MONS. ICS SU PG E VIGANÒ. TENTAZIONI, ASPIRAZIONI E REALTÀ.
22 Giugno 2020
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, il dibattito aperto dall’appello di Pezzo Grosso a mons. Viganò ha suscitato molte reazioni e commenti. L’ultima è quella di mons. Ics, che ci sembra particolarmente meritevole di riflessione e attenzione. Buona lettura.
§§§
TENTAZIONI, ASPIRAZIONI E REALTÀ.
Caro Tosatti, non posso non intervenire su queste considerazioni di PG, anzitutto rivolte a mons. Viganò poi riprese nell’eccellente commento alla dichiarazione di Santa Giovanna d’Arco: “ Dio concede la vittoria solo se si dà battaglia”.
Vorrei intervenire per cercare di “unificare”, per quanto possibile la visione più opportuna sul “che fare”, visto che anche fra i suoi commentatori permangono (sia pur con differenze qualitative elevate) disaccordi.
Credo di poter leggere nei commenti dei suoi stilumcuriali sentimenti equivalenti a tentazioni bellicose o aspirazioni più ascetiche che negano ogni manifestazione concreta di dissenso a questa chiesa.
Due parole anzitutto sul principio del “fare”. Dopo proporrò una riflessione sul che cosa fare, e come.
In una situazione paradossale, da incubo, come quella attuale imposta da questo pontificato, io credo sia molto, molto difficile persino vivere anche solo la vita interiore, a meno che non lo si faccia in un eremo lontano dal mondo.
E’ difficile riuscirci per le continue insinuazioni di dubbio sulle Verità evangeliche (non vado oltre) proposte o permesse nella chiesa attuale.
Se si son ben studiati i documenti di magistero, non vi sono dubbi in proposito. Per chi sia operativo nel mondo (voi laici) il problema raddoppia, perché non si può operare senza vita interiore e non si può avere vita interiore priva di opere.
E questa chiesa scoraggia l’opera più importante: l’evangelizzazione, l’apostolato.
E quali sono invece le uniche opere proposte da questa chiesa? Son riferite ad ambiente e migranti, condite da odio verso “i ricchi” e i cosiddetti tradizionalisti.
L’amore si realizza con opere; se la Chiesa ti confonde sulle opere rischia di confonderti sul significato stesso di amore.
Ma noi abbiamo una certezza, che Dio non nega il suo aiuto a chi fa quello che può. <Deus non denegat gratiam>.Vediamo appunto che significa ciò riferendolo al “che cosa fare e come fare”.
C’è una realtà. Non la famosa “realtà” riferimento di papa Bergoglio, ma la realtà della Chiesa, di cui non si può non tener conto.
– Impensabile metterci “contro “ la Chiesa. Neppure Savonarola ci riuscì. Ritengo sia impensabile una reazione di controrivoluzione vandeana, perché apparirebbe esser contro la Chiesa. Perché, vi assicuro dal di dentro, che le forze pro-bergoglio, appena intesa una azione organizzata, reagirebbero immediatamente. E finché non si dimostrasse (si dimostrasse, non si supponesse) il contrario, e cioè che Bergoglio non è legittimo papa, il 99% dei cattolici (anche quelli critici) non si metterebbe mai contro il papa e la Chiesa.
Questo deve essere chiaro. Distaccarsi dalla Chiesa significa morire, per un cattolico. Dove andrebbero? questa è la forza-vile di costoro oggi.
– L’unica persona al mondo, (lo crediamo in molti ) che potrebbe “ dimostrare il contrario” (essendo credibile) è Benedetto XVI con una sua spiegazione e dichiarazione.
Solo lui può farlo, solo lui sarebbe credibile. Nessun altro. Ma in Germania, Ratzinger è andato o è stato mandato? Non è molto importante, credo rispondere a questa domanda, ma come potete immaginare anche io ho qualche testimonianza personale sulla vicenda della rinuncia. Ed anche io ho una opinione, che conservo prudentemente.
– Chi si sentisse di pensare ad una “controrivoluzione” vera e strategica, dovrebbe studiare un modello di controrivoluzione intelligente, alla Plinio Correa de Oliveira. Bisognerebbe rifletterci su con i tre grandi saggi della TFP in Italia, Montes, Loredo e Ureta.
– In alternativa a queste tre ipotesi, io credo che non ci siano altre alternative a che ognuno faccia quello che può, come sa farlo. Che siano conferenze, dichiarazioni, appelli, dubia, correzioni filiali, articoli, marcie e sentinellaggio di ogni tipo.
Rivolti però a Nostro Padre, chiedendo a Lui di intervenire, cosa che farà come e quando vorrà. Non ci sono alternative; e, se posso dirlo, forse è meglio così.
E’ Lui che deve agire, in primis, e preoccuparsi della Sua Chiesa, magari ispirando o incoraggiando noi poveretti.
Mons. Ics.
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Tag: mons. ics, pezzo grosso, vigano
Categoria: Pezzo Grosso
22 giugno 2020
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Ho notato un lapsus forse 2.
La maggioranza dei cattolici non si metterebbe mai contro il papa e la chiesa (Mons. Ics)
Lasciamo perdere il papa che può essere pure papa Borgia come dice lui di Savonarola..però c e la chiesa…..
Dov e’ la vera chiesa?
Lapsus freudiano?
Io sono disposto anche a farmi denunciare, arrestare o addirittura uccidere per la Causa di Dio.
Alessandro DS, è sufficiente anche solo un po’ di rispetto per i pastori.
Fratello mio, ci sono troppo dentro alla chiesa per avere rispetto di presunti pastori che predicano bene e poi razzolano male..
Che guardano solo i loro bassi interessi e commettono ogni genere ingiustizia.
Che si sono fatti consacrare solo per tornaconto personale o perché non volevano lavorare e volevano farsi mantenere.
Si, lo so, verrebbe voglia di prendere torce, forconi e corde.
Però dobbiamo stare attenti a non cadere nel giudizio affrettato, a pensare sempre che sono sacerdoti, vescovi, cardinali, a loro è stato dato un grande dono.
Proprio per questo ci si arrabbia ancora di più?
È comprensibile. Ma queste persone non si rendono conto a quale giudizio vanno incontro.
Caro Mons, ICS, oggi l’abbiamo strapazzata un po’. Porti pazienza, siamo esasperati perché ogni giorno è un assalto alla Chiesa fedele a Cristo, cioè a noi, che vogliamo poter ancora Adorare il nostro Salvatore e proclamare la Salvezza che ci ha conquistato a caro prezzo. Ma stiamo finendo nelle catacombe. Se questa è la Volontà del buon Dio, e allora catacombe sia, non da vigliacchi, ma da combattenti per la Verità.
Liberi dal risultato, che sarà molto probabilmente nefasto per noi, ma con la consapevolezza di aver lottato per il Bene di tutti. Cioè, che sia chiaro che non volgiamo arretrare difronte all’arroganza che pare avanzare indisturbata, quasi burlandosi di noi che siamo in affanno.
Qualcuno ha menzionato i Cristeros, grande esempio di martirio. Infatti, in quel caso, per uscire dall’impasse, la Chiesa si è messa d’accordo con il Governo massone messicano che così ha avuto mano libera per farli fuori tutti. E questo risultato vergognoso nulla toglie al valore di santi uomini, donne e pure bambini che hanno dato la vita per seguire con amore le orme di Gesù, che ha il primato sulle nostre vite.
Voglio pensare oggi che ci siano Mons., che con amore paterno, in qualche modo ci stiano proteggendo e per questo ci invitino alla “calma”.
Viva Cristo Re!
Allora, Mons. ICS è un pastore… un fedele gli pone una legittima domanda e Mons. ICS lo ignora… i fedeli sono questo per lei Mons ICS?
Individui da ignorare ? O da ascoltare e spiegare con santa pazienza e mitezza? Lei nelle chiese dive è stato faceva la stessa cosa con i fedeli che venivano a cofessarsi, li ignorava con arroganza?
Mons. Ics, ci spieghi secondo quale ragionamente il cercare verità e giustizia e intimare il capo dei giudici del Vaticano di adempiere il suo dovere che sta omettendo di omettere può ritenersi sbagliato o può ritenersi un atto da nemico della chiesa?
Sono tutto orecchie…vediamo chi è lei veramente …se uno che ignora e maltratta le pecore che il Signore gli ha lasciato da pascolare, oppure un buon pastore.
In ultima analisi, mons. ICS dice: Dal momento che Bergoglio&C sono troppo forti, diciamo che rappresentano tuttora la Santa Chiesa di Cristo.
CHE RAZZA DI DISCORSO !
Un colpo al cerchio uno alla botte come la San Pio X, De Mattei, Tornielli, Messa in latino, Nuova bussola e altre bene mérite galassie tradizionaliste. È vero che ognuno fa quel che può. Solo Stilum Curiae con il Dr Tosatti ha intuito una cosa semplice e divina: tutelare la libertà e la dignità del cristiano. Non si è allineato al pensiero unico, non contribuisce alla demolizione della coscienza dei cristiani anzi aiuta a riscoprirla. Il Signore disse il vostro parlare sia sì o no.
No, senta, lasciamo perdere i pliniani e le loro capriole e giravolte. Anche perché non rappresentano nessuno a parte sé stessi e qualche ambiente pseudoelitario.
Il punto è un altro. Perché gli uomini di Chiesa non dicono le cose come stanno? Perché confondono l’obbedienza e il rispetto dovuti al papa con la mediocrità e l’ossequio a personaggi come Kasper, Spadaro, Melloni e fino a ieri Bianchi?
Semplice: per ignoranza, superficialità, carrierismo. E quindi è contro questo che bisogna battersi. Denunciando a viso aperto le storture e le ambiguità. E demolendo i personaggi di contorno del bergoglismo. Demoliti loro, papa Francesco non farebbe tanti danni. Non è lui il motore, ricordiamocelo.
Il Va Parys e il Croce che sentenziano che Bergoglio è un esempio di vescovo dicono una scemenza? Sì. Ebbene gliela si fa notare. Il Pagano che sentenzia che don Orione era un informatore del Vaticano dice una scemenza (probabilmente circolante nella sua congregazione)? Sì. Ebbene, gliela si fa notare. Il salesiano dell’UPS che insegna dottrine rahneriane sbaglia? Sì. Ebbene, glielo si fa notare.
Cominciamo dalle piccole cose.
Posso permettermi di affermare: “finalmente” parole sagge !
Distaccarsi dalla Chiesa sarebbe morire? È vero. Concordo. Sarebbe morire. E allora moriamo con dignità, invece che vivacchiare come larve!
Ho apprezzato molto il suo intervento equilibrato, da cui si evince l’amore per la Chiesa cattolica, il continuare a sentirsi parte sia pur sofferente di questa Chiesa, ladopera
…l’adoperarsi per uscire da questa situazione e l’affidamento a Dio.
Riporta il Giornale in prima pagina in basso nel numero di oggi , che venerdì scorso a Los Angeles una folla inferocita ed urlante di bianchi con corde ha abbattuto una statua di un santo cattolico spagnolo che portò il Vangelo alle popolazioni locali. Accusato di genocidio dei locali e tanto basta e la sua statua abbattuta. Poi, dico io, toccherà anche noi. La nostra colpa sarà semplicemente quella di essere cattolici. Ovviamente le tv di regime non hanno dato la notizia dell’abbattimento della statua del Santo. P.S. mi viene in mente una profezia di qualche anno fa del Cardinale Francis George. Eccola :
https://it.aleteia.org/2015/04/22/io-moriro-nel-mio-letto-ma-il-mio-successore/
No, per il momento si sono focalizzati sulle statue di Gesù e tutto quello che lo raffigura come “uomo bianco”.
Dopo penso che tocchi a noi…
Caro Mons. ICS,
La Chiesa Bergogliana è una città fortificata, una fortezza. La storia ci insegna che davanti una fortezza gli eserciti prima gli hanno assediato e poi gli hanno conquistato. Bene, come è possibile farlo? Innanzitutto, ovviamente, hai bisogno di un esercito. Ne abbiamo uno? Ognuno che fa ciò che può fare, senza alcuna istruzione su cosa fare, nemmeno disturberà il nemico. Qui vale la pena ricordare la Cristiada, la guerra dei Cristeros in Messico. Questa guerra condotta dai valorosi cristeros ebbe un prima e un dopo del generale Enrique Gorostieta. Prima i cristeros erano disorganizzati, ognuno agiva da solo e non disturbava il nemico. Quando arriva il generale Enrique Gorostieta, le cose cambiano, organizza i cristeros e forma un esercito. Sapendo ognuno come dovevano fare le cose, quase hanno vinto la guerra. Quindi in uno primo momento i cristeros sapevano apena che cosa dovevano fare: combattere il nemico. Però, non sapevano come farlo, questo hanno saputo appena con l’arrivo del generale Enrique Gorostieta. Credo che qualcosa símile accade tra noi, perchè sappiamo che cosa dobbiamo fare, ma non sapiamo come farlo.
Possiamo fare guerra a Bergoglio senza andare contro la Chiesa? Si, lo possiamo, ma come farlo?
Immagina 5 cerchi l’uno dentro l’altro. Considera che il primo al centro rappresenta Papa Bergoglio, il secondo il collegio dei cardinali, il terzo l’episcopato, il quarto i media e il quinto gli altri Bergogliani in generale. Ciò che se sta è stato tentato di fare è raggiungere direttamente il primo cerchio senza considerare gli altri. Voglio dire che stiamo cercando di fare è andare direttamente a Bergoglio, ma possiamo farlo indirettamente. Considerando il “nemico” in questo modo, si possono compiere diverse azioni con ciascuno di essi. Ai vescovi e ai cardinali, un apostolato per cercare di risvegliare in loro ciò che realmente dovrebbero essere. La stampa e il bergoglioanos in generale, possiamo fare la guerra.
Abbiamo bisogno di qualcosa in più che il modelo di controrivoluzione alla Plinio Correa de Oliveira. In nessuno luogo del mondo questo modelo ha ottenuto sucesso. In Vaticano se sta mettendo in pratica un piano per distruggere la mostra fede. Chiunque legga il lavoro del controverso P. Malachi Martin può concludere questo, poiché lui sapeva cose che hanno accaduto nella Chiesa molto prima che accadessero, come si può leggere:
Il segreto di Fatima i il Papato: Padre Malachi Martin che cosa sapeva?
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2621_Malachi_Martin_Fatima_Papato.html
MARTIN, IL “RESIGNATION PROTOCOL” E IL NWO
https://apostatisidiventa.blogspot.com/2013/02/solo-un-romanzo.html?m=1
Non arriviamo a questa situazione dall’oggi al domani e quello che può cambiarla dall’oggi al domani è appena Nostro Signore Gesù Cristo. Per questo dobbiamo fare quello che possiamo fare e pregare al Signore per fare quello che non possiamo fare. Una cosa che se può fare è riunire i cattolici italiani che possono partecipare dela guerra e cercare di trovare qualcuno che possa fare in mezzo a noi, il ruolo che Enrique Gorostieta ha svolto tra i Cristeri.
Concludo chiedendo:
Papa Liberius sotto pressione scomunicò Sant’Atanasio. Il grande Santo avrebbe potuto pensare che se non avesse fatto la volontà del Papa, sarebbe andato “contro” la Chiesa, ma cosa lo ha fatto andare avanti? Non cedendo alla minaccia della scomunica, ci ha insegnato che non era contro la Chiesa, ma contro il potere che la controllava. Oggi le cose sono anche così. La questione non è tanto essere “contro” la Chiesa, ma essere a favore di Nostro Signore Gesù Cristo, non se può pensare che Lei benedica questa chiesa. Inoltre a questo la cosa è diversa dal tempo di Savoranola, in quello tempo aveva una corruzione morale, mai il Papa há detto e fatto cose contro la fede. È diversa anche dal tempo di Sant’Atanasio, perchè in quello tempo gli ariani se sono sollevati contro una definizione dogmatica, oggi sono contro il dogma in sè stetto. Ad ogni modo, ci sono molte somiglianze tra la crisi ariana e ciò che stiamo vivendo oggi, questo è chiaro nelle parole di sant’Atanasio:
“Che Dio vi consoli! … Quello che rattrista … è il fatto che gli altri hanno occupato le chiese con violenza, mentre in questo periodo voi vi trovate fuori. E’ un dato di fatto che hanno la sede, ma voi avete la fede apostolica. Possono occupare le nostre chiese, ma sono al di fuori della vera fede. Voi rimanete al di fuori dei luoghi di culto, ma la fede abita in voi. Vediamo: che cosa è più importante, il luogo o la fede? La vera fede, ovviamente: Chi ha perso e chi ha vinto in questa lotta – quella che mantiene la sede o chi osserva la fede? È vero, gli edifici sono buoni, quando vi è predicata la fede apostolica; essi sono santi, se tutto vi si svolge in modo santo … Voi siete quelli che sono felici, voi che rimanete dentro la Chiesa per la vostra fede, che mantenete salda nei fondamenti come sono giunti fino a voi dalla tradizione apostolica, e se qualche esecrabile gelosamente cerca di scuoterla in varie occasioni, non ha successo. Essi sono quelli che si sono staccati da essa nella crisi attuale. Nessuno, mai, prevarrà contro la vostra fede, amati fratelli, e noi crediamo che Dio ci farà restituire un giorno le nostre chiese. Quanto i più violenti cercano di occupare i luoghi di culto, tanto più essi si separano dalla Chiesa. Essi sostengono che rappresentano la Chiesa, ma in realtà sono quelli che sono a loro volta espulsi da essa e vanno fuori strada. Anche se i cattolici fedeli alla tradizione sono ridotti a una manciata, sono loro che sono la vera Chiesa di Gesù Cristo. (Coll. Selecta SS. Eccl. Patrum. Caillu e Guillou, vol. 32, pp 411-412). “
Monsignor ICS, secondo lei andare al palazzo delle congregazioni e bussare alla porta del Vescovo Iannone e chiedergi cone non svolge il suo lavoro, e costringerlo a svolgere il suo lavoro adesso si chiama “mettersi contro la chiesa” ???
Ha uno strano modo di vedere le cose lei…ma è sicuro di ciò che dice? Vuole forse riflettere un attimimino in più e ripensarci?
Chiedere al capo dei giudici del vaticano semplicemente di svolgere il suo lavoro è diventato mettersi contro la chiesa?
Cercare la giustizia è diventata una malefatta?
Io non ho parole…
Io non ce l’ho con lei Mons. ics, è che però mi sembra assurdo che chi cerca semplicemente di al capo dei giudici di svolgere il suo lavoro sia equiparato a essere nemici della chiesa…boh!
Mons. Ics, “si dà battaglia” si scrive con l’accento.
La cosa che sembra saltare all’occhi da tutti questi articoli dopo il “Che fare?” di PG, è che la maggior parte dei laici sembriamo abbastanza stanchi di stare in panchina; mentre i coach (vescovi, vari ed eventuali), sembrano dire che è meglio non giocare e perdere a tavolino, ringraziando pure di essere stati tenuti in considerazione. L’altra squadra è troppo ben attrezzata (anche slealmente), mentre la nostra conta con pochi giocatori e malconci, (anche non si capisce dove stia scritto).
Speriamo che ci metta in fretta una pezza il buon Dio…
Se nel primo millennio avessero ragionato come monsignore i sette concili ecumenici non ci sarebbero stati. Il papa Onorio non sarebbe stato condannato. Nell’epoca odierna a viltà del clero ma anche dei laici sta estinguendo la fede. I cattolici stanno diventando come i monarchici francesi dopo la Rivoluzione forse ancora maggioranza ma ininfluenti.
Il Buon Dio mi ha detto:
“Figliolo, sono molto irritato con voi bipedi e te lo dettaglio:
1) La maggior parte di voi se ne frega di me ed anche in ‘sta faccenda del coronavirus vi siete preoccupati solo di “salvare” la pellaccia ed ora di godere di una “nuova” normalità.
2) Nella preghiere che recitate dopo la liturgia della parola (alle quali ripetete come pappagalli “…ascoltaci Signore, …ascoltaci Signore…” ) mi fate sentire un vecchio rimbambito ed ora anche sordo perché parlate con quella museruola che chiamate mascherina. Come se non sapessi dall’eternità in cui mi trovo quello di cui avete bisogno!!!.
3) I vostri parroci non hanno piú tempo di rivolgersi a me perché sono indaffaratissimi a pulire i sedili dove mettere il culo quando venite in chiesa.
4) Recentemente avete ubbidito come pecoroni ad uno che è un semplice Conte e non ubbidite a me che sono il Re dei Re.
5) Vi siete dato un successore di Pietro che è inutile dire è un “disco rotto”.
6) Per la vostra “insoddisfazione” circa questa neo-chiesa mi sembrate tanti galletti elettrizzati. Oggi – infatti – su questo blog Monsignor ICS ha fotografato la vostra passione: “… conferenze, dichiarazioni, appelli, dubia, correzioni filiali, articoli, marce e sentinellaggio di ogni tipo.”. Questo per dirvi che anche voi – VERI credenti – non avete fiducia in me perchè avete dimenticano che “… due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro”.
Dunque fatemi un po’ contento e almeno voi seguite il consiglio di Monsignor ICS:
“Rivolgetevi però a Nostro Padre, chiedendo a Lui di intervenire, cosa che farà come e quando vorrà. Non ci sono alternative; e, se posso dirlo, forse è meglio così. E’ Lui che deve agire, in primis, e preoccuparsi della Sua Chiesa, magari ispirando o incoraggiando noi poveretti”.
“Che ognuno faccia quello che può”.
Pur non condividendo alcuni punti dello scritto di mons. Ics, e sui quali non mi trattengo poiché, come tutti i commenti, sarebbe del tutto inutile in una prospettiva PRATICA, mi vien da osservare come questo consiglio PRATICO sia molto appropriato, anzi saggio.
Mi fa tornare alla mente una scena molto istruttiva del film “L’ultimo samurai“.
Al samurai Katsumoto che gli chiede: “Tu pensi che un uomo possa cambiare il suo destino?”, il capitano americano Algren risponde: “Io penso che un uomo fa quello che può finché il suo destino non si rivela”.
La verità contenuta in questa risposta mi colpì profondamente già dalla prima delle mie dodici visioni del film. Un film che è risultato di buona fattura tecnico-estetica oltre che contenutistica circa i capisaldi del Bushido, la Via del guerriero.
E’ vero: chi può negare che un uomo fa quello che può finché il suo destino non si rivela? Il presente è nelle mani dell’uomo, il futuro (il destino) è nelle mani di Dio.
E questo vale anche per ciascuno di noi: non c’è tempo e spazio che per fare ciò che si può. E al meglio che si può.
Age quod agis: fai (bene) ciò che stai facendo (ritornando di nuovo il motivo del qui ed ora).
Il presente (qui ed ora), come manifestazione dell’Eterno nei limiti del tempo e dello spazio, è nelle mani di Dio, non dell’uomo. Il presente esiste ed è sostenuto dalla volontà di Dio.
Infatti Gli chiediamo: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”, cioè dacci oggi tutto ciò che ci serve per oggi (non per domani).
Mario,
vedo che oltre allo psicanalista fai pure il luterano.
Il presente è il tempo/spazio vuoto che l’uomo riempie con “pensieri, parole, opere (e omissioni)” grazie al libero arbitrio di cui è dotato.
Quindi l’uomo non può limitarsi a chiedere il pane quotidiano a Dio: “Dacci … dacci …”, ma deve dimostrare di meritarselo valendosi proprio del suo libero arbitrio.
Il dare di Dio deve incontrarsi con il dare dell’uomo: “Aiutati che Dio t’aiuta”. Altrimenti vorrebbe dire che Dio ha creato un pupazzo o un automa luteranamente schiavo delle sue passioni, invece che un essere libero.
A rigore, il giudizio di Dio è ab aeterno, heri hodie semper, quindi già in atto, adesso, qui ed ora, ed è l’uomo che adesso, qui ed ora, decide del proprio “futuro” pensando, parlando e operando in accordo o meno con la volontà di Dio e quindi fruendo o meno della Sua grazia.
Quindi, a ben vedere, la decisione di “andare all’inferno” o “andare in paradiso” è dell’uomo e non di Dio. Dio non “fa” proprio niente perché ha “già fatto” una volta per tutte, quindi anche adesso, attimo per attimo, oltre il tempo e lo spazio. “La Luce splende nelle tenebre”: dice splende, al presente, adesso, qui ed ora. Che fa liberamente l’uomo? Si lascia illuminare o si scherma dietro le sue pretese?
Incredibile ma vero: l’uomo è libero di farsi il suo destino con le proprie mani! E se lo fa adesso, attimo per attimo.
“Il paradiso e l’inferno sono qui e adesso, non c’è bisogno di aspettare di morire. Se ti assumi la responsabilità della tua vita, delle tue azioni, allora il futuro è nelle tue mani e puoi vivere in paradiso quando il tuo corpo è ancora vivo”
Don Miguel Ruiz, “I quattro accordi”.
Attenzione ENRICO: quando si parla di grazia, merito e libero arbitrio ci si addentra in un territorio minato dove è facile passare per luterano (cosa di cui accusi Mario), ma anche per pelagiano (cosa che si potrebbe imputare a te, che probabilmente lo sei date le tue simpatie lefebvriane).
Dato che sei un amante della tradizione, prendi nota che il tema dei rapporti tra le tre cose è sotto giudizio della Chiesa da circa 500 anni con divieto per chi ne discuta di accusare i propri contraddittori di eresia (cosa che tu fai, dando a Mario del luterano). Attieniti almeno a quanto stabilito cinque secoli fa.
Silvano,
siccome non considero il tuo darmi del pelagiano né un’imputazione né un’accusa, ti prego di credere che, allo stesso modo, dare del luterano a Mario non è un’accusa. “Imputare”, “accusare” sono parole pesanti che in ambito di una conversazione penso sia bene escludere. Chiaro che in uno scambio verbale, parlato o scritto che sia, possa sorgere facilmente un conflitto, ma non necessariamente questo deve comportare “imputazioni” e “accuse”.
In altri termini, almeno per quanto mi riguarda, lo scambio dialettico è impersonale, ovvero riguarda soltanto ciò che è detto o scritto e non chi l’ha detto o scritto. E tuttavia non ecludo affatto di essermi espresso in maniera ambigua.
D’altra parte, se applichi ciò che affermi a tutti gli articoli e ai commenti di questo blog, converrai che per la conta delle imputazioni e della accuse non è stato ancora inventato il calcolatore adatto.
Nel concludere lasciami esprimere una certa perplessità sulla tua affermazione “quando si parla di grazia, merito e libero arbitrio ci si addentra in un territorio minato”. Infatti, con ciò vieni a dire che dopo 2000 anni l’argomento non è ancora chiaro, che il Catechismo della Chiesa cattolica non ha bonificato il campo minato e che i Cattolici vi si aggirano con il rischio di saltare in aria da un momento all’altro.
Un saluto cordiale (anche a Mario).
SILVANO, porta pazienza… Enrico ama solo ciò che sa di antico (o vecchio di almeno 60 anni…), che sia cattolico o meno non importa.
Vedi anche sopra:
– prima prende ispirazione dall’antica cultura giapponese dei samurai (si è pappato il film “L’ultimo samurai” ben 12 volte!!! e magari il film “Passion” di Mel Gibson non s’è neanche degnato di guardarlo…);
– poi cita lo pseudo-santone Don Miguel Ruiz, che si ispira alle profezie(!) degli antichi Toltechi nonché a credenze e pratiche sciamane, ma che è anche uno dei maggiori ispiratori del movimento New Age;
– e ancora i giorni scorsi: riferimenti al culto di Iside, al pensiero come vibrazione energetica, al silenzio creativo, ecc. ecc.
Credo sia meglio lasciarlo nel suo brodo, come suggerito anche dal suo amato Don Miguel Ruiz: “Accetta gli altri cosi come sono. Non puoi cambiare gli altri, cercare di cambiarli per adattarli a ciò che vorresti che fossero. È COME CERCARE DI TRASFORMARE UN CANE IN UN GATTO. Essi sono ciò che sono, e tu sei ciò che sei.”
Con buona pace sua e nostra…
Enrico, se vuoi che nessuno ti accusi, evita tu di accusare per primo: non gli avrai scritto che è un eretico, ma dicendo che parla da luterano nella sostanza lo hai fatto.
In ogni caso, sì, hai ragione: in 2000 anni la Chiesa ha definito ciò che era definibile e soprattutto ciò che era sbagliato. I nodi della questione, verosimilmente irrisolvibili, sono pendendi da 500 anni e la Chiesa, consapevole dei limiti dei suoi mezzi umani, ha evitato di addentrarsi troppo nei dettagli, accettando quella cosa che si chiama “mistero” e che sarebbe bene che tu cominciassi a prendere in considerazione.
Le verità di fede non si definiscono come una tavola pitagorica dove tutto torna alla perfezione. Dovresti saperlo visto che ti attacchi tanto alla “tradizione” e quindi dovresti avere una buona conoscenza dei fatti.
In ogni caso, Santa Madre Chiesa ha ordinato, 500 anni fa, di evitare accuse, quindi fai il piacere di obbedire a Santa Madre Chiesa.
Mi associo al 99%. Non mi associo per l’1%. Come si possono riporre speranze in chi sembra non credere neppure nel dogma dell’Inferno (Spe Salvi del 2007 + edizione del 2006 di “Escatologia”)?
Oltretutto c’è da chiedersi in che modo ratzinger contribuirebbe alla chiarezza dicendo cose oggi che riguardano scelte di ieri, con motivazioni e ragioni che potrebbe essersi inventato dopo o che potrebbero imporgli oggi. A parte coloro che sono pronti a credere anche agli starnuti del Papa Emerito, qualsiasi cosa dica a cose fatte, sarebbe sempre confutabile (a meno che non tiri fuori qualche dichiarazione rilasciata a suo tempo ad un notaio che certifichi la data).
Inoltre continuo a non comprendere, salvo rilevare fanatismo e ideologia, come si possa credibilmente confidare in uno che ha creato il peggior caos che la storia della Chiesa ricordi: due papi, forse uno, forse lui, forse l’altro. Si sta tanto a sindacare cosa dice l’attuale Papa (forse Papa, forse no, forse co-Papa) e poi si ripiega su Benedetto che ha inferto un colpo colossale al fondamento di Santa Romana Chiesa. Ma si può andare a chiedere conforto e chiarezza a uno che ha lasciato tutti in queste condizioni?
Concordo pienamente. Tuttavia l’aiuto che prospettava “Mons. Ics” da parte dei papa emerito credo fosse in riferimento a questo: “ E finché non si dimostrasse (si dimostrasse, non si supponesse) il contrario, e cioè che Bergoglio non è legittimo papa, il 99% dei cattolici (anche quelli critici) non si metterebbe mai contro il papa e la Chiesa.” Ora in ordine a questa eventuale dimostrazione possono essere presi in considerazione molti argomenti, e non solo quello della eventuale invalidità della rinuncia di Benedetto XVI. Per esempio, ma non solo, l’argomento che muove dalla convinzione che un “eretico manifesto” (non occulto quindi) non può essere eletto al pontificato.
Guarda che Bergoglio non ancora papa di sparate particolari non ne faceva, anzi. Se muovi gli eresiologi, come Enrico, è più probabile che di note stonate ne trovi nei libri di Ratzinger. Francamente trovo ridicolo che per combattere Bergoglio ci si attacchi a Ratzinger. Idolatria allo stato puro. Significa non avere la minima cognizione del suo pensiero e nemmeno considerazione per come ha devastato il papato. Sapere che il papà è Ratzinger piuttosto che Bergoglio non cambia assolutamente niente.
Per quanto ne so, per esempio le convinzioni espresse in Amoris Laetitia erano già consolidate molto prima dell’elezione. Consolidate, note e con conseguenze pratiche, come la comunione per coppie non sposate.
No, da Arcivescovo di Buenos Aires ne ha combinate così tante da far arrossire il più scafato degli eretici. Ha distrutto la Chiesa Argentina, lo so per certo.
Comunque Ratzinger sicuramente ci ha lasciati in braghe di tela.
L’azione più vile che un cattolico (peggio ancora se Pastore), per vigliaccheria, o per interesse, o per prestigio personale, o per il suo quieto vivere, o per altre e svariate ragioni può commettere, è far finta di non vedere questi errori, o qualora li veda, non abbia la Forza, la Santità e la Grazia di denunciare senza inutili giri di parole, chi tale confusione dottrinale la permette, la tollera, o addirittura la genera, fosse anche uno che osi definirsi “il Romano Pontefice”.
Infatti come scrive Sant’Alfonso Maria De Liguori, Vescovo e Dottore della Chiesa: “Niuno ardisca d’interpretar la Scrittura contro il senso che tiene unita la Chiesa e contro l’unanime consenso de’ Padri.” (Opera Dogmatica contro gli eretici pretesi riformati)
LA FEDE ANDREBBE DIFESA, NON RIMPIANTA!
Invece preferiscono non “interferire” contro chi osa definire la Madonna “SOLLAZZO DEI MIGRANTI”
Come detto precedente un tavolo di “uguali” in diritto di voto sulla tattica, ma “diversi in carisma”, ovviamente c’è chi è più spirituale o più pastore, e chi inveve è più combattente e coraggioso.
Per quello ho fatto l’esempio del profeta e del re.
Ogni Re Unto dal Signore ha sempre avuto vicino a lui un Profeta sempre mandato dal Signore. ( è una similitudine, non esaltativi, altrimenti da domani troviamo gente che va in giro con le Corone in testa )
Ovviamente difficilmente l’uino spirituale ha il coraggio di affrontare il Gigante Golia in una sfida, come il combattente non ha le nozioni spirituali per fare la guida spirituale.
Sono 2 elementi che si devono fondere.
Io sono disposto anche a farmi denunciare, arrestare o addirittura uccidere per la Causa di Dio.
Ma questa risposta sconfessa la professione di fede dei martiri. Oggi si potrebbe parlare di un doppio martirio essendosi riuniti il potere politico e religioso. San Francesco d’Assisi andò fino a Roma per invitare la chiesa a spogliarsi delle ricchezze. San Tommaso Moro (proprio oggi la festa) rinunciò alla carica di vice re e preferì morire martire piuttosto che assecondare l’apostasia di Enrico VIII. Non mi si venga a dire che il martirio è un retaggio del passato ed oggi non vi è più nessuno disposto a dare la vita per Cristo disobbedendo e rimproverando i pastori che diffondono eresie e apostasia, insieme a persecuzioni.
Guarda, la farei più semplice: tutti questi attivissimi anonimi che ci istigano con cadenza quotidiana, alla fine, quando si tratta di tirare i remi in barca e fare qualcosa, non raccolgono il seminato ma ti dicono di pregare, chi più chi meno. Perché? Perché l’opposizione a Bergoglio non serve a correggere nulla e men che meno a sostituirlo, ma semplicemente a creare le condizioni perché taluni continuino ad avere una sedia sotto al sedere. L’opposizione sempre sobilla la piazza per poi andare dal nemico a trattare.
Mi sembra che S. Francesco andó a Roma per l’approvazione del suo ordine.
Non si permise mai di criticare apertamente la Chiesa Cattolica, pur conoscendo le criticità.
Ai sacerdoti poverelli (concubini) voleva ricorrere, perché riteneva molto grande la dignità del sacerdozio, da rispettarlo e recuperarlo per quel che poteva fare.
Diverso fu l’atteggiamento di altri movimenti mendicanti del tempo, di tipo protestante, che si scagliavano contro la Chiesa.
Cioè una cosa era la corruzione dei costumi, altro l’eresia o l’apostasia. Su questo S. Francesco era molto severo, specie con i suoi frati. E questo è un aspetto di S. Francesco di cui poco si parla.
non c’è da correggere neppure una virgola. Quanto sarebbe importante incontrarsi e interloquire in proposito.