente pagano, poi recepito nella tradizione cristiana, ricorda opportunamente che “quos Deus perdere vult, dementat prius”.
Quanto al premio “Città di Sanremo”, attribuito ad un personaggio, che porta nel nome un duplice prezioso riferimento alla devozione mariana della sua terra d’origine, trovo che non rappresenti gran parte di cittadinanza legata alla fede e dico semplicemente “non in mio nome”.
Sanremo, 7 marzo 2021.
+Antonio Suetta
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Tag: crepaldi, sanremo, suetta
Categoria: Generale
L’articolo di Avvenire:
https://www.avvenire.it/amp/opinioni/pagine/lo-specchio-del-festival-e-serie-domande-credenti
Alla fine è sempre colpa dei credenti che non testimoniano abbastanza. E ti pareva.
Considero Remo (senza san) un fenomeno di costume e ,tra un pisolo e l’altro, l’ho visto.
Ho notato alcune cose: l’ambiguità e il gender fluid esaltato come modello per i giovani, in primis dalle grandi case di moda che si sono veramente profuse per creare costumi complicati e costosissimi per i loro pupilli lgbt. Anche i vincitori del festival si sono esibiti con abiti trans genici e trucchi pesanti. Ma guai a criticarli, sei mica omofobo!? Achille Lauro sembra essere il nuovo guru gender spirituale, tanto gender e con parecchie citazioni vane di Dio. Ogni suo monologo (o delirio) finiva con la frase “Dio benedica …finendo con categorie bizzarre….Dio benedica chi è, poi “chi gode “, “gli incompresi”, infine”Dio benedica chi se ne frega”. Grande Achille , sei un gran furbacchione, più spari scemenze più ti adorano. L’importante è farlo in un vestito di Gucci, mezzo nudo e possibilmente grondante sangue.
Anche Fiorello, malgrado la non più tenera età ha cercato di imitarlo con quella odiosa pantomima con la corona di spini spaziale sulla testa vuota.
Altra cosa che ho notato: tutti gli orchestrali e i lavoratori ben distanziati e con la mascherina, invece i vips, dopo la prima sera erano tutti appiccicati, spalla a spalla, si davano baci, in fronte e in bocca. Eh, ma loro sono tamponatissimi. “Io so io e voi non siete un c…” diceva il marchese del Grillo, questi mica muoiono se si ammalano, solo noi poveracci.
Infine,l’ ultimo dispiacere per me è stato vedere che tutte le signore ospiti over 30 erano ampiamente ritoccate, labbra a canottino, zigomi come pomi di mela, zero rughe, zero espressioni del viso. Che tristezza.
Il festival è ancora un fenomeno di costume , ma ormai è lo specchio del mal costume che si spande ovunque spacciato per normalità e progresso.
Meno male che c’è il vescovo.
Meno male che c’è il telecomando🙄🙄
E pensi che io non ho mai voluto la televisione. E tutti: “Ma come fai senza televisione!”
È vero, però per capire bisogna anche vedere.
San Remo non esiste. Nei più antichi documenti vi era la dicitura San Remo oggi mi pare pure la legge detti: Sanremo.
Un santo di nome Remo non e’ mai esistito.
Il nome della citta’ e’ legato probabilmente a un vescovo eremita che morì nel suo immediato entroterra di nome Romolo. Esiste ancora la localita’ a 800 mt e il santo patrono di Sanremo e’ San Romolo.
Potrebbe essere una storpiatura del gergo locale san Romilu/San Remu.
Ho sempre pensato che e’ un santo inesistente. Il santo del nulla.
Meno che esiste ancora qualche vescovo che ci mette la faccia per dare voce alla costernazione (se non rabbia …) di chi ha visto il festival e quell’indecenza.
Sarà istruttivo sapere quanti media avranno riportato la notizia dell’intervent odel Vescovo di Sanremo e soprattutto come. Questo è un compito che affido volentieri a Lei, dottor Tosatti ed a tutti i frequentatori di questo blog, da quando è scoppiato il Covid cerco di limitare al massimo il contatto con i media mainstream.
Per comprendere meglio ciò che sta avvenendo sarebbe necessario riflettere sulla mutazione antropologica che ha portato l’esclusione politica e sociale dallo “Scandalo” dell’antica Grecia che costringeva chi subiva questa sanzione ad abbandonare la Polis, ad una forma di autopromozione, con consegeunte vantaggio economico.
CEI – dove sei? Papà – dove sei?
Ottimo e puntuale intervento Eccellenza, io ho visto qualche trailer e , sinceramente , essendo debole di stomaco ho preferito chiudere la tv per fare altro.
Credo che Sodoma e Gomorra al tempo dei loro giorni “migliori” si siano comportate meno scandalosamente di quanto avvenuto in questi giorni a Sanremo dove, ad una sfacciata propaganda omosessualista attuata in collaborazione con gruppi pseudomusicali usciti per l’occasione da svariate bolge infernali, si è aggiunto l’empio assist di uno dei conduttori -con tanto di blasfema corona di spine in testa- ad una tale indistinta persona con annessi compagni che è di per sé un insulto alla umana natura e alla sua dignità.
Che il Padreterno abbia pietà di noi.
Segnalo una iniziativa che sicuramente riscuoterà grande successo di pubblico e di critica :
Prioritalia webinar
Allenamenti di sostenibilità
organizzato da Prioritalia (con il patrocinio di ASVIS #inclusioneDonna e in collaborazione con Manageritalia) previsto il prossimo mercoledì 10 marzo (ore 17.00-18.30), concernente il nuovo paradigma di #sostenibilitàdigitale che riflette il rapporto tra utilizzo proattivo dell’innovazione tecnologica e impatto sull’ecosistema ambientale, sociale e sull’agire civile.
Interverranno esperti, manager ed innovatori della società civile. Un confronto per condividere buone pratiche e nuove etiche,
Dal sito di PRIORITALIA :
“Per aumentare la sostenibilità della civiltà umana occorre ripensare ai paradigmi con cui si utilizzano le tecnologie ed equilibrare gli approcci – spesso contrastanti – con cui si elaborano l’identità e l’agire civile, intervenendo tanto nel mondo fisico e in quello digitale, sempre più integrati in una dimensione definita onlife o phygital. Ne parliamo con esperti, manager ed innovatori della società civile che condividono con Prioritalia l’obiettivo di guidare la transizione verso uno sviluppo più resiliente e coerente con gli obiettivi dell’Agenda 2030. Un confronto per condividere buone pratiche e nuove etiche, partendo dalla consapevolezza dei rischi e delle opportunità che le tecnologie e gli ambienti digitali ci offrono.”
https://prioritalia.it/it/news/la-sostenibilita-digitale
PROGRAMMA DEI LAVORI DI “SOSTENIBILITA’ DIGITALE”
Mi piace questo continuo nascere di neologismi : onlife e phigital, sostenibilità digitale (non bastava quella ecologica) Chissà che vorranno dire, mah, cose per persone cool e al top.
Cara Signora Milli, le nuove parole, cioè i neologismi, preparano e descrivono il “mondo nuovo”. Magari fosse possibile scherzarci su! Ad esempio “sostenibilità digitale” allarga il perimetro del concetto di sostenibilità -che è parola insieme ambigua e dominante di questo scorcio di secolo- al digitale, che, a seguito dell'”emergenza Covid”, sta sostituendo gran parte delle relazioni umane.
Ho capito che avete giocato con le parole. Ma, alla fine, cosa avete detto? Questa fondazione a chi si rivolge e per fare cosa?
Se può, me lo spieghi con parole semplici e non giri di parole. Grazie
Scusate se faccio un battuta , probabilmente troppo provocatoria. E magari anche banale. Ma Bergoglio invece di andare in IRAQ, non poteva andare Sanremo a cantare un inno mariano ? Avrebbe avuto la stessa attenzione o anche superiore e sarebbe stato più semplice . Tosatti , secondo lei il maestro Porfiri sarebbe stato d’accordo con me ?
Finalmente un bravo Vescovo! Grazie!
Perché nessun vescovo dice chiaramente che il virus c’è (non è un’invenzione come troppi cattolici tradizionalisti sempre alla ricerca del complotto plutodemoecc. pensano) e che è un castigo di Dio, e che non se ne andrà finché non avremo davvero mutato vita, ma mutata in senso morale, non certo in senso gretathumberesco. La sacra tradizione insegna che “talia flagella Domino indignante prodeunt et eo miserante cessant”.
il prof.De Mattei per averlo detto è stato scomunicato. Immagini un Vescovo ,,,
Ecco un altro covidiota, convinto assertore del virus e (scommetto) mascherato anche da solo in macchina!!!
Perchè non si guarda il video del prof.Citro sul Covid frutto di ingegneria genetica?
Massimo Citro: “la verità sull’origine del coronavirus”
http://www.youtube.com>watch
Scusate, ma che centra il virus?
Qui si parla del festival di San Remo e di quei due citrulli che lo hanno “condotto” e che avrebbero dovuto evitare simili scempiaggini.
Le proteste alla RAI dovrebbero avere come obiettivo l’allontanamento dalla Radio e dalla TV di Amadeus e di Fiorello.
Il primo non sa far altro che ridere, con un’espressione da ebete.
Il secondo, pur di strappare qualche risatina, tirerebbe in ballo pure i genitori. Meno male che non li vedremo più a San Remo!
E da non dimenticare che i due citrulli, ma io direi dritti alla faccia dei citrulli veri che pagano il canone tv, hanno “guadagnato”Amadeus 500.000 Euro e Fiorello, poverino, soltanto 250.000.
Che grandissima presa per il … !!!!!! Due sparakazzate a mitraglia si beccano un botto di soldi, alla faccia di quelli che falliscono e vanno per stracci.
Davvero il mondo è dei dritti!!!!
Se fossi Fiorello mi arrabbierei😂😂
Scusi, ma si è svegliato adesso, dopo un anno?
Lo scorso anno, da sveglia, anche se sotto pseudonimo (che i fedeli frequentatori ricorderanno) mi indignai per l’osceno spettacolo offerto da Achille Lauro, con un commento al Post in ricordo di Lucio Dalla.
Nessuna voce critica si levò dal mondo ecclesiale, esattamente come oggi.
C’è un cardinale, invece, che ad ogni festival di Sanremo non manca di far conoscere attraverso i social la propria preferenza per qualche artista in gara, immediatamente rilanciata dagli organi di stampa.