MESSA NEGATA DA CONTE. FABIO ADERNÒ: LA CEI ULULA ALLA LUNA.
28 Aprile 2020
Marco Tosatti
Miei carissimi Stilumcuriali, l’avvocato Fabio Adernò ci ha scritto un commento estremamente lucido e appassionato sula questione delle cerimonie religiose negate, e sullo schiaffo che la Conferenza Episcopale Italiana ha subito da parte del Governo e della maggioranza da lei tanto sponsorizzati (basti pensare che nel suo commento su Avvenire il direttore Tarquinio elogiava Walter Ricciardi, accusato dalle Iene nel 2018 di conflitto di interesse, e dimessosi dall’Istituto Superiore della Sanità). Ma evidentemente la comunanza di amorosi sensi in materia di business dei migranti non basta. Buona lettura.
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LA CEI ULULA ALLA LUNA
Nella prima serata di ieri, domenica 26 aprile, l’Italia ha assistito a scene pietose, all’ennesimo atto patetico d’una tragedia che ha preso i toni d’una farsa.
Sono volati stracci tra il terrazzino nel quale è confinata la Conferenza Episcopale Italiana e la loggia del capo del Governo.
Tuttavia credo che sia stata una pantomima grottesca, una vera e propria sceneggiata degna d’una telenovela di terz’ordine sia per la qualità sia per il modo col quale è stata condotta.
Ricapitolando brevemente, ieri, intorno alle 20.30 d’una domenica ormai uguale a tutti gli altri giorni, il capo del Governo s’introduce nelle case degli italiani e annuncia il nuovo dipiciemme (l’ennesimo che è uguale agli altri ma diverso ma migliore, dice Lui) e poi, mentre “ringrazia la CEI” per la collaborazione (sic!) ci viene a raccontare che “c’è stato un fitto confronto col Komitato scientifico che ha sollevato criticità” in ordine alla ripresa delle “cerimonie religiose” e che alla fine, quale supremo atto di pietas repubblicana, si sarebbe concessa la possibilità di avere “solo cerimonie funebri” alla presenza di “congiunti” e “in numero non superiore di quindici persone”… e poi si dilunga in altre farneticazioni sconnesse e confuse.
A distanza di pochi minuti i telefoni bruciano perché si diffonde un comunicato della CEI (il cui contenuto analizzeremo tra poco) nel quale la Chiesa italiana dissentirebbe dall’azione del Governo.
Boom! Boati di plausi e di commenti esultanti (anche di chi, fino a ieri, ha ritenuto del tutto insindacabile la supina posizione assunta) al “risveglio”, alla “rivendicazione dell’autonomia”, alla “libertà di culto”, tutti introdotti da scomposti “finalmente!” ed “era ora”. Anche esponenti della traballante maggioranza giallo-rossa si sono affrettati a schierarsi immediatamente: i vari Del Rio, Bonetti… i cattolici adulti che si rammaricano e dissentono con tutta questa mancanza di rispetto nei confronti della Chiesa italiana e del sentimento religioso dei cittadini. Ci chiediamo dove siano stati finora…
Passano ancora alcuni minuti ed esce una nota serafica della Presidenza del Consiglio nella quale si prende atto della protesta delle mitrie e si annuncia lo studio di protocollo “di massima sicurezza” per la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche.
Al che, cala il liso lenzuolo che fa da sipario a questo goffo teatrino dei burattini.
E via coi commenti della stampa filogovernativa: “La CEI rivendica libertà di culto”, “Scontro tra il Governo e la CEI”, etc.
Alcune considerazioni sul merito. E poi altre sul metodo.
Va anzitutto segnalato che il contenuto della Nota CEI (34/2020) altro non è che un ululato alla luna, un patetico pianto greco (di cui già dicevamo) che peraltro mostra in sé tutta la fragilità di un sistema istituzionale ormai sclerotizzato.
Venendo infatti ai contenuti, siamo davvero al lancio degli stracci: nella prima parte la Nota (che al solito non è firmata – né dal Presidente, né dal Segretario Generale, né dal Sottosegretario – e dunque appare evidentemente depotenziata nel suo peso istituzionale) contiene la classica recriminazione dell’amante tradito: “Ma come io fatto tutto ciò che mi hai chiesto, ti ho fatto fare tutto ciò che hai voluto, mi hai assicurato che… e tu…!!!”. Si invoca la famigerata interlocuzione tra Governo, CEI e Ministero degli Interni (i cui contenuti restano chiaramente oscuri nella forma – se mai vi fu! – ma evidenti nella sostanza dei risultati) e si citano le parole del Ministro come a dire “Ce l’avevi promesso!!”.
Del resto, avevamo già chiesto alla CEI di rendere pubblica la trattativa e le proposte fatte (v. qui) per evitare brutte sorprese… e infatti così è stato.
Quindi, dopo la lagnanza per la mancanza di fedeltà, la CEI sembra risvegliarsi dalla sindrome di Stoccolma che le avevamo diagnosticato e va giù di brutto, usando verbi ed espressioni degne della Chiesa costantiniana (ma non era finita?) come “rivendicare”, “esigere”, “pienezza di autonomia”, “compromissione di libertà di culto”, “arbitrariamente”, “vita sacramentale”.
Tutte cose molto belle, certo, e anche molto giuste (che peraltro diciamo dal 9 di marzo) e che abbiamo ribadito tante volte (in ultimo qui), trovando sempre un muro di gomma, ricevendo in cambio allineamenti e accondiscendenze prossime al servilismo in un preoccupante clima neogiurisdizionalista.
Tutte cose, però, che non ha assolutamente senso logico tirare fuori ora.
Adesso è tardi, troppo tardi.
Anzitutto perché dopo 50 giorni di acquiescenza non ci si può svegliare da un coma istituzionale e pretendere di avere dei diritti che invece andavano rivendicati sin dal primo istante.
L’autonomia della Chiesa – nativa per struttura propria e riconosciuta dalla Costituzione – non è un qualcosa che si può obliare per poi tirarla fuori come il ruggito di un micetto. L’autonomia istituzionale e giuridica c’è o non c’è, sempre o mai.
Bisognava dirlo quand’era il momento, bisognava rivendicare sin da principio la libera e autonoma gestione del culto e della disciplina dei luoghi sacri, assicurando allo Stato l’attuazione delle misure, ma anche richiamando i capisaldi del sistema di coordinamento, e non permettere di trasformare in fattore patogeno (e dunque criminogeno) la libertà di culto. Bisognava agire prudentemente prima e creare un bilanciamento di equilibri in cui ciascuno avrebbe svolto il suo ruolo (quello che sorge dalla natura delle cose, non quello frutto di regole del gioco dettate da una parte sola con probabili ricatti e non peregrini simoniaci scambi di favori).
Oggi quel sistema è ormai compromesso, e non lo è – attenzione – perché lo Stato ha compresso la libertà religiosa e libertas Ecclesiae solo con atto arbitrario e illegittimo (come spesso è accaduto nella storia), ma lo è perché la Chiesa non solo non ha puntato i piedi cercando di trovare delle soluzioni conformi al regime concordatario, ma perché gli stessi pastori hanno dimostrato allo Stato che la religione può essere serenamente un fenomeno da streaming, che è lecito e ugualmente funzionale comprimerlo in una trasmissione in rete, che rinunciare alla Messa di Pasqua non fu un sacrificio, un dolore, una violenza ingiusta e ingiustificata, ma un “atto di generosità” e che la “fede non è in un luogo”. Le chiese sono state abbandonate a se stesse, il gregge è stato disperso tra una diretta in cucina mentre si prepara la lasagna e una rosario mentre si sta seduti sulla tazza del water. Chi voleva essere cattolico come sempre è stato era solo un fassista! I cimiteri chiusi, i morti mandati ai forni come fossero dei senza Dio, i sacramenti plastificati. Ora cosa si pretende?
Ora è inutile andare a supporre di tornare a far le messe con popolo solo perché si riaprono i parchi e si può andare a correre; non esiste analogia tra un diritto soggettivo supremo e l’esercizio di un’opzione motoria. Non si può ammettere che dopo aver assistito inermi alla compressione della libertà la Chiesa si svegli dal torpore e rivendichi per se stessa cose alla quali essa stessa ha, ancorché abusivamente, rinunciato.
La sua è una pretesa puerile, che appare quasi capricciosa, fondata su argomentazioni che l’istituzione stessa ha provveduto a riprovare, con le sue parole e più ancora con le sue azioni, privandole di ogni fondamento di esigibilità.
Invocare diritti a cui si è abdicato è un atto irrazionale; che poi quei diritti fossero inalienabili, è un altro problema. Ma siamo in limine praescriptionis.
E oggi non si può venire a fare la scenata al Governo per aver deluso le aspettative, perché le aspettative – quelle dei fedeli, connesse ai loro diritti e non ai loro capricci – sono già state tradite.
Quelle avanzate son tutte pretese ipotrofiche, perché figlie di una complicità tradita.
Il treno, ora, è già passato. E indietro non si torna. I friniti mitrati di ieri sera non riusciranno mai a colmare i neri silenzi degli ultimi 50 giorni, non potranno mai coprire i vaniloqui di molti pastori, di ogni grado, ispirati a neo-forme di patriottismo che hanno confuso i mezzi con i fini. Far rimbombare la libertas Ecclesiae, una volta cambiato registro, non sarà in grado di defibrillizzare un sistema agonizzante ammorbato da cripto-eresie.
La Chiesa italiana, in questa contingenza, ha perso la più grande occasione che avrebbe potuto avere dalla vittoria dell’aprile ’48 a oggi, e cioè quella di ergersi a paladina e presidio di libertà. E non l’ha fatto.
Avrebbe dovuto difendere la prima e più alta libertà che esiste per l’Uomo (come diceva de Tocqueville) perché in essa, nel suo fondamento trascendente e soprannaturale, si rintracciano i fondamenti di tutte le altre libertà umane. E non l’ha fatto.
La Chiesa avrebbe dovuto manifestarsi come bastione della civiltà e della dignità dell’Uomo ricordando che anima e corpo formano un tutt’uno, e che la prudenza non può mai farsi sopraffare dalla paura. E non l’ha fatto.
Avrebbe dovuto essere luogo di fondata fiducia, di sicura speranza, di profondo conforto, senza adeguarsi ad un funzionalismo statalista per il quale essere considerata né più e né meno che un’appendice di un ente pubblico assistenziale di supporto. E non l’ha fatto.
Non si trattava di costringere Dio al miracolo né di pensare, in modo irragionevolmente apotropaico, i luoghi di culto esenti da qualsiasi forma di contagio; si sarebbe trattato piuttosto di considerare le cose con opportuna oggettività, con criteri di proporzionalità al rischio, applicando possibilissimi metodi preventivi anziché adeguarsi a metodi totalmente soppressivi.
Ora, dunque, a nulla valgono i nuovi piumaggi di questa battaglia con le spade di cartone. E peraltro si continua a non capire che non è nemmeno il modo opportuno, perché a questo punto dovrebbe intervenire direttamente la Santa Sede sul piano diplomatico ed esigere dallo Stato il rispetto delle norme concordatarie. Ma ad oggi, ancora, così non è stato.
Ora si parla di una presunta “esigenza” di una vita sacramentale (pur senza, tuttavia, far accenno alla legge suprema della salus animarum), dopo che per cinquanta giorni si è detto bastava pregare a casa, che la Chiesa “sperimentava” una nuova e bella forma di pastorale. Beh, agli occhi dello Stato (e del Komitato) quel modo è più che sufficiente, perché come si è fatto finora si può serenamente continuare a fare anche in avvenire; e non perché è stato imposto, ma perché si è scelto di far così (e a qualcuno è anche convenuto, evidentemente, basti dare un’occhiata a tutti i belati del pretume sessantottesco che si schiera, anche oggi, al fianco del governo liberticida perché, nei fatti, si fa mezzo di annientamento di quello che considerano un sistema “clerico-fascista”).
Certo ora, dopo cinquanta giorni però le cassette sono vuote… e forse questo è il vero problema. Ma alle dolenze per il culto del dio quattrino, si aggiungano d’altra parte quei poveri parroci che anche nei paesini sperduti si sono spesi per realizzare dirette e comunicare coi fedeli, ma la bolletta la devono comunque pagare, le utenze ci sono… per loro non è stata chiesta nessuna garanzia istituzionale, nessun aiuto materiale, non è stato fatto nulla. Anzi spesso sono stati abbandonati davanti all’autorità statale, omettendo di denunciare assai scandalose azioni poliziesche che hanno violato i luoghi di culto. Se non sono responsabilità anche queste…
Oggi però ci si sforza a fare ruggiti, ma si ottengono solo lagnosi miagolii che si perdono nel silenzio e nel distacco più assoluto da parte di uno Stato al quale si è consentito di legiferare su materie nativamente proprie e per esso indisponibili con piglio autoritario e totalitario, lasciando che esercitasse quella più volte denunciata forma di neo-giacobinismo di natura tecnocatrica e ideologica.
Questo repentino cambio di registro nelle relazioni intra-istituzionali non potrà giovare alla Chiesa, vista prima in chiave collaborazionista e ora ribelle.
In tal senso va interpretata la tempestiva risposta della Presidenza del Consiglio (che peraltro, nel suo rapido avvicendarsi, lascia anche adito a supporre che trattasi di una pietosa tarantella già preparata) che si limita – naturalmente – a “prendere atto” della posizione della CEI espressa nella Nota. L’aggiunta dell’inciso per il quale si annuncia “lo studio di un protocollo” altro non è che un mero auspicio, un indirizzo d’azione, ma non una vera soluzione del problema. Per cui, va riportato coi piedi per terra chi parla di “ritrattazione” delle posizioni del Governo, perché la norma rimane.
E cosa dice la norma? Dice le stesse cose del dpcm 10 aprile 2020, e dunque, in modo sfacciatamente offensivo, ricomprende le norme sui luoghi di culto nella medesima voce (cfr. art. 1, co. 1, lett. i)) in cui si tratta di «cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati», dichiara che la loro apertura «è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro», conferma che «Sono sospese le cerimonie civili e religiose» salvo poi aggiungere che «sono consentite le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino a un massimo di quindici persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro».
Al di là delle considerazioni note, salta subito agli occhi una cosa: che la religione è un fattore che, se proprio deve esserci, riguarda i morti. Come se le anime dei vivi non avessero diritti esercitabili pubblicamente. In tale posizione si ravvisa una chiara ispirazione di natura materialista, per la quale la religione è una cosa tollerabile per chi va nell’aldilà, una credenza e non una fede. Al netto di ciò, probabilmente, essere banale eco di Creonte era troppo spiacevole per le pagine della nuova storia patriottica che sta scrivendo con la grafite il capo del Governo, per cui s’è deciso di agire con magnanimità e “concedere” le “cerimonie funebri”.
Qui apro una parentesi ermeneutica: si fa presente ai benpensanti che ritengono si possano fare “i funerali” (nel senso liturgicamente completo del termine) che in realtà non è così. Per “cerimonia funebre” – alla lettera – andrebbe intesa (salvo, naturalmente, che la Direzione Generale per gli Affari dei Culti non ci delizi di altre rubriche alternative sull’uso dei parati neri o viola, del piviale o della sola stola, o delle candele gialle o bianche) il solo Rito delle Esequie (cioè quello detto della “commendatio” e della “valedictio” che ordinariamente conclude la celebrazione) ma non anche la Missa pro defuncto praesente cadavere: se così non fosse, non se ne auspicherebbe la celebrazione esterna. Delusi? Eh, lo so…
Assodato, dunque, che per esprimere pubblicamente la propria fede bisogna avere un morto in famiglia, nella sempre più imbarazzante vaghezza e indeterminatezza del presente caos normativo ci chiediamo: chi sono i congiunti? Fino a quale grado? Il diritto ormai è un’opinione… e poi, i congiunti di chi? Del defunto? O i congiunti tra loro congiunti? Quindici persone… ci sarà chi le conterà? Ma poi, perché un numero stabilito se si parla di luoghi “preferibilmente” all’aperto? Una piazza è uguale al cortile di un oratorio? Cosa si intende, sul sagrato? Chi stabilirà se i presenti sono parenti o meno? Bisogna presentarsi col documento? Ci saranno gli agenti accertatori alla bussola? E coloro che abitano nella stessa casa? Perché dovrebbero stare a un metro di distanza quando siedono alla medesima tavola e magari condividono lo stesso letto? E poi quale sarebbe la ratio per la quale se muore un genitore e i figli si trovino nel naturale dovere di consolare il superstite, o di consolarsi tra loro, non possano farlo abbracciandolo, o abbracciandosi, come sempre si fa? Che governo è quello che proibisce anche gli atti di umanità e di pietà?
Oltre ogni grottesca e surreale ipotesi, ci viene da chiederci come l’Italia, culla della civiltà giuridica, si sia potuta ridurre ad essere madre di siffatte inconcepibili baggianate e di una legislazione oscena e aberrante sotto ogni profilo, sublimazione dell’incertezza e regolata dall’arbitrio.
E qui mi si consentano alcune riflessioni sul metodo usato ieri dal capo del Governo: al di là di ogni considerazione di carattere politico, ciò che risalta oggettivamente è la sicumera con la quale, in plurale maiestatico, egli si è espresso; con toni arroganti misti a vocaboli da tabloid, ma anche saccenti, autocratici, dismesse le vesti dell’“avvocato del popolo”, egli si presenta come lo “psicologo del popolo”, come una maestrina moralizzante, che per di più minaccia nuove sciagure se non si seguiranno i suoi (eterodiretti) consigli.
La premessa metodologica è essenziale: la conferenza stampa inizia dicendo che non è bene interrogarsi sulle responsabilità, che non è opportuno cercare dei soggetti imputabili… nessun senso critico per gli italiani. Solo ubbidienza. Si “concede” di avere delle libertà, ma non tutte, solo alcune. Si “concede” di avere dei sentimenti, ma non tutti, solo alcuni. Si “concede” (come ai parenti dei carcerati) di “poter” vedere i “congiunti”, ma non tutti, solo alcuni. Come facendo stendere ciascuno di noi sul lettino dello strizzacervelli, e ipnotizzandoci con la paura del contagio, Lui ci psicanalizza e ci dice che non dobbiamo vedere nemici, che non dobbiamo interrogarci sui perché (perché è inutile, c’è Lui, Lui-può- e-sa-tutto) ma che il nostro “bene” consiste nell’ubbidire ordinatamente ai dettami della dittatura sanitaria, nell’irreggimentarci nella nuova gerarchizzazione valoriale di questa realtà distopica, dove la salute è superiore alla Vita. Allineamento e normalizzazione sono le nuove sole parole d’ordine, categoriche, e impegnative per tutti.
Su tutto e tutti vigila il Komitato, l’astratta entità onniregolatrice come il despota di Orwell: il Komitato solleva criticità; il Komitato regola la nostra vita intima e la nostra vita pubblica; il Komitato sospende il concordato e deroga al diritto internazionale; il Komitato è il nuovo parlamento; il Komitato reputa patogena la partecipazione ordinata alla messa ma non altrettanto patogeno il 25 aprile, il Komitato, il Komitato, il Komitato.
Assistiamo al trionfo della tecnocrazia e del funzionalismo su tutto. Mentre l’Uomo è un’ameba che va diretta, ordinata, inquadrata, mediante l’applicazione pedissequa delle tenebrose circolari dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, i Signori Superiori Invisibili, che ci vuole tutti con l’app di mappatura, la nuova stella gialla a sei punte che assicura il nuovo ordine mondiale.
Ed ecco che arriva poi il nuovo mantra di stampo pseudo-patriottico: “Se vuoi bene all’Italia mantieni le distanze”. Allora forse è arrivato il momento di seguire davvero questo invito, e quindi, se vogliamo il bene dell’Italia e nostro, prendiamo le distanze da questa visione ideologizzata, non allineiamoci al pensiero unico, difendiamo la civiltà di valori e di principi di dignità, riconquistiamo la perduta libertà, non uniformiamoci alle leggi irrazionali e immotivate, pur con la prudenza che solo il buonsenso esige.
E se vuol bene all’Italia e agli italiani, se vuole davvero il “bene” dell’Italia che il Concordato ha restituito a Dio, la Chiesa italiana respinga con forza la norma impostale, non a parole ma coi fatti e non si renda ancora complice di questo operato totalitario; invochi il rispetto degli Accordi vigenti (e dei diritti costituzionalmente garantiti) e si faccia garante, mediante la sua struttura istituzionale, delle cautele igieniche prudenziali senza scadere nella misofobia. Esiga che lo Stato metta a disposizione tutti quei mezzi di igienizzazione opportuni per esercitare serenamente il diritto soggettivo della libertà religiosa presidiato dalla Costituzione. Non chieda “autorizzazioni” a vivere liberamente, ma piuttosto esiga che nessun cittadino sia discriminato o mortificato nel rispondere al vigile o al poliziotto di turno “Vado a Messa”; esiga che nessuno possa multare il cittadino che esercita un diritto che la Costituzione considera inviolabile. Viva e regoli autonomamente la sua vita sacramentale, si riappropri della sua vita pastorale, non sottostia a nessuna trattativa né ad alcun protocollo di dubbio genitore. E soprattutto difenda i suoi sacrosanti diritti perché coincidono coi diritti di Dio. Questo è l’unico modo per il quale poter uscire dalle asfissianti sabbie mobili in cui si è ficcata.
Per cui, senza aspettare domenica prossima e senza aspettare che qualcuno lo “consenta”, già da domani si suonino le campane, si aprano le chiese, si mettano i cattolici nella condizione di esercitare liberamente i propri diritti e di recarsi in chiesa a celebrare il giorno del Signore con compostezza e prudenza, uno per banco, ordinati, così come sempre nella storia ha dato mirabile esempio di coerenza e civiltà, moltiplicando naturalmente le messe d’orario.
Non abbiamo bisogno del permesso di nessuno per essere cattolici e dimostrarlo, e lo dice il nostro diritto, tanto positivo quanto naturale.
Chi ancora crede di poter risolvere la questione mediante “negoziati” altro non fa che assecondare un regime illegittimo che vive nell’illegalità e che ha alterato e scardinato il sistema di coordinamento previsto dal nostro ordinamento giuridico (motivo per cui auspichiamo quanto prima l’intervento degli organi preposti alla vigilanza della garanzie costituzionali).
Nota estetica di chiusura: forse non tutti sanno che il capo del Governo manda in onda le sue verbose e caotiche conferenze stampa dalla “Sala delle Galere” di Palazzo Chigi con alle spalle la copia di un affresco di Raffaello che trovasi in una delle lunette della Stanza di Eliodoro del Palazzo Apostolico Vaticano raffigurante il Pontefice San Leone Magno (coi tratti di Leone X) all’atto di fermare, nel 452, Attila, re degli Unni, che dopo aver minacciato i diritti inviolabili della Chiesa, di lì a poco morirà per una violenta epidemia di malaria.
Chi ha orecchi per intendere, intenda.
Fabio Adernò
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Tag: adernò, cei, conte, coronavirus
Categoria: Generale
Conte è ricevuto da Bergoglio, ha studiato usufruendo del collegio Nazareth, è stato pupillo del Cardinal Achille Silvestrini e si è premurato di partecipare al suo funerale È da un po’ che mi è venuto un sospetto: non è che la mafia di San Gallo e nomi ne abbia scelto due? Se ci pensate sono uno la fotocopia dell’altro: bugiardi, assetati di potere e inamovibili
Che strani tempi che viviamo, anche i sogni diventano bizzarri. Ho sognato, infatti, che dopo aver impedito le funzioni religiose della Santa Pasqua (nel sogno era evidente che era tutto stato programmato prima), i vertici del Vaticano hanno fatto di tutto perché anche la messa di Pentecoste non venisse celebrata. Poi ho visto un uomo che dandomi le spalle mi ha detto che la domenica di Pentecoste non bisognava celebrare la Santa Messa perché il Santo Spirito avrebbe impedito allo spirito del mondo di operare. Infatti, doveva sorgere sulla scena pubblica l’anticristo.
Credetemi, è stato un sogno bizzarro, ma ha lasciato in me una sensazione che non so definire: sicuramente non piacevole.
Anch’io faccio spesso un sogno, e cioè che i “vertici del vaticano” non sono più, da 60 anni, i vertici della Chiesa Cattolica.
L empio tiranno di santa Marta, con i vescovi sodali ridotti a mandarini cinesi, ha violato una prescrizione del Sacro Concilio di Trento che prescrive la confessione e la comunione una volta l’anno almeno a Pasqua. È evidente che la messa in TV non ha valore, non è sufficiente ad assolvere il precetto . L ‘adoratore degli idoli è incorso nell’anathema sit stabilito da un Concilio Ecumenico
Perfetto! Il Concilio di Trento è il Concilio Cattolico. Il vaticano II è stato un colpo di stato.
Egregio avvocato Adernò la ringrazia per la sua acuta e profonda disanima!!!lei ha saputo argomentare e spiegare benissimo la situazione e condividi ogni riga del suo intervento!!!GRAZIE!!!
Ho letto tutto d’un fiato l’articolo dell’Avv. Fabio Adernò.
Merita una standing ovation, con 35 minuti di applausi sperticati.
Mi chiedo solo perchè non si trovi chi investa la Corte Costituzionale della grave lesione del diritto avvenuta in questi due mesi.
Questa è bella ! Imam Pallavicini a Bergoglio 1 a 0 .
(Bergoglio bisogna scusarlo : è ancora apprendista imam )https://www.ilgiornale.it/news/cronache/imam-attacca-nessun-dialogo-coi-musulmani
Nel sottoscrivere parola per parola l’intervento dell’avv. Adernò, volevo fare una considerazione su un diverso piano. E’ mai possibile che nella Chiesa non ci siano competenze adeguate (scienziati, medici, virologi, ecc.) da mettere in campo per poter controbattere nel merito e confutare le tante idiozie sfornate dal “Komitato”?
“La Chiesa Italiana non ha alcuna volontà di strappare col Governo…..” ecco cosa si è affrettata a dichiarare la CEI alla stampa, attraverso il suo portavoce, Don Ivan MAFFEIS, in seguito alle dichiarazioni “pro Governo” rilasciate stamattina, durante l’omelia a Santa Marta, dal suo datore di lavoro.
https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/22314102/papa_francesco_vescovi_messe_omelia_cei_rispettare_regole_governo_coronavirus.html
Per forza , se lo sono allevati in vitro .
@ ADRIANA – Sei sempre precisa e ….. tagliente!!!!
Quando constato nella Gerarchia la sindrome della Yddish Mame nei confronti di Giuseppi e dei suoi fratelli mi
commuovo :-))
@ ADRIANA – Eh sì, ti capisco quando si ha il cuore tenero ……
Il peggio è che satana da sette anni a questa parte si rallegra di ciò che accade nella Chiesa di Cristo. È riuscito a espugnare “Porta Pia” e ha insediato il suo profeta, la prima bestia venuta dal mare, dalla fine del mondo come ebbe a dire. Essa prepara la venuta della seconda bestia, il dragone. Certo ci vuole Sapienza, per poter comprendere! Ma non a tutti è dato il dono dello Spirito Santo, ma solo a quelli che con fede cercano il Signore.
Se la CEI “ulula alla luna”,
Bergoglio fa’ di più si prona al diktat del REGIME:
…
Un vero Pappa. Pappa e Ciccia con Giuseppi/Grillo/Zingaretti/Renzusconi.
Alleanza trono giallo- rosso altare, in attesa che si possa ricominciare alla grande il business dei migranti .Dove li trovano un altro come Giuseppi?
Bergoglio sta impegnandosi a fare ciò per cui è stato messo lì: distruggere la Chiesa. Sappiamo però Chi vince alla fine
Ciò che sorprende è che nessun vescovo, neppure il pur bravo Mons. D’Ercole citi Gesù….
Ma ci ricordiamo che è realmente presente in Corpo Sangue Anima e Divinità nell’Eucaristia?
Ecco il punto centrale da non dimenticare
La Fede Cattolica è l’unica vera, l’unica che salva, l’unica che porta alla Vita Eterna! Non è una opzione religiosa fra le altre.
Che lo stato la veda cosi non stupisce, ma che non se ne ricordino i vescovi……. ah già, il dialogo interreligioso instaurato da concilio…..
Mi perdoni la Madre di Dio se uso una sua frase, ma ci sta tutta! Invece di “non hanno più vino” si deve dire: “non hanno più fede…”.
E la cosa drammatica è che se, allora, la frase di Maria ci portò il primo miracolo di Cristo, la costatazione della mancanza di fede ci porterà bruttissime conseguenze…
Stupisce che poi si stupiscano che le chiese si svuotino. I vertici di una confessione religiosa che affermano candidamente che una religione vale l’altra… a questo siamo arrivati. Il prossimo passo sarà l’ateismo oggettivo.
Al Vaticano piace così tanto la cina, da voler sinizzare l’italia: missione compiuta!
La CEI si indigna con il suo ex chierichetto ( che mette in pericolo l’8×1000)…come il Parroco di Trilussa .
” El chirichetto d’una sacrestia
sfasciò l’ombrello su la groppa a un gatto.
pe’ castigallo d’una porcheria.
-Che fai ?!-je strillò er Prete ner vedello
-Ce vo’ un coraggio nero come el tuo
pe’ menaje in quer modo…Poverello ! –
-Che?-fece er Chirichetto- er gatto è suo ?-
Er Prete disse-No…ma è mio l’ombrello ! –
Il Santo Padre oggi ci ha sistemato tutti, noi, i belati della CEI, l’intervento forte di mons. D’Ercole:
https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2020/04/28/papa-francesco-pazienza-e-obbedienza-con-le-riaperture-dalla-quarantena_a58a4b10-2aa7-4052-a935-6d6ea48f4502.html
Insomma dobbiamo tacere e obbedire: tacere sui silenzi delle gerarchie, obbedire agli ordini del governo…
Il problema del provvedimento CEI, come sempre, è il democristianesimo (molto dem e poco cristiano) insito in certi ambienti, il quale tende ad annichilire sé stesso a vantaggio di qualche beneficio politico a breve-medio termine, senza guardare mai al lungo periodo. Ormai, il Triduo sacro è andato, le porte delle chiese sono andate ben serrate ed è tardi per correre ai ripari, per due motivi.
Anzitutto, perché le trattative (anzi, le imposizioni, ricordando la Costituzione ed il Concordato e minacciando di ritirare il favore) con il governicchio rimpastato giallo-rosso dovevano iniziare il 1° febbraio, non il 26 aprile. E’ tardi chiudere la stalla quando i buoi sono scappati: l’assenza (o quasi) di sacramenti per due mesi ha lasciato una ferita indelebile nelle menti e nei cuori del popolo italiano, tanto che vedo difficile una ripresa della pratica sacramentale anche dopo aver riottenuto il permesso (che non dovrebbe concedere proprio nessuno, men che meno un governo liberal-comunista di uno Stato liberal-agnostico, ma tant’è) di celebrare. Purtroppo, è così: l’assenza di sacramenti non ci ha reso più santi in questa quarantena, solo più deboli e peccaminosi. E’ l’ennesima dimostrazione che una fede cristiana non basata sui sacramenti non è che apparenza, è debole e destinata a scomparire, come ben hanno dimostrato le varie “chiese” protestanti, basate sul bigottismo di Lutero e derivati più che su Nostro Signore.
Poi, perché ormai il governicchio ed il suo leader, il democristiano liberale “Giuseppi” Conte, hanno dimostrato inequivocabilmente che al popolo italiano non gliene frega niente della Chiesa e dei sacramenti. Con chi tratti, coi compagni di merenda che fino a ieri sventolavano le palme in tuo onore nel nome di un immigrazionismo scellerato (che certamente non faceva gli interessi del Paese, di sicuro non quelli della Cattolica con l’importazione di orde di islamici che nessuno si è preoccupato di convertire) e che assicuravano lucrosi business, quando scopri che il loro presunto ascendente (basato sulla presunta religiosità di una presunta buona percentuale della popolazione, quantomeno quanto basta per spostare lucrose quantità di voti) è in realtà un fuoco di paglia, dato che gli italiani si sono scoperti, in generale (vorrei dire all’80%, anche se il 90% mi sembra più realistico), un popolo di ateo-agnostici, al massimo protestanti (vedi per esempio preghiera personale più importante della Divina Liturgia e bestialità simili)? Ma se in questo Paese ha fatto più pressioni (e ottenuto più concessioni!) sul governo la Lega calcio dei nostri vescovi, ad indicare come anche il governicchio ha fieramente, dall’alto del suo liberal-comunismo, preso atto che agli italiani importa più del pallone che rotola che di Nostro Signore, che conta di più la fede calcistica di quella in Gesù Cristo! Ma che volete che gliene importi del comunicato sdegnoso e della velata minaccia di interrompere le opere caritatevoli qualora non vi fosse una celere ripresa delle Sante Messe, quando ormai “Giuseppi” ed alleati hanno dimostrato che (una parte consistente de) i vescovi italiani sono disposti a scendere a patti per un piatto di lenticchie, dal momento che sanno anche loro di non poter radunare una consistente fetta del popolo italiano (anche per averlo preso a pesci in faccia per anni, sull’immigrazione clandestina per esempio)?
Mi dispiace, immagino che qualcuno vorrebbe dei commenti più felpati ed educati ma è impossibile fare meglio di così: prendiamo atto che una ripresa della fede cattolica in Italia, specialmente con questa CEI, sarà difficilmente possibile, perché molti dei nostri pastori si sono dimostrati più proni a trattare col nemico in nome di comuni interessi, influenzati da una certa politica di matrice liberal-comunista anch’essa che di cattolico non ha nulla, che a riaffermare i diritti di Dio ed i doveri del cristiano ed a ricordare a “Giuseppi” Conte che esistono ancora un paio di cosette, chiamate Costituzione e Concordato, che non può permettersi di calpestare. Il risultato è che da una parte sembra che anche la CEI consideri la Santa Messa come un comune “servizio” accessorio, al pari di bar e ristoranti, di cui si può fare a meno, dall’altro il governicchio, in un puro stile dittatoriale, si appresta a fornire al popolino festante panem et circenses, fregandosene altamente di una realtà che (scioccamente) lo aveva supportato fino all’altro ieri, invano aggiungerei.
Infine, una chiosa: non mi si venga a paragonare l’Amazzonia o il Giappone tra il XVII ed il XIX secolo con quanto sta avvenendo, qui ed ora, in Italia ed in Europa. Quelle situazioni sono (o erano) dettate da penuria di sacerdoti, nel caso del Giappone da una vera e propria persecuzione di sangue a viso aperto e nell’Amazzonia attuale, molto semplicemente, dalla mancanza di fede delle popolazioni indigene; da noi, invece, dove i preti (ancora) di solito non mancano, la mancanza di accesso ai sacramenti è intollerabile. Si ricordi, infatti, che due dei cinque precetti generali della Chiesa riguardano comunque il confessarsi ed il comunicarsi almeno per Pasqua, cosa che quest’anno è stata invece espressamente proibita. La fede cattolica si basa sui sacramenti, al pari del Pater, del Credo e dell’osservanza dei Dieci Comandamenti; giustificare la situazione in cui ci troviamo, causata da indebite intromissioni del potere secolare, con situazioni di martirio o di paganesimo diffuso è oggettivamente inqualificabile.
Caro Equesfidus,
tempo addietro io citai sia l’Amazzonia che il Giappone, e feci anche altre considerazioni che oggi, col senno di poi, non rifarei.
Invece, sottoscrivo appieno questo Suo intervento.
Ossequi!
Caro Gzm,
la mia chiosa finale non era rivolta a Lei (peraltro, non ricordo quel commento, anche perché suppongo siano ormai passati diversi mesi), bensì sorge dalla constatazione che molti, troppi cattolici “praticanti” (o sedicenti tali) giustificano i provvedimenti abusivi ed oggettivamente preoccupanti da parte del governo italiano e l’inutilità della CEI (che si conferma ancora una volta come un ente non di origine divina, da sopprimere il prima possibile perché inutile e limitante per l’operato del vescovo nella sua diocesi) con quanto avvenuto in Amazzonia o in Giappone. E’ la classica fallacia di cercare di giustificare il presente prendendo a prestito situazioni completamente diverse avvenute in contesti completamente diversi. In ogni caso, sono contento che si sia ricreduto.
Ossequi anche a Lei.
*Gmz; chiedo scusa.
Ciò che mi ha sconvolto è stata la Pasqua senza S.Messe cum populo, nonostante io abbia preso parte ad una celebrazione clandestina. Roba da uscirci pazzi.
Ora pare che discuteranno di “protocolli di sicurezza”, come se due mesi non siano stati abbastanza per decidere che bisogna usare le mascherine e stare a distanza (perché a questo si riducono i protocolli messi a punto dagli esperti, roba che ci arrivava pure mia nonna); ma cosa succederà non appena il fattore R0 tornerà a salire, avvicinandosi a 1? Chiuderanno tutto di nuovo?
Fino a poche settimane fa lo avrei escluso, non ci avrei creduto, oggi non più: dopo l’enormità sofferta a Pasqua, tutto è possibile.
Che Dio ci assista.
Purtroppo, il governicchio liberal-comunista ha in spregio sia la Chiesa cattolica che il popolo italiano, considerato che non rispetta nemmeno la legge. Il problema (per loro) è che non si rendono conto che, prima o poi, si arriverà alla rivolta popolare, dal momento che, se è vero che il popolo italiano, dopo cinque decenni di follie ecclesiali (acuitesi nell’ultimo decennio), si è scoperto liberal-agnostico, comunque sia gli arresti domiciliari forzati e, specialmente, l’assenza di lavoro porteranno alla povertà diffusa ed alla fame. Già ieri su “La Verità” leggevo che i poveri, in Italia, sono aumentati di 4 milioni (!) negli ultimi due mesi; il fatto che “Giuseppi” ed i suoi sgherri siano più interessati a guadagnare voti (il M5S è in ripresa, dopo quasi sei mesi di caduta libera) e ad annientare gli avversari politici (in primis gli ex alleati di FdI e Lega) che alle reali esigenze degli italiani è un’arma a doppio taglio. Prova ne è che il PD sta già cercando di smarcarsi dagli ingombranti alleati: sono consapevoli che, qualora non riuscissero ad erigere uno scudo penale efficace per la fine dello stato di paura e, soprattutto, venissero associati al governicchio di Conte, verrebbero anche loro inevitabilmente distrutti.
Tolto questo, purtroppo, lo ripeto, lo stato di paura è già penetrato nelle nostre menti. Parlo a partire da me: l’idea di partecipare ad una Messa clandestina mi mette ansia, per il timore dei carabinieri e del virus. Mi rendo conto che è una paura irrazionale (voglio dire, la mortalità del virus, specie oggi, e la sua contagiosità non sono alte, allo stesso modo prevedo che, se tutto va come deve andare, alla fine dello stato di emergenza ci sarà una valanga di ricorsi contro multe e denunce, che saranno tutti o quasi facilmente vinti se esiste ancora un minimo di diritto in questo Paese sciagurato), ma non posso farci niente. Ovviamente, anche di questo dovrà rispondere “Giuseppi” e tutti i suoi comitati (che, come dice giustamente, non hanno preso decisioni particolarmente brillanti; anzi, la loro funzione non è quella, ma scaricare le responsabilità di decisioni scellerate dal Presidente del Consiglio a loro, in uno scaricabarile basato su provvedimenti arbitrari uniti ad una demoscopia ed una tecnocrazia abusive che sono onestamente preoccupanti se non vergognosi).
@ EQUESFIDUS – Analisi accurata ed approfondita ….. come sempre!!! Grazie.
Grazie a Lei.
Purtroppo buona parte dell’episcopato è appunto di provenienza sessantottesca (o degli anni ’70 e ’80, che forse è anche peggio). Perciò, non ci sarà mai quel moto di reazione auspicato, ma appunto solo miagolii conformi all’ideologia religiosa di cui sono portatori.
Ecco, vedete? Anche la Pachamama deve obbedire ai
“para-decreti ” di Conte e della Nomenclatura degli Apparatchik . Insomma , anche la chiesa progressista subisce -dall’interno oltrechè dall’esterno- gli invocati”processi” in cui ,però ora,diventa ” imputata”. Per i progressisti “veri”questa chiesa e Bergoglio sono troppo timidi e pasticcioni. Non hanno ancora riscritto tutta la Bibbia in chiave globalista ! ( Si veda l’articolo di C.Baronio :” I due stendardi “in Opportune-importune ).
Se l’avesse riscritta ,nessuna dittatura avrebbe potuto conte-stare la sacralità delle cerimonie amazzoniche .
Stimata Adriana,
mi permetta un piccolo appunto alla sua lucida nota.
Alla chiesa attuale – che lei descrive come falsa-progressista – questo castighicchio del Covid19 le sta proprio a fagiolo perché sono 60 anni che non SA parlare a NESSUNO e quindi campa di rendita. A quelli che stanno DENTRO o li irrita (i VERI) o li piglia per i fondelli con brodaglie insipide e vomitevoli (gli ipocritici). A quelli che stanno FUORI (la stragrande maggioranza dell’umanità) non importano un fico secco le sue chiacchiere.
Ecco perché ULULANO alla luna o parlano a cul-di-gallina per esternare il loro VITTIMISMO.
Se, inoltre, fosse SOLAMENTE chiesa (cioè né progressista, né semi-progressista, né tradizionalista ma VERA) da mo’ dovrebbe fare mea-culpa per tutti i suoi atti e le sue parole e -conseguentemente – chiudere la serranda, andare a zappare e lasciarci al nostro destino.
ANTONIO CAFAZZO ,
approvo .Un solo appunto : perchè si manda sempre a zappare la gente inutile e dannosa ? Io li manderei in miniera con gli elmetti d’antan o, anche ,in stile progressivo , a pulire la sentina delle navi.
A TG2 POST ieri sera Maurizio Lupi , alla domanda che pensasse delle messe vietate eccetera, risponde con il suo solito tono aggressivo che sembra quello di una persona intelligente ,determinata con le idee chiare .Invece di rispondere alla domanda direttamente , l’ex ministro ciellino grida che si deve prendere esempio da Papa Francesco che ha celebrato da solo in Vaticano ( chissà che voleva dire ??) . E poi si mette a parlare della necessità della riapertura delle scuole paritarie , soprattutto .( quelle di CL suppongo) .
Grazie avv. Adernò!
Per il suo a aiuto. Da quando Napolitano applicò ad Eluna il suo protocollo è apparso chiaro a tutti che la presenza pubblica dei cattolici in Italia necessitava di assistenza legale. Naturale ed ovvio che il passo successivo sarebbe stato la necessità di assistenza legale anche per poter ricevere i Sacramenti.
Ora che Bergoglio in persona per creare la sua Chiesa Luterana, che non crede ai Sacramenti dell’Ordine Sacro, della Presenza Reale Eucaristica, della Cresima, della Penitenza, dell’Unzione degli Infermi, del Matrimonio, ha venduto la Santa Messa in cambio di denaro, il cattolico se vuole accedere ai sacramenti non può che violare le leggi dello Stato. L’odiata Chiesa Romana Costantiniana, quella dell’ In Hoc Signo Vinces, è sepolta. Cara CEI fattene una ragione. Hai già perso i due terzi dei sacerdoti che reggono la baracca. Caro Bassetti presto non avrai più soldi per mantenerli. Hai una sola via d’uscita, partecipare all’apertura delle feste dell’Unità organizzate sui sagrati. E’ l’unico modo per continuare a ricevere, tramite la Caritas, la percentuale sulla tratta dei nuovi schiavi.
Il PD è fuori di testa. Le parrocchie non possono più essere presidiate dai loro infiltrati galoppini, cinghia di trasmissione necessaria al suo potere. Le prediche cattocomuniste dagli amboni ora non ci sono e vanno ripristinate prima possibile. Ma ormai è
TROPPO TARDI. Ora chi vuole restare cattolico sa quali sono i preti che resteranno cattolici. Sono quelli che in questo momento hanno rischiato pagando in proprio. Gli altri presto si spreteranno e si dedicheranno al volontariato dell’ARCI. Ma è per voi cari Vescovi ruffiani de cattocomunista traditore Bergoglio che non c’è più posto. Da questi sacerdoti, sostenuti economicamente e logisticamente direttamente dai fedeli, con gruppi di avvocati che li indirizzano, attorno all Benedizione Eucaristica e all’Esposizione del Santissimo, sta rifiorendo Santa Romana Chiesa. Da lì alla deprostantizzazione del rito col ritorno al vero rito cattolico per la Santa Messa il passo sarà breve.
Grazie Berghy! Sei una Benedizione!
Per la foga non ho riletto, scusate gli errori di battitura.
cara CEI, ora è troppo tardi, avete rinunciato da diversi anni alla guida della barca di Cristo, avete voluto guidare una vostra barca, per accogliere gli onori del mondo, ora essa fa acqua, e su questa vostra nuova barca non c’è Gesù seduto a poppa, perché l’avete chiuso fuori, voi avete deciso che poteva starsene in disparte, fino a vostro nuovo ordine. Un Cristo ai vostri ordini .? ..brutto risveglio!
Hanno massacrato Salvini…ma la sinistra può tutto.
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2020/04/il-governo-non-apre-le-chiese-e.html?m=1
L’omelia di oggi a Santa Marta è tutto un programma:
“In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni”-
Obbedienza alle disposizioni…
Riportiamolo in psicoterapia!
Come è possibile avere simili sdoppiamenti?
Prima chiede al card. De Donatis di chiudere le chiese di Roma, dopo pochi giorni lo sbugiarda criticando la chiusura delle chiese della diocesi.
Il 17 aprile dice che la Chiesa non può essere virtuale e, adesso che i suoi leccapiedi alzano la testa contro il governo, li smentisce e chiede obbedienza.
Boh!!!
L’omelia di stamattina è uno strazio, non solo per questo , ma per l’infimo livello di tutto il contenuto. La perla per me è là dove, dopo aver citato gli Atti degli Apostoli e alcuni brani dei Vangeli, dice: –anche nella Bibbia ci sono fatti come questi– citando il libro 1Re , Deuteronomio e Ester . Come se la Bibbia fosse solo l’Antico Testamento e i Vangeli e gli Atti fossero un’altra cosa. Nemmeno le vecchie “maestre di dottrina ” degli anni 30 avrebbero fatto errori di questo tipo.
mi ricollego a Enrico. Ecco quello che hanno raccolto i cattolici comunisti, quelli al governo, ma anche quelli nelle sedi episcopali, nelle parrocchie, nei conventi, nei monasteri… Mentre il 25 aprile sfilavano centinaia di fedeli della religione rosso fuoco, giacobina, furiosa e sterminatrice di persone e sacerdoti inermi, che loro hanno abbracciato fin dalla finta consacrazione sacerdotale al principe delle tenebre, sacerdoti veri, solitari, intrepidi, con in mano l’unica “bandiera” che conta per un cattolico, venivano molestati, bloccati, perseguiti.
Bellissima dissertazione che condivido in toto; ma quando ci sarà la prevista,magari in autunno, seconda ondata dell’epidemia e sarà necessario un secondo lock-down come si comportera’ la Cei?
Lei è sicura che ci sarà? Io penso di no.
Il virus non scompare; con una maggior circolazione delle persone e il clima invernale una recrudescenza è altamente probabile.
Ci sono pareri, anche autorevoli, molto diversi.
@ RAFFAELLA – Secondo me seguirà le indicazioni odierne di Bergoglio: ” …. obbedienza alle disposizioni…..”.
Grazie per i suoi articoli sempre puntuali che condivido in toto.
L’unica cosa, e non sono una bacchettona, sono alcune pubblicità non proprio in linea con quello che crediamo, come quella di oggi.
Capisco che bisogna pur fare i conti con i conti (oltre che con Conte) ma sarebbe meglio non rovinare gli interventi con certe proposte pubblicitarie.
Buona giornata
Giovanna
Cerco di fare controllare più che posso dal webmaster – c’è un’agenzia che mi cura il sito, che se ne occupa – quello che appare, e bloccano una quantità di cose. Purtroppo qualcosa si infila per vie traverse. Sono subdoli…:-)))
@ DOTT. TOSATTI – In questo caso, più che subdoli, sono espliciti.
Sono subdoli a aggirare i filtri che sono stati messi.
@ GIOVANNA – Ha ragione, condivido: occorrerebbe verificare, prima di accettarla, che sia in linea con gli orientamenti del blog.
Bergoglio che, con una parola, si libera di personaggi scomodi, chiude i battenti di una congregazione, rimuove o trasferisce cardinali, riduce sacerdoti allo stato laicale, definisce ” clericali e sgranarosari” i cattolici che cercano di difendere con i denti l’autenticità del Cristianesimo perchè, in questo caso, non ha alzato la sua voce contro il provvedimento di Giuseppe Conte?
Lo farà un’altra volta. Oggi doveva predicare contro il chiacchiericcio.
Perchè Conte ha concordato direttamente con lui la soppressione a tempo indeterminato della Santa Messa. Ricevendo dal Bianco Traditore il potere di negare i Sacramenti ai cittadini italiani.
grazie infinite, caro Avvocato, per il suo articolato contributo.
A cominciare dal Pontefice Regnante, invece di tirare giù il bandone e chiudere bottega, la Chiesa avrebbe dovuto fin dall’inizio rivendicare la propria autonomia e indipendenza dallo Stato, e gestire Chiese e Messe col buon senso di ogni servizio indispensabile. E se lo Stato insisteva, zac!… una bella scomunica ai governanti massoni, intanto, e poi si stava a vedere.
Tanti martiri sono morti per questo, e di questa resa non c’è un precedente di rilievo, in 2000 anni di storia:
https://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2020/03/30/covid-19-approccio-diverso-tra-i-tempi-di-san-carlo-borromeo-e-quelli-di-oggi/
Ma, per far questo, ci sarebbe voluta una gerarchia con gli attributi… e la fede.
@ PIER LUIGI TOSSANI – Hai ragione. In duemila anni di storia non si è mai vista una Chiesa ridotta in questa maniera!!! Senz’altro in passato non abbiamo avuto tutti Papi santi (basti considerare Papa Alessandro VI – Borgia) ma tutti hanno sempre avuto coscienza di come il loro ruolo fosse legato ad un inalienabile vincolo: la strettissima osservanza e trasmissione della dottrina tramandata dai Santi Padri della Chiesa. Per la prima volta, nella storia, il Vaticano ha cominciato a godere dell’appoggio dei grandi poteri mondialisti, ha approvato “certe” ONG e, come ha dichiarato recentemente “Avvenire”, auspica ” un Nuovo Ordine Mondiale”. Per la prima volta, inoltre, l’attuale clero può contare sull’appoggio di èlite intellettuali atee o tradizionalmente anticattoliche mentre il Vicario di Cristo appoggia apertamente sia i partiti che posizioni di Sinistra, parla attraverso l’ateo dichiarato Scalfari, loda pubblicamente gli abortisti Pannella e Bonino.
Come mettere un argine a questa situazione? Bloccando l’azione deleteria di chi la sta provocando. Ma come? Senz’altro non si può far leva sull’opposizione di molti consacrati alle eresie di Bergoglio in nome della fedeltà a Cristo : troppi interessi da difendere!
Si può solo sperare che il “SISTEMA” che ha portato alla nomina di Bergoglio ( e che già comincia a dare segnali d’insoddisfazione verso il proprio eletto) lo avvolga tra le sue spire fino a che, per sopravvivere, lo stesso si veda costretto ad abdicare.
Sì, ma con il rischio di ritrovarci un satrapo, magari più cinico ed efficiente e, anche se può apparire improbabile, ancora peggiore di questo…
@ CLAUDIO GAZZOLI – Concordo. Le prospettive, per il dopo – Bergoglio, non sono molto rosee, visto il daffare che si è dato lo stesso nel nominare cardinali “…. secondo il suo cuore….” che credono che l’unico peccato, ormai, sia quello ecologico e che hanno ridotto la fede cattolica ad una ….. palude teologica.
“I vari Del Rio, Bonetti… i cattolici adulti che si rammaricano e dissentono con tutta questa mancanza di rispetto nei confronti della Chiesa italiana e del sentimento religioso dei cittadini. Ci chiediamo dove siano stati finora”. Beh, caro avvocato, dove vuole che siano stati? Al governo! Perciò a che la Sua meraviglia? Lei li appella “cattolici adulti” mentre, più appropriatamente, sono cattolici comunisti, un ibrido melenso-dittatoriale che non da oggi sta devastando la Chiesa e l’Italia. Invece, davvero azzeccato quel “la CEI ulula alla luna”, visto che l’ululato è il verso dei lupi. E ormai solo i ciechi, che sono molti, non si accorgono dei lupi travestiti da agnelli (vedi per esempio i Paglia e i Ravasi) che indisturbati devastano il Sacro Ovile.
Magistrale!
Perché ululare alla luna adesso, “doppo le foche” ? Magari perché si avvicina bene o male il tempo in cui si compilano le dichiarazioni dei redditi (poveri redditi da reclusi affamati), e si firmano le caselle dell’ 8 per 1000 ?