TESTIMONIANZA: GLI UOMINI DI MCCARRICK GUIDANO LA CHIESA.
18 Novembre 2020
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, abbiamo ricevuto questa testimonianza da parte di quello che era un giovane prete nel pieno fiorire dell’epocaMcCarrick. Non credo abbia bisogno di nessun commento. Buona lettura.
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GLI UOMINI DI McCARRICK SONO ANCORA ALLA GUIDA DELLA CHIESA
(Questo commento è stato scritto in risposta all’articolo “The McCarrick Report and the need for new protocols” di Richard Fitzgibbons, M.D., su Catholic World Report.
Grazie, Dr. Fitzgibbons, per aver condiviso la verità con noi, cosa che i Vescovi non fanno mai.
Sono stato seminarista sulla costa orientale degli Stati Uniti dal 1993 al 1999, il periodo d’oro di McCarrick a Newark. Abbiamo tutti assistito alla Messa di Giovanni Paolo II sotto una pioggia battente allo stadio Meadowlands il 5 ottobre 1995: è stato il momento di trionfo di McCarrick. Avevo 21 anni ed ero il bersaglio perfetto per il “reclutamento” da parte dei miei superiori. Il messaggio ai giovani della mia generazione era: «Questa è una grande istituzione per voi a cui dare la vita! Abbiate fiducia in noi e state vicini a Dio come noi!» In realtà, venivamo manipolati da uomini che non si curavano di noi. Non possiamo dire con certezza fino a che punto Giovanni Paolo II sia stato manipolato da McCarrick; ma i Vescovi che governavano e governano ancora oggi il sistema statiunitense – gli uomini di McCarrick, McCarrick’s men – semplicemente non si curavano di noi.
C’è da stupirsi se così tanti di noi sono caduti come sacerdoti in un comportamento incoerente e peccaminoso (comportamento che ha danneggiato molte altre persone, con nostra vergogna) e sono stati poi abbandonati dagli uomini che non si sono mai preoccupati anzitutto di loro?
L’unico motivo per cui McCarrick è stato “scoperto” è che è emersa una denuncia per un reato che coinvolgeva un minore. Ciò che emerge in modo chiaro dalle decine di fatti contenuti nel rapporto McCarrick appena pubblicato è che il comportamento omosessuale e una cultura omosessuale tra uomini adulti – seminaristi, preti, Vescovi e Cardinali – è dato per scontato, accettato, e considerato normale.
Il Rapporto sconfessa inesorabilmente la versione secondo la quale si tratterebbe di «solo pochi preti traviati». Ho pensato anch’io la stessa cosa per anni, difendendo l’istituzione che ho servito lealmente; ma era una pia illusione. La rete omosessuale è il modello predominante. È il presupposto predefinito. Seminaristi e preti son il vivaio degli uomini di McCarrick, che ancora governano l’istituzione. I Vescovi non amano i giovani che rinunciano alla loro vita per servirli: essi li considerano semplicemente pedine utili, da scartare in modo sommario non appena la loro utilità viene meno.
Il male è ancora nascosto agli occhi della maggior parte dei credenti, perchè gli uomini di McCarrick presumono – correttamente – che i credenti non vogliano confrontarsi con la gravità della situazione. Lasciatemi dire che essa è molto, molto peggiore anche rispetto a ciò che alcuni credono di sapere.
Un’ultima domanda importante. Sappiamo tutti che Bergoglio è uno degli uomini di McCarrick. Quindi, ogni volta che andiamo alla Messa, e il sacerdote dice «In unione con Francesco, il nostro Papa», è come se dicesse: «In unione con gli uomini di McCarrick». Fino a quando i buoni cattolici e i buoni sacerdoti non avranno il coraggio di affrontare i nostri Vescovi sul motivo per cui la nostra Chiesa è ancora oggi guidata da uomini di McCarrick che non si preoccupano di noi, la Chiesa cattolica rimarrà una setta di menzogne ossia – senza esagerazione – un’organizzazione criminale.
Peter Mitchell
St. John Neumann Residence, Riverdale, NY, 1993-94
St. Charles Borromeo Seminary, Overbrook, PA, 1994-99
Ordinato nel 1999, ridotto allo stato laicale nel 2017
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Tag: bergoglio, mccarrick, mitchell
Categoria: Generale
Caro dott. Tosatti,
A proposito di corte papale popolata di sodomiti, le lascio questo link che ci strappa un sorriso: https://video.ilsecoloxix.it/tech/l-account-di-papa-francesco-mette-un-like-a-un-immagine-ose-su-instagram-e-nessuno-riesce-a-capire-perche/68024/68108?ref=fbpxix
Se non altro, nell’entourage di Bergoglio c’è ancora qualcuno che, perlomeno, ha i gusti sessuali ancora in quadro.
Cordiali saluti
Alessandro
@Don Pietro Paolo:
Caro don Pietro Paolo,
lei ha ritenuto di dover rispondere al mio commento. E lo ha fatto in un modo molto bello, garbato, pacato eppure deciso.
Non oso –mi creda- metter in dubbio ciò che lei ha raccontato. Ed anzi: ME NE RALLEGRO! Che dire? O io o lei siamo capitati nella Diocesi sbagliata…
Scherzi a parte –anche se vi è poco da scherzare con certi peccatacci- la mia impressione (che non è solo una “impressione”: ho i capelli bianchi ormai e dalla nascita che vivo nella Chiesa, mia Madre) è che le cose stiano, purtroppo, come ho descritto io. Con lodevoli eccezioni, come quelle da lei narrate, che ci rallegrano il cuore e ci fanno rendere GRAZIE E LODE a Dio!
Di Diocesi ne conosco –ne ho conosciute- parecchie: sia direttamente che indirettamente. E non sono pettegolezzi ma fatti purtroppo veri. Alcune cose –pochissime- le ho raccontate nel mio blog.
E non creda che sia una gioia render pubbliche certe cose! Anzi, sono frenato dallo scrivere ulteriori episodi proprio perché –lo sappiamo- non è bello raccontare cose poco edificanti.
Ma di fronte alla testimonianza di questo ex prete e seminarista non potevo tacere. Anche perché quello narrato è PRECISAMENTE QUELLO DI MOLTE REALTA ITALIANE CHE CONOSCO BENE!
La diffusione della OMOERESIA è un fatto che oramai ha superato i livelli di guardia. Ben lo sapeva Benedetto XVI: uno dei primi Documenti del suo Pontificato riguardava proprio i Criteri di Ammissione al Sacerdozio (Seminario e Noviziato) per persone con tendenze omosessuali. Il Documento venne bellamente ignorato, e venne ignorato –uso questa immagine per rendere meglio l’idea- così come quei Vescovi tedeschi che rifiutarono di stringere la mano a Papa Benedetto (credo che in molti abbiamo visto quel drammatico video).
Ho scritto molto, mi fermo qui. Ma vorrei dire che ho letto anche altri commenti molto belli: cito quello dell’utente ASTORE DA CERQUAPALMATA e della signora MARIA MICHELA PETTI. Infine un grazie a Tosatti ed un saluto a tutti.
Cosimo de matteis
Sito “IL BENE VINCERA”
https://ilbenevincera.wordpress.com
Mi scuso per il “fuori tempo massimo”, ma credo che ci sia stato un malinteso su “Vescovi tedeschi che rifiutarono di stringere la mano a Papa Benedetto”.
Io sono uno che non crede alla malizia.
Il Papa li presentava al presidente, se ne vede chiaramente l’intento, perché il palmo della mano era rivolto in alto orizzontale e non verticale come si porge la mano per richiederne la stretta.
Per il resto sono tristemente d’accordo.
Signora Elisa,
ha detto bene: “nel mondo tradizionalista ESISTONO gli integralisti che demonizzano la donna”. Così come, mi creda, esistono nel mondo progressista e in tutti i “mondi”. Ma non c’è nessun appiglio scientifico che ci autorizzi ad affermare che “nel mondo tradizionalista SONO TUTTI integralisti che demonizzano la donna”.
Quindi ha ragione Minutella che non va bene la Messa in unione con papa Bergoglio…
Questa lettera conferma ciò che molti di noi avevano ormai capito, anche se gli abusi sessuali nella Chiesa ovviamente c ‘ erano anche prima di McCarrick e sodali,ad un certo punto sono diventati la “normalità “nei Paesi occidentali. Migliaia di giovani sono stati letteralmente catturati e intrappolati in reti da abusatori seriali, giovani che conquistati dalla figura per me meravigliosa di San Giovanni Paolo 2 sono entrati in seminario pieni di entusiasmo ma la sorpresa più amara li attendeva. Non sapremo mai quanti vedendo ciò che accadeva n certi seminari se ne sono giustamente scappati a gambe levate in preda al disgusto rinunciando per sempre alla vocazione sacerdotale o religiosa. Quanti bravi preti ci siamo persi? Quanti hanno perso la fede o semplicemente non hanno più voluto vedere una chiesa neanche con il binocolo? Questo senza contare quelli che abusati hanno avuto la vita distrutta completamente maggiorenni o minorenni che fossero? E la cosa più sconfortante è che come dice questo seminarista il triste repertorio continua, certo adesso non c ‘ è più nessuno che entra in seminario per entusiasmo verso la figura di un Papa straordinario che ha contribuito a distruggere il comunismo. Buona serata
La cosa che più mi addolora di tutta questa storia, più ancora dei peccati più ripugnanti, è la tolleranza di tali peccati.
E’ il considerare l’omosessualità (e anche la pedofilia, anche se non lo si ammette) come normale.
Peccato ed eresia insieme, ma cosa ci si può aspettare da chi adora la Pachamama?
Capisco chi scrive, la sua ripugnanza, ma non credo che la Chiesa sia una setta e un’organizzazione criminale, ma che può essere guidata da una setta e un’organizzazione criminale.
Se un padre di famiglia diventa un serial killer, non per questo la famiglia non esiste in quanto tale.
Eresia e peccato sono in relazione: l’eresia porta al peccato e il peccato, se accettato e “normalizzato”, diventa eresia e comporta eresie.
Il campo della sessualità è fondamentale, anche per avere una società sana, invece oggi si tende a pensare che occorre cominciare dalla società.
Si può capire l’uomo e la sessualità solo in relazione a Dio e, se cristiani, in relazione a Cristo.
Fare a meno di Dio, come fanno glia atei, comporta anche una degradazione umana e, a volte, anche sessuale.
E una degradazione sessuale comporta l’ateismo o, almeno, un agire da atei.
Il corpo è un tempio e occorre offrire, con l’aiuto di Dio, gli impulsi sessuali a Dio e, se cristiani, a Dio attraverso Cristo.
Al si fuori di quest’ottica non si capisce il perché dell’istinto sessuale, così forte e difficile da controllare soprattutto quando si è giovani.
Ma c’è la grazia e un fine grande e, se pure si dovesse cadere, se non ci si giustifica ma si torna a Dio, anche queste servono a crescere.
Anche nel matrimonio la sessualità viene offerta, anche se in modo diverso che nel celibato.
Ma le ideologie atee sono entrate nella Chiesa.
Le ideologie atee sono sorte per negare Cristo, ma non si può aver conosciuto Gesù e negarne la divinità per accontentarsi di un dio minore, che per chi ha conosciuto Gesù non può essere più grande di quello che Lui ha rivelato.
Allora, pur di negare Cristo, negano l’esistenza di Dio.
Un peccato contro la fede, ma anche contr la ragione, perché il concetto di Dio è LAICO, cioè non confessionale, come i non cristiani Platone, Aristotele e altri dimostrano.
Da qui la degenerazione, che la Chiesa ha permesso con la scusa del dialogo.
Il dialogo va bene, ma solo se la fede, non solo non è in discussione, ma è proclamata.
I cattolici, infatti, devono dialogare come cattolici e da cattolici: ogni neutralità in realtà è un tradimento.
La confessione, con il carico di sofferenza che rivela, obbliga al rispetto – senza se e senza ma – per l’uomo e per il coraggio della testimonianza resa pubblica. Non solo. Essa si impone e propone come momento e strumento di sensibilizzazione nei confronti di un problema dalle dimensioni purtroppo ancora inesplorate nella sua complessità, nonostante le denunce che si vanno moltiplicando e che restano irrisolte. Inserendosi in quel vasto ventaglio di domande cui lo stesso Rapporto McCarrick ha mancato di dare risposte, sgravando con l’attenuante della non corretta informazione-comunicazione e della mancanza di accuse circostanziate le colpevoli leggerezze dei responsabili di errori ed omissioni, che si sono voluti andare a ripescare in un passato più o meno remoto, in protagonisti di questo passato, alcuni dei quali – peraltro – già passati al vaglio del giudizio di Dio. Si è istruito un processo – “decisionale” recita il ridondante titolo del Rapporto – anche ai morti (qualcuno riconosciuto “santo” con tutti i crismi); un processo ai peccatori presunti – più che agli autori di errori ed omissioni – senza prendere nella dovuta considerazione il “peccato”. Che consiste essenzialmente nella negligenza e sciatteria, coniugate con l’incapacità e forse più con la mancanza di buona volontà, nello svolgimento delle proprie funzioni che richiama in primo luogo al dovere di non sottovalutare ogni segnale, anche il minimo indizio, che soltanto con una verifica seria e approfondita può portare a conclusioni solide circa la fondatezza e la veridicità degli stessi elementi di cui si sia a conoscenza.
Per un Peter Mitchell che ha deciso di venire allo scoperto quanti altri, che hanno vissuto o che stanno vivendo la stessa esperienza, si nascondono nel silenzio per paura di ritorsioni, per un senso di frustrazione e di impotenza? Per non ridursi a potenziali vittime sacrificali, non fidandosi di un’istituzione che, come ha dimostrato anche con il Rapporto McCarrick, non mostra disponibilità ad un reale superamento di un conflitto di interessi, dell’autoriferimento e dell’autoprotezione.
Quali margini di imparzialità di giudizio garantisce un controllore che controlla sé stesso? Fra le critiche più insistenti che sono state mosse da analisti e fonti giornalistiche americane – non soltanto di quelli classificati come espressione della corrente ultra conservatrice, ma anche da parte degli stessi gesuiti attraverso le pagine del loro Magazine “America” – figura la richiesta di scandagliare il “sistema” McCarrick, compresi i suoi rapporti finanziari, e di affidare per il futuro le investigazioni su vicende del genere ad un organismo neutro composto da laici impegnati e qualificati, per far emergere le responsabilità personali e proseguire nella piena attuazione della trasparenza, dopo il primo passo segnato con la pubblicazione del Rapporto, cui viene riconosciuto questo aspetto.
San Paolo ci ricorda: «Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme» (1 Cor 12,26). Credo sia questo lo spirito con cui accogliere la testimonianza di Peter Mitchell.
La vicenda lurida e ripugnante che “servitori di Dio” hanno inflitto a questo “figlio di Dio” (… e vai col liscio dell’attuale terminologia chiesastica) fa rimpiangere i roghi di quando la Chiesa era la Chiesa. Ora è la chiesa conciliarista del “volemose bbene” e quindi “amiamoci” dentro e fuori dei seminari e delle curie, per strada, nei super, dentro e fuori gli armadi…
Ma ci sono ancora due fatti irritanti perché pur sapendo “tutti che Bergoglio è uno degli uomini di McCarrick” (dice l’ex prete):
1) i “fiancheggiatori” (o altre posizioni”?) di questo papato lo “soccorrono” ad oltranza.
2) “la popolarità di Papa Francesco nel 2018 è ancora del 72%” (articolo di ieri dell’Abate Faria).
Ora sappiamo perché in “In Italia il virus è più «cattivo»: 4 morti ogni 100 casi, siamo il terzo Paese al mondo” (notizia apparsa sul Corriere della Sera di oggi 18 novembre 2020).
Papa Ratzinger ha scritto un documento chiarissimo nell’aprile 2019 sullo scandalo degli abusi sessuali a partire dalle degenerazioni degli anni ’60. Per chi vuole leggere….c’è tutto!
La Tradizione è la Tradizione.
La distinzione fra “equilibrata” e “integralista” è un’escogitazione mentale dietro sui si nascondono incertezza e “progresso”.
La lettura di questa testimonianza non fa che confermare la mia convinzione che questo pazzesco andazzo vige anche nei Seminari italiani.
Lo dico – e lo scrivo- da anni : la omoeresia è oramai penetrata nell’ Ovile Santo. Ed ha avvelenato migliaia e migliaia di chierici e laici.
La cosa assurda è che il Magistero parla chiaro – chiarissimo- al riguardo. E trova una sintesi nel Catechismo della Chiesa Cattolica.
Io mi chiedo: come si può fare finta di niente? È così evidente che il nostro clero, i nostri sacerdoti, sono corrotti sotto questo aspetto.
E per tornare alla testimonianza: ci rendiamo conto che questo avviene anche nei Seminari italiani? Si parla tanto di combattere il bullismo e si tace sul fatto che quando un giovane vocato entra in Seminario egli è fatto oggetto di attenzioni e proposte! Ma la cosa vergognosa è che se il giovane si concede alle pulsioni omosessuali dei seminaristi ( e non solo dei seminaristi purtroppo) allora il suo cammino verso il Sacerdozio procede spedito viceversa se si oppone egli è oggetto di un vero e proprio bullismo, un mobbing in piena regola.
un vergognoso “nonnismo”da caserma. Con l’aggravante che si tratta di aspiranti Sacerdoti,!!!!!
La sodomia è un peccato peccato grave. diciamolo finché possiamo!
Cosimo
Le rispondo non per difendere la categoria, ma per dirle che non è vero che questo”andazzo vige anche nei Seminari Italiani” e, aggiungo, anche negli altri seminari. Può capitare, come purtroppo è avvenuto, che in qualche seminario si registrino fatti incresciosi e dolorosi come quelli narrati da chi ha scritto la lettera divenuta oggetto di queste considerazioni ma non si può generalizzare. Sono stato in seminario, da parroco ho presentato 4 miei giovani, 3 oggi sacerdoti e uno ancora seminarista, e non ho mai sentito da costoro e da altri che siano mai stati oggetto di attenzione o proposte indecenti da parte dei formatori. Per quanto riguarda l’ammissione in seminario, c’è tutto un cammino di discernimento lungo e laborioso. La selezione avviene già nell’anno o negli anni propedeutici. Se un giovane mostra chiaramente tendenze omo o immaturità di qualunque genere, viene con i giusti modi non accolto. A volte, sono stati allontanati giovani già arrivati al VI anno di studi. L’accompagnamento e la decisione di ordinare chiunque, anche uno che non è omosessuale, non è facile. Il discernimento si avvale anche dell’ausilio delle “scienze” psicologiche, ma sono vere scienze? Il discernimento del vescovo dovrebbe venire dall’Alto ma … i vescovi sono infallibili? Non c’è nessun mobbing, bullismo o nonnismo. La sodomia è oggi imperante ovunque, più che ai tempi di S. Pier Damiani o di S. Caterina da Siena, e purtroppo è presente la’ dove non dovrebbe esservi neanche l’ombra. Il Signore si è scelto i suoi ministri non tra gli angeli, ma tra i figli di Adamo. Alcuni con la grazia di Dio, preghiera e ascesi, si mantengono fedeli alle promesse e alla castità, altri o per debolezza o per perversa volontà si abbandonano ai piaceri della carne e del mondo scandalizzando i piccoli e attirando su di loro il giudizio d Dio. Che facciamo, per la condotta riprovevole di alcuni, li mandiamo tutti al rogo? Preghiamo
Don Pietro Paolo non saprei se lei abbia ragione ma purtroppo da ciò che ho letto nei seminari in mano a McCarrick e ad es in quello di un certo monsignore in Centro America oppure in Cile dove per liberarsi del cerchio magico che spadroneggiava nei seminari e diocesi legate al cerchio magico di Karadima – Barros I vescovi della Nazione intera si sono dimessi in massa dopo che un bel po di preti hanno denunciato in forma pubblica gli abusi subiti in prima persona. Diciamo che forse in Italia la situazione non è stata grave come in altre Nazioni, ma non cantiamo vittoria troppo forte ed ahimè non è che cambi molto, come dice questo seminarista sfortunato la credibilità della Chiesa ne è uscita ridotta ai minimi termini. Nelle Nazioni che le dicevo o anche in Irlanda la fede ne è uscita distrutta, in Cile le chiese vengono date alle fiamme peggio che in Siria ai tempi dell ‘ isis… Buona serata
Mi rendo sempre più conto di quanto sia importante che noi laici stiamo vicini a quei sacerdoti che sono fedeli al Magistero di Cristo e così alla tradizione equilibrata, non a quella integralista, della Chiesa. Mi manca tantissimo Benedetto XVI. Comunque il tempo della mietitura è vicino e la zizzania ha i giorni contati. In alto i cuori il male non prevarrà.
«… alla tradizione equilibrata, non a quella integralista».
Guardi che non esistono una “tradizione equilibrata” e una “tradizione integralista”. Esiste solo una Tradizione, anzi una Sacra Tradizione. Aggiungere altri aggettivi significa fare il gioco dei nemici. Chi non segue, o è contro la Tradizione non è Cattolico, o se è Cattolico (perché battezzato), contraddice la propria fede. Se chi segue la Tradizione viene definito Tradizionalista, non si fa altro che chiamarlo “Cattolico” con un altro termine, e quindi non de ne deve vergognare.
Purtroppo nel mondo tradizionalista esistono gli integralisti che demonizzano la donna, con sta storia di Eva. La donna deve essere sottomessa al maschio, qua siamo a livelli di follia pura. Sti maschi hanno la stessa mentalità degli islamici. Questo è un piccolo esempio, ma potrei farti una lunga lista. Il buonsenso in sta gente non c’è.
Lei sta parlando di altre cose che nulla hanno a che fare con la Tradizione. Il suo linguaggio usa espressioni del tutto estraneo al Cattolicesimo.
Sig.ra Elisa,
guardi che di quel tipo di integralisti è pieno questo blog!
Lei non sa che cosa rischia a stare ancora qui dentro!
Occhio poi a scrivere “sta storia di Eva”: se la becca De Mattei (già vice presidente del CNR!!!!), la incenerisce!
Poi non dica che non l’avevo avvisata!
IL FIGLIASTRO DELLE TENEBRE (GIÀ BORGHESE PASCIUTO)
Grazie del consiglio, ma mi so diffendere, ho Gesù dalla mia parte. Lui ha sempre difeso le donne. Poi la Chiesa, ha ben strumentalizzato le parole di San Paolo quando parlava che la donna doveva stare zitta essere sottomessa al maschio e bagianate varie. Che sia chiaro voglio bene a San Paolo però, visto e considerato che questo discorso, era solo una sua opinione personale, anche a lui gli rispondo di stare zitto, e mi dissocio da questo suo discorso da fariseo integralista. Gesù invece ha inalzato la figura femminile.
Perciò faccio mie le parole dei discepoli a riguardo del matrimonio. Ma invertendo le parti. Ossia: se la condizione della donna rispetto all’uomo è quella stabilita da San Paolo è meglio non sposarsi.
Comunque la sottomissione della donna non c’è solo nel cristianesimo, ma in molti Paesi e culture del mondo. Sono poche le culture che hanno il matriarcato. E se oggi esiste un femminismo estremo, integralista e fuorviante la colpa è solo della cultura maschilista che ha regnato per secoli. E ha portato il genere femminile all’esasperazione.
Forse non ve ne siete accorti, ma qui si sta parlando di omosessualità, di donne non ce n’è nemmeno l’ombra.
Sig.Elisa , cerchi di approfondire la sua conoscenza religiosa, non si fermi ai soliti preconcetti superficiali tipo la “storia di Eva”.
È vero che c’è stata Eva , ma c’è stata donata anche Maria con il suo “sì “.
Milli, il discorso è partito dal mio primo commento. Ho semplicemente risposto. E la mia coscienza religiosa va nel verso giusto.
Alcune interessanti integrazioni e contestazioni qui
https://www.theamericanconservative.com/dreher/peter-mitchell-fallout-monsignor-kalin/
Il messaggio era sbagliato in partenza, perché la Chiesa non è una grande istituzione (l’espressione sembra equipararla ad una multinazionale), ma è l’istituzione voluta da Cristo perché lo renda presente nella predicazione e nei Sacramenti fino alla fine dei tempi. La vita, poi, propriamente parlando, si dà a Lui, non alla Chiesa.
Entrando nel merito (ma ci sarebbe da scrivere un libro) è vero che una delle caratteristiche di molti pastori di oggi, siano essi vescovi o sacerdoti, è la mancanza o almeno la carenza di paternità: il funzionalismo e l’efficientismo regnano sovrani in molti luoghi e nel cuore di molti.
Per quanto riguarda l’omosessualità, condivido l’idea che vi siano state e vi siano oggi più che mai reti di protezione equamente distribuite a sinistra, al centro e a destra, sia pure con motivazioni diverse.
E in tutti e tre i casi esistono ambienti malati in cui si dà per scontato l’essere omosessuali.
Però, eviterei di generalizzare: l’autore della testimonianza parla della sua propria esperienza, come io posso parlare della mia.
Nella mia vita ho conosciuto situazioni simili a quelle descritte, ma anche altre sane e nelle quali deviazioni morali non erano tollerate e tantomeno incoraggiate.
Grazie, Ettore Barbieri, questa sua precisazione pone la verità sempre n mezzo.
la verità sempre nel mezzo.
Sig Peter, condivido con Lei l’amore per la nostra Chiesa che è di Gesù Cristo, ma amministrata da questi “omuncoli” palesi e/o mistificatori, incapaci di mostrare alcun pensiero di verità perché sono al servizio di Lucifero, il dio della menzogna.
Infatti l’uomo vestito di bianco, che al momento ci gestisce, non parla MAI della Parola di Gesù, che salva, ma solo degli “uomini”, e quando ne deve parlare, il suo sguardo sono frecce di odio e le sue mani sono “pugni” chiusi.
Coraggio Peter non è solo a soffrire.