PAOLO TANGA: PERCHÉ SAREBBE SAGGIO FAR RINASCERE L’IRI.
30 Maggio 2020
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il dottor Paolo Tanga, che ormai conoscete, già Direttore Principale della Banca d’Italia ci ha inviato un’ulteriore riflessione, a completamento dell’articolo precedente, che aveva come focus il debito pubblico, e la possibilità di neutralizzarne gli effetti negativi. Buona lettura.
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L’ultimo mio lavoro (COME SI PUÒ TAGLIARE IL CAPPIO DEL DEBITO PUBBLICO) non era completamente sviluppato. In esso, sintetizzando, enunciavo che bisognava approfittare dell’allentamento consentito dalla crisi indotta dal covid19 per assumere un’iniziativa coraggiosa e semplice che ci avrebbe portato ai primi posti dell’economia mondiale: abolire tutte le imposte dirette per coloro che avessero provveduto a sottoscrivere titoli del debito pubblico appositamente emessi a un tasso di interesse dello 0,50 per cento. La disamina quantitativa dimostrava che tutto avrebbe contribuito a un rilancio dell’economia italiana con vantaggi sia dei cittadini che vi aderivano che dello Stato. Lo sviluppo della domanda di beni e servizi conseguente alle maggiori disponibilità (le imposte lasciate nelle tasche dei contribuenti) si riverserebbero sulle imprese per cifre consistenti facendo recuperare il fermo delle attività dal quale non siamo completamente usciti.
Lo Stato, poi, trovandosi con una disponibilità di ben 838,9 miliardi di euro da impiegare in un’attività di investimento, avrebbe povuto costituire una nuova IRI. Questo punto non l’ho sviluppato per non appesantire l’articolo nel quale erano presenti già troppi numeri: chissà perché si nutre tanta avversione per i numeri, quando invece a tutti piacerebbe averne tanti sui conti in banca!
Il motivo di fondo dell’articolo, comunque, è stato capito, come ho potuto rilevare dai commenti dei lettori:
si sottoscrive il debito pubblico
chi non ha disponibilità per sottoscrivere il debito pubblico ha una banca disponibile a prestargli anche l’intero ammontare dei soldi necessari, ciò perché i titoli acquistati rimangono depositati a garanzia del prestito, annullando qualunque rischio
si aboliscono le imposte dirette
come dimostrato dai conteggi, le entrate dello Stato che vengono meno sono parzialmente compensate da maggiori introiti di Iva dovuti alle maggiori vendite di beni e servizi, possibili grazie all’abolizione delle imposte sul reddito e al conseguente uso – spendendo – delle maggiori disponibilità
risparmi nel costo del debito pubblico, peraltro restituibile anticipatamente grazie alla circostanza che, per una moneta che viene emessa a debito, gli interessi necessari per azzerare il debito globale diventano usurari per il semplice fatto che per averne la disponibilità occorre richiederli in prestito
se le operazioni di credito collegate all’acquisto del debito pubblico fossero fatte da un Istituto di proprietà pubblica ed estese all’intero acquisto di detti titoli si azzererebbe anche il costo del debito pubblico di nuova emissione, salvo quel piccolo margine dovuto al pagamento semestrale delle cedole sui titoli.
A questo punto le imposte dirette incassate dallo Stato italiano nel 2019 e abolite dal 2021 dall’iniziale importo di 252,3 mld di euro sarebbero parzialmente compensate e la rinuncia sarebbe limitata ad appena 129,12 mld.
Concludevo l’articolo con l’idea che la cosiddetta nuova IRI avrebbe dovuto avere un ritorno dagli investimenti almeno pari al 15,39 per cento.
Qui mi sarei aspettata la contestazione: ma come? lo Stato si trova con 838,9 mld di euro da investire e basta?
Già, c’è sempre la ripugnanza di andare a verificare i numeri!
Se il lavoro viene svolto per bene è chiaro che, con un’ottima programmazione, lo Stato attua piani di investimento per 838,9 mld di euro perciò dovrà pagare fatture per detto importo, quindi comprensive di iva; calcolando l’iva al 22 per cento incasserà imposte per 151,3 mld di euro, pertanto il gettito da imposte sarebbe più alto di quello precedente di ben 22,18 mld di euro.
Ciò, ovviamente, senza tener conto degli effetti moltiplicativi dell’investimento della differenza (687,6 mld), grazie ai quali ci sarà un incremento dell’occupazione, ulteriore aumento dei consumi, altre entrate fiscali, da impiegare in ulteriori investimenti diretti ad aumentare le entrate dello Stato per ridurre il debito pubblico e fare gradualmente a meno anche delle altre imposte.
Particolare attenzione, perciò, sarà quella di valorizzare e preferire il made in Italy, infatti, i Paesi del Nord Europa non vogliono rinunciare ai facili guadagni connessi alla moneta a debito, mentre i politici continuano a tenere una posizione di subordinazione esterofila, contagiando i loro simpatizzanti.
Con i migliori saluti, Paolo Tanga
P.S. Come le banche riescono a moltiplicare il denaro creandolo dal nulla, allo stesso modo lo Stato può immettere spesa pubblica per investimenti per aumentare le entrate di bilancio. Poi potrà scegliere se ridurre le imposte o avviare una nuova spirale per ridurre la produttività delle sue nuove imprese al fine di privatizzarne gli utili e socializzarne le perdite.
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Tag: debito, iri, tanga, tasse
Categoria: Generale
“I servi del male hanno cominciato a mostrarsi, dai loro frutti li riconoscerete! Questa umanità degli ultimi tempi è arrogante e si sveglierà solo con il passaggio della Giustizia Divina. Le fiamme dal cielo e dalla terra che trema senza riposo stanno per cominciare. La guerra pianificata sta per scoppiare e i virus e le pandemie si moltiplicheranno. Milioni di esseri umani scompariranno sulla scia di questi eventi e i pochi che resteranno saranno purificati, in modo che domani possano essere il Popolo di Dio…”
Se vuoi leggere tutto:
https://reginadelcielo.wordpress.com/2020/05/30/la-guerra-pianificata-sta-per-scoppiare-e-i-virus-e-le-pandemie-si-moltiplicheranno/
no grazie Matteucci, non voglio leggere questo pacchetto di falsità, che continuamente ci riproponi.
Anguera è falsa, vedi qui
https://www.gris.org/2019/09/05/lo-pseudo-veggente-pedro-regis/
e qui
https://www.papaboys.org/le-finte-apparizioni-di-anguera-sono-una-farsa-ormai-smascherata/
come d’altronde, grazie a Dio, è ormai evidente che sono false pure le apparizioni di Itapiranga, vedi da Gloria.TV, qui
https://gloria.tv/post/m3onjkpJfTJ71aeTMhe7QKUje
“…Nel Decreto divulgato dalla stessa Congregazione, in data 7 febbraio 2017, si legge: “Circa il caso del Sig. Edson Glauber De Souza Coutinho, presunto veggente e mistico, della Prelatura Territoriale di Itacoatiara (Brasile). Valutato attentamente il caso, questo Dicastero ritiene che non risultino indizi di autenticità circa le presunte apparizioni e, di conseguenza, dei messaggi asseritamente ricevuti. Pertanto, la Congregazione per la Dottrina della Fede ritiene che Ella debba adottare tutte le misure necessarie affinché:
I presunti messaggi non siano diffusi ulteriormente.
non si faccia cenno nel culto divino celebrato nel santuario dedicato alla “Madonna della Regina del Rosario e della Pace di Itapiranga” e negli altri luoghi della Prelatura, alle presenti apparizioni e messaggi che il Sig. De Souza avrebbe ricevuto.
il Sig. De Souza e l’Associazione della Regina del Rosario e della Pace di Itapiranga (ARRPI) si astengano dall’ulteriore diffusione di detti messaggi.
Ma lo pseudo veggente non ci sta e disobbedisce alle disposizioni
Per circa un anno Edson Glauber ha cercato di obbedire ma poi, con la scusa che i veggenti sono perseguitati dalla Chiesa, ha ricominciato con le sue pseudo apparizioni…”
Ma anche quelle di Medjugorje sono state sconfessate da due Vescovi della Diocesi di Mostar, responsabile per territorio, vedi dall’Isola di Patmos, qui:
http://isoladipatmos.com/medjugorie-e-la-gospa-dei-bugiardi-ragionevoli-dubbi-sulle-apparizioni-e-sui-sedicenti-veggenti/
“Pur sapendo che nulla valgono documenti e prove per chi ha scelto di scivolare nel fideismo e rigettare qualsiasi dato reale; pur sapendo che il fideista ricorre all’arma di difesa dei sofismi e alla falsificazione dei fatti, alla fine di questo articolo riporterò una parte della relazione di S.E. Mons. Ratko Perić, Vescovo della Diocesi di Mostar-Duvno, sotto la cui giurisdizione si trova la Parrocchia San Giacomo di Medjugorje. Sarà il Vescovo stesso a spiegare in che modo i sedicenti veggenti hanno mentito sin dall’inizio della vicenda, manipolato i testi e seguitato a mentire nel corso del tempo…”
e speriamo che, dopo trent’anni, questi grandi lavoratori della nostra Chiesa, arrivino infine a una determinazione ufficiale. Intanto i vescovi diocesani si sono già espressi.
E pure le apparizioni di Garabandal sono false, vedi qui, da Radio Spada
https://www.radiospada.org/2014/05/la-falsa-apparizione-di-garabandal/
“Siamo molto stupiti che qualcuno voglia, con tanto di conferenze e video, riportare in auge una delle più risibili false apparizioni mariane che la storia della Chiesa ricordi, quella delle ragazzine di Garabandal.
Senza entrare in ulteriori analisi, perché non serve, essendo chiari i fatti e le vicende – le foto e i filmati ad esempio, parlano da soli – vogliamo e dobbiamo riportare, in dovere di riparazione della Sublime Dignità della Vergine Maria lesa e offesa da tal inganno, una serie di importantissime verità che confermano la falsità di Garabandal: le ritrattazioni delle “veggenti” stesse su tutta la vicenda.
Vediamole insieme punto per punto:….”
In conclusione, non sarà mai troppo presto, per molti di noi, per dismettere l’ostinato approccio grossolanamente fideistico-apparizionistico, anche perché di apparizioni vere e certificate, Guadalupe, Fatima, Lourdes, Salette, Boccadirio e altre confermate dalla Chiesa, ne abbiamo già a sufficienza: anzi, diciamo che la sufficienza quantitativa delle apparizioni vere e certificate è stabilita, di certo, dalla Provvidenza.
Ormai siamo cresciuti, e se vogliamo davvero convertirci, sappiamo perfettamente come si fa.
Siamo quindi credenti seri e responsabili, non perdiamo il nostro tempo dietro a tante fole, e non lasciamoci infinocchiare dai truffatori.
Affascinante e credibile.
Con un solo neo (a mio avviso): che il principe di questo mondo parrebbe aver deciso che lo Stato è defunto.
Questo sospetto viene osservando le mosse dei nostri “statisti”, al soldo di chi quello Stato se lo vuol pappare e considera i cittadini cavie da esperimento o intoppi al progetto del “nuovo ordine”.
Le varie rivoluzioni hanno sempre teso ad abbattere lo Stato, chiaramente spazzando via anche la fede dei popoli, che ben più delle costituzioni e dei confini fonda l’appartenenza comune di un insieme.
Dunque, per rianimare il morto, la ricetta è buona se questo morto ha un’anima e non solo un’economia.
Ma qui, oltre al tradimento degli statisti, assistiamo a un altro alto tradimento, al Re dei Re.
Vedremo… I rivoluzionari hanno sempre sbagliato i conti, proprio perché hanno per padre l’errore.