L’ENCICLICA, CONTRIBUTO ALLA RELIGIONE DEI “FRATELLI” MURATORI.
20 Ottobre 2020
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, Agostino Nobile ha voluto commentare per noi la recente enciclica di papa Bergoglio, Fratelli tutti. A latere vogliamo ricordare gli elogi che il documento ha avuto sia dal Grande Oriente d’Italia che dai Fratelli spagnoli. E ci sembra interessante ricordare anche quanto sia amato il Pontefice regnante dalla massoneria in generale, cosa mai accaduta con i papi che lo hanno preceduto. Buona lettura.
§§§
Fratelli tutti? Un contributo alla “religione” dei fratelli Muratori
Come previsto l’enciclica Fratelli tutti ha ricevuto elogi, critiche e, a qualcuno come a chi scrive, un certo imbarazzo. Rileggendola mi sono reso conto che per confutare molti passi sarebbe necessaria una contro-enciclica. Invito chi è più qualificato del sottoscritto a farci un pensierino.
Innanzitutto su quali basi dovremmo essere tutti Fratelli se non c’è un Padre comune? Tranne nel cristianesimo, nessuna religione crede in un creatore padre, ed è ovvio che mettendo Gesù Cristo sullo stesso piano dei fondatori delle altre religioni e, addirittura, a Pachamama, si rinuncia al Padre. L’enciclica, come vedremo, dovremmo leggerla come una summa di impronta massonica.
Prendendo qui e là, senza seguire la sequenza dell’enciclica, vediamo alcuni esempi.
- Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!
Dunque, non figli di Dio ma figli della stessa terra. Già basterebbe questo per lasciar perdere l’enciclica e andare a farsi una bella passeggiata. Ma andiamo avanti.
I massoni tra loro si definiscono fratelli. Il cardinale Ravasi nell’invito al dialogo lanciato il 14 febbraio 2016 sul quotidiano Il Sole 24Ore, intitola l’articolo “Cari fratelli massoni”. Abbiamo anche i Fratelli musulmani, quelli che mettendo in atto il Corano hanno massacrato e massacrano migliaia di cristiani. Ma anche i massoni non scherzano. Alla faccia della fratellanza e della libertà dalla Rivoluzione francese ad oggi, passando dalle due dittature del ‘900 figlie dei rivoluzionari, hanno fatto più morti ammazzati degli ultimi duemila anni.
Tutti dovrebbero sapere che nell’islam lo schiavismo fa parte della dottrina coranica e la donna non ha i diritti riservati all’uomo. Nell’induismo abbiamo le caste, dai bramini ai dalit. Quest’ultimi fanno talmente ribrezzo che li definiscono intoccabili. Nel buddismo, come nell’induismo, si crede al ciclo delle reincarnazioni, dove i poveri, i dementi e gli sciancati sono tali perché nella vita precedente si sono comportati male. E dato che con la loro disgrazia stanno ripagando gli errori della vita precedente, è vivamente sconsigliato prendersi cura di loro. Gli induisti radicali periodicamente massacrano indù convertiti al cristianesimo, perché ogni dalit convertito a Cristo significa uno schiavo in meno. Ecco perché la frase di Bergoglio ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli! è un paradosso.
La colonna portante dell’enciclica bergogliana la troviamo nelle “Costituzioni di Anderson” del 1723, redatte da James Anderson, ministro di culto della chiesa presbiteriana scozzese, considerato il padre della massoneria moderna. Nel paragrafo Concernente Dio e la religione, leggiamo:
«Un Massone è tenuto, per la sua condizione a obbedire alla legge morale; e se egli intende
rettamente l’Arte non sarà mai un ateo stupido né un libertino irreligioso. Ma sebbene nei tempi antichi i Muratori fossero obbligati in ogni Paese a essere della religione di tale Paese o Nazione, quale essa fosse, oggi si reputa più conveniente obbligarli (obbligarli!) soltanto a quella Religione nella quale tutti gli uomini convengono, lasciando a essi le loro particolari opinioni; ossia, essere uomini buoni e leali e uomini di onore e di onestà, quali che siano le denominazioni o confessioni che servono a distinguerli; per cui la Massoneria diviene il Centro di Unione e il mezzo per annodare una sincera amicizia tra persone che sarebbero rimaste in perpetuo estranee.»
Bergoglio, dunque, non ha inventato nulla. Si, certo, Anderson afferma che per obbedire alla legge morale non si può essere ateo stupido. Ma dal settecento ad oggi la legge morale massonica si è persa per strada. Sono convinto che se i massoni del ‘700 vedessero cosa stanno facendo i loro nipotini del XX e XXI secolo, resterebbero come minimo basiti.
Non entriamo nel concetto di morale sennò facciamo notte, ma sintetizzando possiamo dire che è un complesso dei principi, dei precetti che regolano il comportamento personale e collettivo, in rapporto a un determinato pensiero religioso, filosofico, culturale, politico.
La storia insegna che la morale cristiana ha portato sviluppo in tutti i campi, mentre la morale codificata dall’uomo ha sempre portato sciagure. Basti ricordare le filosofie anticristiane e le maggiori religioni.
Cosa sono il bene e il male, che i massoni considerano concetti assoluti? Perdonate una battutaccia. Per le pie musulmane è bene coprirsi dalla testa ai piedi, per le giovani occidentali è normale andare in giro con minigonne che fanno intravedere le natiche. Appartengono a due culture, la prima dettata da Allah, la seconda dalla stilista Mary Quant.
Dopo aver convinto milioni di donne occidentali a fare sesso a volontà e, nel caso capitasse un incidente di percorso, a uccidere i propri figli, i maestri di morale hanno deciso di legalizzare l’eutanasia, gli uteri in affitto e i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Cose impensabili in tutte le culture di sempre fino a pochi anni fa. Questa non è morale, si chiama corruzione delle coscienze.
Di questo passo, quando un certo numero di giudici pedofili raggiungeranno gli alti scranni della giustizia e della politica, la pedofilia sarà legalizzata. Qualcuno penserà che stia esagerando. Ma sappiamo tutti che da decine di anni alcune creme di bellezza e vaccini vengono prodotti con feti umani abortiti. Cosa considerata moralmente lecita, tanto che non vediamo in giro lobbies, politici, religiosi o semplici cittadini che si oppongono a tale mostruosità.
Domani potranno legalizzare il cannibalismo, non per propiziarsi gli dei come facevano i fratelli Aztechi e sottoculture simili, ma perché il sangue umano, specialmente dei bambini, rigenera le cellule degli umani. E dato che l’aborto è pubblicizzato e sovvenzionato dai fondi statali (ovvero i nostri soldi) pubblicizzeranno anche il sangue umano in tv. Grottesco? Anche una madre che uccide la creatura che porta in grembo è grottesco. Ma gran parte delle persone per bene lo considerano cosa normale.
La morale, dunque, gira come girano le lobbies interessate, e chi ne paga le conseguenze, spesso atroci, sono sempre i deboli.
Leggiamo altri passi dell’enciclica.
- “Aprirsi al mondo” è un’espressione che oggi è stata fatta propria dall’economia e dalla finanza. Si riferisce esclusivamente all’apertura agli interessi stranieri o alla libertà dei poteri economici di investire senza vincoli né complicazioni in tutti i Paesi. (…) Tale cultura unifica il mondo ma divide le persone e le nazioni, perché «la società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli.
In realtà il Vaticano intrattiene rapporti privilegiati con i grandi nomi della finanza internazionale quali George Soros e figure di primo piano della JP Morgan e Goldman Sachs. Non solo per motivi economici, ma soprattutto per affinità liberal-massoniche.
- A volte mi rattrista il fatto che, pur dotata di tali motivazioni, la Chiesa ha avuto bisogno di tanto tempo per condannare con forza la schiavitù e diverse forme di violenza.
Se non è in malafede, Bergoglio dimostra per l’ennesima volta la sua crassa ignoranza e l’odio ormai connaturato che nutre per la Chiesa. In realtà nell’Europa cristiana i peggiori schiavisti erano massoni, mentre la Chiesa ha combattuto contro ogni forma di schiavismo. Ma poi. Perché, invece di puntare il dito contro la Chiesa, non dice chiaro e tondo che i musulmani, seguendo alla lettera il Corano, per quattordici secoli hanno fatto dello schiavismo la colonna portante della loro economia? Oltre cento milioni tra deportati e massacrati, africani, europei e asiatici. Invitiamo Bergoglio e accoliti a farsi un viaggetto sulle coste del sud Italia, dove troverà monumenti che ricordano le carneficine operate dai musulmani che nei secoli hanno schiavizzato e stuprato donne uomini e bambini. Gli assicuriamo altresì che non troverà nessun monumento analogo in terra musulmana che ricordi le violenze e lo schiavismo operato dai cristiani. Semplicemente perché i cristiani sono andati solo in Terra santa, per liberarla. Come ha cercato di liberarla quel san Francesco che, attraverso bufale colossali, Bergoglio rappresenta campione della fratellanza tra le religioni. Aggiungiamo che lo schiavismo non è stato abolito dai musulmani, dai cinesi o da altre culture, ma dai cristiani. Senza il Vangelo oggi avremmo ancora lo schiavismo legalizzato in tutto il mondo. E questo dovrebbe far capire che senza Gesù Cristo l’umanità intera perde il loro migliore alleato.
- Il problema è che, espressamente, Gesù mette in risalto che l’uomo ferito era un giudeo – abitante della Giudea – mentre colui che si fermò e lo aiutò era un samaritano – abitante della Samaria –. Questo particolare ha una grandissima importanza per riflettere su un amore che si apre a tutti. I samaritani abitavano una regione che era stata contaminata da riti pagani, e per i giudei ciò li rendeva impuri, detestabili, pericolosi. Difatti, un antico testo ebraico che menziona nazioni degne di disprezzo si riferisce a Samaria affermando per di più che «non è neppure un popolo» (Sir 50,25), e aggiunge che è «il popolo stolto che abita a Sichem.»
Con la parabola del buon samaritano si cerca di dimostrare che non importa essere cristiani o ebrei per essere degni di Dio. Basta, come dice Anderson nella sua costituzione massonica, essere buoni.
Anche qui, dato che stiamo parlando di morale, la confusione impera. Cosa significa essere buoni?
Chiunque abbia vissuto nelle culture non cristiane e non occidentalizzate, può rendersi conto come il concetto del bene e del male, del bello e del brutto, sono codificati dalla religione o dalla credenza della comunità. Il missionario padre Clemente Vismara racconta che, all’inizio del secolo scorso, arrivando in un villaggio della Birmania constatò che i mariti mangiavano da soli, mentre le mogli e i figli per nutrirsi dovevano sperare che l’uomo lasciasse qualche resto. Quando padre Vismara fece notare a una donna l’ingiustizia, lei ne fu sorpresa. Questo comportamento in tutto il villaggio era ritenuto naturale.
Tornando alla parabola del buon samaritano, non trovo niente che possa far pensare i pagani come un popolo di buoni e gli ebrei tutti cattivi. Questo lo può pensare solo una persona incapace di leggere nell’animo umano. I buoni e i cattivi (secondo i nostri canoni) li troviamo in tutte le culture, società e famiglie. Anche tra i boia c’è quello che si preoccupa di far soffrire il meno possibile e quello che se ne frega se la lama della scure taglia in malo modo il collo del condannato. Dunque, pensare che tutti i credenti sono buoni e gli atei tutti cattivi, e viceversa, è pura idiozia. I buoni e i cattivi non hanno patria, colore di pelle, sesso e religione.
Per la società e per l’individuo la religione rappresenta il binario della vita, non le tendenze caratteriali dei singoli. Dato che le mele marce si trovano in ogni angolo della terra, attraverso la dottrina cristiana si indica la strada migliore per non deragliare.
Per il vero cristiano una società che non rispetta i deboli non è degna di essere definita civile. Checché ne dicano i neo-comunisti e masso-laicisti bergogliani, con dati storici alla mano possiamo affermare che in duemila anni il cattolicesimo, a differenza delle altre dottrine e delle ideologie, ha prodotto molte più luci che ombre. I diritti umani emanati nel 1948 non esisterebbero senza la dottrina cristiana.
Bergoglio non parla di ateismo, ma mettere Gesù Cristo allo stesso livello di Pachamama e di altre religioni significa azzerare, oltre al messaggio più a misura d’uomo, l’aspetto salvifico del Figlio di Dio. Quindi, escludendo le poche verità, le mezze verità, le menzogne, le inconsistenze e tutti i girigogoli che escono dalla penna e dalla bocca del vescovo di Roma, dobbiamo dedurre che in Vaticano comanda un ateo. Se così non fosse, chiediamo venia. Ma umilmente da Bergoglio vorremmo che commentasse urbi et orbi almeno i seguenti passi evangelici: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” – “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.”
- Ma la storia sta dando segni di un ritorno all’indietro. Si accendono conflitti anacronistici che si ritenevano superati, risorgono nazionalismi chiusi, esasperati, risentiti e aggressivi. In vari Paesi un’idea dell’unità del popolo e della nazione, impregnata di diverse ideologie, crea nuove forme di egoismo e di perdita del senso sociale mascherate da una presunta difesa degli interessi nazionali.
Gli italiani e gli europei sono esasperati non perché nazionalisti e razzisti, ma perché sono sempre più poveri e i propri governi privilegiano gli immigrati irregolari, sostenendoli economicamente con i soldi dei cittadini autoctoni. Chiediamo a Bergoglio coerenza: butti giù le Mura leonine e accolga in Vaticano tanti immigrati irregolari da gettare nella disperazione i religiosi e i laici che vi lavorano.
In questo periodo storico di immensi sconvolgimenti sociali, morali e economici abbiamo bisogno di una papa illuminato da Dio. Bergoglio non parla mai di salvezza dell’anima, e non ha mai (per quanto mi risulta) ricordato la prima lettera ai Corinzi: “Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede”. Negare la divinità di Cristo non tradisce solo i cristiani, ma tutti i popoli del mondo. Senza il messaggio evangelico miliardi di persone di tutte le culture e classi sociali sono condannati alla barbarie.
I non cristiani non conoscono il vero messaggio di Cristo, perché vengono ingannati dai propri religiosi e governi. Chiunque lo abbia conosciuto e meditato si è convertito a Cristo, musulmani, indù, confuciani, ecc. Il mondo ha fame di Vangelo, e se Bergoglio rifiuta di annunciarlo significa che lo considera dannoso. Una bestemmia imperdonabile che dovrebbe spingere alla ribellione i fedeli cristiani di tutte le chiese.
Agostino Nobile
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(Immagine di Marco Matteucci)
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Tag: enciclica, fratelli tutti, Massoni, nobile
Categoria: Nobile
Don Pietro Paolo, faccio seguito alla sua del 21 ottobre 10,51.
La ringrazio della risposta, ma l’argomento, almeno per me, resta piuttosto spinoso. La risposta “classica” mi sembra troppo scontata: Dio il bene lo vuole e il male lo permette. E così Dio avrebbe creato l’uomo libero per “permettergli” di farsi del male?
Lo chiedo un po’ scherzando è un po’ sul serio: perché l’uomo non è stato creato non libero e quindi indirizzato a fare solo il bene? Adamo non stava già bene con Eva prima dell’episodio della mela? Non era già ad immagine e somiglianza di Dio? Che gli mancava? Perché una prova destinata al fallimento? Che la libertà dell’uomo sarebbe diventata una tragica imperfezione, Dio lo sapeva? E Dio sapeva che avrebbe dovuto auto-costringersi a “permettere” il male?
Creando l’uomo libero, Dio non creato un elemento sottratto alla Sua volontà? Se per definizione Dio vuole soltanto il bene, come si configura l’uomo che tale volontà può infrangere per volgersi al male se non come un elemento contrapposto? Nella libertà conferita all’uomo allignava già la contrapposizione/disobbedienza? Dunque nella volontà Dio era compresa tale contrapposizione, ragion per cui si ripiega sulla permissione?
Se ne deve concludere che Dio permette ciò che non vuole?
Enrico scindiamo due aspetti fondamentali :
1) la creazione dell’uomo libero, anche di rifiutare Dio, “prima” della cacciata dal paradiso terrestre;
2) il permettere all’uomo di farsi del male “dopo” la cacciata dal paradiso terrestre.
Il secondo aspetto è il piu’ semplice ed è possibile illustrarlo con un esempio “fantascientifico”: immagini che la terra, la materia, sia un carcere di massima sicurezza in cui siamo stati gettati per espiare le nostre colpe commesse mentre eravamo nella condizione spirituale, o meglio nella condizione di materia pienamente spiritualizzata. Si vorrebbe tornare lassù – cielo in aramaico significa anche spirito, per cui il Padre Nostro che Gesu’ ha insegnato voleva essere “Padre Nostro che sei negli spiriti…..sia fatta la tua volontà come in Spirito (cielo) così in terra..- ma per poterlo fare bisogna purificarsi, qui nella materia “dalla” materia , e questo è possibile farlo solo con sofferenza e dimenticanza del proprio ego. Quello che quindi qui siamo chiamati a fare è intraprendere la buona battaglia per il bene e, in questa “palestra”, il male è stato permesso affinchè noi lo rifiutassimo e lo combattessimo a costo del sacrificio della nostra parte puramente materica, questo corpo pieno di voglie e difetti.
La risposta al primo punto è più spinosa ma alla luce di quanto detto forse meno oscura.
Il serpente disse alla donna : «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male»
…. conoscendo il bene e il male, qui già c’è qualcosa che non torna perché sappiamo che non hanno conosciuto il bene ma solo il male, eppure è Dio stesso che ribadisce il concetto più sotto, dopo averli cacciati, dicendo : “Ecco l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male”.
Quindi quel conoscere il bene il male non è una conoscenza come la intendiamo noi oggi ma va interpretata nel senso di “giudicare cosa sia bene e cosa sia male” cioè «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, ergendovi da soli a valutare cosa sia bene e cosa sia male ».
E’ la nascita della parolina più deleteria in termini spirituali :“IO” e questo è confermato subito sotto “Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.” e lo capisce subito anche Dio «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?».
La dimensione della cacciata è quindi puramente simbolica, spirituale non fisica, tant’ è che gli animali, mai cacciati dal paradiso terrestre, Adamo ed Eva se li sono comunque ritrovati di qua assieme a tutto il resto della creazione, solo che le condizioni mentali e spirituali erano mutate, il corpo pesava e il lavoro, diversamente da prima, pure, perchè non si è più in grado di contemplare ma solo di prendere.
Dio non si è mai mosso , è sempre lì, siamo noi che ce ne allontaniamo, come il figliol prodigo, e siamo noi che dobbiamo lottare per tornare, perchè Lui non verrà mai a cercarci, come non ha fatto il padre con il figliol prodigo, avendo scelto noi stessi di andarcene.
Mi rendo conto che l’argomento è abissale, Enrico, e lo spazio qui è poco, ma spero di aver dato uno spunto di riflessione alle sue intelligenti domande.
Grazie.
Il male è solo privazione di bene; ogni colpa, dalla più lieve fino ai peccati mortali, sul piano onto-logico sono nulla; un nulla dove sarebbe dovuto esserci un bene (cioè quell’ ente ordinato al giusto fine in quella situazione voluta dal Creatore) e quidi una colpa. Niente e nessuno può “contrapporsi” a Dio, che è puro atto d’ essere. Diavoli e uomini che hanno rinunciato alla Grazia, non, perciò, sono qualche cosa di “alternativo” a Dio e alla Sua Volontà. Il male è come un compito scolastico non fatto; chi lo ha voluto? Il cattivo alunno NON ha voluto compiere il proprio dovere. E siccome la volontà nella creatura implica avvertenza, la mancanza causa sofferenza. Se la perfezione di un albero sta nel suo esser albero, nell’ uomo la perfezione sta anche nel volere essere un uomo buono (cioè uniformarsi alla Volontà del Creatore), e in ciò non c’ è alcuna “imperfezione”. Adamo ed Eva hanno, a un certo punto, smesso di volere cio’ che avrebbero dovuto continuare a volere; non hanno cioè più voluto stare nell’ Eden (il “luogo” coincidente con la volontà di Dio per le sue creature, ovvero il luogo del bene naturale, cioè proprio degli esseri umani).
Il Regno, che, grazie alla Redenzione, possiamo, cioè dobbiamo, volere non è più il luogo del bene naturale perso col peccato originale, ma una condizione assai migliore (cioè più vicina ancora alla volontà di Dio).
Naturalmente rimane, per noi viatori, tutto il mistero, diciamo della condivisione del dolore, come per esempio nel caso della cosiddetta “sofferenza vicaria”.
Enrico,
Cercherò di rispondere alle sue domande:
1.perché l’uomo non è stato creato non libero e quindi indirizzato a fare solo il bene?
Questo dovrebbe chiederlo direttamente a Dio. ” O uomo, tu chi sei per disputare con Dio? Oserà forse dire il vaso plasmato a colui che lo plasmò: «Perché mi hai fatto così? ” ( Rm 9,20).
2Adamo non stava già bene con Eva prima dell’episodio della mela? Non era già ad immagine e somiglianza di Dio? Che gli mancava?
Gli mancava di essere come Dio, un desiderio connaturato all’uomo che vuole avere sempre di più. Tutti tendiamo al di più, desiderio di infinito.
3. Perché una prova destinata al fallimento? Che la libertà dell’uomo sarebbe diventata una tragica imperfezione, Dio lo sapeva?
Certo che lo sapeva, Dio sa tutto anche quello che per noi è futuro, Lui è eterno presente. E proprio perché sapeva, aveva predisposto anche la medicina sanante e riparatrice: Gesù Cristo, “Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi” (1Pt 1, 20).
La libertà non consiste nello scegliere il bene o il male, altrimenti Dio che è Somma libertà potrebbe fare anche il male
cosa del tutto impossibile.
Per quanto riguarda la prescienza divina e la sua permissione degli eventi maligni nel tempo e il perché nonostante la sua Onnipotenza non li impedisce, non gli so rispondere. Su questo, nOn ci è stato rivelato nulla. La nostra ragione ha i suoi limiti e Dio resta per noi il vero gran mistero
Penso ci sia una confusione di base. Dio Padre è il creatore di tutte le cose visibili ed invisibili. Nell’uomo, fatto a sua immagine e somiglianza
Penso ci sia una confusione di base. Dio Padre originariamente è il Creatore di tutte le cose visibili ed invisibili. Nell’uomo, fatto a sua immagine e somiglianza, ha infuso una scintilla divina che ci fa partecipi della sua natura. Il peccato originario ha offuscato la conoscenza dataci dalla suddetta scintilla e ci rende inclini al ‘peccato’. Gesù, Dio incarnato, con la sua obbedienza estrema al Padre (meditate un po’ sul terribile Sacrificio divino x favore) ci dà la possibilità di riparare al terribile errore di Eva. E tale obbedienza è talmente perfetta che addirittura rende Fratelli di Gesù, ed in Lui figli di Dio, chi accoglie ed ama Gesù Cristo. ‘Chi è mia madre, mio fratello? Chi fa la volontà del Padre.’ S. Paolo lo dichiara quando parla della ‘felix culpa’. Il battesimo serve ad eliminare dalla nostra anima il terribile macigno del peccato originale che ci impedisce di orientarci a Dio e che evidentemente chiude le porte del Cielo, come è stato sino alla risurrezione di Gesù. Quindi la fratellanza universale puramente umana è tutt’altra cosa dalla fratellanza in Cristo Gesù dei cattolici romani. Ed anche tra i battezzati non si può parlare di vera fratellanza Cristiana se non si fa la volontà di Dio Padre predicata nel Vangelo. Per questo Gesù ha istituito anche il sacramento della riconciliazione: x riparare all’allontanamento volontario o accidentale dalla Casa del Padre. Sacramento cui non possono accedere i non battezzati. Penso che bisogna di nuovo impugnare saldamente in catechismo della Chiesa Cattolica e pregare xchè Dio, nella sua incomprensibile x noi misericordia, operi in noi e in tutti ‘gli uomini di buona volontà’ miracoli di conversione. Un’ultima osservazione: il Padre Nostro è stato insegnato da Gesù ai discepoli, nelle sinagoghe ebraiche si pregava diversamente, e tutte le religioni a differenza della fede cattolica, non chiamano Dio :’Padre’.Penso ci sia una confusione di base. Dio Padre originariamente è il Creatore di tutte le cose visibili ed invisibili. Nell’uomo, fatto a sua immagine e somiglianza, ha infuso una scintilla divina che ci fa partecipi della sua natura. Il peccato originario ha offuscato la conoscenza dataci dalla suddetta scintilla e ci rende inclini al ‘peccato’. Gesù, Dio incarnato, con la sua obbedienza estrema al Padre (meditate un po’ sul terribile Sacrificio divino x favore) ci dà la possibilità di riparare al terribile errore di Eva. E tale obbedienza è talmente perfetta che addirittura rende Fratelli di Gesù, ed in Lui figli di Dio, chi accoglie ed ama Gesù Cristo. ‘Chi è mia madre, mio fratello? Chi fa la volontà del Padre.’ S. Paolo lo dichiara quando parla della ‘felix culpa’. Il battesimo serve ad eliminare dalla nostra anima il terribile macigno del peccato originale che ci impedisce di orientarci a Dio e che evidentemente chiude le porte del Cielo, come è stato sino alla risurrezione di Gesù. Quindi la fratellanza universale puramente umana è tutt’altra cosa dalla fratellanza in Cristo Gesù dei cattolici romani. Ed anche tra i battezzati non si può parlare di vera fratellanza Cristiana se non si fa la volontà di Dio Padre predicata nel Vangelo. Per questo Gesù ha istituito anche il sacramento della riconciliazione: x riparare all’allontanamento volontario o accidentale dalla Casa del Padre. Sacramento cui non possono accedere i non battezzati. Penso che bisogna di nuovo impugnare saldamente in catechismo della Chiesa Cattolica e pregare xchè Dio, nella sua incomprensibile x noi misericordia, operi in noi e in tutti ‘gli uomini di buona volontà’ miracoli di conversione. Un’ultima osservazione: il Padre Nostro è stato insegnato da Gesù ai discepoli, nelle sinagoghe ebraiche si pregava diversamente, e tutte le religioni a differenza della fede cattolica, non chiamano Dio :’Padre’.
Penso ci sia una confusione di base. Dio Padre originariamente è il Creatore di tutte le cose visibili ed invisibili. Nell’uomo, fatto a sua immagine e somiglianza, ha infuso una scintilla divina che ci fa partecipi della sua natura. Il peccato originario ha offuscato la conoscenza dataci dalla suddetta scintilla e ci rende inclini al ‘peccato’. Gesù, Dio incarnato, con la sua obbedienza estrema al Padre (meditate un po’ sul terribile Sacrificio divino x favore) ci dà la possibilità di riparare al terribile errore di Eva. E tale obbedienza è talmente perfetta che addirittura rende Fratelli di Gesù, ed in Lui figli di Dio, chi accoglie ed ama Gesù Cristo. ‘Chi è mia madre, mio fratello? Chi fa la volontà del Padre.’ S. Paolo lo dichiara quando parla della ‘felix culpa’. Il battesimo serve ad eliminare dalla nostra anima il terribile macigno del peccato originale che ci impedisce di orientarci a Dio e che evidentemente chiude le porte del Cielo, come è stato sino alla risurrezione di Gesù. Quindi la fratellanza universale puramente umana è tutt’altra cosa dalla fratellanza in Cristo Gesù dei cattolici romani. Ed anche tra i battezzati non si può parlare di vera fratellanza Cristiana se non si fa la volontà di Dio Padre predicata nel Vangelo. Per questo Gesù ha istituito anche il sacramento della riconciliazione: x riparare all’allontanamento volontario o accidentale dalla Casa del Padre. Sacramento cui non possono accedere i non battezzati. Penso che bisogna di nuovo impugnare saldamente in catechismo della Chiesa Cattolica e pregare xchè Dio, nella sua incomprensibile x noi misericordia, operi in noi e in tutti ‘gli uomini di buona volontà’ miracoli di conversione. Un’ultima osservazione: il Padre Nostro è stato insegnato da Gesù ai discepoli, nelle sinagoghe ebraiche si pregava diversamente, e tutte le religioni a differenza della fede cattolica, non chiamano Dio :’Padre’.
@ Luigia.
“Padre Nostro”: il fatto che ebrei e altre religioni non riconoscano Dio come Padre, non significa che la Verità, rivelata da Gesù, sia una sola per tutti:
Dio = SS. Trinità = Padre, Figlio e Spirito Santo.
Padre… ma Padre di chi? Solo dei cristiani? Non si chiamerebbe così, essendo il Dio unico, Creatore di tutte le cose.
Mi sembra perfino banale…
Ma se questo non la convince, riporto anche per lei le parole di Benedetto XVI:
“Il Dio in cui noi cristiani crediamo è il Creatore e Padre di tutti gli uomini, a partire dal quale tutte le persone sono tra loro fratelli e sorelle e costituiscono un’unica famiglia.”
Il Signore ha dato mandato agli apostoli di annunciare il Vangelo a tutte le nazioni e di battezzarle nella fede al Dio Uno e Trino.
Non ha dato il mandato di convertirle.
Questa è una libera risposta dell’anima.
O vogliamo essere come i musulmani?
Sennonché in Marco 1, 14-15 troviamo che:
“Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Mi diceva un anziano e coltissimo parroco che la traduzione più corretta di “il regno di Dio è vicino” è “il regno di Dio si è avvicinato” , cioè Dio ha annullato quella distanza incolmabile per l’uomo mandando il suo Figlio Unigenito.
Esatto, almeno provarci….ma mi sembra che non si tenti nemmeno la via della conversione….
Libera risposta dell’anima che tuttavia non può prescindere dalla Verità.
Solo che la Verità, a meno di non essere schizofrenici o come nel caso dei massoni, satanici, “obbliga”, ed è proprio questo che l’uomo fattosi Dio non tollera.
“A maggior forza e a miglior natura; liberi soggiacete;..”
fa dire Dante a Marco Lombardo nel purgatorio…”liberi soggiacete ” un ossimoro abbacinante che svela la maestà di Dio, che inchioda la creatura uomo al riconoscimento di quella maestà la quale può essere negata solo per l’orgoglio luciferino di non riconoscere altro dio all’infuori dell’ Io.
L’umiltà quindi come primo requisito, l’onestà intellettuale come secondo, il sacrificio della rinuncia di sè come terzo, poi tutto va verso Cristo Re.
il quesito di Enrico e’ ben fondato ed eterno e don Pietro Paolo ha
ben risposto, ma il problema restera’ sempre insoluto se non rimette al centro il concetto che Dio non si sarebbe incarnato in Cristo se l’uomo avesse potuto salvarsi da solo.
Le religioni rivelate, in cui Dio parla direttamente all’uomo, sono l’ebraismo e il cristianesimo , nell’islam gia’ si passa ad un mediatore, l’arcangelo, tutte le altre sono aspirazioni umane per cercare di tornare al paradiso terrestre da cui siamo stati cacciati….e’ nostalgia che poi si formalizza in riti, ma comunque, anche questa, a volte, stimolante e feconda per l’ aspirazione a salire piu’ in alto.
Ma la domanda di Enrico resta: e’ giusto che non arrivi alla salvezza chi non ha conosciuto Cristo ?.
Problema antico che la prima Chiesa ha risolto nel credo apostolico – “…discese agli inferi il terzo giorno risuscito’ da morte. ” – affermando la salvezza di quei giusti che Lo avevano preceduto – Rifeo, pagano, nella Divina Commedia e’ in paradiso e cosi’ Catone Uticense, morto suicida per un senso di giustizia , e’ destinato al paradiso dal purgatorio in cui si trova -.
Dio ha usato da allora la Sua misericordia mandando Suo Figlio per illuminare una strada oscura e piena di trabocchetti satanici
– se si dimentica l’ Oppositore e’ sconfitta sicura ! -,
ma poi, dopo che Dio si e’ addirittura incarnato, le scuse sono finite per tutti, sia per coloro che Lo hanno conosciuto, sia per coloro che avrebbero potuto conoscerLo e non hanno voluto, e sopratutto per coloro che avrebbero dovuto farLo conoscere e hanno rinunciato a farlo in nome di un “fratelli tutti” che si risolvera’…e’ matematico…lo vedremo a breve , come gia’ in passato, in un ” homo omini lupus”.
E per quelli che ancora non Lo conoscono ?….cercare di farglieLo conoscere…. poi Dio provvedera’ , come si diceva un tempo, senza tanti filosofemi del piffero per cercare di mettere insieme e far andare d’accordo il diavolo e l’acquasanta , i lupi e gli agnelli , il grano e la zizzania.
E tutto quanto detto, in ultima istanza – e sarebbe stata l’unica risposta per tutti –
si chiama semplicemente Fede.
Finalmente ci siamo.
Grazie alla nuova e unica religione mondiale, battezzata oggi in quella che una volta era la culla del Cattolicesimo (ormai estinto) e visto che la maggior parte delle guerre nel mondo sono provocate dalla religione, ora che le religioni sono in pace cesseranno le guerre e la fame e la concordia potrà finalmente regnare fra gli uomini. Quindi non sentiremo più parlare, già da oggi, di chiese bruciate, di cristiani perseguitati , di infedeli decapitati e sarà possibile, in ogni parte del mondo, pregare il dio che si vuole senza paura di essere uccisi.
Bellissimo articolo, di cui condivido ogni pensiero, apprezzando soprattutto l’aspetto del Cristo “alleato” dell’uomo, in mancanza del quale decade ogni possile promozione umana.
Senza di Lui una fratellanza vuota e banale !
Le risposte, di cui ringrazio, date da SE, Maria Cristina, Immaturo Irresponsabile e Mario ai miei quesiti sono risposte “canoniche” e quindi ineccepibili.
Ma forse, scendendo nella prassi, la faccenda non è così scontata come nel “canone”.
La testimonianza – soprattutto di comportamento ma anche verbale – può funzionare o non funzionare, ed il perché lo sa solo Dio. Se tramite la testimonianza del cattolico l’autore della conversione è pur sempre lo Spirito Santo, chi potrà trarre un giudizio definitivo su chi non si converte? E il momento della conversione non è esso stesso di “competenza” dello Spirito Santo? Chi può sapere se per una conversione ci vuole più o meno tempo? Chi può conoscere i modi in cui lo Spirito santo opera nelle anime?
Di più, non necessariamente la resistenza alla conversione del non cattolico è dovuto ad una sua caparbia resistenza o addirittura odiosa opposizione allo Spirito Santo, ed anzi, casi del genere sono probabilmente più unici che rari.
E qui mi fermo perché, a mio parere, l’argomento è delicatissimo: essendo in gioco il destino dell’anima sento di non poter procedere oltre con le mie limitate riflessioni.
Enrico,
il tuo problema, o meglio assillo, principale è se in Paradiso potrai ancora godere della compagnia dei tuoi vecchi amici samurai…
Tranquillo: qualcuno lo troverai sicuramente. Magari senza spada…
E non penso che sarai molto disposto a negare questa verità. Almeno questa concedimela…
Sayonara.
Come faccio a concederti ciò che … condividi con me?
E poi non è un assillo, tutt’altro!
E poi dovresti documentarti un po’ sul simbolismo della spada visto che san Paolo e san Michele Arcangelo sono raffigurati con una spada in mano. Non penserai che mi esercito nella spada giapponese per ammazzare la gente!
Ciao 😊
Mi scusi, dr Tosatti e “fratelli tutti”, il mio lungo commento.
Credo che tutti siamo fratelli in quanto tutto figli di Adamo ed Eva. Se non fossimo tutti figli di questi personaggi, che non a caso chiamiamo progenitori, non saremmo tutti nati col peccato originale che purtroppo hanno lasciato in eredità ( che bella eredità?..) a tutti i loro discendenti . Cari stilcuriali, tante chiacchiere per niente, ma forse perché si conosce poco la Parola di Dio. Anche Adamo era figlio di Dio. L’evangelista Luca in 3, 38 scrive: “figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio”. Non a caso l’uomo è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio : “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (Gn 1, 27). Col peccato l’uomo perde l’immagine di Dio, ma non la somiglianza ( cfr Gn 5, 1). Il fatto che l’uomo abbia perso la Grazia e la comunione con Dio non HA CESSATO DI ESSERE SUO FIGLIO. La parabola del Padre misericordioso può essere letta anche in questa direzione. Lui è il Padre di tutti, del figlio prodigo e del figlio maggiore che era rimasto nella sua casa. In questo dramma, si situa il Figlio per “natura” di Dio, Gesù Cristo, che viene su questa terra per salvare l’umanità perduta e recuperare e maggiorare nell’uomo quello che il peccato aveva rubato, deturpato e cancellato. Anzi la sua opera supererogatoria ha innalzato l’uomo alla dignità di vero figlio di Dio (cfr. 1 Gv 3,1-3). Ovviamente questa condizione avviene solo se l’uomo si fa salvare da Lui e lo accetta come suo unico Signore. Se rimane lontano dal Padre e preferisce servire i porci, l’uomo certamente non si sarà salvato. Ora sorge una domanda: coloro che senza loro colpa non conoscono il Signore Gesù e quindi non lo hanno potuto seguire o non lo seguono sono tutti dannati? Così li considerava S. Agostino e Lutero. Lo stesso Agostino, vedendo l’assurdità di un tale pensiero, si inventò il limbo, condizione di felicità naturale. Ma anche volendo accettare una tale ipotesi, lo stesso limbo non sarebbe una condizione felice perché tradirebbe la naturale vocazione dell’uomo che è stato creato per Dio, eterna beatitudine e felicità dell’uomo. Fra l’altro cozzerebbe con l’affermazione della Sacra Scrittura secondo cui “Dio vuole che TUTTI gli uomini siano salvi” (1 Tm 2,4) e che Gesù è morto ha “sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di TUTTI” (Eb. 2,9). Allora, come giustamente ha scritto Mario, la salvezza di Gesù Cristo Dio la applica come lui vuole, ma in modo sconosciuto a noi, a persone che, pur non essendo cristiane senza loro colpa, si sono comportati rettamente secondo la morale naturale. Quanto detto non può vanificare l’azione evangelizzatrice, come qualcuno sbrigativamente ha accusato: “tanto tutti si salvano” . Questo non lo ha certamente detto o voluto il Concilio. Per cui, Resta comunque fondamentale che non c’è SALVEZZA AL DI FUORI DI GESÙ CRISTO e che la Chiesa Cattolica è il suo Sacramento, quindi per chi conosce Gesù bisogna che si faccia battezzare e viva la vita dello Spirito. E nessuno si illuda per il fatto di essere un battezzato: “POICHÉ TUTTI QUELLI CHE SONO CONDOTTI (O GUIDATI) DALLO SPIRITO DI DIO SONO FIGLI DI DIO” (Rm 8,14). Allora, tante discussioni su chi è il mio fratello, quando non so, leggendo questo versetto di S. Paolo, se neanche i battezzati sono tutti miei fratelli.
Per quanto riguarda la nascita delle altre religioni, certamente non sono volute da Dio, ma permesse (e che cosa non è permesso da Dio?). Le religioni, al di fuori del Cristianesimo, tranne quelle sataniche, nascono dal bisogno naturale che l’uomo ha di Dio. Di per se non sono negative, ma non hanno la verità intera. Del resto, il peccato originale, secondo noi cattolici di contro ai protestanti, non ha distrutto tutto il bene
Nell’uomo. La Chiesa Cattolica basa il dialogo con le altre fedi su quello che c’è di buono in loro. Nel dialogo si usano termini e atteggiamenti che non urtano l’interlocutore. Il dialogo, però, non deve menomare il dovere della Chiesa di evangelizzare e proclamare che Gesù è il Solo Salvatore e il Signore di tutti. Ritornando al discorso , che è diventato una polemica, se siamo tutti fratelli, non credo di dilungarmi di più. Una cosa però mi sento di dire: tante volte ho l’impressione che qualcuno, in nome del principio di elezione (io sono cristiano), imiti il fratello maggiore della parabola del figlio prodigo: rifiuta la fratellanza di uno che il Padre non ha cessato di considerare suo figlio. Ricordiamoci che l’anima che ogni uomo possiede, come scrisse Tertulliano nell’Apologeticum, “è naturalmente cristiana”
Don P.P.,
dov’è la differenza tra “Dio vuole” e “Dio permette”?
Non può darsi che si tratti di un escamotage verbale tutto umano?
In Dio, il volere e il permettere non potrebbero essere la stessa cosa?
Non siamo noi uomini che attribuiamo a Dio il volere o il permettere?
Davvero in Dio ci sarebbe la dicotomia volere/permettere?
Dio vorrebbe il bene e la pace e permetterebbe il male e la guerra?
Enrico Nippo ,
mi pare che la risposta ” classica ” sia che Dio non vuole coartare la libertà umana . Però poi si aggiunge che la (vera) libertà sta nello scegliere il bene …Però , se Dio vuole , pone un marchio su Caino affinchè le altre genti
che gironzolavano da quelle (?) parti non lo facessero fuori al solo vederlo…E quelle genti erano ugualmente (?) figlie di Dio ?
Adriana,
Il discorso che lei apra credo che sia molto difficile per trovare una spiegazione plausibile. Stando al testo biblico, e lo leggiamo così come presenta il racconto, sembra che esistessero altri esseri simili all’uomo prima di Adamo. In ogni caso, solo Adamo è stato creato da Dio e la Bibbia lo chiama “Figlio” di Dio e la discendenza di Caino si è estinta col diluvio universale. Noe’ era discendente di Adamo, per cui ominidi o altro non hanno niente a che vedere con gli uomini dopo il diluvio
Adriana,
Tenga presente anche che la Bibbia definisce quelle “genti”, come le chiama lei , fra le quali Caino aveva preso moglie, ” figlie degli uomini “, mentre sicuramente i discendenti degli altri figli di Adamo li chiama “figli di Dio”: “i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero”( Gn 6, 2). Chi sono questi “figli di Dio”? Stando alla Sacra Scrittura anche gli angeli sono definiti “figli di Dio”. Ma secondo il più sicuro e autorevole insegnamento che è quella di Gesù, gli angeli sono esseri spirituali asessuati e, quindi, non si accoppiano e non si sposano : “Quando risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli.” (Mt. 12,25). Allora questi “figli di Dio” che prendevano in moglie le figlie degli uomini non possono che essere i discendenti di Set o di altri figli di Adamo che si univano alle discendenti di Caino, chiamate ” figlie degli uomini”.
Don PP,
non si ( e mi ) complichi la vita con tante citazioni di traduzioni . Io chiedevo semplicemente di chi erano figli, nel senso di creati , quei numerosi umani che avrebbero potuto far fuori Caino . Forse da uomini non creati da D-o ma da qualcun altro ?
Enrico,
Dio non vuole che l’uomo pecchi, ma lo permette. Un conto è il volere di Dio e un conto è la libertà dell’uomo. Se la volontà di Dio coincidesse con la permissione, Dio sarebbe l’agente delle malefatte degli uomini e di tutto il male che c’è nel mondo e ciò è impensabile ed impossibile. Magari tutti facessimo la volontà di Dio! La terra sarebbe già il Paradiso. fiat volúntas Tua,
sicut in cælo, et in terra.
Adriana,
Cercando sempre di spiegare, forse da stolto, ma con nesso logico una narrazione biblica la cui ermeneutica non può esser la stessa di un qualunque libro storico contemporaneo, rispondo: tutto è stato creato da Dio, quindi anche “le genti” non adamitiche in questione. L’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio, e quindi con un’anima spirituale, è solo Adamo, Eva e la sua discendenza. Chi sono allora queste “genti” tra le quali va ad abitare Caino e che fra l’altro tra loro prende in moglie? Forse Scimmie evolute con un’anima animale ma non spirituale? Boh… lo sapremo nell’al di là
Enrico,
riguardo al tuo quesito “Volontà o Permissione di Dio”, con riferimento anche alle “altre religioni”, a mio modesto parere:
1) Volontà di Dio: ha per oggetto tutto ciò che è buono e il bene per l’uomo. Dio non può volere il male.
Farei inoltre due distinzioni (con terminologie non so quanto corrette):
– Volontà incondizionata = volontà deterministica che governa tutto l’universo e le sue leggi.
– Volontà condizionata = volontà limitata dalla libertà dell’uomo.
2) Permissione di Dio: ha per oggetto il male, con riferimento all’uomo (tentazione, peccato, prova, castigo, ecc.), e per fine il bene dell’uomo.
3) Altre religioni: Dio ha voluto che nell’anima di ogni uomo sia incisa, oltre alla Legge morale naturale, anche l’aspirazione al trascendente, quale spinta alla ricerca della verità.
Da questi presupposti è implicita la nascita delle “altre religioni”, più o meno buone a seconda dell’uso più o meno corretto di intelletto e volontà (= libertà) e delle “luci” da lui concesse a chi le merita.
Pertanto anche le “altre religioni” sarebbero la necessaria conseguenza di una Volontà originaria di Dio, per il bene dell’uomo e tuttavia nel rispetto della sua libertà. Sarebbero quindi il frutto di quella che io definisco “Volontà condizionata di Dio” [di cui al punto 1)].
Padre, Lei è l’unico che in questa pagina sinora abbia scritto parole sensate e sagge. Per questo la ringraziamo.
personalmente ritengo che Papa Francesco sottovaluti il pragmatismo islamico. La religione cattolica nel ‘600 in Spagna si scontro’ pesantemente con il Mondo islamico. Il professore decapitato a Parigi deve farci riflettere perche’ la fratellanza nel mondo islamico e’ sottomissione ed egalitarismo e sopratutto e’ rispetto fanatico di maometto. C’e’ un problema di interpretazione delle parole. Da noi la liberta’ di parola ed espressione ha un certo significato, nei paesi islamici e’ tutto diverso. Questo Papa quando si interfaccia con I capi islamici non riesce a vedere il loro fanatismo. C’e’ da aver paura solo all’idea di tornare ad uno stato regolato dalla religione come era lo Stato Della Chiesa e come e’ la Turchia. Lo Stato deve essere laico e regolato da leggi laiche e democratiche. Se nel nostro Stato un cittadino vuole sposare “sorella poverta’” e diventare Santo all’interno di una istituzione religiosa deve essere lasciato libero di farlo. Viceversa non possiamo permettere che la parola religiosa si trasferisca sulla gente con il pragmatismo auspicato dagli islamici. Quindi direi “fratelli tutti” ma “in liberta’” e senza fanatismo e prevaricazione. E ricordiamoci che I cristiani vengono considerati nelle sacre scritture il “lievito”. Non tutti devono essere lievito, qualcuno dovra’ fare da pasta no? Quindi state un po tranquilli, in Italia possiamo vantare il “take it easy” senza rischiare una “fatwa” e una decapitazione….
Sig. MARIO, non si è accorto, dai 2 commenti sotto, che ha un omonimo (abituale frequentatore di questo blog)?
Per evitare equivoci, la inviterei gentilmente a modificare il suo nome.
Grazie.
Profezia del monaco ortodosso Padre Paisios del Monte Athos (1924-1994)
Alcuni anni prima della sua morte, un monaco cattolico fece un viaggio in Grecia arrivando al monastero di Padre Paisios, sul Monte Athos. Vi rimase per qualche tempo avendo vari incontri con l’anziano Padre Paisios, parlando nelle diverse conversazioni su vari temi ed anche sul futuro dell’Europa. Ecco alcuni estratti del dialogo fra in due monaci:
Paisios: “OGGI LA SITUAZIONE DELLE CHIESE È MOLTO GRAVE. Non lo capiscono, ma è così. Ci aspettano molte prove. Fra pochi anni CI SARÀ UNA GRANDE PROVA: i pii saranno duramente provati; ma durerà poco, per fortuna; poi non ci sarà più nemmeno un infedele. L’EUROPA DIVENTERÀ UNA GRANDE POTENZA, AVRÀ UN CAPO EBREO; NON SOLO, MA CERCHERANNO ANCHE UN CAPO SPIRITUALE PER AVERE PIÙ FORZA E SARÀ IL PAPA, IL QUALE METTERÀ ASSIEME TUTTI, CATTOLICI, PROTESTANTI, FIGLI DEL DIAVOLO (è una setta americana presente pure in Grecia), MUSSULMANI… Li metterà insieme lasciando a ciascuno libertà… Viviamo in tempi di Apocalisse, siamo come al tempo di Noè; lo prendevano in giro… Oggi nessuno ci crede, ma siamo al colmo. I pii avranno grandi prove, ma il tempo sarà breve. Queste cose sono chiaramente annunciate da Ezechiele e Zaccaria….”.
Il monaco cattolico: “Padre, lei crede che il papa possa giungere a questo punto?”.
Padre Paisios: “CERTO, AVVERRÀ QUESTO. CI SARÀ UNA GRANDE CATASTROFE, ma poi tempo di pace e più nessun infedele, anche gli ebrei si convertiranno. FRA POCO SUCCEDERÀ QUESTO. VOI COME VI COMPORTERETE QUANDO IL PAPA FARÀ COSÌ?”.
Il monaco cattolico: “Il nostro superiore dice che se il Papa non segue l’Evangelo non lo si può seguire…”.
Padre Paisios: “L’unione verrà, ma prima avremo la tribolazione e la catastrofe. Noi intanto dobbiamo mirare in alto, sì, la pietà…”.
“Anche qui in Grecia alcuni preti vogliono vestire come la gente del mondo o le monache avere la veste più corta o a mezza manica… Una volta è venuto un prete, l’ho portato fuori vicino all’ulivo e ho tolto tutte le foglie dell’ulivo e gli ho detto: Sta ora a vedere che ne sarà di quell’ulivo! È come se si cava un sasso da un muro di una casa. Lì per lì non succede niente, ma pian piano entra acqua esce un sasso dopo l’altro e infine la casa va in rovina”. [….] “L’apocalisse parla chiaro… parla di anticristo e di Babilonia, che è Roma”.
Il monaco cattolico: “Padre, sono d’accordo con quanto lei pensa, ma sul fatto della grande prova che verrà fra pochi anni, non capisco bene….”.
Padre Paisios: “NON DICO FRA 2-3 ANNI ESATTAMENTE, MA CERTAMENTE PRESTO, PRESTO, SIAMO AL COLMO, AL TEMPO DI NOÈ…”.
Il monaco cattolico: “… Poi per il Papa, lei crede che giunga a questo punto? Il nostro superiore dice che, a parte tutto il peccato, è vescovo di Roma: noi crediamo nella sua benedizione”.
Padre Paisios: “Certo è capo, è vescovo, NON VI DICO DI FARE INSURREZIONI, MA LA VERITÀ NON SI PUÒ CAMUFFARE… Se mio padre è ubriaco o adultero, non posso passarlo sotto silenzio. Bisogna cercare le vie dello Spirito per aiutarlo a capire, ma con pietà: come, se e quando Dio lo vuole… NON CI SI PUÒ NASCONDERE CHE C’È MOLTA MASSONERIA E SIONISMO A ROMA, C’È GRANDE CORRUZIONE, C’È LA MENTALITÀ DEL MONDO… Guarda, lo crederesti che il patriarca Atenagora era un massone? Nemmeno io lo credevo, ma mi hanno portato i documenti con i suoi gradi di massone e i certificati della pensione che recepiva come massone. Non dobbiamo insorgere, ma servire la verità e non piegarci al mondo… LA CHIESA NON È LA BARCA PERSONALE DI QUALCUNO, NÉ DEL PAPA, NÉ DEL PATRIARCA, NÉ DEL VESCOVO. NESSUNO PUÒ FAR TACERE LO SPIRITO NELLA CHIESA, NEI FEDELI. DOVREMO PATIRE MOLTO, MA SARÀ BREVE LA PROVA e poi non ci sarà più ateo o incredulo… questa è una grande consolazione”.
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“Siate sempre più buoni cattolici, l’unità la fanno uomini uniti con Dio.” († Padre Paisios)
Il Vangelo non può essere contraddetto.
Faccio solo un esempio.
Noi siamo figli di Dio e quindi fratelli solo ed esclusivamente in Cristo.
I non battezzati sono creature di Dio sicuramente, ma non fratelli.
Infatti Gesù cosa dice ai suoi apostoli?
andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato…
La grande missione di far discepoli tutti i popoli, figli dell’unico e vero Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo è attuale anche oggi.
Siamo sempre all’inizio del mandato poiché in molti luoghi deve essere intrapresa, ma anche perché in altre terre deve essere ri-cominciata da capo.
Quale necessità ci sarebbe stata, da parte di Gesù, di mandare in Missione i suoi apostoli per insegnare, battezzare, fare discepoli …., se comunque a prescindere siamo tutti fratelli?
Che necessità aveva di venire, farsi crocifiggere …?
Gesù disse ancora ai suoi:
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città.
Quindi se non viene accettato l’insegnamento, non debbo sottomettermi anzi.
Raffaella,
mi sembra che lei si contraddica:
– prima afferma: “I non battezzati sono creature di Dio sicuramente, ma non fratelli.”
– subito dopo dice: “La grande missione di far discepoli tutti i popoli, figli dell’unico e vero Dio che è Padre,…”
Dunque se tutti gli uomini sono figli di un unico Padre, necessariamente sono anche tutti fratelli. Mi sembra…
Invece di seguire le sue elucubrazioni, le consiglierei di ascoltare cosa dice per es. Benedetto XVI:
“Il Dio in cui noi cristiani crediamo è il Creatore e Padre di tutti gli uomini, a partire dal quale tutte le persone sono tra loro fratelli e sorelle e costituiscono un’unica famiglia.”
“Un’unica famiglia” con familiari di seria A, i cattolici, e di serie B tutti gli altri?
“Un’unica famiglia” il cui il Creatore e Padre discrimina le sue creature/figli?
Buongiorno dottor Tosatti, ci deve essere un problema sulla pubblicazione di mons. Giampaolo Crepaldi, non appaiono i commenti pubblicati.
Possono porsi alcune domande:
se la Verità la possiede soltanto il Cattolicesimo nella persona di Gesù Cristo, che Si presenta appunto come Via, Verità e Vita, come occorre considerare le altre religioni? A questa domanda di ordine principiale non può non seguirne un’altra di ordine terreno: se soltanto i cattolici hanno la Verità che può redimerli (può, non certamente li redime, poiché occorre vedere cosa ne fanno della Verità), a quale destino vanno incontro i miliardi di esseri umani che seguono le altre religioni?
Fatta eccezione per gli eccessi cui una religione può condurre alcuni suoi esaltati seguaci (eccessi dai quali nemmeno il Cattolicesimo è esente), ogni religione, secondo il suo modo, addita la/le divinità che trascendono l’essere umano e possono redimerlo. Si tratta tout court di religioni false in tutto e per tutto?
E’ plausibile, incontrando un musulmano, un buddhista, un induista etc., ciascuno dei quali ha dietro le spalle secoli di tradizione della sua religione, dirgli o fargli capire più o meno così: guarda che la religione che segui è falsa, fino ad oggi ti sei ingannato come pure tutti i tuoi antenati. Abbandonala e vieni con me, perché io sì che conosco la verità?
Credo che l’approccio giusto sia quello usato da San Paolo nel discorso dell’Areopago.
Atti 17,23 : –Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un’ara con l’iscrizione: Al Dio ignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio.–
Ma scusa Enrico Nippo, secondo te gli Apostoli e San Paolo non dicevano proprio questo ai Pagani del loro tempo : la vostra fede in Artemide o in Afrodite o in Dioniso non vi porta alla salvezza , l’ unico Salvatore e’ Gesu’ Cristo Signore?
E Gesu’ stesso non dice forse nel Vangelo chi crede in ME avra’ la vita eterna ? Dunque Gesu’ e i primi apostoli si sono sbagliati , hanno detto Potevano lasciare tranquillamente i Pagani alle loro credenze?
Alla domanda quale e’ la vera fede si dovrebbe forse rispondere: vanno bene tutte? in Cristo o in Buddha o nella dea Kali’ o nel pastafarianesimo?
Certo che se incontro qualcuno che crede nella dea Kali e’ plausibile che io gli dica guarda che la religione che segui e’ falsa che e’ venuto al mondo il Salvatore, Gesu’ Cristo che forse tu non conosci.
O tu Enrico Nippo rinunceresti a convertire chiunque per rispetto delle sue ( false) credenze?
Non solo e’ plausibile, e’ un preciso dovere.
Enrico,
riguardo ai tuoi quesiti, io la penso sinteticamente(?) così.
1) Alla fine dei tempi ci sarà solo il Paradiso e l’Inferno e Dio Padre (attraverso Gesù) giudicherà tutti i suoi figli (100 miliardi circa finora) sulla base dell’obbedienza o meno alla “Legge morale naturale”, incisa da Dio nell’anima di ogni uomo e così sintetizzabile: ama il prossimo tuo come te stesso.
2) Noi cristiani abbiamo l’onore e l’onere di conoscere la Verità e quindi la motivazione profonda di questa obbedienza: corrispondere liberamente all’Amore di Dio, osservando le leggi stabilite da Lui per la nostra felicità (= pace). Alla stregua del figlio che dimostra di amare il padre attraverso l’obbedienza a lui.
3) In questa lotta tra bene e male, obbedienza e disobbedienza, Dio non ha abbandonato gli altri uomini in balia delle forze del male (perché l’umanità si sarebbe autodistrutta da un pezzo…), ma ha permesso (o voluto) lo svilupparsi di altre religioni che fossero di aiuto all’uomo nell’osservanza della “Legge morale naturale”.
4) L’evangelizzazione nei confronti di costoro, compito di ogni cristiano, non è prioritariamente un processo dialettico (“io sì che conosco la verità”) ma la testimonianza (evangelizzazione per “attrazione”) di un amore superiore a quello naturale, che induce l’altro a conoscerne le ragioni e quindi a convertirsi.
P.S. Questi convincimenti li ho maturati soprattutto dagli insegnamenti di Gesù nell’ “Evangelo come mi è stato rivelato” di Maria Valtorta.
Tutto chiaro e tutto condivisibile. E allora, oltre a mugugnare (a noi genovesi ci piace un mucchio), che si fa? E se queste cose dovrebbero “spingere alla ribellione i fedeli cristiani di tutte le chiese”, mi chiedo: quando ci ribelliamo e in quali forme?
Provo a rispondere alla domanda iniziale: “su quali basi dovremmo essere tutti Fratelli se non c’è un Padre comune?”
Il Padre comune naturalmente c’é, a questo i cattolici credono per fede, a prescindere dal fatto che i figli lo riconoscano. Questa cosa è anche comprensibile: non è che se io non conosco (o non riconosco) mio padre e mia madre, che mi hanno generato, smetto di essere loro figlio e mio fratello smette di essere mio fratello. Certo non mi comporto più da figlio o da fratello, ma questo non cancella un fatto né modifica il modo con cui mio padre e mio fratello mi considerano. Non divento loro estraneo. Io per fede credo che Dio sia padre di ciascuno, non semplicemente che sia padre mio.
Il battesimo non fa diventare poi figli degli estranei, non è come marchiare i vitelli per dargli un padrone. Il battesimo offre ai figli una via di salvezza che non è neanche l’unica. E’ in Cielo Platone o Socrate? Chi lo sa. Sono miei fratelli? Sì.
Questo non lo scrivo perché a cuor leggero si scelga di seguire strade diverse da quelle che ci indica la Chiesa, vie che hanno la loro fonte nei Sacramenti, ma perché quando un mio fratello (per motivi spesso misteriosi nei quali forse c’entro anch’io) affronta una traversata transoceanica a nuoto invece di prendere l’aereo io sono in pena per lui.
Anche un massone è quindi mio fratello, sebbene forse lui pensi di ricavare dalla fraternità molto più di quanto pensi di ricavarne io. Gesù stesso dice chi è suo fratello, sua sorella e sua madre, ma non per negare la fraternità originaria, bensì per aggiungervi la dimensione dell’amore che le dà pieno valore. Senza amore la fraternità non vale niente.
Attenzione, prego. La divinità di Cristo è una cosa, la sua resurrezione un’altra.
Essere cristiani significa credere nella Resurrezione di Cristo. Anche un buddista può affermare che il suo Budda sia divino.
Ma non può affermare che sia risorto.
CRISTO È VERAMENTE RISORTO !!!