DECADENZA. UN LIBRO DI AURELIO PORFIRI E ALDO MARIA VALLI.

5 Settembre 2020 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, è con grande piacere che vi parliamo oggi di un libro scritto a quattro mani da due amici di lunga data: il M° Aurelio Porfiri e il collega vaticanista di lungo corso Aldo Maria Valli. Il libro si intitola “Decadenza. Le parole d’ordine della Chiesa postconciliare“. Il libro è edito da Chorabooks.

È un poderoso volume gli autori intendono dimostrare qualcosa di semplice: che negli ultimi decenni nella Chiesa cattolica si sono prese delle direzioni che non aiutano la sua missione spirituale e pastorale. Queste direzioni sono state favorite dall’uso di parole che sono servite come grimaldelli per giustificare certe pratiche e certi atteggiamenti. Qui gli autori ne identificano una decina: dialogo, pastorale, sinodalità, ponti, autoreferenziale, fragilità, misericordia, ecumenismo, discernimento periferie. Naturalmente c’è del buono in queste parole, ma in molti casi (non tutti ovviamente) vengono usate per far passare concetti e idee che non sono congruenti con la tradizione cattolica, a volte addirittura la oppongono.

Marcello Veneziani, nella prefazione, dice: “Come se la Chiesa avesse preso nei secoli un colossale abbaglio e avesse seguito una millenaria distorsione del suo compito, e solo oggi abbia la giusta percezione della sua missione nel mondo. Ed ora volesse correggersi, anzi diventare “evangelicamente corretta” tornare alle origini, povera e nuda, dialogica e caritatevole. Anche se poi il dialogo, la tolleranza, l’apertura si arresta quando ha davanti i cattolici della tradizione. A dimostrazione di quel che diceva Augusto del Noce: i cattolici progressisti si sentono più vicini ai progressisti non cattolici che ai cattolici non progressisti; ossia per loro è fondamentale l’essere progressisti, e accessorio l’essere cattolici e credenti”.

Un testo di piacevole lettura, malgrado la mole, in cui gli autori vogliono comunque testimoniare il loro amore alla Chiesa, malgrado la sofferenza che essi provano nel dover scrivere di cose di cui avrebbero preferito non scrivere. Questo è certamente un libro per far riflettere, non ha nessuna intenzione di favorire una mancanza di rispetto per la Chiesa e i suoi Pastori, atteggiamento da cui gli autori si sentono profondamente lontani.

Insomma, ci sentiamo di consigliarne la lettura di tutto cuore.

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40 commenti

  • Angelo Simoni ha detto:

    La Verità si esprime con parole semplici, come insegna il Vangelo.

    .

  • Valentina ha detto:

    Bene, è bastato l’attacco alla vita e ci siamo tutti ricompatti sui principi non negoziabili.
    Grazie Borghese Pasciuto, il suo contributo è stato costruttivo per noi, speriamo che prima o poi lo sia anche per lei. E grazie soprattutto a lei, Tosatti, per non aver desistito su di una questione così importante (anche se non sappiamo ancora le ragioni scientifiche che spingono BP a sostenere una così aberrante menzogna).

  • wisteria ha detto:

    In merito al ritorno alla Chiesa delle origini, citato nella recensione, osservo che sarà pur stata povera, non non era certo dialogante col pensiero pagano, altrimenti la tolleranza dell’Impero l’avrebbe dissolta nel sincretismo, che, allora come ora, era molto diffuso.
    Un’osservazione a coloro che rinfacciato le passate adesioni sinistresi agli odierni e odiati “reazionari”, nel nostro caso Valli.
    Con voi non si sarebbe salvato nemmeno San Paolo.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Borghese Pasciuto,

    pare abbastanza evidente che il concepimento della vita umana è l’EFFETTO, non scontato, dell’unione sessuale. Quindi l’unione sessuale non è la CAUSA del concepimento. E se la donna e l’uomo non sono la causa del concepimento non ne sono nemmeno i PADRONI.

    La volontà di concepire un figlio è ESTERNA al concepimento: non basta la volontà della donna (e dell’uomo) per concepire un figlio: deve subentrare un elemento INDIPENDENTE dalla volontà umana che attualizzi (se e quando lo attualizzi) la medesima TRASCENDENDOLA.

    Ecco perciò che la donna che concepisce un figlio non ne è la cinica padrona con diritto di vita o di morte bensì l’amorosa custode. In altri termini, la vita concepita in grembo non è di PROPRIETÀ della donna (né dell’uomo). Dire “MIO figlio” è ingannevole: nessun genitore è padrone del figlio, bensì ne è il custode ed educatore. Nessuna donna può dire “questa vita che porto in grembo è MIA” poiché tale vita è scaturita per un elemento che trascende la sua volontà.

    Per fare un esempio: se posso applicare la mia volontà ad erigere una casa, posso applicare la mia volontà ad abbatterla. Ma se la casa è stata eretta per volontà altrui, non ho il diritto di applicare la mia volontà per abbatterla.

    Come vede, ho evitato di tirare in ballo Dio per non annoiarla, però il discorso non cambia di una virgola.

    • IMMATURO IRRESPONSABILE ha detto:

      Certo, tenere fermo il principio che il rapporto coi figli non sia quello di proprietà privata va sempre ribadito; tuttavia, mi permetta di aggiungere che anche per la legittima proprietà di beni (per proprio lavoro e, come Lei dice giustamente, per propria volontà e valore nella realizzazione) esistono dei limiti morali. Se la casa che ho costruito è diventato un “bene” , estetico o d” uso, allora non ho più il diritto certo di distruggerla; perchè non esiste il diritto a fare il male. Naturalmente in questo caso la decisione potrà essere sempre opinabile, ma il principio resta vero. Ricordo che il filosofo tomista Possenti, su Avvenire (diversi anni fa………) indicava il paradosso che una impostazione “arcu-borghese*, come appunto la sovrapposizione tra proprietà e possesso, tra uso e abuso, viene utilizzata dalla sinistra (allora ancora esplicitamente marxista), proprio nel caso del “diritto” all’ aborto, ma anche all’ eutanasia, al suicidio ec.

      • Enrico Nippo ha detto:

        Perfettamente d’accordo. L’esempio voleva mettere in risalto che l’essere umano non vive soltanto grazie alla volontà propria ma è soggetto anche alla sorte, che per i Cattolici è la Divina Provvidenza, nella quale rientra, fra molto e molto altro, il concepimento della vita umana. Il quid che determina il concepimento è oltre la volontà umana. Per il Cattolico è la Divina Provvidenza, per l’ateo è il Mistero della Vita. In un caso come nell’altro la volontà umana è trascesa.

    • roberto fiori ha detto:

      Mi scusi Nippo ,ma la sua mi sembra una valutazione un po’ tortuosa. Come si fa a dire che l’unione sessuale non é la causa del concepimento ??? Ed i figli come nascono, per intercessione divina ? Cosa c’é di trascendentale in quello che é l’atto umano per eccellenza, cioé la riproduzione ? Mi paiono elementari leggi naturali. Poi a queste ognuno é libero di dare la propria interpretazione di natura esistenziale, religiosa o antropologica, Però labase fondamentale non mi pare sia discutibile.

      • Bastian contrario ha detto:

        Non basta compiere l’atto sessuale perché ci sia la riproduzione…
        Quante coppie desiderano avere un figlio e non ci riescono ?
        Salve ovviamente le recenti forme di concepimento medicalmente assistite.

      • Enrico Nippo ha detto:

        Signor Roberto,

        sinceramente non si vede dove sia la tortuosità della mia affermazione. Al contrario mi sembra di un’estrema linearità, soprattutto perché non è basata su una mia interpretazione ma su di un fatto. Così mi costringe a ripetermi: l’unione sessuale è PREPARATORIA al concepimento, ovvero l’uomo e la donna mettono gli ingredienti (sperma e ovulo) necessari al concepimento, ma quest’ultimo, se e quando accade, è INDIPENDENTE dalla volontà dell’uomo e della donna che si uniscono, tanto è vero che a tale volontà non corrisponde matematicamente il concepimento. Per questo si dovrebbe parlare non di volontà ma di desiderio di avere un figlio, e non sempre i desideri vengono soddisfatti.

        E’ palese: la scintilla della vita scocca per conto suo; non c’è una connessione diretta tra volontà e concepimento. Se così fosse, non ci sarebbero né anticoncezionali né aborti: basterebbe un atto della volontà per non concepire.

        • roberto fiori ha detto:

          Sono completamente d’accordo con lei in questa sua conclusione, é che personalmente non ci trovo nulla di trascendente, ma semplicemente l’esito di una atto assolutamente naturale; né divina provvidenza né mistero della vita. E’ vero che a singolo atto sessuale non corrisponde automaticamente un concepimento, anche perché il momento di esatta fecondità dell’ovulo non é “matematicamente” prevedibile, ma nella maggior parte dei casi questo (il concepimento) avviene altrimenti l’umanità si sarebbe già estinta da tempo.

          • Enrico Nippo ha detto:

            La ringrazio per questa conversazione.

            La invito soltanto (se le va) a riflettere sull’Imponderabile che sovrasta la volontà umana e che ne costituisce il limite. Dall’Imponderabile scaturiscono continuamente eventi che ci riguardano e sono fuori della portata della volontà umana, sia che la confermino sia che la contrastino. Forse c’è ancora qualcuno che lo chiama “caso”, ma, almeno a me, suona male: se la vita umana è diretta dal “caso” vuol dire che essa stessa appartiene alla sfera del “caso”, parola che guarda … “caso”, e composta dalle stesse lettere di caos.

            E così il concepimento di una vita umana – come anche di un pensiero! – sarebbe dovuto al “caso”, dunque al caos, e anche questa nostra conversazione sarebbe casuale e caotica. Sennonché il “caso” non essendo intelligente, si dovrebbe ammettere che la vita umana, dall’inizio alla fine, sia soggetta ad un elemento ottuso e cieco che renderebbe ottusa e cieca, appunto caotica, la vita stessa.

            Mi fermo qui per non tediarla oltre.

  • Don Pietro Paolo ha detto:

    Mi permetta, Enrico Nippo, l’onore tocca a lei. Difatti lei è sempre il primo e ci anticipa sempre. Che importa! Tutto fa brodo, l’importante è salare tutto con il verbo lefebvriano. Vero?

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    E cioè, però non so, nella misura in cui, non so se mi spiego dei sessantottini ci sono?

  • Enrico Nippo ha detto:

    Non so se gli Autori del libro abbiano preso in esame anche la questione relativa al novus ordo. In ogni caso sarà bene considerare quanto segue.

    Prima parte della Lettera del 12 settembre 1969 di Mons. Antonio de Castro Mayer a Paolo VI sul Novus Ordo Missae.

    (ovviamente senza risposta, secondo il solito metodo odioso adottato anche da Bergoglio con i dubia)

    «Santissimo Padre,
    dopo un attento esame del Novus Ordo Missae, che entrerà in uso il prossimo 30 novembre, e dopo aver pregato e riflettuto molto, ritengo che sia mio dovere, come sacerdote e vescovo cattolico, presentare a Vostra Santità la angoscia della mia coscienza, e di formulare, con la pietà e la fiducia che un figlio deve al Vicario di Cristo, la seguente richiesta.

    Il Novus Ordo Missae mostra, con le sue omissioni e con i cambiamenti che ha portato all’ordinario della messa, nonché da un buon numero di regole generali che descrivono la comprensione e la natura del nuovo messale nei suoi punti essenziali, che non esprime, come dovrebbe fare, la teologia del Santo Sacrificio, come stabilito dal Santo Concilio di Trento nella sua XXII sessione. L’insegnamento del semplice catechismo non può superare questo fatto. Allego di seguito i motivi che, a mio avviso, giustificano questa conclusione.

    Le ragioni pastorali che potrebbero, forse, essere inizialmente invocate a favore della nuova struttura della Messa, non possono farci dimenticare gli argomenti dottrinali che puntano nella direzione opposta. Inoltre, non sembrano essere ragionevoli. I cambiamenti che hanno preparato il Novus Ordo non hanno contribuito a provocare un aumento della Fede e della pietà dei fedeli. Al contrario, essi rimangono molto turbati, con la confusione che il Novus Ordo ha aumentato, poiché ha incoraggiato l’idea che nulla è immutabile nella Santa Chiesa, nemmeno il Santissimo Sacrificio della Messa.

    Inoltre, come indico nelle ragioni allegate, il Novus Ordo non solo non ispira fervore, ma al contrario, diminuisce la Fede nelle verità centrali della vita cattolica, come la Presenza Reale di Gesù nel Santissimo Sacramento, la realtà del sacrificio propiziatorio, il sacerdozio gerarchico.

    Con la presente compio un dovere imperioso della coscienza chiedendo, umilmente e rispettosamente, che Vostra Santità possa degnarsi, con un atto positivo che elimini ogni dubbio, di autorizzarci a continuare ad usare l’Ordo Missae di San Pio V, la cui efficacia nel realizzare la diffusione della Santa Chiesa e un aumento del fervore di sacerdoti e fedeli è stata dimostrata, come ha ricordato Vostra Santità con tanta unzione.

    Sono convinto che la bontà paterna di Vostra Santità metterà fine alle perplessità che sono sorte nel mio cuore di sacerdote e vescovo. Prostrato ai piedi di Vostra Santità, con umile obbedienza e pietà filiale, imploro la Vostra Benedizione Apostolica».

    + Antonio de Castro Mayer
    Vescovo di Campos, Brasile

  • Borghese pasciuto ha detto:

    Il triplo salto mortale carpiato di uno, Valli, che per anni ha seguito molto da vicino Carlo Maria Martini, vantandosi anche di avere una costante frequentazione con il cardinale, e oggi è diventato un illeggibile reazionario… Mah!
    Se Martini fosse vivo, lo prenderebbe a calci, almeno simbolicamente.
    È perfino peggio di lei, Tosatti.

    • Marco Tosatti ha detto:

      Borghese, lei mi deve ancora spiegare la soluzione di continuità fra un embrione e un neonato. Mi dice il punto esatto in cui per lei diventa un’altra cosa, e mi porta le prove scientifiche di questo salto, che per quanto ne so, non esiste? Giusto per la scienza e la razionalità.

      • Borghese pasciuto ha detto:

        Pressapochista (oltre che scorrettissimo nel tenere sempre per sé l’ultima parola e nel non pubblicare i commenti che magari la pungono nel vivo … eh eh eh): la differenza fra embrione e neonato mi pare evidente, sul piano scientifico.
        Caso mai parliamo di feto, che pure è concetto scientificamente a metà strada (quanto a processo evolutivo) fra embrione e neonato. E basterebbe questo.
        Ma non è questo il punto principale, per me che scienziato non sono e non fingo di esserlo.
        Un figlio è tale quando è voluto da chi lo dovrebbe portare in grembo. Un bambino, un figlio deve essere una scelta, non un “incidente” o, peggio, il frutto della violenza.
        È giusto che alla donna sia data la possibilità di scegliere se fare diventare l’embrione anche un “figlio” (che non è un concetto solo scientifico, in tutta evidenza). Entro certi precisi limiti, rigorosamente dettati dalla legge.
        Piuttosto, è surreale e offensivo pensare che la donna che decide di abortire lo faccia come se fosse bere un bicchier d’acqua. Atteggiamento tipico di chi ha completamente perso di vista l’essere umano (le sue sofferenze, le sue fragilità) a favore di (una parodia di) dio. O al più si nasconde dietro l’ipocrisia secondo cui si condanna il peccato e non il peccatore.
        In questo senso, ho parlato di disumani fondamentalisti.
        E aggiungo che nessun presunto dio (crudelissimo) mi convincerà mai che una vita infelice debba essere vissuta sempre e comunque.
        E con questo il discorso è per me chiuso.
        Ora faccio io due domande:
        – se la vita è sacra, nell’accezione di un credente fondamentalista, perché una coppia che non può avere figli, non dovrebbe poter ricorrere alla scienza o all’utero in affitto?
        – e ancora, se la vita è sacra, come può un credente fondamentalista essere favorevole alla pena di morte?

        P.s.: mi dica piuttosto di Valli e dei suoi salti mortali, non sia corporativo

        • Marco Tosatti ha detto:

          Cioè ancora una volta non risponde e fa contorsioni verbali. Come volevasi dimostrare. Pressapochista, fondamentalista ideologico, disonesto mentalmente, e pure un po’ pollo. Povero Borghese… Se i pargoli della Dea Ragione sono tutti così…

          • Borghese pasciuto ha detto:

            Già già…
            Piuttosto, Nippo ha fatto una domanda che riguarda la mia frequentazione di questo blog. Perché vuole privarlo della mia risposta?

          • Boanerghes ha detto:

            Veramente a Enrico vorrei chiedere anch’io che ci sta a fare qui.

        • Iginio ha detto:

          Salve, Pascy, ho visto che mi hai risposto scrivendo Dio con l’iniziale minuscola (si mette maiuscola perché è un Dio personale; se scrivi minuscolo significa un dio qualsiasi) e borbottando di mie presunzione e arroganza, non ho capito a che proposito, e di “riferimenti alla cultura popolare estranea ai reazionari” perché ti ho citato Nanni Moretti.
          Ora, Moretti te l’ho citato perché immaginavo lo considerassi della tua tribù. Ma non penso proprio che Nanni Moretti sia “cultura popolare”! 🙂 🙂 🙂 Prova a proiettare un film di Nanni Moretti alla Festa dell’Unità e vediamo che succede :-)) Lo sai che il padre di Nanni Moretti era prof di latino e la sorella prof di filosofia? Pura cultura borghese :-))
          Tra parentesi: di “cultura popolare” parlava il fascismo. Vedi che succede a giocare con la cultura?
          Non preoccuparti, ché di riferimenti culturali te ne cito quanti ne vuoi. Sei tu che pascoli in campi altrui: o credi forse che l’accozzaglia di cantanti, attori ecc. che tu scambi per “cultura” potrebbe esistere in un Paese comunista? 🙂
          Mi sa tanto che tu sei un sabotatore, infiltrato tra le file del Partito per diffondere elementi di vita tratti dal cosmopolitismo borghese. Sei una truffa, insomma. O, più verosimilmente, sei truffato.
          T’hanno fregato, Pasciuto.

    • Enrico Nippo ha detto:

      Non è chiaro perché Borghese Pasciuto, totalmente estraneo alla religione cattolica ed annessa morale, continui ad intervenire su questo blog .

      Che soddisfazione gli porta questa intrusione?

      • Borghese pasciuto ha detto:

        Lo consideri un presidio umanista in un covo di crudeli fondamentalisti.

        • Iginio ha detto:

          “Umanista”???
          Che vuol dire???
          Ma se dice che l’embrione non è un uomo, lei che umanista è?
          “Fondamentalisti”???
          Ma se lei è il più fondamentalista di tutti, col suo pseudorazionalismo d’accatto buttato lì come preambolo!
          Le parole sono importanti, lo diceva anche Nanni Moretti, su, dai…

          • Borghese pasciuto ha detto:

            Lei è davvero un uomo fortunato.
            Infatti, meno male che dio non esiste, altrimenti lei dovrebbe rendergli conto della sua superbia e presunzione.

            P.s.
            Noto che ogni tanto anche voi dovete citare personalità assolutamente estranee al vostro triste pensiero reazionario … De Andrè, ora lei Moretti. Da una parte ciò dimostra la povertà di riferimenti “destri” nella cultura popolare più alta, dall’altra vi consiglio di non abusarne: i citati o i loro eredi potrebbero querelarvi.

        • Don Pietro Paolo ha detto:

          Ma che filosofia è questa! Qui non c’è ne’ tradizionalista, né modernista. O si vuole o non si vuole quello che si porta nel grembo è sempre un figlio, sia che sia un incidente sia he sia frutto di violenza. Come fa la legge a stabilire quando un embrione possa essere considerato figlio? Visto che dipende dalla psicologia o dalle convinzioni della madre e questa decide di non essere madre al nono mese, che si fa? Una madre, perché sempre di madre si parla, anche se psicologicamente non si sente tale, non ha nessun diritto di togliere la vita al proprio figlio. Se non vuole il figlio, lo dia ad altri che non possono averne. Poi vorrei sapere chi stabilisce o con quale metro di misura si può stabilire quale sia la vita felice? Una volta, quando uno era stanco di vivere e decideva con assurda e riprovevole volontà di farla finita, ricorreva al suicidio. Perché oggi, come qualcuno vorrebbe, siamo tutti chiamati a essere complici della sua scelta di morte permettendogli anche di contribuire economicamente pagando di tasca nostra le cliniche, i carnefici e i mezzi per uccidere? Ammesso, per assurdo, come dicono alcune donne “che l’utero è mio e lo gestisco io” , per quale motivo, visto che appartiene a loro e l’aborto non giova certamente alla collettività, questa si debba fare carico delle spese sanitarie per simile efferatezza? Le piacerebbe di essere frutto di un utero in affitto e sapere di essere oggetto di un mercimonio solo per appagare l’egoismo di qualcuno che vuole fare da genitore? Avere un figlio a tutti i costi non è un diritto. Non si possono richiedere solo i propri diritti, se possono essere chiamati tali . Ci sono da rispettare anche i diritti di quelli che sono stati generati e se non lo fa lo stato chi lo deve fare? Uno stato che non tutela la vita e opta per la morte e la favorisce va sicuramente verso un inesorabile fine

        • Enrico Nippo ha detto:

          Quindi lei si considera un buono, uno dei tanti buoni che beneficano il genere umano, che presidia un covo di cattivi che vogliono il male del genera umano?
          Lei, insomma, è indiscutibilmente dalla parte giusta?

          • Enrico Nippo ha detto:

            Qui sopra mi riferisco a Boghese Pasciuto.

          • Borghese pasciuto ha detto:

            No, sto dalla parte di chi ha a cuore i suoi simili in carne e ossa (e ne comprende e condivide le debolezze) più dell’ostia.

          • Don Pietro Paolo ha detto:

            Chi sta dalla parte dell’Ostia non è parziale,; si prende cura di tutti anche dei nascituri, difende veramente il debole, il bisognoso e il povero e non avalla la debolezze altrui. Semmai aiuta a superarla, a lenire i dolori e le sofferenze , consola, comprende e con carità accompagna aprendo alla speranza. Chi meglio di chi crede nell’Ostia può avere a cuore il bene dei suoi simili in modo integrale? Questo non è umanesimo ideologico ma quello vero, vissuto concretamente e molti dei cristiani ne sono testimoni

          • Enrico Nippo ha detto:

            Lei è davvero un contorsionista del linguaggio. Pur di non rispondere direttamente – e onestamente – alla mia domanda ha architettato una risposta che vuol dire esattamente: “io sono un buono e voi siete i cattivi”.

  • L'abate ha detto:

    Carissimo Sig. Tosatti le comunico che da oggi sono entrato ufficialmente in guerra permanente contro il mondo di tenebra, oggi primo duello prima vittoria, sono riuscito ad abbattere e poi taglirli la testa e gettato nel bidone della spazzatura un piccolo ma resitentissimo demone di nome Facebook.

    Se non mi publica non fa fa niente, la stimo tanto e prego sempre per lei e tutti quelli che collaborano al suo blog. (nostro) blog.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Bisognerà attendere che I Quattro dell’Ave Maria, Alessandro DS, Iginio, Don Pietro Paolo e Boanerghes lo leggano per poter conoscere i loro anatemi.

    Ma forse gli anatemi saranno lanciati subito. Loro hanno l’intuizione trascendente 🤪

    • Iginio ha detto:

      … Che poi era “trascendentale”, non trascendente, che significa tutt’altro…
      E vabbe’, tanto quello che non capisce niente sono io… Anche se è da decenni che vado dicendo che siamo in decadenza, lo dicevo quando Valli pensava a tutt’altro, Porfiri non era pervenuto e i pretonzoli salesiani mi prendevano in giro.
      Mah, com’è facile sputare sentenze sul prossimo…
      Per fortuna che c’è il Capitanul… :-))

    • Boanerghes ha detto:

      Meglio l’intuizione trascendente, che l’intuizione deficiente, cioè che deficia di solide basi dottrinali cattoliche.