LA REGIONE MARCHE “LIBERA” LA MESSA. I VESCOVI RIFIUTANO…
2 Maggio 2020
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ci ha scritto il direttore di Tele Maria, il prof. Giorgio Nicolini, che voi già certamente conoscete per la sua opera veramenete instancabile per la difesa della Santa Casa di Loreto, un’opera di grande valore religioso e scientifico.
Accade questo: che il Presidente della Regione Marche Ceriscioli (del PD!…) si è dimostrato disponibile a far ripristinare nelle Marche le Messe con il popolo sin dalla prossima settimana, in dissintonia con il Governo Centrale. Il Vescovo di Pesaro, Mons. Coccia, Presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana, ha rifiutato l’offerta, motivandola con la preferenza di aspettare le indicazioni della C.E.I.
Questa rinuncia del vescovo Coccia ovviamente ha suscitato reazioni negative, visto che la sensibilità dei fedeli delle Marche, come ovunque altrove, su questo unto è estremamente alta. Ci scrive il prof. Giorgio Nicoli: “Qui l’indignazione è davvero grande. Ho inviato perciò a tutti i Vescovi delle Marche i rimproveri in allegato, richiamando ognuno alla propria singola responsabilità, potendo ogni Vescovo Diocesano essere totalmente autonomo nella propria Diocesi, anche dalle Conferenze Episcopali Regionali o Nazionali, come spiego nei testi”.
Troverete i testi inviati dal prof. Nicolini. Buona lettura.
AI VESCOVI DELLE MARCHE
Perché Mons. COCCIA ha rifiutato l’offerta e l’opportunità offerta
dal Presidente della Regione CERISCIOLI?
Si è persa anche l’opportunità di una testimonianza e di un incoraggiamento per le altre Conferenze Episcopali Regionali nonché per la stessa C.E.I.
E perché i singoli Vescovi di ogni singola Diocesi non accolgono immediatamente l’offerta, senza attendere l’approvazione di COCCIA o della C.E.I., secondo come dispone il Diritto Canonico, che dichiara per ogni singolo Vescovo Diocesano la POTESTA’ ORDINARIA, PROPRIA ED IMMEDIATA sulla propria Diocesi?…
CON ULTERIORI RITARDI ED OMISSIONI
DI OGNI SINGOLO VESCOVO NELLA PROPRIA DIOCESI
DI FRONTE AL BENE ED ALLA SALVEZZA DELLE ANIME
NON CI SONO SCUSE DAVANTI A DIO!
Dal punto di vista canonico i singoli Vescovi di ogni singola Diocesi hanno una giurisdizione ed un’autonomia che prescinde anche dalle Conferenze Episcopali.
In particolare:
► “Spetta al Vescovo diocesano governare la Chiesa particolare a lui affidata con potestà legislativa, esecutiva e giudiziaria, a norma del diritto” (Can. 391).
► “Compete al Vescovo diocesano nella diocesi affidatagli tutta la potestà ordinaria, propria e immediata che è richiesta per l’esercizio del suo ufficio pastorale, fatta eccezione per quelle cause che dal diritto o da un decreto del Sommo Pontefice sono riservate alla suprema oppure ad altra autorità ecclesiastica” (Can. 381).
► “La Conferenza Episcopale può emanare decreti generali solamente nelle materie in cui lo abbia disposto il diritto universale, oppure lo stabilisce un mandato speciale della Sede Apostolica” (Can.455, §.1).
■ “Nei casi in cui né il diritto universale né uno speciale mandato della Sede Apostolica abbiano concesso alla Conferenza Episcopale la potestà di cui al §.1, la decisione compete ai singoli Vescovi diocesani per la propria diocesi e la Conferenza Episcopale o il suo presidente non possono agire validamente in nome di tutti i Vescovi, a meno che tutti e singoli i Vescovi non abbiano dato il loro consenso” (can.455).
***
“SERVIRE DA ALTOPARLANTE AL NEMICO E’ SUPREMA IDIOZIA;
E SE IL NEMICO E’ NEMICO DI DIO, E’ PECCATO GRANDE”
(San Josè Maria Escrivà de Balaguer)
UNA CHIESA IRRICONOSCIBILE: quale sarà il giudizio davanti a Dio?…
LA CHIESA NON DEVE PATTEGGIARE E NON DEVE CHIEDERE NESSUN PERMESSO, MA APPLICARE CIO’ CHE E’ GIA’ STABILITO NELLA COSTITUZIONE ITALIANA E NEI PATTI CONCORDATARI!…
E’ una umiliazione intollerabile anche per tutti i laici cattolici che si adoperano per far rispettare la Costituzione e i Patti Lateranensi e vedono vanificati i loro diritti e i loro sforzi con questo SERVILISMO CLERICALE CON UNO STATO ATEO!…
► L’art. 7 della Costituzione italiana dichiara, infatti, che “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi”.
E il nuovo Concordato firmato nel 1984 disponeva che:
■ Art.1: “La Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosi al pieno rispetto di tale principio nei loro rapporti ed alla reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del Paese”.
■ Art.2: “La Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica”.
■ Art.5: “Gli edifici aperti al culto non possono essere requisiti, occupati, espropriati o demoliti se non per gravi ragioni e previo accordo con la competente autorità ecclesiastica; salvo i casi di urgente necessità, la forza pubblica non potrà entrare, per l’esercizio delle sue funzioni, negli edifici aperti al culto, senza averne dato previo avviso all’autorità ecclesiastica”.
Tali norme sanciscono che lo Stato e la Chiesa cattolica sono enti indipendenti e sovrani e ciò si traduce nel divieto per l’uno di interferire nell’ordinamento dell’altra e viceversa; non solo: tra le altre cose viene assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione e di pubblico esercizio del culto. Ne deriva che all’interno degli edifici di culto la Chiesa ha il potere di decidere ciò che ritiene giusto.
Inoltre, l’art.19 della Costituzione italiana proclama che “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume”.
Pertanto, diversamente da quanto prevede l’art. 16 della Costituzione relativamente alla libertà di movimento (“Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza”), l’art. 19 della Costituzione (di rango costituzionale, il che comporta che non può essere modificato, abrogato o derogato da leggi ordinarie) dispone che il diritto di esercitare in privato o in pubblico il culto può essere limitato soltanto qualora si tratti di riti contrari al buon costume.
In proposito, la stessa Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.), dopo l’ultimo DPCM del 26 aprile 2020 aveva emanato un comunicato, in cui aveva apertamente espresso il proprio disaccordo denunciando che “i Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto” e che “Alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico si richiama il dovere di distinguere tra la loro responsabilità – dare indicazioni precise di carattere sanitario – e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia”…
Perché ora si torna a mendicare un diritto ed una modalità che sono già posseduti per legge costituzionale?… E’ una umiliazione continua a Cristo ed alla sua Chiesa!… VERGOGNA!…
***
Lettera a Bassetti:
«Rispettateci e fatevi rispettare»
Una madre di Terni scrive al presidente della CEI una missiva dura,
in cui chiede ai Vescovi di fare fronte ad un governo «laicista e anticristiano»
29 Aprile 2020 ore 11:24
Sono una mamma di sette figli, nonna di cinque nipoti, figlia di una donna disabile gravissima alimentata artificialmente con peg (è affetta anche da Alzheimer, parkinson, epilessia con catetere a dimora e respirazione assistita 24 ore su 24) ed infine zia di un bambino di 13 anni affetto da trisonomia 21 grave a cui si è aggiunta una neoplasia maligna al cervello rarissima e inoperabile.
Le chiedo: o Dio c’è e dà un senso a tutto ciò, oppure Dio non c’è e tutto diventa un fardello insopportabile, una condanna. Io credo che Dio c’è, Lui è il mio Signore e tutto diventa dono, benedizione e grazia.
Io e mio marito stiamo cercando di trasmettere la fede ai nostri figli rinchiusi a casa, con il lavoro perso, lo studio bloccato e i soldi finiti. Come noi ci sono tantissime famiglie, ormai senza lavoro, con figli, con anziani e con disabili. Magari costretti a vivere in 60 metri quadrati.
Le scrivo allora facendomi portavoce di un popolo lasciato solo e abbandonato dai propri pastori. Voi ci avete lasciato come pecore senza pastore, come terra deserta, arida e senza acqua.
Gesù vi dice “consolante il mio popolo e parlate al cuore di Gerusalemme e gridate che è finita la sua schiavitù”. Ma non si odono parole da parte di voi Vescovi, ma solo un silenzio assordante che trafigge il cuore dei poveri.
Io la penso così: Se voi Vescovi foste davvero arrabbiati, autorizzereste i parroci a dire le Messe dicendo che la cosa non compete al Governo ma a voi Vescovi. Ma non lo fate, vi limitate a una sterile e inutile protesta di facciata. Con questo atto cercate solo di salvare la faccia davanti ai fedeli sempre più soli, sofferenti, indignati e abbattuti.
Basterebbe che voi Vescovi diceste: “Ce ne freghiamo del lockdown, la sicurezza la sappiamo garantire noi”.Se aveste avuto a cuore le Messe, ce le avreste lasciate: come hanno lasciato aperti i supermercati, i tabaccai, le profumerie.
Lo Stato non ha alcun potere nel proibire le Messe col popolo. Nessuno. La Costituzione e il Concordato ci tutelano. Quindi: o voi Vescovi ci fate andare domani, o SIETE COMPLICI e se piangete è per tenerci buoni.
Inutile fare oggi appello alla libertà di culto compressa come lamenta Lei, cardinale Bassetti. Sono due mesi che non c’è libertà di culto. Ma la CEI l’ha giustificata con il senso di responsabilità e dicendo che si poteva pregare anche a casa senza preti.
La libertà di culto è stata compressa quando i carabinieri sono saliti sugli altari con arroganza e hanno impedito ai preti di celebrare. Ma nessun comunicato della CEI è stato fatto. Anzi, a buscarle sono stati i poveri preti. Per forza: la Conferenza episcopale ha ceduto sovranità al governo e ora il governo, laicista e anticristiano, fa il suo mestiere. E se i Vescovi si lamentano per gentile concessione il premier vedrà di affrontare la faccenda. Bravo Conte: fai vedere chi comanda!
Ma dove vivete? E che Governo sostenete? Siete ancora pastori e custodi del gregge che Dio vi ha affidato?
Quello di cui non riusciamo ad accorgerci, perché siamo rane dentro la pentola in ebollizione, è che la persecuzione è incominciata.
Mi scusi la crudezza del linguaggio ma siamo amareggiati e delusi. Oggi la Parola di Dio risponde alle decisioni del Governo: “Datevi da fare non per il cibo che perisce, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il figlio dell’uomo vi darà”. Se esiste un modo per fare la spesa in sicurezza, lavorare in sicurezza, fare sport in sicurezza, allora significa che esiste un modo anche per celebrare l’Eucarestia in sicurezza.
Non ci vuole fede per capirlo, basta la semplice logica.
Lettera Firmata
***
San Gregorio Magno:
COME RICONOSCERE IL VERO PASTORE DAL MERCENARIO.
«Non si può conoscere con sicurezza se uno è un vero pastore o un mercenario, se le circostanze non impongono delle urgenti necessità. Quando tutto è in pace, generalmente, sta alla custodia del gregge tanto il pastore quanto il mercenario, ma quando il lupo assale, si comprende con quale animo ciascuno custodiva il gregge».
Così San Gregorio Magno, nell’omelia tenuta proprio la domenica del Buon Pastore.
«Questo assalto del lupo – continua con un’attualità impressionante – si verifica quando qualcuno, ingiusto e ladro, si mette a opprimere i fedeli e gli umili. Allora colui che sembrava pastore, ma non lo era affatto, abbandona le pecore e fugge, timoroso del pericolo che gli potrebbe sopraggiungere e per nulla disposto a resistere all’ingiustizia. La sua fuga non consiste nel portarsi in un altro luogo, ma nel sottrarre l’aiuto, nel vedere l’ingiustizia ed accettarla, protetto dal proprio silenzio».
Al mercenario, Gregorio applica le parole con cui Dio, attraverso il profeta Ezechiele, rimproverava i molti, troppi falsi profeti: «Voi non siete saliti sulle brecce e non avete costruito alcun baluardo in difesa degli Israeliti»(Ez. 13, 5). Che cosa vuol dire “stare sulla breccia”? «Battersi sulla breccia significa – conclude San Gregorio –opporsi con la libera voce della ragione ad ogni potere che tenta di imporsi con l’ingiustizia».
Meditate, vescovi, meditate, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.
IL GIUDIZIO DI UN LAICO
«Voi cattolici avete resistito impavidi per quasi due secoli all’assedio della modernità. Avete ceduto proprio poco prima che il mondo vi desse ragione. Se tenevate duro ancora per un po’, si sarebbe scoperto che gli “aggiornati”, i profeti del futuro postmoderno eravate proprio voi, i conservatori.
Peccato. Un consiglio da laico: se proprio volete cambiare ancora, restaurate, non riformate.
È tornando indietro, verso una tradizione che tutti vi invidiano e che avete gettato via, che sarete più in sintonia con il mondo d’oggi, che uscirete dall’insignificanza in cui siete finiti “aggiornandovi” in ritardo. Con quali risultati, poi?
Chi avete convertito da quando avete cercato di rincorrerci sulla strada sbagliata?».
Gianni Vattimo.
L’AUTONOMIA DEI SINGOLI VESCOVI DALLE CONFERENZE EPISCOPALI
Dal punto di vista canonico i singoli Vescovi di ogni singola Diocesi hanno una giurisdizione ed un’autonomia che prescinde anche dalle Conferenze Episcopali.
In particolare:
►”Spetta al Vescovo diocesano governare la Chiesa particolare a lui affidata con potestà legislativa, esecutiva e giudiziaria, a norma del diritto” (Can. 391).
►”Compete al Vescovo diocesano nella diocesi affidatagli tutta la potestà ordinaria, propria e immediata che è richiesta per l’esercizio del suo ufficio pastorale, fatta eccezione per quelle cause che dal diritto o da un decreto del Sommo Pontefice sono riservate alla suprema oppure ad altra autorità ecclesiastica” (Can. 381).
►”La Conferenza Episcopale può emanare decreti generali solamente nelle materie in cui lo abbia disposto il diritto universale, oppure lo stabilisce un mandato speciale della Sede Apostolica” (Can.455, §.1).
►”Nei casi in cui né il diritto universale né uno speciale mandato della Sede Apostolica abbiano concesso alla Conferenza Episcopale la potestà di cui al §.1, la decisione compete ai singoli Vescovi diocesani per la propria diocesi e la Conferenza Episcopale o il suo presidente non possono agire validamente in nome di tutti i Vescovi, a meno che tutti e singoli i Vescovi non abbiano dato il loro consenso” (can.455).
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Tag: bassetti, coccia, marche, nicolini
Categoria: Generale
Ineffabile il commento del card Bassetti su l’Avvenire : ringrazia il governo per la messa a punto di un protocollo che permetterà NELLE PROSSIME SETTIMANE E SECONDO L’ANDAMENTO DELLA CURVE EPIDEMIOLOGICHE la celebrazione delle messe ecc
Ma non erano praticamente le stesse parole pronunciate da Conte nel messaggio televisivo che avevano detrminato la reazione stizzosa ? Prossime settimane e secondo l’andamento ecc cioè forse ….MAI.
In questo clima avvelenato e di grande confusione, viene da pensare che le conferenze episcopali siano delle associazioni inutili se non dannose, che servono solo a creare più burocrazia: documenti (montagne di carte, a proposito di salviamo un albero) e sinodi a go-go allo scopo di confondere sempre più, con novità sempre più ruffiane e piacione.
Pensando male: il proposito di chi le ha istituite era di fiaccare l’autorità e la figura del vescovo, ma ancor più quella del Papa.
La verità è che i lecchini hanno compreso benissimo l’indicazione data dal capo a Santa Marta.
Ufficialmente il messaggio era: i cattolici italiani devono osservare le leggi e rispettare le autorità.
In realtà Bergoglio intendeva dire: i cattolici italiani devono obbedire a questo governo nazionale che mi piace tanto, al PD e al mio caro amico Giuseppi.
Se al governo c’è qualcun altro o se le regole le fanno altri, allora niente rispetto, anzi …
Coccia si rimette alla CEI.
La CEI si rimette al governo.
Il governo si rimette al virus.
Noi poveri fedeli ci rimettiamo a Dio.
La CEI sta per trovare l’accordo col governo : probabilmente permetteranno le Messe in chiesa con popolo un paio di settimane prima della data fissata dal governo, strombazzeranno la grande vittoria e ringrazieranno pure per la gentile concessione.
Signora è stata profetica. Perché queste cose le ha dette prima del 4 maggio. Bravissima.
Siamo delusi d umiliati dal signor papa per primo e poi dai signori vescovi. Ci sentiamo soli e depressi per così dire, non è possibile che lz chiesa si sia inginocchiata al Cesare di turno. Questo non potrebbe succedere se non ad una sola condizione che CONTE PERSEGUE LO STESSO IDEALE DI BERGOGLIO e cioè una religione umanitaria; SINCRETISTa e plurirELIgiosa dove tutti QUELLI CHE NE FANNO parte HANNO UN proprio credo; MA si ritrovano affratellati e stanno in una casa comune che È La santa madre terra. Con LA buona pace di GESÙ CRSTO E DELLA SUA CROCE E DEL SUO SANGUE VERSATO.PER TUTTI
La decisione del presidente della Conferenza episcopale italiana rientra nello scaricabarile di responsabilità cui i ministri del culto (???) in posizioni apicali ci hanno abituato da tempo.
Oggi è la volta di mons. Coccia che si rimette alle di là da venire indicazioni della CEI che, a sua volta, si rimette (in spirito di collaborazione, si precisa) alle decisioni delle autorità governative; non mi confondono i lai occasionali di qualche alto prelato. E le autorità governative devono coordinarsi, per loro scelta, con un esercito di tecnici ed esperti chiamati a fornire risposte specifiche nelle quali annacquano e annullano le loro responsabilità politiche.
E via di questo passo… si tira a campare; mai come in questa circostanza il modo di dire cade a fagiolo.
Si moltiplicano petizioni e lettere accorate che lasciano il tempo che trovano e, finora, hanno trovato fin troppo tempo e ne lasciano presumibilmente tanto altro davanti a noi che possiamo solo ricordare (a fondo perduto) ai “pastori” che abbiamo a mente 1 Timoteo 5: «I presbiteri che esercitano bene la presidenza siano trattati con doppio onore, soprattutto quelli che si affaticano nella predicazione e nell’insegnamento… Quelli poi che risultino colpevoli riprendili alla presenza di tutti, perché anche gli altri ne abbiano timore» (17, 20). Anche se mostrano chiaramente di non aver alcun timore…
Gentile dotto Tosatti, ha già ricevuto lamentele di tutti i generi circa l’impossibilità di celebrare l’Eucaristia con la presenza del popolo: vorrei dire anche la mia, senza aggiungere nulla a quanto già scritto da tanti.
Quello che mi sconcerta è la supina sudditanza che i nostri vescovi hanno dimostrato: certo tutti si riempiono la bocca di belle parole sulla necessità di dimostrarsi docili allo “Spirito Santo” e accettare, anche se a denti stretti, questa situazione, per tutelare la salute pubblica, esaltando la capacità di essere solidali con la nostra gente e tutelare la salute pubblica.
La verità, a mio avviso, è che hanno avuto paura di essere accusati di “diffondere” il virus nel caso avessero preso la decisione di permettere, con le dovute attenzioni, le varie celebrazioni.
Certo: da tante parti si sarebbero alzate voci e grida contro la Chiesa bacchettona che non retrocede neanche davanti all’inevitabile e che mette a repentaglio anche la vita di milioni di persone, pur di continuare le sue pratiche religiose.
Ma non abbiamo sempre predicato che più importante del corpo è l’anima? E dove abbiamo messo i nostri bei principi?
Cosa potremo rispondere un domani quando ci diranno che “per motivi gravi” la messa può essere messa in disparte, come abbiamo fatto noi?
Quali saranno i motivi gravi? La partita di pallone, la gara in bicicletta, la visita dei nonni?…
Io, da parte mia, pur avendo dovuto assoggettarmi a queste restrizioni, sono davvero convinto che noi preti abbiamo fatto una pessima figura. La vergogna di questi mesi ci ricadrà addosso!
Purtroppo mi sento proprio sulla pelle le parole di tanti santi che hanno sempre fatto, in sintonia con la Parola di Dio, il paragone tra i buoni pastori e i falsi pastori.
So che non tutti sono stati “falsi pastori”, come abbiamo avuto esempi di medici, infermieri, volontari, che si sono prodigati per tanti fratelli, ma noi dove eravamo? Nascosti dove?
Mi sento avvilito e umiliato! Che Dio abbia pietà di noi.
C’é tutto il dovuto rispetto umano e civile per medici e infermieri (ho due parenti, medico e infermiere in prima linea in due ospedali a Milano). Sono persone che lo fanno per lavoro. La loro dedizione va oltre l’obbligo lavorativo, ed é toccante, ma sono persone pagate per fare un lavoro, curare fisicamente le persone. Un sacerdote, o vescovo hanno fatto una scelta vocazionale di tutta una vita, ogni giorno, ogni ora, per curare spiritualmente le persone che sono affidate loro. Lo hanno fatto in questi mesi? In un tale momento di sofferenze umane (fisiche, economiche, relazionali) il grido soffocato dei fedeli é “Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”. Chiudere le chiese, bloccare la partecipazione alle Messe, togliere i sacramenti, rifiutare i funerali, é stato come scaraventarsi sulla vittima debole ed indifesa. I fedeli pregano per i sacerdoti e vescovi paurosi, le assicuro che ne piangono anche lacrime amare. E’ stata una grande ingiustizia morale. Non la prima che accade nella storia umana della gerarchia ecclesiastica. Ma questo é accaduto innegabilmente, un grande torto é stato fatto. La gerarchia italiana aveva tutti gli strumenti legali per fare diversamente. La sua responsabilità é maggiore di altre situazioni all’estero. Noi fedeli ci permettiamo qualche volta di scuotere, di scrivere lettere di esortazione o di metterla sull’ironico ma non per ridicolizzare il ruolo di prelato o la persona, ma per il comportamento. Ma anche i fedeli perdonano i pastori.
Caro Don Sandro,
preghi per tutti noi.
Non si abbatta, uno dei mezzi del nemico, oltre a quello di non farsi riconoscere, è proprio quello di avvilire e demotivare i migliori
Carissimo Don, il suo struggimento è già voglia di essere pastore conforme al dettato di Nostro Signore. Non si avvilisca e anzi trasformi la sua frustrazione in una vita vocazionale vera e completa, se necessario contro il volere dei suoi superiori, quando questo fosse contrario al volere di Dio (“conviene più obbedire a Dio che agli uomini”). Abbiamo bisogno di guide spirituali, di sacerdoti dagli occhi aperti. E lei li ha aperti. Ricordi che anche Pietro rinnegò tre volte, poi incrociò lo sguardo di Gesù, e pianse.
Sappiamo come finì: da allora seguì il suo Signore, e in che modo!
Voglio vedere se dopo il tanto encomiabile sfogo dei giorni scorsi, il vescovo di Ascoli, mons.D’Ercole, coglierà al volo l’occasione.
Bella osservazione!
Staremo a vedere.
Speriamo.
Ecco il regista occulto del rifiuto delle ….. “concessioni” del Governatore della Regione Marche da parte dei PAVIDI vescovi delle Diocesi marchigiane: “Non si cambia cavallo mentre si è in mezzo al fiume”. Così l’Argentino ha tuonato oggi appoggiando, totalmente, le iniziative di Conte.
https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/22404097/papa_francesco_interferenza_politica_giuseppe_conte_non_si_cambia_cavallo_in_mezzo_al_fiume.html
Qualche legale può dirci se quando siamo in Chiesa, dovesse entrare qualche carabiniere che guardi in giro o addirittura cominci a dire “tu spostati più in là”, ecc. possiamo invitarlo alla porta e magari denunciarlo per violazione dell’articolo 5 del Concordato? Dobbiamo essere preparati in anticipo.
Il carabiniere, o qualunque altro agente o ufficiale di P.S., non può interrompere o turbare lo svolgimento della celebrazione o della funzione religiosa.
Se lo fa, commette reato ed è punibile penalmente ai sensi dell’art. 405 del codice penale.
Potete invitarlo ad uscire dicendo che in caso contrario lo denuncerete all’autorità giudiziaria e che, se vuole, potrà irrogare le eventuali sanzioni che ritiene applicabili al termine della Messa.
Ha ragione il Vescovo. È fondamentale l’unanimità di intentii. Altrimenti finisce tutto in CACIARA! E di caciara ne abbiamo già abbastanza!!! O siamo seri da tutti i punti di vista, o diventiamo dei pagliacci in mano al primo che passa. Specialmente quando il bersaglio alla fine è Papa Francesco!
Invece in questo modo il bersaglio rimane Gesù Eucarestia.
Non le sembra strano che questi uomini consacrati non abbiano nessunissima fretta di donarlo al popolo?
Eh no, è meglio salvare l’apparente unità, l’unanimità degli intenti.
E poi, scusi di quale caciara sta parlando? Se nelle Marche ci sono le condizioni per ripartire con le messe e pure il Presidente di Regione dà il nulla osta, a maggior ragione bisognerebbe ripartire. Senza bisogno di aggiungere altro, o no?
Non fa una piega.
Giustissimo.
Ma l’obiettivo adesso è sostenere Conte.
Parigi val bene una non-Messa.
Sig. Angela, un vescovo americano ad un confratello che gli opponeva obbiezione per scelte che non erano ancora concordate con la conferenza episcopale rispose ” al giudizio finale risponderò delle mie decisioni a Dio e non alla conferenza episcopale”. E non mi dica che così si genera confusione perché questa c’è già e grande. Se lei parla con un cattolico medio vedrà cosa le risponderà in merito ad aborto, convivenze, onestà sul lavoro, frequenza alla S. Messa e ai sacramenti, castità di vita. Ma lei d’estate entra in chiesa? Non le pare che potrebbe trovare gli stessi abbigliamenti sul lungomare? Certo se avessero chiesto l’accesso alle chiese per opere di “aiuto sociale” difficilmente avrebbero opposto rifiuti o perplessità.
L’unità non è il fine della Chiesa. Il fine è la salvezza delle anime, che avviene mettendo Dio al primo posto ed osservando le Sue Leggi. Una Chiesa che sacrifica Dio per tendere all’unità inesorabilmente cade nell’errore e, in più, induce i fedeli in errore. Nemmeno Gesù cercava l’unità a scapito della Verità. Quando la folla non lo segui’ si rivolse ai più intimi “ve ne volete andare anche voi?” disse. “Da chi andremo Signore, tu solo hai parole di vita eterna” rispose Pietro. Chi non serve Dio serve il nemico, chi non celebra Messa, potendo coraggiosamente , ma liberamente farlo sbaglia e pecca.
Quando si parla di unità dentro la chiesa, ci si dovrebbe riferire all’unità della fede. Ovvero al fatto che la chiesa dovrebbe essere l’insieme dei fedeli che professano lo stesso CREDO. Quello stabilito nel primo Concilio di Nicea, tanto per intenderci.
Se ci sono due credi diversi, ci sono due chiese diverse, di cui una è quella giusta e l’altra, pur somigliandole molto, non lo è.
Cara Lori, giusto, giustissimo, la Chiesa vive per grazia di Dio e non per grazia della CEI. Su questo argomento, Cei e collegialità, sarebbe bene rileggere attentamente l’ ultima lettera di mons. Viganò. Questo è uno degli altri punti di rottura della Chiesa Cattolica che, come il resto, ha le sue basi nel Concilio Vaticano II. Bergoglio e il suo entourage stanno portando a ” perfezione” l’ operazione perversa iniziata in modo istituzionale in quel Concilio. Non esiste nessuna ” continuità”.solo rottura.
“Se ci sono due credi diversi, ci sono due chiese diverse, di cui una è quella giusta e l’altra, pur somigliandole molto, non lo è”. Esattissimamente!
Si ma in questa maniera si mette in dubbio quanto ha detto S. Ecc. Mos. D’Ercole Vescovo di Ascoli, poi non capisco, se un Presidente di Regione e di conseguenza anche il Prefetto da l’Ok, vuol dire che certe sicurezze si può avere perché ora dobbiamo aspettare la CEI nazionale, pur quest’ultima che si è lamentata dopo il DPCR….
Comunque c’è sempre qualcosa che puzza…..
Perché “di conseguenza anche il Prefetto”?
Il prefetto è il rappresentante del Governo. Non c’entra niente con la Regione.
So io cosa puzza, è nella testa dei nostri pastori, al posto del cervello.
Il pesce puzza a cominciare dalla testa, proberbio che ben si addice alla situazione.
Cara Angela,
la sua sembrerebbe una risposta da pasdaran invasata bergogliana, perché, come detto da altri, nelle Marche l’autorità e la legge consentirebbero la celebrazione delle Messe.
In realtà lei, da brava bergogliana, ha compreso benissimo il messaggio del suo papa-politico (di sinistra).
Bergoglio non intendeva dire che dobbiamo osservare la legge e rispettare l’autorità, ma che tale sudditanza è dovuta solo a questo governo nazionale che tanto gli piace e al suo caro amico Giuseppi.
Il guaio è che i vescovi seguono un apostata idolatra senza fiatare, a parte pochissimi. Non hanno ancora capito che sta cercando in tutti i modi di distruggere la Fede Apostolica e la Chiesa? Ma sono completamente imbecilli o in totale malafede?
Fabio, è molto probabile che i vescovi che seguono l’apostata idolatra, ufficialmente (grande turlupinatura) il “Santo Padre”, sono apostati idolatri pure loro. E non sono affatto imbecilli: basta sentirli parlare. Dire poi che sono in malafede è assai riduttivo. Essi, con il “Santo Padre” apostata e idolatra, portano avanti un disegno ben preciso tramato all’interno della Chiesa con il vaticano II. Ciò che è triste, tristissimo, è che l’eccezione dei pochissimi continua ad agitarsi dentro il carrozzone invece di uscirne.
Correggo: siano (non sono) apostati idolatri, senno Iginio mi fa nero.
molte grazie al professor Nicolini che ci ha messo a conoscenza di cose terribili e commoventi.
Non voglio – e non devo!- aggiungere altro se non sperare che qualcuno dei 226 Ordinari Diocesani leggano.
Ho scritto diverse volte che , vivendo a pochi km da Codogno e avendo conosciuto diverse vittime, ho sentito particolarmente gli effetti della pandemia. Ho anche pensato, pur con molti dubbi, che fosse giusto chiudere tutto.
Però adesso basta, il virus pare più controllabile, i comportamenti sembrano in generale più consoni alla situazione e si può, si deve ricominciare a vivere.
E così pure bisogna trovare una soluzione per ricominciare a dir messa per i fedeli.
Ma i vescovi sembrano abbandonarci, sembrano senza coraggio, qualche vampiro deve aver succhiato loro il sangue.
Ogni giorno una delusione in più, non abbiamo ancora toccato il fondo.
Concordo. È più interessante la trattativa Stato-Parrucchieri. 🙂
La famosa messa-in-piega?
😄
Nobile sempre il caro Marco che da la mano permettendo nel suo spazio dare voce per tanti. Mi dispiace per il Prof. Nicolini, che ha tanti doni, preggi, e lotta pure eroica, ma dovrebbe farsi aiutare per tutte le sue pubblicazioni ed interventi che si perdono di troppo perche non li sa comunicare. Bisogna adattarsi al mezzo. Non si può dire in due minuti televisivi per esempio, quello che si può spiegare nel libro di 500 pagine. Anche il formato qui nel blog, a volte non si ha finito leggere un articolo e già stà entrando il seguente; la gente ansiosa ricerca novità dopo novità.
Ebbene anche ha un problema per inquadrare le sue proposte perche di partenza pretende l’impossibile. Parte da leggi, canoni, struttura di una Chiesa che al momento essiste solo sulla carta. Da decenni è partita la Sua demolizione.
Còme aspettarsi dal vescovo in questo caso, che appunto un anno fa, anche se non è lo stesso certo di quello di Loreto, ma sì il territorio delle Marche, ricevettero l’ impostore berORGOGLIO, e nel proprio santuario della Santa Casa a posta mezzo lo show per dire che li sono solo tre pietre portate dai pellegrini da Nazaret, insultando secoli della ferma Tradizione non solo tramandata per devozione ma confermata con la scienza da tutti punti di vista sulle 5 traslazioni prodiggiose della quasi metà della Casa dove a Nazaret fu concepita l’ IMMACOLATA CONCEZIONE ed anche li Lei stessa poi dallo SPIRITO SANTO INCARNÒ IL VERO DIO E VERO UOMO NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO, come se a Lui Dio Trinitario poi li sarebbe impossibile i miracoli delle 5 traslazioni.
Allora se sono stati capaci d’ arrivare con berORGOGLIO ICEberg a così spietata sfrontatezza e tutti zitti attorno lui vile dittatore, come può aspettarsi che quel “vescovo” di Pesaro abbia il coraggio di mettere nel primo posto Dio e la Salute dei fedeli, come bastarebbe riasumere suo lungo testo confusso perche troppa robba, con quanto dice la mamma di 7 figli con meno parole. Quelli sono tutti scelti per comportarsi così. Dunque non perda tempo richiamandoli a ragioni, perche la ragione da molto la hanno persa, e farebbe di più se inisisterebbe meglio nella difussione della Verità delle 5 Traslazioni della Santa Casa.
PRIMO SABATO DEL CUORE IMMACOLATO, DEL MESE DI MAGGIO, S. ATANASIO.
“Ma quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?”(Lc. 18,8) .
Dipendesse da questi Vescovi …
Chissà se una concessione di Cesare o una trappola per dividerci ulteriormente?
grande prof. Nicolini, uomo di grande fede e coraggio, anche se il commento di Vattimo se lo poteva risparmiare….
ateo, omosessuale ed antisemita. ma le righe postate dal prof .Nicolini sembrano indicare una maturazione, insomma sembrano condivisibili… il tempo passa per tutti, forse anche per Vattimo…
Caro Bastian Contrario, concordo perfettamente con lei: siamo tutti malati, più o meno gravi, bisognosi del Medico.
La libertà di convertirsi persiste per tutti sino all’ultimo istante e, in quel lieto caso, si fa una grandissima festa in paradiso: la più bella e commovente parabola del del Vangelo ce lo ricorda: “Il Padre Misericordioso e il figliuol prodigo”…
anche Mons.Viganò aveva detto che
https://www.marcotosatti.com/2020/04/29/intervista-a-vigano-conte-delirio-di-onnipotenza-indecoroso-e-illegale/
“D.:Molti fedeli e sacerdoti si sono sentiti abbandonati e poco tutelati dalla Conferenza Episcopale e dai Vescovi.
R.:Occorre precisare, a scanso di equivoci, che la Conferenza Episcopale non ha alcuna autorità sui Vescovi, i quali hanno piena giurisdizione nella propria Diocesi, in unione con la Sede Apostolica. E questo è ancor più importante nel momento in cui abbiamo compreso quanto la CEI sia fin troppo accondiscendente, anzi succube, nei riguardi del Governo italiano.
I Vescovi non devono aspettare che un organismo senza alcuna giurisdizione dica loro cosa fare: spetta a loro decidere come comportarsi, con prudenza e saggezza, per garantire ai fedeli i Sacramenti e la celebrazione della Messa. E lo possono fare senza dover chiedere né alla CEI né tantomeno allo Stato, la cui autorità finisce davanti al sagrato delle nostre chiese, e lì deve fermarsi.
È inaudito che la Conferenza Episcopale Italiana continui a tollerare un tale abuso, che lede il diritto divino della Chiesa, viola una legge dello Stato e crea un gravissimo precedente. E credo che anche il comunicato emesso domenica sera rappresenti una prova della consentaneità dei vertici dell’Episcopato non solo ai mezzi, ma anche ai fini che si propone questo Governo.
Il silenzio supino della CEI, e di quasi tutti gli Ordinari, rende evidente una situazione di subalternità allo Stato che non ha precedenti, e che giustamente è stata percepita dai fedeli e dai sacerdoti come una sorta di abbandono a se stessi: ne sono emblematico esempio le scandalose irruzioni della forza pubblica in chiesa, addirittura durante la celebrazione della Messa, con un’arroganza sacrilega che avrebbe dovuto suscitare una immediata e fermissima protesta da parte della Segreteria di Stato. Si sarebbe dovuto convocare l’Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, presentando una dura Nota di Protesta per la gravissima violazione del Concordato da parte del Governo, riservandosi di richiamare il Nunzio Apostolico in Italia, qualora non fosse stato ritirato il provvedimento illegittimo.
Il Cardinale Parolin, nella veste di sponsor del Presidente Conte, si trova in grande imbarazzo ed in conflitto di interessi. Appare evidente che, invece di tutelare la sovranità e la libertà della Chiesa in fedeltà alla sua alta funzione istituzionale di Segretario di Stato, il Cardinale Parolin ha vergognosamente scelto di schierarsi a fianco dell’amico avvocato. Nemmeno gli interessi economici del cosiddetto volontariato cattolico potrebbero giustificare una tale opzione”.
Tutte le posizioni sono chiarissime, e questo è un bene. La questione, come le altre, verrà regolata senz’altro, quantomeno nel Giorno del Giudizio.
WOW !
Ottime e giustissime argomentazioni e considerazioni di cui condivido tutto!!
Una chicca.
Magister riferisce che nell’omelia della sua messa a Santa Marta il papa ha detto di aver ricevuto una lettera da “un ragazzo di Caravaggio”, il quale lo rimproverava di dire “La pace sia con voi” durante la messa: “E tu non puoi dire questo perché con la pandemia noi non possiamo toccarci”.
Se il ragazzo gli ha scritto questo, gli ha scritto una solenne ingenuità, dato che la messa è sempre celebrata in comunione con tutti i cristiani, anche gli assenti. Non è che Cristo si sia fatto mettere in croce solo per i due-tre che stavano lì. Ma evidentemente la messa come sacrificio non viene molto ricordata oggi, preferendosi parlare solo di “mensa”.
La risposta di Bergoglio a quella lettera qual’è?
Che in realtà lì nella cappella c’erano fedeli che per scambiarsi un segno di pace inchinavano il capo.
La frase “La pace sia con voi” va sempre detta.
E’ “Scambiatevi un segno di pace”, che non va detto in questo periodo.
Ma la cosa non mi riguarda, io ho la fortuna di poter evitare il Novus Ordo … 🙂
Hai capito il furbacchione fortunato di Maurizio! 😊
“Ma evidentemente la messa come sacrificio non viene molto ricordata oggi, preferendosi parlare solo di “mensa”.
Una bazzeccola, insomma!