Galleria Neovaticana. Modernismo, Vizi Innominabili e Corruzione.

2 Marzo 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, è con piacere che oggi condividiamo con voi  la presentazione di un mio libro, pubblicato da RadioSpada Edizioni. Buona lettura.

§§§

 

Galleria neovaticana: arriva il libro di M. Tosatti

(con prefazione di Mons. Carlo Maria Viganò e introduzione di Maike Hickson)  

 

« […] E forse, proprio perché costretti a guardare nell’abisso di immoralità di una parte del Clero, i buoni potranno esser spronati a moltiplicare l’impegno di santità, di umiltà e di sacrificio, in modo da attirare sulla Sposa dell’Agnello quelle benedizioni e quelle grazie che altri oggi tengono lontane. Tempora bona veniant. Alle anime innamorate di Dio queste pagine ispirino sentimenti di riparazione e di espiazione, invocando al Sommo ed Eterno Sacerdote il dono del pentimento e della conversione per i traviati che continuano a crocifiggerLo rinnegando le solenni promesse che hanno fatto, nelle mani del Vescovo, il giorno della loro Ordinazione. Sia loro di aiuto la Vergine Santissima, Refugium peccatorum, Madre del Sacerdozio».

(Breve estratto dalla prefazione di Mons. C. M. Viganò)

 

Galleria neovaticana – Modernismo, vizi innominabili e corruzione ai tempi di Bergoglio, è l’ultimo libro di Marco Tosatti, pubblicato dalle Edizioni Radio Spada.

E – lo immaginiamo facilmente – sarà un libro che farà discutere parecchio.

La prefazione del volume è scritta da Mons. Carlo Maria Viganò, Arcivescovo titolare di Ulpiana, già Nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America dal 2011 al 2016.

L‘introduzione è opera di Maike Hickson PhD, studiosa di letteratura e collaboratrice di LifeSiteNews e OnePeterFive.

Volentieri offriamo qui sotto ai lettori la nota editoriale – firmata da Piergiorgio Seveso – che apre il volume.

Il costo del libro è di 12 euro più spese di spedizione ed è ovviamente acquistabile anche singolarmente, ma lungo tutto il mese di marzo abbiamo pensato ad una OFFERTA LANCIO: con soli 25 euro (raccomandata inclusa) potrete portarvi a casa Galleria neovaticana + un altro titolo a vostra scelta (esclusi quelli della sezione “Antichità e vintage”)! Per ragioni logistiche, se vorrete approfittare dell’OFFERTA LANCIO dovrete effettuare il vostro ordine via WHATSAPP (3662949035) o TELEGRAM o email

edizioniradiospada@gmail.com

http://www.edizioniradiospada.com/component/virtuemart/ecommerce/galleria-neovaticana-modernismo-vizi-innominabili-e-corruzione-ai-tempi-di-bergoglio-detail.html?Itemid=0

 

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Nota delle Edizioni Radio Spada

 

Se le Edizioni Radio Spada fossero una persona e dovessero firmare un documento, siglerebbero il foglio con due parole che fanno sì che la nostra casa editrice sia tale, che sia degna della propria causa e degna di sé: coraggio e realismo.

 

Ci vuole coraggio ad affrontare, frontalmente e senza fronzoli rassicuranti o ipnotici sofismi, la crisi terribile e incapacitante che l’edificio storico e sociale della Chiesa sta attraversando. Non una fase critica, non un periodo di ripiegamento ed involuzione, di quelli di cui la storia è ricolma, ma una crisi unica ed eversiva che ne svuota dall’interno il contenuto salvifico e ne riduce drasticamente la capacità apostolica, crisi di dottrine eretiche ed empie, crisi di prassi ora deboli, ora scellerate, crisi di uomini. In ultima analisi si tratta di una crisi di Fede che trova la sua origine nella rinascita del modernismo, intronizzato sotto le colonne tortili del baldacchino di San Pietro da Roncalli e da Montini.

 

Di questi Castore e Polluce della sovversione, di questi artefici della più grave, avvilente e imbastardente catastrofe che il Cattolicesimo Romano (ovvero la Chiesa militante) ha dovuto subire nella sua storia, Jorge Mario Bergoglio è fedele discepolo, tardivo epigono, rinnovata eco. Nulla di più, nulla di meno.

 

Ci vuole altrettanto realismo, anzitutto per non perdere il senso della misura e del limite in tutto ciò che facciamo (che è poco e comunque mai abbastanza, date le attualità necessità ecclesiali) e in secondo luogo per vedere le amplissime debolezze e divisioni di quel Cattolicesimo Romano residuale, sarei tentato di scrivere, marginale, che tenta di mantenersi tale e di non snaturarsi in amplessi adulterini con la Rivoluzione.

 

Come in ogni esercito vinto (ma non domo) regnano tra le nostre file confusione, disperazione, foghe allucinatorie, involuzioni psicotiche e pose da commedia dell’arte, accanto beninteso alle silenziose virtù oranti e riparatrici di tante anime buone che spesso preferiscono il silenzio al tramestio della pubblica piazza. Dal punto di vista però delle pubbliche “buone battaglie”, può una semplice casa editrice, pur se integralmente cattolica, cambiare quest’ordine di cose, avventurarsi in percorsi reazionari e controrivoluzionari che non le competono, capeggiare insorgenze che rischierebbero ben prima che il deserto, il ridicolo?

 

Rispondiamo francamente e incontrovertibilmente: no, non può, non deve e, rebus sic stantibus, non lo farà. Può invece contribuire all’istruzione e alla pietà di molti, alla formazione di una sana e ricca cultura cattolica, estranea alla lettera e allo spirito del Concilio Vaticano II, ed infine a fare la cronaca e fors’anche la storia di questi anni drammatici e perniciosi.

 

Questo libro dell’operoso Marco Tosatti, impreziosito editorialmente da una prefazione di Monsignor Carlo Maria Viganò, rientra in questa inesausta raccolta di materiali che serviranno a scrivere la storia della Chiesa negli anni a venire e ancora più propriamente la storia degli anni bergogliani.

 

Con coraggio e realismo, non recusamus laborem, non retrocediamo di fronte all’onere di darlo alle stampe, non ci tiriamo indietro di fronte a materie e argomenti che certamente sono scabrosi e ripugnanti ma possono fornire ai nostri lettori un’altra angolatura da cui osservare l’annosa crisi DOTTRINALE che sta attraversando la compagine ecclesiale.

Proprio per questo, aggiungiamo a questa nota editoriale qualche breve postilla.

Per scelta – di vita e di linea editoriale – non siamo usi osservare il mondo dal buco delle serrature, né abbiamo vocazioni scandalistiche, né tantomeno avalliamo il tipico automatismo secondo il quale alla proclamazione di dottrine ereticali si accompagnino necessariamente disordini morali. Ci possono essere banditori di dottrine violentemente eterodosse che non manifestarono, né manifestano alcun disordine comportamentale e al contempo custodi della Fede romana, non privi di abbondanti mende.

Quello che a noi interessa è annotare il rapporto storico tra neomodernismo trionfante e taluni casi di devianze morali, che per loro stessa natura non possono rimanere estranee al governo della Chiesa, alle scelte gerarchiche e ai posizionamenti dottrinali e sociali delle attuali “gerarchie”. Lo facciamo senza entrare nel merito dei singoli casi e delle particolari evenienze, peraltro copiose ed impressionanti, citate nel libro. Non potremmo farlo, non vogliamo farlo, tanto è forte l’olezzo che promana da esse. Per la loro attendibilità ci affidiamo all’acribia e alla passione documentaria del nostro scrittore.

Un chiarimento ulteriore: quanto segue non è e non può essere letto come un centone di cronache giudiziarie o come una speculazione sui mormorii di un confessionale. Per carità e giustizia, nulla possiamo dire sul foro interno di ogni singola persona citata e nulla vogliamo stabilire contro la presunzione d’innocenza e il beneficio del dubbio cui vanno soggette anche le sentenze definitive dei tribunali umani. Ai dossier e alle inchieste riportate sono seguite polemiche, difese, contrattacchi, precisazioni: a ognuno il diritto – e persino il dovere – di approfondire. Non è questo il punto: non è alla singola tessera del mosaico che bisogna guardare ma all’intera opera, al suo senso complessivo, all’orizzonte che delinea.

In fondo, ripetiamo l’antico adagio: de minimis non curat praetor. Di fronte alle attuali gerarchie, dimentiche dei diritti di Dio e danzanti intorno alla statua della Cibele dell’antropocentrismo e del relativismo religioso, tutto ci appare piccolo, minore, meschino, corollario, per quanto turpe possa essere.

Un ringraziamento di cuore all’autore del volume, all’autrice dell’introduzione e al prefatore, che con quest’opera entrano di diritto nella grande famiglia di Radio Spada e a voi cari lettori, buona lettura!

Piergiorgio Seveso

Presidente dell’Associazione Edizioni Radio Spada

 

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2 commenti

  • GoodMarket ha detto:

    propongo di quotare in Borsa ( un Borsino cattolico riservato ) StilumCuriae e Radio Spada ..Magari con un grande progetto di creazione di una holding globale che partecipi tutti i siti, blog , giornali on line , ecc.
    Pensateci bene , prima di scuotere la testa . La crescita di valore futuro sta nel valore delle dignità umana ormai disconosciuto dalla chiesa stessa. Gli utili e i dividendi futuri su cui stabilire il valore di Borsa son valorizzabili nella salvezza di vite umane altrimenti destinate alla dannazione ,ma anche valorizzabili nelle ripresa delle nascite grazie alla ripresa del valore della vita. Se si valorizzano sui mercati i BitCoin non si può valorizzare anche questo progetto ?

    • CLAMANTIS ha detto:

      CONDIVISIONE:
      IL COLLASSO DELLA CHIESA CATTOLICA LATINA

      Il titolo dello studio-documento è una variante dell’affermazione di papa Benedetto XVI, al mensile Klerusblatt, di un «collasso della teologia morale cattolica» dagli anni Settanta.
      Per estensione si può parlare di collasso del paradigma della Chiesa cattolica latina dagli anni 50.
      Lo studio preliminarmente riconosce anche gli effetti positivi di atti e talune riforme nella Chiesa Cattolica, da quel tempo, ma gli elementi negativi e le distruzioni sono oggettivamente così superiori in quantità e disastri irreparabili, da ritenere i pochissimi effetti buoni del tutto irrilevanti e solo per ridere si può ascoltare che le negatività e la scomparsa della fede siano come risorse e opportunità.

      Lo studio inizia descrivendo in dettaglio la smobilitazione dottrinale e rituale della liturgia, nella forma fissata dal Concilio tridentino e rimasta sostanzialmente immutata fino al 1969. Segue poi l’assalto alla fede da parte dell’aggiornamento promosso da teologi soprattutto francesi e tedeschi, e approdato trionfalmente nel Concilio Ecumenico Vaticano II, sotto la veste e il pretesto pastorale. Da qui la caduta verticale del governo della Chiesa Cattolica, col papa protagonista e infallibile non più ex cathedra ma settimanalmente ex fenestra, con la condanna di Lefevre , lo smantellamento del Santo Uffizio, l’abolizione della lingua identitaria della Chiesa latina, l’accoglienza della rivoluzione luterana nella liturgia, l’abolizione dell’abito ecclesiastico, del simbolo del triregno, della manomissione dei riti sacramentali, soprattutto dell’ordine sacro, trasformato in disordine istituzionale con la non improbabile perdita della successione apostolica, con la fuga spaventosa di un gran numero di ministri dell’altare, lo svuotamento dei seminari, la cinematografia delle ratio studiorum e del percorso formativo ministeriale, i cui effetti deleteri vengono di giorno in giorno alla luce ed evidenziati da migliaia di denunce di vittime di abusi, che chiedono miliardari risarcimenti, provocando catastrofici fallimenti alle diocesi. Ma alla radice dello smarrimento della gerarchia va posta, certamente la insensata equiparazione del ministero esercitato dai ministri consacrati, al pensionamento dei burocrati, che cessano dall’ufficio al raggiungimento dell’età di pensione, minando in pratica il carattere indelebile dell’ordine sacramentale, e ritenendolo quasi un ufficio ad tempus. Pertanto, come burocrati, tali nuovi ministri hanno smantellato nelle chiese loro affidate altari monumentali e opere d’arte, per firmare mostruosità architettoniche e pittoriche, talora addirittura blasfeme, distruzione degli altari laterali con le icone che li ornavano e i candelieri che le onoravano. Ancora, il disuso dei confessionali con gli inconvenienti che ne sono derivati e che non si vuol riconoscere, lo spregio dell’abito sacerdotale, e non ultimo, l’odio verso la lingua latina, ormai sconosciuta dai più, con generale confusione del linguaggio teologico e del significato dei pronunciamenti dottrinali passati e attuali. Nei due ultimi interventi di questa prima parte si accenna al disastroso abbandono del protocollo e del linguaggio canonico ecclesiale, delle rubriche e del canto gregoriano, e infine della perdita di significanza della vita religiosa, come status carismatico peculiare, e conseguente perdita di attrattiva per i battezzati.

      Nella seconda parte dello studio si analizza il preconcetto di irreversibilità del cambio di paradigma, in nome della infallibilità dei pronunciamenti pontifici e conciliari, ripercorrendo la storia della Chiesa a partire dalle lotte cristologiche, ed evidenziando soprattutto il VII Concilio Ecumenico, che nell’anno 787, dopo 60 anni di lotte, riaffermò l’ortodossia contro l’iconoclastia del concilio del 726, e lottò fino alla prima domenica di quaresima dell’anno 843, cioè ancora per 60 anni, per l’affermazione della vera fede in tutta la chiesa, cioè furono necessari 120 anni di lotta per vincere l’eresia affermata e imposta da un concilio, e per questo il trionfo dell’ortodossia da allora è ancora oggi ricordato e celebrato solennemente nella chiesa ortodossa, dando memoria eterna ai difensori e martiri e triplice anatema ai persecutori ed eretici.

      TITOLI DEI CAPITOLI
      I parte
      La degenerazione del movimento liturgico

      La creazione della nouvelle théologie

      L’equivoco del Concilio Pastorale

      Le molte rationes studiorum per la formazione dei candidati ai ministeri ecclesiali

      I mutamenti strutturali dei luoghi di culto, degli altari, dell’uso dei confessionali

      Il cambio di forma e di uso delle vesti liturgiche

      L’adozione del vernacolo per l’amministrazione di tutti i sacramenti

      L’arbitraria soppressione di antiche forme di benedizione

      L’inutile revisione del catalogo delle indulgenze

      L’abbandono dello stile peculiare dei documenti pontifici e curiali

      La trascuratezza del protocollo istituzionale dei palazzi apostolici

      L’estinzione della vita religiosa consacrata

      II parte
      Difesa dell’ortodossia e dell’ortoprassi contro i concili eretici nel I millennio

      Difesa dell’ortodossia e dell’ortoprassi contro i concili eretici nel II millennio