CONTRO LA NATURA UMANA. LA VISIONE GIACOBINA IN VIGORE.
24 Maggio 2020
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, l’avvocato Luca De Netto, che già conoscete, ci ha inviato un suo breve saggio estremamente interessante sulle spinte totalitarie di vario genere a cui siamo sottoposti, e a cui l’emergenza sanitaria sta offrendo una sin troppo facile sponda. Buona lettura.
CONTRO LA NATURA UMANA
Illudersi che il problema sia la tutela della privacy è non aver chiaro il pericolo, perché in gioco c’è l’essenza stessa della natura umana. L’ingegneria sociale di matrice giacobina, con i suoi comitati di salute pubblica, tende a smembrare la comunità e ad isolare le persone, lasciandole in balia del terrore irrazionale amplificato da una campagna mediatica martellante. Mentre mantenere una propria personalità, la propria integrale natura umana, sarà ritenuta una colpa sociale, il rischio è l’emergere di nuove categorie da marchiare pubblicamente e la deriva eugenetica che divida le persona in base alle caratteristiche biologiche, in un rinnovato delirio darwiniano e neomalthusiano.
Sicché “Immuni” sia sinonimo di più adatti alla sopravvivenza nel mondo nuovo del totalitarismo sanitario.
* * *
Privacy. La parola ormai è pesantemente inflazionata. Famoso è il GDPR che dovrebbe tutelarla. Tornata di moda dopo l’ipotesi di tracciamento che il Governo vorrebbe porre in essere tramite l’applicazione “Immuni”.
Il problema, però, non è affatto la tutela della riservatezza in sé.
Così come, a maggior ragione, non è la libertà quella maggiormente castrata dalla retorica del “restate a casa”.
Difendere la privacy o invocare la tutela della libertà è infatti semplicistico. O, se proprio dobbiamo dirla tutta, è limitare il proprio orizzonte ad una impostazione tipicamente liberale.
Che certamente si contrappone alla visione giacobina di chi ha compiuto determinate scelte.
Ma non è sufficiente ad interpretare, comprendere ed evitare i danni delle predette scelte.
E’ infatti il realismo l’astro di riferimento, l’impostazione aristotelico-tomista che, fondandosi sulla Realtà, ci fa comprendere che il pericolo maggiore consiste nell’attacco alla natura umana, sulla cui unicità si è soffermato anche Roger Scruton in uno dei suoi ultimi scritti.
E la natura umana si caratterizza essenzialmente per due peculiarità: l’uomo come animale sociale per natura (Anthropos physei politikon zoon) e l’uomo come essere religioso (homo religiosus).
Se vogliamo, riconducibili ad un concetto: l’uomo come creatura razionale che vive di relazioni, verso l’Alto, e con gli altri.
Impedire, danneggiare, distruggere queste relazioni, significa colpire al cuore l’essenza dell’essenza dell’essere umano.
Ed è interessante notare anche la gerarchia di queste due relazioni, in senso verticale, ed in senso orizzontale, ben rappresentate dal simbolo della croce, dove divino ed umano si incontrano proprio sulla Croce.
Dagli studi di Julien Ries, Mircea Eliade e tanti altri, è stato dimostrato che la dimensione religiosa, l’asse verticale, non può essere in alcun modo divelto o distrutto. L’uomo mantiene sempre un’essenza religiosa. Anche la persona più atea, alla fine crede religiosamente in qualcosa. Con tutta probabilità crede in sé stesso, nelle proprie granitiche convinzioni, nei propri dogmi. Comunque resta essere religioso. E non si sfugge. Dunque l’asse verticale, può essere al massimo proiettato verso il basso, rovesciato verso gli istinti primordiali, verso il regno animale. Come diceva il Santo Curato d’Ars: togliete i parroci, chiudete le chiese, e presto le persone adoreranno gli animali. O si inchineranno davanti alla nuova religione dell’umanità vagheggiata da Comte: la Scienza. Ossia lo scientismo dogmatico che non ammette ricerca, confronto, interrogativi.
Il che, dovrebbe farci chiedere se la Chiesa è sempre riuscita a rispondere all’innata sete di Sacro che l’Uomo possiede o, al contrario, in certe situazioni, si è troppo mondanizzata.
Soprattutto davanti all’evidenza della morte, soltanto il Sacro può fornire l’argine alla paura. Tanto è vero che Ernst Junger, cantore di una Libertà quasi aristocratica, arriva a sostenere che davanti allo strapotere del Leviatano, “Mai come oggi gli uomini che non temono la morte sono infinitamente superiori al più forte potere temporale. Per questo la paura deve essere propagata ininterrottamente. I tiranni vivono costantemente nella tremenda convinzione che a poter uscire dallo stato di paura siano in molti, non solo alcuni singoli individui; il che significherebbe con certezza la loro caduta. Questo è anche il vero motivo del rancore contro ogni dottrina del trascendente. Lì infatti si cela il massimo pericolo che l’uomo non abbia più paura.”
Nel piano orizzontale, invece, ossia nelle relazioni con gli altri, l’asse di questa croce se non può essere del tutto divelto, può essere rovinato e spezzato.
In modo da trasformare l’uomo in una monade infelice, isolato dagli altri, e chiuso nella sua gabbia di odio, rancore, consumo, istinti.
Pesino Marcuse parlava di uomo ad una dimensione, errando però sia nelle diagnosi che nelle soluzioni.
Nel quadro di questo processo, realizzato da diversi fenomeni storico-politici, vengono cancellate le personalità, i caratteri delle persone vengono indeboliti, le coscienze decostruite, le intelligenze deformate. La società è quindi paralizzata da un sentimento che è un misto di ignoranza e paura. Le persone sviluppano solo passioni negative: vendetta, invidia, odio, risentimento… Così Agustin Cochin, descriveva, per primo, la meccanica del processo rivoluzionario che aveva portato alla Rivoluzione Francese e al clima del Terrore.
Sono passati secoli da allora, ma le tecniche di fondo di questi esperimenti di ingegneria sociali sono sempre le stesse. Orwell, nel celeberrimo romanzo distopico 1984, davanti all’esperienza storica dei totalitarismi, descriveva come sarebbe potuta essere la società del futuro se le tecniche di condizionamento sociale, ben note alla psicologia, fossero state applicate dai governi con l’aiuto ed il supporto dei mezzi di comunicazione di massa sempre più penetranti.
In 1984 il pieno controllo sui cittadini avviene non solo grazie all’utilizzo della repressione poliziesca, ma soprattutto grazie a una politica basata sull’odio e sulla solitudine.
Si cerca di distruggere ogni tipo di relazione umana in modo da poter esercitare un controllo totale ed evitare che la gente cooperi, inducendo una diffidenza capillare nei confronti di chiunque. Tutti sono sospetti. Tutti sono nemici. L’essere umano è completamente solo, fragile, debole, senza potersi fidare di nessuno, in balia della propaganda mediatica di chi detiene il potere.
Del resto, l’utilizzo martellante dei mezzi di comunicazione per fini politici e sociali, è ben conosciuto anche nell’ambito del credo delle organizzazioni internazionali.
“Questa deve essere una filosofia di massa, un credo di massa, e non potrà mai essere raggiunto senza l’utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa”, si legge tra gli scritti lasciati da Julian Huxley, primo direttore dell’UNESCO nonché tra i fondatori del WWF. (J.S.Huxley, Unesco its purpose and its philosophy, 1946). Ma che idee avessero Huxley e i suoi amici, che si erano abbeverati alle fonti di Malthus, Comte e Darwin, dovrebbe quantomeno far drizzare le orecchie: “Gli strati più bassi, ragionevolmente meno dotati geneticamente (…) non devono avere un accesso troppo facile al soccorso o ai trattamenti ospedalieri; (…) una lunga disoccupazione potrebbe essere il terreno per una sterilizzazione, o almeno un sollievo” (J.S.Huxley, Egunics and society, pag. 24).
Del resto, Huxley ed altri hanno chiarito più volte che la loro idea di progresso passasse attraverso la selezione evoluzionista. Cioè dei più adatti alla sopravvivenza. Degli “immuni”.
Suo fratello, il famoso scrittore Aldous Huxley, in una conferenza all’UCSF School of Medicine di San Francisco, del resto affermava: “Ci sarà, in una delle prossime generazioni, un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici, in quanto verranno sviati dalla volontà di ribellarsi per mezzo della propaganda o del lavaggio del cervello, o del lavaggio del cervello potenziato con metodi farmacologici. E questa sembra essere la rivoluzione finale.”
I due fratelli Huxley, erano nipoti dell’ancor più celebre Thomas Henry Huxley, biologo, noto come “il mastino di Darwin”, per le sue tesi a difesa del darwinismo e della selezione dei più forti sul piano biologico.
Tempi passati. Distopie, direbbe qualcuno. Visioni distorte, direbbero altri. Discorsi utili soltanto ai c.d. complottisti. Come se i documenti non ci fossero. Come se il male non esistesse, nonostante la storia, anche recente, ci abbia insegnato altro. O come se certi mali non si potessero ripetere, ampliati, edulcorati, presentati come azioni a fin di bene.
Perché oggi non siamo già troppo oltre? Non siamo forse alla minaccia concreta della ghettizzazione di nuove categorie sociali indicate come “deboli”: anziani, malati cronici, chiunque rifiuti di scaricare un’app o, liberamente, di sottoporsi a determinati trattamenti sanitari?
La psicosi del virus, quando tutto sarà riaperto, farà tenere le persone a distanza. Ognuno vedrà l’altro come potenziale minaccia alla propria salute. La fiducia è già ridotta a zero. Perché il terrore ha preso il sopravvento, anche grazie ad una narrazione mediatica martellante. Fino al punto che la gente preferisce nascondere un infarto, piuttosto che chiedere aiuto ai sanitari. Per paura di infettarsi e morire di COVID-19. Purtroppo, però, a volte muore di infarto. O di altre mille malattie e problemi che sono passati tutti in secondo piano. O addirittura scomparsi.
E chi non indosserà la mascherina, sarà visto come nemico pubblico, come queste settimane ci hanno insegnato?
Saranno affissi cartelli all’ingresso dei supermercati e dei ristoranti – sempre che qualcuno ci torni – con le scritte “vietato l’ingresso ai deboli”? Vietato l’ingresso a chi non ha determinati profili immunologici? Una volta nella Germania nazista si vietava gi ingresso agli Ebrei. Oggi saranno stigmatizzati altri, coloro che non superano certi profili sierologici? Teniamo alla larga dalla vita pubblica, in un rinnovato darwinismo, i meno adatti a sopravvivere, chi non risulta “immune”, ma magari accogliamo a cena i cani. Perché il virus non si trasmette ai nostri animali da compagnia. E perché “gli animali sono migliori delle persone”, come sostiene la propaganda anti-umana della gnosi animalista.
Ma nel delirio giacobino che si prospetta, neanche la malattia sarà più una colpa sociale. Siamo già oltre. Sarà la potenziale malattia a rappresentare una colpa. Sarà l’essere potenzialmente deboli una colpa sociale. Non avere l’app. Non essere “immuni”. O non aver fatto determinati trattamenti sanitari, in alcuni casi per scelta, in altri perché costo inutile per lo Stato. Sarà mantenere la propria personalità la grande colpa che questi esperimenti di ingegneria sociale, ben noti, vogliono innescare.
In fin dei conti, la grande colpa sociale, sarà il restare autenticamente umani. Ossia razionali e relazionali.
Ecco che davanti all’attacco alla natura umana, anche la diatriba su privacy e libertà perde di senso. Perché chi non è più de facto uomo, non ha diritto né alla privacy, né alla libertà.
E soltanto difendendo la natura umana, la croce integra, verso l’Alto e verso gli altri, hic et nunc, qui ed ora, abbiamo qualche speranza.
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Tag: de netto, immuni, libertà, privacy
Categoria: Generale
Egregio Avvocato De Netto,
benché il Magistero ci dica che il Santo Battesimo ci reca i doni della Regalità,della Sacerdotalità e della Profezia, io sarei molto più prudente di Lei nel proporre profezie.
Proprio l’esperienza del corona virus ci rende consapevoli del fatto che le variabili che governano la storia sono così tante e imprevedibili che anche il solo tentare di fare previsioni è impresa molto ardua se non impossibile. Quanti progetti, programmi, previsioni in tutti i campi sono stati letteralmente sconvolti da un cosino dalle dimensioni di 0,0… millesimi di millimetro, invisibile non solo all’occhio umano libero, ma nemmeno all’occhio munito di microscopio ottico. Per vederlo è necessario il microscopio elettronico con milioni di ingrandimenti. Eppure ha sconvolto la vita a miliardi di persone.
Ieri sera, mentre cenavo, una fastidiosa farfallina si mise a svolazzare davanti a me. Ho tentato di afferrarla al volo, ma non ci sono riuscito. Però il colpo della mia mano la fece cadere nel mio bicchiere sul cui fondo c’era un mezzo dito di vino. Rimase un attimo immobile, poi cominciò a nuotare sulla superficie del vino, raggiunse la parete del bicchiere e tentò di risalirlo. A questo punto ho preso il bicchiere, sono andato al lavandino, l’ho riempito di acqua e ho rovesciato il tutto nello scarico. Non so se la farfallina sia ancora viva o sia morta, però di una cosa sono certo: la povera farfallina non ha capito niente di quanto le stava succedendo, né saprà mai chi è stato a cambiarle la vita.
Crudele 🙁
Sì veramente
@🤦
E se invece che un sadico fossi semplicemente uno che osserva e riflette, ti spiacerebbe così tanto?
Ma è forse diversa la sorte dell’uomo?
Deutero ,Stilumcuriale emerito ,
ebbene : il materialista Leopardi era più sensibile nei confronto delle formiche di quanto lo sia stato tu nei confronti della farfallina ,
… e più speranzoso sulla sorte delle formiche umane . Psiche è la farfalla . Nelle sculture antiche la farfalla sta accanto alla fanciulla come simbolo della sua anima .Oltre al pagano , splendido mito di Amore e Psiche , narrato da Apuleio ,abbiamo i seguenti versi cristiani :
” Non v’accorgete voi che noi siam vermi/nati a formar l’angelica farfalla/ che vola alla giustizia sanza schermi?” ( Div.Comm.Purgatorio ,c.X ,vv.124-126) .
Insomma dobbiamo esser terribili con una indifesa farfallina come un Dio biblico -senza esser Dio- ? …Troppo Qoelet…
Tu avresti bevuto vino e farfalla?
Il fatto che ho raccontato è in sé assolutamente insignificante; desideravo che fosse inteso come una specie di parabola non sulla crudeltà del Signore ma sul potere del caso nella nostra esistenza.
Boh…a me sembra solo un sadico. Chissà se stacca la coda alle lucertole….
Scandalosa intervista del cardinale massone Gianfranco Ravasi, dalla quale emergono molte striscianti eresie e pesanti distorsioni dogmatiche, quelle stesse che ormai da anni, avviliscono e sminuiscono l’essenza stessa della fede, consegnando la chiesa a una mutazione irreversibile.
Confinano la stessa Parola di Cristo la Sua Divina Misericordia a una caricatura grottesca di quello che loro definiscono il “bene comune” ma che altro non è che un’ideologia bacata dal tarlo velenoso di un modernismo compiacente e mondano.
Una visione orizzontale, ideologica e politicizzata della dottrina, che in puro stile luterano marginalizza e ignora, anzi detesta la Santa Vergine Maria, diffidando e diffamando chiunque osi “ostentare” il Suo Santo Rosario o magari affidarsi al Suo Cuore Immacolato.
Questa è gente più interessata a compiacere le smanie mondane degli uomini che non al rispetto della Liturgia, all’Adorazione del Sacro e al Santo Timore di Dio.
…
Per dirla con la sora Lella: “…ANNAMO BBENE!”
Insomma, 7 minuti di intervista in cui questo frufru vanaglorioso non ha detto praticamente nulla di cattolico.
E poi ti meravigli se uno si butta con Don Minutella…
E poi si meravigliano che le Sante Messe dei Tradizionalisti siano affollate….
Ecco la risposta di un cripto cattolico tedesco in partibus infidelium alla domanda dell’apostata vaticano. L’ha composta in occasione della morte di una piccola bambina. Si chiama Gottes Zeit ist die allerbeste Zeit:
https://youtu.be/TjicmINYRo8
@ Marco Matteucci. È la Religione Umanitaria che ci era stata preannunciata da decenni ed è la strana Chiesa di cui parlava la Beata Caterina Emmerick nelle sue visioni. Piuttosto preghiamo il Santo Rosario per la conversione dell’Italia e la salvezza delle anime degli italiani e per la conversione e salvezza del mondo intero E PER AFFRETTARE I TEMPI DEL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA. Più Rosari e meno lamentazioni. Un caro saluto.
L’ umanità ha il governo che merita. È spiritualmente morta. Jam fetet.
Speriamo che il Signore venga presto. Il fetore è già insopportabile.
«Desidero dedicare l’evento al tema della narrazione, perché credo che per non smarrirci abbiamo bisogno di respirare la verità delle storie buone: storie che edifichino, non che distruggano; storie che aiutino a ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme. Nella confusione delle voci e dei messaggi che ci circondano, abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza; che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri».
A quale evento si riferisce il papa per la cui celebrazione ha scelto di puntare sul tema della “narrazione”? Già: “una narrazione umana”. La narrazione delle “storie buone”… nella sua ottica; purché si raccontino “eventi con tenerezza”… storie della sua personalissima “tenerezza”???
Il paragrafo riportato è tratto dal messaggio per la 54.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebra oggi.
Nulla da eccepire se veramente, sempre, particolarmente dalle parti della stampa di area cattolica si potesse respirare “la verità” delle storie “buone” e meno “buone” (per il senso che Bergoglio intenda con tale aggettivo!), la verità pura, senza condizionamenti di qualsiasi natura e per qualsiasi scopo. È questo il servizio alla verità che sono chiamati a prestare i giornalisti.
Lo scenario sotto i nostri occhi squaderna una realtà inconfutabile che già sopravanza – sotto molti aspetti – quella che nel saggio su cui siamo invitati a riflettere viene delineata come pericolo incombente, come minaccia alla “natura umana” , già fin troppo umiliata e ferita.
Conratulazioni! L’opium del popolo è il virus de liberalismo tollerante e sincretista della frammassoneria che toglie i denti al Leone di Giuda e che ci addormentisce davvanti alle lusinghe del demonio che LUI NON ha dimenticato l’arma del Peccato Originale e che fa di tutto per far taccere la Virgine Immaculata di Fatima che LEI stenta a ricordarci il programma di Cristo (Mat. 10, 34-39) e le conseguenze concrete per “La Condition Humaine” (Actos 14, 32) alla sequela di Cristo stesso (Lc. 24, 26)!
secondo la profezia
I GIACOBINI DOMINANO PERCHÉ NON C’È PIÙ LA CHIESA MILITANTE
Durante gli ultimi cinque o sei decenni la Chiesa Cattolica ha preso lentamente ma inesorabilmente a trasformarsi in una organizzazione pacifista. Ora, il pacifismo, come tutti gli ismi, è una parodia deturpante, un controcanto stonato dell’originale che è la pace, parola bella e terribile che però la storia dimostra indicare niente più che un’astrazione, almeno finché si insisterà a perseguirla con i fallaci riferimenti ai valori umani e mondani. Più precisamente:
«Un ismo è un sistema di pensiero che spesso pretende di dare una spiegazione totale e definitiva, e la sua efficacia redentrice racchiude in sé i germi del disprezzo della realtà. Il filosofo francese Gustave Thibon […], ha scritto: “In due parole: diffido degli “ismi” tanto quanto sono attaccato alle realtà sulle quali vengono a innestarsi, come il verme che s’intrufola in un frutto. Gli “ismi” — e Dio sa se pullulano oggi in tutti i campi — sono parassiti ideologici che svuotano le cose della loro sostanza proiettandole fuori dai loro confini”. L’ismo è un suffisso che spesso tradisce la realtà per l’idolatria». (corriere.it/linguaggio dell’idolatria).
Ecco pertanto che la Chiesa Cattolica (anzi ex Cattolica?), nel suo impegnarsi a “dialogare” con il mondo, anzi con “questo mondo”, ha finito per restarne invischiata, dimenticando il suo motivo d’essere: la redenzione del mondo per opera del suo Divin Fondatore, e non del pacifismo che si presenta, per quanto riguarda la Chiesa, come un precursore delle cosiddetta “nuova evangelizzazione”, ove quel “nuova” è tutto un programma.
In verità, osserviamo di passaggio, ci sono molte ragioni per credere che lo scadimento della Chiesa a organizzazione pacifista risponda ad un programma steso e sviluppato in piena coscienza da una loggia intrufolatasi nella Chiesa stessa ed alla quale si attaglia alla perfezione quanto dice Thibon: “il verme che s’intrufola nel frutto”.
Il pacifismo avoca a sé, e quindi usurpa, il potere e il compito di “pacificare” la terra; esso disprezza e oblia l’unica possibilità della vera pace rappresentata dagli insegnamenti del Verbo Incarnato, Figlio di Dio e Dio Egli stesso. Insegnamenti tramandati attraverso i secoli che, neanche a dirlo, non han potuto fluire pacificamente ma a prezzo di sofferenze e di sangue. Ora, la sofferenza e il sangue sono gli elementi costitutivi non certo del pacifismo bensì della MILIZIA.
“I cristiani hanno sempre saputo che tale è la caratteristica fondamentale della vita umana: un pellegrinaggio, e, nello stesso tempo, una milizia. L’uomo, dunque, è un viator, un pellegrino, un viandante, che non ha quaggiù la meta finale del suo viaggio, ma nella dimensione dell’eterno; ed è, nello stesso tempo, un miles, uno che deve saper combattere, perché il bene non è scontato, né facile, anzi il male appare assai più facile e, per certi aspetti, appetibile, e quindi egli deve sempre tenersi pronto a combattere. Non esiste la possibilità di rimanere neutrali nella grande battaglia; nessuno può permettersi il lusso di stare a guardare: ciascuno deve fare una scelta, combattere o non combattere, e da che parte schierarsi. Non scegliere equivale a scegliere male, a lasciarsi trasportare dalle cose; e chi si lascia trasportare ha già fatto la sua scelta, ossia la scelta peggiore.
Aveva ragione, dunque, la saggezza dell’Antico Testamento, oltre che quella del Nuovo: nel libro di Giobbe (7, 1), infatti, il libro più teologicamente elaborato della Bibbia prima dei Vangeli, si dice: Militia est vita hominis super terram; concetto che i biblisti progressisti, dopo il Concilio, hanno variamente annacquato, traducendolo con espressioni come: Non ha forse un duro lavoro l’uomo sulla terra? (C.E.I., 1974), o L’uomo non compie forse un duro servizio sulla terra? (C.E.I., 2008), o addirittura: I giorni dell’uomo sulla terra sono un tormento (nella cosiddetta traduzione interconfessionale in lingua corrente), ove l’idea generica del tormento, che suggerisce un’attitudine passiva, oscura completamente l’idea della milizia, cioè della lotta attiva e pienamente consapevole da parte dell’uomo”. (https://www.ricognizioni.it/militia-est-vita-hominis-super-terram-di-francesco-lamendola/).
.
MILIZIA è quindi una parola fondamentale bandita dall’insegnamento della Chiesa Cattolica per opera della loggia pacifista, ciò che ha permesso di trasformarla in un organizzazione mondialista e con fortissime tinte protestantiche (incluso in novus ordo).
Nel Catechismo Maggiore (1905) – parte prima – Del nono articolo del Simbolo, è scritto:
“147. Dove si trovano i membri della Chiesa?
I membri della Chiesa si trovano parte in cielo, e formano la Chiesa trionfante; parte nel purgatorio, e formano la Chiesa purgante; parte sulla terra e formano la Chiesa militante.
148. Queste diverse parti della Chiesa costituiscono una sola Chiesa?
Si, queste diverse parti della Chiesa costituiscono una sola Chiesa ed un solo corpo, perché hanno il medesimo capo che è Gesù Cristo, il medesimo spirito che le anima e le unisce, e il medesimo fine che è la felicità eterna, la quale si gode già dagli uni e si aspetta dagli altri.
149. A qual parte della Chiesa si riferisce principalmente questo nono articolo?
Questo nono articolo del Credo si riferisce principalmente alla Chiesa militante, che è la Chiesa nella quale noi siamo attualmente”.
Dopo aver notato la cristallina chiarezza del Catechismo Maggiore, in passato sicura guida del fedele, proseguiamo.
“Quando non c’è battaglia, non c’è cristianesimo. Quando non c’è combattimento non esiste una
vera Chiesa di Dio, nessuna vera Chiesa cattolica. Il Concilio Vaticano II ci insegna: “Tutta la storia dell’Uomo è stata la storia del duro combattimento contro i poteri del male, che si estende, come dice nostro Signore, dall’alba della storia fino all’ultimo giorno. Trovandosi in mezzo al campo di battaglia, l’uomo deve lottare per fare ciò che è giusto, ed è molto costoso, ed è quando è aiutato dalla grazia di Dio che riesce a raggiungere la propria integrità interiore” (Gaudium et spes, 37). Questa drammatica situazione di “tutto il mondo che è nel potere del malvagio” (1 Gv 5,19, cfr. 1 Pietro 5: 8) rende la vita dell’uomo una battaglia (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 409 )”.
Quando non c’è battaglia, non c’è cristianesimo. Quando non c’è combattimento non esiste una vera Chiesa di Dio, nessuna vera Chiesa cattolica. Il Concilio Vaticano II ci insegna: “Tutta la storia dell’Uomo è stata la storia del duro combattimento contro i poteri del male, che si estende, come dice nostro Signore, dall’alba della storia fino all’ultimo giorno. Trovandosi in mezzo al campo di battaglia, l’uomo deve lottare per fare ciò che è giusto, ed è molto costoso, ed è quando è aiutato dalla grazia di Dio che riesce a raggiungere la propria integrità interiore” (Gaudium et spes, 37). Questa drammatica situazione di “tutto il mondo che è nel potere del malvagio” (1 Gv 5,19cfr. 1Pietro 5: 8) rende la vita dell’uomo una battaglia (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 409 )”. (Mons. Athanasius Schneider, in https://www.atfp.it/biblioteca/conferenze-varie/1464-la-chiesa-militante-una-verita-dimenticata).
Eppure la Chiesa militante, coperta di oblio dalla loggia pacifista, sostituita da una “chiesa in cammino” (non si sa bene verso dove) e diventata estranea anche ai fedeli che secondo il Catechismo dovrebbero incarnarla, è esortata proprio da Nostro Signore quale conditio sine qua non:
“Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra; non sono venuto a portare la pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera, e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me, non è degno di me”. (Mt 10, 34-37).
Come si vede, la Chiesa quale frutto del Divin Sacrificio è cosa diametralmente diversa dall’organizzazione creata dalla loggia pacifista, ovvero, per riprendere ancora le parole di Thibon, dal “verme che vi si è intrufolato”. E che mai come oggi esercita il suo potere assoluto e abbacinante, grazie al quale il Sacro è stato sostituito dal Sentimentalismo Esperienziale, cioè da quanto di più soggettivo e ingannevole può sviare l’essere umano.
Curiosità tragica. Oggi molti si riempiono la bocca di “chiesa profetica”, ebbene questa “chiesa” è costruita esattamente secondo sulla profezia immaginosa del … canzonettista scarafaggio (beatle) John Lennon. Si legga attentamente, verso per verso, il testo della canzone “Imagine”, velenoso successo mondialista, che da decenni viene inoculato a ogni piè’ sospinto nelle menti dei “fratelli universali”. E che forse, chissà, accompagna in sottofondo il “fratello universale” (giacobino cosciente o incosciente) che entra nella “sala della meditazione” dell’ONU.
Enrico ,
subito dopo viene la parola buonismo ,in cui confluisce
l’ecologismo al quale Bergoglio dedica tutto il 2021,( si tratta del solito girotondo : una scusa per pubblicizzare i migranti e l’omologazione dei redditi ai livelli più bassi possibile (- non i loro -, ovviamente ).
Chiesa militante…S.Bernardo di Chiaravalle…”militia ,non malitia”…ma oggi viviamo un cattolicesimo distopico al vertice del quale governa un Presidente dello Stato Vaticano , non un Papa .
Perfettamente d’accordo . Due osservazioni : dall’isolamento e dalla ghettizzazione coatti in questo paese vengono- pare- escluse le ” risorse” , specie se musulmane .
Primo Levi , ateo , aveva constatato che nei campi di concentramento gli uomini ” religiosi” sopravvivevano in percentuale straordinaria rispetto agli agnostici .
Perché l’essere religiosi da un motivo in più per vivere, un motivo in più per non lasciarsi morire.
Negli ospedali nei reparti oncologici per bambini è stata introdotta da diversi anni la “Pet Therapy”, perché è stato statisticamente provato che lo stato d’animo e l’umore incidono in maniera notevole sulle guarigioni o sulla morte.
Allora danno un cucciolo di cane a un bambino malato di cancro e straordinariamente la nuova condizione psicologica di questo bambino fa in modo che il bambino abbia il 40% in più di possibilità di guarigione.
Il cervello umano e i suoi meccanismo sono ancora un campo vasto e inesplorato.
Basta guardare chi si ammala di depressione, che a 40 anni di età sembra vecchio cone mio nonno, e invece chi vive una vita serena e rilassata sembra che ha 10 anni in meno.
Primo Levi avrebbe dovuto menzionare anche queste cose nelle sue osservazioni, non avendole fatte ha avuto una grande mancanza nei confronti della verità.
Le persone religiose avevano psicologicamente più motivi per resistere e non lasciarsi morire.
Una precisazione su Primo Levi, in realtà Levi non era proprio ateo, perché un ateo non cerca Dio, invece Primo Levi ha cercato molte volte Dio, ha cercato risposte alle sue domande cercando Dio.
Un vero ateo che si rispetti non cerca mai Dio, nemmeno per 1 minuto. Levi Dio invece lo ha cercato, ed era anche molto interessato al Dio del suo popolo ( Ebraico )
Solo che nel “silenzio di Dio” in mezzo a un mondo colmo di malvagità e ingiustizie ha preferito “autodichiararsi” non credente in quanto non ha saputo comprendere il silenzio di Dio.
Ma lui Dio lo ha cercato molte volte, oh eccome se lo ha cercato.
Anche il ragionamento che ha fatta fra sopravvivenza e religiosità fa comprebdere che lui a Dio ci pensava eccome.
Alessandro DS .
prima cosa : Levi non era pediatra .Seconda cosa : era
ateo ” ufficialmente” e dichiaratamente .Cosa e come fosse nel suo cuore lo sapeva solo lui .
Terza cosa : nella mia sintetica osservazione non intendevo riferirmi agli effetti esclusivamente medico-terapeutici della preghiera ,-paragonabile alla presenza dei pet- ,che valgono tanto per un rosario , come per la recita dei sutra , o delle sure del Corano .Tutto ciò è provato ma è anche banale . Mi riferivo a quella forza interiore in più che la Fede regala e che non coincide obbligatoriamente con la speranza di sopravvivenza
fisica , anche se , naturalmente , non la rifiuta .