GUANTI. LA CEI HA LETTO QUELLO CHE DICONO OMS E REGIONI?
23 Giugno 2020
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, l’avvocato Maria Stella Lopinto ci ha scritto per sottolineare la situazione di incertezza e di confusione in cui ci troviamo – grazie alla mancanza di direttive precise della Conferenza Episcopale Italiana – in materia di guanti durante la messa, e non solo. Un altro episodio dello sconcertante comportamento dei vescovi. Buona lettura.
§§§
Caro dott. Tosatti,
nonostante l’esplicita dichiarazione di pericolosità dei guanti da parte dell’OMS e della Conferenza delle Regioni (https://www.marcotosatti.com/2020/06/09/basta-guanti-lo-dicono-le-regioni-basta-anche-per-leucarestia/), l’uso dei guanti ancora imperversa nelle chiese e parrocchie. A Roma si è verificato anche oggi in una chiesa in pieno centro, ma il caso non è isolato, visto che negli ultimi giorni vari parroci si sono giustificati dicendo “è la Chiesa che lo dice”!
La Cei evidentemente ritiene che i parroci deducano da soli che, se i guanti sono pericolosi per gli avventori di bar e utenti delle poste, lo sono anche per i fedeli nelle chiese, e assumano così iniziative autonome, bandendo l’uso dei guanti durante le celebrazioni, a prescindere da una precisa direttiva ecclesiastica.
Così non è, soprattutto se è la stessa Diocesi di Roma, per esempio, che distribuisce guanti gratuitamente alle varie parrocchie, per cui è evidente che, quand’anche a qualcuno fosse balenata l’idea di eliminare i guanti, l’invito del Vescovo “a ritirare gratuitamente nel palazzo del Vicariato, tre confezioni da 100 pezzi di guanti per ogni parrocchia e rettoria”, ha fatto fare dietro front ai parroci zelanti.
Forse una indicazione implicita è stata data dalla Cei in occasione del Corpus Domini, quando ha pubblicato le “direttive del Comitato Tecnico Scientifico”, a cui si era rivolta per avere il benestare riguardo alle processioni: in quell’occasione, fra le varie indicazioni, il Comitato Tecnico Scientifico, NELL’AUTORIZZARE LE PROCESSIONI, ha solo aggiunto la raccomandazione di utilizzare quale misura igienico sanitaria quella del “LAVAGGIO FREQUENTE DELLE MANI”: https://www.chiesacattolica.it/wp-content/uploads/sites/31/2020/06/12/protocollo_5978_circolare_ocr.pdf.
Coerenza avrebbe voluto che tale indicazione costituisse un obiter dictum, cioè fra le righe volesse confermare ai parroci che i guanti sono ormai da considerarsi pericolosi e che la norma igienica raccomandata dallo “STATO” è solo quella di lavare le mani frequentemente.
Non è stato così, anche perché, pure in questo caso, l’autorizzazione a svolgere le processioni è stata accuratamente NON divulgata e addirittura il Vicariato di Roma ha diffuso informazioni contrastanti e istruzioni alternative alle processioni dicendo che “non è possibile organizzare la processione eucaristica a causa delle disposizioni sanitarie”: http://www.diocesidiroma.it/la-proposta-di-adorazione-per-il-corpus-domini/
Da questo scenario, si deduce che si pretende troppo dai parroci e sacerdoti, visto che arrivano loro indicazioni contrastanti e non arriva invece una chiara indicazione che escluda esplicitamente l’uso dei guanti perché pericolosi per la salute (noi sappiamo che lo sono per ben altri motivi).
Stamattina il parroco inguantato mi indicava il protocollo ben in vista e diceva: finché vale questo, io obbedisco! Il che significa che finché non gli arriva una indicazione uguale e contraria, lui continuerà ad usare i guanti!
E sarebbe il caso che giungano anche indicazioni chiare circa la NON OBBLIGATORIETA’DELLA DISTRIBUZIONE DELLA COMUNIONE SULLE MANI, visto che non solo il famoso protocollo non la prevede, ma che anche per quella modalità è stato stradetto che costituisce un fattore moltiplicatore del contagio, diversamente dall’assunzione direttamente in bocca. Non è necessario che anche in questo caso debba pronunciarsi l’OMS per smettere di fare qualcosa di insano e pericoloso per la salute.
Questo lassismo nel dare indicazioni tempestive sulla pericolosità dell’uso dei guanti e della distribuzione sulle mani contrasta con la PREMURA PER LA SALUTE DEI FEDELI con cui la CEI ha giustificato il protocollo. La stessa premura dovrebbe imporre altrettanta diligenza nel dare direttive opposte ai parroci. E pure a pubblicizzare tali direttive, anche per far decantare lo stato di polizia che gli stessi parrocchiani impongono ai poveri parroci, bersagliandoli continuamente con pretese motivate dal terrore del virus.
Lo stato di dissociazione fra ciò che accade nelle chiese e ciò che accade fuori è riscontrabile ad occhio nudo: entrando nelle chiese pare di entrare in sale operatorie, con organizzazioni maniacali e squadre specializzate che si muovono rigorose per igienizzare ogni centimetro quadro, mentre ovunque fuori anche il distanziamento sociale pare una chimera.
Il contrasto è così forte, che sorge il dubbio che ci sia un interesse a mantenere lo status quo nelle chiese. Ma cui prodest? Non certo alla CEI, che sicuramente sarà invitata a porre termine quanto prima a tale stato di incertezza.
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Tag: cei, eucarestia, guanti, lopinto
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Buongiorno, premesso che concordo non su tutto ciò che qui viene scritto, ma concordo su cose che solo qui vengono scritte e spiegate, ma sarebbe lungo entrare e specificare, vengo al motivo di questo commento. Chiedo gentilmente i motivi, sanitari dato che li richiamate, e teologici dal punto di vista dogmatico e fondamentale, per la vostra richiesta di dare la Santissima Eucaristia solo in bocca. Mi riservo eventualmente di rispondere ai dati teologici che porterete. Dal punto di vista igienico, il fatto che una persona, il ministro, porga la particola in bocca, espone sicuramente al pericolo, dato che è impossibile non assumere qualcosa da una e da un’altra bocca, dato anche il respiro; ogni ministro dovrebbe dopo ogni comunione non solo lavarsi ma proprio igienizzarsi ed anche cambiare ogni volta la salvietta, mentre è certamente più facile deporre con calma la particola sulla mano senza neppure sfiorarla. Preciso che le mie richieste sono dettate da vero interesse, sono persona con allergie respiratorie, asmatica, oncologica e immunodepressa, e quando sana con partecipazione quotidiana alla Santa Messa.
Gentile signora, le rispondo con una duplice esperienza. La prima. Comunione in bocca, pinzette, nessun rischio ovviamente; le pinzette non toccano nulla. Seconda esperienza: il prete prima di ogni comunione deterge le dita in tre ciotoline. Non vedo pericoli in nessuna delle due.
Grazie Tosatti di averne scritto!
Non capisco neppure perché in Chiesa siamo distanziati e manteniamo le mascherine (io ad esempio non riesco a tenerla più di 5 minuti) ed invece al ristorante ed al bar possiamo non tenerla….
Possiamo fare tesoro della “ristorazione nelle Chiese” di Zuppiana memoria e quindi toglierci la mascherina in Chiesa?
Moltissima gente non va in chiesa perché non sopporta la mascherina, non può respirare… (oltre al discorso della dissacrazione varia…)
Per Antonio Cafazzo@ Stilumcuriale Emerito @ e Michele @ No , i neri non hanno esigenze particolari in piu’ rispetto alle altre razze umane. Il fatto è che oggi, anzi da un pezzo, hanno capito che recitare la parte delle eterne vittime della società ( bianca) razzista paga ed anche bene in tutti i campi. Tanto che si possono permettere qualunque tipo di illegalità ben sapendo che la passeranno liscia.
P.S. Ci avete fatto caso come nella produzione televisiva e cinematografica Hollywoodiana ormai nella stragrande maggioranza dei casi loro siano gli eroi ed il BIANCO lo ” sporco ” cattivo negativo al quale assestare un bel po’ di botte oppure al quale riservare battute al vetriolo ? Io appena capisco l’antifona di come è ” orientato ” il film o telefilm in tv , cambio canale.
E del fatto che al cinema si possa stare seduti senza la mascherina ne parliamo?
E dell’assurda motivazione che in Chiesa “parlando” c’è il rischio che il virus prima scavalchi schiena e testa del fedele davanti, poi faccia una parabola einfine torni giù a picco dritto dritto nella bocca di quel fedele?!!!!!!!!!!!
Ieri sera l’autobus era gremito, le persone sedute ovunque anche nei posti “vietati”, gli altri in piedi gomito a gomito.
Tutti con mascherina ma pigiati come sardine.
Poi in chiesa devo mettermi lo scafandro…
Ma dai….
Santa messa domenicale (21 giugno) trasmessa su Canale5 (ringrazio di cuore anche per la comunione spirituale) da Santa Maria di Galloro, Arricciacapelli (RM) : mascherine sì, ma guanti no.
La domenica prima sono stato dopo mesi nuovamente alla Santa messa, confessione inclusa: confessionale tradizionale, niente plexiglass, niente guanti, niente disinfettante. Chiesa colma di famiglie, sebbene una panca su due chiuse in alternanza. Una ventina di ragazzi hanno ricevuto la Prima Santa Comunione. Ho visto soltanto una persona, una signora, con mascherina. Santa Cinunione nella bocca: il confessore mi ha detto, che non hanno mai smesso di darla in bocca. Era confortante, consonante… nel contempo mi sono sentito anche un pò strano, alieno, maldestro, “fuori allenamento”.
Oh, scusate, Arriccia, non arricciacapelli.
Se – invece – sei nero hai un TRATTAMENTO SPECIALE.
– Il vescovo di Pittsburgh (USA), David Zubik, ha deciso di istituire una parrocchia per i neri. A partire dal 13 luglio, la chiesa di San Benedetto il Moro nel distretto di Hill diventerà una parrocchia speciale (“personale”) per la comunità cattolica nera di Pittsburgh.
Il comunicato che ne dà notizia spiega: “Una parrocchia personale è una parrocchia che risponde a specifiche esigenze spirituali spesso legate a una particolare cultura o a un bisogno straordinario”.
La domanda è:
“Le persone di colore scuro hanno SPECIFICHE esigenze spirituali, una PARTICOLARE cultura, un bisogno STRAORDINARIO”?
A me pare che una simile decisione vada in senso esattamente contrario alla tanto desiderata integrazione.
Comunque Pittsburg prima degli anni ’70 era una città veramente nera. Nera non per la popolazione ma per il fumo emanato dalle ciminiere dei grandi stabilimenti siderurgici che la circondavano. Però anche sede della Cathedral of Learning la celeberrima Università aperta 24 ore su 24. A giudicare dalla gran trovata del suo vescovo forse adesso l’hanno chiusa 🙂 .
La domanda è:
“Le persone di colore scuro hanno SPECIFICHE esigenze spirituali, una PARTICOLARE cultura, un bisogno STRAORDINARIO”?
A me pare che una simile decisione vada in senso esattamente contrario alla tanto desiderata integrazione.
A) si tratta di persone di immigrazione più o meno “recente”? E/o di neo-convertiti ? In questi casi, la parrocchia personale potrebbe avere un senso, ma se si tratta di discendenti di africani (o di altra origine/provenienza) che stanno in tali paraggi da secoli e che, oltre tutto (nulla di più facile) contano tra i loro avi anche persone di altre gradazioni di melanina, e pure cattolici di nascita, è del tutto una mera operazione pesudo-demagogica, fatta a tavolino e senza (presumibilmente) neppura vera richiesta da parte dei potenziali “utenti”;
B) il modello anglosassone l’unica integrazione cui mira è quella che tutti bevano Coca Cola e consumino. Fatto ciò, più si organizza in parodie delle antiche tribù, più sono contenti tutti .
Il Buon Dio mi ha detto:
“Amico. Non è vero che quelli della CEI hanno perso la trebisonda. Poverini, hanno una fifa da 90 perché ‘sto coronavirus è come un dio: sconosciuto, invisibile, immortale, “piove sui giusti e ingiusti”.
Te lo confesso: siccome è “universale” e non voglio che ci contagi anche quassù ho deciso di adottare il suo protocollo anche nella Chiesa Trionfante:
1) Ho obbligato i Santi a usare una mascherina e a mantenere una distanza di sicurezza con quelli di voi che si presentano quassù dopo la “nuova” normalità. Quelli dell’OMS mi hanno detto che anche gli asintomatici possono contagiare. Soprattutto quelli che vengono dalle zone “rosse”.
2) Ho imposto ai Cherubini e Serafini di non ammettere a cantare quelli che laggiù recentemente nelle chiese hanno ricominciato a gorgheggiare con le chitarre. Almeno fino a quando non si conoscono i risultati dei test-tamponi sui bimbi morti.
3) Ho detto a Pietro di “filtrare” gli ingressi in Paradiso. Ho disposto un calendario di contingenti di “accoglienza”. Anche se laggiù il suo successore continua a dire che bisogna “accogliere” tutti, è meglio essere prudenti almeno fino a quando i farmaceutici hanno scoperto il vaccino e vi hanno “sanificato” tutti.”
3 bis) Immagino che avrà dotato San Pietro di apposito termoscanner in modo da lasciare fuori chi è morto con febbre superiore a 37,5º
🙂
Scusate l’empito.
Ma davvero lasciare che vada tutto in malora non sarebbe lecito? Si può arrestare una valanga che ha quasi raggiunto la sua massima mole e la sua massima velocità?
Ma poi che cosa potrà mai andare in malora se non ciò che è marcio e che è bene che vada in malora? Non è detto che se non si tocca il fondo non si può risalire?
E allora, cari Amici, perché non ci diamo ciascuno alla cura della propria anima (che ce n’è di lavoro da fare!) e lasciamo l’andazzo generale nelle mani del Signore. Tanto Lui lo sa che da soli non possiamo farci niente.
In fondo ha ragione, caro amico. Lasciamo costoro alla propria sorte e soprattutto non ci venga in mente di disturbare i vescovi, come qualcuno (pure me che scrivo) ha avuto la bislacca idea di fare. Le loro Eccellenze sono tutte prese dalla smania salutarista (del corpo, però, dell’anima non si sa…), sono ciechi che guidano altri ciechi a loro volta parossisticamente terrorizzati dal pensiero del contagio (riuscitissima mondiale operazione di condizionamento psicologico). Il mondo sta andando a rotoli, stanno abbattendo le statue dei santi e tutto aspettiamoci che possa accadere. Ma noi che chissà per quale grazia o privilegio ancora abbiamo occhi per vedere, dobbiamo fare un gran lavoro spirituale, esaminarci e domandarci, ma soprattutto pregare la Madonna, Consolatrice degli afflitti (e non dei migranti…). In Lei tutta la nostra speranza.
Santuario Mariano in provincia di Bergamo: distanziamento ossessivo in entrata (“ma è mio marito!”), discorso saccente e sprezzante ai fedeli sulle norme da parte del parroco (“abbiamo tre anni?”), guanti per il sacerdote prima, dopo e durante, igienizzati con l’amuchina (non ci credevo) prima di distribuire la comunione (logicamente in mano). Pochi fanno la conunione. Vietato fare assembramenti per pregare davanti alla Madonna, vietato fermarsi in chiesa a pregare per non rischiare di mescolarsi a chi entrava alla Messa successiva. Ne sono uscita distrutta per non dire altro.
A qualche decina di metri, al bar del santuario, si prendeva il caffè e mangiava il gelato.
Signora, non lo sapeva che il coronavirus si prende solo in chiesa e specialmente accostandosi alla Comunione?😉😉
Se è lo stesso santuario mariano che ho in mente io, il più famoso in provincia di Bergamo, devo dire che l’ho lasciato perdere ben prima del covid, in seguito ad una confessione – farsa sulla quale non mi soffermo perché è un ricordo personale molto doloroso.
Ah … dimenticavo …
Poiché i signori del piano di sopra sanno tutto quello di cui si mugugna al piano terra, si può stare certi che stanno FACENDO del tutto per far sì che le PAROLE dei mugugnanti cadano regolarmente nell’oblio.
Visto che la provvidenza ci mette a disposizione un avvocato vorrei chiedere : da un punto di vista rigorosamente legale la CEI che cosa è ? Come si configura ?
Grazie in anticipo per una eventuale (spero che ci sia e sia esauriente) risposta. Grazie!
Si configura come uno dei grandiosi frutti del Concilio Vaticano II…
Facciamo il punto.
Si continua ad ASSISTERE a proposte, lamentele, programmi e commenti circa l’andazzo miserevole degli eventi ecclesiastici e sociali.
Proposte, lamentele, programmi e commenti che scaturiscono a loro volta da un ASSISTERE all’andazzo miserevole medesimo.
Molti interventi scritti, cioè a PAROLE, di cui l’ultimo in ordine di tempo questo della signora Maria Stella Lopinto, sono anch’essi molto ponderosi e senza dubbio denunciano con forza, a PAROLE, il molto, anzi il moltissimo che non va.
Ora, ASSISTERE, secondo l’etimologia, è “esser presente a un atto, senza prendervi parte, ma per vedere, udire, far da testimonio”.
Ci troviamo così nella condizione di un ASSISTERE all’ASSISTERE, ovvero l’ASSISTERE all’andazzo miserevole da parte di coloro che intervengono a PAROLE per criticarlo, e l’ASSISTERE dei commentatori che … ASSISTONO alle critiche apportando il loro contributo a PAROLE.
Insomma è tutto un ASSISTERE dal piano terra agghindato da miliardi di PAROLE, mentre i signori del piano di sopra continuano imperterriti e sicuri di sé coi FATTI.
A questo punto un quesito può scaturire: opporre PAROLE ai FATTI può sperare in un qualche seppur minimo successo? Può la leggerezza delle PAROLE scalfire la roccia dei FATTI?
Personalmente ne dubito. Non so Voi.
Il Creatore ha dotato l’uomo della parola perchè per suo mezzo possa comunicare. C’è chi la usa bene e chi la usa male. E chi la usa per tenere allenate le corde vocali.
sT.CUR.EMERITO ,
:-))
Osservazione ragionevole ma anche scontata, Potresti, per favore, esplicare?
Se è scontata non c’è niente da esplicare.
Graze.
Credendo di fare cosa gradita a tutti voi posto un link con le Chiesa dove si svolgono le Sante Messe in Rito Antico in Italia e nel mondo.
http://blog.messainlatino.it/p/elenco-messe-antiche-in-italia.html
Egregio Nicola, grazie. Che Lei sappia, magari per esperienza, come si comportano i celebranti quando celebrano la Santa messa in rito antico? Senza mascherine e Comunione nella bocca? Grazie
Alla Messa Vetus Ordo dove vado qualche volta, posti contingentati e mascherine. Il celebrante consacra senza guanti, li infila per distribuire la comunione in bocca, in ginocchio e con la pinzetta dorata ma non tocca mai il Santissimo con i guanti.
Nella chiesa che ho frequentato durante la chiusura il sacerdote ha sempre celebrato alla presenza dei fedeli, senza guanti senza mascherina, ne prima né dopo le prescrizioni. Io e qualcun altro prendiamo la comunione in bocca coll’avvertenza di rimanere per ultimi. Da sue comunicazioni la parrocchia ha avuto un solo decesso da covid e, in percentuale, il più basso numero di contagi. N. B. Sono in Lombardia, periferia milanese, 33.000 abitanti, 5 parrocchie.
È evidente che vogliono distruggere la Fede
La CEI, per dirla tutta, è un “ente inutile”.
Tanto più inutile definito come “male” il sovranismo.
Già un “italiana” nella Chiesa “cattolica” stona…
In Italia nacque “assemblea dei presidenti delle regioni conciliari”… era una logica regionalistica.
Poi il Concilio Vaticano II (una garanzia…) l’ha estesa.
In Italia gestisce l’otto per mille, mica pizza e fichi.
Ripensando l’Italia (purificando la Chiesa), servirà ancora?
L’autorevolezza nella crisi Covid è a livelli bassini/bassetti