Lettera Aperta alla Cei e ai Vescovi: Quale Liturgia per il Nuovo Anno?

9 Dicembre 2020 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, abbiamo ricevuto, e ben volentieri pubblichiamo, questa appassionata lettera aperta a cardinali e vescovo italiani scritta da Giovanni Contestabile, un alto ufficiale dell’esercito italiano, in tema di Covid ed eucarestia. Buona lettura. 

§§§

Quale liturgia per il nuovo anno?

LETTERA APERTA AI PRESIDENTI DELLA CEI E DELLE CONFERENZE EPISCOPALI REGIONALI

***

Eminenze ed Eccellenze, responsabili della Chiesa cattolica nazionale e locale, mi rivolgo a Voi con non poca amarezza nel cuore, nella speranza di promuovere nella Vostra coscienza il ritorno ad una normale e più libera liturgia eucaristica.

Anzitutto e per correttezza mi presento.

Sono stato battezzato cattolico oltre 70 anni fa e cresimato secondo il rituale del Catechismo di Pio X, per il quale la Cresima ci fa perfetti cristiani e soldati di Gesù̀ Cristo. Sono stato educato da genitori e da sacerdoti ad una fede che oggi, mi spiace dirlo, difficilmente si ritrova nel clero. Da giovane, sono stato poi forgiato in una delle più prestigiose accademie militari, quella di Modena, al culto di valori e principi non negoziabili.

Ecco perché́, quale soldato di Cristo, mi sento in dovere di scrivere questa “lettera aperta”. Se non lo facessi, avrei vergogna davanti a Cristo, perché́ potevo dire e ho taciuto, vedevo e ho chiuso gli occhi, sentivo e ho chiuso le orecchia.

Così vengo a Voi perché́ nessuno può̀ permettersi, in un paese civile, qual è l’Italia (per di più̀ chiamata ad essere culla del cattolicesimo), di violentare (così come sta accadendo ormai da troppo tempo) la fede di una persona proprio quand’essa è perfettamente coerente con i canoni della Santa Chiesa e non reca seri rischi alla diffusione di una epidemia.

Mi riferisco all’obbligo da Voi imposto di dare esclusivamente la Santa Comunione sulla mano, sospendendo la pratica ufficiale, in nome del Protocollo sanitario concordato il 7 maggio 2020 con lo Stato italiano, in occasione della ripresa delle celebrazioni con il popolo.

Tale esclusivismo non si evince affatto dalla lettura del protocollo e la cosa desta non poche perplessità̀ non solo nello scrivente ma in tutti i fedeli un po’ più̀ attenti alla realtà della Chiesa.

Ciò̀ che la CEI ha disposto e le Conferenze episcopali regionali avallato, non è assolutamente conforme con quanto concordato con il Governo, né coerente con la buona igiene, né tanto meno con la fede di cui Voi, tutti, dovreste esserne tutori.

Perché́? Vediamolo insieme.

Ecco, di seguito, il testo del para. 3.4. del Protocollo predisposto dalla CEI e firmato dal suo presidente, dal Presidente del Consiglio e dal Ministro dell’Interno:

“La distribuzione della Comunione avvenga dopo che il celebrante e l’eventuale ministro straordinario avranno curato l’igiene delle loro mani e indossato guanti monouso; gli stessi – indossando la mascherina, avendo massima attenzione a coprirsi naso e bocca e mantenendo un’adeguata distanza di sicurezza – abbiano cura di offrire l’ostia senza venire a contatto con le mani dei fedeli.”

Come si può̀ osservare, in quanto concordato, non vi è affatto il divieto di ricevere la Santa Comunione in bocca e in ginocchio ovvero con quella pratica sviluppata durante la lunga vita e tradizione della Chiesa e oggi tanto bistrattata quanto desueta. La raccomandazione concordata con lo Stato italiano si riferisce lapalissianamente alla distribuzione fatta sulle mani e non ad altro, essendo quella che ha suscitato l’attenzione degli epidemiologi anche perché́, oggi, la più diffusa.

È noto, infatti, che, per la distribuzione dell’Eucaristia nel modo tradizionale, in caso di epidemie, la Santa Chiesa già̀ possiede una specifica modalità̀: pinzette eucaristiche, un po’ di attenzione e sempre in bocca. Una modalità̀ che, dal punto di vista strettamente sanitario, è assolutamente igienica. Era solo quella sulle mani che era a rischio infettivo e non l’altra e, pertanto, andava disciplinata.

Non a caso, autorevoli esperti (tra cui anche il prof. Filippo Maria Boscia, Presidente Nazionale dei Medici Cattolici) avvertivano1 che quella meno sicura era la Comunione sulla mano anche perché́ comporta il rischio di perdere preziosi frammenti dell’Ostia consacrata.

Nessuno, dunque, può̀ appellarsi al protocollo fatto con il Governo per dire che così è stato comandato semplicemente perché́ così non è!

Qui, sorge spontanea una domanda.

Perché́ Voi, sommi sacerdoti di questo tempo infame ed ingordo, avete impedito la modalità̀ regolare di dare il Corpo di Cristo, in bocca ed in ginocchio?

Perché́ questo Vostro continuo accanimento contro questa santa pratica?

Questa Vostra avversione si concretizza in aperta noncuranza delle anime, inducendo non pochi battezzati ad abbandonare le chiese e, oggi, in un tempo “covidiano” a non ricevere la comunione sacramentale per attestare una verità̀ che a molti di Voi sfugge, la Presenza Reale e Regale di Cristo, nell’Eucaristia.

A noi sono di conforto le parole di Gesù̀ quando dice “Che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità̀; poiché́ tali sono gli adoratori che il Padre richiede. Iddio è spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità̀” 2.

C’è da dire anche che per venire incontro alle sollecitazioni di qualcuno, ci sono sacerdoti che sono giunti a consigliare di ricevere il Corpo di Cristo sulla mano, con l’ausilio di un corporale o di una teca. Ebbene, il rimedio indicato è peggiore del male perché́ si riveste di ipocrisia o di ignoranza/negligenza delle cose sacre. Infatti, chi crede nella Presenza di Cristo nell’Eucaristia crede anche che solo mani all’uopo consacrate possano toccarLo.

Chi mai oserebbe toccare Cristo se Egli comparisse nelle Sue sembianze umane? Chi mai resterebbe in piedi?

Signori Prelati, cambia l’Apparenza ma la Persona è sempre e solo quella di Cristo! Ovviamente, se ci si crede!

Perché́, in sostanza, la differenza tra l’Aspetto umano del Corpo di Cristo e le Sue Vesti sacramentali, risiede unicamente nella fede di chi a Lui si accosta.

Invero, oggi, c’è mancanza di fede già nella concezione stessa della Consacrazione che per molti sembra essere più che altro un ricordo, un memoriale di stampo umano.

Eppure l’Eucaristia è molto ma molto di più̀, infinitamente di più̀!

“Fate questo in memoria di me.” È una realtà̀ nell’Eterno ed insieme un invito che viene dall’Eterno. Ciò̀, in quanto la parola di Gesù̀ è efficace ed eterna perché́ Egli è Dio e ciò̀ che Dio annuncia si realizza nell’Eterno Presente ossia in ogni tempo e per il fatto stesso che Egli lo annuncia, si attualizza.

La “memoria” del Signore è sempiterna e non fugace come quella dell’uomo. Una “memoria” che, nella formula sacramentale della Consacrazione, ha un significato infinitamente maggiore di quello che sembrerebbe essere attribuito come narrazione, invito ad un’agape o ricordo della prefigurazione del Calvario. La Consacrazione, nella Santa Messa, non celebra solo il momento conviviale ma, soprattutto, attualizza quello del Sacrificio di Dio che annichilisce la Sua Sostanza divina per farsi umile materia. Un sacrificio che si rinnova in ogni Consacrazione poiché́ il Tre volte Santo si immola per farsi nuova carne in noi, restare con noi e darci la possibilità̀ di salvarci dal Male. L’unico vincolo è nel riconoscimento!

Questo è il Supremo Sacrificio che Gesù, il Verbo di Dio, ha accettato di compiere fino alla fine dei tempi, per la redenzione dell’umanità. Una redenzione che il fedele può̀ cogliere solo se accoglie quella “croce” che, volente o nolente, cosciente o incosciente, si porta addosso da quando è venuto al mondo. Quel mondo che geme e versa nel disordine a causa del Primo Errore dell’Uomo. Una situazione che Cristo consente di ben superare, grazie proprio al Suo Sacrificio di duemila anni fa che sacramentalmente si irradia in ogni Messa, in ogni tempo e in ogni luogo, attualizzandoSi.

La Comunione oltre ad essere Santa è anche Sacra poiché è incontro sublime tra la creatura ed il suo Creatore, realmente presente.

Una Presenza, il cui riconoscimento non è solo riconoscenza ovvero rendimento di grazie ma soprattutto affermazione della Sua reale e concreta Presenza. E questo è un riconoscimento, una constatazione dell’Identità̀ divina che è patrimonio esclusivo di chi crede in Lui e che a nessuno è dato d’impedire.

È, questa, una fede che spetterebbe a Voi il dovere di custodire semplicemente perché, quali successori degli apostoli, il Vostro ministero principale dovrebbe essere la cura delle anime.

È così?

Non proprio!

Lo comprova il fatto che avete anteposto i malanni della carne alla salute dell’anime. Un semplice virus per quanto aggressivo possa essere non può̀ nuocere ad una anima

che si accosta a Dio 3. Anzi! Potrebbe avvicinarla ancora di più. Ma Voi, del tutto dimentichi del potere santificate e sanificante che Gesù̀, Mio e Vostro Signore, ha conferito ai Suoi apostoli 4, avete chiuso le chiese e coperto di insulsa materia le mani e la bocca di santi sacerdoti, solo per paura del contagio.

Purtroppo, la gran parte di Voi rigetta i doni che Dio elargisce ai Suoi apostoli perché́ pone un abisso oscuro fra il Pensiero di Dio ed il Vostro.

Voi, Eminenze ed Eccellenze, avete considerato che la Santa Comunione potesse essere un evento patogeno e avete scelto di denigrare il Vostro ministero, assoggettandoVi al mondo ed alle sue leggi.

In ogni caso, se un fedele, non si ritiene degno di ricevere il Corpo di Cristo con le proprie mani, le Vostre Signorie hanno il sacro dovere di lasciare libera la sua identità̀ e non di violentare la sua anima, profittando della naturale soggezione che incute il Vostro ordine e imponendo un modo, quello della Comunione sulle mani, che non è assolutamente in linea con la sua coscienza.

Abbiate almeno presente che per potere dare luogo al Magistero, universale, infallibile e autenticamente vivo della Chiesa cattolica, dovreste rispettare siffatta fede anche in forza del giuramento prestato ex can. 833 del diritto canonico. In caso contrario, oltre ad incorrere nella giusta pena di cui al can. 1371 in quanto si respinge pertinacemente la dottrina di cui nei canoni 750 e 752, operate una ferita profonda nel Corpo Mistico di Cristo e la operate proprio al Suo Cuore.

A tal riguardo, Vi si potrebbe dire che l’inibizione del Valore divino e della sacralità̀ insita nel Sacrificio eucaristico e, quindi, nel Corpo di Cristo che si riceve, ha conseguenze incalcolabili sul senso del peccato poiché́ blocca una parte di noi nello stato di compromissione in cui si trova. Vi si potrebbe anche dire che ostacolare la percezione del Sacro che viene a noi, è come abbassare l’interruttore della Luce divina ed impedire che la persona distingua ciò̀ che è male da ciò̀ che è bene perché́ resta al buio. Al buio (ovvero senza la Luce di Dio), i sensi spirituali non sono utilizzabili e la persona è alla mercé del mondo e del suo principe, con contraccolpi devastanti su tutta la società̀.

Ma Voi lo capireste?

La gran parte, di certo no!

Comunque a chi qui scrive, come a non pochi altri cristiani, silenti e piangenti ma

ancora fedeli alla Tradizione autentica della Chiesa, non interessa discutere quale sia il modo più̀ giusto di ricevere il Corpo di Cristo ovvero in bocca o sulle mani. A noi interessa che Voi non abusiate del Vostro potere e rispettiate la fede che noi nutriamo nel rispetto dei canoni della Santa Chiesa Universale e del suo infallibile ed autentico Magistero. Una fede che a nessuno è dato di violentare.

Cosicché́ Vi invito a rivedere le Vostre decisioni e ancora una volta asserisco che l’accordo preso con il Governo nulla ha a che fare con quella che è la regola ufficiale della Santa Chiesa ma, come dimostra l’evidenza del testo riportato, con quella che è, di fatto, un’eccezione tollerata e poi fatta divenire, purtroppo, regola.

Nulla ha a che fare ma, di fatto, Voi ne avete approfittato per dare un ulteriore colpo di grazia ad una pratica che evidentemente Vi dà fastidio, cogliendo subito l’occasione per vietarla severamente, tant’è che la stragrande maggioranza dei sacerdoti teme di contraddirVi.

Si! Non sono pochi i sacerdoti che obbediscono ai Vostri ordini con la morte nel cuore, credendo che obbedire sia cosa buona. Qualcuno vorrebbe pure andare incontro alle aspettative dei fedeli che manifestano loro l’inquietudine e l’angoscia di questi orrendi tempi però ha paura di disobbedire.

Ma è davvero cosa buona obbedire ad ordini ingiusti?

Voi, illustri Prelati, date ordini e pretendete obbedienza senza dare obbedienza né a Dio, né al Magistero autentico ed infallibile della Santa Sede, stracciando così il “decreto petrino”.5

Un decreto che dovrebbe essere alla base della Vostra pastorale poiché́ è il motivo conduttore di tutto il Vangelo e della stessa discesa del Verbo di Dio, fattosi carne in Gesù̀, il Cristo 6.

Eminenze ed Eccellenze, Voi avete preteso che la Santa Sede Vi riconosca una certa autonomia e libertà d’azione in modo da essere più̀ aderenti alle esigenze locali.

L’avete ottenute con la concessione delle conferenze episcopali ma ne avete fatto strumento e pretesto per infrangere la comunione con la Santa Sede ed il Magistero autentico ed infallibile della Santa Chiesa. Parimenti avete provocato malanimo, disatteso fortemente la cura delle anime a Voi affidate e tradito il servizio di pastori al seguito dell’Unico Pastore, lasciando che il Suo gregge sia disperso e abbandonato nelle fauci di mammona. Così facendo, avete costretto molti dei Vostri parroci, sacerdoti e fedeli a gravi tormenti interiori poiché́ la fede non opera nello stesso modo e nella stessa misura in tutti.

Di fatto, ottenute l’autonomia e la libertà richieste non le avete estese ai Vostri sacerdoti che ne avevano ben diritto sempre in virtù̀ del (disatteso) decreto del Primo Pontefice, il quale non ebbe timore alcuno di ricordare al sommo sacerdote del suo tempo che l’obbedienza è dovuta primariamente a Dio.

Cosa dice Gesù̀?

“Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà̀ nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà̀ del Padre mio che è nei cieli” 7.

E nella tremenda ora della prova?

“Padre, non sia fatta la mia volontà̀, ma la Tua” 8.

Gesù̀ attesta ed insegna il valore infinito di siffatta disposizione d’animo con un

messaggio che risuona drammatico ma concreto ancora oggi e che potrebbe così sintetizzarsi: “Continui ad obbedire alla legge senza osservarla? Resti infermo. Disobbedisci, obbedendo a Dio? Allora cammini con le tue gambe”.

È importantissimo obbedire a Dio ma anche disobbedire a quelle interpretazioni false ed insidiose che taluni uomini della Chiesa fanno della Legge divina.

Quando Gesù̀ tocca il lebbroso 9 e lo purifica sa bene che il Suo gesto era una palese disobbedienza alla legge 10 ma Egli, in piena consapevolezza, non si sottomette ad essa. Chi segue Gesù Cristo non può̀ fare diversamente 11.

È solo confidando e affidandosi a Dio Padre ed al Suo Verbo, che si dà sostanza ed attuazione alla Legge, quella vera che è grazia dell’Amore di Dio.

Perché́? Semplicemente perché́ chi ha Dio nel proprio cuore e Lo pone al di sopra di ogni affetto o valore umano, è in grado di setacciare il seme buono da quello cattivo.

E Voi, illustri responsabili della Chiesa di Cristo, che certamente credete in Dio e Lo avete nel cuore. Ma Vi siete mai chiesti se Lo avete al primo posto?

Non è che, forse, non avete Dio ma l’uomo? “non sia fatta la mia volontà, ma la tua” (Lc 22,42) … così, sempre per ricordarlo. 7 Mt 7,21

 

Pensateci bene perché́ questo tempo sembra riverberare nell’Eterno il momento in cui Gesù apostrofò Pietro con quel tremendo “Vade retro satana. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini” 12.

Seguire l’uomo ed il suo modo di pensare, compromesso e fallace, è sempre un volersi porsi davanti a Dio e fermarLo proprio quando Dio sta per salvare con la Sua Opera l’umanità̀ compromessa.

Chi qui scrive vorrebbe tanto sbagliarsi ma i dati di fatto dimostrano inequivocabilmente quanto asserisce.

Cosicché́ non sono pochi gli uomini della Chiesa ad avere il senso delle cose dell’uomo più̀ di quelle di Dio e ciò̀ accade sin da quando satana Vi ha suggerito (e molti ci hanno creduto) che per diffondere la fede occorreva imporla, se necessario con la forza. È questo, purtroppo, il modo di fare e di pensare del mondo. Quel modo che Vi ha indotto a pretendere obbedienza dai Vostri sacerdoti e anche dai fedeli, tradendo il decreto petrino e calpestando la fede di molti.

Come mai tutto questo? Chiedetevelo!

Perché́, di certo, Ve lo chiederà̀ Cristo e tra non molto.

Chiedetevi come mai questi fedeli ancora rimasti attaccati ad una certa tradizione, Vi

danno così tanto fastidio. Quella Tradizione che tutti i pontefici hanno sempre sostenuto e confermato.

Rovina forse qualche Vostro progetto?

Reverendissimi signori, alla nostra età non c’è più tanto tempo per discutere. Il tempo corre veloce ed il Giudizio di Dio si appresta!

Guai a chi andrà̀ incontro alla Sua Ira.

Pensateci bene. Davvero!

Non dovrebbe competere allo scrivente, ma sento il dovere di ricordarVi che il rischio che si corre è quello di compartecipare non alla formazione del Regno di Dio bensì̀ a quella dello “stagno di fuoco” di cui parla l’Apocalisse 13. Essere sepolto in quello “stagno” è molto, ma molto di più, dell’essere sepolto vivo, chiuso in una bara, perfettamente ed eternamente cosciente di essere ma non di poter esistere!

Ecco ho scritto. E ho scritto nella speranza che susciti in qualcuno un po’ di santo timore di Dio e conceda, nella propria area, a quei pochi fedeli che conservano la fede nella Presenza Reale e Regale di Gesù̀ Cristo di potere avere, in ogni città, almeno una parrocchia con Santa Messa celebrata secondo il rito “vetus ordo” di Paolo VI o, comunque, con Santa Comunione in bocca ed in ginocchio, dandone ampia comunicazione sociale e, bene in evidenza, on line sul sito diocesano e bacheche parrocchiali.

Eminenze ed Eccellenze reverendissime, oggi, viviamo un tempo in cui Iddio ci chiede sacrifici e preghiere per la santificazione dei membri della Sua Santa Chiesa. Lo facciamo e continueremo a farLo, certi che Gesù̀ Cristo, l’Unico e Sommo Sacerdote esaudirà̀ quanto è cosa buona e lecita per la Sua Santa Chiesa.

Per questo Vi chiedo, certo di interpretare le istanze di molti, di fare uno sforzo, riconoscendo, tutti, quanto qui Vi si richiede. Poiché́ non è solo in gioco la fede della Santa Chiesa, ma anche la società̀ cristiana, tutta.

Chiudo qui con le parole di Sua Santità̀ Paolo VI “Tutte queste considerazioni dovrebbero aiutare, bisogna sperarlo, ad evitare l’ambiguità̀ che riveste troppo spesso la parola «liberazione» nelle ideologie, nei sistemi o nei gruppi politici. La liberazione che proclama e prepara l’evangelizzazione è quella che il Cristo stesso ha annunziato e donato all’uomo mediante il Suo Sacrificio.

Da questa giusta liberazione legata all’evangelizzazione, che mira ad ottenere strutture salvaguardanti le libertà umane, non può essere separata l’assicurazione di tutti i fondamentali diritti dell’uomo, fra i quali la libertà religiosa occupa un posto di primaria importanza. Abbiamo recentemente parlato dell’attualità̀ di tale questione, mettendo in rilievo «quanti cristiani, ancora oggi, perché́ cristiani, perché́ cattolici vivono soffocati da una sistematica oppressione! Il dramma della fedeltà̀ a Cristo, e della libertà di religione, se pure mascherato da categoriche dichiarazioni in favore dei diritti della persona e della socialità̀ umana, continua!» 14.

Augurando la benedizione di quanti di Voi vorranno dare a questo mio povero tentativo, porgo a tutti i miei più rispettosi saluti, nella speranza che il Natale Vi porti nuova Luce.

In Corde Matris

Italia, Festa dell’Immacolata Concezione 8 dicembre 2020

***

Note

1 https://www.lafedequotidiana.it/boscia-medici-cattolici-comunione-sulla-mano-piu-contagiosa-di-quella-sulla-lingua/

https://lanuovabq.it/it/comunione-in-bocca-nessun-rischio-per-la-salute https://it.aleteia.org/2020/07/08/medici-austriaci-la-comunione-in-bocca-e-piu-sicura-che-in-mano/

https://www.informazionecattolica.it/2020/05/22/arciprete-io-continuero-a-dare-la-comunione-in-ginocchio-e-sulla-lingua/

2 Gv 4:23-24

3 Mt 15,11

4 Mt 10,1-15

5 “Oboedire oportet Deo magis quam hominibus” (At 5,29)… giusto per ricordarlo

6 “non sia fatta la mia volontà, ma la tua” (Lc 22,42) … così, sempre per ricordarlo. 7 Mt 7,21

8 Lc 22,42

9 Mt 8,2-3

10 Lv13,45s

11 Gal 5,18; Rm 6,14

12 Mt 16,23, Mc 8, 33

13 Ap 20, 10.15

14 Esortazione apostolica di Sua Santità Paolo VI “Evangelii Nuntiandi” (38-39)

 

 Cav. Uff. Brig. Gen.(r) E.I. Giovanni Contestabile

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A Sua Eminenza Rev.ma
il Cardinale Gualtiero Bassetti,
Presidente Conferenza Episcopale Italiana

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A Sua Eminenza Rev.ma
il Cardinale Crescenzio Sepe
Presidente Conferenza Episcopale Campana

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A Sua Eminenza Rev.ma
il Cardinale Matteo Maria Zuppi Presidente Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna

A Sua Eminenza Rev.ma
il Cardinale Angelo De Donatis Presidente Conferenza Episcopale Laziale

A Sua Eminenza Rev.ma
il Cardinale Giuseppe Betori
Presidente Conferenza Episcopale Toscana

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A Sua Eccellenza Rev.ma
Mons. Bruno Forte
Presidente Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana

A Sua Eccellenza Rev.ma
Mons. Salvatore Ligorio,
Presidente Conferenza Episcopale della Basilicata

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A Sua Eccellenza Rev.ma
Mons. Vincenzo Bertolone,
Presidente Conferenza Episcopale della Calabria

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A Sua Eccellenza Rev.ma
Mons. Marco Tasca,
Presidente Conferenza Episcopale Ligure

A Sua Eccellenza Rev.ma
Mons. Mario Enrico Delpini
Presidente Conferenza Episcopale Lombarda

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A Sua Eccellenza Rev.ma
Mons. Mario Piero Coccia
Presidente Conferenza Episcopale Marchigiana

A Sua Eccellenza Rev.ma
Mons. Cesare Nosiglia
Presidente Conferenza Episcopale Piemontese

A Sua Eccellenza Rev.ma
Mons. Donato Negro
Presidente Conferenza Episcopale Pugliese

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A Sua Eccellenza Rev.ma
Mons. Antonio Mura
Presidente Conferenza Episcopale Sarda

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A Sua Eccellenza Rev.ma
Mons. Salvatore Gristina
Presidente Conferenza Episcopale Siciliana

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Patriarca Francesco Moraglia
Presidente Conferenza Episcopale del Triveneto

A Sua Eccellenza Rev.ma
Mons. Renato Boccardo
Presidente Conferenza Episcopale Umbra

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e, per conoscenza, a:

A Sua Eminenza Rev.ma
il Cardinale ROBERT SARAH
Prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.

e, per una più larga diffusione, anche ad alcuni vescovi di ogni singola regione:

per l’Abruzzo-Molise:

A Sua Eccellenza Rev.ma l’Arcivescovo di Pescara-Penne Mons. Tommaso Valentinetti

A Sua Eccellenza Rev.ma l’Arcivescovo di Campobasso-Bojano Mons. Giancarlo Maria Bregantini

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Sulmona-Valva, Mons. Michele Fusco

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per la Basilicata:

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Tursi-Lagonegro Mons. Vincenzo Carmine Orofino

A Sua Eccellenza Rev.ma l’Arcivescovo di Matera-Irsina Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo

per la Calabria:

A Sua Eccellenza Rev.ma l’Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova Mons. Giuseppe Fiorini Morosini

A Sua Eccellenza Rev.ma l’ArciVescovo di Campobasso-Bojano Mons. Giancarlo Maria Bregantini

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per la Campania:

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Sessa Aurunca Mons. Orazio Francesco Piazza

A Sua Eccellenza Rev.ma il Vescovo di Avellino Mons. Antonio Forte

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Teggiano-Policastro Mons. Antonio De Luca

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per l’Emilia Romagna:

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Piacenza-Bobbio Mons. Adriano Cevolotto

A Sua Eccellenza Rev.ma il Vescovo di Carpi Mons. Antonio Forte

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di San Marino-Montefeltro Mons. Elio Ciccioni

per il Lazio:

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Frosinone Mons. Ambrogio Spreafico

A Sua Eccellenza Rev.ma il Vescovo di Rieti
Mons. Domenico Pompili

A Sua Eccellenza Rev.ma il Vescovo di Viterbo Mons. Lino Fumagalli

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per la Liguria:

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Ventimiglia-Sanremo Mons. Antonio Suetta

A Sua Eccellenza Rev.ma il Vescovo di Savona-Noli Mons. Calogero Marino

A Sua Eccellenza Rev.ma il Vescovo di Chiavari Mons. Alberto Tanasini

per la Lombardia:

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Vigevano Mons. Maurizio Gervasoni

A Sua Eccellenza Rev.ma il Vescovo di Como Mons. Oscar Cantoni

A Sua Eccellenza Rev.ma il Vescovo di Mantova Mons. Marco Busca

II

per le Marche:

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Fano-Fossombrone Mons. Armando Trasarti

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Macerata Mons. Nazzareno Marconi

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di San Benedetto del Tronto Mons. Carlo Bresciani

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per il Piemonte:

A Sua Eccellenza Rev.ma il Vescovo di Aosta Mons. Franco Lovignana

A Sua Eccellenza Rev.ma il Vescovo di Saluzzo Mons. Cristiano Bodo

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Casale Monferrato Mons. Alceste Catella

per la Puglia:

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di San Severo Mons. Giovanni Checchinato

A Sua Eccellenza Rev.ma il Vescovo di Oria
Mons. Vincenzo Pisanello

A Sua Eccellenza Rev.ma il Vescovo di Ugento Mons. Vito Angiuli

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per la Sardegna:

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Tempio-Ampurias Mons. Sebastiano Sanguinetti

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Iglesias
Mons. Giovanni Paolo Zedda

A Sua Eccellenza Rev.ma l’Arcivescovo di Oristano Mons. Roberto Carboni

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per la Sicilia:

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Trapani
Mons. Pietro Maria Fragnelli

A Sua Eccellenza Rev.ma il Vescovo di Caltanissetta Mons. Mario Russotto

A Sua Eccellenza Rev.ma l’Arcivescovo di Siracusa Mons. Salvatore Pappalardo

per la Toscana:

A Sua Eccellenza Rev.ma l’Arcivescovo di Lucca Mons. Paolo Giulietti

A Sua Eccellenza Rev.ma il Vescovo di Volterra Mons. Alberto Silvani

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Pitigliano Mons. Guglielmo Borghetti

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per il Triveneto:

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Belluno-Feltre Mons. Renato Marangoni

A Sua Eccellenza Rev.ma il Vescovo di Verona Mons. Giuseppe Zenti

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Adria-Rovigo Mons. Pierantonio Pavanello

per l’Umbria:

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Città di Castello Mons. Domenico Cancian

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Foligno
Mons. Gualtiero Sigismondi

A Sua Eccellenza Rev.ma
il Vescovo di Terni-Narni-Amelia Mons. Giuseppe Piemontese

§§§




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36 commenti

  • Don Pietro Paolo ha detto:

    La cosa che mi infastidisce non è tanto la richiesta di comunicarsi ricevendo la S. Eucarestia sulla bocca, cosa legittima per chi per propria sensibilità ha scelto questo modo, quanto il ritenere indegno o addirittura sacrilego o diabolico il riceverla sulla mano. Inoltre, è assurdo e privo di ogni verità ritenere la distribuzione dell’Eucarestia sulle mani una mancanza di fede nella transustanziazione. Il comunicare dando la Ss. Eucarestia sulla mano è stata la prassi degli apostoli e della Chiesa fino alla fine del primo millennio (J.A. Jungmann, Missarum Sollemnia II, 286-287). Chi vuole una testimonianza autorevole può leggere Le Catechesi mistagogiche di S. Cirillo di Gerusalemme (IV sec.) “Quando ti avvicini… fai della tua mano sinistra un trono per la tua mano destra poiché questa deve ricevere il Re e nel cavo della mano ricevi il corpo di Cristo dicendo: amen” (5,21). Alla fine del IX secolo, in modo progressivo, mutate anche le sensibilità spirituali e culturali che portarono all’istituzione delle adorazioni Eucaristiche, l’uso di dare la Comunione sulle mani e in piedi fu proibito. Questo uso si protrasse fino al 1967, con qualche eccezione nel XV sec per i premonstratensi che si comunicavano in piedi. Nel 1967 le norme danno la possibilità di ricevere la Ss. Eucarestia in piedi e sulle mani, come nella prassi della Chiesa antica, non negando di darla a chi la volesse sulla bocca, secondo l’uso medievale. Se il ricevere l’Eucarestia in piedi e sulle mani fosse una mancanza di rispetto a Nostro Signore, dovremmo concludere che la Chiesa per mille anni ha permesso un atto irrispettoso nei confronti di Dio e rinnova riprendendolo ai nostri giorni. Ora, nel momento presente, per la pandemia la Chiesa ritiene opportuno non darla secondo l’usanza medioevale. Motivo? Pericolo contagio. Ora, per chi crede, È certo che il Signore non può essere oggetto di trasmissione del virus, ma la mani del prete lo possono se vengono a contatto con qualcosa infetta. Qualcuno può anche pensare diversamente, ma nessuno può dimostrarlo. Opinioni. In ogni caso, chi dice che le dita del sacerdote che comunica sulla bocca non toccano le labbra, a volte bagnate della saliva del comunicando, dice una menzogna. Non c’è un modo infallibile nel distribuire l’Eucarestia. È da 34 anni che la distribuisco sia sulla bocca che sulle mani e ora qualcuno mi viene a dire che non riesco a distribuirla. Certo, sono attento nel darla, ma tante volte è il comunicando che con gesti imprevedibili se non le lecca, per poco non ingoia anche le dita. Dandola sulle mani del comunicando, le mani del sacerdote non lo toccano perché l’appoggio e la fa cadere sul palmo. Il fare appello alle dichiarazioni del card. Sarah credo che sia inutile perché al di sopra delle sue ci sono quelle del pontefice e quelle della Conferenza episcopale a cui rimanda il papa è le norme del messale. Infine, non capisco il digiuno Eucaristico che si impongono coloro che non possono essere comunicati per bocca. Io non capisco come ci si può privare del Pane della Vita? È vero che c’è anche una Comunione spirituale, ma farla quando si ha a disposizione quella eucaristica e si è nelle disposizioni giuste per riceverla, accomuna solo ai protestanti. Che senso ha andare a Messa e non comunicarsi? Gesù ha detto “Prendete e mangiate” e non “venite a vedere”. È vero che si partecipa al Sacrificio di Cristo, ma una perfetta partecipazione avviene non solo nell’offerta di Gesù , Vittima sacrificale, al Padre, ma anche nella Comunione che avviene con la manducatio.

    • Antonio ha detto:

      Il suo commento è interessante perché conferma una volta di più che quando si parla di queste cose si tende a fare un uso del tutto strumentale degli elementi a disposizione. Non è improbabile che nei primi secoli del cristianesimo si prendesse il pane consacrato con le mani, così come è assai probabile che si bevesse tutti il vino dallo stesso calice consacrato: ma in questo caso ritornare a “fare come i primi cristiani” all’improvviso non interessa più, guarda un po’.
      Circa l’infilare le dita in bocca al comunicando, questo avviene perché si fa la comunione in piedi: il prete, specie se di bassa statura, deve alzare le braccia e la mira diventa imprecisa. Se il comunicando è inginocchiato il prete non sbaglia, a meno che non abbia il morbo di Parkinson.

      • Don Pietro Paolo ha detto:

        Antonio,
        Volevo solo far notare che non è un dogma ne’ un venire meno a qualcosa di sacro il prendere l’Eucarestia sulla mano, come ha fatto la Chiesa per mille anni ( fatto storico e non improbabile). Circa l’uniformarsi alla prassi della Chiesa primitiva, forse non interessa a lei e a qualche altro, ma non agli altri . Guardi che l’esempio del prete basso non calza, mentre è più pratico e non c’è da prendere la mira se la si prende nelle mani. Se poi il sacerdote è alto, di una persona inginocchiata può vedere solo il naso, come mi è capitato ( difatti io sono un prete che se una persona si inginocchia non mi rifiuto di comunicarla)

        • Antonio ha detto:

          “Uniformarsi alla prassi della Chiesa primitiva” è una pretesa vana, perché, a parte la seria difficoltà di stabilire quale fosse e se ce ne fosse una univoca, ripetere i gesti che si facevano allora non significa nulla se non siamo più in grado di comprendere quale significato avessero tali gesti per chi li compiva. Lei è sicuro che nel I o nel II secolo dessero al prendere il pane in mano lo stesso significato che gli attribuiamo noi? Peraltro, al di là di quello che facessero allora, la comunione in mano in epoca moderna è stata introdotta dai protestanti che intendevano sminuire il significato dell’eucarestia e scoraggiare le “idolatrie papiste”: e i cattolici si sono accodati negli ultimi decenni per amor di ecumenismo. Il “ritorno alla prassi della Chiesa antica” è solo il velo di zucchero sulla pillola, o di glicerina sulla supposta.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Genuina testimonianza di fede e coraggio. Così vive, parla, scrive e combatte la “giusta battaglia” il vero discepolo e soldato di Gesù Cristo. La sua forza, sig. Generale, è nella validità degli argomenti, unica corazza e arma nella lotta in difesa della fede contro i nemici che – ha messo in guardia papa Benedetto – sono dentro la Chiesa.
    Con l’autorevolezza del testimone addestrato alla disciplina e all’esercizio della fedeltà Lei ha risposto al comando del Superiore comune a tutti noi, l’unico che merita obbedienza cieca e incondizionata perché ci ha riscattati col Suo sangue.
    Si è fatto interprete di un sentire abbastanza diffuso ed io sottoscrivo idealmente il testo – punteggiatura compresa – del Suo appello che di sicuro non riceverà l’attenzione dovuta e auspicata, ma certamente arrecherà un po’ di fastidio a chi, per il dovere d’ufficio di monitorare soprattutto la sezione dei media con l’occhio particolarmente attento a quelli sottoposti a “sorveglianza speciale”, sarà stato costretto a leggere la Sua Lettera, e non solo a causa della sua lunghezza…
    Se non altro Lei, richiamando ai doveri del proprio stato i ministri del culto, con ciò ha assolto il compito della correzione fraterna – riconosciuto ai laici se ben ricordo anche dal Codice di Diritto canonico – e ha aderito a quella chiamata rivolta dal papa regnante ai membri del suo esercito (all’inizio di ottobre) a preoccuparsi, oggi, del “saccheggio delle anime”.
    Sbaglierò, ma a me quest’appello è sembrato un: armatevi e partite… senza un esame di coscienza sulle responsabilità ed omissioni proprie e della gerarchia, non tanto del clero impegnato nelle realtà più o meno piccole, tante nei paesini lontani ed anche raggiungibili con difficoltà oggettive.

    • Giovanni Contestabile ha detto:

      Non un “armatevi e partite” ma un “armiamoci di fede e partiamo, tutti insieme con in testa Cristo, alla ricostruzione della Casa comune.

  • Don Lelio grappasonno ha detto:

    Grazie per la sua lettera precisa e commovente!!!!!!!!!!!!! Sono stato cappellano dell’Ospedale Civile di Pn e ho fatto una esperienza meravigliosa. Un giorno un’anziana gravemente malata ha sputato l’eucaristia ed io l’ho consumata con amore per il Mio Signore. Dopo 10 anni sono vivo non ho fatto mai vaccini antinfluenzali e di altra indole. Io credo fermamente che Gesu è Medico delle anime e dei corpi. E ora di smettere di inchinarsi ai protocolli e mettere al primo posto Gesu salvezza del corpo e dell’anima.

  • Simeone ha detto:

    Spero tanto che i nostri vescovi si assumano le loro responsabilità di veri pastori di un gregge confuso e disorientato.
    Ricordo che anche prima di questa pandemia si permetteva di assumere la Santa Eucarestia in piedi e con le mani e già allora
    forse veramente pochi erano i sacerdoti, per non parlare dei vescovi, che richiamavano al Santo e giusto rispetto per la Santissima Eucarestia.
    Questa trascuratezza ha fatto venir meno quella consapevolezza
    che tale comportamento infligge altri dolori a nostro Signore.
    Un grazie a Cav. Uff. Brig. Gen.(r) E.I. Giovanni Contestabile
    per questo suo appello. Ma un appello andrebbe rivolto anche
    a noi fedeli che non alziamo la nostra voce per fedeltà a Gesù e rispetto per la Chiesa.

  • Gaetano2 ha detto:

    Sig. Generale,
    Leí si rivolge con serietà e rispetto a chi ha invaso o tradito “la Patria” (non solo terrena). Non meritano né l’una né l’altro. Ad essi spetterebbe unicamente la corte marziale.

  • Marco Bertolini ha detto:

    Intervento magistrale del Gen.Contestabile. Ha saputo condensare in una lettera molte ragioni di uno scollamento drammatico tra una parte non trascurabile dei fedeli e la gerarchia cattolica italiana, riunita nella CEI. La stessa gerarchia che si è resa colpevole di interventi contro la Tradizione apparentemente immotivati come la “correzione” del Padre Nostro e della formula della Consacrazione. Che bisogno poteva esserci nel modificare l’unico punto sul quale Cattolici tradizionali e non tradizionali si trovavano, la preghiera che ci è stata insegnata da Gesù stesso, non si capisce. Una cosa è certa. La preghiera in questo modo è stata trasformata in una affermazione identitaria che sancirà, con l’adozione della nuova formulazione, una presa di distanza non solo religiosa da chi si ostinerà nella preghiera insegnata dai propri genitori. Credo che un provvedimento più divisivo non potesse essere adottato in un momento critico come l’attuale. Quanto all’Eucaristia, lo scritto del Gen.Contestabile dice già tutto, con dovizia di riferimenti dottrinali che dovrebbero essere alla portata dei Vescovi. Mi sento solo di aggiungere che anche in quel caso, il voler forzare anche quei Cattolici che non hanno mai osato toccare la particola con le mani per una forma di rispetto imparata quando tanti anni fa la Chiesa insegnava, si trasforma a sua volta in un provvedimento divisivo. Un intervento capace solo di allontanare chi non se la sente di piegarsi sotto le forche caudine della nuova “moda informale” (una sorta di casual liturgico) non per ostinato pregiudizio ideologico ma per interiorizzato timor di Dio. Grazie caro Gianni.

  • Angelo ha detto:

    Sig. Generale. Crede davvero che qualcuno dei destinatari abbia impiegato un po’ del prezioso tempo a leggere la sua lunga petizione? Dubito che la maggior parte di loro creda nella transustanziazione: prova ne sia che molti presbiteri di vario grado non si inginocchiano al momento della Consacrazione, ma al massimo fanno un pio salamelecco come davanti a un gran visir. Nessun catechista insegna ai comunicandi e ai cresimandi che entrando in Chiesa ci si deve inginocchiare in adorazione del Dio nel Tabernacolo.
    Tutte cose che mi hanno insegnato, sia il Parroco del Paese quasi 80 anni fa preparandomi alla I Comunione e ripetuto alla Cresima Cresima, sia costantemente la mia santa mamma ogni domenica nel corso dell’infanzia. Ma io sono obsoleto … come il cattolicesimo …

  • Angelo ha detto:

    Un atteggiamento della gerarchia più in linea con le obiezioni e le richieste presenti anche in questa lettera, rimetterebbe più efficacemente al centro del dibattito ecclesiale il problema delia fede.
    Personalmente non penso tuttavia che che la nostra Chiesa sia nelle mani del demonio. Ma no !
    Le nostre attuali liturgie hanno il valore di sempre… grande !!!.
    Diversamente non andrei in chiesa.
    Il problema è che siamo una minoranza sempre più minoranza nel panorama sociale, culturale e religioso italiano.

  • Chiarastella ha detto:

    Peccato che questa bellissima lettera abbia citato solo il Protocollo sanitario concordato il 7 /5/2020 con lo stato italiano e non “Torniamo con gioia all’ Eucaristia” documento del card. Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, rivolto in forma di lettera il 15/8/2020 ai presidenti delle Conferenze episcopali, sulla celebrazione della liturgia durante e dopo la pandemia del Covid 19, approvato il 3/9/2020 da papa Bergoglio che ne ordina la pubblicazione e l’ invio ai presidenti delle Conferenze episcopali di tutto il mondo il 12/9/2020. Il documento recita così :”Si riconosca ai fedeli il diritto di ricevere il Corpo di Cristo e di adorare il Signore presente nell’ Eucaristia nei modi previsti, senza limitazioni che vadano addirittura al di là di quanto previsto dalle norme igieniche emanate dalle autorità pubbliche o dai vescovi”.
    Peccato che il card. Sarah sia stato poco esplicito sui “modi previsti”, comunque il suddetto decreto è rimasto lettera morta, forse addirittura sconosciuto a vescovi e parroci! Purtroppo a farne le spese sono i fedeli, come è successo alla sottoscritta, che ieri sera si è vista rifiutare la Comunione sulla lingua dall’ Arcivescovo di Bari-Bitonto mons. Francesco Cacucci!

  • Elena ha detto:

    Grazie, Generale!
    Nel mio piccolo ho” strillato ” nel vuoto pieno di un silenzio assordante. Da quel maggio non ho più fatto la Comunione, eccetto due volte in cui un Sacerdote credente e coraggioso ha osato darmi la Comunione in bocca. Poi è stato severamente ripreso e deriso; quindi ho ripreso il digiuno della Santa Comunione anche se è diventata una sofferenza durante la celebrazione dell’Eucaristia.

  • giulia anna anna meloni ha detto:

    Grazie al Signore Nostro, Gesù Cristo ,Dio che continua a disseminare questo deserto con tante” cisterne d’acqua” dove abbeverarsi. Sciagurato chi pensa che la parola degli uomini può mutare il Giudizio di Dio. Possa Egli avere Misericordia di tutti quei pastori che stanno portando le loro greggi sull’orlo del baratro e Gloria a Dio nei Cieli Altissimi perchè continua ad accendere” luci “nel firmamento prima che questo si spenga del tutto.

  • roth ha detto:

    caro Contestabile , temo lei abbia errato la scelta dei destinatari della sua bella e chiara lettera. Lei deve indirizzarla al Grande Oriente di palazzo Giustiniani ,Roma. Oppure a A.L.A.M. , piazza del Gesù, Roma.
    le decisioni son prese li.

    • Alessio ha detto:

      Buongiorno.
      Mi vengono in mente le parole di Gesù: 《”Prendete” e mangiatene tutti, questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi.》
      Le ho sempre intese e vissute come invito di Gesù ad incorporare l’Ecce Homo in un’accezione totalizzante, di Spirito e materia. Toccare l’Eucarestia prima con le mani e poi con la bocca o solo direttamente con la bocca non sembra francamente sostanziale. Credo, infatti, che non bisogna ricadere nella “Legge” superata dal Cristo. Nel contempo, vanno tuttavia anche rispettate tanto l’una quanto l’altra modalità, nonché le diverse sensibilità che le prospettano o praticano. La Chiesa siamo noi, santi e peccatori, talora pure infami. Il Nemico ci balla sempre intorno ed aizza; in questo particolare momento storico più che mai. Pillole di umiltà e preghiera, chiedendo al Signore di provvedere.
      Buona giornata.
      Un caro saluto a Gianni.
      Alessio

       

  • : ha detto:

    Lodevole l’iniziativa del Generale Contestabile.

    Non capisco però perché non venga mai messa in evidenza l’obiezione più efficace alle misure precauzionali imposte a sacerdoti e fedeli per la Comunione: se si crede alla Transustanziazione, cioè che quel Dischetto è “veramente” il Corpo di Cristo, anche se sotto l’aspetto di un’Ostia, non si deve temere alcun contagio. Il purissimo Corpo di Cristo non può esserne veicolo. Se poi non si crede (alla Transustanziazione), la Comunione è inutile o addirittura dannosa (secondo la coscienza e l’istruzione di chi riceve la Comunione, che dovrebbe essere ben formata da preti e catechisti.

    Considerando questo, le norme imposte dalla CEI sono addirittura blasfeme: non per quello che dicono, ma per quello che sottintendono. E nessuna norma dello Stato può giustificarle.

    • Alessandro ds ha detto:

      Non è il corpo di Cristo il vettore del contagio, ma sono le mani del sacerdote che toccano involontariamente le labbra dei fedeli mentre somministra la comunione in bocca.

      • : ha detto:

        Ma che ragionamenti!

        La sua è una supposizione non un fatto. Qui abbiamo a che fare con delle norme. Il Sacerdote conosce il suo “mestiere”, come il carabiniere e il chirurgo il loro. Secondo il suo ragionamento non si dovrebbe mettere in mano la pistola al carabiniere e il bisturi al chirurgo. Il Sacerdote sa benissimo il modo con cui deve porgere l’ostia al comunicando, pone la debita cura nel farlo in modo corretto; non ci è lecito supporre che lo faccia male.

        E poi, il Sacerdote mica va all’altare dopo aver zappato la terra. Non so se le norme liturgiche nel N.O. riguardante le azioni che il Sacerdote deve compiere in Sacrestia prima della Messa siano le stesse che nel V.O., dove era prescritto, oltre al rito della vestizione degl’indumenti sacri, anche quello del lavaggio accurato delle mani, accompagnato da una preghiera a ciò dedicata; ma credo che a prescindere dalle preghiere (ho il sospetto che non si usi più recitarle) almeno le mani se le lavi bene, per rispetto dei sacri oggetti che dovrà toccare; dopo di che non tocca null’altro che non sia (o dovrebbe essere) perfettamente pulito.

        Comunque è chiaro che le disposizioni della CEI non si riferiscono al contagio da parte della mano del Sacerdote (in qualunque modo sia contagiata), se no: perché solo adesso si decidono ad emanare queste regole? In passato non c’erano altrettante ed anche peggiori situazioni di diffusione di virus, non solo influenzali? E’ chiaro che la CEI ha fissato queste regole quando lo Stato glielo ha imposto, mostrando (la CEI) di essersi piegata al potere civile. E se non gliel’ha imposto, ancora peggio.

        • Alessandro ds ha detto:

          Io diverse volte ho distribuito la comunione, in quanto studente affiancando padri anziani che da soli non ce la facevano, a norma del regole sui ministri straordinari.
          E le dico che non dipende dal sacerdote il toccare o no le labbra della persona, è un insieme di diversi fattori.
          10 su 30 gli tocchi le labbra con la punta delle dita, alcuni addirittura te le lasciano umide.
          E questo è un dato di fatto, non una supposizione.
          Se ci sono Sacerdoti fra i letti, state certi che confermeranno.
          Tu stai attento, cerchi di non avvicinarti troppo e fare in modo che solo l’ostia vada sulle labbra, ma poi quando loro fanno il movimento di afferrare ti toccano.

          • : ha detto:

            E non è roba per Lei allora. Lasci perdere.

            Comunque non è questo il punto, serve solo a far fuorviare la cosa essenziale. Se la CEI ha imposto queste norme a causa della diffusione del Covid 19, che non è neanche un’epidemia nonostante la facciano apparire tale per sporchi giochi politici, perché non l’ha fatto in passato in occasione di altri situazioni simili ed anche peggiori? Solo l’arroganza dell’uomo moderno può far dire che i nostri predecessori o antenati erano più sprovveduti di moi odierni; se consideriamo le follie che escogitano quotidianamente i nostri amministratori (ci mettiamo nel calderone anche quelli religiosi) dobbiamo dire che è esattamente il contrario.

            E se per caso si vuole far intendere che “fin’ora non ci hanno pensato” (cosa risibile in sé), attenzione! Vuol dire che allora queste pazzie diventeranno regola (e non mi riferisco solo al campo religioso, ma anche a quello civile), perché “contagi” di questo genere ce ne saranno sempre come ce ne sono sempre stati prima di ora; e quindi ci faranno “mettere o levare la mascherina” (intendendo con questa espressione tutte le idiozie che ci costringono a fare) secondo le convenienze politiche del N.O.M., a cui aderiscono supinamente anche i nostri capi religiosi (a parte quelli civili).

  • Enrico Nippo ha detto:

    Molto, molto attuale.

    «Il mito dell’età dell’oro identifica la realtà come ripetizione di un archetipo divino. Ogni aspetto positivo della vita ha un prototipo in una sfera superiore. “Fiumi, montagne, territori, città presuppongono un archetipo ultraterreno che ne è forma, quando non venga addirittura concepito come un doppione esistente ad un livello cosmico più alto” (G. Costa, La leggenda dei secoli d’oro nella letteratura italiana).

    Esiodo (VIII-VII sec. a.C.) ci offre la prima rievocazione della stirpe dell’oro, che visse durante il regno di Crono, prima dell’avvento di Zeus:

    “Gli dei immortali … fecero una stirpe aurea di uomini mortali, che vissero al tempo di Crono. Essi vivevano come numi, senza dolori, senza fatiche, senza pene. Non gravava su di loro la vecchiaia … si rallegravano in conviti in assenza di ogni male … avevano ogni sorta di beni: la terra fertile produceva spontaneamente frutti ricchi e copiosi. Benevoli e pacifici, abitavano nelle loro terre ricchi di greggi e amati dagli dei beati” (Le opere e i giorni, 109 ss., trad. di G. Costa).

    All’aurea seguirono, con progressivo declino, la stirpe argentea, empia e bellicosa, sterminata da Zeus; la stirpe bronzea, violenta al punto da autodistruggersi; la stirpe degli eroi, annientati dalle guerre e i cui successori passarono nelle Isole dei beati; la stirpe ferrea, la peggiore di tutte, che vive nel dolore in un mondo abbandonato da Aidos (Pudore) e Nemesis (Giustizia)».
    (edu.lascuola.it)

    Ma è quasi certo che ai vescovi CEI, di Aidos e di Nemesis non gliene può fregare di meno.

    “La stirpe ferrea, la peggiore di tutte”. Davvero siamo nell’età del ferro.

    • stefano raimondo ha detto:

      La differenza fondamentale è che allora si sceglieva una sola vittima simbolica, oggi la vittima sacrificale è estesa all’intera umanità (fatti salvi i pochi noti).

  • Mario ha detto:

    Congratulazioni, Sig. Generale, per la sua missiva appassionata ed aderente alla sana Dottrina Cattolica.
    Temo che pero’ non sortira’ alcun effetto poiché non hanno neppure un briciolo della Fede che che ha Lei.
    La verità è che, a parte pochi, non credono nella presenza reale drl Cristo nell’ Eucarestia.
    Altrimenti non permetterebbero gli scempi odierni.
    Confidi, Sig. Generale, nella giustizia divina, altro che misericordia
    .

  • Marco Matteucci ha detto:

    NOSTRO SIGNORE CHIEDE UN TRIDUO MONDIALE A COMINCIARE DA OGGI 9 DICEMBRE A NOSTRA SIGNORA DI GUADALUPE. AL TERMINE DEL QUALE, IL 12 DICEMBRE EFFETTUARE LA CONSACRAZIONE ALLA VIRGEN MORENITA IN PARTICOLARE PER IL POPOLO MESSICANO, CHE È STATO CONSEGNATO A SATANA DA ALCUNI DEI SUOI GOVERNANTI.

    Mi scuso con il Direttore per la mia ingerenza sul suo blog, ma ho ritenuto opportuno dar voce a questa rivelazione privata fatta da San Michele Arcangelo alla veggente Luz de Maria.

    Per saperne di più:
    https://reginadelcielo.wordpress.com/2020/12/08/il-12-dicembre-sia-offerto-un-triduo-mondiale-a-nostra-signora-di-guadalupe/

  • Carlo ha detto:

    Non posso che concordare, con dolore, con quanto lamentato dall’autore della supplica. La Chiesa oggi è più che mai secolarizzata e, oserei dire, in preda alla più esecrabile pavidità. Rendere omaggio quasi di “nascosto” alla Santa Vergine nel giorno dell’Immacolata concezione è fatto emblematico della profonda crisi in cui essa versa. Si sta avverando perciò quanto preconizzato nel terzo segreto di Fatima: la rovina della Chiesa e la distruzione della fede cristiana.

  • Antonio ha detto:

    Ammonire questa gente è giusto, anche se è scontato che non si sortirà alcun effetto: ovvero lo stesso che si sortirebbe parlando di modalità dell’eucarestia a un lama o a un ulema.

  • Enrico Nippo ha detto:

    “potere avere, in ogni città, almeno una parrocchia con Santa Messa celebrata secondo il rito “vetus ordo” di Paolo VI”.

    Vetus ordo di Paolo VI? E sicuramente una svista.

    Voleva dire di san Pio V.

  • Micky ha detto:

    Avete stufato.

    • roth ha detto:

      scusi , chi è il soggetto che ha stufato ? I vescovi,Cei, Papa o StilumCuriae ?

    • giulia anna anna meloni ha detto:

      non è obbligato a leggere ne tanto meno ad aprire questa pagina…è in grado di esercitare la sua volontà??