Una Coraggiosa Farmacista: La RU 486 non si Può Dare con Leggerezza.
8 Febbraio 2021
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, la polemica sulla RU 486, la pillola abortiva resa “domestica” dal Ministro della Salute Speranza continua, e giustamente. Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un articolo in cui si parlava dell’allarme, pubblicato in Gran Bretagna, relativo alla pillola abortiva. Oggi pubblichiamo due comunicati, uno del Popolo della Famiglia di Firenze, e l’altro di Pro Vita e Famiglia, riguardante la Regione Lazio. Buona lettura.
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Lettera aperta del Popolo della Famiglia Firenze alla farmacista Maria Rosaria D’Atri: “grazie, Dottoressa, per il rispetto che ha dimostrato per le donne e per la verità”.
Colpisce il fatto che proprio ieri, nella 43ma Giornata per la Vita, indetta dalla CEI, si legga su “Il Tirreno” la polemica sull’anziana farmacista Maria Rosaria D’Atri, che al banco di una esercizio di Mutigliano, frazione di Lucca, si è rifiutata di fornire con leggerezza la “pillola del giorno dopo” a una donna che ne aveva fatto richiesta, dicendo:
«Non sono un distributore automatico di medicinali. La “pillola del giorno dopo” è un abortivo, non si può dare con leggerezza. Se l’Agenzia del farmaco la pensa diversamente avvalora una menzogna».
Il Popolo della Famiglia Firenze, in prima istanza, porge in lettera aperta che spera gli pervenga tramite i media, il suo ringraziamento e la sua stima alla Dottoressa D’Atri, per la sua professionalità, per il suo rispetto per la Verità, e per aver avuto il coraggio di non distogliere lo sguardo dalla donna che aveva davanti. Oggi la Verità e l’amore per il prossimo passano, drammaticamente e più che mai, anche per il metro di larghezza del bancone di una farmacia.
Circa la polemica sull’obiezione di coscienza per i farmacisti che si rifiutano di vendere un prodotto abortivo come EllaOne, Il Popolo della Famiglia Firenze cita l’Agenzia informativa La Nuova Bussola Quotidiana, la quale ricorda che
“Contro l’obiezione di coscienza dei farmacisti, però, viene spesso impugnato ingiustamente un decreto regio sulla salute del 1938, che spiega che il farmacista non può rifiutarsi di vendere alcun prodotto. Peccato che allora non esistevano né le pillole abortive né l’aborto legale: la legge infatti aveva il solo fine di impedire il boicottaggio dei prodotti di alcune case farmaceutico da parte dei farmacisti”.
Il referente per Firenze del Popolo della Famiglia, Pier Luigi Tossani, dichiara:
“Non ci illuda, nella nostra Italia sull’orlo della bancarotta, che vi possa essere una ripresa con i duecento miliardi del Recovery Fund, se poi si continua a mentire a noi stessi e al nostro prossimo sulla verità dell’uomo e della donna, millantando pilatescamente che la pillola del giorno dopo non ha lo scopo di sopprimere un figlio appena nato nel grembo della madre. E, massima perversione, si è voluto dare questo prodotto anche alle minorenni, senza necessità di ricetta medica. Se seguitiamo così, tutti i soldi del mondo non basteranno a salvarci.
Dal canto suo Il Popolo della Famiglia, molto concretamente, per dare alle donne la vera libertà di scelta, tra il lavoro fuori casa o la cura della famiglia e dei figli, ha già raccolto più di 50.000 firme per il progetto di Legge di iniziativa popolare, denominata “Reddito di Maternità”: l’aiuto, alla donna che non ha un introito personale da lavoro, per mille euro al mese, rinnovabili per ogni figlio e per la durata di otto anni. La PdL è ancora giacente in Parlamento, in attesa di discussione. I partiti decidano, dopo che avranno concluso i bizantinismi della crisi di governo”.
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Ed ecco il comunicato di Pro Vita e Famiglia sulla determinazione della Regione Lazio:
“Dicono che lo fanno per garantire la scelta tra ricovero o ambulatorio ma recepire le linee di indirizzo del Ministero della Salute per garantire la RU486 anche fuori dal ricovero ospedaliero è solo follia e mette a rischio la salute delle donne” così Toni Brandi, presidente Pro Vita e Famiglia onlus sulla determina della Regione Lazio che propone di “rimuovere gli ostacoli all’accesso alla metodica farmacologica” in tema di aborto con la pillola abortiva.
“Con la scusa di evitare il contagio limitando il più possibile gli accessi in ospedale si equipara una pillola abortiva, che provoca emorragie, infezioni e talvolta persino la morte, a una caramella balsamica. E’ davvero questo quello che avviene in un Paese civile? Con la liberalizzazione della RU486, in pratica, si pretende che l’aborto avvenga “comodamente” a casa, alleggerendo i costi che ricadrebbero sul Servizio Sanitario Nazionale. Le donne così diventano cavie per il risparmio nazionale” ha continuato Jacopo Coghe, vice presidente della Onlus.“In realtà, caro Zingaretti, in altre Regioni si sta attuando una svolta (come è accaduto in Piemonte e nelle Marche) rispetto alle direttive del ministro Speranza, perché al contrario del Lazio guidato da lei, lì si prendono in considerazione i rischi e il bene delle donne. D’altronde anche dal punto di vista delle conseguenze fisiche e psicologiche, l’aborto chimico è infinitamente più grave di quello chirurgico, anche perchè nel 60% dei casi le madri vedono l’espulsione dell’embrione” ha concluso la nota di PV&F.
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Tag: aborto, popolo della famiglia, pro vita, ru 486
Categoria: Generale
Ci avevano raccontato che combattevano la clandestinità dell’aborto.
Lasciando per un momento da parte la Bibbia, il Catechismo, i diritti umani e quant’altro faccio un piccolo confronto a semplice logica.
Un emetico è un emetico. Ma un conto è che sia somministrato a prescrizione di un medico per svuotare d’urgenza lo stomaco di una persona che ha ingerito sostanze tossiche e altro conto è che un goloso lo usi dopo un’abbuffata per svuotare lo stomaco e farne un’altra. E’ tanto difficile da capire?
Fa bene STILUM CURIAE ad aggiornarci sulla battaglia che anonimi anti-satanisti compiono giornalmente contro la distruzione delle menti e dei corpi di tanta gente, soprattutto giovane, che non immagina chi siano questi personaggi che presentano come razionali le proposte per risolvere i problemi umani, soprattutto psicologici, con sistemi omicidi, fatti passare come conquista di civiltà… Purtroppo, pure se coraggiosamente ci sono individui combattenti e organizzazioni e social che si battono a viso aperto, non si fa la battaglia che dovrebbe essere gridata dai tetti, ossia dai pulpiti della Chiesa cattolica, la prima che dovrebbe opporsi ai crimini. Non solo oggi il clero tace in massima parte per il quito vivere. E’ avvenuto anche in passato. Mi piace sempre ricordare gli “Insorgenti” – così furono poi definiti – che si opposero alle ruberie e ai crimini del generale Napoleone Bonaparte con le sue bene armate truppe giacobine, quando invase il centro-nord del territorio italiano. Organizzarono gli Insorgenti il cardinale Fabrizio Ruffo e un certo numero di parroci e sacerdoti che guidavano contadini e artigiani all’attacco delle ben organizzate truppe francesi, gridando “Viva Maria”. Molti sacerdoti caddero in battaglia, o fucilati dai Francesi. Napoleone, come oggi i Padroni del Mondo, si sentiva invincibile. Alla fine fu sconfitto. Come i bolscevichi, come i comunisti, come i nazisti. Come avverrà per l’ultimo scampolo “deteriorato” della Sinistra, come avverrà per la Cina comunista. E’ solo questione di accettare i tempi dell’Altissimo. Chi vivrà, vedrà.
“Se seguitiamo così, tutti i soldi del mondo non basteranno a salvarci.” Giustissimo, come corollario qualcuno provi a chiedere a Draghi se si conformerà alle politiche europee a favore dell’aborto anche contro i medici obiettori di coscienza e prone a immettere il “gender” anche nelle elementari con pesanti sanzioni ai genitori che vi si oppongono.
Articolo e comunicato pienamente condivisibili. Nessuna fiducia in questi individui mentitori abitudinari, del tutto privi di quei nobili sentimenti che elevano l’animo umano avvicinandolo al suo Creatore. Purtroppo tutto sta precipitando. E in piena coscienza credo, nostro malgrado, ( e credetemi, non e’ una dichiarazione arrendevole ma dettata dalla pugnace consapevolezza di battersi contro i mulini a vento ) che dovremo bere fino in fondo questo amaro calice, nel cui interno vi e’ un orribile miscuglio.