VATICANO II, PARLIAMONE! IN APPOGGIO A VIGANÒ E SCHNEIDER.
15 Luglio 2020
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, qualche giorno fa mi è stato chiesto se volessi sottoscrivere un documento di appoggio all’arcivescovo Carlo Maria Viganò, e al vescovo Athanasius Schneider, per la loro posizione, espressa pubblicamente, di una discussione aperta e sincera sul Concilio Vaticano II e le sue conseguenze. Ho dato la mia adesione, e condivido con voi il documento. Buona lettura.
§§§
Consenso internazionale al dibattito sul Vaticano II
aperto dai vescovi Carlo Maria Viganò e Athanasius Schneider
La revisione critica del Concilio Vaticano II è un fatto ormai ineluttabile. Un nuovo impulso al dibattito è stato dato nelle scorse settimane da alcuni articolati interventi dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, già nunzio pontificio negli Stati Uniti, e da mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana in Kazakistan.
Oltre quaranta studiosi, giornalisti e opinion-leaders di tutto il mondo hanno reso noto oggi un documento di sostegno ai due vescovi, rinnovando la richiesta di “un dibattito aperto e onesto su quanto è successo davvero all’interno del Vaticano II e sulla possibilità che il Concilio e la sua attuazione contengano errori o aspetti che favoriscono errori o pregiudicano la Fede”.
Ne riportiamo il testo integrale, pubblicato oggi in sei lingue.
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Questo è il collegamento per chi desiderasse unirsi firmando.
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Lettera aperta all’Arcivescovo Carlo Maria Viganò
e al Vescovo Athanasius Schneider
Vostre Eccellenze,
Noi sottoscritti vogliamo esprimere la nostra sincera gratitudine per la Vostra fermezza e per la Vostra sollecitudine per le anime dei fedeli durante l’attuale crisi della Fede all’interno della Chiesa Cattolica. Le Vostre dichiarazioni pubbliche, che esortano ad aprire un dibattito onesto e aperto sul Concilio Vaticano II e sui cambiamenti drammatici operati nella fede e nella prassi da esso provocati hanno rappresentato una fonte di speranza e di consolazione per molti fedeli cattolici. Oggi, ossia più di cinquant’anni dopo la sua chiusura, gli eventi del Concilio Vaticano II si mostrano come qualcosa di unico nella storia della Chiesa. Mai prima d’ora un concilio ecumenico era stato seguito da un periodo così lungo di confusione, corruzione, perdita della fede e umiliazione per la Chiesa di Cristo.
Il cattolicesimo si è sempre distinto dalle false religioni per la sua insistenza sul fatto che l’Uomo debba ritenersi una creatura razionale e che il credo religioso, ben lungi dal sopprimerla, incoraggia la riflessione critica dei cattolici. Molti, ivi compreso l’attuale Santo Padre, sembrano mettere il Concilio Vaticano II, i suoi testi, i suoi atti e le loro applicazioni pratiche, in una fortezza fuori dalla portata dell’analisi critica e del dibattito. Contro le preoccupazioni e le obiezioni sollevate dai cattolici di buona volontà, il Concilio è stato innalzato allo status di “super-concilio”, [1] la menzione del quale pone fine ai dibattiti invece di incoraggiarli. La Vostra esortazione a rintracciare le radici della presente crisi nella Chiesa e il Vostro appello ad agire per correggere tutte le deviazioni del Vaticano II — che sembra ormai essere stato un errore — sono un egregio esempio di adempimento dell’ufficio episcopale in modo da tramandare la Fede così come la Chiesa l’ha ricevuta.
Vi siamo riconoscenti per la Vostra esortazione a iniziare un dibattito aperto e onesto su quanto è successo davvero all’interno del Vaticano II e sulla possibilità che il Concilio e la sua attuazione contengano errori o aspetti che favoriscono errori o pregiudicano la Fede. Un dibattito di questo tipo non può partire dalla conclusione secondo la quale il Concilio Vaticano II sia per sé, tanto nella sua totalità come nelle sue parti, in continuità con la Tradizione. Sottomettere il dibattito a una condizione preliminare del genere significa stroncare sul nascere l’analisi critica e ogni discussione, consentendo esclusivamente la presentazione di prove che supportino la conclusione appena menzionata. La questione se il Vaticano II possa conciliarsi o meno con la Tradizione è il punto da dibattere, non la premessa obbligatoria da seguire ciecamente anche qualora si dimostri contraria alla ragione. La continuità del Vaticano II con la Tradizione è un’ipotesi da verificare e da discutere, non un fatto incontrovertibile. È già da troppi decenni che la Chiesa ha visto troppo pochi pastori permettere — e tanto meno incoraggiare — un dibattito di questo tipo.
Undici anni fa Monsignor Brunero Gherardini aveva già rivolto una richiesta filiale a Papa Benedetto XVI: “È da molto tempo che ho in mente quest’idea (che mi permetto ora di esporre a Vostra Santità): mi riferisco alla possibilità di fornire una chiarificazione grandiosa e definitiva a tutti gli aspetti e contenuti dell’ultimo concilio. In realtà sembrerebbe una cosa logica — e a me sembra urgente — che tali aspetti e contenuti siano studiati tanto in sé come nel loro contesto insieme a tutti gli altri, con un esame scrupoloso di tutte le fonti e dal punto di vista specifico della continuità col precedente Magistero della Chiesa, tanto solenne come ordinario. Sulla base di un lavoro scientifico e critico — il più ampio e irreprensibile possibile — di comparazione col Magistero tradizionale della Chiesa sarà allora possibile affrontare questo tema giungendo a una valutazione certa e obiettiva del Vaticano II”. [2]
Vi siamo riconoscenti anche per aver voluto identificare alcuni dei punti dottrinali più importanti da affrontare in una siffatta analisi critica e per aver fornito un modello per un dibattito franco ma equilibrato che tolleri il disaccordo. Abbiamo raccolto alcuni esempi dai Vostri recenti interventi sugli argomenti che — come avete ben indicato — devono essere affrontati e — qualora si dimostri che sono erronei — corretti. La nostra speranza è che questa raccolta possa servire come base per una discussione e un dibattito più dettagliati. Non pretendiamo che questa lista sia esclusiva, perfetta o completa. Né siamo necessariamente tutti d’accordo sulla natura esatta di ciascuna delle critiche citate qui sotto o sulle risposte alle questioni da Voi sollevate, eppure siamo concordi nel ritenere che le Vostre domande meritino risposte oneste e non di essere semplicemente accantonate con argomentazioni ad hominem contenenti accuse di disobbedienza o di rottura della comunione. Anche qualora tutto ciò che voi affermate fosse falso, che gli interlocutori lo provino; in caso contrario, la gerarchia deve prestare ascolto alle vostre richieste.
La libertà religiosa per tutte le religioni come diritto naturale voluto da Dio
- Vescovo Schneider: “Gli esempi includono alcune espressioni del Concilio sul tema della libertà religiosa (intesa come un diritto naturale — quindi voluta in modo certo da Dio — di praticare e diffondere una falsa religione, ivi compresa l’idolatria e anche peggio) … [3]
- Vescovo Schneider: “Sfortunatamente, appena poche frasi più giù, il Concilio [nella Dignitatis Humanae] intacca questa verità introducendo una teoria mai insegnata prima dal Magistero costante della Chiesa, vale a dire che l’uomo possederebbe il diritto, fondato sulla sua stessa natura, ‘di non essere ostacolato dall’agire secondo la propria coscienza in materie religiose, tanto nel privato come in pubblico, tanto individualmente come in associazione con altre persone, entro i dovuti limiti’ (ut in re religiosa neque impediatur, quominus iuxta suam conscientiam agat privatim et publice, vel solus vel aliis consociatus, intra debitos limites, n. 2). Secondo questa dichiarazione, l’uomo avrebbe il diritto, basato sulla sua stessa natura (e pertanto voluto in modo certo da Dio) di non essere ostacolato nello scegliere, dal praticare e dal diffondere, anche collettivamente, l’adorazione di un idolo, o persino la venerazione di Satana, dato che esistono anche religioni che venerano Satana, per esempio la ‘chiesa di Satana’, a cui, in alcune nazioni, viene riconosciuto lo stesso valore legale di tutte le altre religioni”. [4]
L’identità della Chiesa di Cristo con la Chiesa cattolica e il nuovo ecumenismo
- Vescovo Schneider: “[La sua] [del Concilio] distinzione tra Chiesa di Cristo e Chiesa cattolica (il problema del “subsistit in” dà l’impressione che esistano due realtà separate: da una parte la Chiesa di Cristo, dall’altra la Chiesa cattolica); e la sua posizione nei confronti delle religioni non cristiane e del mondo contemporaneo”. [5]
- Vescovo Schneider: “Affermare che i musulmani venerino insieme a noi l’unico Dio (“nobiscum Deum adorant”), come il Concilio Vaticano II ha fatto nella Lumen Gentium, n. 16, costituisce da un punto di vista teologico una dichiarazione estremamente ambigua. Non è vero che noi cattolici veneriamo insieme ai musulmani l’unico Dio. Non lo veneriamo insieme a loro. Nell’atto di venerazione, veneriamo sempre la Santa Trinità; non veneriamo semplicemente “l’unico Dio”, bensì, in modo consapevole, la Santa Trinità — Padre, Figlio e Spirito Santo. L’islam rifiuta la Santa Trinità. Quando i musulmani venerano, lo fanno senza raggiungere il livello sovrannaturale della fede. Anche il nostro atto di venerazione è radicalmente differente. È nella sua essenza differente. Proprio perché ci rivolgiamo a Dio e Lo veneriamo come figli costituiti come tali all’interno dell’ineffabile dignità della divina adozione filiale e perché lo facciamo con fede sovrannaturale. I musulmani, invece, non hanno la fede sovrannaturale. [6]
- Arcivescovo Viganò: “Sappiamo bene che citando il passo della Scrittura Littera enim occidit, spiritus autem vivificat [Perché la lettera uccide, lo spirito dà vita (2 Cor 3,6)] i progressisti e i modernisti avevano trovato il modo di nascondere astutamente espressioni equivoche all’interno dei testi conciliari, che all’epoca sembravano innocui ai più ma che oggi si rivelano nel loro carattere sovversivo. È il metodo impiegato nell’uso della frase subsistit in: dire una mezza verità in modo da non offendere l’interlocutore (ammesso e non concesso che sia lecito silenziare la verità di Dio come forma di rispetto per le Sue creature) ma con l’intenzione di poter utilizzare il mezzo errore che sarebbe immediatamente respinto qualora venisse proclamata l’intera verità.
Pertanto “Ecclesia Christi subsistit in Ecclesia Catholica” non specifica l’identità di entrambe, bensì la sussistenza dell’una all’interno dell’altra e, coerentemente, anche all’interno delle altre chiese: da qui nascono l’apertura alle celebrazioni interconfessionali, alle preghiere ecumeniche e il rinnegamento inevitabile della necessità della Chiesa ai fini della salvezza, nella sua unicità e nella sua natura missionaria”. [7]
Il primato papale e la nuova collegialità
- Vescovo Schneider: “Per esempio, il semplice fatto che una ‘nota explicativa praevia’ al documento Lumen Gentium sia necessaria dimostra che il testo della Lumen Gentium, al n. 22, è ambiguo sul tema del rapporto tra il primato papale e la collegialità episcopale. I documenti che hanno chiarito il Magistero in tempi post-conciliari, come le encicliche Mysterium Fidei, Humanae Vitae e il Credo del popolo di Dio di Paolo VI sono stati di grande valore e aiuto, ma non hanno chiarito le summenzionate dichiarazioni ambigue del Concilio Vaticano II”. [8]
Il Concilio e i suoi testi sono la causa di molti scandali ed errori attuali
- Arcivescovo Viganò: “Se è legittimo venerare la pachamama in una chiesa, lo si deve alla Dignitatis Humanae. Se abbiamo una liturgia protestantizzata e allo stesso tempo addirittura paganizzata, lo si deve agli atti rivoluzionari di Monsignor Annibale Bugnini e alle riforme post-conciliari. Se si è potuto firmare la Dichiarazione di Abu Dhabi, lo si deve alla Nostra Aetate. Se siamo arrivati al punto di delegare le decisioni alle Conferenze Episcopali — anche nel caso della grave violazione del Concordato, come è successo in Italia —, lo si deve alla collegialità e alla sua versione aggiornata, la sinodalità [vedi]. Per colpa della sinodalità ci ritroviamo con l’Amoris Laetitia nella necessità di cercare come di prevenire ciò che era ormai sotto gli occhi di tutti: l’intenzione di questo documento, preparato da una macchina organizzativa impressionante, di legittimare la Comunione ai divorziati che convivono con nuovi partner; allo stesso modo, la Querida Amazonia verrà usata per legittimare il sacerdozio femminile (come nel caso recente della ‘vicaria episcopale’ di Friburgo) e l’abolizione del Santo Celibato”. [9]
- Arcivescovo Viganò: “Ma se all’epoca era difficile immaginare che la libertà religiosa condannata da Pio XI (Mortalium Animos) avrebbe potuto essere affermata dalla Dignitatis Humanae, o che il Romano Pontefice potesse vedere la sua autorità usurpata da un fantomatico collegio episcopale, oggi siamo in grado di capire che quanto venne astutamente nascosto nel Concilio Vaticano II viene attualmente affermato ore rotundo nei documenti papali proprio in nome di una coerente applicazione del Concilio”. [10]
- Arcivescovo Viganò: “Possiamo quindi affermare che lo spirito del Concilio non è altro che il Concilio stesso, che gli errori del periodo post-conciliare erano già contenuti in nuce negli Atti Conciliari, così come si afferma anche correttamente che il Novus Ordo è la Messa del Concilio, anche se in presenza dei Padri del Concilio veniva celebrata quella Messa che i progressisti definiscono in modo significativo pre-conciliare”. [11]
- Vescovo Schneider: “A qualsiasi persona intellettualmente onesta che non cerchi di fare la quadratura del cerchio risulta chiaro che l’asserzione fatta nella Dignitatis Humanae, secondo la quale ogni uomo avrebbe il diritto — basato sulla sua stessa natura (e quindi voluto in modo certo da Dio) — di praticare e diffondere una religione in conformità con la propria coscienza, non differisce sostanzialmente dall’affermazione contenuta nella Dichiarazione di Abu Dhabi, secondo la quale: ‘Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani. Questa Sapienza divina è l’origine da cui deriva il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi’”. [12]
Abbiamo preso nota delle differenze da Voi sottolineate tra le soluzioni che ognuno di Voi ha proposto per reagire alla crisi esplosa col Concilio Vaticano II. Ad esempio, l’arcivescovo Viganò ha sostenuto che sarebbe meglio “dimenticare” del tutto il Concilio, mentre il vescovo Schneider, in disaccordo con lui su questo punto specifico, propone ufficialmente di correggere solo quelle parti dei documenti del Concilio che contengono errori o che sono ambigue. Il Vostro scambio di opinioni cortese e rispettoso dovrebbe servire da modello per un dibattito ancora più robusto che tanto Voi come noi desideriamo. Troppo spesso, negli ultimi cinquant’anni, al disaccordo col Vaticano II si è replicato con meri attacchi ad hominem invece che con argomentazioni civili. Esortiamo tutti coloro che vogliono unirsi a questo dibattito a seguire il Vostro esempio.
Preghiamo la Nostra Santa Madre, San Pietro Principe degli Apostoli, Sant’Atanasio e San Tommaso d’Aquino di proteggere e preservare le Vostre Eccellenze. Possano essi ricompensarvi per la Vostra fedeltà alla Chiesa e confermarVi nella Vostra difesa della Fede della Chiesa.
In Christo Rege,
_________________________
[1] Cardinal Joseph Ratzinger, Santiago del Cile, 13 luglio 1988 [qui].
[2] Concilio Vaticano II: Un discorso da fare (Frigento, Casa Maria Editrice, 2009) [qui], pubblicato successivamente in inglese col titolo The Ecumenical Vatican Council II: A Much Needed Discussion. Il presente estratto è tratto da https://fsspx.news/en/vatican-ii- council-much-needed-discussion
[3]https://remnantnewspaper.com/web/index.php/articles/item/4949-55-years-later-bishop-athanasius-schneider-s-appraisal-of-vatican-ii [nostra traduzione qui]
[4] https://www.lifesitenews.com/opinion/bishop-schneider-how-church-could-correct-erroneous-view-that-god-wills-diversity-of-religions [nostra traduzione qui]
[5]https://remnantnewspaper.com/web/index.php/articles/item/4949-55-years-later-bishop-athanasius-schneider-s-appraisal-of-vatican-ii [nostra traduzione qui]
[6] https://www.lifesitenews.com/blogs/bishop-schneider-catholics-and-muslims-share-no-common-faith-in-god-no-common- adoration [nostra traduzione qui]
[7] https://www.lifesitenews.com/blogs/abp-Viganò-on-the-roots-of-deviation-of-vatican-ii-and-how-francis-was-chosen-to- revolutionize-the-church [testo originale qui]
[8] https://remnantnewspaper.com/web/index.php/articles/item/4949-55-years-later-bishop-athanasius-schneider-s-appraisal-of-vatican-ii [nostra traduzione qui]
[9] https://www.lifesitenews.com/blogs/abp-vigano-on-the-roots-of-deviation-of-vatican-ii-and-how-francis-was-chosen-to- revolutionize-the-church [testo originale qui]
[10] https://www.lifesitenews.com/blogs/abp-vigano-on-the-roots-of-deviation-of-vatican-ii-and-how-francis-was-chosen-to- revolutionize-the-church [testo originale qui]
[11] https://catholicfamilynews.com/blog/2020/06/26/archbishop-vigano-to-phil-lawler-council-fathers-were-the-object-of-a- sensational-deception/ [testo originale qui]
[12] https://www.lifesitenews.com/opinion/bishop-schneider-how-church-could-correct-erroneous-view-that-god-wills-diversity- of-religions [nostra traduzione qui]
[Traduzione di Antonio Marcantonio]
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Tag: concilio, schneider, vaticano II, vigano
Categoria: Generale
[IT] 🇮🇹
16 – 7 – 2020
▶️ VATICANO II, PARLIAMONE! IN APPOGGIO A VIGANÒ E SCHNEIDER..
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Concludenfo: i tradizionalisti sono i veri eretici…e anche i veri persecutori degli ebrei?
Ci vuole una bella faccia tosta, considerando che la Chiesa postconciliare flirta con i palestinesi e con quel mondo arabo che virrebbe morti tutti gli israeliani.
No, precisiamo. I tradizionalisti sono eretici per varie ragioni e questo è incontestabile, anche se provano a giustificare le loro prese di posizioni con ogni sofisma.
Per quanto riguarda la persecuzione degli ebrei, non è proprio così: nessuno dice che i tradizionalisti vorrebbero perseguitarli. I tradizionalisti contestano il principio per cui lo stato non ha il potere di reprimere l’esercizio di culti non cristiani (perciò contestano il Concilio), quindi credono che lo stato questo potere lo abbia. Se lo stato ha questo potere, significa che a seconda delle circostanze può attuarlo (reprimendo) o non attuarlo (tollerando). La modalità della repressione può essere varia (arresto, ammende pecuniarie, ghetto, morte). In discussione però non c’è l’attuazione pratica o meno, che rimane legata ai tempi ed alle circostanze, ma l’esistenza o meno di questo potere.
Segnalo che la chiesa medievale, controriformista e preconciliare non ha mai riconosciuto allo stato un potere proprio di questo tipo, ma ha fatto riferimento ad un potere della chiesa eventualmente attuato mediante l’utilizzo dello stato. Chi invece sosteneva una competenza propria dello stato negli affari religiosi erano i luterani e i calvinisti. Il Concilio afferma solo che di per sé lo stato il potere non lo ha (quindi il cittadino gode della libertà di culto) e, senza esprimersi sui rapporti stato/chiesa, stabilisce un percorso di dialogo coi seguaci di altre religioni anziché l’utilizzo dello stato in chiave repressiva. Questa è la scelta pratica di questa epoca, ma, ribadisco, ai tradizionalisti interessa il principio, non cosa si sceglie di fare di volta in volta. E il principio che sostengono è sbagliato e può portare anche a conseguenze persecutorie.
Complimenti Silvano. Apprezzo molto la sua lucidità e chiarezza.
Re:Silvano e Mario
Lucidità e chiarezza nel dimostrare che i veri eretici sono i tradizionalisti?
Chi può credere questo, può credere tutto,
Sarebbe più consono che gli appartenenti alla lobby delle associazioni americane ultra cattoliche facciano un passo indietro in determinate occasioni.
Dal momenti che è stato constatato che non sono ben accetti proprio da tutti.
Viganò dovrebbe prendere in considerazione il fatto che se continua a mettere le “lobby” delle associazioni americane fra i suoi “prediletti” perde almeno il 30% dell’appoggio dei fedeli.
Ed è anche un insulto ai fedeli, mettere in risalto e favorite l’immagine di queste lobby, come se loro fossero più particolari e più importante degli altri fedeli.
Siamo tutti uguali, non ci sono figli e figliastri.
Amche perché è stato dimostrato e confermato diverse volte che non sono nemmeno molto all’altezza di rappresentare i fedel8.
Viganò liberaci da questa lobby di opportunisti. Se vuoi il 100% dei fedeli. Te lo dico in fraternità e carità.
Spero capiate il senso di ciò che volevo far arrivare.
Apprendo da un altro suo intervento che lei è seminarista, per giunta in un seminario mariano (testuale). Questo suo intervento però gronda della stessa misericordia di cui sono impregnati i canini di Bergoglio.
Il mondo cattolico americano è mediamente più conservatore e tradizionalista (ohibò) di quello europeo ed italiano in particolare. Per questo Francesco sta decapitando tutte le principali diocesi USA, sostituendo i titolari con vescovi a lui fedeli. Ma la base, beh, la base è di tutt’altra pasta. Grazie a Dio.
Io non ho problemi con i presbiteri.
Il mio problema è con le “lobby” delle associazioni ultra cattoliche dei laici….
Scusate, io ho un’altra visione diversa dai progressisti e dagli ultra tradizionalisti. Ma questo articolo mi fa molta paura, perchè sembra voler tornare alle guerre di religione, contro protestanti ortodossi ecc. No, vi prego non voglio tornare a quei tempi. Se ho capito male spiegatemi. Non voglio tornare alla santa inquisizione. Io ho amici protestanti e non ho nessuna intenzione di fargli guerra. Inoltre esiste il libero arbitrio, quindi la gente può credere in quello che vuole, se sbaglia problemi loro. Noi dobbiamo solamente il compito di testimoniare e spiegare senza imporre nulla. Inoltre ho un amore viscerale verso il popolo ebraico e non ho nessuna intenzione di tornare a perseguitarli. Se mi spiegate meglio cosa vogliono questi due monsignori ve ne sarei grata, perchè mi fanno paura. Sarei ben felice di aver sbagiato a capire. Grazie
Nessuno vuole tornare alle guerre di religione, ne’ tantomeno perseguitare gli ebrei. Semplicemente i due monsignori si sono accorti che l’abbandono della Tradizione era funzionale a trasformare il cattolicesimo in cio’ che e’ oggi, ovvero un “volemose bene” campato in aria senza i concetti di peccato, dannazione ecc.. .il cattolicesimo senza certi principi non e’ piu’ tale e diventa qualcosa di molto vicino alla unica religione mondiale tanto casa ai massoni.
Se ti opponi a al principio di libertà religiosa sancito dal Concilio – cosa che Viganò e i sottoscrittori dell’appello fanno – significa che ritieni giustificabile, almeno in via di principio, la repressione dell’ebreo che pratichi il proprio culto, da parte dello stato. Dopodiché, puoi ritenere che non valga la pena reprimere, perché può non convenire in un dato momento, ma la regola diventa che lo stato può farlo se vuole e quindi lo fa se cambia il giudizio di convenienza.
Non ci si oppone alla libertà, ma all’indifferentismo. Sono concetti ben diversi: doveva essere chiaro, anche dopo l’ultimo Concilio, che ognuno è libero di scegliere la salvezza (nella Chiesa Cattolica) o la dannazione (altrove). Così non è stato.
Quindi a tuo parere i tradizionalisti sostengono la libertà di esercitare pubblicamente il culto, basta che non generi indifferentismo? E perché ce l’hanno con il Concilio, allora? Vedo che hai le idee molto chiare…
Perché si dovrebbe far guerra a qualcuno che non vuol salvarsi ?!
Semplicemente si tratta di ribadire che, se uno ci crede, la religione cattolica è l’unica che assicura la vita eterna. Punto.
Posso esprimere un mio parere?
L’errore è sempre lo stesso: pretendere di insegnare al Papa come si fa il Papa. Lo hanno commesso persino con Benedetto XVI una volta, inviandogli una sorta di ultimatum sugli incontri di Assisi.
Ora: che sia necessario spiegare un po’ di cose a Bergoglio, è evidente. Che sia questo il modo di farlo, ho qualche dubbio.
Tanto per cominciare, non è esatto che Bergoglio faccia iniziare la Chiesa dal CVII: una volta citò con ammirazione l’enciclica di Pio XII sul Sacro Cuore dicendo che le obiezioni “ma è preconciliare!” non avevano valore, dato che era una enciclica che faceva bene.
Che poi Bergoglio sia venuto su nel postconcilio con determinate fisime di quell’epoca, è un altro discorso.
Le due cose da fare:
1. se il Concilio Vaticano II era pastorale – il che, per inciso, non implica che non si sia tenuti a obbedirgli – l’unica obiezione sensata – usando proprio lo storicismo che piace tanto ai cosiddetti progressisti – è: la pastorale di quell’epoca non può essere la medesima di oggi, dato che l’epoca è cambiata; oggi possiamo e dobbiamo fare un bilancio, da cui inevitabilmente emergerà che a taluni aspetti positivi del postconcilio si contrappongono molti altri negativi, e quindi occorre voltare pagina, chiarendo che l’epoca del CVII è finita ed è finita male. Occorre dunque ripartire non dal Concilio, altrimenti saremmo formalisti, legalisti, ecc. – e voi “progressisti” dite che è brutto essere formalisti, legalisti ecc,. no? – bensì dalla fede in Gesù Cristo come è stata insegnata e tramandata dalla Chiesa in tutta la sua storia.
2. Offrire una ricostruzione critica degli eventi intorno al Concilio e del postconcilio nelle sedi appropriate, ossia università, istituti teologici, seminari: inutile prendersela con Bergoglio, molto meglio – più utile e più divertente – prendersela con Melloni, Faggioli, Kasper, pseudouniversità pontificie, seminari farlocchi, monsignori vaticani ottusi e isterici, vescovi raccogliticci, seminaristi babbei, docenti e rettori ignoranti… Questo è il compito che ci attende. Anche se avessimo papa una sorta di Pio X redivivo, questa gente se ne infischierebbe – così come del resto i sedicenti tradizionalisti s’infischiano di Bergoglio – e non risolveremmo nulla.
Occorre tagliare l’erba di sotto i piedi di questi personaggi. E per farlo non occorre un papa o un altro papa: occorre delegittimarli culturalmente e moralmente. Esattamente come fanno loro coi loro oppositori.
Se poi ciò scatenerà guerre civili, scismi ecc…. Eh, che posso dire? Convocheremo un altro concilio, possibilmente in un altro luogo così da non chiamarlo Vaticano III, e il Papa – chiunque egli sia – dovrà fare in modo che non venga manipolato come il precedente e come i patetici sinodi degli anni scorsi.
Il tutto senza dimenticare un’altra cosa che ho detto più volte, inevitabilmente connessa col clima da “ospedale da campo” in cui ci troviamo: essere presenti nel cosiddetto “sociale”, nel cosiddetto “volontariato”, impegnarsi per aiutare i poveri, contro la criminalità organizzata, insomma sottrarre ai sedicenti progressisti il monopolio di queste cose oltre che della cultura.
Il vocativo in italiano è “Eccellenze”, non “Vostre Eccellenze”. Traduciamo bene dall’inglese, evitando i calchi.
Grazie Eccellenze per la vostra buona santa santissima battaglia. Grazie egr. Tosatti.
L’Altissimo Gesù e Maria nostra Signora del Carmelo siano sempre con voi.
Nulla resterà dell’abominio. Alleluia! Alleluia! Alleluia!
Gravi pesi dottrinali e morali sono stati imposti a chi voleva seguire la tradizione e al contempo sottrarsi alla mielosa ideologia conciliare. In pesante mobbing a chi voleva conservare la propria libertà spirituale. Prsantissime offese a chi aveva rispetto per la cultura e pregiava la bellezza della liturgia latina.
Lo so per esperienza, e voi?
Però è divertente. I tradizionalisti non sanno come attaccare i principi conciliari e quindi si attaccano alla crisi di fede che ne sarebbe derivata. Chi ha letto i documenti del concilio però trova scritto che i Padri prendevano atto della crisi di fede già esistente, grave e non nuova.
È nato prima l’uovo o la gallina? Questa è la domanda a cui devono rispondere Viganò e amici, con prove alla mano.
Non è del tutto corretto. I tradizionalisti sanno benissimo cosa non condividono dei principi conciliari. Solo che se lo spiegano viene fuori la loro eterodossia.
Esempio: quando attaccano Dignitatis Humanae, sostengono che i papi preconciliari condannavano la libertà religiosa. Ma DH dice solo che lo stato non ha poteri nativi in materia religiosa e limita la libertà ai rapporti cittadino stato/stato. I papi preconciliari, come tutta la tradizione medievale e della controriforma ha sempre negato che lo stato avesse quella competenza. Quindi piena continuità.
Chi è invece che sosteneva il potere nativo dello stato a regolare la vita religiosa? Lutero, Calvino e poi i tradizionalisti del post concilio, da Lefebvre a Schneider. Oltre ai nazisti, ovviamente. Viganò nemmeno lo considero perché è un contabile prestato alla teologia.
Quindi, non è un problema di uova e galline, ma di riconoscere francamente che i tradizionalisti sono dei cripto protestanti e vanno lasciati nel loro brodo a discutere e fare le loro petizioni, fino a quando si estingue ranno sostituiti dai prossimi eretici.
Caro omonimo, in un ipotetico campionato mondiale di rigiro della frittata lei vincerebbe a man bassa.
Re: Alessandro 2.
Condivido.
A mio parere la libertà di culto deve essere assicurata dallo stato, anche perché in queste società multietniche in cui viviamo anche noi cattolici rischiamo e rischieremo di non poterne godere.
D’altra parte, una religione che esplicitamente si dichiara fungibile e sostituibile con altre, si sta suicidando e si candida a sparire.
Quanto agli ebrei, ma chi li vorrebbe o potrebbe convertire a forza? La Chiesa non ha più il Potere temporale. Una cosa et rispettare il loro credo, una cosa è affermare che non hanno bisogno di convertirsi.
E poi perché tutta questa ossessione per gli ebrei, quando il pericolo è l’Islam?
Non sono teologo, ma di politica e cultura un po’ mi intendo.
Che i tradizionalisti siano definiti eretici mi sa di malafede conciliare. Allora tutta la tradizione precedente al concilio era…eretica? E via! Allora anche il riscaldamento globale e il covid sono stati causati dai tradizionalisti…
Senz’altro, pieno supporto alle coraggiose, lucidissime prese di posizione di Mons. Viganò!
“Aprire un dibattito onesto e aperto” … con chi?
Dal Discorso di apertura del Vaticano II:
“A Noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo”.
Parola di Giovanni XXIII.
Beh, sembra che i “profeti di sventura” ci avessero visto lungo!
Povera Chiesa!
Evidentemente ” tra i profeti di sventura ” aveva collocato
anche i veggenti di Fatima .
La proposta di Monsignor Brunero Gherardini è molto interessante.
Riguardo al Vaticano II, infatti, c’è il rischio del “fai da te” e di cadere nel soggettivismo, che è la conseguenza stessa dell’ideologia della sinistra.
La sinistra, infatti, prima ancora di distinguersi per delle idee, spesso in contraddizione tra di esse, si distingue per il MODO di “proporle” o di imporle, un modo ideologico. Non a caso gli stessi termini sinistra e destra (che a volte si possono usare per una questione di immediata comprensione) sono amati a sinistra e se anche gli altri li amano, vuol dire che già sono un po’ diventati di sinistra.
Monsignor Brunero Gherardini proponeva perciò come una riconvocazione speciale del Concilio Vaticano II, per una “edizione rivisitata” dei suoi documenti in modo da poter rispondere con chiarezza a tutti i dubia in senso cattolico.
Nessun disconoscimento: non ci vedo nulla di male.
Ma una demonizzazione di un Concilio della Chiesa, approvato da Papa San Paolo VI, è problematica, perché potrebbe minare lo stesso ministero petrino su cui la Chiesa si fonda.
Se un’espressione noi non la capiamo bene, abbiamo il dovere di interpretarla secondo la dottrina tradizionale della Chiesa, a meno che non sia manifesta, come può essere quella che nega l’esistenza dell’inferno.
Fossi divenuto sacerdote e poi Papa, allora come Astore I mi sarei divertito ad andare alla ricerca di tutte le eresie dei nostri giorni condannandole con degli “anatemi”, ma non lo sono e non è compito mio farlo. A meno che, appunto, non siano manifeste.
Volevo dire: il rischio del “fai da te” c’è quando si vuole correggere soggettivamente il Vaticano II
Ai Modernisti queste discussioni non interessano più, e infatti tacciono, hanno già raggiunto il loro scopo, il Potere!
Ora che sono seduti sul trono di Pietro, non hanno tempo da perdere con queste sterili discussioni relative al Conciliabolo grazie al quale ora sono loro a governare, hanno ben altre aspirazioni adesso, ambiscono a conquistare il Trono di Dio.
speriamo che lo facciano in fretta, cosi’ si levano dalle scatole quanto prima.
Buon dibattito! …suggerisco di convocare un nuovo concilio presieduto da Viganò 🙂
senti caro padre SPADARO, la tentazione è di dirti che ti inviterei a partecipare alla sessione di esami della terza media ,(post lockdown) , per farti interrogare e verificare le tua preparazione in analisi logica . Se riuscissi a superarla ho già pronta una maestra di catechismo che ti interrogherà sul catechismo di san,Pio X . Purtoppo non conosco psicanalisti per farti domande che facciano emergere i tuoi problemi psichici ,Ma dove stai tu dietro le mura non dovresti aver problemi ad avere indirizzi. Mi contento di un referto firmato.
Prima di decidere se dimenticare o correggere,
capire cosa significa Concilio “pastorale”.
Pastorale: papa e vescovi che si prendono
cura e adattano il linguaggio e le azioni
alle pecore (i cristiani).
Negli Atti al capitolo 15 gli Apostoli si preoccupano
di non aggiungere pesi dottrinali o morali alla gente.
Il Concilio Vaticano II ha seguito la linea del Concilio
di Gerusalemme; è la linea del Buon Pastore
che si prende cura soprattutto della pecora smarrita.
Che significa? Quando mai si sono aggiunti “pesi dottrinali o morali”? Forse si è fatto il contrario, cercando in modo felpato di “adattare” l’insegnamento secondo le convenienze dei tempi.
In altre parole i “pesi dottrinali o morali” sono stati, di fatto, alleggeriti, e non credo che serva un disegno per ammetterlo.
Mi fai un esempio di peso alleggerito?
Andrea Tornielli è un peso alleggerito
Se prima dichiari che “i pesi … sono stati di fatto alleggeriti”,
vuol dire che tu conosci già tutti gli esempi che vuoi.
Tieni conto che nella maggior parte dei Concili
ci sono state imposizioni dottrinali e condanne.
Rileggendo il capitolo XV degli Atti,
poi il discorso di apertura del Vaticano II tenuto
da Papa Giovanni XXIII e ogni documento dello
stesso Concilio,ci si accorge facilmente di una linea
piena d’amore verso ogni persona.
Tutto questo si chiama Concilio pastorale.