Korazym, l’Intervista del Papa. L’Enigma del Francesco Bergoglio Pensiero.
14 Gennaio 2021
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ci sembra interessante offrire alla vostra attenzione questo articolo di Korazym.org, un sito che ben conoscete, che commenta la recente intervista di papa Bergoglio a Mediaset. Buona lettura.
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Ci troviamo a commentare l’articolo pubblicato l’11 gennaio su questa rubrica, in riferimento alla intervista concessa al TG5 da Papa Francesco, dal titolo “Il mondo che vorrei”. In questo articolo “Il mondo che vorrei”. Al Tg5 Fabio Marchese Ragona a colloquio con Papa Francesco, Vik van Brantegem, Editore di Korazym.org, presenta un sommario riassunto dei temi; quindi, una interessante discussione sul merito, ripresa da un dibattito Facebook; infine, un commento dal blog Stilum Curiae di Marco Tosatti. Viene riportato dal sito del TG5 anche il link del video originale e per intero del colloquio di Papa Francesco con l’intervistatore Fabio Marchese Ragona, visto in diretta da 5.404.000 spettatori con il 19% di share. I temi sono importanti, anzi epocali, con riferimento agli argomenti della infanzia, della guerra, della pandemia, dell’aborto, della politica, ecc.
Nel dibattito ripreso da Facebook AC afferma: «Lui ha espresso più volte un nucleo filosofico di idee che ha ribadito anche in questa intervista. Secondo me è utile confrontarsi con queste idee senza demonizzazioni o personalizzazioni eccessive, in maniera che anche gli altri possano riflettere e ragionare, senza farsi troppo assorbire in lotte di “schieramento”». Andiamo subito a cercare di cogliere questo nucleo filosofico.
Il discorso di Francesco inizia con un obiettivo, ovvero come uscire migliori dalla crisi. Da tutte le crisi, dice Lui, si può uscire migliori o peggiori. Già in questo incipit riconosciamo i canoni metodologici del Francesco Bergoglio pensiero, ovvero quelli psicanalitici. La crisi è il punto di partenza di un percorso analitico e l’obiettivo è la guarigione, ovvero l’uscirne migliori. Per effettuare questo percorso dovremo improntarci a un estremo realismo, dice Francesco. E anche qui siamo nell’ambito dei canoni freudiani: si prendono in considerazione i comportamenti, e non idee filosofiche astratte.
Tutti i successivi richiami continuano in coerenza con il pensiero suddetto: non ci salveremo da soli, sostituire il noi all’io, sfuggire alla indifferenza, alla cosiddetta cultura dello scarto, superare il conflitto con l’unità, non anteporre il proprio tornaconto all’interesse comune… Sembra di essere in una terapia di gruppo. Talchè per chi non è esperto di questo linguaggio, resta assai difficile risalire a una qualche teorizzazione filosofica. Infatti Francesco non ha in mente una filosofia.
Sicchè nel dibattito ripreso da Facebook, si cerca di discutere se un tale procedere sia un modo marxista, o peronista o che altro, se vi si possano rinvenire i caratteri della teologia della liberazione, e alla fine AC ne conclude che piuttosto un tale incedere è una liberazione dalla teologia.
Su questo punto concordiamo. Bergoglio non fa teologia. Soprattutto, non fa teologia cattolica, perché nell’unico momento in cui cita la fede, parla di dono della fede, richiamando non tanto velatamente il principio della giustificazione protestante. Per cui potremo concludere, che Francesco predica con un tono tradizionalmente cattolico una fede protestante e un robusto credo psicanalitico.
Se questo non è un enigma!
Ma d’altronde Bergoglio lo ha detto chiaramente nell’intervista, la fede nei vari momenti storici si è inculturata, cioè ha assunto la cultura del tempo. In questo i gesuiti sono stati assai abili. A fine ‘800 il Cardinale Giuseppe Pecci, gesuita e grande studioso, fratello di Papa Leone XIII, elaborò il neotomismo, che segnò una decisa contrapposizione con la modernità. E nel Concilio Vaticano II sempre i gesuiti, in risposta, o secondo alcuni in coerenza con il controverso modernismo teologico, elaborarono la nouvelle theologie, con Rahner, De Lubac, ecc. che è stata pedissequamente ripresa da Bergoglio. Con l’intermezzo del lungo pontificato di Giovanni Paolo II-Benedetto XVI in cui fu decisamente ridimensionata la nouvelle theologie, soprattutto nei suoi risvolti scientisti e di contiguità con la teologia della liberazione.
Infatti, a ben vedere, ci sono due punti controversi nello psicologismo Bergogliano, che emergono nell’intervista.
Il primo punto controverso è quando si parla del vaccino come opzione etica.
Noi non mettiamo in discussione la sostanza della opportunità o meno di fare il vaccino. Francesco ha specificato giustamente, che Lui è cresciuto nell’epoca dei vaccini, che sono stati – come ha detto nel caso della polio – determinanti. Ma il giungere a fare quella precisazione di opzione etica, ci sembra una affermazione importante e che lontanamente ci fa pensare allo stato etico, che ha sollevato così tante riserve tra i cattolici. Anche qui nella intervista di Francesco si fa più volte cenno all’etica, che Lui dice viene prima della religione. Una affermazione di opportunità per riaffermare la sua contrarietà all’aborto, ma anche un precedente pericoloso dal punto di vista dei cattolici.
È di questi giorni, ad esempio, il dibattito sul piano pandemico, in cui eticamente si afferma che in caso di futura pandemia, si darà, in caso di risorse scarse, la precedenza della cura alle persone con più possibilità di salvarsi. Qui il discorso ci porterebbe lontani. Questo richiamo all’etica, insomma, provoca nelle menti cattoliche sinistri scricchiolii, non nella mente di Bergoglio, psicanalista-scientista.
L’altro punto controverso è questo anteporre il noi all’io.
Nella discussione sul merito che è stata ripresa da un dibattito Facebook, questa accentuazione così radicale viene tradotta nel senso di chi è innamorato di sé stesso. In effetti, Francesco non dice proprio così, ma la sua censura è cosi sottolineata, che i commentatori la intendono nel senso nevrotico.
Ma non direi che questo modo nevrotico sia il solo che può esprimere l’io. In sostanza, Francesco identifica l’uomo moderno con l’uomo nevrotico, ovvero saremmo tutti malati di un egocentrismo che impedisce di vedere la realtà. E tale patologia sarebbe così accentuata, da legittimare una immediata sospensione della dimensione egoica, a favore di una dimensione comunitaria.
Ecco, qui il passaggio mi sembra una decisa forzatura, che ripete il lapsus sullo stato etico. Insomma, lo scientismo psicanalitico, a questo punto, sembra preparare e debordare nel socialismo di stato. Ovvero, nella teologia della liberazione. Il passaggio non sarebbe immediato, ma mediato da questa umanità premurosa. Sappiamo che anche il padre psicotico è assai premuroso… Tutta la tutela della personalità psicotica delle sue vittime è premurosa, si prende cura.
Per cui vediamo nella intervista, che al di là di quelli che sono dei temi seri, tuttavia il loro svolgimento presenta dei vulnus preoccupanti. I messaggi subliminali di Francesco, che si compongono di una fede protestante, di un linguaggio patologicamente psicanalitico e di un confondente tono cattolico, alla fine riaffermano una radicalità, che si è espressa in modo collerico e improvviso nei famosi incontri assai bruschi ad esempio con i confratelli Cardinali Muller e Becciu, licenziati in un batter d’occhio, sulla base di un giudizio etico-psicanalitico. Il che poi, come nel caso Becciu, da successive evidenze non sarebbe risultato in un fatto episodico, ma articolato in complesse macchinazioni. D’altronde, l’enigma non si è limitato in questi anni alla sola personalità del Regnante, ma ha coinvolto con i suoi misteri tutta la Curia Romana.
Ma certamente un pensiero non chiaro genera comportamenti non chiari. Freud insegna.
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Tag: intervista, korazym, mediaset, papa
Categoria: Generale
Giusto aggiungere che Bergoglio non è affatto un personaggio bislacco che blatera cose incomprensibili. A proposito dell’aborto nell’intervista dice ad esempio: “Ma il problema della morte [di un feto abortito] non è un problema religioso, stai attento: è un problema umano, pre-religioso, è un problema di etica umana. Poi le religioni lo seguono”. Sbagliato? Ma no! Se un discorso del genere lo facesse Cacciari sottoscriverei. Se però lo stesso discorso me lo viene a fare un papa qualche dubbio mi sorge. Posso anche concedere che non si sia espresso bene (è il motivo per cui i papi in passato non rilasciavano interviste…), che non volesse dire che l’aborto “non è un problema religioso” ma solo che non è esclusivamente tale e si può affrontare anche da una prospettiva non religiosa: resta il fatto che da un papa ci si aspetterebbe come minimo che il problema sia inquadrato in una prospettiva religiosa, è il suo mestiere in fin dei conti. Alla luce non solo di questo esempio non è infondato il sospetto che a Bergoglio non interessi tanto presentarsi come papa, quanto piuttosto come un saggio latore di un messaggio umano. Se si è dell’idea che questo sia bene trovo giustificatissimo il plauso nei suoi confronti.
I radicali e i laicisti in generale al tempo della discussione della 194 (1978) e poi del referendum (1981) giocarono buona parte della loro battaglia proprio sostenendo che la contrarietà all’aborto fosse una fisima dei cattolici e che la Chiesa volesse imporre alla società una verità di fede. Per essere contrari all’aborto, soprattutto con le conoscenze che si hanno oggi in campo scientifico, non bisogna essere cristiani. Su questo il papa ha perfettamente ragione. La battaglia contro l’aborto è una battaglia umana. Poi che per un cristiano vi siano delle ragioni di fede che fondano maggiormente il valore, questo è un altro discorso. La stessa cosa si può dire a proposito del divorzio, con buona pace di Don Ariel Levi di Gualdo e di uno dei suoi ultimi sproloqui. Quando Gabrio Lombardi promosse il referendum nel 1974 lo fece per laicissimi motivi.
Nel momento in cui si dialoga con qualcuno (S. Tommaso docet, nella Summa contra Gentiles, occorre avere una base comune ed eventualmente mostrare all’avversario che essa esiste. Altrimenti è un parlare tra sordi.
Verissimo: io stesso quando mi sono trovato a discutere con fautori dell’aborto ho adottato argomenti non religiosi (“ci battiamo per i diritti degli orsi polari e non ci interessano quelli di un essere umano in gestazione?”). Ma io o lei non siamo il papa. Una papa che mette da parte gli argomenti della fede per dialogare con tutti tramite considerazioni umane francamente mi inquieta.
Purtroppo la “de-rubricazione” dell’ aborto da delitto (e quindi peccato), a (solo) peccato è oggi accettata da larga parte dei cattolici, per ignoranza o per malafede. In tal modo un credente si ritiene in obbligo solo con se stesso ( “io non abortisco, ma non obbligo gli altri”) , e quindi delega allo Stato la decisione sulla liceità, confondendola tragicamente colla liceità di quell’ atto. Questo è il risultato di una educazione cattolica fallimentare, ridotta a scambio di esperienze esistenziali, comunicazione esclusivamente emotiva, senza intelletto e quindi senza verità. Antonio, mi lasci dirLe che il diritto naturale, caposaldo morale, e politico, della tradizione cattolica nella formulazione di S.Tommaso poggia sullo stesso fondamento dei precetti evangelici (“religiosi”): la Volontà di Dio; questi ultimi, rivelati, e riconosciuti obbliganti per fede, quelli, deducibili dalla realtà creata ( natura ) coll’ intelletto, e quindi obbliganti per tutti gli uomini, per il singolo come per lo Stato. Tutte le obbligazioni del diritto naturale (p.es. il divieto dell’ aborto) sono ipso facto obbligazioni per il cristiano. In definitiva, non tutti i precetti della Chiesa sono obbliganti per il non credente, ma il male dell’ aborto non ha (non avrebbe) bisogno (in teoria eh) dell’ insegnamento della Chiesa, in ciò, cioè nel “merito”, il Papa non sbaglia.
Pienamente d’accordo anche in questo caso. Ma la domanda è: Bergoglio fa riferimento alla legge naturale come mezzo per riportare i peccatori sulla retta via della fede, che sarebbe il suo compito come papa? Mi permetto di dubitarne. Lo abbiamo ascoltato di recente affermare di essere favorevole alle unioni gay e di essersi battuto come arcivescovo per la loro istituzione in Argentina. Questo (e non è il solo) è indubbiamente un discorso che ha come unico orizzonte quello umano e mondano.
Mysterium Bergoglio ?
Non riconosco l’intervista del Papa in tutto il commento, sia nell’articolo, che dei commenti di sotto. Leggete le parole di Papa Francesco con idea preconcetta, non liberi nella mente per capire la reale portata del discorso, buono o cattivo che sia.
Che Bergoglio sia un papa (è lui o e Ratzinger o nessuno dei due?) a dir poco confusionario non sembra confutabile.
Tuttavia, a mio avviso, bisognerebbe essere un po’ meno rigidi nel considerare quel che dice, evitando di destinare al cestino ogni sua affermazione. Il saggio cinese avverte: “Nel troppo parlare non eviterai nell’errore”, ma può darsi anche che nel molto parlare si dica qualcosa di vero.
Che da tutte le crisi si possa uscire migliori o peggiori può darsi non c’entri nulla la psicanalisi. Di fatto non si può negare che sia proprio così. Un giorno, un mese, un anno o anni di difficoltà possono costituire davvero un’occasione di miglioramento o peggioramento tanto al livello personale quanto a quello sociale. La crisi è un passaggio difficoltoso da cui si può uscire fortificati o indeboliti ed è superfluo portare esempi della più svariata specie.
Altro è la vita di tutti i giorni che presenta ostacoli o a altro sono le idee filosofiche astratte, queste ultime facili a dirsi ma non altrettanto a mettersi in pratica.
E’ vero che “la crisi è il punto di partenza di un percorso analitico e l’obiettivo è la guarigione, ovvero l’uscirne migliori” ma questo non cessa di essere un assunto teorico che attende la sua conferma nei fatti che possono non coincidere con esso, e non è detto che chi non migliora attraverso la crisi sia necessariamente un essere spregevole.
Anche il sostituire il noi all’io e il non anteporre il proprio tornaconto all’interesse comune non rientrano necessariamente nella terapia di gruppo, potendo essere invece un avvertimento contro l’individualismo che non sembra essere un messaggio satanico.
Infine, “il neotomismo, che segnò una decisa contrapposizione con la modernità”, sebbene necessario, non può costituire l’alibi per assumere atteggiamenti granitici dai quali può trasparire facilmente la mancanza di carità.
N.B. Ho scritto CARITÀ e non acquiescenza.
Enrico, sono sorpreso…😀
Tutti i faringeo-tamponi confermano la diagnosi iniziale:
Bergoglio-Francesco è ATEO ASINTOMATICO.
Lockdown totale e distanza di sicurezza anche fra congiunti.
Senza dubbio nella testa del Nostro c’è molto Freud, che del resto i preti d’oggi amano (come tutte le cose che erano di moda sessant’anni fa): il principio di base è un pensiero materialista. Non un materialismo granitico di stampo ottocentesco: qui si concede che potrebbe anche esserci qualcosa al di sopra, qualcosa che rimane generico (“che la forza sia con voi!”), ma poi ci si preoccupa unicamente di questioni terrene in un’ottica terrena.
@Padre Erminio
La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono.
(Ebrei 11,1)
E intanto ,zito zitto, profittando del Kaos , il traballante Governicchio ha fatto ri-passare Genitore 1 e Genitore 2 .
Nella Selezione del Bergoglio’s indigest si trova ,per caso, a questo proposito , una qualche opinioncina del Regnante ?
https://www.marcelloveneziani.com/articoli/disonora-il-padre-e-la-madre/?fbclid/
Il programma è unitario.
http://blog.messainlatino.it/2021/01/avvenire-e-la-lobby-gay-sempre-peggio.html
IL PRETESTO DELLA PANDEMIA SARÀ USATO PER SOTTOMETTERE E SCHIAVIZZARE L’UMANITÀ.
Messaggio di Maria Ausiliatrice a Enoch, Lunedì 11 Gennaio 2021
“Gregge di Mio Figlio, il cammino della vostra vita sta per cambiare, la pace e la tranquillità, ben presto si perderanno; grandi avvenimenti che cambieranno completamente la vostra vita e quotidianità, stanno per accadere. Il tempo del mio avversario e dei suoi emissari del male sta iniziando e quello che attende l’umanità e in particolare il Popolo di Dio è repressione, persecuzione, prigionia, sottomissione, schiavitù, maltrattamento e morte.
Il Nuovo Ordine Mondiale che serve il mio avversario ha già cominciato a dominare nel mondo, la sua agenda di tirannia è iniziata con il piano dei vaccini e la vaccinazione contro la pandemia esistente; vaccini questi che non sono la soluzione, ma l’inizio dell’olocausto che porterà alla morte, al transumanesimo e all’impianto del marchio della bestia a milioni di esseri umani.
Vi chiedo figlioli, tornate a Dio con tutto il cuore, perché solo in Lui troverete pace, sicurezza, fiducia e soluzione a tutti i vostri problemi; solo Dio può distruggere le trappole e gli inganni che gli emissari del male vi tenderanno…”
Se vuoi leggere tutto:
https://reginadelcielo.com/2021/01/14/pretesto-della-pandemia-usato-per-sottomettere-e-schiavizzare-mondo/
Marco Matteucci mi viene difficile pensare che quella sia la voce di “Maria Ausiliatrice” perché di solito non parla di “nuovo ordine mondiale” ma di “un mondo senza Dio”, che poi parli pure di pandemia (ma quale, l’ISTAT ha pubblicato i morti del 2020 che sono inferiori agli anni passati) e di vaccini… Mah!
Bergoglio non fa teologia.
Infatti dire ogni tanto che Dio ci ama tutti indistintamente (per poi specificare che “predilige” i semplici ) e che è misericordioso (per poi specificare che non ha misericordia per i “dotti” e i “ricchi” ma solo per gli umili, i poveri e gli scartati a qualunque religione credano) non è fare teologia.
Quella di Bergoglio è una cristologia grossolana e demagogica che ignora i millenni prima di Cristo ed esalta solo alcuni aspetti dell’amore cristiano nato, secondo lui, come un fungo ( ma i funghi, forse lui non lo sa, spuntano perché sotto terra c’è il micelio che non si vede) due millenni scarsi fa ed osteggiato dai dottori ostinatamente tradizionalisti ( e qui ci sarebbe da aprire un grandissimo capitolo sulla cronologia biblica, ma lasciamo perdere) .
Good afternoon everybody !
Non fa teologia perché a lui piace essere grazioso, simpatico, piacente e la teologia non è cibo a buon mercato per gli uomini di oggi che – secondo una definizione azzeccata di un materialista – è “un tubo con due fori”.
Il cane ti lecca la mano se gli dai croccantini e non lo accarezzi contropelo.
Amico, tutta la teologia cattolica è fatta di apparenti contraddizione. Pensa un po’…abbiamo un Dio uno e Trino. La verità è che non si tratta di contraddizioni ma di ottusità di chi ascolta.
Scusi Tosatti a proposito di questo passaggio
“Bergoglio non fa teologia. Soprattutto, non fa teologia cattolica, perché nell’unico momento in cui cita la fede, parla di dono della fede, richiamando non tanto velatamente il principio della giustificazione protestante. Per cui potremo concludere, che Francesco predica con un tono tradizionalmente cattolico una fede protestante e un robusto credo psicanalitico”
mi piacerebbe sapere da lei (che lo ha rilanciato): se per i protestanti la fede è un dono, per i cattolici cos’altro dovrebbe essere?
Confidando in una sua risposta ringrazio e saluto cordialmente.
Mi scusi se m’intrometto, ma forse Lei non ha colto che l’articolista non ha affermato che per i protestanti la Fede è un dono e per i Cattolici non lo è. Ha invece detto che Bergoglio parlando del “dono della fede” ha richiamato «non tanto velatamente il principio della giustificazione protestante».
Qual è il dubbio?
Bravo. Adesso spiega in che modo non velato avrebbe richiamato l’impostazione protestante. Grazie.
Che cavolo c’entra! Sta calmo e fatti i fatti tuoi, furbastro.
Penso che l’Autore volesse dire che il papa tende a sottolineare esclusivamente la fede fiduciale (fides qua) , ossia l’abbandono in Dio come elemento essenziale a discapito dei contenuti (fides quae/ortodossia) e delle opere.
Una sola domanda: Perchè vi interessate ancora a lui? Ormai è chiaro che per chi vuole conservare la Fede , deve guardare solo a Cristo Crocifisso e Risorto. Non interessarsi a lui rende capace a mantenere una certa serenità spirituale e mentale. Mi dispiace per il dott. Tosatti che ancora corre e corre e corre dietro alla bizzarre trovate di un Papa, regolarmente eletto (canonicamente eletto) ma che del “terrore” ha fatto l’arma invisibile per imporre il suo pensiero, mentre una nutritissima e semplice folla ( sempre anonima) corre verso di lui. ( Obbligherei questa immensa folla plaudente a leggere qualcosa del libro . “Il padrone del mondo”)
Come vede io non mi interesso a Bergoglio e alle sue “bizzarre trovate”, ma stavolta mi interesso a ciò che scrive lei riguardo alla regolarità e canonicità della sua elezione. Vorrei farle notare che che se oggi molti di noi sono scandalizzati dalle eresie che propala questo signore è proprio a causa della sua elezione irregolare e non canonicamente corretta che fa di lui un non-Papa cioè di un soggetto abusivo e usurpatore sulla cui azione non agisce quella speciale assistenza da parte dello Spirito Santo. Nessun Papa prima di lui si è sognato di dire o fare quel che ha dice o fa questo signore in materia di fede, neppure i peggiori pontefici del passato, quelli là cui moralità era sotto i loro stessi tacchi. Quindi se siamo a questo punto e se ancora molti sono costretti a interessarsi alle bizzarrie eretiche di Bergoglio (perché evidentemente non ancora del tutto convinti del suo essere papa illegittimo) è proprio perché il diavolo fa le pentole ma si scorda di fare anche i coperchi per cui il falso contenuto della pentola diventa chiaramente visibile. Mi dia retta Bergoglio è invalido perché eletto in modo irregolare essendo vivente il vero Papa (che non si è dimesso dal munus petrino) e per giunta in violazione alle norme canoniche.