ABORTO. FINE DELL’IPOCRISIA: ELIMINARE UN UMANO SI PUÒ.

12 Agosto 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi amici e nemici di Stilum Curiae, voglio rilanciare oggi un articolo scritto sul suo blog da Leonardo Lugaresi, che spiega con grande lucidità e acume quale è stato il cambio di passo nella tragedia dell’aborto compiuto dal ministro della Salute Roberto Speranza de-ospedalizzando l’assunzione della pillola abortiva Ru 486. E che è stata salutata dalle lobbiste della morte – comprese alcune accademiche; il tradimento dei chierici, ancora una volta – come un momento di maggiore libertà. Buona lettura. 

 

§§§

Il tweet con cui l’altro giorno il ministro della salute (sic!) ha annunciato festante che gran conquista sia il fatto che ora la donna che vuole abortire deve solo passare al consultorio a prendere una pillola e poi viene mandata a casa a farsi gli affari suoi  ha posto ufficialmente fine ad una retorica che teneva campo nel discorso pubblico da almeno cinquant’anni.

Tale rappresentazione, che potremmo chiamare dell’etica pubblica dell’aborto, affermava il dovere dello stato di prendersi in carico un grande male sociale occultato nel privato e farlo venire alla luce pubblica per ridurlo, ordinarlo e gestirlo nel modo migliore possibile, a maggior tutela soprattutto (ma non solo) delle donne. Era una retorica che si imperniava su un argomento apparentemente forte (il solo che apparisse tale, a dire il vero): l’aborto in Italia c’è già, a dispetto della legge che lo proibisce; è diffuso e mal praticato e lo stato deve perciò uscire dall’ipocrisia di far finta che il problema non esista, tirarlo fuori dalla clandestinità, cioè dal privato, in cui alligna, e delineare un perimetro pubblico entro il quale esso sia, a determinate condizioni, consentito e “protetto”, nella prospettiva di ridurne l’incidenza e comunque di tutelare per quanto possibile i soggetti coinvolti. La forza di tale argomento stava evidentemente nel fatto che è vero che l’aborto è sempre stato praticato, anche se nessuno può dire in quale misura: di un fenomeno clandestino, infatti, è per definizione impossibile dare una misura attendibile e il milione di aborti annui strombazzati dalla propaganda radicale degli anni settanta era ovviamente un numero “a cazzo” (come quasi tutto ciò che i radicali hanno detto e fatto nella loro vita); però è molto probabile che la riprovazione sociale dell’aborto, anche prima del 1978, fosse in realtà molto minore di quello che tanti osservatori allora ritenevano, come l’esito del referendum abrogativo appena tre anni dopo dimostrò platealmente.

Sul presupposto di quell’etica pubblica dell’aborto si costruì tutta la rappresentazione del problema che è andata in scena dagli anni settanta fino ad oggi e nella quale alla legge 194 del 1978 fu affidata la parte principale, cioè quella di interpretare il ruolo di «Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza». Va sottolineato che in tutto quel discorso era di cruciale importanza la discriminazione tra pubblico (o sociale, come recita il titolo della legge) e privato.

Pochi rammentano, infatti, che la legge 194 lascia del tutto intatta la repressione penale dell’aborto fuori dal percorso pubblico in essa stabilito, per cui chi volesse abortire “per conto suo” commetterebbe un reato, anche se si trovasse nelle condizioni che legittimano tale scelta ai sensi di quella stessa legge. La discriminante infatti è che l’aborto, in sé considerato ufficialmente un male, diventa una pratica socialmente accettabile solo se e nella misura in cui si sottopone alla gestione pubblica e alle sue regole. Tale capacità “redentiva” del pubblico, a sua volta, deriva da una sua presunta superiorità etica quale è quella solennemente enunciata sin dal titolo della legge 194.

Oggi, dopo mezzo secolo di repliche sempre meno convinte e convincenti, si smonta il tendone, si tira giù lo schermo e si cambia radicalmente scenario. La nuova retorica (assai più miserabile e rozza della precedente) ha ben poco su cui appoggiarsi, ma forse non ce n’è più neppure bisogno: il pubblico (inteso questa volta come la massa degli spettatori a cui siamo ridotti) ormai manda giù qualsiasi cosa.  Ora il perno del dicorso è la cosiddetta “autodeterminazione della donna”, cioè il massimo di individualismo e di privatizzazione pensabile.

Se c’è un solo aspetto positivo nel feroce decorso dei nostri tempi è che ormai sono caduti tutti gli orpelli ideologici e, tolto di mezzo ogni infingimento, le cose appaiono per quello che sono. E queste sono, messe in fila e contate:

  1. L’aborto è, indiscutibilmente, l’uccisione di un individuo appartenente alla specie umana.Evito di parlare di persona, per definire l’embrione e il feto, non perché ritenga di non poterlo fare, ma solo perché non ne ho bisogno e non desidero complicare il discorso con dispute fuorvianti sul concetto di persona. Anche chi avesse da obiettare sulla definizione di persona applicata all’embrione e al feto non può negare che siano individui appartenenti alla specie umana.
  2. La ragione– che stavolta avrei voglia di scrivere con la maiuscola, come se fossi Robespierre – obbliga tutti gli uomini a ritenere che uccidere un individuo appartenente alla specie umana non è mai moralmente indifferente e che non è mai lecito farlo se non in un solo caso, quello della legittima difesa, cioè quando l’uccisione di quell’essere umano è il solo mezzo per salvare un altro o più esseri umani che egli minaccia di uccidere. Ripeto. La Ragione. Obbliga. Tutti. Perché se non si afferma il principio che non è mai lecito uccidere un individuo appartenente alla specie umana (salvo il caso di legittima difesa), è giocoforza lasciare il campo al principio opposto, cioè che è sempre lecito ucciderlo, poiché non esiste alcun punto intermedio in cui piantare il paletto che segna il limite.
  3. L’attuale discorso pubblico sull’aborto, che si è ormai diffuso in tutto il mondo compresa l’Italia, pretende invece di affermare l’esistenza di quel punto intermedio, cioè un discrimine che individua una categoria di individui appartenenti alla specie umana che invece è lecito uccidere e lo colloca, con arbitrio del tutto irrazionale, nel momento della fuoriuscita del feto dall’utero. Perciò, mentre l’aborto è un diritto individuale di cui è esclusiva titolare la gestante, l’infanticidio è un crimine.
  4. Perché embrione e feto sono i soli individui appartenenti alla specie umana che è  ormai universalmente considerato lecito uccidere? La ragione è molto semplice, brutale e tutt’altro che “moderna”: è la stessa per cui anche una volta l’aborto era meno socialmente riprovato di quanto le anime belle credessero: perché l’embrione e il feto sono gli esseri umani più deboli che ci siano. La causa principale della loro peculiare debolezza è che non si vedono. Un neonato è debolissimo, altrettanto poco autonomo di un feto (autonomia respiratoria a parte) e lasciato a se stesso muore nel giro di poche ore, ma è visibile nella sua forma umana, appositamente conformata dalla natura per suscitare negli altri esseri umani un forte senso di responsabilità nei suoi confronti. Può essere ucciso o abbandonato, come purtroppo accade, ma non è facile farlo e soprattutto è forte la reazione avversa degli altri individui nei confronti di chi compie questo genere di atti. Il feto non si vede finché è vivo nell’utero materno (ecografia a parte) e non si vede quando viene ucciso a meno che qualcuno non lo mostri. Cosa che, infatti, oggi è il vero crimine imperdonabile, la mostruosa oscenità contro la quale si leva immediatamente una reazione violentissima e forsennata, che forse sarebbe più appropriato chiamare assatanata. L’embrione poi, anche se lo vedessimo, a molti non sembrerebbe neanche un uomo. Dunque non c’è discussione possibile: non esiste alcun individuo umano che sia tanto debole quanto lo sono l’embrione e il feto. Gli “ultimi” al mondo sono loro.
  5. Gli ordinamenti giuridici di quasi tutto il mondo hanno ormai inserito al loro interno un principio, il più anti-giuridico che ci sia, che afferma che è lecito uccidere gli individui umani più deboli, precisamente in quanto sono così deboli da non aver titolo ad alcuna difesa. Il diritto alla vita, perciò, è relativo e proporzionato alla forza del soggetto che ambisce a goderne. Gli stolti legislatori che hanno legiferato in questo modo hanno tagliato il ramo su cui stavamo tutti seduti, e sempre di più ce ne accorgeremo in futuro.
  6. Per questi motivi il problema dell’aborto viene prima di tutti gli altri, in una visione cristiana del mondo. (Come madre Teresa di Calcutta, che di cristianesimo e in particolare di carità cristiana qualcosa sapeva, non si è mai stancata di ripetere per tutta la sua vita). Ci sono tante questioni importantissime di cui i cristiani è giusto che si occupino, ma questa viene prima. Aver derubricato l’aborto al livello di un tema fra i tanti dell’agenda, tra il cambiamento climatico e i “migranti”, è uno dei più gravi errori di una certa mentalità oggi diffusa anche tra i cristiani.
  7. In un mondo in cui moltissime persone sono regredite ad un livello mentale così basso da non rendersi conto dell’irrazionalità dei loro comportamenti, il compito della chiesa è anche, e forse prima di tutto, educativo e culturale: la prima carità da fare agli uomini è aiutarli a tornare a pensare.

§§§




 

STILUM CURIAE HA UN CANALE SU TELEGRAM

 @marcotosatti

(su TELEGRAM c’è anche un gruppo Stilum Curiae…)

E ANCHE SU VK.COM

stilumcuriae

SU FACEBOOK C’È LA PAGINA

stilumcuriae




SE PENSATE CHE

  STILUM CURIAE SIA UTILE

SE PENSATE CHE

SENZA STILUM CURIAE 

 L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA

 AIUTATE STILUM CURIAE!

ANDATE ALLA HOME PAGE

SOTTO LA BIOGRAFIA 

OPPURE CLICKATE QUI 




Questo blog è il seguito naturale di San Pietro e Dintorni, presente su “La Stampa” fino a quando non fu troppo molesto.  Per chi fosse interessato al lavoro già svolto, ecco il link a San Pietro e Dintorni.

Se volete ricevere i nuovi articoli del blog, scrivete la vostra mail nella finestra a fianco.

L’articolo vi ha interessato? Condividetelo, se volete, sui social network, usando gli strumenti qui sotto.

Se invece volete aiutare sacerdoti “scomodi” in difficoltà, qui trovate il sito della Società di San Martino di Tours e di San Pio di Pietrelcina

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , , ,

Categoria:

36 commenti

  • marco ha detto:

    Nel caso dell’aborto,in qualunque fase esso avvenga,non mi interessa la scienza.Basta il buon senso ed alcuni principi morali.È in ogni caso un essere umano in divenire. Quindi:non uccidere.Non approfittare del tuo potere per fare del male.Nessuno è padrone di un essere umano.Un conosciuto giornalista,Facci,scrisse,molto tempo fa,che un bambino è una persona solo quando è nato e non sempre! Ora fanno quello che lui pensava.Si uccide anche dopo nati.Un medico Usa ha detto di averne fatti migliaia e di non avere nessun problema ad uccidere un bambino.Non è perseguito dalla legge.
    E l’Olanda ha da tempo introdotto l’aborto eugenetico senza limiti.La moderna eugenetica è diffusa da oltre un secolo ed ha avuto ed ha personaggi di primo piano.Tacitati per un pò,visto l’uso da parte di Hitler.Ma ormai…E Hitler ha vinto questa sua battaglia come ha vinto quella di vedere una zona economica europea a dominanza teutonica. Ed ora l’aborto va al di là dell’eugenetica.Tutto dipende da quello che la donna vuole.Ed è sempre più un must. Ulteriore segno del nostro suicidio.

  • Raffaella ha detto:

    La cultura della morte avanza indisturbata nel silenzio della gerarchia e del popolo cristiano,ammesso che un popolo cristiano in Italia esista ancora.

  • Borghese pasciuto ha detto:

    Facciamo un gioco: alzi la mano chi è contrario, senza se e senza ma, alla pena di morte.

    • Marco Tosatti ha detto:

      Certamente i comunisti non la alzeranno…Cina, Corea del Nord ecc.

      • Maria Cristina ha detto:

        Ma l’aborto non e’ forse una pena di morte data a un innocente? Almeno la pena di morte data a un serial killer ha una sua motivazione, ma quella data a un bambino non ancora nato No.
        C’e’una grande differenza Borghese Pasciuto tra la pena di morte e l’aborto:se Hitler non fosse morto nel bunker, forse sarebbe stato giustiziato. Lei Borghese Pasciuto sarebbe stato contrario ? E sarebbe contrario alla pena di morte data come punizione a traditori del proprio Paese in tempo di guerra, quando vige laegge marziale? O forse r’proprio la sua mentalita’da borghese ben Pasciuto, mai minacciato da pericoli che le fa pigramente accettare l’aborto e non la pena di morte? Con l’aborto si condanna a morte chi non ha fatto nulla solo petche’debole e indifesi.
        Ma ai borghesi ben Pasciuto cosa volete che interessi? La sazieta’e la ricchezza generano mostri.

    • Valeria Fusetti ha detto:

      Caro Borghese pasciuto, l’aborto è l’assassinio di un essere umano innocente, la pena di morte è comminata ad un essere umano dopo una serie di garanzie che dimostrano, al di là di ogni ragionevole dubbio,che la persona in questione ha commesso un atto moralmente e socialmente pericoloso.Equiparare l’assassinio di un bambino innocente ad un adulto dichiarato colpevole, ed a cui sono state date le garanzie di un procedimento giudiziario, è indice che lei è in mala fede. Come sempre.

      • Borghese pasciuto ha detto:

        Eppure mi pare di parlare chiaro.
        Io sono contrario senza se e senza ma alla pena di morte.
        Non so cosa avrei fatto di Hitler, perché vivo qui e oggi e non mi metto a pontificare su quello che è successo settantacinque anni fa, in un clima tutto diverso da quello odierno, che sicuramente ha condizionato le scelte di chi si è trovato a decidere.
        Certamente, penso che fra le grandi conquiste di civiltà a partire dal dopoguerra vi sia soprattutto l’abrogazione, di diritto o di fatto, della pena capitale in buona parte del mondo.
        Quanto all’aborto, sono favorevole, perché l’embrione non è una persona, perché la vita la danno gli uomini (nel senso degli esseri umani) se e nella misura in cui lo vogliono veramente e, in particolare, è e deve restare una libera scelta della donna. E poi, soprattutto, perché l’aborto è, dalla notte dei tempi, un fenomeno sociale che prescinde dalla legge e che deve assolutamente essere regolamentato per la salute della donna.
        Parlando di coerenza, mi piacerebbe sapere da lei che ne è della sacralità della vita (a cui io non credo, ma lei sì) di fronte alla pena di morte.
        La mia posizione è chiara, cristallina, diversamente dalla sua. Eppure io non penso che lei sia in mala fede, credo soltanto che sia una insopportabile (mi perdoni) integralista cattolica, ma in perfetta buona fede (il che, forse, è peggio).

        • Marco Tosatti ha detto:

          Caro amico, temo che lei abbia dei problemi con la logica e la realtà. L’evidenza scientifica dice che quello che lei chiama embrione è un essere umano in una fase del suo sviluppo. Come lei, ora, è in un’altra fase del suo sviluppo. Il resto sono chiacchiere.

          • Angelo Simoni ha detto:

            Non si può essere favorevoli all’aborto e contrari alla pena di morte. L’aborto è pena di morte e del tipo più vile e disumano, perché inflitta ad un essere umano innocente e indifeso, il più indifeso e il più innocente degli esseri umani.
            Sono pertanto contrario all’aborto e condivido in pieno le limpide, incontestabili affermazioni di Tosatti ed Enrico.
            E visto che i favorevoli all’aborto si riempiono poi la bocca di difesa dell’ambiente, comincino a rispettare quello che è oggi il più sacro e, forse proprio per questo, anche il più devastato ambiente naturale: il grembo materno.
            Personalmente sono poi contrario anche alla pena di morte e vorrei fosse abolita in tutto il mondo.

        • Enrico ha detto:

          E poi lo sa che Lei scrive quel che scrive perché un giorno è stato un embrione che nessuno ha osato uccidere?

          L’embrione non è una persona? E come mai se lo si lascia crescere “diventa” una persona?

          Lei cos’era quando era un embrione? Una forma di vita insignificante su cui Sua madre avrebbe potuto esercitare il diritto di vita o di morte?

          E invece adesso cos’è? Quale salto di natura si è verificato perché lei “diventasse” una persona?

        • Sherden ha detto:

          “La mia posizione è chiara, cristallina”.

          Bene, spiegaci allora, dal punto di vista scientifico, quando è che l’embrione smette di essere tale (più o meno un grumo di cellule tipo la pellicina delle unghie?) e diventa persona (con il suo inalienabile diritto alla vita, come tutti gli altri esseri umani). Immagino che la tua chiarezza cristallina saprà illuminarci. Siamo tutt’orecchi.

        • Sherden ha detto:

          Uhhh, quasi mi sfuggiva:
          “l’aborto è, dalla notte dei tempi, un fenomeno sociale che prescinde dalla legge e che deve assolutamente essere regolamentato”

          Pensa un po’, quanto a fenomeno sociale pure l’omicidio e il furto lo sono, e pure da prima dell’aborto. Che facciamo? Un regolamentino anche per loro?

          • Lucia ha detto:

            Gentile Sherden io credo che ormai ci siamo a omicidi e rapine se non legalizzati, almeno il primo fortemente non “caricato” di anni da scontare a seguito di scusanti,riduzioni di pena, magari con la scusa del sovraffollamento e il secondo ormai neanche più perseguite, in pratica. Non credo che sia un caso.

        • Alda ha detto:

          Compatisco suo figlio…. Perché, “pasciuto” da lei, sarà la sua copia identica… Dio ci liberi da questi individui!!
          Dio ci farà aspettare ma lei, Tosatti, questo potere ce l’ha, lo eserciti!!!

          • Marco Tosatti ha detto:

            Sapesse quante volte lo faccio…chieda a Borghese Pasciuto, l’uomo più bannato del pianeta.:-)))

          • Adriana ha detto:

            Oh , Tosatti , non doveva dirlo…d’ora in avanti girerà il mondo vantandosi del suo particolare Guinnes dei primati ( intesi come scimmiette ) .

    • Vincenzo ha detto:

      Caro sig. Borghese Pasciuto, io sono contrario alla pena di morte, anche perché questo non ha mai fatto diminuire i reati e/o le morti provocate da assassini vari. Io infatti sono per la certezza della pena, che significa carcere sine vita! Il discorso è che gente come lei tira fuori argomenti che non hanno attinenza col tema, essendo solo troll continui! L’aborto cos’è, se non l’uccisione deliberata e voluta di una vita umana? E come la chiamerebbe lei, se non pena di morte? Ah già, dimentico sempre che basta alzare il pugno e cantare “Bella ciao” e tutto è permesso, ed è addirittura visto come conquista di civiltà! Il mio unico commento è: bleah!

    • Alessandro2 ha detto:

      Et et.

      CCC 2267 Per molto tempo il ricorso alla pena di morte da parte della legittima autorità, dopo un processo regolare, fu ritenuta una risposta adeguata alla gravità di alcuni delitti e un mezzo accettabile, anche se estremo, per la tutela del bene comune. Oggi è sempre più viva la consapevolezza che la dignità della persona non viene perduta neanche dopo aver commesso crimini gravissimi. Inoltre, si è diffusa una nuova comprensione del senso delle sanzioni penali da parte dello Stato. Infine, sono stati messi a punto sistemi di detenzione più efficaci, che garantiscono la doverosa difesa dei cittadini, ma, allo stesso tempo, non tolgono al reo in modo definitivo la possibilità di redimersi. Pertanto la Chiesa insegna, alla luce del Vangelo, che «la pena di morte è inammissibile perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona», e si impegna con determinazione per la sua abolizione in tutto il mondo.

      CCC 2270 La vita umana deve essere rispettata e protetta in modo assoluto fin dal momento del concepimento. Dal primo istante della sua esistenza, l’essere umano deve vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il diritto inviolabile di ogni essere innocente alla vita. 181

      « Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato » (Ger 1,5).
      « Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra » (Sal 139,15).

      CCC 2271 Fin dal primo secolo la Chiesa ha dichiarato la malizia morale di ogni aborto provocato. Questo insegnamento non è mutato. Rimane invariabile. L’aborto diretto, cioè voluto come un fine o come un mezzo, è gravemente contrario alla legge morale:

      « Non uccidere il bimbo con l’aborto, e non sopprimerlo dopo la nascita ». 182

      « Dio, padrone della vita, ha affidato agli uomini l’altissima missione di proteggere la vita, missione che deve essere adempiuta in modo degno dell’uomo. Perciò la vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; e l’aborto come pure l’infanticidio sono abominevoli delitti ». 183

      CCC 2272 La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana. « Chi procura l’aborto, se ne consegue l’effetto, incorre nella scomunica latae sententiae », 184 « per il fatto stesso d’aver commesso il delitto » 185 e alle condizioni previste dal diritto. 186 La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia. Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all’innocente ucciso, ai suoi genitori e a tutta la società.

      CCC 2273 Il diritto inalienabile alla vita di ogni individuo umano innocente rappresenta un elemento costitutivo della società civile e della sua legislazione

    • marco ha detto:

      Salvo nei paesi,ed altri simili, citati da Tosatti ,dove si ammazzano per ragioni politiche o semplicemente perché manca un organo da vendere,vedi Cina,negli altri pochi paesi rimasti lo si fa per ragioni di giustizia. Con i tanti errori possibili. Quindi sono contrario anche perché l’ergastolo,applicato veramente,è molto peggio della pena di morte.Detto questo mi domando cosa c’entri il suo stupido gioco con il massacro dei bambini.È la prima volta che le rispondo e l’utima. Lei è un imbecille.E mi scuso con Tosatti perché usare affettivi offensivi non è nel mio stile.

      • Gian ha detto:

        Ecco, BORGHESE PASCIUTO, ti sei preso anche dell’imbecille e ci sta tutto, anche se non ci arrivi per comprenderlo fino in fondo. Si ha conferma inoltre che se non fosse per la paziente, costante opera di pulizia attuata dal nostro ospite, saresti molto più presente a tediarci e molestarci con le tue insopportabili provocazioni, da perfetto disturbatore che trae soddisfazione per il solo fatto di essere tedioso, anche se inutile. Se c’è un aspetto positivo in tanta pochezza è che ci dà modo di apprezzare ancora di più la generosità del nostro ospite, per tutte le volte che ci ha risparmiato la tua insulsa presenza.

        • Borghese pasciuto ha detto:

          Stia pur certo che continuerò a scrivere, per provare, nel mio piccolissimo, a contrastare le facezie (quando va bene) se non addirittura l’orribile fascistume cui Tosatti dà proditoriamente ospitalità in questo surreale blog. Buona giornata

          • Marco Tosatti ha detto:

            Borghese, se Lei non esistesse bisognerebbe inventarla. E anzi, temo che qualcuno pensi che Lei sia una mia invenzione teatrale, tanto è ridicolo in certe affermazioni. Perché proditoriamente? Chi avrei tradito? Geniale!

    • EquesFidus ha detto:

      Non vorrei rispondere a Borghese Pasciuto, in quanto purtroppo le sue opinioni deliranti ed infondate sono fin troppo diffuse nella popolazione, grazie all’egemonia culturale liberal-comunista che ha portato alla rovina ed al fallimento questo Paese.
      Detto questo, io sono tranquillamente contrario all’aborto e favorevole al ripristino della pena di morte, in ossequio alla Dottrina cattolica ed alla retta ragione. Infatti, i movimenti a favore dell’aborto e contrari alla pena di morte sono tutti, nessuno escluso, profondamente anticristiani, e per una ragione: quando eliminiamo dall’orizzonte della realtà Dio, la perdita della vita passa da essere grave ad insostenibile. Al contempo, se la vita è una sola, io devo poter disporre di essa come meglio credo, abortendo quindi se necessario. Questa apparente contraddizione affonda le sue radici nel materialismo, di cui liberalismo (fin dai tempi del Beccaria e degli altri malnati Illuministi), socialismo e derivati (comunismo, fascismo, nazismo ecc…) si sono sempre abbeverati. In altri termini, questo ha portato da un lato all’approvazione, in termini deliranti che negano all’embrione la dignità di essere umano qual è (non esiste infatti alcun salto ontologico nello sviluppo umano, e non si capisce perché un embrione sia un essere umano a 91 giorni e non a 90, o 89), all’aborto come mezzo di autodeterminazione e di “liberazione” femminile (negando però proprio una delle caratteristiche della femminilità, cioè la maternità), dall’altro ripudiando con orrore una pena ritenuta terribile, perché per costoro la morte è effettivamente la fine di tutto e non esiste un’espiazione (tanto meno redenzione o salvezza) del condannato. In effetti, oggigiorno l’aspetto espiatorio della pena non viene più considerato: si preferisce l’ergastolo (anche se in molti, troppi, ormai premono pure per la sua abolizione, coerentemente con il fatto che, se la vita è una sola, anche la privazione della libertà per tutta la vita è troppo a prescindere dalla gravità di reato) ma si ignora che per certi crimini oggettivamente gravi la pena di morte non è affatto sproporzionata. Tali crimini oggettivamente gravi sono, per esempio, l’omicidio volontario premeditato (incluso l’aborto volontario!), l’alto tradimento, la strage volontaria, la diserzione.
      Purtroppo, tendenze pacifiste (esplicitatasi nella rottura -ennesima- con la Tradizione del Catechismo di Giovanni Paolo II prima e compiutasi con le modifiche al medesimo promosse da Bergoglio poi) all’interno della Chiesa hanno portato, e stanno portando, all’eliminazione della pena di morte come dottrinalmente valida, quando in realtà, da sempre, il cattolicesimo l’ha sempre ammessa in riparazione a crimini veramente gravi. Abbiamo persino l’esempio di santi che assistevano i condannati a morte, i quali spesso si convertivano vista l’imminente dipartita, senza però profferire parola sulla legittimità di tali sentenze.

      P.S.: Borghese, se suo figlio si convertisse auspicabilmente al cattolicesimo (il che non è affatto improbabile, considerata quell’eterogenesi dei fini che è sempre stata la rovina provvidenziale di liberali e comunisti), Lei cosa farebbe, per curiosità?

  • Gene ha detto:

    Il tradimento dei chierici, una frase he riassume ciò che la Chiesa, nei suoi piccoli e grandi rappresentanti, opera con parole, opere ed omissioni.
    Con un pampero che ignora volutamente la dottrina, la teologia come fosse un amministratore delegato😨😨😨, e la sua visione delle cose è un lasciapassare per il governo, tra i quali ci sono cattolici🙉🙊🙈.
    Speranza porta avanti l’ideologia progressista e il pensiero soriano.

    • Maria Cristina ha detto:

      Persone quali Santa Madre Maria Teresa di Calcutta per la quale l’ aborto era il peccato paradigmatico ( se una madre puo’ ammazzare il proprio figlio …tutto e’ lecito ) , e San Giovanni Paolo II, entrambi fatti Santi e poi totalmente dimenticati per non dire contraddetti nel loro messaggio dalla Chiesa odierna, ( passata a festa gabbato u santo? ) , sembrano lontani anni luce , sembrano appartenere ad un altra epoca, lontanissima nel passato. Eppure sono passati pochi decenni. Possibile che nel giro di pochi decenni la Chiesa cattolica passi disinvoltamente dalla ferma e pubblica condanna , senza se e senza ma, dell’ aborto, alla piatta , afasica, minimalista e flebile voce di oggi , che sembra quasi scusarsi per ricordare al mondo che l’ aborto e’ un peccato e un delitto ? Non un DIRITTO?
      Quali altri cambiamenti nel corso di una vita umana che e’ mediamente di 70-80 anni, deve aspettarsi un fedele? Nella mia vita sono passata dal vedere i preti e la Chiesa condannare nettamente e con veemenza l’ aborto, ad avere preti e teologi “ possibilisti” e casuisti ( in certi casi …) come le suore liberal USA che accompagnano le ragazze madre ad abortire, e infine oggi a vedere che e’ attaccato e deprecato dalla CHIESA! Un cardinale che ricorda che i politici che si dichiarano cattolici ( come Biden) non possono CONTEMPORANEAMENTE dirsi favorevoli all’ aborto! Il card. Burke, attaccato come “ ultraconservatore” . Ma e’ da ultraconservatori essere contro l’ aborto ?…..
      Insomma cosa dovro’ vedere, a quali giravolte spacciate per “ aggiornamenti pastorali “ , dovro’ assistere prima di morire? Forse fra dieci, venti anni la Chiesa ammettera’ i matrimoni gay, l’ eutanasia? Basta , non se ne puo’ piu’ !,,,
      Moriremo cattolici ? O ci tocchera’ assistere stupefatti al “ ribaltamento di tutti i valori” ?…
      Io non ci sto, come disse qualcuno, e voglio morire credendo nei valori e nella fede in cui sono stata educata da bambina è cresciuta da maestri spirituali a cui sempre saro’ grata.
      La Chiesa che non parla a voce ALTA e coraggiosa contro l’ aborto , ( come contro tutte le derive anti-umane) non mi rappresenta. Non e’ la Chiesa di Cristo. E come me la pensano tanti altri fedeli, che prima o poi, si ribelleranno a questa falsa Chiesa modernista.

      • Enrico ha detto:

        “Voglio morire credendo nei valori e nella fede in cui sono stata educata da bambina è cresciuta da maestri spirituali a cui sempre sarò grata”.

        Chi potrà impedirglielo, cara Cristina? In fondo tutta la ricchezza di cui parla non se la porta nel cuore? Chi potrà violare il suo cuore. È questa una legge che vale per ciascuno.

        Lei dice anche: “E come me la pensano tanti altri fedeli, che prima o poi, si ribelleranno a questa falsa Chiesa modernista”.

        Comprendo la Sua esasperazione ma non si vede quale sarebbe il modo di mettere in atto la ribellione di cui Lei parla. Una ribellione richiede azioni drastiche e corali. A me sembra che questo non sia possibile per mancanza della materia, appunto l’intenzione di un’azione drastica e corale, e, aggiungiamo pure, non propriamente “democratica”.

        Un saluto.

  • Sherden ha detto:

    Caro Tosatti, stavo pensando che se passa la legge Zan sulla cosiddetta omotransfobia, non saranno lontani i tempi nei quali un articolo come questo le farebbe guadagnare qualche annetto di galera. Il salto è estremamente facile: allo stesso modo in cui il dissentire dal mainstream lgbtq sugli atti omosessuali viene gabellato come discriminazione contro le persone omosessuali e dunque reato penalmente perseguibile, cosa mai impedirà di sostenere che il presentare l’aborto per quello che è, ovvero l’eliminazione di un essere umano, peraltro scientificamente inoppugnabile, non sia un atto di discriminazione contro le donne che vogliono abortire? Almeno un “hate speech” se la beccherebbe di sicuro. Spero che lei abbia buoni avvocati, ma non sono sicuro che possano bastare. Faccia sapere dove recapitare le arance.

    • Marco Tosatti ha detto:

      E’ ben per questo che Stilum, nel suo piccolo, si sta battendo contro…

  • don Z ha detto:

    caro Tosatti, eliminare un essere umano SI PUO’ , Lei dice . Fra pochi gironi sarà costretto a scrivere : SI DEVE .

  • Marco Matteucci ha detto:

    NOSTRA SIGNORA DI ANGUERA – REGINA DELLA PACE
    Messaggio N. 5.004 | Martedì 11 Agosto 2020

    “Cari figli, piegate le vostre ginocchia in preghiera. State andando verso un futuro doloroso. I traditori della fede si uniranno e i difensori del vero Magistero della Chiesa del Mio Gesù saranno perseguitati e cacciati. Soffro per quello che viene per voi. Non allontanatevi dal cammino che vi ho indicato. Il Mio Signore ha bisogno della vostra testimonianza sincera e vera. Cercate forza nella preghiera e nel Vangelo del Mio Gesù. Lasciate che le Parole di Mio Figlio Gesù vi trasformino. Siate docili e accettate la Volontà di Dio per le vostre vite. Io sono vostra Madre e vi amo. Avanti senza paura.”…

    Se vuoi leggere tutto:
    https://reginadelcielo.wordpress.com/2020/08/12/nostra-signora-di-anguera-regina-della-pace-110/

  • Anonimo verace ha detto:

    Ribadire fino alla nausea che l’embrione è una persona umana, con tutti i diritti degli altri esseri umani, questo è quanto dobbiamo fare.

    • Sherden ha detto:

      E’ anche quanto dovrebbero fare, incessantemente e a una sola voce, TUTTI i pastori della Chiesa. Ma a quanto pare la raccolta differenziata, le porte aperte (tranne le proprie e tranne con i propri soldi) a chiunque (tunisini e algerini compresi) e le farneticazioni sulla bontà o sulla vendicatività di Madre Natura (per info: citofonare Paglia) hanno di gran lunga un maggiore e quasi esclusivo peso.
      Si ha un bel dire che il popolo cristiano deve ribellarsi, quando ogni giorno vede quelli che dovrebbero i suoi maestri giocare a compagni di merenda con i suoi peggiori nemici. Una volta che si accetta di inchinarsi al potere dominante e di non disturbare il manovratore per poter essere (“misericordiosamente”, va da sè) inclusivi e non divisivi, allora tutto è permesso. Per rendersene conto basta guardareil panorama desolato delle reazioni: a parte le coraggiose dichiarazioni di qualche vescovo, gli altri sono in silenziosa connivenza o in codardo silenzio. Se fossimo in guerra (e forse lo siamo) meriterebbero la qualifica e l’infamia di disertori a libro paga del nemico.
      “…non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca…”

      • Valeria Fusetti ha detto:

        Non è detto che per ribellarsi si debba essere rivoluzionari. Chiese che hanno sacerdoti come “Dio comanda” ce ne sono. Basta cercarle, e poi se si è ben convinti che la nostra vita, compresa quella eterna, ha un significato solo in Cristo, se ci sono sacrifici da fare li si fa. E’ sempre stato così, la vita cristiana in 2.000 anni sovente non è stata una passeggiata. Spesso c’era la porta stretta, spesso si doveva scuotere i sandali davanti a certe porte. Spesso si è stati massacrati. Anzi oggi si è più massacrati che mai. Ma se si è uniti a Cristo Lui è sempre con chi prende la sua croce e se la mette in spalla. Anzi, è Lui, ora, il Cireneo, per ognuno dei figli di Dio che ne abbia bisogno. Non si preoccupi. Preghi.

    • Enrico ha detto:

      Certamente.

      Ma finché il potere ce l’hanno in mano “loro” …