Casa Savoia e la Chiesa, di Cristina Siccardi. Una Storia Oscurata.
9 Dicembre 2020
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, è con particolare piacere che vi parlo oggi di un libro veramente interessante, “Casa Savoia e la Chiesa”, di Cristina Siccardi, per i tipi di SugarCo Edizioni. Un libro che colma una lacuna presente nella storiografia recente della Storia del nostro Paese, perché per la prima volta, raccoglie e racconta, in maniera organica e documentale, il profondo rapporto che ha legato Casa Savoia alla Chiesa. Mette in luce come la dinastia sabauda abbia unito alla Chiesa i suoi destini sia da un punto di vista sia politico che spirituale. Ci presenta una galleria di personalità maschili e femminili di grande livello, certamente non limitato alle dimensioni geografiche del Ducato prima e del Regno poi; e lo fa nel modo migliore, attraverso una precisa documentazione archivistica e bibliografica, anche inedita, che dimostra come queste personalità spicchino per il loro valore e la loro attività governativa, amministrativa e di grande carità cristiana.
Ci sarebbe da chiedersi il perché di questo silenzio, su un aspetto che pure sembra aver giocato un grande ruolo nelle vicende dei Savoia. Lo spiega Cristina Siccardi: “la propaganda risorgimentale, liberale, anticlericale e massonica prima, e quella comunista –progressista dopo, hanno posto una pietra tombale su personalità che a scuola non vengono neppure menzionate , ma che di fatto hanno alacremente, con intelligenza, con il sangue, con il sacrificio costruito le fondamenta dell’Europa e hanno proseguito, di secolo in secolo ha forgiare la civiltà del Continente”.
E giustamente Siccardi osserva che la professione di fede dei Savoia, sia privata che pubblica, non ha giovato a renderli popolari nella pubblicistica contemporanea creando anche delle deformazioni interpretative da parte degli studiosi: come se le professioni di fede dei Savoia fossero solo strumentali da usare a fini politici. Una deformazione che può ben dipendere dalla mancanza di sensibilità verso l’universo spirituale, e che si risolve infine in una incapacità di comprendere appieno i personaggi; come se si volesse parlare di Lui XIV senza voler capire quale ruolo profondo, nel bene e nel male, abbia esercitato la sua conversione dopo una giovinezza di libertinismo praticato assiduamente.
È un libro scritto con grande amore verso i personaggi di cui tratta, la loro storia e una “specificità” culturale e comportamentale tutta piemontese. Chi scrive, anche se nato a Genova (che considera la sua città) ha trascorso la prima parte della sua vita, gli anni formativi all’ombra della Mole; e si ricorda di tutta una serie di caratteristiche – sobrietà, modestia, understatement, ironia, odio verso tutto ciò che sembra eccessivo al di sopra delle righe – che ritrova nel libro, e nella vita dei suoi protagonisti. Che sono riusciti – non so se quello di cui sopra valga ancora adesso, manco da Torino da troppo tempo – a porre questo sigillo di “sabaudità” sul loro popolo.
L’opera di Cristina Siccardi colma poi un’altra lacuna, meno comprensibile, se non forse alla luce delle polemiche che hanno accompagnato la fine del Regno e la nascita della Repubblica. E cioè il ruolo importantissimo che i Savoia nel corso dei secoli hanno svolto in Europa, grazie anche a una politica matrimoniale sottile e intelligente (ricordiamo il matrimonio della piccola Maria Adelaide di Savoia, diventata Delfina di Francia, e coccolatissima da Louis XIV. Se la famiglia Medici, ben più abile nel farsi conoscere, è un punto di riferimento umanistico e rinascimentale, Casa Savoia, con la sua millenaria storia, è di imprescindibile importanza per conoscere culturalmente l’Europa. Tuttavia, i suoi stretti legami con la Chiesa, fino alla breccia di Porta Pia, e le scelte prese da Vittorio Emanuele III durante la Seconda guerra mondiale, l’hanno resa perlopiù sconosciuta, anche in ambito scolastico. Fatto veramente incredibile, se consideriamo la molteplicità, in Italia e all’estero, di residenze, cappelle, chiese, cattedrali, abbazie, biblioteche, gallerie, archivi… legati ai Savoia e visitati – finché il Covid non ci ha messo una coda forcuta – da milioni di turisti e studiosi ogni anno.
***
Cristina Siccardi, nata a Torino il 2 maggio 1966, è sposata e ha due figli. Laureata in lettere con indirizzo storico, è specializzata in biografie. Ha scritto per La Stampa, La Gazzetta del Piemonte, Il nostro tempo, Avvenire, L’Osservatore Romano e collabora con diversi periodici culturali e religiosi, fra cui il Timone, Radici Cristiane, Nova Historica. È membro delle Accademie Paestum, Costantiniana, Ferdinandea, Archeologica italiana, Bonifaciana. Fra le sue opere, più di cinquanta, tradotte anche all’estero, ricordiamo: Giulia dei poveri e dei re. La straordinaria vita della marchesa di Barolo (1998); Elena. La regina mai dimenticata (2002); Giovanna di Savoia. Dagli splendori della reggia alle amarezze dell’esilio (2002); Mafalda di Savoia. Dalla reggia al lager di Buchenwald (2004); Paolo VI. Il papa della luce (2008); Madre Teresa. Tutto iniziò nella mia terra (20102); Nello specchio del Cardinale John Henry Newman (2010); Il Cardinale Guglielmo Massaja, missionario in Africa. Nella solitudine della Croce (2011); Giovanni Paolo II. L’uomo e il Papa (2011).
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Categoria: Generale
Io non sono ebreo. Mi domando se un ex re possa essere traslato in chiesa in base all attuale Codice canonico.
https://www.giornalelavoce.it/mondovi-spoglie-vittorio-emanuele-iii-italia-sdegno-degli-ebrei-281270
Ovviamente non ho letto il libro ma mi permetto di fare (Pur con rispetto per la sicuramente qualificatissima Scrittrice ) qualche osservazione in merito . Mi risulta da fonti più che attendibili ( Prof Angela Pellicciari e altri …) il ruolo non proprio favorevole alla Chiesa Cattolica avuto da Casa Savoia durante il cosiddetto “ Risorgimento “, periodo durante il quale proprio verso la Chiesa Cattolica c’e stato da parte dello Stato una lotta feroce : chiusura di monasteri e Ordini nonché una enorme spoliazione di beni ecclesiastici…e mi fermo qui , anche se ci sarebbero altre notazioni . Ne ‘ mi risulta un Vittorio Emanuele II particolarmente devoto , ma piuttosto l’Uomo esplicitava a dir poco simpatie massoniche . Questo almeno per il passato più recente .
Caro Tosatti ,
lei saprà senz’altro che la sua Genova
è stata vittima di invasione distruttrice
di marca Savoia ,le cui truppe si sono
abbandonate a omicidi e stupri di
massa verso i civili inermi , le truppe
piemontesi con sessanta carabinieri
e venti finanzieri hanno invaso la
mia Toscana , da sempre fucina
di traditori ,compresi conti ,
granduchi , baroni ; quindi
secondo i miei gusti non
si può parlare bene di
reucci che mettevano gli
specchi sul soffitto della
camera da letto , evidentemente
per guardare come erano bravi …
Piuttosto non parlerei di re
indifendibili , immorali che non
sono venuti a cercar funghi ,
ma a distruggere la Fede dei
piccoli prima degli scienziati
di Santa Marta ora
rintanati in casa .
Sì, ma i Savoia non si sono mai considerati Italiani. Questo nulla togliendo al fatto che prima del IXX secolo molte figure illustri hanno onorato la loro casata.
Pardon, “XIX”
io mi domando come si possa esaltare Casa Savoia dopo il 1850 , Comunque , curiosamente Siccardi è anche il nome del Guardasigilli del regno di Sardegna (Savoia) che firmò la fine dei privilegi della curia e clero nel 1850 ( Legge Siccardi) credo su mandato di Cavour.
“Tuttavia, i suoi stretti legami con la Chiesa, fino alla breccia di Porta Pia … ”
Può bastare.
,
Mi hai anticipato.
I Savoia si sono macchiati di gravi fatti. Come si legge qui
https://cronologia.leonardo.it/storia/a1870.htm
dopo la presa di Porta Pia «Il 2 NOVEMBRE, PIO IX fa di più, scomunica VITTORIO EMANUELE II, “un re di briganti” alla testa di una “banda di delinquenti”».
Nell’aprile 1849 i bersaglieri dei Savoia, guidati da Alfonso La Marmora, massacrano i genovesi definiti da Vittorio Emanuele II una “vile e infetta razza di canaglie”.
Nel maggio del 1898 Bava Beccaris, generale sabaudo, massacra i milanesi in rivolta.
In entrambi i casi, medaglia d’oro ai due generali responsabili di un centinaio di morti ciascuno.
Vittorio Emanuele III ha firmato le leggi razziali. E in quanti stati c’è stato un episodio simile all’incredibile 8 settembre 1943?
E anche l’ultimo vittorio Emanuele nel 1978 si è reso responsabile dell’uccisione di un civile presso l’isola di Cavallo, episodio su cui «Vittorio Emanuele in carcere a Potenza, intercettato “ambientalmente”, ha raccontato ai suoi compagni di cella la dinamica dell’omicidio, sostenendo di aver sparato due colpi e “aver fregato i giudici” parigini», come è scritto qui: https://www.linkiesta.it/blog/2017/09/una-bella-notizia-vittorio-emanuele-di-savoia-condannato-per-calunnia/
Concludo con le profezie, che si sono avverate, di Don Bosco: http://www.francobampi.it/franco/ditutto/curiosita/don_bosco.htm
Saranno pochi casi, ma significativi, che gettano grandi ombre su casa Savoia.
Due parole sulle leggi razziali. Le leggi razziali furono promulgate nel 1938. Il re si limitò a firmarle. Certo poteva rifiutare. Ma come dimenticare la rivoluzione russa, avendo per moglie una regina, Elena del Montenegro, che era stata educata a San Pietroburgo ?
Il problema vero era iniziato nel 1932, anno della pubblicazione in Italia del falso prodotto dalla polizia segreta dello zar, ovvero il libro sui protocolli dei savi di Sion.
Pensiamo al 1932 . quanti erano gli analfabeti in Italia ? penso molti, se, decenni dopo, quando fu inventata la televisione, si dovette assumere il maestro Manzi per insegnare ai telespettatori a leggere.
Ho scoperto di recente però, che chi si era occupato di detta pubblicazione, non era una persona qualsiasi, ma un ministro del governo di Mussolini, secondo Wikipedia, ex sacerdote. Ovvero l’antisemitismo veniva coltivato non a livello della famiglia reale, ma bensì a livello governativo.
Di recente le comunità ebraiche hanno iniziato a celebrare le giornate della cultura ebraica, in cui le varie Sinagoghe vengono aperte ai visitatori.
Le sinagoghe in Piemonte vi assicuro che sono veramente tante, anche in piccoli paesi in cui nessuno si aspetterebbe di trovare una presenza ebraica. Non le ho viste, ma so che ci sono. E anche tra persone umili, esiste una curiosa forma di orgoglio marrano.