DEL POZZO. NON È DETTO CHE IL BUON SAMARITANO SIA CRISTIANO…
9 Ottobre 2020
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, mi sembra interessante condividere con voi la riflessione che Luca Del Pozzo ha inviato nella rubrica delle lettere al Direttore de Il Foglio, sull’enciclica Fratelli Tutti, e sul modello a cui si ispira. E su quanto esso sia cristiano…buona lettura.
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Al direttore
– Giustamente Daniele Menozzi (nel Foglio di ieri) individua nella parabola del cosiddetto “buon samaritano” il modello che, per Francesco, dovrebbe condurre la chiesa a una rinnovata capacità di rendere nuovamente attrattivo il Vangelo agli occhi di un mondo che sempre più vive “etsi Deus non daretur”, per dirla alla Benedetto XVI.
Senza entrare nel merito dei molteplici atteggiamenti in cui in concreto il modello del “buon samaritano” si articola a seconda dei tanti problemi che affliggono la società, atteggiamenti tutti ultimamente riconducibili alla “fratellanza” nei confronti del prossimo, ciò che qui preme sottolineare è che non sembra essere stato sufficientemente messo a fuoco il cortocircuito, o se si vuole il limite di tale approccio: il fatto cioè che non c’è bisogno di essere cristiani per essere dei buoni samaritani.
Anzi, a dirla tutta non c’è neanche bisogno di essere credenti (come dimostrano per altro le tante, tantissime e lodevoli iniziative umanitarie, caritatevoli e di solidarietà assolutamente “laiche” sparse per il mondo).
Dal che la domanda, visto che l’obiettivo finale è rendere più attrattivo il Vangelo, se e in che misura il modello del “buon samaritano” sia il più adatto allo scopo.
Se cioè esso sia davvero in grado di far emergere il proprium del Vangelo o non si corra piuttosto il rischio di abbassare le pretese e le aspettative del messaggio evangelico, rendendo il cristianesimo un qualcosa di, tutto sommato, anonimo.
E’ difficile, per non dire impossibile, che ci si senta attratti da ciò che è alla portata di tutti.
Luca Del Pozzo
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Tag: del pozzo, enciclica fratelli tutti
Categoria: Generale
Se invece di essere l’uomo che scendeva da Gerusalemme, Gesù fosse il samaritano?
Un uomo scendeva da Gerusalemme ( la città santa) verso Gerico (la città del peccato) e i briganti fossero i peccati?
Il samaritano ( pagano) si prese cura dell’uomo salvandolo. Cristo si prende cura delle anime e le cura in continuazione come il samaritano dice all’ albergatore.
Il sacerdote e il levita rapprentano Isarele che ha rifiutato la salvezza non ricoscendo il Figlio di Dio, il quale si è rivolto ai pagani.
la domanda finale è : Ora i pagani si sono trasformati nel sacerdote e nel levita? Sia lodato Gesù Cristo.
Papa Francesco, scrivendo, nell’enciclica “Fratelli tutti” sul tema della solidarietà e fratellanza nei confronti del prossimo che, soprattutto in particolari momenti di crisi come quelli presenti, sono tanto necessarie per realizzare una sempre migliore convivenza tra tutti gli uomini della terra, individua nel comportamento tenuto dal “buon samaritano” nella nota parabola descritta nel Vangelo di Luca (10, 25-37) il modello da seguire.
Come è stato già fatto notare, una simile indicazione potrebbe portare alla facile conclusione che non c’è bisogno di essere cristiani per essere dei buoni samaritani o, ancora, non c’è bisogno di essere credenti, visto che il samaritano della parabola non risulta appartenere ad alcuna religione e tanto numerose sono, in tutto il mondo, le iniziative caritatevoli e di solidarietà operanti al di fuori di qualsiasi organizzazione religiosa, sicché il modello indicato da Papa Francesco non potendo costituire una caratteristica esclusiva del cristianesimo, essendo alla portata di tutti, finisce per relegare il cristianesimo, almeno nei limiti degli argomenti trattati nell’enciclica, nell’anonimato.
Potrebbe, al riguardo, osservarsi che alle conclusioni di cui sopra si può pervenire identificando nel “buon samaritano” il personaggio chiave della parabola, come emerge dall’esaltazione fattane da papa Francesco, laddove, invece, il vero protagonista è da individuarsi nel malcapitato anonimo viandante assalito dai briganti e lasciato morente sulla strada; in tale personaggio è, infatti, raffigurato Gesù Cristo, dato che Lui stesso ha detto (MT. 25, 31-46) che “qualsiasi cosa avrete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli” (perseguitati, affamati, profughi, ecc.) “l’avrete fatto a me”. Ai giorni d’oggi, purtroppo, si avverte come i cristiani siano sempre più propensi ad evitare di parlare del Gesù umiliato, offeso, deriso, flagellato e crocifisso, quasi avvertendone disagio.
Per concludere, restano sempre più attuali le parole scritte dal Cardinale Giacomo Biffi in una nota pastorale in preparazione al Congresso Eucaristico Nazionale del 1997; in tale occasione, così osservava: “ i discepoli di Gesù – stanchi del pesante onere della testimonianza al Crocifisso risorto che viene loro affidata nel battesimo – si riducono a parlare di pace, di solidarietà, di amore per gli animali, di difesa della natura ecc. Così il dialogo con i lontani……si fa meno irto e più spedito…..Il cristianesimo ridotto a pura azione umanitaria nei vari campi dell’assistenza, della solidarietà, del filantropismo, della cultura; il messaggio evangelico identificato nell’impegno al dialogo tra i popoli e le religioni, nella ricerca del benessere e del progresso…….la Chiesa del Dio vivente……..scambiata per un’organizzazione benefica….: questa è l’insidia mortale che oggi va profilandosi per la famiglia dei redenti dal sangue di Cristo. Ovviamente non si tratta di colpevolizzare o ritenere inutile l’attenzione ai ‘valori’. Solidarietà, pace, natura, dialogo possono diventare nel non cristiano le occasioni concrete di un approccio iniziale e informale a Cristo e al suo mistero. E anche nel cristiano questi stessi valori possono offrire preziosi impulsi all’inveramento di una totale e appassionata adesione a Gesù, Signore dell’universo e della storia. Ma se il cristiano, per amore di apertura al mondo e di buon vicinato con tutti, quasi senza avvedersene, stempera sostanzialmente il fatto salvifico nell’esaltazione e nel conseguimento di questi traguardi secondari, allora egli si preclude la connessione personale col Figlio di Dio crocifisso e risorto, e consuma a poco a poco il peccato di apostasia. Gesù Cristo, il Figlio di Dio crocifisso e risorto, unico Salvatore dell’uomo, non è ‘traducibile’ in una serie di buoni progetti e di buone ispirazioni, omologabili con la mentalità mondana dominante.”
Quando si cita questa parabola, sarebbe più preciso ricordare con chi, Gesù, paragona il samaritano, persona appartenente ad un popolo considerato idolatra e non amato dai giudei. Con un sacerdote, un religioso che officiava nel tempio a Gerusalemme. Con un levita, un frequentatore assiduo del tempio, che collaborava alla vita del tempio stesso con varie mansioni. Anche lui, come il sacerdote, era ritenuto da tutti molto religioso.
E alla fine Gesù chiede chi sia stato il “prossimo della persona sofferente”. Si può avere compassione senza avere il bene nel proprio cuore?
Ancora in Luca 17,11-19, quando Gesù guarisce dieci lebbrosi, uno solo di loro è capace di gratitudine e va da lui a ringraziarlo, ed è un samaritano. “Alzati e va, la tua fede ti ha salvato”. Si può essere grati senza avere il bene nel cuore?
a dire il vero i giudei detestavano i samaritani perché essi si riconoscevano solo nella torah..
Siamo tutti d’accordo che alla fin fine è solo Dio che giudica ciascuna anima?
Siamo tutti d’accordo che il giudizio di Dio, come la Sua volontà, è imperscrutabile?
Ovvero che Dio può giudicare e volere infinitamente oltre tutte le teologie, le ermeneutiche e i catechismi, cioè oltre tutte le elaborazioni umane che non possono rinchiudere e limitare Dio dentro le loro formule?
caro DalPozzo, Bergogli ha voluto solo dire che la chiesa cattolica apostolica romana, non serve più a nulla e va pertanto chiusa. Amen E l’ultimo spenga la luce…
Centratissima la conclusione dello scritto di Dal Pozzo che evidenzia, in questa visione del cristianesimo, il trionfo della teologia di Karl Rahner che definiva appunto i “buoni samaritani” non credenti come “cristiani anonimi”. D’altra parte è noto che papa Francesco si rifà, teologicamente parlando, spesso e volentieri al teologo tedesco ed, al di lui discepolo, card. Kasper.
In questo senso, allora, non è più Cristo che dà senso alla vita, ma è l’opera buona che chiunque fa e può fare indipendentemente dal fatto di essere o meno cristiano il che, occhio e croce, corrisponde all’annichilimento del cristianesimo. Siamo davvero su di una buona strada !
Impossibile non cogliere nel discostamento delle foto che illustrano la riflessione la dissomiglianza fra l’originale e il ritratto che se ne fa, per quanti sforzi si compiano alla ricerca di affinità, a volte sottili o sfuggenti.
Mi chiedo anche cosa significhi “rendere attrattivo il Vangelo”. Il Vangelo e’ “Cristo si e’ sacrificato per la nostra salvezza eterna, vivete come Lui vi ha mostrato”, non e’ un deodorante.
Nella ” Fratelli tutti ” si pretende qualcosa di più del
” samaritare “…
https://www.marcelloveneziani.com/articoli/la-fede-cala-e-il-papa-punta-sul-comunismo/
molto , molto di più …
Sorella Adriana, siamo all’apologia dell’esproprio proletario.
Fratello SCE ,
e di lotta a sangue nella totale anarchia .
Il buon samaritano é chi si lascia toccare dalla pietas cristiana (ne ebbe pietà) opera il bene nel nascondimento agli altri e al beneficiario (che era mezzo morto, incosciente) senza tornaconto personale (di lodi o monetario/fiscale come avviene per certi tipi di aiuti) pagando di tasca propria e affidandolo (in preghiera o materialmente) per una cura completa a chi può aiutarlo dove lui non arriva.
Chi fa’ questo si fa’ prossimo. Questo atteggiamento é cristiano ma chiunque può farlo. Il cristiano, in più, vede in quel bisognoso il Cristo ed é per amor Suo che si fa’ prossimo.
Ovvio che non era cristiano. Il termine cristiano appare nelle lettere, nemmeno nei Vangeli. Non era neppure (un israelita), quelli per cui era stato mandato Gesu. Ma gia’ Pietro si trovo’ a mangiare con credenti convertiti Pagani, facendo probabilmente incavolare GIACOMO, il capo della corrente gerosolomitana. In più in questa parabola si parla di PROSSIMO. Il messaggio di Gesu’ e’ semplice: Amerai il Signore tuo Dio….e il PROSSIMO tuo come te stesso.
Mi viene in mente l’esempio di LUZ LONG a Berlino 36. La sua amicizia con il nero Jessiy Ovens l aiuto che gli diede eco amicizia che sopravvisse alla morte del tedesco sul fronte, a Gela. Quel tedesco era meno razzista degli americani che facevano correre Owens contro i cavalli. Non basta la fede per salvarsi il prossimo e’ chi ha misericordia di te.
Vera misericordia, non finta. Che può pure essere il “male minore” stai in Africa, qui e’ peggio. Su questo non so’ dire.
Finche’ c’era Gheddafi non arrivava UN MIGRANTE, e non si venga a dire che TUTTI non sapevano perché. Esistono i servizi segreti apposta. Ora Francia e Inghilterra han fatto “atto umanitario,” però chiudendo le loro frontiere. Nessuno comunque si e’ opposto a Dublino perché i migranti non servono solo a sinistra ma anche a destra. Portano voti. Conosco la Francia potrebbe contenere mezza Africa, non ne piglia uno CON LA COMPLICITA’ IN ORIMIS DEI SOVRANISTI ITALIANI.
La Francia pensa di aver già fatto la sua parte, dopo la guerra di Algeria, tanti, tanti anni fa. Il risultato è che , pur parlando francese, gli immigrati non si sono integrati. Sembra che esistano zone dove, ai non islamici, sia, in pratica interdetto l’accesso.
Hanno fatto inchieste : si pensava ad una crescita della laicizzazione, mentre, sempre in Francia, avviene l’opposto. Aumentano coloro che frequentano le moschee e, non integrati, sputano nel piatto dove mangiano, ovvero disprezzano i valori dell’occidente e inneggiano all’avvento della sharia.
Su
https://www.informazionecorretta.com
c’è un articolo tratto da confessioni elvetiche, in cui vien detto meglio di quanto non sappia fare io, quello che ho cercato di riassumere, con tanto di intervista ad Alexandre del valle, politologo noto, contrario all’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. E a ragione…
Il punto è che:
1. Menozzi e soci (Melloni, Faggioli ecc.) tutto sono meno che “buoni samaritani”;
2. Gesù invitava all’amore del prossimo, qualsiasi prossimo, non all’assistenza sociale;
3. perché un non credente dovrebbe sentirsi vincolato dalla cosiddetta fratellanza?
Ci considerano fratelli gli islamici, quando vogliono distruggere la nostra legislazione per instaurare la sharia ? sharia che è contraria alla parità tra uomo e donna, parità sancita nelle lettere di Paolo ?
Si riferisce a questo passo?
1Corinzi 11,7-16
7 L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo. 8 E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; 9 né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. 10 Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli. 11 Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l’uomo, né l’uomo è senza la donna; 12 come infatti la donna deriva dall’uomo, così l’uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da Dio. 13 Giudicate voi stessi: è conveniente che una donna faccia preghiera a Dio col capo scoperto? 14 Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l’uomo lasciarsi crescere i capelli, 15 mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo. 16 Se poi qualcuno ha il gusto della contestazione, noi non abbiamo questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio.
il buon samaritano senza Cristo ricorda l’anticristo di Soloviev.
Mah ! Posso dire mah?
Il 4 ottobre, all’Angelus, il fratello J. Mario Bergoglio, per la prima volta ha correttamente definito “racconto allegorico” una parabola (quella dei vignaioli omicidi) .
Poi il 5 ottobre nel
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI DIRIGENTI E AL PERSONALE DELL’ISTITUTO CASSA DEPOSITI E PRESTITI
rileviamo:
— La dottrina sociale della Chiesa concorda con una visione nella quale più investitori si attendono una giusta remunerazione dalle risorse raccolte, per poi convogliarle al finanziamento di iniziative che puntano alla promozione sociale e collettiva. Il pensiero cristiano non è contrario per principio alla prospettiva del profitto…. —-
Ma come, dopo tutto il male che ha detto circa la proprietà privata…. Costui cambia discorso a seconda dell’occasione e dell’uditorio che ha di fronte.
Il problema deriva dal fatto che il fratello Jorghe mario non parla a braccio, come noi, cretinetti al computer.
Ha diversi NEGRI, credo si dica così, che scrivono per lui. E ognuno fa il suo compitino, o meglio il suo tema, relativo all’incontro di quel giorno e di quella particolare udienza, come ha imparato a fare lungo il corso degli studi. Poiché le udienze si susseguono, è nella natura delle cose che ciascun discorso sia contraddittorio rispetto a quelli che lo hanno preceduto e che poi lo seguiranno.
Il capo dovrebbe prendere tutta la carta stampata che tiene in mano, buttarla nel cestino e dire poche, ma coerenti frasi.
Torno a dire che i cosiddetti “samaritani” di oggi vogliono esserlo ma con il portafoglio degli altri. Quello vero aveva soldi suoi, non faceva la carità pensando di farci la cresta o di doversela scaricare dalle tasse.
Gli è che chi punta il cannocchiale sugli altri per controllare che siano davvero dei buoni samaritani, dovrebbe essere sicuro di esserlo lui (o lei). Altrimenti si è zeloti … cristiani.
Vi è una luce della coscienza che può essere rivolta all’esterno o all’interno. Se la si proietta sempre o con preponderanza all’esterno, l’interno resta al buio.
E dal buio può venir fuori solo zelota.
Non sanno ” samaritare ” neppure la loro ” terza banca “.
Il buon samaritano non necessariamente è crstiano ma ha il cuore aperto e perciò che cerca la verità, che ha la sua massima e nella fede e che conduce alla fede.
Il problema dei “samaritani” di oggi è che molto non sono affatto samaritani, perché molto spesso aiutano solo per proprio tornaconto.
Se fossero samaritani come intendeva Gesù nell’esempio che ha fatto, allora lo sarebbero SEMPRE e con TUTTI. Innanzi tutto difenderebbero la vita fin dal concepimento.
Gli immigrazionisti abortisti, sono immigrazionisti perché gli conviene. Non necessariamente per soldi, ma per fama, per amor proprio, per il successo della propria ideologia, per odio verso l’occidente e la Chiesa…
Il buon samaritano non odia, non è ANTI… nel senso di nemico.
Chi fa le opere di misericordia e odia, non usa misericordia, per cui le sue opere non sono di misericordia, ma di odio.
Le opere di misericordia non ammettono contemporaneamente delle opere di non-misericordia, come il favorire un’aborto: anche in questo caso vale “lo avete fatto a me…” di Gesù.
Penso che molti buonisti usino la stessa misericordia divina per i propri fini egoistici.
Tra la Carità, che è solo cristiana, e la filantropia c’è nella sostanza una differenza abissale. Le caratteristiche della Carità le troviamo in S. Paolo nella I ai Corinti. Le caratteristiche della filantropia sono buone nella forma e in qualche modo nella sostanza, ma imperfette perché sono dell’uomo decaduto. Quindi, possono in tantissimi casi essere fatti per interesse personale. Credo che il buon samaritano, come del resto lo hanno visto i Padri, in particolare Agostino, , rappresenti lo stesso Gesù. Da qui, ogni cristiano lo deve imitare. Volendo anche accettare l’idea che anche il non cristiano possa fungere da buon samaritano, dico: meglio un non cristiano che si rende buon samaritano che un cristiano indifferente tutto preso solo dal culto, come il sacerdote ed il levita della parabola
Perfetto.
D’accordissimo, questo pontificato ha cestinato Cristo, il suo sacrificio salvifico, ha oscurato il Padre, reso la S.S.Vergine una massaia. Ha ridotto il messaggio evangelico ad un “volemose bene” perché siamo tutti sulla stessa barca….
Non c’è bisogno di essere cristiani per aiutarsi, infatti si aiutano tra loro anche gli animali….
Concordo. Io credo che la massima opera di bene a favore del mio prossimo sia quella di salvargli l’anima, o comunque di dare un contributo in tal senso, invece viene data eccessiva importanza al miglioramento delle condizioni materiali. Ricordiamo poi che Gesù dice: “guardatevi dal praticare la vostra virtù davanti agli uomini per essere osservati da loro” (Mt. 6,1).
A parte che bisognerebbe capire cosa s’intende con la locuzione “buone azioni”, ma è chiaro che se ne diamo una interpretazione materiale/economica non è che ci differenziamo, invece il cristiano *deve* differenziarsi altrimenti il suo messaggio non è più capibile, non è più riconoscibile, esso si mescolerebbe, annullandosi, con altri messaggi di ben diversa natura.