GLOBALISMO, NATURALISMO…MA CRISTIANESIMO È UN’ALTRA COSA.

29 Ottobre 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae il noto bliblista don Sandro Carbone ci ha inviato questa bellissima, veramente affascinante riflessione su come il cristianesimo si è differenziato subito dalla serie di altri culti – globalità, diremmo oggi – che erano di moda nel I secolo dell’Impero. Una disamina storico-biblica su quei tempi; ma che ci aiuta a leggere altri tempi e altre mode – i nostri – dalle infiltrazioni striscianti nella Chiesa…buona lettura. 

 

AFFINCHE’ SIANO UNO

Verso la fine dell’epoca ellenistica nuove forme di pensiero fanno la loro apparizione nell’area mediterranea medio-orientale: l’astrologia, l’alchimia, la magia. Ma nessuna è più importante dell’ermetismo.

Il pensiero ermetico è un pensiero sincretista, che collega gli dei orientali, diventati predominanti, a quelli occidentali in declino con la crisi della polis. Ma soprattutto collega il pathosdelle religioni orientali e semitiche, fatte di rivelazioni, profezie,  esperienze estatiche e della potente magia della parola, alle dimostrazioni ed ai ragionamenti della filosofia greca, anzi le surclassa.

Si tratta di uno sforzo integrale, inteso a mettere in moto le energie divine destinate a conservare l’universo e la sua integrità. L’intelligenza non è disgiunta dall’azione, perché solamente i riti possono conferire religiosità ai fenomeni, autoponendosi addirittura come gli agenti equilibratori del cosmo.

Gli adepti delle nuove divinità, Ermes, Orfeo, Dionisio (Bacco), Cibele (orgiastica dea madre terra), Atun, Mitra, Iside, Osiride, ecc., si raggruppano in comunità cultuali. Superando le chiusissime divisioni della società imperiale antica, greci e barbari, uomini e donne, schiavi e liberi, adulti e bambini, ricchi e poveri, appartenenti a diversi credi religiosi, ecc., sono considerati uguali, tutti fratelli. Spesso mettono in comune i loro beni, soprattutto il loro corpo nelle orge rituali, si aiutano a vicenda.  In un impero culturale che andava dalle colonne d’Ercole alle Indie, dalla Britannia Gallia Germania all’Egitto Etiopia Arabia Mesopotamia e Partia, nasce un proto concetto di globalizzazione e in questi culti e in queste diffusissime confraternite si predica l’uguaglianza e la fratellanza universale.

In esse la comunione delle anime è rinsaldata dalla partecipazione alle stesse cerimonie, alla stessa iniziazione (che è sovente un battesimo con l’acqua e col sangue), agli stessi digiuni, agli stessi riti che, come la katabasis (discesa agli inferi) simbolizzano la speranza di un’altra vita dopo la morte e sono soprattutto un messaggio di speranza.

Come affermano molti autori e studiosi (cfr P. Léveque, La civiltà greca, Einaudi 2002) il cristianesimo non è niente altro che l’ultima in ordine di nascita di queste comunità, il cui manifesto può essere ben espresso dall’Epistola ai Galati di San Paolo Apostolo : “Non vi è più ormai né giudeo, né greco. Non vi è più né schiavo né uomo libero. Non vi è più né uomo né donna, siete tutti uno in Cristo Gesù” (Gal 3,28).

Ma quello che questi autori affermano essere l’essenza del cristianesimo creando così  la sua dipendenza dal sincretismo e dall’ermetismo ellenistico, in realtà non lo è affatto. Fondamentale in questa affermazione di San Paolo sulla uguaglianza è il comma: in Cristo Gesù, che non è affatto un’altra divinità da introdursi nel pantheon ermetico.

Per San Paolo l’espressione “fratelli in Cristo” (Col  1,2) indica che solo Cristo Gesù può rendere gli uomini fratelli, mediante l’incorporazione nel suo corpo che è la Chiesa col rito del battesimo (Mt 28,19-20). Ciò significa che i  cristiani non sono fratelli fra di loro per virtù naturale propria, ma soltanto e in quanto sono incorporati in Cristo. Anche il giovanneo: “Che siano, o Padre, una cosa sola, come tu, Padre, sei in me ed io in te, così siano anche essi in noi”(cfr Gv 17,19) presuppone la fratellanza come dono dello Spirito di Dio che inserisce i discepoli di Gesù nella Trinità mediante l’unione all’umanità di Gesù, come azione soprannaturale di Dio in loro e non come azione orizzontale fra di loro. E’ lo Spirito di Cristo che crea  l’originalità più personale di ogni credente   e nello stesso tempo la comunione di tutti i discepoli col Padre (cfr Rom 8,15-16). Per tutta la teologia del Nuovo Testamento (NT) senza questo dono dello Spirito non si può fare fratellanza e unità, ma al limite solo collettivismo, come avviene nel mondo, dove non vi sono fratelli, ma padroni e sudditi (cfr Mt 20,22-25), schiavi del peccato che li domina (2Pt 2,19).

Così come nel mondo non vi sono figli di Dio, ma creature di Dio a sua immagine e somiglianza, perché figli si diventa solo nel Figlio, e san Paolo precisa che propriamente è Figlio di Dio solo chi dopo essere stato battezzato (Rom 6), si lascia effettivamente guidare dallo Spirito di Dio (Rom 5,14 ). Così l’espressione “Figli di Dio” nel NT è predicato solo dei membri della Nuova Alleanza, come il termine “Fratelli”.

Essi si distinguono dal resto dell’umanità che forma il mondo il quale, nonostante tutte le sue buone intenzioni,  si oppone a Dio perché si trova sotto l’azione dell’ira di Dio ( Cfr Rom 7 e Gv 3,36) e sotto il potere di Santana: cfr  At 26,17: “Io ti mando alle genti, .. Perché si convertano dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio” nel quale non esiste fratellanza.

Gesù Cristo è, e pretende di essere, l’unico Salvatore del mondo (Gv 4,42; Fil  2,10-11), che forma l’unica comunità cultuale che sola può dare la salvezza all’umanità. Non esiste affatto un sincretismo religioso nel cristianesimo come esiste nell’ermetismo. Anzi, il NT afferma che è giunto il momento che le varie religioni o credenze abbiano fine: nel passato Dio ha lasciato che ogni uomo seguisse la propria religione, ma ora Dio ha ordinato a tutti gli uomini che si convertano da queste vanità all’unico vero culto del Dio vivente in Cristo Gesù (cfr At 14,13; 17,30).

Nel cristianesimo non esiste una confusione dei sessi come nella orge ermetiche, ma una vita di continenza (cfr discorso Paolo a Felice: At 24,25). Anzi, il cristianesimo contrasta con assoluto vigore la dissoluzione morale in cui cadevano i membri di quelle sette espressione della decadenza morale dell’intero  mondo pagano e giudaico: “Siccome non si sono curati di conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente; ricolmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di contesa, di frode, di malignità; calunniatori, maldicenti, abominevoli a Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori insensati, sleali, senza affetti naturali, spietati. Essi, pur conoscendo che secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette”.(Rom 1,28-32)

Nel cristianesimo non esiste nemmeno un annuncio che promuova un superamento della divisione dei popoli e delle classi sociali, anzi l’incontrario: ognuno resti nella condizione in cui era quando fu chiamato  (cfr Dt 32,8; 1Cor 7,20-24).

Non  esiste una necessità del cristiano di impegnarsi politicamente nel mondo, anzi l’incontrario (Eb 13,13). Non esiste una rivendicazione di diritti come nei movimento sociali dell’alto impero in cui dette sette e credenze al contrario del cristianesimo nascente rivendicarono un ruolo da protagonismo egualitarista che fece crollare il sistema “democratico “della polis.

Anzi in tutto il NT non si parla mai di diritti, ma solo di doveri, sia per gli schiavi verso i padroni che viceversa: 1Pt  2,18-20: “Schiavi, siate con ogni timore sottomessi ai vostri padroni; non solo ai buoni e ragionevoli, ma anche a quelli che sono difficili.  Perché è una grazia se qualcuno sopporta, per motivo di coscienza dinanzi a Dio, sofferenze che si subiscono ingiustamente.  Infatti, che vanto c’è se voi sopportate pazientemente quando siete malmenati per le vostre mancanze? Ma se soffrite perché avete agito bene, e lo sopportate pazientemente, questa è una grazia davanti a Dio”; Fil 12-16: “Te lo rimando (lo schiavo fuggitivo Onesimo) non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, .. ma non ho voluto far nulla senza il tuo consenso, perché la tua buona azione non fosse forzata, ma volontaria.

Gesù non vuole pregare per il mondo, ma solo per coloro che crederanno in Lui ( cfr Gv 17,9). Tutto il mondo giace sotto il potere del maligno (cfr 1Gv 5,10). Sarete perseguitati da tutti ed uccisi, dice Gesù ai suoi discepoli : “Ma non abbiate  paura: io ho vinto il mondo” (cfr Gv 15,18-16,4.33).

Certo, tutti gli uomini sono chiamati ad accogliere il messaggio di Gesù. Il destinatario è universale (cfr Gv 1,9), ma la ricezione della vita eterna, della vita divina, della libertà cristiana, nasce solo dalla conversione e dalla accoglienza del Verbo di Dio fatto uomo (cfr Gv 1,12).

La redenzione di Gesù non è un messaggio di liberazione dai vincoli familiari e sessuali imposti dalla natura, o sociali  economici imposti dalla società. Anzi tutt’altro, li riafferma, predicando l’unità della famiglia, la sottomissione delle donne e dei figli ai mariti e padri ( Ef 5,21-32) e di tutti i fedeli  all’autorità civile (cfr Rom 13,1s; 1Pt 2,13-15; 1Tim 2,1-2).

La redenzione di Cristo è un’opera tutta soprannaturale che si manifesterà pienamente e si concluderà solo con la sua venuta nella Gloria (cfr 1Gv 3,1-2; Mt 24,15-31). Allora storia ed escaton, umanità e Chiesa coincideranno. Allora, ma non ora. A livello metastorico, non storico, perché la terra con tutte le sue opere verrà distrutta (cfr 2Pt 3,10) .

Secondo il cristianesimo, seguendo Gesù l’uomo non si afferma ma, anzi, si rinnega: chi ama la sua vita in questo mondo non può essere mio discepolo, dice il Signore (Cfr Gv 12,25). Non è il tutto dell’uomo che porta a Dio, ma il suo nulla: Dio è all’opera per ridurre al nulla le cose che sono, per non rendere vana la croce di Cristo (cfr 1Cor 1,28).

Il cristianesimo rifiuta tanto la sapienza della filosofia greca che si basa sulla sapienza umana di questo mondo e porta all’esaltazione dell’uomo naturale, terreno, mondano, mortale (cfr 1Cor 15,35ss.); come la ritualità ermetica e magica del mondo greco e  giudaico che porta all’esaltazione dei poteri spirituali dell’umanità (Cfr Col 2,16-19).

In sintesi, dice san Paolo: “Se noi abbiamo speranza in Cristo solo in questa vita , siamo da commiserare più di tutti gli uomini” (1Cor 15,19)

Potremmo andare avanti a lungo a descrivere la differenza fra l’ermetismo pagano egualitarista, pansessualista, naturalista e globalista, e il cristianesimo. Ma penso che questo basti. Il cristianesimo è tutt’altra cosa.

 

Don Sandro Carbone

biblista

§§§

 




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21 commenti

  • Ottotrapen ha detto:

    Il correttore automatico ha scritto geologiche, ma ovviamente va letto teologiche.

  • Ottotrapen ha detto:

    La lezione di don Carbone è una stroncatura di Fratelli tutti. Primo dovere del Papa è di confermare i credenti nella fede, perciò un’enciclica deve essere rivelatrice della Verità o di un suo aspetto. A mio modesto avviso di cattolico bambino (se Prodi e compagni sono adulti, preferisco restare bambino) nonché ignorante di questioni geologiche, Fratelli tutti non contiene alcun riferimento alla Verità, è un mero esercizio di scrittura e neppure tanto pregevole. Nell’enciclica la Verità è come il famigerato mostro del lago Ness, nessuno lo ha mai visto.

  • MARIO ha detto:

    Gesù non invita a un impegno (personale, sociale, politico) contro le ingiustizie (schiavitù, sfruttamento, disuguaglianze, violazione di diritti umani ecc.),
    non perché esse siano volute da Dio,
    ma perché sa che esse sono la CONSEGUENZA del peccato (= mancanza di amore per Dio e per il prossimo)
    e per superarle bisogna prima eliminare la CAUSA (cioè il peccato) attraverso la conversione a Cristo.
    La condanna il più delle volte non serve a nulla, genera conflitto e odio, e quindi accresce l’ingiustizia.
    Per questo Gesù ha detto: “non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo”. (Gv 12, 47).

    Non capisco poi come questo biblista non accetti il principio di figliolanza (e fratellanza) universale, insegnataci da Gesù con la preghiera del Padre Nostro, e consideri solo la figliolanza di adozione conferita con il Battesimo.
    Riporto anche per lui le parole di Benedetto XVI:
    “Il Dio in cui noi cristiani crediamo è il Creatore e Padre di tutti gli uomini, a partire dal quale tutte le persone sono tra loro fratelli e sorelle e costituiscono un’unica famiglia.”

  • stefano raimondo ha detto:

    Ottimo don Sandro Carbone.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    il testo integrale della lettera con cui mons. D”Ercole annuncia le sue dimissioni:
    https://gloria.tv/post/PKdVR41PrRKY3UVPqvCP6nChp

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Mentre dal Vaticano si comunica che dal prossimo mercoledì tornerà da remoto la catechesi del papa – pare per il risultato di positività al Covid di un partecipante all’udienza generale di ieri, veramente con scarsa presenza – non mancano oggi notizie di un certo rilievo, su cui riflettere:
    1)l’attentato a Nizza e la “partecipazione” del papa a questo momento di sofferenza:
    http://www.asianews.it/notizie-it/Papa%3A-vicino-alle-vittime-del-%26lsquo%3Bselvaggio-attentato%26rsquo%3B-di-Nizza-51449.html
    2) le dimissioni del vescovo di Ascoli Piceno, mons. Giovanni D’Ercole e il comunicato con cui informa di ciò la Sala Stampa della Santa Sede:
    https://www.ilrestodelcarlino.it/ascoli/cronaca/vescovo-dimissioni-1.5660094
    https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2020/10/29/0560/01302.htm
    Stralcio della lettera di commiato del vescovo ai fedeli della diocesi:
    https://www.agensir.it/quotidiano/2020/10/29/rinuncia-allepiscopato-mons-dercole-alla-diocesi-continuero-ad-accompagnarvi/

  • Paolo Giuseppe ha detto:

    Tutto bene, ma mi ha sempre lasciato perplesso il dovere della “sottomissione delle donne ai mariti e padri”.

  • Hierro1973 ha detto:

    Catechesi perfetta. Nulla da aggiungere

  • Enrico Nippo ha detto:

    “Non è il tutto dell’uomo che porta a Dio, ma il suo nulla: Dio è all’opera per ridurre al nulla le cose che sono, per non rendere vana la croce di Cristo (cfr 1Cor 1,28)”.

    Mi sembra che con tale affermazione ci si ponga (e personalmente né sono ultra convinto non solo intellettualmente) sulla via della teologia negativa o apofatica che, a rigore, è una non-via giacché anche “la via” è qualcosa.

    Solo tre esempi.

    Per quanto nobili e pure siano le immagini terrestri, sono tutte un ostacolo per quella immagine senza forma che è Dio. (Giovanni Taulero).

    Insegna San Bonaventura a non pensare a nessuna cosa e neanche a Dio, perché è imperfezione creare forme, immagini e specie, per sottili che siano, così della volontà come della bontà, trinità e unità, e anche della stessa essenza divina; perché tutte queste specie e immagini, quantunque appariscano deiformi, non sono giammai Dio, il quale non ammette immagine né forma alcuna. (Miguel de Molinos).

    L’anima che vuole salire sul monte della perfezione deve rinunciare a tutte le cose.(San Giovanni della Croce).

    Ma la via apofatica non è contemplata soltanto dal Cristianesimo. Al nulla dell’uomo e delle cose tendono anche le dottrine orientali. Per esempio nel Buddhismo zen si persegue l’abbandono del corpo e della mente affinché possa risplendere la Natura di Buddha, che, alla fine dei conti, è Dio.

    Si tratta si stabilire se la negazione e o apofasia conduca o non conduca al sincretismo.

  • Rafael Brotero ha detto:

    Il cristianesimo rifiuta tanto la sapienza della filosofia greca che si basa sulla sapienza umana di questo mondo e porta all’esaltazione dell’uomo naturale, terreno, mondano…

    Cosa sarebbe la teologia cattolica senza Platone ed Aristotele? Cosa sarebbe la morale cattolica senza la Stoa? E perché il Signore ha scelto come nome Logos?

  • Maria Michela Petti ha detto:

    La lezione impartita da un profondo conoscitore della materia di cui tratta può bastare a chi riesce a riconoscersi ignorante. Per me, che mi annovero fra costoro, una lettura simile costituisce un’occasione benedetta per un bagno di umiltà.
    Mi convinco sempre più dei frutti avvelenati offerti a noi, assetati di verità, nel contesto attuale di buonismo imperante, che tendono ad un’ interpretazione dei Testi Sacri più per compiacere limiti e debolezze umane – alimentando un egocentrismo già fin troppo accentuato – che per aiutarci a “diventare come bambini” per vincere il peccato di orgoglio, causa prima di tutti i mali e dell’allontanamento da una visione cristocentrica della realtà temporale, da onorare con ogni sforzo possibile per conformarci a Cristo.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Questo suo commento – riflessione mi è piaciuto molto.
      Mi permetto di aggiungerne tre, sulla medesima lunghezza d’onda, non mie, ma dello sconosciuto autore dell’Imitazione di Cristo. Sono tre frasette tratte dal capitolo XVIII.
      La prima è una citazione dal libro dei Proverbi (Pro 25,27):
      — Colui che pretende di conoscere la maestà di Dio, sarà schiacciato dalla grandezza di lui.–
      Le altre due sono pensieri dell’autore:
      –Beata la semplicità, che tralascia le ardue strade delle disquisizioni e prosegue nel sentiero piano e sicuro dei comandamenti di Dio.–
      –Da te si esigono fede e schiettezza di vita, non altezza d’intelletto e capacità di penetrare nei misteri di Dio.–

      • Maria Michela Petti ha detto:

        Grazie per l’integrazione. Puntuale, come sempre.

        • stilumcuriale emerito ha detto:

          Ho fatto una scoperta agghiacciante. Sono andato a vedere nella Bibbia CEI il versetto Pro 25,27 ed ho trovato : –Mangiare troppo miele non è bene, né lasciarsi prendere da parole adulatrici.–
          Non so spiegarmi la ragione della differenza col proverbio citato come Pro 25,27 nell’Imitazione di Cristo (Libro IV cap. XVIII) . O il libro dei Proverbi è cambiato o nell’Imitazione di Cristo qualcuno ha sbagliato.

          • Maria Michela Petti ha detto:

            @ Emerito,
            è la versione della Vulgata il Proverbio ripreso.
            Così sulla pagina Fb di P. Amorth. Copio-incollo le prime proposizioni di una sua meditazione, utili per un maggiore chiarimento del nostro semplice pensiero.

            I Figli della Luce di Don Amorth
            23 marzo ·
            Da “Imitazione di Cristo”
            trattato spirituale del XV secolo
            IV, 18
            « Se non vedete segni e prodigi, voi non credete »
            “Colui che pretende di conoscere la maestà di Dio, sarà schiacciato dalla grandezza di lui” (Pr 25,27 Vulg.). Dio può fare cose più grandi di quanto l’uomo possa capire (…); da te si esigono fede e schiettezza di vita, non una conoscenza universale. Tu, che non riesci a conoscere e a comprendere ciò che sta più in basso di te, come potresti capire ciò che sta sopra di te? Sottomettiti a Dio, sottometti la ragione alla fede, e ti sarà data la luce necessaria….

      • Enrico Nippo ha detto:

        “le ardue strade delle disquisizioni”

  • Fuori Tema ha detto:

    Ho sentito, mentre ero in coda al supermercato, che in Francia, a Nizza, è avvenuto un altro atto aggressivo contro tre persone da parte del solito islamico. Dentro la cattedrale.
    Non ho alcuna pretesa di darvi un’informazione corretta, ma volevo solo mettervi al corrente. Perdonatemi .
    Non so se avrò il coraggio di vedere i telegiornali oggi.
    Alla faccia della fraternità universale.

  • Enrico Nippo ha detto:

    “Non è il tutto dell’uomo che porta a Dio, ma il suo nulla: Dio è all’opera per ridurre al nulla le cose che sono, per non rendere vana la croce di Cristo (cfr 1Cor 1,28)”.

    Mi sembra che con tale affermazione ci si ponga (e personalmente né sono ultra convinto non solo intellettualmente) sulla via della teologia negativa o apofatica che, a rigore, è una non-via giacché anche “la via” è qualcosa.

    Solo tre esempi.

    Per quanto nobili e pure siano le immagini terrestri, sono tutte un ostacolo per quella immagine senza forma che è Dio. (Giovanni Taulero).

    Insegna San Bonaventura a non pensare a nessuna cosa e neanche a Dio, perché è imperfezione creare forme, immagini e specie, per sottili che siano, così della volontà come della bontà, trinità e unità, e anche della stessa essenza divina; perché tutte queste specie e immagini, quantunque appariscano deiformi, non sono giammai Dio, il quale non ammette immagine né forma alcuna. (Miguel de Molinos).

    L’anima che vuole salire sul monte della perfezione deve rinunciare a tutte le cose.(San Giovanni della Croce).

    Ma la via apofatica non è contemplata soltanto dal Cristianesimo. Al nulla dell’uomo e delle cose tendono anche le dottrine orientali. Per esempio nel Buddhismo zen si persegue l’abbandono del corpo e della mente affinché possa risplendere la Natura di Buddha, che, in fin dei conti, è Dio.

    Ora, si tratta di stabilire se la negazione o apofasi conduca o meno al sincretismo.

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Il sincretismo, che non e’ fede anche se sfrutta i simboli della fede e il Nome di Gesu’, non puo’ che favorire le pratiche magiche e occulte, in cui predilige manifestarsi il demonio in quanto sono pratiche che allontsnano piu’di altre l’uomo dalla Verita’.
    Il fatto che il Papa in Argentina sia stato curato da un curandero cinese con pratiche che, e’ da supporre, siano piu’ magiche che scientifiche, potrebbe forse spiegare molte cose

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    La cosa sorprendente della società attuale è che da una parte sembra svilupparsi una certa sensibilità che ha aspetti anche positivi, e dall’altra si sviluppa CONTRO Cristo e la Chiesa, e perciò anche gli aspetti positivi si pervertono fino a diventare anch’essi contro Cristo e la Chiesa.
    Se è possibile schematizzare al massimo, sembra quasi che esistano due tipi di evoluzione scientifica e culturale: da una parte il retto progresso scientifico e sociale (e, anche, teologico), che portano a una società (e a una Chiesa) che cambia sempre sviluppandosi, però, attorno alla VERITA’ che sta al PRINCIPIO e che è il PRINCIPIO della società (in tal senso è tradizionale), e dall’altra parte una “evoluzione”, che è involuzione, che essenzialmente consiste nell’affrancare sempre più la società dalla dipendenza da Dio o comunque dalla natura che, si voglia o meno, per quanto corrotta dal peccato dell’uomo, non deroga dalle leggi e dall’ordine divini.
    Per questo certi romanzi distopici, specie quelli scritti dagli autori che si distinguono come acuti osservatori della realtà umana sembrano, al di là di particolari non essenziali, delle “profezie” della società attuale mentre, mentre in realtà sono una proiezione della società per come si stava sviluppando già ai loro tempi: contro Dio e la Chiesa.
    Ma certi autori non potevano prevedere fin dove tali società perverse possono svilupparsi: non solo fino all’eutanasia di chi non è utile e al controllo totale di tutto, ma fino all’ideologia gender, tanto contro natura che non potevano neanche ipotizzarla.
    Santa Caterina da Siena dice che perfino i demoni, in quanto di natura angelica, si schifano dei peccati contro natura commessi dagli uomini.
    Il finale, però, sebbene sembra segnato, lo scrive sempre Dio…