ABORTO, RU 486. AVVENIRE CONSIGLIA IL DIALOGO. VA TUTTO BENE?
28 Agosto 2020
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra importante rilanciare questo commento sbalordito e indignato di Cultura Cattolica a un articolo apparso sul quotidiano Avvenire, che fino a prova contraria dovrebbe essere espressione della Chiesa italiana, e in cui si invitano i lettori (non molti, per fortuna) a superare “i residui ideologici” nei confronti della Legge 194 che autorizza l’aborto (non sancisce, badate bene, come ci vorrebbero far credere, il “diritto” all’aborto) e naturalmente anche l’uso della pillola abortifaciens RU 486. Dopo aver letto Avvenire, andate per favore indietro di qualche ora, e leggete che cosa ha detto suor Deirdre Byrne, chirurgo, già colonnello dell’esercito americano sull’aborto. Poi trovate la differenza…
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No, caro #Avvenire, la 194 non può essere accettata dai cattolici
venerdì 28 agosto 2020
Autore: Amato, Avv. Gianfranco
Curatore:don Gabriele Mangiarotti
Fonte:CulturaCattolica.it
Caro Moretti, si possono utilizzare tutte le infiorettature buoniste che si vogliono, tutte le magiche parole talismano oggi in voga, tutti i capziosi sofismi gesuitici a disposizione, ma la realtà nuda e cruda non si può cambiare: l’aborto rimane un crimen nefandum. E nessuna legge può mai rendere giusto un delitto abominevole
Ma l’aborto non è «abominevole delitto»?
Il quotidiano “Avvenire” ha ospitato, il 27 agosto 2020, l’intervento di Angelo Moretti intitolato Superare residui ideologici. La solida regola del dialogo di fronte all’inedito-Ru486. A molti il nome dell’autore forse non dice nulla, ma Angelo Moretti non è solo un giornalista pubblicista cattolico.
È anche progettista sociale e coordinatore della Caritas Diocesana di Benevento, co-fondatore e direttore generale del Consorzio Sale della Terra, co-autore del “Manifesto per una Rete dei Piccoli Comuni” del #Welcome, è stato Presidente Nazionale dei Giovani Volontari Vincenziani e Presidente del Centro Servizi al Volontariato di Benevento.
Proprio per tutto questo, alcuni passi del suo intervento, pubblicato da “Avvenire” senza commenti critici, fanno davvero trasecolare. Come, ad esempio, l’affermazione tranchant per cui «la legge 194 non è una legge contro la vita e può essere accettata dai cattolici». Ma come, riconoscere che un embrione è l’inizio di una vita non significa rendere di per sé illegittima la legge sull’aborto? «No», risponde Moretti – «se si intende la ratio legis della 194 per quella che è: una legge che regolamenta un fenomeno, che lo rende una questione pubblica, non una legge che promuove o che serve a dichiarare una questione di principio». Quindi, continua lo stesso Moretti, «la 194 non è una legge che mette in discussione la dignità ontologicamente intrinseca di un embrione, è una legge intervenuta a disciplinare un fenomeno sociale che non ha bisogno di leggi per esistere: l’aborto verrebbe praticato anche in assenza di una norma che ne regolamentasse i contorni e i dettagli della responsabilità pubblica e privata, con grande aggravio e rischio per le donne che decidano liberamente o che si sentano costrette per svariati motivi ad abortire». Niente male come ragionamento per un giornalista pubblicista che si picca di definirsi cattolico, e i cui interventi vengono ospitati dal giornale della Conferenza Episcopale Italiana. Ma non finisce qui. Sempre secondo il coordinatore diocesano della Caritas di Benevento, «un cattolico che chiede di applicare in ogni sua parte la 194 non sta affermando un valore diverso dalla sua fede, crede nella vita, in ogni vita, dal concepimento alla vecchiaia, comprende semplicemente un’impalcatura legislativa che definisce una cornice entro cui l’aborto viene sottratto sia alla privatizzazione sia all’imposizione pubblica». Moretti sostiene, infatti, che «non è una posizione inedita quella dei credenti che contribuiscono alla vigenza di leggi che regolamentano fenomeni sociali esistenti e che una persona ragionevole scongiurerebbe». Ed a questo proposito il nostro giornalista cattolico si avventura nel campo della teologia: «Le Sacre Scritture ci ricordano che la legge dell’“occhio per occhio” non era, ad esempio, una legge che promuoveva la vendetta, ma regolamentava il fenomeno della vendetta».
Ma questo ragionamento non contraddice in fondo il dovere di difendere la vita dal concepimento, che ogni cattolico dovrebbe avvertire come esigenza morale? «No», risponde sempre Moretti, «perché nella pratica ogni cattolico è chiamato a difendere e promuovere la vita, senza potersi ergere a giudice delle scelte altrui; nella teoria il cattolico che chiede di applicare tutta la 194 chiede che una donna sia accolta da un servizio pubblico, non promuove l’aborto, ma si pone in ascolto e in aiuto di ogni donna». Per giustificarsi, però, è costretto ad utilizzare le consuete parole talismano: «pace», «non-violenza», «non-discriminazione», «comprensione», «dialogo», «accoglienza». Scrive, infatti, Moretti: «La speranza più intima resta quella della pace e della nonviolenza: nessuna guerra, nessuna discriminazione, nessun giudizio “contro”, solo perdono e tensione alla comprensione reciproca». E conclude: «Sull’urgenza di una chiave di lettura sociale e culturale dell’aborto i cattolici giustamente non intendono retrocedere nel dialogo; un dialogo che, anche a mio parere, non ha bisogno di rimettere in discussione la 194, ma che si mettano in discussione le nostre comunità non accoglienti».
Et voilà, con il riferimento finale all’accoglienza, il piatto è servito!
Angelo Moretti inizia il suo intervento pubblicato da “Avvenire” con la considerazione che «nel dibattito italiano sui cosiddetti diritti civili e, in particolare sul tema dell’aborto, si ha spesso la spiacevole sensazione di affrontare un confronto tra posizioni illuministiche e posizioni teologiche». Ma si tratterebbe di «uno schema già vecchio da secoli, superato da un Concilio e, prima ancora, da un progressivo avvicinamento delle posizioni contrapposte a favore della libertà e dello sviluppo degli uomini e delle donne nella lotta alla discriminazione e alla disuguaglianza sociale che ha contribuito a disegnare la nostra Costituzione». Moretti non precisa quale sia il Concilio citato, quindi si dovrebbe desumere che si riferisca al Vaticano II, il “Concilio” per antonomasia, anzi, secondo quelli come Moretti, l’unico vero Concilio, essendo ritenuti del tutto insignificanti o superati gli altri venti che lo hanno preceduto. Però bisognerebbe ricordare al nostro giornalista cattolico che proprio il Concilio Vaticano II, da lui citato, in un importante documento denominato Gaudium et Spes, al n. 51 ha definito l’aborto un «crimen nefandum», che tradotto in italiano per i postconciliari significa «delitto abominevole». Caro Moretti, si possono utilizzare tutte le infiorettature buoniste che si vogliono, tutte le magiche parole talismano oggi in voga, tutti i capziosi sofismi gesuitici a disposizione, ma la realtà nuda e cruda non si può cambiare: l’aborto rimane un crimen nefandum. E nessuna legge può mai rendere giusto un delitto abominevole.
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Tag: aborto, avvenire, cultura cattolica, ru 486
Categoria: Generale
Seguendo il ragionamento (?) del perfido Moretti, potremmo regolamentare tanti altri fenomeni sociali molto diffusi, quali ad esempio il furto o la prostituzione.
Perché non legittimiamo il furto fino a diecimila euro e la prostituzione se esercitata fino al limite massimo di tre volte a settimana?
Non dobbiamo essere rigidi!
Dialoghiamo e non giudichiamo!
Da amante del Giappone propongo di prendere un po’ di respiro e allargare lo sguardo sulle cose belle.
https://vivashiatsu.blog/2015/10/23/shiatsu-bambini-lattanti-neonati-prematuri-torino/
L’ aborto è crimine contro la legge naturale, esso cioè va contro il bene che è voluto da Dio, creandoci; ma, diversamente dalla legge rivelata, il diritto naturale è conoscibile già prima della Fede (virtù teologale), bastando l’ intelletto (il suo uso corretto è virtù cardinale). Con la Grazia, il cristiano ha più piena coscienza del male ( altro che l’ astenersi dal giudizio, invocato da costoro !) e quindi egli ha pure maggiori doveri nel denunciarlo e nel porvi rimedio (caritas). Tuttavia sul piano politico-sociale io penso che si debba puntare sulla denuncia dell’ aborto come “crimen” , prima che come peccato; come indifendibile cioè, perfino da un agnostico, perchè è, oggettivamente, un assassinio di un innocente. (personalmente io credo che l’ aborto sia inaccettabile addirittura da un giuspositivista, ma qui il discorso ci amplierebbe troppo, ricordiamo però, almeno i tormenti di un Bobbio)
Per quanto riguarda questo Moretti, visto che è un volontario vincenziano, speriamo che prima o poi (meglio prima che poi,,,) egli si confronti col suo patrono; come pensare, infatti, che Vincent de Paul possa aver mai concepito una giustificazione sociale dell’ aborto? Avrebbe il Moretti l’ ardire di mettersi all’ ombra del grande santo ? o, peggio, chiamare la di lui morale “ideologia”?
P.s. non è tanto importante, in fondo, ma si manifesta sempre più chiaramente la lotta tra i due (tristi) partiti; quello, perdente, di Bassetti, e quello di Spadaro, probabilmente appoggiato da S. Egidio.
L’unica affermazione corretta è quella riguardante la legge del taglione. Ma la legge del taglione non è biblica. Risale al codice di Hammurabi,legge babilonese del XVIII secolo a.C. citata mille anni dopo nell’A.T. (Esodo, Levitico Deuteronnomio) e 1800 anni dopo nel Nuovo Testamento con queste parole di Gesù, riferite dall’evangelista e Apostolo Matteo: ” [38] Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente;
[39] ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra;
[40] e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
[41] E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due.”
Gesù cita casi personali di offese tra persone e di danni fatti da persona a persona dicendo ai suoi discepoli di perdonare. Ma attenzione: non dice di non opporsi a chi vuol proclamare leggi che sono contro la Legge di Dio.
Così, almeno, mi pare!
CIAO TOSATTI. PREMESSO CHE SULL’ABORTO PENSIAMO ALLO STESSO MODO QUANTO AI PRINCIPI, SUL METODO VEDO CHE CONTESTI IL “DIALOGO”. MA TU QUALE DIVERSO METODO SUGGERISCI, CONSIDERATA LA SCARSA INCIDENZA POLITICA DEI CATTOLICI IN ITALIA?
OVVIAMENTE PARLO DI UN METODO IDONEO AL RAGGIUNGIMENTO DEL FINE. NON UN METODO SUICIDA CHE CI PORTEREBBE AD UNA SCONFITTA TOTALE.
COME PENSI DI ARRIVARE ALL’ABOLIZIONE DELL’ABORTO SIA IN DIRITTO CHE IN FATTO?
Perché scrive tutto maiuscolo, e mi dà del tu? Non mi ricordo di essere stato a tavola con lei. Il problema, della Chiesa, e dei suoi strumenti, è che dovrebbero avere come scopo la salvezza eterna delle anime. Di conseguenza il punto centrale è aiutare la gente non sbagliare su quell’obiettivo, non avere vittorie politiche. Parlare di dialogo su un omicidio è accettabile, in quest’ottica?
E’ in politica che si scende a compromessi, accettando un male “minore” per evitarne uno maggiore. La religione, invece, ha il compito di affermare la verità, anche a costo di andare contro l’opinione maggioritaria. In ogni caso, lo scandalo per la maggioranza che si vedesse smentita nei suoi convincimenti più radicati non sarebbe il male maggiore, ma il minore. La “democrazia” non è un’ordalia, infatti, che assegna la parte del giusto a chi ha la maggioranza. Gli concede solo il diritto alla vittoria, che è altra cosa. Anche Stalin ha vinto ed è morto prima che il comunismo venisse smentito (a parole). Insomma, “Etiam si omnes, ego non”.
“La nostra fede è quella di Pietro e Paolo e non quella di Garibaldi e Mazzini”.
https://www.bing.com/videos/search?q=risorgimento+massonico&&view=detail&mid=A0C9E5B1F2DCC5B91D01A0C9E5B1F2DCC5B91D01&&FORM=VDRVSR
Davvero illuminante (per chi non vuole rimanere al buio)
Ogni tanto è bene ripassare la lezione:
“Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”.
Mia moglie, al primo anno di matrimonio, ha abortito al quinto mese: un aborto spontaneo. Abbiamo pianto per giorni. Non riesco ad immaginare la sofferenza causata da un aborto “voluto”.
Benedetto XVI !
Carissimi tutti,
mettetevi in testa (io già ho provveduto e da parecchio) che democrazia è sinonimo di caos.
Una volta stabilito che il “dialogo” è il mezzo da privilegiare nei rapporti non solo sociali ma anche ecclesiastici (Giovanni Paolo II ne fece un mantra), occorre subirne tutte le conseguenze.
Nel dialogo democratico non c’è né verità né errore, o,se si vuole, tutto è verità e tutto è errore.
Nella dialettica democratica vince il “libero pensiero” che va per la maggiore.
Pace e bene.
Su questi temi non ci può essere dialogo. L’aborto è un male assoluto: punto e basta. Un cattolico non può scendere a patti sui VALORI NON NEGOZIABILI, diversamente rinnegherebbe Cristo che è VIA, VERITÀ E VITA. Forse al giornalista di Avvenire ( quotidiano al quale sono stato abbonato per tanti anni) può
essere utile rammentare la battuta del compianto Cardinale Giacomo Biffi il quale, provocato in merito all’opportunità di reintrodurre la pena di morte in Italia, disse: ” C’è già, c’è la legge 194″.
Questa non è, ovviamente, la Chiesa cattolica, anzi. È un simulacro satanico.
Voler chiudere gli occhi davanti all’ovvio e sostenere Bergoglio e i Berggyboys come questo sinistro giornalista di Avvenire a nome dell’unità della Chiesa è tra le cose più scandalose che si possono immaginare.
Lo scisma già c’è. Anzi, i scismatici, con l’aiuto della codardia dei conservatori, hanno già la cattedra di Pietro (invalidamente, Deo gratias) e tutta o quasi tutta ( un po’di ottimismo non uccide) la curia. Negarlo è lavorare per la distruzione della fede e per la dannazione delle anime. Uno scandalo infinito.
Moretti, come ormai gran parte anche del clero, ignora completamente gli aspetti metafisici del peccato, si adagiano, per quella vigliaccheria travestita da “pietas” alle frasi fatte , tipo , parole sue , “con grande aggravio e rischio per le donne che decidano liberamente o che si sentano costrette per svariati motivi ad abortire».
Si tratta sempre della stessa minestra riscaldata troppe volte e che e’ diventata ormai disgustosa.
Si cerca sempre di orientare la visuale da”valle”, in chiave esclusivamente materialistica, anziche’ andare a “monte” , all’origine del problema, come farebbe, anzi sarebbe obbligato a fare qualsiasi buon pastore, il quale, sollecito , anzi nel caso del pastore cristiano, angosciato per la sicurezza del gregge affidatogli , ammonisce ed educa senza sosta le sue pecorelle affinche’ non cadano nel fosso.
E qui l’origine del problema non e’ neanche troppo difficile da vedere !.
La purezza fisica, la continenza sessuale finalizzata all’elevazione dell’ anima verso le cose spirituali, verso Dio, ispirandosi alla Madre di Cristo , Vergine perenne, non si sa piu’ neanche cosa siano , non vengono piu’ neanche menzionate – non insegnate , menzionate- ….. la sacralita’ dell’atto sessuale che origina la vita, fatta ad immagine e somiglianza di Dio, quindi sacra come Dio stesso, hanno un qualche posto nella pastorale odierna ?.
La serena accettazione di essere, per un uomo e una donna che concepiscono un figlio , degli umili strumenti di una volonta’ che li trascende infinitamente e a cui bisogna inchinarsi, sono le basi su cui porre tutto quanto l’edificio della citta’ di Dio; voi vedete oggi per caso ingegneri che si affannano a misurare, scavare e insegnare queste fondamenta?.
E vedete qualcuno tuonare contro la luciferina convinzione di questo mondo che e’ l’ uomo e non Dio ad essere misura di tutte la cose ?.
Cosa dunque vogliamo stupirci se poi a “valle” arrivano gli aborti – considerando aborti anche gli uomini e donne destinati al Padre e invece abortiti alla vita eterna assieme ai falsi pastori che avrebbero dovuto li’ guidarli – , e con essi la catastrofe spirituale che vediamo, e la conseguente apocalisse che viene ?.
La chiesa, minuscolo, si e’ ridotta ad essere ormai una Ong come le altre, le cose sono cosi’, …dicono,…. bisogna prendere atto dello stato dei fatti ….senza giudicare ! …per carita’ ! …unione non divisione !….chi sono io per giudicare ?! .
E satana ride beato.
Non mi sorprende che il quotidiano dei vescovi italiani abbia ospitato tale articolo. Se non ricordo male, all’ inizio di questo mese- quando il ministro Speranza ha emanato le nuove Linee guide per l’ aborto farmacologico (fai da te, in privato; e fino alla nona settimana – come sempre d’ altronde, non abbiamo assistito ad una levata di scudi da parte della CEI per contrastare la sostanza del provvedimento, cioè l’ aborto. C’ è stato soltanto qualche balbettio a sottolineare che con esse non sarebbe garantita una maggiore tutela delle donne e che tali Linee rappresenterebbero una violazione della Legge 194.
Nessuna contestazione, dunque, alla materia disciplinata da questa legge.
Sempre se ben ricordo; perché ho controllato il sito della Conferenza episcopale italiana, nella infruttuosa ricerca di un comunicato in merito. Su SC, a seguito della decisione del ministro della salute, con articoli e commenti si è
evidenziato il silenzio dei vescovi – e non solo – con l’ eccezione di due soli presuli.
Niente di nuovo, sotto il sol dell’ Avvenire… a me pare.
l’individuo Moretti con una cultura da cavolo come si permette a scrivere tante bestialità?
NO ALLA LEGGE 194
Caro Tosatti, molti oggi consigliano il dialogo , molti anche suoi lettori ( anche sacerdoti) nei commenti , più o meno pacati e dotti, consigliano, spesso pretendono , il dialogo. Quale dialogo ? Il dialogo alla Avvenire , che prescinde da ogni verità di fede e cerca generiche inconsistenti e irrealizzabili riconciliazioni con l’obiettivo di una altrettanto insostenibile ed inconsistente pace ? .Ma la pace è conseguenza della “guerra” ,lo abbiamo dimenticato ? . San Francesco di Sales , in piena riforma luterana , fu invitato da un pastore calvinista a dialogare con lui . Il santo andò. Prima di cominciare il dialogo Francesco di Sales chiese al pastore : ” lei crede che un cattolico possa salvarsi ed avere la vita eterna ? si o no ? ” . Solo quando il pastore calvinista fu costretto a dichiarare che si, lo credeva , il santo inziò il dialogo. Che produsse una forte confusione nel pastore protestante , tanto che si suppone ( senza prove storiche che io sappia ) che si fosse poi convertito al cattolicesimo. Per dialogare si deve esser preparati a farlo, si deve esser assistiti dallo Spirito Santo , si deve assolutamente voler convertire l’interlocutore alla Verità . Tutti noi siamo sempre vicino ad un “malato in spirito” bisognoso di aiuto, come il paralitico della parabola evangelica che sul bordo della piscina attendeva che qualcuno lo spingesse dentro quando l’Angelo muoveva le acque . Non si può conciliare la Verità con una menzogna , con una eresia , con un errore .Lo può fare l’Avvenire forse , su indicazione di Bassetti e più su . Noi dobbiamo dielogare ( se siam capaci) per convertire ,non per riconciliarci -baci e abbracci- . Consiglio un libro in proposito , scritto dal prof Plinio Correa de Oliveira , il famoso filosofo -teologo cattolico brasiliano , una figura gigantesca del XX secolo , fondatore della TFP . Il libro si titola : “Trasbordo ideologico inavvertito e dialogo”. Non ricordo la casa editrice,ma suppongo si possa facilmente trovare . MonsX
“Trasbordo ideologico inavvertito e dialogo” è disponibile gratuitamente in formato pdf qui:
http://www.pliniocorreadeoliveira.it/docs/trasbordo-ideologico.pdf
Plinio CORREA DI GIGANTESCO HA SOLO IL FATTO DI ESSERE STATO UN MARXISTA AL CONTRARIO. PESSIMA LETTERATURA.
Rispetto, Claudio. Rispetto e minuscole. Due cose che le mancano.
Uh non era mia intenzione mancare di rispetto con le maiuscole. Errore di impostazione dopo aver digitato la prima parola.
Si rende conto il Moretti che lo stesso suo ragionamento (regolamentare una prassi già in auge anche se la riteniamo ingiusta) si potrebbe di volta in volta applicare a leggi che consentano, normandone la prassi: omicidio, pedofilia, necrofilia, zoofilia, poligamia… Di fatto ciò è già avvenuto per unioni omosessuali, insegnamento gender al limite dello sconcio a bambini impuberi, ecc.
Ergo, proprio in forza del ragionamento morettiano, le perversioni di cui sopra saranno puntualmente legalizzate.
Si chiama finestra di Overton e il nostro Moretti, pur cattolicissimo come il giornale dove scrive, beh, c’è cascato in pieno.
Il ragionamento di Alessandro 2 e’ condivisibile al 100%.
Bisogna però aggiungere che la legge 194 sembra avesse una parte in cui si parlava di tutelare la maternità: parte che non è mai stata applicata. Se qualcuno incominciasse a cercare di mettere in atto questa parte della legge non ci sarebbe nulla di male.