AVVENIRE CENSURA LA LETTERA SCOMODA DI UN PRETE SULL’ABORTO.
30 Settembre 2020
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, ad Avvenire ormai succede di tutto, e anche di più, come ben sappiamo. Ma che in tema di aborto e affini si rifiuti di pubblicare la lettera di un sacerdote, e di un sacerdote impegnato come don Gabriele Mangiarotti ci sembra veramente straordinario. Don Gabriele ci ha inviato la lettera che aveva scritto al direttore di Avvenire, Tarquinio, e che volentieri pubblichiamo. Buona lettura.
§§§
Egregio Direttore,
nei giorni scorsi si sono susseguiti su questo giornale vari interventi sulla questione della legge 194 e dei provvedimenti del ministro Speranza circa la pratica dell’aborto in Italia. Dopo la pubblicazione del mio appello ai cattolici, qualcuno è intervenuto sostenendo che l’espressione ‘genocidio legalizzato dei nascituri’ è esagerata, in quanto tale genocidio era già in atto in precedenza con gli aborti clandestini, che sarebbero stati causa di pericoli gravissimi per le donne. Altri sono intervenuti dicendo che il problema non è la legge, ma l’educazione delle persone alla prevenzione anticoncezionale (idea molto cattolica!) e all’uso razionale della sessualità (idea da discutere).
Mi sembra il caso di rispondere a queste obiezioni e di cercare di inquadrare il fenomeno in tutta la sua innegabile enorme portata. Tre punti si impongono alla nostra attenzione: 1. la coscienza dell’impressionante gravità di ciò che è accaduto e che sta accadendo; 2. il riconoscimento della natura fortemente ideologica del fenomeno; 3. la consapevolezza del valore e del ruolo della legge civile. Faremo riferimento al documento fondamentale del Magistero su questa materia, cioè alla Evangelium vitaedi San Giovanni Paolo II, che recentemente Papa Francesco ha raccomandato di riprendere e di studiare attentamente. Per i dati utilizzeremo a quelli ISTAT, accessibili a tutti su internet.
Per oggi mi limiterò al primo punto. Se poi mi sarà dato ancora spazio, cercherò di svolgere anche gli altri due.
La demografia dell’Italia ci aiuta a prendere coscienza della sconvolgente enormità del fenomeno di cui stiamo parlando. Lungo tutti gli anni Sessanta si è avuto un trend di nascite costante, con una media di 953 mila nati all’anno. E’ la fascia di popolazione che oggi ha un’età compresa tra i 50 e 60 anni.
A partire dal 1970 è iniziata una flessione, in corrispondenza degli effetti della ‘rivoluzione sessuale’ (1968), della legalizzazione del divorzio (1 dicembre 1970) e degli anticoncezionali (16 marzo 1971) in Italia: nel 1975 si arriva a 827 mila nascite, cioè 126 mila in meno rispetto agli anni Sessanta.
Il 18 febbraio di quello stesso anno, in seguito ad una ben orchestrata campagna di opinione, la Corte Costituzionale ha dichiarato non punibile l’aborto nei casi in cui “l’ulteriore gestazione implichi danno, o pericolo, grave, medicalmente accertato […] e non altrimenti evitabile, per la salute della madre”. Le nascite cominciano a precipitare: nel 1976 calano a 781 mila (cioè 46 mila unità in meno in un anno) e nel 1977 raggiungono quota 741 mila (altre 40 mila unità in un anno), cioè 210 mila in meno rispetto agli anni Sessanta.
Si arriva così al 22 maggio 1978, cioè all’approvazione della legge 194, che ha legalizzato l’aborto e lo fa eseguire nelle strutture ospedaliere in modo completamente gratuito e immediato. Le nascite piombano in pochi anni a quota 555 mila (1986), dove si assestano per un lungo periodo, cioè fino al 2011. Siamo a 400 mila nascite in meno all’anno rispetto agli anni Sessanta.
NB: nei primi dieci anni di legge 194 gli aborti sono stati di media 199 mila all’anno; facendo ogni anno la somma tra le nascite e gli aborti, si ha in quel periodo un totale medio di 813 mila unità annue, vale a dire l’equivalente delle nascite del 1975 (827 mila), cioè del tempo immediatamente precedente alla legalizzazione dell’aborto. Ora, se fossero stati legalizzati solo gli aborti clandestini (il che comunque non sarebbe stato lecito, trattandosi della legalizzazione di un omicidio anziché della punizione dei colpevoli), le nascite sarebbero continuate sempre più o meno a quota 827 mila; invece sono crollate di quasi 300 mila unità annue. Quindi è chiaro che la storia dell’aborto clandestino è stata una montatura ideologica di un fenomeno di piccole dimensioni statistiche per far passare la legge abortista e il suo immenso genocidio.
Tornando al percorso demografico, le nascite degli italiani hanno ripreso a diminuire in realtà già negli anni Novanta, ma sono state compensate dall’arrivo degli stranieri.
La conclusione, per ora, di questo percorso è questa: nel 2019 le nascite sono state 420 mila: quelle dei soli italiani 340 mila, cioè un terzo rispetto a quelle degli anni Sessanta.
Ora, per avere una idea di quanti italiani sono stati effettivamente eliminati dalla fine degli anni Sessanta ad oggi, bisogna calcolare quanti sarebbero gli italiani oggi se le nascite fossero continuate con il trend costante degli anni Sessanta, cioè ad una media di 953 mila all’anno; facendo questo calcolo e considerando quelli che sono effettivamente nati, si vede che mancano 19.507.000 italiani, che oggi avrebbero un’età compresa tra 0 e 50 anni.
E’ necessario fare mente locale e considerare attentamente questa cifra: 19.507.000 italiani giovani in meno, uccisi prima della nascita (aborto chirurgico) o subito dopo il concepimento (aborto farmacologico embrionale e ‘contraccezione di emergenza’) o non concepiti (contraccezione o divorzio o altro).
Se oggi l’Italia è un paese di vecchi, dove le morti ogni anno superano di 300 mila unità le nascite degli italiani, la ragione è questa: mancano 19 milioni di italiani che sarebbero nati negli ultimi 50 anni se le cose fossero continuate come negli anni Sessanta. Questi 19 milioni di bambini, fanciulli, ragazzi, giovani e giovani adulti avrebbero dato all’Italia una fisionomia, una vivacità, una forza impressionanti. Tra di loro vi sarebbero stati sicuramente dei geni, che avrebbero contribuito di molto allo sviluppo della scienza, della tecnologia, della cultura e della religione. Grazie a loro gli italiani avrebbero potuto andare in pensione a 60 anni, invece che trascinarsi con le stampelle sul posto di lavoro sperando di andarsene a 67 anni.
Non occorre essere storici per comprendere che la soppressione di 19 milioni di persone è un fatto senza precedenti nella storia italica: nella Seconda Guerra Mondiale, che centinaia di film ci hanno descritto come un evento spaventoso per il nostro Paese, l’Italia ha avuto 472 mila vittime, cioè un quarantesimo della strage che è avvenuta in questi ultimi 50 anni.
Io chiedo a chiunque che mi dimostri che questi dati sono falsi. Chiedo a chiunque che mi dimostri che questo non è il fatto più grave della storia italiana. Chiedo a chiunque che mi dimostri che questo problema non è il problema che noi tutti dobbiamo affrontare, domandandoci attentamente quali ne siano le cause e i rimedi. Chiedo a chiunque che mi dimostri che non è in corso il suicidio di un popolo. Possono i cristiani disinteressarsi di tutto questo? Possono assistere al lento e inesorabile suicidio del loro popolo?
“Questo orizzonte […] deve renderci tutti pienamente consapevoli che ci troviamo di fronte ad uno scontro immane e drammatico tra il male e il bene, la morte e la vita, la «cultura della morte» e la «cultura della vita». Ci troviamo non solo «di fronte», ma necessariamente « in mezzo» a tale conflitto: tutti siamo coinvolti e partecipi, con l’ineludibile responsabilià di scegliere incondizionatamente a favore della vita.” (Evangelium Vitae, 28)
Bisogna dunque porsi la questione: chi ha causato tutto questo? Se mi sarà dato ancora spazio, la prossima volta cercherò di rispondere a questa domanda, dati alla mano, ideologie e soggetti responsabili. Grazie per l’attenzione.
Don Gabriele Mangiarotti
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Tag: aborto, avvenire, mangiarotti
Categoria: Generale
Il direttore Marco Tarquinio è una delle persone che nella Chiesa ha più bisogno di preghiere, insieme al cardinal Bassetti e a Francesco perché sono in una pessima strada.
È più che mai evidente che le forze del male vogliono far passare ciò che la Chiesa di Dio non potrà mai ammettere: “che sia come bere un bicchiere d’acqua”. Legare la sessualità e il piacere in primo luogo alla procreazione e in subordine alla stabilità della coppia e della famiglia, è l’ostacolo più grande per una vita vissuta in maniera folle e sconsiderata nella prostituzione e nell’adulterio.
Il risultato finale sarà che dopo aver distrutto i valori tradizionali della famiglia, della castità, della continenza e soprattutto della verginità, verranno distrutti alla fine anche il piacere con le gioie umane oltre al piacere delle gioie spirituali. Sarà infatti solo come il piacere di bere un bicchiere d’acqua.
Consiglio al webmaster di censurare la mail nel post precedente, altrimenti rischia di essere intercettata da vari “bot” e trovarsi piena di spam.
Probabilmente non è stato pubblicato in quanto non allineato al politically correct, turbava troppo le coscienze , colpevole di mancanza di misericordina e poi suvvia espressioni forti quali:
” quanti italiani sono stati effettivamente eliminati dalla fine degli anni Sessanta ad oggi, …”
usando il termine “eliminati” ?!,non scherziamo!
in fondo se, come ha detto qualcuno,: non esistono ‘principi non negoziabili’ , si comprende la deriva che ne segue.
Ormai spedire una lettera ad avvenire é come spedirla a repubblica o al manifesto…
Ma non è il solo fogliaccio anticattolico mascherato da cattolico, questo, basti pensare all’altro, che si fregia del titolo Famiglia Cristiana, anziché intitolarsi più correttamente “L’ingannatore satanico”; a proposito di aborto, pur di appoggiare il satanista Biden e le sue degne compare, ecco cosa ha scritto quel fogliaccio indegno di tal titolo a proposito dela nomina da parte di Trump della signora Amy Coney Baret a giudice della Corte Suprema:
http://blog.messainlatino.it/2020/10/famiglia-cristiana-o-pagana.html https://www.famigliacristiana.it/articolo/dietro-il-caso-barrett-l-insana-voglia-di-trump-di-utilizzarla-come-pedina-politica.aspx
famiglia cristiasina è ancora peggiore del fogliaccio quotidiano, non perde occasione per gareggiare con i periodici in carta patinata, mettendo spesso in copertina i classici della gente che piace (della serie boldrini&co). L’interno è ancora più sconcio.
Dio ci salvi da uno scisma,che è già di fatto.
Da parte mia o prego o prego…..tutte le apparizione mariane affidabili parlano di apostasia dei membri della Chiesa , CHE DOLORE IMMENSO E INTRADUCIBILE.
SIAMO IN GUERRA, spariamo pregando e offrendo ogni attimo a Gesù e Maria…..PER TE GESÙ
Tanti bambini abortiti sicuramente potevano essere dei geni che avrebbero contributo ad una società italiana più vitale. Ma molti di loro, immagino, saranno stati bambini handicappati, certamente esseri umani amati e voluti da Dio. Queste persone, che tutti considerano un peso e una disgrazia, sotto una prospettiva puramente cattolica (purtroppo non condivisa da tutti), sono delle grazie che permettono di santificarci, ci obbligano a non più guardare le nostre necessità, quanto a porci al servizio del prossimo, di mettere l’altro al primo posto. Hanno il grandissimo merito di evitarci una vita all’insegna del egoistico capriccio di turno.
Sotto l’aspetto, pratico a questi bambini avremmo pagato più che volentieri una dignitosa pensione di invalidità.
Anche io premetto che il mio commento non intende minimamente sottovalutare o minimizzare il problema gravissimo dell’aborto e della denatalità, o difendere Avvenire.
Ma ricordo che, quando e’ nata la mia povera nonna (1916), era la quinta di cinque figli (tre femmine e due maschi).
La sua nascita non e’ stata affatto festeggiata, anzi e’ stata vista come una sventura (ennesima bocca da sfamare)…quando il mio bisnonno mori’ improvvisamente la mia bisnonna inizio’ a pregare che sua figlia morisse (proprio cosi’, a pregare che morisse). Solo quando un altro fratello mori’ mia nonna inizio’ a vivere una vita piu’ umana e ad essere accettata in “famiglia”.
Non so se il tornare ad avere un numero elevato di figli sia la soluzione giusta, specie quando non si hanno i mezzi.
Aggiungo anche che una volta l’obbligo scolastico comprendeva solo la quinta elementare; mio suocero a 10 anni ha iniziato a lavorare: non era piu’ un peso per la famiglia, ma una risorsa. Oggi invece se si e’ responsabili un figlio lo si vede portare fino al diploma o alla laurea. Logico che ci si puo’ permettere meno figli rispetto a un tempo.
Con rispetto, a me sembra che l’analisi del sacerdote non tenga conto di queste cose.
Con grande rispetto per sua nonna, ma la vita 100 anni fa, in termini di condizioni materiali, possibilità di sostentamento e di cura, ed anche di spostamento, non erano minimamente paragonabili a quelle di oggi. Due pianeti diversi. Come dire che non si può navigare in un lago terrestre perché su Venere i laghi sono velenosi e caldissimi.
Proprio per questo dico che e’ difficile pensare a famiglie numerose con le condizioni di oggi! Portare 10 figli alla laurea mi pare molto faticoso, anche se ci si potrebbe riuscire…
Scusi, perché portare 10 figli alla laurea. Se “tutto il mondo” si laurea chi aggiusta i rubinetti, lava le automobili, fa il pane, sforna le pizze, fa la permanente alle gentili signore, ecc.?
Secondo lei, allora, quello che “aggiusta i rubinetti, lava le automobili, fa il pane, sforna le pizze, fa la permanente alle gentili signore, ecc.” deve restare ignorante e non possa essere laureato?
No, Corrado. L’utente forse voleva semplicemente suggerire un paio di cose di assoluto buonsenso:
1) che l’obiettivo della laurea è – più spesso di quanto non si creda – più dei genitori che dei figli;
2) che una persona può svolgere dignitosamente (e anche con risultati economicamente più che soddisfacenti) un lavoro che non necessariamente necessita di una laurea.
Ho girato il messaggio al webmaster. Spero che possa fare ciò che chiede.
Magari ci sarà qualche vescovo italiano che legge Stilum Curiae e avrà così modo di leggere quello che Avvenire ha censurato… Cari “Pastori” ve la dovete vedere tra di voi, il tempo rimasto non è molto, dovreste provare a contarvi e dopo agire di conseguenza. Già il bidello si sta avviando verso la campanella per annunciare che “la ricreazione è finita”.
Premetto che il mio commento non intende minimamente sottovalutare o minimizzare il problema gravissimo dell’aborto e della denatalità, o difendere Avvenire.
Però credo che ci sia un’ambiguità di fondo nei numeri.
Dalla lettera di don Gabriele Mangiarotti sembra che i 19 milioni di italiani in meno siano dovuti solo agli aborti (chirurgici e farmacologici).
In realtà, dall’introduzione della L194 ad oggi, gli aborti chirurgici sono stati 6 milioni circa (dagli iniziali 200.000/annui agli attuali 100.000/annui circa) e quelli farmacologici 2 milioni circa, per un totale di 8 milioni (cifra comunque enorme).
La stima di 19 milioni deriva dal presupposto di considerare costante fino ad oggi il numero potenziale di nascite/anno (corrispondente a quello pre-L194), che nella realtà è molto diverso: 850.000 circa ante-L194 (addirittura 1.000.000 a fine anni ’40), contro gli attuali 500.000 circa (400.000 nati + 100.000 aborti).
Le cifre reali allora ci dicono che la causa della denatalità, oltre all’aborto, è da attribuire anche a un mutamento radicale di civiltà, di mentalità, di rapporto con Dio. ecc., che sono sotto gli occhi di tutti e non sto qui ad analizzare.
Per cui credo che più che combattere gli effetti (col rischio di radicalizzare lo scontro e peggiorare la situazione), sarebbe più opportuno rimuovere prima le cause, con l’impegno concreto di tutti.
Legga bene l’articolo: i 19 milioni sono imputati alla somma degli aborti e degli effetti della diffusione di anticoncezionali e divorzio. Ai quali personalmente aggiungerei la sempre montante tendenza dell’uomo moderno a scansare i sacrifici, compresi quelli che comporta l’avere molti figli.
Si ma, senza voler fare polemiche e valutazioni di carattere morale, non credo che la denatalità conseguente all’uso degli anticoncezionali (pari a 11 milioni di italiani in meno, secondo don Mangiarotti) possa essere definita come “SOPPRESSIONE di esseri umani” e “italiani effettivamente ELIMINATI”, visto che con la contraccezione non si ha concepimento.
Credo che stavolta Mario non abbia tutti i torti.
Il paragone tra la società degli anni ’60 e quella odierna è assai improbo. Di fatto la denatalità, però, ha AVUTO ORIGINE ALLORA, anche se aborto e contraccezione non erano affatto “diffusi”.
Credo che il trend di decrescita sarebbe continuato comunque, l’aborto e la contraccezione hanno semplicemente accelerato a dismisura l’inevitabile discesa.
I perché? Tanti, e non tutti semplici. Ma al fondo di tutti credo che ci sia un progressivo distacco tra la fede proclamata a parole e quella vissuta nel proprio quotidiano. Il resto è venuto da sé, assieme alla complicità di pastori (grandi e piccoli) o alla loro resa al pensiero dominante di ogni epoca.
I cattivi maestri (messi sempre in buona luce dai padroni del vapore), anche ammesso che fossero inconsapevoli di quali danni avrebbe portato il loro insegnamento, hanno continuato a occupare posti di rilievo e di potere.
I buoni maestri (sempre più ridotti al lumicino e sempre più sbeffeggiati da quelli “al passo con i tempi”) sono diventati via via sempre più silenti e sempre meno coraggiosi.
Ma chi è lo stolto che legge ancora Avvenire? In edicola viene sempre restituito senza vendite.
Un’analisi lucida che spiega anche come il peccato contenga in sé la sua punizione, o almeno una parte. C’è da chiedersi se il profondo narcisismo a cui il mondo occidentale si è consegnato abbia raggiunto il punto massimo. Mi permetto di dubitarne. La scelta del giornale della CEI di rifiutare questo articolo dimostra che la forma istituzionale della Chiesa ha lasciato gli ormeggi che, da una parte, la legavano al Signore e, dall”altra, ne facevano una sentinella anche per il “mondo”. Questo compito lo hanno raccolto altri, per cui non penso che il dott Tosatti sottrarra’ SC al compito per cui è nato. Il compito di difendere e diffondere la verità rispetto alla falsa coscienza creata dall’ideologia.
Ovviamente il contenuto dell’articolo è corretto e condivisibile, però per favore smettiamola con la retorica e con i luoghi comuni del tipo ” trascinarsi con le stampelle sul posto di lavoro sperando di andarsene a 67 anni”. Ma, di grazia, dove sono tutti questi sessantacinquenni che vanno sul posto di lavoro trascinandosi sulle stampelle? Io lavoro a scuola e la maggioranza dei miei colleghi (che sono soprattutto colleghe) appartiene appunto alla fascia 60-65 anni. Sono tutti uomini in perfetta forma, vestiti con abiti sportivi esattamente come i trentenni, che la domenica vanno a fare gite in montagna e d’estate vanno in barca e fino a febbraio hanno viaggiato disinvoltamente per l’Europa; donne in minigonne e calzamaglie a colori vivaci che al pomeriggio vanno in palestra e sono più in salute di molti alunni. Per favore, atteniamoci alla realtà. Oggi la maggior parte delle persone arrivano a 65-70 anni in buona forma fisica e sono perfettamente in grado di lavorare.
… quindi mandiamoli in pensione a novant’anni.
E dopo 40 anni di lavoro non ho diritto ad andare in pensione?
La descrizione della tua realtà rimane però SOLO LA TUA.
Se ne potrebbero (e se ne possono fare altre diametralmente opposte: per esempio io da anni vedo professori che arrivano all’agognata data della pensione (62 anni prima e 67 ora) in uno stato di prostrazione fisica e psichica (della serie “non ce la faccio più”). E succede pure (ed è successo, purtroppo) che non pochi di loro dopo qualche anno tirano le cuoia, con gran soddisfazione dell’inps. Va bene non esagerare ma far credere che a 67 anni si stia vispi e giulivi come adolescenti (di ritorno) non mi pare faccia un gran servizio.
Mah! ….nessuno tiene in considerazione il lavoro delle casalinghe che hanno lavorato gratis tutta la vita, che non vanno mai in pensione, che nessuno sente perché magari piangono di nascosto, la cui vita interessa forse ai parenti stretti, si spera…che se ne andranno in silenzio come hanno vissuto
Grazie Dott.Tosatti x aver ospitato questo preziosissimo e lucidissimo intervento!!!e grazie Don Giuseppe x la sua ineccepibile analisi!!!che essendo appunto preziosa, lucida, ineccepibile non poteva ovviamente trovare spazio su Avvenire!!mi stupisco della meraviglia x la censura!!non è censura…è che semplicemente un intervento così alto non rientra nello standard di Avvenire!!!!ancora grazie infinite!!
Spero che scriva il seguito e che la SC lo pubblichi.
Vista l ‘indisponibilità di Avvenire don Gabriele potrebbe svolgere qui gli altri due punti.
A.M.
l'”AVVENIRE ” ? il giornale della CEI ? che meraviglia…
OK .
Possono comprarlo tutti i fans della Conferenza Episcopale Italiana … ma, per “Lassu”, le cose stanno diversamente !
Carlo D.A.
L’ho già scritto , ma sta sempre bene ripeterlo :” Avvenire” è il giornale preferito da Radio Radicale ( per stessa ammissione dei Radicali ) . Non vorrete mica che “Avvenire” li smentisca sull’aborto , sulla R.U.486 , sulla triptorelina ? Questa ” simpatia ” reciproca ( e questo improvviso voltafaccia Radicale) è cominciata e-sat-ta-men-te con l’ascesa al Soglio di Bergoglio .
Il problema è che Don Gabriele è un prete cattolico e quindi l’Avvenire non vuole ospitare la sua voce, chiara come sempre deve essere la voce di un cattolico. Infatti Avvenire è una delle molte testate che lavorano contro la Fede.
Mi chiedo se qualcuno legga ancora Avvenire per trarne ispirazione sulla morale.
Forse serve maggiormente a indagare su ciò che si prepara nelle segrete stanze.
Grazie per questo contributo, molto incisivo e attuale.
Si aggiunga a questo programma demografico di Bill Gates e Georges Schwartz, alias Soros, la sfida lanciata dal Presidente BOUMEDIENNE nel 1964? e rilanciata da Col. Ghadaffi poco prima di essere assassinato, cioè:
“Con gli uteri delle nostre donne (muslmane) noi sconfiggeremo l’Europa (cristiana)”!
E come mai Soros finanzia in gran parte anche “l’immigrazione” all’Europa di tanti poveri musulmani clandestini dove possono prendere i posti di lavoro lasciati liberi con tanta carità cristiana da tanti cattolici…….abortiti, sacrificati generosamente a favore dei musulmani di Abu Dhabi!! “Non c’è un amore più grande….!
Articolo pienamente condivisibile. Inconfutabile direi , è l’evidenza dei numeri.
Azzardo la risposta alla domanda “ chi ha causato tutto questo”.
Oserei dire che è altrettanto inequivocabile che la causa risiede nelle fila dei progressisti , che al pari di un loro associato piace celarsi dietro tanti e diversi nomi. Oggi va di moda farsi. chiamare progressisti , altrove si chiamano democratici , in epoche passate ma recenti democratici di sinistra , potremmo andare avanti a lungo ma per farla breve , il loro nome è comunisti. Da noi sono talmente scioccherelli da aver cambiato il nome ma non la dirigenza. Comunque si , fu quella mentalità progressista a promuovere aborti , divorzi , eutanasia , e in epoche più recenti matrimoni gay ecc… direi innegabile anche questo , evidenza storica…. aggiungo per puro spirito polemico che il candidato Biden è pro aborto ( sino al nono mese,il chirurgo uccide il feto prima che lasci il ventre materno) , i feti poi abortiti vengono presi da una società americana planned parenthood che oltre praticare l’interruzione di gravidanza trasforma i feti in creme ….ed altro! Chi è alleata di questa società? Chi sostiene questa multinazionale? Chi l’ha rappresentata per difenderla legalmente? La Harris candidata vice presidente di Biden ! Non c’è bisogno di aggiungere altro…
Chiamateli come vi pare…sempre comunisti sono!
Mi permetto di dissentire almeno parzialmente: sono molto peggio di certi comunisti che al potere in Sud America hanno mantenuto per vari motivi una legislazione anti-abortista (vds. Ortega, Chavez, Correa) ma ricordiamo in Europa anche Ceaucescu.
Questi vanno oltre, compari di merenda della becera ideologia satanica. Sinistri figli delle tenebre ammantati di un filo di cristianesimo buono a far soldi grazie ai gonzi che gli sopravvivono!
…e , dopo questi successi, ricordo una ” Grande ” d’Italia che Pannella aveva ” candidato come Presidente della Repubblica e per cui aveva speso fondi ingentissimi .Geniale ! Avremmo avuto una pre-Killary .
Da fargli un monumento a questo sacerdote