Appello dei Fedeli ai Vescovi del Portogallo: Ridateci le Messe!
16 Febbraio 2021
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, dal portale Dies Irae riceviamo questa nota, che ben volentieri pubblichiamo, per appoggiare la giusta richiesta rivolta ai vescovi di quel Paese, che pure è stato teatro delle apparizioni della Vergine, a Fatima. Buona lettura.
NOTA ALLA STAMPA
15 febbraio 2021
Cattolici portoghesi lanciano appello ai Vescovi per la ripresa delle celebrazioni pubbliche
Nel giorno che segna il 95.° anniversario dell’apparizione del Bambino Gesù a suor Maria Lúcia di Gesù e del Cuore Immacolato, a Pontevedra, e due giorni prima dell’inizio della Quaresima, un gruppo di cattolici portoghesi promuove l’invio di un appello ai Vescovi per la ripresa immediata delle celebrazioni pubbliche, sospese dalla Conferenza Episcopale Portoghese il 21 gennaio, una settimana dopo che, in un comunicato, i Prelati avevano sospeso la celebrazione di Battesimi, Matrimoni e Conferme.
L’appello, reso pubblico un mese dopo l’inizio del “nuovo lockdown”, inizia affermando che «il Portogallo e il mondo sono immersi nel caos da un anno», proseguendo con la preoccupazione che «ogni giorno si accentua più l’antropocentrismo che caratterizza le società contemporanee: l’Uomo è il centro del cosmo. Vogliono che diventiamo “uomini vitruviani”, lasciando da parte il fine per cui siamo stati creati, cioè dare gloria a Dio per tutto quello che abbiamo ricevuto da Lui e in tutto ciò che ci è permesso operare!».
I fedeli ritengono che la decisione della Conferenza Episcopale Portoghese, di sospendere le celebrazioni, abbia portato ad una «catastrofica orfanotrofia spirituale generalizzata» e al «caos spirituale». Sono irremovibili quando affermano che «non siamo accomodati di fronte al coma indotto in cui si trova la Chiesa in Portogallo!».
L’appello pone una domanda ai Vescovi: «Eminenze ed Eccellenze Reverendissime, e se gli ospedali decidessero di chiudere?». E subito dopo sorge una nuova domanda: «Se in questa situazione, incomparabilmente meno grave delle passate epidemie, accade qualcosa del genere, cosa potrebbe accadere in futuro, in situazioni simili o più violente?».
E l’appello arriva esplicitamente: «Con l’avvicinarsi del Mercoledì delle Ceneri e il tempo penitenziale della Quaresima, che ci condurrà alla gloriosa Pasqua di Nostro Signore Gesù Cristo, facciamo appello a Vostre Eminenze ed Eccellenze, affinché le chiese vengano riaperte, le celebrazioni pubbliche riprendano e vengono amministrati i Sacramenti, cioè quelli del Battesimo, dell’Eucaristia, della Confessione, del Matrimonio e dell’Unzione degli Infermi. Così facendo, non si applicheranno a noi le parole che, a Pontevedra, il Divin Infante, a proposito dei Cinque Primi Sabati, disse a suor Lucia: “È vero, figlia mia, che molte anime le iniziano, ma poche le finiscono”. E sono tante le anime che iniziano innumerevoli azioni, ma pochissime le finiscono!».
Infine, i sottoscrittori lasciano un consiglio ai Prelati: «Non commettete errori, Eminenze ed Eccellenze, questa condotta non giova affatto alla salute delle anime, causa principale della vostra vocazione e del vostro ministero ordinato. Sì, può piacere al mondo moderno, ma mai al Creatore! In fondo siamo creature, ma tendiamo a comportarci come creatori».
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Tag: covid, dies irae, messe, portogallo, Vescovi
Categoria: Generale
Il problema n. 1 è uno solo: crisi di fede anche tra il clero.
Dio chiederà conto a questi signori, o meglio, a questi suoi pseudo ministri che ne è stato delle anime che aveva loro consegnato. Eccome! E non solo in Portogallo ma in tutto il mondo. Gesù stesso, nella sua preghiera sacerdotale dopo l’ultima cena, rese conto a Dio di quelli che gli aveva affidato e concluse che li aveva conservati nel Suo Nome………. Che cosa diranno a Dio questi pseudo-ministri?
Sappiamo tutti che la Chiesa Apostatica proverà ancora a impedire le celebrazioni pasquali anche in Italia.
Perché a chi si è consegnato anima e corpo a Satana la Pasqua fa persino più paura del Natale.
Ma stavolta non ci piegheremo. NON CI PIEGHEREMO.
Il cristianesimo rivoltato, rovesciato (rovesciare è anche sinonimo di “vomitare”, “dar di stomaco”).
Un tempo i pastori strigliavano i fedeli se disertavano la messa.
Oggi, i fedeli “supplicano” le “eminenze” e le “eccellenze” a ridare la messa.
I vescovi, non solo quelli italiani ci viene qui ricordato, sono come l’oracolo di Delfi di cui parla Eraclito, l’oracolo che “non dice e non nasconde, ma dà un segno”. Non dicono chiaramente che di messe e di sacramenti a loro non importa più un fico secco, che non ci credono più, anche perché a quel punto dovrebbero cercarsi un impiego e per la maggior parte di loro l’unica prospettiva sarebbe un lavoro manuale. Non lo dicono, ma ce lo fanno capire in tutti i modi, prima sconciando messe e sacramenti e riducendoli a una pagliacciata, poi chiudendo baracca e burattini alla prima occasione con la scusa del virus (che laddove esista fede quanto un granello di senape dovrebbe piuttosto essere una spinta a moltiplicare le pratiche religiose!). Inutile dunque pregarli di desistere dalla serrata: l’ultimatum dei fedeli dovrebbe essere “cari amici, spiegateci a che gioco state giocando e se non siete più interessati a fare i vescovi lasciate libero il posto”.
Bersaglio centrato.