La Bussola: Clorochina Salvavita. Ecco gli Studi. Negazionista Chi Tace.
23 Novembre 2020
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, nel caso che non li avete letti voglio rilanciare qui due articoli, molto importanti, pubblicati oggi dalla Nuova Bussola Quotidiana in materia di coronavirus, delle sue cure, e degli ostacoli che inspiegabilmente le autorità mediche del nostro Paese sembrano voler mettere a chi cerca di affrontare questo problema. Il sospetto che tutto ciò che non vada nella direzione del vaccino, e delle grandi industrie farmaceutiche, e dei loro guadagni venga più o meno apertamente sabotato è forte; e, a mio parere, tutt’altro che ingiustificato. Purtroppo anche da parte di chi – molti giornali, molti giornalisti – il cui dovere dovrebbe essere esattamente il contrario. Buona lettura.
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Il primo articolo è di Andrea Zambrano.
Un appello a tutti i presidenti di Regione affinché promuovano le terapie domiciliari utilizzando l’idrossiclorochina. È quello che diversi medici stanno lanciando in queste ore dopo essersi messi insieme e aver condiviso le loro rispettive cure con pazienti covid. Si torna a parlare di idrossiclorochina, il farmaco della discordia, il ritrovato “del passato” che è stato messo in quarantena dall’Aifa proprio quando il suo utilizzo stava decisamente decollando per debellare il covid. Nonostante lo stop, molti i medici hanno continuato in questimesi con le ricerche e le cure.
Anche Alessandro Capucci, cardiologo già primario a Piacenza e ex direttore della clinica di cardiologia di Ancona. Il suo appello si basa su uno studio condiviso con altri medici che nel riminese hanno curato 350 pazienti con idrossiclorochina (HCL).
Con quali risultati, professore?
Su 350 pazienti trattati, 76 hanno ricevuto una combinazione di HCL e azitromicina (antibiotico), i restanti 274 hanno ricevuto solo l’idrossiclorochina. Ebbene, soltanto in 16 sono entrati in ospedale (poco più del 5%), non in terapia intensiva. Appena un 2,9% ha avuto complicazioni come disturbi gastrointestinali, ma nessuno – e dico nessuno – ha avuto problemi di sincopi, aritmie o morte improvvisa.
E questo che cosa significa?
Che l’Aifa deve rivedere il suo giudizio sull’idrossiclorochina e permettere il suo reinserimento immediato nei protocolli di cura.
Ma c’è solo il suo studio.
No, c’è un utilizzo sempre più massiccio da parte di medici ospedalieri e di base. Inoltre c’è una coincidenza incredibile con il lavoro di un’altra collega che utilizza l’idrossiclorochina, la dottoressa Paola Varese dell’ospedale di Ovada, Alessandria.
Sì, è una delle artefici del protocollo domiciliare della Regione Piemonte.
Esatto, e anche lei ha avuto la stessa percentuale di successi. È un dato importantissimo perché se c’è una sovrapposizione così stringente tra due ricerche significa che siamo sulla strada giusta.
In sostanza, che cosa dicono i vostri studi?
Che se tratti i pazienti a domicilio ai primi sintomi influenzali – ribadisco ai primi sintomi -, con idrossiclorochina, hai il 95% di guarigioni a domicilio. Questo sarebbe fondamentale in questo momento in cui stiamo occupando in modo indiscriminato gli ospedali con pazienti covid positivi a scapito di pazienti che hanno altre patologie e non possono essere trattati
Facciamo un passo indietro. L’uso dell’idrossiclorochina nella patologia da covid 19 è stato proibito…
Più che proibito, sconsigliato dall’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) in accordo con l’OMS e l’EMA (Agenzia Europea dei Medicinali).
Sono agenzie autorevoli, però. Crede che si siano tutti sbagliati?
Per la verità hanno poi ammesso di essersi sbagliati. Ma bisogna capire che cosa è successo.
Cioè?
Mi spiego: l’Aifa ha tenuto in considerazione solo studi randomizzati pubblicati su prestigiose riviste come il British Medical Journal (BML) e Lancet, le quali sono abbastanza concordi nel dimostrare un’assenza di efficacia dell’idrossiclorochina nei pazienti covid. Gli studi come i nostri o quello pubblicato dalla dottoressa Varese, sono dei “Registri” e non sono studi randomizzati, quindi non vengono considerati come scienza.
A questo punto non c’è neanche partita.
Eh no, perché il problema invece è scientifico, di metodo e di risultati. In sostanza non è stato tenuto in considerazione il timing dell’utilizzo della clorochina nei pazienti covid. Gli studi randomizzati sono stati effettuati solo su due tipi di popolazione: quelli ammalati che arrivavano già in ospedale e spesso erano in terapia intensiva, quindi in uno stadio avanzato della malattia oppure pazienti che ricevevano l’idrossiclorochina come profilassi, per non ammalarsi di covid.
E in questi casi non ci sono stati risultati ottimali?
Esatto, queste sono due tipologie di pazienti che non hanno avuto benefici sostanziali dall’uso. Ma si poteva capire facilmente.
Perché?
Perché l’idrossiclorochina non ha un effetto antivirale, ma quello che viene sfruttato è il suo effetto contro l’evoluzione della “cascata” infiammatoria, quella in cui l’organismo elabora una tempesta di citochine, che fa precipitare la situazione. Ecco: la clorochina impedisce la tempesta di citochine, permettendo così al nostro sistema immunitario di combattere bene il covid.
Sta dicendo che l’uso dell’HCL è stato bocciato perché considerato in maniera sbagliata?
Esatto, per poter agire al meglio, l’idrossiclorochina deve essere somministrata subito alla comparsa dei primi sintomi, non in fase avanzata quando ormai la tempesta è in atto. Il virus infatti provoca un eccesso di difese dell’organismo che fa precipitare la situazione con la sindrome da coagulazione intravascolare disseminata.
E per questo serve l’eparina?
Esatto, che va assunta proprio per evitare questo secondo stadio della malattia, il più pericoloso. Ma la clorochina agisce impedendo questo scatenarsi della “tempesta”, aiutando il nostro organismo a organizzare le forze contro il virus.
Nelle osservazioni critiche non c’era anche un problema di contrindicazioni dovute a sovradosaggio del farmaco?
Sì, questo aspetto riguarda la cosiddetta safety (la sicurezza), non l’efficacia. Praticamente sono stati presi in considerazione studi che però partivano da una dose di clorochina eccessiva, noi citiamo un lavoro recente che dimostra come i pazienti trattati in cronico con HCL, come quelli affetti da artrite reumatoide o nei casi di lupus eritematoso sistemico, non hanno effetti collaterali. Nei nostri registri, con i dosaggi giusti, non c’è alcun problema di sicurezza.
Ma scusi, oggi il medico può ancora prescrivere idrossiclorochina?
Certo, con una ricetta bianca, ma non con quella mutuabile se la diagnosi è covid.
Perché avete scelto la strada dell’appello politico?
Perché anche l’ultima riunione che abbiamo avuto l’altra sera con l’Aifa (presenti Capucci, la dottoressa Varese, il dottor Mangiagalli e il dottor Cavanna ndr.) non è andata bene. Non c’è stata disponibilità all’ascolto. Abbiamo cercato di far capire che è molto difficile, se non impossibile, portare a compimento uno studio randomizzato in pazienti a domicilio nei primi giorni della malattia. In America e in molti altri stati non esiste la rete di medicina territoriale che abbiamo in Italia, ma qui fin dall’inizio abbiamo impedito ai medici di andare a casa, limitandoci solo a dirgli di fare wait & see (osservazione e attesa) tranne qualche medico “eroico”.
E ora la rete dei medici si sta allargando?
Assolutamente sì, ci sono moltissimi gruppi di medici che stanno perorando la causa dell’idrossiclorochina perché hanno visto che funziona. Il problema sa qual è?
Quale?
Che il covid è una patologia poliedrica, in rapida evoluzione, bisogna applicare un’idea di timing scientifico che difficilmente si è disposti ad applicare. C’è un fattore decisivo di tempistica, in questo i mass media non ci aiutano a farlo comprendere.
Perché?
Perché ormai sappiamo tante cose del covid, a cominciare dal fatto che vive due tipi di stadi.
Stadi?
Sì. Il primo è quello dei classici sintomi influenzali, ma se non lo si prende in tempo o il nostro organismo non riesce a far fronte a causa della tempesta sopraggiunta, si passa al secondo stadio. È un passaggio molto rapido.
Stanno uscendo protocolli che si limitano a parlare di paracetamolo per il primo stadio.
Questa è una follia, me lo lasci dire. Il paracetamolo falsa la lettura dell’evoluzione della malattia.
Si spieghi.
La febbre è una difesa dell’organismo quando viene attaccato da un agente infettivo. Il paracetamolo abbassa la febbre e i sintomi nel primo stadio, ma può favorire la diffusione del virus all’interno dell’organismo: stai meglio, ma intanto la patologia va avanti. Il paracetamolo ti riduce la capacità di capire l’evoluzione della malattia.
Eppure, in Lombardia con l’Istituto Sacco è consigliato solo quello?
Ho visto che è il protocollo proposto dal professor Massimo Galli, che poi proibisce in questa fase l’idrossiclorochina, gli antibiotici e il cortisone. Lo ritengo errato. Certi virologi mi sembrano loro i veri negazionisti. Negano che esistano delle cure e che le terapie devono essere somministrate subito.
Forse c’è un problema di diagnosi?
Sicuramente. Ci siamo affidati troppo al tampone, che spesso è fallace, ma il tampone non può fare diagnosi, non esiste in nessuna parte nella Medicina che un tampone costituisca diagnosi. Bisogna tornare a fare diagnosi partendo dai sintomi e dall’osservazione del paziente. Abbandonare l’aspetto clinico è stato decisivo per cacciarci nella situazione attuale.
***
Il secondo, altrettanto interessante è del dott. Paolo Gulisano.
Lo studio del professor Capucci di cui si parla nell’intervista, rappresenta davvero un punto di partenza importante per poter dare ai medici uno strumento estremamente importante per curare efficacemente i malati di Covid.
Come sappiamo, la guerra alla clorochina che è stata scatenata nei mesi scorsi è uno dei diversi episodi strani e misteriosi di questa epidemia. Avevamo già sottolineato sulla Bussola che è molto strano che venga messa in dubbio la sicurezza e l’efficacia di un farmaco che conosciamo e utilizziamo da 80 anni, e che fu usato con successo nel 2002-2003 contro il Coronavirus della prima Sars. La prestigiosa rivista britannica Lancet, proprio nel 2003, gli dedicò un interessante studio, pubblicato in Lancet Infectious Desease del 23 ottobre 2003 col titolo “Effects of chloroquine on viral infections: an old drug against today’s diseases”. Un vecchio farmaco contro le infezioni di oggi.
Gli autori così sintetizzavano l’utilità di questo farmaco: “La clorochina è una 9-aminochinolina conosciuta dal 1934. A parte i suoi noti effetti antimalarici, il farmaco ha interessanti proprietà biochimiche che potrebbero essere applicate contro alcune infezioni virali. La clorochina esercita effetti antivirali diretti, inibendo le fasi dipendenti dal pH della replicazione di numerosi virus tra cui membri di flavivirus, retrovirus e coronavirus. I suoi effetti meglio studiati sono quelli contro la replicazione dell’HIV, che sono stati testati in studi clinici. Inoltre, la clorochina ha effetti immunomodulatori, sopprimendo la produzione / rilascio del fattore di necrosi tumorale α e interleuchina 6, che mediano le complicanze infiammatorie di diverse malattie virali. Esaminiamo le informazioni disponibili sugli effetti della clorochina sulle infezioni virali, sollevando la questione se questo vecchio farmaco possa essere efficace nella gestione clinica di malattie virali come l’AIDS e la sindrome respiratoria acuta grave, che affliggono l’umanità nell’era della globalizzazione”.
Negli scorsi mesi invece, di fronte all’utilizzo con successo del farmaco nei confronti del Covid, da alcune parti erano stati enfatizzati gli effetti collaterali possibili, in particolare a livello cardiaco. Da qui la decisione dell’Aifa di negarne l’uso terapeutico contro il Coronavirus. Lo studio del professor Capucci è estremamente significativo proprio perché è stato condotto da un cardiologo. Il suo studio smonta con tanto di prove l’asserita dannosità della clorochina per il cuore, oltre a dimostrare – una volta di più – che la via delle terapie domiciliari è quella giusta, la via da percorrere non solo per evitare i sovraffollamenti degli ospedali, ma anche per curare efficacemente e guarire i malati.
Capucci ci porta le prove che l’Idrossiclorochina, da sola o associata all’antibiotico azitromicina, ha dimostrato di essere efficace per evitare evoluzioni cliniche sfavorevoli nella malattia da Covid, in particolare se somministrati precocemente a casa. La logica è bloccare lo sviluppo del processo infiammatorio che è la causa principale di gravi danni all’organismo. Un concetto che diversi clinici vanno ripetendo da tempo ma che sembra non ottenere grande ascolto da parte delle istituzioni sanitarie, per motivi che restano assolutamente incomprensibili.
Il professor Capucci ha condotto la sua ricerca con la collaborazione dei Medici di Medicina Generale, indicando loro l’uso di clorochina a casa. La terapia era stata avviata senza attendere i risultati del tampone rinofaringeo, un dettaglio molto importante. Nella cura del Covid la tempestività di intervento è fondamentale. Troppo spesso invece i MMG contattati dai pazienti affetti da sintomatologia riferibile a Covid, si limitano a prescrivere il tampone, e ad attenderne l’esito, facendo assumere solo antipiretici.
Nello studio di Capucci, 58 medici di base hanno trattato 350 pazienti con HCL ai primi sintomi influenzali; in 76 di questi era associata anche azitromicina. Dei 274 pazienti trattati solo con HCL, il 95% non ha necessitato di alcun successivo ricovero in ospedale. E le complicanze paventate da OMS e Aifa? Si sono avuti sintomi minori (principalmente gastrointestinali, diarrea) nel 2,9% delle persone trattate. E le complicazioni cardiache? Non c’è stata nessuna segnalazione di aritmie maggiori, né di sincope o altri sintomi. Dunque si tratta di una terapia efficace, sicura, praticabile a domicilio. Gli studi randomizzati in corso daranno ulteriori conferme scientifiche di questi dati prospettici preliminari. Ma intanto è importante che i medici sappiano di avere a disposizione una possibilità di cura notevole, e la possano liberamente utilizzare.
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Tag: bussola, clorochina, tulipano, zambrano
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Premetto un link: https://www.corrierenazionale.it/2020/12/02/idrossiclorochina-e-rischio-cardiaco-nuovo-studio/
…e suggerisco di promuovere un’indagine: 230000 pazienti sono affetti da Lupus o Artrite reumatoide e di questi circa 60000 assumono Idrossiclorochina. Quanti di questi ultimi hanno avuto complicazioni da SARS-COV2 ed hanno determinato il ricovero ospedaliero?
Quando avremo la risposta avremo la verità!
Quelli che ci dicono la Verità.
Alcuni giorni fa capito per caso sul programma TV della “7”, L’Aria che Tira, condotto da Myrta Merlino.
La conduttrice è a colloquio con l’infettivologo Matteo Bassetti. Trascrizione:
Merlino: “Adesso Salvini ha nominato un nuovo farmaco.. idrina.. idrochina.. ?”
Bassetti: “Idrossiclorochina. Non serve a niente. Io mi baso sulla conoscenza scientifica. Ci sono seri studi ufficiali su riviste scientifiche”.
Merlino (annuendo devota) : “l’Idrossiclorochina non serve a niente.”.
Commento: La conduttrice introduce il tema di un farmaco, citando l’odiato ridicolo Salvini (che ovviamente non è uno scienziato), e così squalificando in partenza quello che dirà. Poi dimostra di non sapere neanche come si chiama, un farmaco vecchio di un secolo, e di cui da almeno un anno si parla moltissimo, nel bene e nel male. Che razza di giornalista sei ?
L’infettivologo, con due parole liquida il farmaco. Ora, io non ho nessun titolo scientifico per sostenere che l’idrossiclorochina sia un farmaco efficace o inutile o dannoso; quindi non tocca a me di contraddire lo scienziato Bassetti.
Ma Bassetti che è uno scienziato dovrebbe sapere che si tratta comunque di un farmaco vecchio di un secolo, che ha molte specifiche applicazioni di comprovata efficacia, e quindi non può dire sfrontatamente che Non Serve a Niente. Può sostenere che non sia adatto per curare il COVID. Ma dovrebbe sostenerlo con argomenti clinici, confrontandosi con i molti medici che in questi mesi hanno impiegato il farmaco nella pratica clinica, e sostengono di avere avuto buoni o ottimi riscontri terapeutici. Invece lo sostiene appellandosi a ricerche di altri, che sono poi il famoso articolo di Lancet, ritirato dalla rivista dopo la pubblicazione, a causa delle gravi e fondate accuse di manipolazione impropria dei dati.
Quanto alla clorochina, molti medici contrastando gli incomprensibili divieti dell’ AIFA, la usano con ottimi risultati.
Può essere vero peraltro che non sia l’unico farmaco in grado di sconfiggere il virus. Io ho conoscenza diretta solamente di due giovani medici di famiglia, per accidens coniugi, i quali adoperano un altro farmaco (che non sono autorizzato a nominare) semplice, da banco, che rafforza la presenza di glutatione nell’organismo (ne parla anche il dottor Stefano Manera), i quali hanno fino ad oggi il seguente score: Pazienti curati per coronavirus o per sue manifestazioni iniziali , circa 100 – ricoveri ospedalieri nessuno – decessi nessuno. Ma sono dati che non hanno titolo burocratico per uscire dal piccolo semplice ambulatorio dei medici di famiglia.
Caro NON METUENS VERBUM, invece puoi nominare il farmaco o almeno il principio attivo. Te lo garantisco come Perito del Giudice presso il Tribunale di Torino.
Non puoi nominare il nome dei medici per la legge sulla privacy ma il resto si! Sono anche utili gli integratori a base di Zinco e di Quercetina, la Vitamina C fino anche a 8 gr. al giorno (io ne assumo 4 gr) e la vitamina D se risulta una carenza (molto diffusa nella società occidentale).
Matteo Bassetti sta riconsiderando le sue posizioni, vedremo se sarà fulminato non sulla via di Damasco ma sulla via della Ragione e della Verità.
Mi sembra che qui ci siano elementi per una o più denunce (all’Aifa, ai rappresentanti del Governo, ad alcuni virologi, case farmaceutiche, OMS…). Non mi riferisco a denunce per corruzione (pur in alcuni casi evidente, ma difficilmente dimostrabile; questa poi potrebbe venir fuori nel corso di un processo), ma di ostacolare i metodi di cura, ormai da più parti dimostrate efficaci, che possono salvare la vita a tante persone. Penso che ci sia una somiglianza con l’ “omissione di soccorso”, od anche peggio.
Ormai siamo arrivati al punto che per trovare la verità medica dobbiamo guardare i siti religiosi. Paese infame fino all’osso
E con questo mi pare che i sospetti di padre Livio Fanzaga sia non solo giustificati, ma doverosi.
Al di là delle preferenze politiche e di parte di ognuno, una cosa è certa: non si può ESCLUDERE che il covid sia opera umana con un fine ben preciso. Specie per chi ha fede.
Chi lo esclude con certezza porti prove o, almeno, INDIZI, come fa padre Livio, altrimenti il suo è un pregiudizio.
Il mondo rifiuta Dio? Sì.
L’uomo senza Dio è capace di ogni efferatezza? Sì e la storia (ad es. Hitler) sta a dimostrarlo.
La tecnologia attuale, che a livello segreto è molto superiore a quella fruibile dal popolo, permette di assemblare un virus? Sì, e la prova ne sono proprio i laboratori come quello di Wuhan.
Se la pecora Dolly è stata clonata 24 anni fa, oggi forse non si può assemblare un virus?
Nulla osta, perciò, che il covid sia opera dell’uomo.
Nulla osta, anzi, che l’ipotesi non solo è ammissibile, ma probabile.
Escluderlo pregiudizialmente, questo sì che è vero complottismo!
Quante volte abbiamo sentito qualcuno dire che occorre prendere i barconi dei migranti a cannonate, e altri a dire che vorrebbero appendere Salvini e altri inneggiare alla strage di Nassyria?
Frustrati impotenti che non possono, altrimenti lo farebbero. Almeno qualcuno.
Perché allora escludere che chi può scatenare una pandemia, anche non lo voglia? Perché i ricchi e i potenti sono buoni?
Non esiste un solo motivo valido per cui si possa certamente escludere che il covid sia opera dell’uomo.
Si aggiunga alla dilagante disinformazione e all’opacità delle soluzioni prospettate, per il superamento dell’emergenza sanitaria, anche la discordanza fra i virologi sui vaccini che sarebbero in dirittura di arrivo; è polemica per la dichiarazione di Crisanti.
E il quadro non potrebbe essere più ingarbugliato di come appare ai poveretti – che saremmo tutti noi – destinati a restare, chissà per quanto ancora, come asini in mezzo ai suoni.
https://www.cronachemaceratesi.it/2020/11/22/sgarbi-tuona-contro-acquaroli-ordinanza-insensata-spero-che-in-molti-si-ribellino/1469598/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=sgarbi-tuona-contro-acquaroli-ordinanza-insensata-spero-che-in-molti-si-ribellino
Ho messo l’articolo di Stilum Curiae tra i commenti di Cronache Maceratesi, in quanto l’assessore alla Sanità della Regione Marche Saltamartini aveva proposto la Clorochina. Mi auguro ci siano reazioni pro o contro. Personalmente penso che questo Covid sia eccessivamente soprastimato per due motivi: il primo, per abbassare di tono la pubblica opinione, in modo da non farle guardare ad altri argomenti di polemica, tipo il governo Conte. il secondo, perchè con un vaccino ci si fanno enormi guadagni, mentre la clorochina, che prendevo in Africa contro la malaria cinquanta anni fa, costa pochissimo. Terzo, perchè penso che sia opera del Grande Fratello.
il problema della cura con l’idrossiclorochina è uno solo: costa troppo poco e quindi le industrie farmaceutiche lo stanno ostacolando infischiandosene della vita dei pazienti. Loro vogliono imporre i propri prodotti che costano oltre il 400% della clorochina e quindi producono ricavi altissimi