Benedetto XVI e Trump.Il Legame: l’Eroismo della Sconfitta. (Per Ora…)..
27 Gennaio 2021
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, come ricorderete un amico americano di Pezzo Grosso ha avanzato l’analogia fra le dimissioni di Benedetto XVI e la sostituzione di Donald Trump con Joe Biden alla Casa Bianca. Una tesi interessante, che ha provocato da parte di un amico di Pezzo Grosso – questa volta italiano – questa riflessione che volentieri condividiamo con voi. Buona lettura.
§§§
Ho letto con grande attenzione il contributo dell’Amico Americano di Pezzo Grosso e ho trovato illuminante l’analogia che istituisce tra Trump e Benedetto XVI. La faccio mia e provo a svilupparne le virtualità latenti.
La sconfitta di Trump voluta e ottenuta dal Sistema – chiamo Sistema quella «alleanza strategica di potere, diciamo occidentale […] tra politica, economia, scienza, media e morale (nel senso di Chiesa)» – è analoga alla sconfitta di Benedetto XVI voluta e ottenuta dal Sistema.
L’arrogante palazzinaro newyorkese e il timido teologo bavarese non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro. L’analogia non è dunque sul piano personale ma relativamente al ruolo storico “giocato” dall’uno e dall’altro nelle rispettive istituzioni e rispetto all’Occidente post-moderno che entrambi hanno cercato di “governare”.
Si potrebbe scrivere, senza neppure troppa dietrologia complottista, delle forze identiche (persino i nomi dei volti noti di certe trame sono identici) che hanno operato per le dimissioni di Benedetto XVI e la sconfitta di Trump, per l’elezione di Bergoglio e l’elezione di Biden. Ma non è questo il mio interesse ora.
L’analogia, infatti, va ben oltre i destini di un Presidente degli USA e di un Papa, coinvolge le due rispettive “sovranità” (Stati Uniti d’America e Santo Romana Chiesa) e la stessa civiltà occidentale.
Cosa è stato realmente sconfitto con la sconfitta di Benedetto XVI? Il tentativo (disperato, ora si può ben dire) operato da Ratzinger di salvare il cattolicesimo post-conciliare dal suo destino suicida facendo “guarire” la Chiesa dal suo male interiore e così ridando un’anima all’Occidente.
Questo progetto eroico, come eroici sono gli eroi di certo romanticismo tragico, tenacemente condotto da Benedetto XVI sul piano teologico (ermeneutica della continuità), liturgico (Motu proprio Summorum Pontificum), di civiltà (discorso di Ratisbona), politico-giuridico (dottrina dei principi non negoziabili, paradigma giusnaturalista a fondamento dello Stato liberale) è finito e fallito con le dimissioni di Benedetto XVI.
Cosa è stato realmente sconfitto con la sconfitta di Trump? Il tentativo (disperato?) di salvare gli USA (e con essi l’Occidente) dalla sempre più travolgente corrente nichilista del globalismo liberal, da una rivoluzione che trotskisticamente si vuole permanente e universale – le guerre neocon di Bush per “esportare la democrazia”, le rivoluzioni colorate e le primavere arabe di Obama-Clinton – maoisticamente culturale sino all’esito estremo della cancel culture. Questo tentativo titanico di Trump di strappare gli USA dalla dissoluzione in un universale rivoluzionario radicale permanente è passato attraverso un nuovo paradigma di politica estera, l’impegno a reindustrializzare e a rallentare il processo di globalizzazione, il rilancio pubblico della identità cristiana, una interessante ermeneutica dei diritti umani in senso giusnaturalista (Commissione Glendon). Questo titanico tentativo è stato sconfitto con la sconfitta di Trump e l’elezione di Biden.
Proseguendo nel ragionare analogico, non solo ci si può accontentare di estendere l’analogia a Obama-Hilary Clinton-Biden rispetto a USA-Occidente in rapporto a Bergoglio rispetto alla Chiesa, ma con ben maggior profitto ci si può avventurare anche a considerare gli esiti nelle due rispettive “sovranità” della sconfitta di Benedetto XVI e di Trump come delle conseguenti elezioni di Bergoglio e Biden.
A cosa assistiamo nella Chiesa dopo le dimissioni di Ratzinger e l’elezione di Bergoglio? Ad una accelerazione notevole del processo rivoluzionario post-conciliare e conseguentemente ad una sempre maggiore polarizzazione, ad una rottura (de facto scismatica o pre-scismatica) del cattolicesimo odierno ogni giorno più evidente. Al di là delle sfumature e dei distinguo più o meno raffinati oggi la Chiesa si divide tra bergogliani (spesso oltre lo stesso Bergoglio) e anti-bergogliani, il resto sono sottigliezze. Le posizioni moderate, “centriste”, ruiniane (in Italia), wojtyliane e, persino, ratzingeriane sono sempre più schiacciate e messe fuori gioco dalla radicalità della rivoluzione in atto nella Chiesa.
A cosa assistiamo negli USA dopo la sconfitta di Trump e l’elezione di Biden? Ad una radicalizzazione dei dem. rispetto all’agenda liberal (si potrebbe anche dire liberal-socialista) e alla pretesa totalitaria di cancellare ciò che non è ideologicamente liberal, ad una sempre maggiore polarizzazione (da parte anti-trumpiana: secondo impeachment, censura social, tentativo di classificare i sostenitori di Trump come terroristi interni, accelerazione sull’agenda liberal circa aborto, transessualismo, etc; da parte trumpiana: rabbia per una elezione rubata, convinzione di trovarsi in un regime, paura del socialismo, Biden e leaders dem giudicati come satanisti nemici di Dio), ad una rottura dell’unità nazionale (ci sono de facto 2 nazioni, 2 popoli ideologicamente inconciliabili, si sentono i primi richiami alla secessione in Texas e in Florida e anche in casa cattolica: es. Eric Sammons, The Catholic Case for Secession). Al di là delle sfumature e dei distinguo più o meno raffinati oggi gli USA si dividono tra trumpiani e anti-trumpiani. Il resto sono sottigliezze.
L’analogia Trump-Benedetto XVI, Biden-Bergoglio, USA-Chiesa ci aiuta allora a capire che la cifra di questo nostro tempo è: 1) la polarizzazione (nella inconciliabilità delle due posizioni sino allo scisma o alla secessione), 2) la vittoria della Rivoluzione (liberal-radicale-socialista-gender-ecologista-globalista: «Tutto quello che è stato detto ad Assisi in Economy of Francesco e nell’ Enciclica Fratelli tutti, è conforme a principi ed obiettivi di questa curiosa alleanza di potere. Mai accaduto nella storia contemporanea. Mai prima di ora»), 3) la sconfitta della “riforma nella continuità”.
La sconfitta di Benedetto XVI e del presidente Trump è in fatti la sconfitta dell’ultimo eroico/titanico “riformismo” possibile, l’ultimo tentativo di “riforma nella continuità” della Chiesa e degli USA-Occidente prima del definitivo imporsi della Rivoluzione sin nei suoi esiti estremi.
Con la fine del pontificato Ratzinger e della prima presidenza Trump non è stata sconfitta la Tradizione, la Contro-Rivoluzione o la Reazione ma l’ultimo possibile Riformismo. Il pontificato Ratzinger e la presidenza Trump sono infatti comprensibili solo come “riforma nella continuità”. E forse la sconfitta dipende proprio da questo … dall’essere impossibile una “riforma nella continuità” della Chiesa post-conciliare e dell’Occidente liberal-democratico.
Se così fosse, l’attuale situazione, pur drammatica, avrebbe il pregio del progressivo dissolversi dell’illusione e Bergoglio-Biden avrebbero l’involontario merito di rendere manifesta l’impossibilità del compromesso riformista con la Rivoluzione.
Amico Italiano di Pezzo Grosso
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Tag: benedetto, sconfitta, trump
Categoria: Pezzo Grosso
Praise be to Jesus Mary St Joseph and St Theresa, our only hope.
A freemason in California told me after he took a trip to the Vatican that “The [Evil Cardinals] threatened to kill Pope Benedict if he didnt step down, and Pope Francis isnt even a Christian!”
This person said it with such shock that it really made me sick to hear that it could be somewhat true.
I told Catholics what I heard and they all laughed at me and said it was nonsense. This was back in 2013 right after Benedict fake-rescinded. I guess being killed would qualify as “for health reasons,” but a Pope is supposed to stand true unto death like Jesus. I forgive Pope Benedict. He is human. Blessed Emmerich said that the pope is “worldly in some ways,” symbolized by a dish of sweet strawberries she was to serve the Pope in her vision. She said we must pray the Pope does not flee Rome, but he did flee right after he rescinded; he took a charter flight to ?? (Germany?) So I am wondering if this is the fleeing Emmerich wanted us to pray so hard against. Many evils will happen if he flees, she said. We can sure say that is happening.
May God truly bless your day!
Il tentativo di Benedetto è stato quello di una (forse impossibile) restaurazione “gentile”, fiduciosa nella razionalità e nella lealtà di quella parte della Chiesa che vedeva deragliare ben fuori dai binari dell’ortodossia. Non ha censurato gli insegnamenti impartiti in certi seminari, non ha usato la scelta dei vescovi e dei cardinali secondo criteri di occupazione di spazi di potere, ha cominciato a illuminare le sentine degli affari opachi e della cancrena pedofila.
Ha, insomma, creduto che Dio ha saldo in mano il governo della storia e della Chiesa e ha mantenuto la sua serenità, consapevole che la vittoria sarà di Dio, non di uomini illuminati, ed è certa. Ci lascia Summorum pontificum come segno di contraddizione e invito a guardare in alto. Anche Trump, pur nella violenta e radicale damnatio memoriae che lo ha investito, ha lasciato sassolini non irrilevanti negli ingranaggi del potere avverso, come le nomine alla Corte Suprema, la demitizzazione dei dogmi del commercio internazionale selvaggio e la dimostrazione di coraggio nel difendere la vita nascente,
Non sono degli sconfitti, hanno fatto la loro parte in tempi decisamente non ordinari, in cui la lotta non è “contro creature fatte di carne e di sangue, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti” (Ef, 6,12).
Per favore articoli cosi fosse possibile metterli in Francese per condividerli con i paesi francofoni. Grazie
E continua questa storia stucchevole del Concilio causa di tutti i mali nella Chiesa. Allora ricordo per l’ennesima volta le parole di Benedetto (22/12/2005):
“I problemi della recezione (del Concilio) sono nati dal fatto che due ermeneutiche contrarie si sono trovate a confronto e hanno litigato tra loro. L’una ha causato confusione, l’altra, silenziosamente ma sempre più visibilmente, ha portato e porta frutti.
Da una parte esiste un’interpretazione che vorrei chiamare “ermeneutica della discontinuità e della rottura”. Essa non di rado si è potuta avvalere della simpatia dei mass-media, e anche di una parte della teologia moderna. Dall’altra parte c’è l’”ermeneutica della riforma”, del rinnovamento nella continuità dell’unico soggetto-Chiesa, che il Signore ci ha donato”.
Caro Signor Paolo Giuseppe, lei inizia così il suo commento “e continua la storia stucchevole del concilio causa di tutti i mali della Chiesa”. Nel Vangelo Cristo afferma “dai loro frutti gli riconoscerete”. Non vede il crollo verticale della civiltà cristiana, dal diritto positivo vigente, ai costumi sociali e infine nella partecipazione alla Messa ed ai Sacramenti? Nessuno dice che è stato SOLO il Concilio Vaticano II ma con un minimo di imparzialità non si potrà non riconoscere che è stato ANCHE il CVII. Se pensiamo alla definizione della liturgia di Ratzinger che -traduco a braccio- consiste nel dare un volto a ciò che è invisibile ed a rendere gloria al mistero, ecco dobbiamo avere l’umiltà e l’onestà di ammettere i danni prodotti del CV II alla fede di molti.
Queste riflessioni molto interessanti hanno -per me- 2 meriti : sono chiarissime e alla portata di un “palato” modesto come il mio. A chi le ha scritte come a Pezzo Grosso devo un doppio ringraziamento !! Nel mio piccolo mi sono sentita come Pollicino ed ho sostituito i sassolini bianchi lasciati lungo la strada come guida per tornare a casa con queste parole che mi hanno spalancato la via del ritorno ad una certezza ulteriore, ricca di spiegazioni dettagliate ed – infine- mi hanno donato ancor più speranza. A mio parere tante volte Dio cerca di farsi capire per mezzo di altre voci ma sono altrettante le occasioni in cui non lo sentiamo. Personalmente mi ripropongo sempre maggiore fiducia in Lui e -soprattutto- mi inpegno in una dose consistente di volontaria pazienza… “(Per ora…)…” !!!!! Ancora un sentito G R A Z I E
Il tentativo di ‘salvare il cattolicesimo post-conciliare dal suo destino suicida’ senza denunciarne la causa prossima, che è proprio il concilio, non poteva che fallire .
Ed ora è proprio bergoglio che, applicandolo, ci mostra il vero volto del concilio.
Contra facta non valent argumenta
Se io dico :-la cena che ha preparato stasera mia moglie è molto buona – e un altro mi commenta sostenendo che io ho detto:-mia moglie è molto buona- tu cosa diresti? Che quello o non conosce l’analisi logica oppure è un vigliacco che pur citando parole da me veramente dette ne ha stravolto totalmente il significato semplicemente tagliandone un pezzo.
Questo è ciò che sistematicamente Bergoglio ha fatto e fa quando commenta il Vangelo o interpreta altri scritti della Chiesa come ad esempio le Costituzioni del Concilio Vaticano II.
L’ultima è quella che ho riferito qui qualche giorno fa esponendomi a critiche dissennate da parte di qualcuno. Il passo da commentare diceva : – “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”.- ma nel commento Francesco ha tagliato “Il Regno di” e invece di parlare del Regno di Dio ha parlato di Dio che ci è vicino, con le solite sdolcinate facezie.
Questo modo di giocare con le parole è tipico, da secoli, dell’ordine gesuita , Ne parlava già Pascal a meno di un secolo dalla fondazione dell’ordine.
Fra gli scacchisti c’è chi dice che l’abbandono di una partita non è un segno di debolezza ma è un cavalleresco riconoscimento della superiorità dell’avversario. Superiorità mai assoluta però. Tant’è che dopo la partita ci si scambiano i colori (bianco-nero) e si inizia una seconda partita (rivincita) e in caso di parità se ne gioca una terza. Nel caso specifico diciamo che la prima partita l’hanno vinta i Bergoglian-Bidenisti e stanno esultando di gioia, ma il campionato non è finito qui. E forse coloro che si ritengono giocatori in realtà sono pezzi di legno o di plastica disposti sulla scacchiera e mossi dai veri giocatori, cioè dall’Onnipotente ed eterno Dio e dal suo un po’ meno potente avversario Satana.
I giochi sono ancora aperti.
Dato che molti sostengono che “nulla sarà come prima”, la cosa negativa è che vogliono cancellare quanto di buono era rimasto (indipendentemente dai meriti o dai demeriti di chi ha cercato di salvaguardare questa eredità buona) e moltiplicare lo schifo già abbondantemente sdoganato negli scorsi decenni.
Dato che qualcuno rimpiange il “prima”, vale la pensa sottolineare che fosse già largamente impresentabile, sia come Chiesa, sia come Occidente.
Il nuovo che qualcuno vorrebbe imporre è semplicemente satanico: è la sola ragione per la quale non può funzionare, per definizione. Per un po’ può esserci, farà danno, ma è destinato al nulla, venendo dal nulla. Il male divora se stesso.
Poi verrà un nuovo davvero, quello che nel vangelo è descritto dal non mettere toppe di tessuto su quello liso e sdrucito… Vino nuovo in otri nuovi.
Satana prevede vino stravecchio (la rivoluzione è portata avanti da settanta-ottantenni) in otri nuovi: ancora più assurdo di chi mettesse del vino nuovo in otri vecchi.
Gli inferi vollero sopraffarlo
gli inferi li vediamo trionfare
dunque quell’individuo appartiene ad essi.
Gli inferi non l’hanno sopraffatto
agonizza sotto gli ulivi
dunque il solitario è il mio Papa.
W Benedetto XVI e Avanti con Maria.
Io penso vivamente che Papa
Benedetto non sia stato sconfitto ,
ma abbia vinto rendendoci di nuovo
la Messa Antica ; poi si è
ritirato per una vita di preghiera
per la Chiesa e per noi ,e abbia
indicato
la via ai pastori ,
come monsignor D’ Ercole ,
ostaggi del terrore bergogliano ,
che a quanto sta riunendo
l’internazionale nichilista.
Altro paragone ardito ma con una certa fondatezza sarebbe quello di Benedetto con Berlusconi che, pur essendo stato democraticamente eletto, ha dovuto lasciare il posto a Monti, per imposizione delle stesse forze oscure che appoggiano Biden e Bergoglio.
Beh, beh! Non esageriamo. Berlusconi non si è ritirato “a vita contemplativa”. Se aveva accumulato alcuni meriti, ed anche solidarietà per come veniva perseguitato dai giudici prescindendo se avesse o non degli “scheletri nell’armadio” (però sorvoliamo sul modo indecoroso con cui si è fatto dimettere…), da allora ha sempre fatto una politica – dichiarandosi ufficialmente nel “centro-destra” – in soccorso dei sinistri, ed ha evitato più volte le crisi dei loro governi.
Scommettiamo che col Giuseppi-ter o quel che sarà (di elezioni naturalmente neanche se ne parla) lo ritroviamo nel Governo (non lui personalmente, è ovvio…)?
Parlare di “eroismo” a proposito di Ratzinger e Trump, è a mio avviso, è un po’ esagerato. L’eroe è una figura di ben altra “razza”. Le loro non sono sconfitte eroiche.
PG ipotizza che “forse la sconfitta dipende proprio da questo … dall’essere impossibile una “riforma nella continuità” della Chiesa post-conciliare e dell’Occidente liberal-democratico.
Bisognerebbe togliere il “forse”. Di fatto, la sconfitta era in nuce nella ratzingeriana invenzione della deleteria “ermeneutica della continuità”. Analogamente per la liberal-democrazia, che reca in sé i germi del pluralismo e quindi della dissoluzione.
@ Enrico Nippo
Sbaglio o Lei è favorevole ai Parlamenti composti da una persona sola?
Signor Paolo,
non da oggi vado proclamando W il Re!
La parola “parlamento” è tutto un programma e anche Lei né può constatare proprio di questi tempi gli effetti disastrosi e tragicamente ridicoli. Che, naturalmente non sono venuti fuori come i funghi ma sono i frutti velenosi del pluralismo liberal-democraticon cattocomunista, ateo e “riformista” (e infatti le vediamo le “riforme” in atto specialmente dal punto di vista morale).
Ci vorrebbe un Re cristiano che si circondasse di ministri cristiani e governasse l’Italia quale rappresentante civile di Dio di concerto col Papa quale rappresentante spirituale.
Mi rendo conto che si tratta di un utopia medievale (ma mai dire mai) e allora, intanto, gustiamoci la libertà conquistata con la resistenza antifascista e … zitti!
Perché, se ancora non se n’è accorto, c’è lasciato (per ora) soltanto il “diritto” di lamentarci.
W il RE!
Nota tragica: c’è più fede nella (disastrosa) “repubblica parlamentare”, inventata da uomini ma ritenuta “sacra” (scempio delle parole), piuttosto che nel Vangelo.
W il RE!
“Sappilo dunque, e intendi! Dal momento in cui è uscito l’ordine di restaurare e riedificare Gerusalemme fino all’apparire di un unto, di un capo, vi sono sette settimane; e in sessantadue settimane essa sarà restaurata e ricostruita, piazze e mura, ma in tempi angosciosi. Dopo le sessantadue settimane, un unto sarà. soppresso, nessuno sarà. per lui. E il popolo d’un capo che verrà, distruggerà la città e il santuario; la sua fine verrà come un’inondazione; ed È decretato che vi saranno delle devastazioni sino alla fine della guerra. Egli (l’Anticristo) stabilirà un saldo patto con molti, durante una settimana; e in mezzo alla settimana farà cessare sacrifizio e oblazione; e sulle ali delle abominazioni verrà un devastatore; e questo, finché‚ la completa distruzione, che è decretata, non piombi sul devastatore”. (Dan. 9:24b-27)
Due parole per comunicarvi che, dal momento dell’insediamento di Biden, la narrazione delle nostre televisioni è decisamente cambiata. Sono stati trasmessi dei documentari contro Putin, in cui Putin stesso viene presentato come un corrotto fino nelle midolla ed il suo governo come la continuazione dei governi bolscevichi che hanno portato la Russia alla miseria. Sono passate sul teleschermo visioni di vecchiette infagottate negli stracci, che dormivano su panchine o in cabine telefoniche, ed è stato mostrato al popolo bue anche un enorme palazzo costruito a nei pressi di Soci, si dice per Putin, ma che poi è stato venduto.
Il problema dell’Ucraina è stato rispolverato, come se l’Occidente dovesse entrare in guerra per i territori del Donbass rivendicati dalla Russia e dove, da anni, si combatte una guerra a bassa intensità. E’ stato affermato che Putin vuole riconquistare quei territori che, per lui, sono sempre appartenuti alla Russia, quali i paesi baltici, ed ovviamente l’Ucraina.
Non capisco la strategia geopolitica che sta al di sotto di questa chiarissima propaganda per una guerra contro la Russia, che nessuno, in Occidente, vuole.
Sì, lo ho notato anche io.
Inoltre mi lascia perplessa il caso Naval’nyj.
Questo Putin come feroce dittatore devo dire che non vale proprio nulla!
Pur essendo un ex KGB:
-fa avvelenare il tizio con un veleno non letale
-permette che i medici russi lo salvino
-permette che vada in Germania e lo curino
-non manda nessuno in ospedale in Germania a finire il lavoro come si deve
-lo arresta e gli fa dare 30 GIORNI di galera
-dal carcere il tipo riesce comunque a far propaganda anti Putin
Se io fossi stata Putin e avessi voluto sbarazzarmi di lui, avrei fatto in modo che non se ne ritrovassero neppure le ceneri.
Eh, non esistono più i dittatori di una volta!
Intervento opportuno e con finale spassoso! 😉
La questione della Russia è perfettamente attinente al tema trattato dall’amico di Pezzo Grosso. Insieme a Putin, Trump è stato l’ultimo argine del buon senso contro la rivoluzione permanente. E ricordo un eccellente analisi geopolitica di Germano Dottori su Limes, che all’indomani dell’elezione di Bergoglio collegava direttamente le dimissioni di B XVI all’opposizione dem alla sua politica di riavvicinamento al cristianesimo ortodosso russo. La Clinton non la mandò giù e lei e Podesta complottarono con la conventicola di San Gallo.
Mah ! diciamo che il tempo della battaglia finale sembra essere sempre più vicino. Per ora dobbiamo accontentarci di riflettere sulle affermazioni della Sacra Scrittura.
Prendiamo , ad esempio, questi versetti di Paolo, nella seconda lettera ai Corinzi, al cap. 10.
“In realtà, noi viviamo nella carne, ma non militiamo secondo la carne. Infatti le armi della nostra battaglia non sono carnali, ma hanno da Dio la potenza di abbattere le fortezze, distruggendo i ragionamenti e ogni baluardo che si leva contro la conoscenza di Dio, e rendendo ogni intelligenza soggetta all’obbedienza al Cristo. Perciò siamo pronti a punire qualsiasi disobbedienza, non appena la vostra obbedienza sarà perfetta. “
Analisi perfetta e condivisibilissima.
Ma, nel mio piccolo, mi chiedo : come se ne esce?
A cosa andremo incontro? Cosa possiamo fare?
Comunque mi aiutò di incontrarmi con Benedetto vicino alla grotta di Lourdes nei giardini vaticani, un incontro breve, non ho potuto parlargli come avrei voluto, ma ho avuto l’impressione che soffrisse molto, ma che avrebbe potuto continuare ad essere regnante, perché è ancora lucidissimo, attento su tutto. Ho potuto solo chiedergli questo piangendo: «Santità, perché tutto questo, perché? Che cosa succede e cosa dobbiamo aspettarci?». E lui prendendo una pausa e accarezzandomi sulla spalla:
«È tutto nelle mani di Gesù e di Maria, si fidi e preghiamo molto. Sacrifici per questa umanità alla deriva, per la Chiesa, per il Papa, ma è tutto nelle mani di Cristo, si fidi…».
https://cronicasdepapafrancisco.com/2018/02/16/da-roma-un-grido-di-dolore/
Lo dice il Papa! Fidiamoci. Cadranno anche i Biden e gli altri, purtroppo non senza avere fatto molto male.
scendere in piazza , piazza san Pietro intendo . Ci vyìuoleun JanPalac disponibile
ci vuole un Jan Palach , non vedo altro
Credo che alle prime due domande nessuno di noi può dare una qualsiasi risposta…. per la terza, se fossi credente, Le direi di pregare, cosa che dovrebbe fare anche il sottoscritto.
Che cosa posso fare ?
Con Dio nessun timore
1Di Davide. (Sal 27,1-3)
Il Signore è mia luce e mia salvezza,
di chi avrò paura?
Il Signore è difesa della mia vita,
di chi avrò timore?
2Quando mi assalgono i malvagi
per straziarmi la carne,
sono essi, avversari e nemici,
a inciampare e cadere.
3Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me divampa la battaglia,
anche allora ho fiducia.
Quando la posta in gioco è troppo alta per noi singole persone non rimane che la fiducia nel Signore. Lui al momento giusto ci manderà il leader giusto.