MESSA NEGATA. LA SINDROME DI STOCCOLMA DELLA CEI .
17 Aprile 2020
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, come sapete sembra che siano in corso contatti e colloqui fra la Conferenza Episcopale Italiana e il governo per gestire la questione religiosa nella attuale fase della pandemia da coronavirus. L’avvocato Fabio Adernò, che i lettori di questo blog conoscono, ci ha inviato una riflessione, come sempre estremamente puntuale e ricca di spunti. Buona lettura.
§§§
In ordine all’agenzia battuta qualche ora fa dall’ANSA (v. qui) e rintracciabile anche su Avvenire (v. qui) circa una ipotesi di “trattativa” tra la Conferenza Episcopale Italiana e il Governo circa il ritorno all’esercizio ordinario del culto pubblico in Italia per la cosiddetta “fase 2”.
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Al di là delle note considerazioni sull’autonomia della Chiesa nei confronti dello Stato, premetto che la Chiesa italiana non avrebbe, né in diritto né in fatto, nessun tipo di esigenza di concordare una “strategia comune” con il Governo, né dovrebbe – avendo piena avvertenza di ciò essa è come Istituzione teandrica e del fine che deve conseguire per mandato divino – scendere a patti per scegliere “cosa” debba essere lecito fare e cosa non, per il semplice motivo non è certo da un dialogo con lo Stato che può venir fuori una definizione del problema di cosa possa essere necessario al bene spirituale dei fedeli.
Ma posto che sulle cose si ragiona in base a come sono (e non a come dovrebbero essere), vengo alla questione della “trattativa”, anche se già il termine mi sa tanto di sequestro degli Anni di piombo.
Innanzitutto – onestamente – preferirei che tale trattativa fosse pubblica, cioè vorrei tanto che la Conferenza Episcopale Italiana esplicitasse (pubblicandole) le proposte presentate al Governo e non si limitasse a offrire delle ipotesi “in pillole”. Ciò anzitutto favorirebbe la trasparenza (sicuramente più opportuna rispetto ai penosi rendiconti sbandierati circa le opere di carità svolte per fronteggiare l’emergenza sanitaria) e obbligherebbe in coscienza l’Esecutivo a prendere maggiormente in considerazione le proposte che la CEI presenta, non tanto per questioni materiali e ristrette ad un ambito meramente amministrativo, ma piuttosto in ragione del comune bene spirituale dei fedeli ad oggi palesemente valutato come inversamente proporzionato ad altre esigenze materiali.
Qui mi si consenta un inciso: presso alcuni colleghi che paiono essersi allineati non solo alla lettera ma anche alla spirito (parlare di ratio sarebbe un po’ forzato) della legislazione dell’emergenza sembra aleggi l’idea che, in ragione del noto (e spesso abusato) principio del dualismo cristiano (cfr. Mt 22, 21), il perfetto adeguamento convergente delle due istituzioni coinvolte sia assolutamente insindacabile così come si è visto disporsi.
Al di là del fatto che quel principio (sancito, peraltro, dal Signore unicamente per ciò che attiene all’ordine temporale) comporta che Cesare non sia certo esente da dare «quae sunt Dei Deo», è di tutta evidenza che se la CEI avesse voluto davvero essere protagonista nella gestione di questa emergenza non avrebbe dovuto comportarsi come qualsivoglia associazione di pubblici esercenti abbassando le saracinesche all’ora stabilita, ma avrebbe dovuto agire in modo conforme a quella che è la missione della Chiesa nella società. Non mi riferisco ad un incosciente e irrazionale (e quindi anticristiano) “far finta di niente”, ma al dovere di considerare ogni cosa con oggettiva proporzionalità, tentando il più possibile di non privare i fedeli dei benefici sacramentali ma magari moltiplicandoli, così come ha sempre fatto nei secoli, anziché tollerare di imballare la Fede all’interno di uno smartphone, permettendo che fosse ridotta a mera (spesso pietosa e squallida) recita teatrale.
Avrebbe dovuto, anche nei momenti più complessi dell’emergenza, mantenere la barra sulle questioni di principio inderogabili, tollerando magari un accesso contingentato, ma, al tempo stesso, avrebbe dovuto esigere garanzie per i Ministri di culto (tutti, non solo i cappellani degli ospedali) affinché potessero svolgere liberamente il loro ministero (facendo loro concedere particolari deroghe di mobilità); avrebbe dovuto esigere il divino conforto, celebrando almeno un rito esequiale all’aperto per le migliaia di morti che, anche contro ogni volontà, sono stati letteralmente presi in ostaggio dallo Stato e sono finiti inceneriti; avrebbe dovuto invocare il rispetto dei luoghi sacri nei quali, abusando chiaramente del loro potere, spesso la Forza pubblica ha dato assai sgradevoli esempi di zelo poliziesco degno delle pagine più atee della storia; avrebbe dovuto non subordinarsi alle pretese dello Stato circa lo svolgimento dei Riti della Settimana Santa, nella quale poco è mancato che il Viminale indicasse financo il numero di candele da mettere sull’altare; avrebbe dovuto, insomma, impedire che la Religione (e il sentimento religioso in genere) venisse considerata come un qualcosa di assolutamente marginale e inconsistente per l’identità e la dignità di quanti compongono, in modo non distonico, e la Chiesa e lo Stato.
In base alle circostanze, non dubito, infatti, che si sarebbe stati capaci perfettamente di contingentare l’ingresso nelle chiese per lo svolgimento ordinario dei Divini Misteri e si sarebbe potuto svolgere un costante ministero di apostolato, senza far mancare a nessuno il divino conforto, specie in un’ora buia come quella dell’epidemia. Pur evitando ogni impropria equivalenza, non si comprende, infatti, come un impiegato di un supermercato possa essere considerato in grado di regolare il flusso degli avventori ma non possa esserlo egualmente un sagrestano davanti la porta della chiesa, peraltro rispetto a numeri notoriamente inferiori.
Epperò, da queste piccole cose risulta sciaguratamente evidente che il retropensiero che sottende alle limitazioni della libertà religiosa (in tutto il mondo) sia ideologico piuttosto che igienico; e d’altra parte, basta risalire al burattinaio principale (rectius l’Organizzazione Mondiale della Sanità) per capire da quali intenzioni sia animato il tentacolare Leviatano dell’odierna distopica dittatura sanitaria.
E, in via indiretta, anche le stesse parole rilasciate all’ANSA del Sottosegretario della CEI confermano questa lettura: «Con tutta l’attenzione richiesta dall’emergenza dobbiamo tornare ad ‘abitare’ la Chiesa – dice don Maffeis – il Paese ne ha un profondo bisogno, c’è una domanda enorme e rispondere significa dare un contributo alla coesione sociale».
«Tornare ad abitare»: non comporta forse la dolorosa constatazione di averla abbandonata?
In queste parole di evidente gravità, come nelle altre che seguono circa la doverosa attenzione al congedo dei defunti e al conforto spirituale per i loro cari, si ravvisano una preoccupazione e un senso di disagio che certamente sono condivisibili ma che però, dette oggi, assumono quasi i toni d’uno sterile pianto greco per una situazione che, in qualche modo, si è favorita sul nascere, assumendo (irrilevante se fatto in buona fede) il ruolo di meri esecutori di ordini secolari (nonostante siano stati poi stiracchiati in forme pseudo-canoniche), assecondando pretese statali neo-giurisdizionaliste che hanno abusivamente ritenuto (e tuttora, evidentemente, ritengono) la Religione come un fattore accessorio dell’uomo, in una visione chiaramente post-giacobina, materialista e secolarizzata; d’altra parte, la Storia ci insegna che la chiusura delle chiese e la creazione della “chiesa di stato” è sempre stato uno dei primi passi delle rivoluzioni, civili e religiose.
In modo tardivo, dunque, ora si tenta di raccogliere i cocci di ciò che si è rotto maldestramente, ergendo la paura (di essere considerati come incoraggiatori di focolai di contagio? Di essere tacciati di “oscurantismo” pensando alla salus animarum? Di essere considerati come retrivi sol perché si difendono i diritti di Dio?) a criterio valutativo al posto della ragione, e si avverte con preoccupazione il cono di vuoto creato nel contesto sociale con l’assenza della Chiesa dal palcoscenico dell’emergenza.
Eppure, a ben guardare, tale vuoto si è generato anche perché si è vista l’Istituzione, che per secoli è stata sollecita al centro della gestione dei problemi dell’uomo, come automarginalizzatasi, autoconfinatasi in un alveo inconsueto e innaturale, quale quello domestico, e peggio ancora intimistico. Ma ancor più gravemente in quell’alveo solipsistico s’è preteso di rinchiudere Dio, quasi fosse il genio che ritorna nella sua lampada, in un’assai triste fiaba paradigma dell’esistenza umana.
Ma il ritorno alla normalità – se così possiamo definirla – non sarà affatto facile perché il varco è segnato, l’eccezione è stata normalizzata in regola.
Ci è stato detto che l’#iopregoacasa è sufficiente; che desiderare di andare alla Messa pasquale è “da fascisti” e che privarsene non è stata una violenza ma “un atto di generosità”; che è sufficiente la comunione spirituale a colmare il bisogno di Gesù Eucaristia (indipendentemente dalle disposizioni d’animo personali e dallo status di regolarità canonica di ciascuno); che la Messa può bastare vederla in TV (il precetto, naturalmente, è un istituto ormai inattuale); che basta guardare un’immagine sacra e chiedere perdono per essere assolti (o addirittura ottenere il frutto dell’indulgenza plenaria) quasi fosse un rito magico; che la Domenica delle Palme sarebbe bastato mettere davanti la TV una pianta verde per averla benedetta… la nostra è stata trasformata in una religione fai-da-te dove tutto è permesso, tutto è soggettivo, basta che sia “creativo”… insomma tutto il contrario di ciò che è e non può che essere il Cattolicesimo.
Tutto ciò, però, non è l’incubo dei tradizionalisti: queste parole sono state dette, dichiarate, scritte, affermate con sicumera… e non le si può rimangiare. Perché la norma di oggi, è la stessa che ieri era l’anomalia. Come si farà, domani, a tornare a sottolineare (e a esigere) l’osservanza del precetto e delle norme sacramentali ecclesiastiche? Con quale forza si chiederà di ripristinare le prassi di sempre? Andare a Messa sarà forse solo un modo come un altro per passare un’oretta la domenica? La Religione appare sempre più assumere i toni dell’opzione e non della esigenza: sinceramente ciò è insieme intollerabile e affliggente.
E mi preoccupa molto perché ancora oggi sembra non esser chiaro d’aver implicitamente (e certamente inconsapevolmente, per via della paura) favorito il processo di marginalizzazione, con logico conseguente snaturamento annichilente, del fenomeno religioso nella società: infatti, mentre da una parte si esterna l’esigenza di ripristinare il culto, si insiste a ritiene che ciò debba farsi non tanto d’intesa con lo Stato (ormai, del resto, è tardi per ritornare sui binari del sistema di coordinamento), ma piuttosto che sia lo Stato a farlo (ed è irrilevante, ai fini giuridici, che ciò avvenga su richiesta dei Vescovi).
Anziché, dunque, proporre al Governo una trattativa, e dunque contrattare “quali riti celebrare” e quali no, “come” celebrarli e con “quante persone”, la Chiesa – utilizzando l’interlocuzione della CEI – dovrebbe rivendicare la propria autonomia normativa e regolatrice (nei modi e nelle forme stabilite dal sistema pattizio) ed esigere sin da orache dalle disposizioni statali venga cassata la frase che sospende le cerimonie religiose, e soprattutto dovrebbe pretendere che lo Stato nulla dica circa la celebrazione delle Messa con o senza popolo, poiché esso è del tutto incompetente sulla materia (v. qui). Nient’altro, dunque. Nessuna concessione e nessuna proibizione. Solo l’assicurazione che i luoghi di culto sono e restano sotto la vigilanza dell’Autorità ecclesiastica che ne risponderà con la consueta diligenza: lasciare che sia lo Stato a dire ancora una volta qualcosa sul culto sarebbe l’ennesima prova d’una assai pericolosa rinuncia ai propri diritti e ai propri doveri.
Indipendentemente, dunque, dalla progressiva riapertura di varie attività, la Chiesa – che non è un ente di commercio né è un ufficio pubblico dell’apparato dello Stato né è, almeno fino a prova contraria, “Chiesa patriottica” – non dovrebbe scendere a patti come si fosse in un bazar contrattando il prezzo finale credendo di fare un affare (che tale, peraltro, non è), ma dovrebbe solo esigere la rimozione di quel divieto che lede le disposizioni vigenti in Italia a tutela della libertà di culto dei cittadini cattolici, al cui presidio è obbligata.
La Chiesa, d’altra parte, è una istituzione dotata e retta da un sistema giuridico proprio, e per ciò non le risulterebbe difficile dettare norme specifiche che siano volte, con un sano e proporzionato equilibrio, alla salvaguardia della salute del corpo senza mutilare quella dell’anima.
Continuare a pietire dallo Stato concessioni e permessi, quasi fossero dei benefici per privilegiati anziché diritti preordinati e riconosciuti, assume toni inusuali in un ordinamento giuridico pluralista che ha confinato nella storia le aspirazioni giurisdizionaliste decidendo di vivere di un sistema pattizio.
Assecondare questa forma di ingerenza “concessiva”, quantunque apparentemente filtrata da una serie di passaggi interistituzionali, è stato e continua essere insalubre per la reputazione dell’Istituzione stessa, che nei fatti viene considerata assoggettata allo Stato non solo in via di prevenzione (che sarebbe pure ammissibile) ma, vieppiù, in via di normazione interna.
A fronte, però, di quanto dichiarato oggi all’ANSA dal Sottosegretario, appena ieri il Segretario Generale della CEI, Mons. Russo, in una lettera agli Ordinari non ha esitato a inserire la cattura di schermo della risposta fornita sul sito del Governo circa la possibilità di andare in chiesa (sulla quale ci siamo già espressi), rimandando dunque in modo poco dubbio a disposizioni esterne.
Tale allineamento arrendevole persistente, dunque, appare essere fortemente limitativo, e non permette all’Istituzione-Chiesa di affrancarsi dai vincoli nei quali si appalesa irretita.
Non conoscendo i contenuti delle proposte (che peraltro leggiamo siano non ancora definire) da parte dei Vescovi italiani, è giusto concedere il beneficio del dubbio e auspicare che le instaurande trattative Stato-Chiesa si concludano positivamente con un ripristino innanzitutto dell’autonomia gestionale interna del culto e permettendo a ciascun Ordinario di poter regolare la liturgia nella propria Diocesi a norma di diritto in modo proporzionato alle concrete necessità del territorio.
Rivendicare la libertà di culto, sia per l’Istituzione sia per i singoli, non è tracotanza, ma coerenza con la fede professata; stigmatizzare l’infrazione dei luoghi sacri e l’interruzione dei legittimi atti di culto è un obbligo; evitare che altri sacerdoti e altri fedeli incorrano in misure sanzionatorie sol perché dimostrano di essere credenti è un dovere che i Pastori hanno nei confronti dei loro interlocutori, specie in una Nazione che tutela la libertà religiosa come un diritto soggettivo prestatale.
I cattolici, d’altra parte, non sono soggetti disordinati né disubbidienti, e credono in Dio in modo razionale, senza isterie né squilibri. Ma a nessuno è lecito abusare di questa docilità.
Ciò che si auspica, dunque, è un dialogo a testa alta su questioni di una evidente gravità, smarcandosi da questa sorta di inquietante sindrome di Stoccolma nei confronti del Governo nella quale sembra essersi avviluppata la Conferenza Episcopale Italiana.
Fabio Adernò
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Categoria: Generale
Mi sembra inutile discutere ad oltranza su questioni di forma. La Santa Messa non è abolita perché viene celebrata, ma di fatto non è accessibile per noi fedeli. Era veramente necessario o è un utile escamotage per finire di distruggere…che cosa ? La Chiesa? Sarebbe dunque un suicidio per così dire assistito ? Uno stato cattocomunista che aiuta la Chiesa modernista a morire in modo indolore,complice un morbo provvidenziale?
A mio parere, il problema è tutto qui.
Quando usciremo a riveder le stelle, vedrete quanto pochi saranno i fedeli in chiesa, perché molti si saranno convinti che in TV è pure meglio…
Ha ragione, per una volta, Bergoglio a dire che tutto questo portera’ad una religione gnostica. Ma perche’l’ha detto se lui stesso ha contribuito a tutto questo? Misteri dello sdoppiamento di personalita’. Comunque il pericolo di una esoterica smaterializzazione , di uno scomparire nell’intimo e nel virtuale, della fede dei cattolici, deve aver fatto venire in mente ai pastori che ci guidano che la smaterializzazione potrebbe anche esserci nelle finanze e risorse pecuniarie vaticane. Insomma a Messa virtuale, contributo economico virtuale . E questo deve averli un po’ schoccati : perche_se si smaterializza l’Obolo di San Pietro o gli altri dane’ che arrivano ai preti, allora si che……. non c’e’piu’religione !
Rispondo un po’ a tutti i commenti, ma sopratutto a chi dell’ anticristo ha dimostrato poca conoscenza e poco timore.
“Fate questo in memoria di me ….” Lc 22 – Mc 14 – Mt 26
Si la sospensione del Sacrificio Eucaristico è Apostasia della gerarchia ecclesiale ed spiana la strada, anzi splanca definitivamente il portone del fortino, all’ anticristo ed alla sua cultura omicida e menzoniera.
Tutto è cominciato con PIO XII quando non era ancora Papa, la firma del Il Reichskonkordat è il concordato tra la Santa Sede e la Germania nazista. Fu firmato il 20 luglio 1933 da Eugenio Pacelli, e da Franz von Papen per conto rispettivamente di papa Pio XI e del presidente tedesco Paul von Hindenburg. Il concordato fra i due paesi è tuttora valido, scopo autonomia e denaro.
Segue il Concordato Lateranense tra Stato e Chiesa 11 febbraio 1929 rinnovato nel 1984, anche qui privilegi ecclesiastici e denaro ma sopratutto SOTTOMISSIONE ALLO STATO ATEO di coloro che hanno giurato fedeltà a Cristo.
Da lì poi un sacco di porcherie fino all’ 8×1000 la coda di satana nella Chiesa Cattolica italiana. Lo stop alle celebrazioni non è colpa del COVID-19 ma della paura di perdere l’ 8×1000, sfido chiunque ad affermare il contrario.
In questi 40 giorni si è CONSUMATA L’ APOSTASIA della pseudo chiesa massonico clericale, ed io lo affermo con forza da cattolico adulto.
Vedremo le conseguenze ….
Ora veniamo al valore del SACRIFICIO EUCARISTICO. Mi sembra che anni ed anni di teologia non sono serviti a niente, aveva ragione San Francesco.
La messa celebrata da 1 vale 1. La preghiera recitata da 1 vale 1. “Se due o più persone sono riunite nel mio nome ….” Se il Sacrificio Eucaristico va 1 a infinito allora perchè edificare i Santuari e le Chiese, ma sopratutto perchè istituire i sacramenti, basta 1 solo ed unico sacrificio, quello sulla Santa Crocce di Cristo.
Purtroppo non è così, è la parabola del BUON PASTORE che ci indica che il pastore cerca anche una sola pecora dispersa.
Togliere l’ Eucarestia in tutto il mondo agli uomini equivale a togliere DIO al gregge. Ecco l’ APOSTASIA.
E’ un peccato contro lo SPIRITO SANTO COVID o non COVID pandemia o non pandemia.
Un Vescovo che non celebra la Santa Messa per paura di qualcosa, ancor meno per la paura di una malattia o della diffusione della stessa …. è un IPOCRITA senza FEDE destinato all’ inferno.
“Vi vomito perchè non siete ne caldi ne freddi …..”
Che poi a questa decisione della CEI abbia senz’ altro partecipato il Papa con il suo silenzio-assenso è tutto un programma: QUELLO DELL’ ANTICRISTO !
AMEN
http://www.gesuperultimo.org
“Si la sospensione del Sacrificio Eucaristico è Apostasia della gerarchia ecclesiale ed spiana la strada, anzi splanca definitivamente il portone del fortino, all’ anticristo ed alla sua cultura omicida e menzoniera”
Ovviamente non è il Sacrificio Eucaristico ad essere stato sospeso. Falsa la premessa, false le deduzioni conseguenti.
Spero che Marco Tosatti, Cesare Baronio e don Ettore comprendano il perché della mia pretesa di rigore terminologico.
Grazie e buona giornata a tutti.
Bergoglio in arte Francesco parlando ai seminaristi scozzesi che gli han portato in dono una bottiglia scozzese: L’ Whisky è la vera acqua santa!
Eh ma ha ragione :))) io però preferisco il bourbon. Più aromatico
Il prossimo saluto papale alla fine dell’ Angelus potrebbe non piu’ essere “buon pranzo “ ma “ cin-cin “ “ Prosit” Alla salute!
Na sdarovie !
🤪🤪
Se lo fa diventò il suo fan numero uno e treni chi oserà criticarlo
@ Marco Tosatti
p.c. @ Cesare Baronio
Gentile Tosatti, mi duole che l’aver stigmatizzato due affermazioni gravi e false del famoso Cesare Baronio, abbia provocato un vespaio.
I punti in questione sono due e molto semplici:
a) affermare che togliendo il popolo dalla Messa si preluda all’avanzata dell’anticristo è aberrante. E questo CB ha detto, purtroppo. Molto meglio quando da buon tradizionalista difendeva proprio la piena validità redentiva e salvifica ella messa senza popolo, in contraddizione con frate Cavalcoli. L’ANTICRISTO E SATANA SONO SCONFITTI DAL SACRIFICIO DI GESÙ E DA NIENT’ALTRO. E QUESTO SACRIFICIO AVVIENE E HA PARI EFFICACIA, CON E SENZA LA PARTECIPAZIONE DI PERSONE DIVERSE DAL SACERDOTE. Il problema può spostarsi sul tema della santificazione invidiare (di coloro che non partecipano) ma questo è un tema diverso;
b) CB ha basato i suoi primi messaggi sulla falsa affermazione secondo cui i Vescovi avrebbero abolito la messa tour court e addirittura la confessione. Quando un personaggio così titolato fa affermazioni così mendaci su un mezzo divulgativo come un blog, è giusto riprenderlo e smentirlo con la necessaria perentorietà. Tanto più se si vede gente che lo approva senza nemmeno aver colto il mendacio o l’aberrazione teologica.
Spero comprenda che l’esigenza di intervenire non era dettata da intenti provocatori, ma dall’interesse inderogabile di evitare che si diffondano messaggi sbagliati.
@ don Ettore
Naturalmente non discuto sul fatto che l’autorità di polizia abbia abusato dei poteri vessando alcuni fedeli. Questo però è un discorso diverso e non attiene all’oggetto della mia contestazione.
Quanto alle ipotesi sulle motivazioni dei vescovi, escluso il processo alle intenzioni (diaboliche) sostenuto da Cesare Baronio (che nel farlo dice bugie), la sua ipotesi di vigliaccheria è del tutto plausibile.
Rimane però una congettura, perché si potrebbe anche dire che i Vescovi hanno agito così non per paura personale (di cosa?) ma per evitare di attaccare frontalmente un governo che avrebbe potuto reagire con misure Ancor più vessatorie.
Sono tutte ipotesi e la verità la sa solo chi ha partecipato alle decisioni. Non io, non lei. Forse si saprà.
Lei dice di che cosa dovrebbero aver paura i vescovi. E’ molto semplice: tutto l’ambaradan di riconoscimenti di cui gode ancora la Chiesa in Italia si poggia su un fondamento sempre più risicato. Certo, la posizione della Chiesa è garantita dalla Costituzione e non so se si troverebbe facilmente una maggioranza qualificata per abrogare l’articolo 7 o modificarlo radicalmente. Diciamo che, per il momento, allo Stato non fa ancora comodo dare un calcio nel sedere alla Chiesa, ma il giorno in cui non ne avesse più bisogno sotto l’aspetto sociale, pensa davvero che si farebbe molti scrupoli?
Si parla di trattative: che cosa hanno da mettere sul tavolo i vescovi? Chi rappresentano? Una minoranza ogni giorno più esile.
Ipotesi rispettabile e credibile.
Io personalmente penso a una dinamica diversa, basata sul fatto che lo stato avrebbe qualche difficoltà ad ammettere le messe col popolo e negare le celebrazioni pubbliche di altri culti. Se le ammettesse per tutti (come dovrebbe non essendo uno stato confessionale) a quel punto basterebbe dire che si segue la religione del dio Pan per organizzare un pic nic in campagna o una gita nei boschi. Capisce?
Pensi se lo stato dovesse impiegare le forze di polizia per controllare che i seguaci di tutte le religioni, anche quelle farlocche, si comportano bene. O se si dovesse impiegare la magistratura per decidere se la sanzione data al seguace del dio Pan sia legittima o no.
In questa cornice credo che la CEI abbia cercato di trattare per avere qualcosa in più che niente (chiese aperte con possibilità di andarci, papa sulla TV di stato come il prezzemolo, possibilità di invocare l’esigenza lavorativa per fare operare preti e collaboratori liturgici, ecc). Ora probabilmente stanno cercando di ottenere qualcosa in più.
Naturalmente può valere la critica di Cesare Baronio sulla perdita di status di religione di stato del cattolicesimo, ma il fatto è che il problema si presenta oggi, nelle condizioni di oggi e va affrontato oggi. Non si risolve ragionando di storia o aspettando un nuovo concordato.
PS a volte è tanto il disgusto per il linguaggio burocratico che non vediamo il lato positivo. Pensi al prete sanzionato perché ha dato la Comunione senza rispettare le regole per i prodotti da forno. Al di là della bruttezza del linguaggio e delle opinioni di chi lo ha utilizzato, il dato positivo è che con le dovute precauzioni (che se fossi prete userei a prescindere) la comunione può essere data.
Esistono le religioni riconosciute dallo Stato e non si può creare una religione alzandosi al mattino. Perciò, non mettiamo tutto sullo stesso piano. Per quanto riguarda la Chiesa, io sto dicendo che c’è un episcopato debolissimo, per varie ragioni, e questo mi addolora e mi fa temere il peggio.
La libertà di culto, con le dovute precauzioni, doveva essere lasciata anche agli altri culti, certamente.
Ciò che impressiona, facendo un ragionamento puramente filosofico, è proprio l’insignificanza riservata al fatto religioso in sé stesso. Mi impressiona anche il riferimento che lei fa ai prodotti da forno: ora può essere che in un contesto come questo sia raccomandabile dare la Comunione con i guanti e non semplicemente disinfettanfosi le mani come faccio io, ma questa regola vale solo per oggi o vogliamo applicarla anche dopo, ad epidemia finita, perché qualcuno equiparerà la chiesa ad un panificio? E siccome le ostie noi preti evidentemente le paghiamo, perché non emettere lo scontrino fiscale ad importo zero per ogni ostia? In caso di prete simoniaco.. e magari mettere il bancomat attaccato alla balaustra?
a) affermare che togliendo il popolo dalla Messa si preluda all’avanzata dell’anticristo è aberrante. E questo CB ha detto, purtroppo. Molto meglio quando da buon tradizionalista difendeva proprio la piena validità redentiva e salvifica ella messa senza popolo, in contraddizione con frate Cavalcoli. L’ANTICRISTO E SATANA SONO SCONFITTI DAL SACRIFICIO DI GESÙ E DA NIENT’ALTRO. E QUESTO SACRIFICIO AVVIENE E HA PARI EFFICACIA, CON E SENZA LA PARTECIPAZIONE DI PERSONE DIVERSE DAL SACERDOTE. Il problema può spostarsi sul tema della santificazione invidiare (di coloro che non partecipano) ma questo è un tema diverso;
Ribadisco che non sto parlando della efficacia o della validità della Santa Messa in sé, ma dei frutti di Grazia che essa ottiene ai fedeli. Sono perfettamente d’accordo con Lei che la presenza dei fedeli non aggiunge nulla alla validità del Santo Sacrificio: questi sono spropositi da modernisti che come Lei stesso conferma io ho già contestato più e più volte. Le confermo parimenti che sto parlando della santificazione individuale.
Mi permetto di chiederLe se per Lei è indifferente assistere al Santo Sacrificio di persona o starsene a casa a guardare le Messe in streaming. Per tutti i fedeli questa privazione è dolorosa, anche se la Messa che vedono dal computer è validissima ed assolve perfettamente ai quattro fini del Sacrificio Eucaristico. Così come è doloroso doversi limitare alla Comunione spirituale nel giorno della Pasqua perché ci viene ordinato dal Vescovo.
b) CB ha basato i suoi primi messaggi sulla falsa affermazione secondo cui i Vescovi avrebbero abolito la messa tour court e addirittura la confessione. Quando un personaggio così titolato fa affermazioni così mendaci su un mezzo divulgativo come un blog, è giusto riprenderlo e smentirlo con la necessaria perentorietà. Tanto più se si vede gente che lo approva senza nemmeno aver colto il mendacio o l’aberrazione teologica.
Non ho detto che i Vescovi hanno abolito la messa tout court, bensì che hanno vietato ai fedeli di parteciparvi, e questo è un danno per i fedeli, proprio in relazione alla loro santificazione individuale.
Aggiungo che il numero di Messe celebrate si è comunque ridotto, e questo è avvenuto proprio da parte di chi ritiene che la Messa senza fedeli non abbia valore né utilità. Ci sono molte chiese rimaste chiuse, presso le quali i sacerdoti “binavano” o “trinavano” (come si dice), ossia celebravano una seconda o un terza Messa. In questi casi la chiusura delle chiese ha fatto sì che se ne celebrasse una sola, trasmessa in streaming.
Confermo che in moltissimi casi sono state sospese le Confessioni, così come non viene amministrata l’Estrema Unzione e men che meno la Comunione fuori della Messa. Provate a cercare un confessore in una chiesa e ditemi se non lo trovate con meno facilità di quanto avveniva prima dell’epidemia; provate a chiedere l’Estrema Unzione per un moribondo e vediamo quanti sacerdoti sono disponibili; provate a chiedere di fare la Comunione fuori dalla Messa e – come faceva già prima il 99% dei preti – vi sentirete ridere in faccia.
Credo che si sia capito che da parte mia non c’è né mendacio né tantomeno aberrazione teologica.
@ Cesare Baronio
Caro signore, ci sono voluti botta e risposta e una sua richiesta di non pubblicare i miei messaggi, per riuscire a farla ritrattare e ridefinire il suo pensiero.
I passaggi che ho criticato erano basati su parole sue che le avevo anche riportato virgolettate. Su quei passaggi lei ha basato considerazioni, per così dire, apocalittiche.
Sia meno enfatico e più preciso nel descrivere situazioni di fatto. Oppure sia più disponibile a correggersi o chiarire.
Impari ad essere anche più univoco nell’attribuire colpe: è evidente che se il prete x della parrocchia y è un lazzarone e non si fa trovare per una confessione, questo non discende da un ordine dei vescovi, della Cei, del papa o di mia zia.
Inoltre sia un po’ più oggettivo: tutti sanno che anche in tempi normali è difficile trovare il confessore al suo posto. Alcune parrocchie hanno orari, in altre si deve chiedere in sacrestia, in altre si da un colpo di telefono prima, in altre si va a fortuna. Può darsi che tutto ciò sia negativo, ma non è conseguenza del Covid né colpa del governo né della CEI.
Al massimo il Covid può aver incoraggiato i lazzaroni a imboscarsi meglio.
In ogni caso, quando non trova il prete in tempi di Covid, prima di lanciare accuse, si informi se per caso quel prete non sia in quarantena, in ospedale o morto. Poi accusi, se del caso.
Buona giornata.
IVANO (Liguori), Ofm. Capp. ?
http://www.isoladipatmos.com/domenica-delle-palme-quellobbedienza-tanto-difficile-da-far-comprendere-a-molti-laici-cattolici/
se così fosse…. da che pulpito viene la predica…!
Se n’è accorto persino LUI:
https://www.ilfoglio.it/chiesa/2020/04/17/news/il-papa-avverte-una-familiarita-senza-popolo-e-sacramenti-e-pericolosa-questa-non-e-la-chiesa-313544/
P.S.: avete letto come aveva liquidato il vescovo obiettore? Misericordioso, no?
@ Ivano,
Non conosco i termini della disputa con Cesare Baronio.
Nella mia realtà è impossibile ricevere l’assoluzione perché le chiese sono chiuse del tutto o aperte per poche ore, sconosciute ai fedeli (la diocesi non si degnava di indicare l’orario delle messe festive nel proprio sito web prima del coronavirus…solo appuntamenti pastorali), nel caso la si trovi aperta, non è detto si trovi un sacerdote e, nel caso ulteriore, non è detto che il sacerdote sia disponibile perché potrebbe accusarmi di irresponsabilità, egoismo, fede immatura, superstizione…aggiunga il rischio di trovare vigili urbani che usano il loro potere per limitare la libertà di culto, basandosi su decreti di dubbia costituzionalità (cfr Sabino Cassese, laicissimo), e di fatto non si riceve il Sacramento.
Certo potrei ricevere l’assoluzione via web da mons fiorello, ma non mi fido. L’unzione degli infermi è difficile da ricevere per stesse motivazioni, sia a casa sia in ospedale: la cronaca segnala tanti fatti.
Riguardo alle celebrazioni eucaristiche e al Sacramento dell’Eucaristia: è vero che la maggior parte dei sacerdoti celebra comunque e la Grazia del Sacramento va a beneficio di tutto il Corpo Mistico, ma la privazione personale del Sacramento non è un detrimento di poco conto.
Una cosa è fare di necessità virtù e nutrirsi della Comunione Spirituale (per la quale è necessario comunque essere in Grazia di Dio) nell’impossibilità di accedere alla Comunione Sacramentale; altra cosa è discriminare i bisogni spirituali -sui quali ha autorità solo la Chiesa e non Cesare- rispetto ai bisogni materiali ed equiparare i due strumenti di Grazia. Non ci sono impedimenti per accedere ai beni materiali (supermercati, profumerie, tabacchini, ferramenta… tutti luoghi più pericolosi perché più angusti e nei quali si ha il contatti contatto fisico con le merci), mentre si cavilla pretestuosamente per impedire la frequentazione pubblica di Messe e Sacramenti. Tralascio il caso penoso dei funerali proibiti anche a pochi parenti provvisti di protezioni.
Ad essere benevoli tutto ciò è significativo della fede e della dottrina claudicante di una parte significativa del nostro clero: io mi sento abbandonato e non mi consolo con gli eventuali pochi aspetti positivi di chi sente la sete di Dio nella privazione e scopre la Messa quotidiana via web (beninteso mi fa piacere e la seguo anch’io).
I Sacramenti vanno ricevuti fisicamente, l’avercene privato, di fatto, e aver dato tutto a Cesare è una grave responsabilità dei nostri Ministri di Dio.
@ TOLA AT
In Grecia gli ortodossi non sono messi meglio:
https://greekcitytimes.com/2020/03/22/metropolitan-seraphim-of-kythira-arrested-for-not-adhering-to-government-regulations-regarding-public-gatherings/
Dai, festeggiamo ancora un po’:
Che idea si è fatto delle accuse rivolte in Italia alle Ong che salvano i migranti?
«Al di là del dibattito politico, mi sembra che l’Italia sia dando al mondo un esempio cristiano, accogliendo coloro che, spinti dalla disperazione, attraversano il Mediterraneo in condizioni inumane. Tocca ai leader politici analizzare come affrontare le ondate di immigrazione e integrare, con magnanimità e nel rispetto di una giusta cornice legale. E poi c’è l’atteggiamento di ciascuno: un cuore cristiano non costruisce muri né ostacoli, ma riconosce Gesù sofferente nel migrante».
https://opusdei.org/it-it/article/il-papa-ci-ha-chiesto-di-portare-il-vangelo-dentro-il-ceto-medio/
@ Iginio
Al primo migrante riconosco Gesù nel suo volto, al centesimo migrante continuo a riconoscere Gesù nel suo volto così come al millesimo migrante, al centomillesimo migrante giuro che riconosco Gesù nel suo volto. Ma al milionesimo migrante mi viene un dubbio, un piccolo insignificante dubbio: siamo proprio sicuri che c’è Gesù nel suo volto?
L’Opus Dei è uno dei centri direzionali della criminalità sovranazionale, collegata a ONU e FMI, e supportata da classi governanti corrotte che da tempo hanno stabilito la morte della nostra società. Si è creata una situazione di una gravità inaudita, di cui non si ha però il permesso di parlare.
Grazie per aver riportato l’articolo (anche se dopo la lettura viene la nausea).
Ma ne è sicuro? Non le sembra di esagerare? Suvvia…
Temo di non aver esagerato. Ne riparleremo. Comunque la saluto, dott. Tosatti, e le faccio i miei complimenti per per il blog.
@ Iginio Non so lei, ma io delle ONG me ne sono fatto un’idea da tempo, non so quanto corretta ma so neppure errata: organizzazioni in sinergia palese con i criminali scafisti e comunque agevolatori (del tutto inconsapevoli?) dei loro sporchi affari e guadagni sanguinanti, finanziati (altro che Volontari…) da enti privati che contemporaneamente sostengono aborto legalizzato e pianificazione delle nascite, non soggetti ai Parlamenti nazionali dei cittadini! Si dia piuttosto impulso ai già esistenti Corridoi Umanitari, legali, gratuiti, programmati, sicuri. Si dia ascolto ai Vescovi africani che sono contrari all’emigrazione dei loro giovani! Si usino le Organizzazioni Umanitarie Sovranazionali (di questo si occupino le ONG…) per intervenire e risanare i Campi profughi, orrendamente e prontamente ripopolati subito dopo le partenze dei clandestini. Quanto all’immagine di Cristo sul volto dei migranti, nessuno la nega, ma non certo sul volto di tutti (… vedi violenti, prepotenti, spacciatori, abusivi, inosservanti delle leggi, ecc.) Rispetto le sue opinioni ma chiedo il rispetto e la verifica anche delle mie. Grazie
Su, pensiamo a festeggiare leggendo tutta questa intervista:
https://opusdei.org/it-it/article/custodire-fedelmente-la-fede-non-ti-fa-diventare-ultraconservatore/
Grazie per la chiarezza e la forza delle argomentazioni. Libera chiesa in libero stato senza avere vergogna di Cristo che è e resterà sempre l’Unico Sommo Bene.
L’abolizione delle sante messe segna un discrimine, un prima e un dopo. La Chiesa cattolica in cui siamo statii battezzati è finita. I vescovi e Bergoglio sono uguali ai traditores che che durante la persecuzione di Decio e Diocleziano consegnarono i libri sacri ai tribunali imperiali, Nessuna comunione con i traditori, si dimettano in blocco!
si fidi di Dio…se è cattolico. La Chiesa Cattolica è di Origine Divina…non prevaranno,,,Dio non mente,si fidi.
In totale accordo. Bergoglio & C. avevano l’occasione di mostrare una Chiesa forte e controcorrente, avversa alle logiche del mondo, invece si sono innestati mestamente nella strada comune, come una società filantropica qualsiasi.
D’altronde oggi non va più di moda comandare. Chi esercita un potere lo fa inserendo la propria volontà in un processo oggettivato già in atto e assecondandolo. Così, granello per granello, si è affermato il progetto Nuovo Mondo che oggi domina in totale autonomia (a prescindere quindi da Bergoglio e altri moralisti simili).
“Il mondo moderno ci costringe ad approvare cose che non si oserebbe neppure chiederci di tollerare.” (Gomez Davila)
Solo per una chiesa ormai invasa dal pensiero modernista,protestante e relativista, l’aver tenuto le chiese chiuse a Pasqua, è visto come atto di generosità (così ha ripetuto fino al l’ossessione anche il mio vescovo), non accorgendosi che ha guardato solo ed esclusivamente alla parte umana , sopprimendo il bisogno altrettanto necessario dell’anima. Nemneno ci hanno provato a comprenderlo, nemmeno hanno provato a trovare soluzioni che potessero permettere di accogliere il Risorto. , nessuna voce di resistenza ma resa incondizionata all’umano. Dio può aspettare.
Dio può aspettare che ci su comunichi a lui “fisicamente”, tanto in streeming può andare bene lo stesso;anzi per quei sacerdoti divenuti “protestanti ” non cambia nulla, dato che alla presenza reale neppure ci credono;
Il virus poi è dovuto alle ferite inferte dall’uomo a chi.? Ma a madre terra! Gesù e Maria non c’entrano, soprattutto Maria, quella che cattolici “fanatici” credono corredentrice, ma scherziamo? È solo donna, discepola,meticciata, e pazienza per i dogmi già pronunciati (putroppo non possono eliminarli).
E Gesù vero Dio e vero Uomo?, si dai si può dire, ma sottolineando maggiormente , se non unicamente , il secondo aspetto. Sul primo su può glissare,non così rilevante.
E sempre per quanto riguarda Gesù si raccomanda sopratutto nel parlare della sua Misericordia, di omettere che ha subito la mutazione in “misericordina”. Non consigliabile nominare quindi un “principio attivo” come la Giustizia, ormai non più presente, perché provocherebbe domande sul pentimento, l’inferno, la conversione ecc., pericolose per la “pace interiore” e con effetti collaterali che potrebbero giungere fino ad uno shock che potrebbe causare il risveglio dal sonno anticristico.
MI pare ottimo l’intervento di oggi.
Ora sarebbe interessante portare i pastori (quelli che vogliono!, ad esempio D’Ercole) a riflettere sulle radici del riduzionismo pastorale che ha come base un riduzionismo teologico: Cristo è o no il Salvatore? del mondo o della sola chiesa?
Ci credono ancora i pastori del gregge di Cristo? Il gregge è di Cristo e a lui si dovrà rendere conto.
Von Galen: qualcuno lo conosce?
Non serve più “sparare sulla Croce Rossa”; il sensus fidei del popolo di Dio (quello rimasto, quello vero) non sbaglia.
Ai pastori occorre fare domande; se facciamo affermazioni – pur vere – si irrigidiscono. E’ una legge generale della comunicazione.
Se poniamo domande li orientiamo meglio e facciamo emergere quelli che vogliono capire e quelli che invece vogliono solo difendersi; da chi? da noi? no, forse dalla Verità. Con questi ci vorrà ancora maggior carità.
Faccio fatica anch’io con questo metodo; forse è segno buono, forse è quello che Cristo ci chiede: cambiare il modo di pensare come conseguenza del modo di guardare. Don Alfredo
Lascio volentieri ai Vescovi e Sacerdoti che accettano le decisioni della CEI di “vivere la Pasqua” a fasi alterne e progressive (fase 1, fase 2, ecc), definite da nuovi ritmi e nuove norme stabilite dalla stessa CEI, prive della continuità sacramentale con la Pasqua storica di Cristo e dei simboli della Liturgia, segni efficaci della Grazia. Preferisco tenermi la Pasqua consueta di sempre, vecchia ma giovane, sempre la stessa celebrata da 20 secoli di generazioni cristiane, non ripetuta nel tempo ma sempre unica e immutata, la Pasqua vissuta da Cristo e dagli Apostoli che si ripresenta sui nostri Altari nella Celebrazione della Veglia Pasquale, del Giorno del Signore, di ogni Celebrazione eucaristica. Solo chiedo di non essere chiamato “tradizionalista” o peggio “fascista”. Sembrerà strano ma è uno stupido vezzo ancora abbastanza diffuso, anche nella Madre Chiesa e tra gli stessi Pastori (o mercenari?), soprattutto tra quelli devoti di Pachamama…
Da Santa Marta, oggi. In attesa di verificare il passaggio dalle parole ai fatti.
La “familiarità con il Signore, dei cristiani, è sempre comunitaria. Sì, è intima, è personale ma in comunità. Una familiarità senza comunità, una familiarità senza il pane, una familiarità senza la Chiesa, senza il popolo, senza i sacramenti è pericolosa. Può diventare una familiarità – diciamo – gnostica…
“Dico questo – ha aggiunto Francesco – perché qualcuno mi ha fatto riflettere sul pericolo che questo momento che stiamo vivendo, questa pandemia che ha fatto che tutti ci comunicassimo anche religiosamente attraverso i media, attraverso i mezzi di comunicazione, anche questa messa, siamo tutti comunicati, ma non insieme, spiritualmente insieme. Il popolo è piccolo. C’è un grande popolo: stiamo insieme, ma non insieme. Anche il sacramento: oggi ce l’avete, l’eucaristia, ma la gente che è collegata con noi, soltanto la comunione spirituale. E questa non è la Chiesa: questa è la Chiesa di una situazione difficile, che il Signore lo permette, ma l’ideale della Chiesa è sempre con il popolo e con i sacramenti. Sempre”.
https://www.ilfoglio.it/chiesa/2020/04/17/news/il-papa-avverte-una-familiarita-senza-popolo-e-sacramenti-e-pericolosa-questa-non-e-la-chiesa-313544/
i danni li fa Bergoglio o li autorizza lui.Quando si accorge di aver tirato troppo la cinghia fa finta di fare marcia indietro…non cascateci …è solo per finta,per ingannare.
E’ il classico modo di procedere a passo di pellegrino: due passi avanti e uno indietro. E per non trovarsi spiazzati i suoi sostenitori dovrebbero far proprio il detto militare: prima di eseguire l’ordine, aspettare il contrordine.
@ Giulia Anna Anna
Premesso che quanto a incredulità supero San Tommaso e a riguardo di Bergoglio – in modo particolare – ne ho ben donde, la mia segnalazione è stato un atto dovuto alla completezza dell’informazione. L’omelia di oggi mi pare confermi quanto ho scritto nel precedente commento in risposta@ Cesare Baronio. Attraverso i TG e i servizi giornalistici è passato l’“avvertimento” del papa circa i rischi della sospensione di messe e amministrazione dei sacramenti. E vai con l’irrinunciabile gioco degli specchi!
La strategia è sempre la stessa e in questa mossa specifica intravedo il già visto in quel rapido: chiudete – riaprite (???) le chiese nella diocesi di Roma.
Nel suo: “Dico questo perché qualcuno mi ha fatto riflettere” leggo l’implicita ammissione di essere stato lui – come in qualsiasi atto – il regista di tutto quanto si è vissuto e si sta vivendo nella Chiesa in questa crisi, che ha svelato il dietro le quinte di un panorama drammatico, non solo sotto il profilo sanitario. Un’ ammissione di colpa che i media non coglieranno. A dirla tutta questo non sarebbe nemmeno loro compito, come non sarebbe loro compito enfatizzare tutto ciò che Bergoglio dice e fa, ad eccezione ovviamente dei commenti dei quali dovrebbe apparirne chiaro il carattere. Anche in questa circostanza leggeremo e sentiremo il plauso a un Bergoglio che “riflette”, che sa tornare suoi passi (ma quando, dove e perché?), il plauso per una decisione che si farà passare come “recupero” e… bla bla bla… non nuovo.
E pure questo mi pare rientri in quella che ho definito nel mio precedente commento operazione “rilancio”, in cui si iscrivono – sempre oggi – un biglietto autografo di “ringraziamento” inviato al personale dello Spallanzani e un articolo per la rivista spagnola “Vida Nueva” con il quale lancia un “plan para resuscitar”, dopo il coronavirus. “Un piano per risorgere”. Immodestia a parte, non si abbassa la febbre di protagonismo.
@ Emerito,
i suoi sostenitori sono come imberbi soldatini e ben felici di scattare sull’attenti… o costretti…
@ Cesare Baronio
Mi perdoni, io sarò sordo, ma non sono cieco e leggo bene: lei ha messo in relazione la sospensione delle messe (rectius: della partecipazione del popolo alle messe) con l’avanzata dell’anticristo, che ne sarebbe favorito. Questo presuppone che il sacrificio operato senza popolo abbia una valenza salvifica mutilata. È chiaro che è un’aberrazione.
Due anni fa, per ribattere a padre Cavalcoli (che difendeva l’importanza della messa con popolo tipica del NO) lei ha scritto con decisione l’esatto opposto di ciò che dice ora per polemizzare con la CEI (due anni fa aveva ragione lei).
Quindi non dica a me di non fare il sordo, ma cerchi lei di mandare messaggi coerenti e possibilmente corretti. Non va bene cambiare tesi a seconda di chi è il destinatario della polemica del momento.
Giusto per essere esaustivi, nella sua risposta al mio messaggio lei scrive
“l’abolizione di tantissime Messe e la privazione dei Sacramenti (inclusa Confessione e Estrema Unzione) è una catastrofe spirituale per tanti che muoiono in peccato”.
È di tutta evidenza che lei scrive cose sbagliate – non so se per malizia o per ignoranza della materia – dal momento che tutti sanno che non è stata “abolita” alcuna messa e che i sacramenti imprescindibili per la salvezza (battesimo e confessione) non sono stati affatto sospesi, ma semplicemente sottoposti a misure prudenziali. Quindi, posto che in paradiso ci si può andare anche senza aver mai fatto la comunione (ma col battesimo e la penitenza se si è in età di ragione) la sua accusa ai vescovi (falsamente accusati di aver tolto i sacramenti indispensabili) di operare consapevolmente per mandare le anime all’inferno si risolve in una calunnia gratuita.
Saluti cordiali.
PS immagino che lei, che si propone come alto prelato, celebri tranquillamente messe col popolo. O no?
Caro Ivano, di per sé le chiese sono aperte per la preghiera personale, le confessioni e la Comunione fuori dalla Messa. Purtroppo, però, il clima di terrore e di confusione creato dal governo e l’atteggiamento debole e ondivago della CEI ha fatto sì che quasi nessuno, anche potendolo, riceva i sacramenti e venga in chiesa.
Cesare Baronio ipotizza un piano doloso da parte della gerarchia. A me verrebbe da dire: “Magari fosse così”. La mia impressione, invece, è che ci troviamo davanti a degli ignavi pieni di paura, ricattabili e probabilmente ricattati e con una visione teologica di fatto protestante: non è Lutero che negando l’autorità e la mediazione della Chiesa esalta quella del principe e riduce la fede ad una dimensione esclusivamente personale? Certo, nessuno di loro negherà formalmente le verità proposte dalla Chiesa, ma le diluirà, fino a renderle “innocue”: è quella che mi diverto a chiamare la teologia del “sì, però”, che è molto peggio della contestazione aperta degli anni ’70; una sorta di semiarianesimo. Inoltre,quale autorevolezza morale può esprimere la Chiesa, dopo gli scandali finanziari e sessuali di questi ultimi 15/20 anni? Questi mali, ovviamente, c’erano anche trenta o quarant’anni fa, ma erano nascosti. Il fatto che non lo siano più, unito a quello che sicuramente anche oggi vi siano membri del clero che non si comportano bene concede un grosso vantaggio allo Stato: infatti, pensate che sarebbe così difficile per la polizia o, meglio ancora, i servizi segreti far trapelare la vita scandalosa di tanti chierici a cominciare da Roma? Infine, Infine, il Trattato del 1929 che ha portato alla creazione della Città del Vaticano e il Concordato anche del ’29, ma modificato nel 1984 avevano come base d’appoggio il grande seguito popolare della Chiesa in Italia: l’avevano capito tanto Mussolini quanto Togliatti. La Chiesa di oggi che cosa può mettere sul piatto della bilancia? Un 10-15% scarso di fedeli praticanti che scende, in certe zone, anche al 4%? Forse occorrerebbe rimeditare la domanda di Stalin “Quante divisioni ha il Papa?”. Perché i rapporti internazionali, ci piaccia o meno, sono rapporti di forza e di credibilità.
Caro e reverendo don Ettore,
se lo stress di questi giorni non mi avesse indotto ad usarLe poca carità – per la quale spero d’essermi scusato sul mio blog – avrei forse compreso che quel che di primo acchito avevo giudicato avventatamente come una delle innumerevoli critiche era in realtà un sano e collaborativo segno di disponibilità da parte Sua.
Leggo e condivido in buona parte le Sue osservazioni.
In particolare, è verissimo che “il clima di terrore e di confusione creato dal governo e l’atteggiamento debole e ondivago della CEI ha fatto sì che quasi nessuno, anche potendolo, riceva i sacramenti e venga in chiesa”. Ella concorderà con me, credo, che molti chierici hanno colto l’occasione per sottrarsi ai propri doveri, ma questo può esser attribuito più a scarso senso dei propri doveri di stato e mancanza di disciplina; certamente quasi tutti i sacerdoti non hanno alcuna idea della minaccia che incombe su di loro e che viene da una deep church parallela alla Gerarchia ufficiale e talvolta anche coincidente con alcuni dei suoi esponenti.
Concordo parimenti con l’altra Sua acuta osservazione: “ci troviamo davanti a degli ignavi pieni di paura, ricattabili e probabilmente ricattati”, che è poi quello che ho scritto più volte e che sta sotto gli occhi di tutti. Ma anche qui sappiamo che i cattivi – quelli veri, ispirati da Satana – si avvalgono di subalterni che possono prima attirare nelle loro fila con l’esca del denaro, del prestigio o del piacere, per poi ricattarli e costringerli ad agire secondo un piano che non necessariamente questi disgraziati condividono. Avviene altrettanto anche nella sfera civile, d’altronde. Ampia catalogazione delle dramatis personae è qui: https://opportuneimportune.blogspot.com/2018/12/p.html
Altrettanto vera è la constatazione della demolizione del Cattolicesimo in Italia, leggermente rallentata rispetto ad altre nazioni, ma pur sempre disastrosa: “La Chiesa di oggi che cosa può mettere sul piatto della bilancia? Un 10-15% scarso di fedeli praticanti che scende, in certe zone, anche al 4%?” Occorrerebbe chiarire, però, che questa strage trova proprio nella Gerarchia i propri responsabili, sia per l’aver essi creato una sorta di base dottrinale con le teorie conciliari, sia per averle messe in pratica con una liturgia coerente con esse, sia infine per aver imposto all’Italia la traduzione della laicità dello Stato teorizzata dal Vaticano II con la cancellazione della Religione di Stato, richiesta e voluta dal Cardinale (massone) Agostino Casaroli, Segretario di Stato con la revisione del Concordato, quando il Governo DC/PSI ben si guardava dal pensare metter mano ai Patti Lateranensi. Anche in questo caso l’azione dello Stato vi fu, ma su spinta e incoraggiamento dei reprobi ai vertici della Gerarchia.
Come vede, dopo il punzecchiamento iniziale sull’obediens, ci troviamo più vicini di quel che il burbero Baronio aveva inizialmente immaginato.
Con devota stima,
B+
Non le ho più risposto sul suo blog , ma ho apprezzato molto il suo gesto.
@ Ivano…premettendo che il mio intervento non vuole essere apologia a Cesare Baronio, che non ha alcun bisogno di alcuna apologia, le voglio dire che continua a non comprendere le parole espresse da Baronio.
Davvero non crede che l’assenza delle persone al santissimo Sacrificio sia un danno incalcolabile?
Provi a riflettere sulla cosiddetta economia del Regno di Dio. Ognuno di noi contribuisce, col bene che facciamo, a non solo rafforzare noi stessi, ma a raffrozare l’intero Corpo mistico. Il mio gettare uno spicciolo nel ‘tesoro del Tempio’ arricchisce tutti quanti non solo me perchè tutti i fedeli attingono da quel ‘tesoro’.
Parimenti…chi fa il male non solo toglie forza e riccheza da quel tesoro ma allo stesso tempo da forza e arricchisce la forza del male.
Ora…è da settimane che manca la lode diretta, che a Dio spetta, durante il Sacrificio santissimo. Chi rimedia a questa mancanza? Chi la sostituisce? Io spero che inizi a comprendere quale danno incalcolabile sta subendo la Sposa di Cristo…
E di ogni mancanza di chi deve amare Dio, usufruisce chi Dio non lo ama per proprio ontologico status di male…compreso quel tenebroso figuro che, a io parere, sta acquistando sempre maggiore forza per fare il ‘botto’ della sua manifestazione.
spero di aver contribuito a darle elementi su cui riflettere
@IVANO.
A me pare che il suo beneamato Francesco da questa mattina non la pensi proprio come lei.
Per non farla lunga : questo è il link –> http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200417_lafamiliarita-conil-signore.html
E questa è la citazione di un breve passo dell’omelia:
–Dico questo perché qualcuno mi ha fatto riflettere sul pericolo che questo momento che stiamo vivendo, questa pandemia che ha fatto che tutti ci comunicassimo anche religiosamente attraverso i media, attraverso i mezzi di comunicazione, anche questa Messa, siamo tutti comunicanti, ma non insieme, spiritualmente insieme. Il popolo è piccolo. C’è un grande popolo: stiamo insieme, ma non insieme. Anche il Sacramento: oggi ce l’avete, l’Eucaristia, ma la gente che è collegata con noi, soltanto la comunione spirituale. E questa non è la Chiesa: questa è la Chiesa di una situazione difficile, che il Signore permette, ma l’ideale della Chiesa è sempre con il popolo e con i sacramenti. Sempre.–
“l’abolizione di tantissime Messe e la privazione dei Sacramenti (inclusa Confessione e Estrema Unzione) è una catastrofe spirituale per tanti che muoiono in peccato”.
Non sto parlando della validità della Messa, con o senza fedeli. Sto parlando del fatto che dei fedeli abbandonati a sé, chiusi nelle loro case, assediati dalle notizie terrificanti diffuse ad arte dai media, senza la possibilità di confessarsi e di ricevere la Comunione sono oggettivamente esposti alle insidie del Maligno e alle tentazioni perché vengono privati della Grazia che i Sacramenti conferiscono.
Se io non mi confesso, e non so cosa sia un atto di contrizione perfetta (immagino che nessun sacerdote lo insegni da decenni ai suoi parrocchiani), se muoio in peccato, anche se non voglio finire all’inferno, sono dannato. Questa è sentenza comune dei Moralisti.
Se non ricevo la Comunione, non ho la grazia del Sacramento e sono quindi meno difeso.
Sto parlando della Grazia non in sé, ma nei suoi effetti sul singolo. Ed è evidente: se non servissero i Sacramenti per salvarsi, la Chiesa non avrebbe senso. Andare in paradiso senza sacramenti è impossibile (e chi lo afferma è eretico, si studi la dottrina), perché chi si salva deve appartenere al Corpo Mistico ed essere in grazia di Dio.
Quanto al numero delle Messe, non credo che ci sia una sola persona convinta che tutti i sacerdoti celebrino quotidianamente: non lo facevano prima (soprattutto quelli senza cura d’anime) e certamente non hanno iniziato ora, a fortiori se non devono collegarsi in streaming con i fedeli. Così com’è diminuito il numero delle Confessioni, delle Comunioni e delle Estreme Unzioni. Ci sono Diocesi in cui è stato vietato amministrare gli ultimi Sacramenti anche a chi è in articulo mortis.
P.S. Consiglierei al moderatore di non pubblicare nemmeno interventi provocatori e privi di qualsiasi consistenza dottrinale.
perdoni dr.Tosatti la mia assidua presenza di oggi,ma Baronio sta affermando parole sante e ispirate.La Messa in streaming con privazione dei sacramenti è stato il grande inganno di Bergoglio. Ricordate quando invitò i fedeli a “confessarsi con Dio”,dovunque mi volti in tantissimi ripetono i suoi mantra.Non saremo più quelli di prima.I fedeli ingannati continueranno a seguire i suoi mantra perchè “lo ha detto il papa”…e continueranno a guardarci come sovversivi. Ma neppure io e noi guarderemmo con gli occhi di stima e fiducia tutti i ministri intorno che rivestiti da agnello si sono dimostrati lupi. Ieri sera,dp la Messa “clandestina”il mio anziano parroco,un vero uomo di Dio,continuava a ripetere ad uno sparuto gruppo,4, di fedeli…non abbiate paura,rimanete vicino al vs pastore,fidatevi di Dio.”
“senza la possibilità di confessarsi”
scusi ma perché deve dire queste cose? guardi che confessarsi è un casino, ma lo si può fare benissimo.
Io è dall’inizio del lockdown che lo faccio senza problemi, così come vado in chiesa ogni giorno tranquillamente.
Il fatto che ci siano stati casi di comuni dove le forze dell’ordine hanno esagerato, non significa che questo succeda in tutti gli altri comuni d’italia. Dove è successo non si è applicata la legge, ma si è commessa un’illegalità.
Se uno vuole confessarci e ci tiene, lo può fare con un po’ di impegno e pazienza. Disagio non vuol dire impossibilità.
Forse è diverso il caso di strutture ospedaliere o rsa dove non fanno entrare i preti come chiunque altro: qui il problema è che essendovi una Direzione, il direttore decide chi entra e chi no. E’ chiaro che con le indagini penali che iniziano lì non fanno entrare più nessuno per evitare di essere accusati di negligenze. Cosa c’entra la Chiesa??
Evidentemente lei o è un fortunato o è un mentitore.
Tempo fa ho mandato una email alla mia Parrocchia per sapere come fare per entrare in chiesa (sbarrata) e non mi hanno nemmeno risposto.
Se ti beccano davanti alla chiesa ti fanno la multa, e non in qualche sparuto caso. Si guardi intorno e legga i giornali veri.
PS
Io metto nome e cognome
“confessarsi è un casino, ma lo si può fare benissimo”
Se è “un casino” (locuzione forse non appropriata ma efficace), significa che non è semplice come lo era prima, ammesso che prima lo fosse.
Ci sono parrocchie in cui già ben prima dell’epidemia era difficile trovare il parroco, per non parlare delle chiese non parrocchiali. Oggi occorre concordare la Confessione come se si dovesse fare una spedizione militare, ed è comprensibile che una gran parte dei fedeli – specialmente quelli non molto praticanti – non si senta a proprio agio con queste modalità. Proprio per questo la saggezza della Chiesa ha sempre raccomandato ai sacerdoti di rendersi reperibili al confessionale, evitando anche di dover esser chiamati apposta.
Quindi, se “confessarsi è un casino” come Lei dice, non può essere vero allo stesso tempo che “lo si può fare benissimo”: è complicato, scomodo, difficile e spesso impossibile. Anche in considerazione delle limitazioni di spostamento dei cittadini, che possono uscire per andare in chiesa solo mentre vanno a fare la spesa o in altri limitatissimi casi previsti dal decreto.
Pensi solo alle chiese che sono officiate da un parroco che ha la responsabilità di altre 3, 4 o anche più chiese. E che magari ha la canonica in un altro Comune. In quei casi (e sono moltissimi, specialmente nelle zone rurali) i fedeli sono letteralmente impossibilitati a confessarsi.
Mi rallegro se Lei non ha difficoltà, ma non erga queste condizioni privilegiate a norma comune.
Non sto parlando della validità della Messa, con o senza fedeli. Sto parlando del fatto che dei fedeli abbandonati a sé, chiusi nelle loro case, assediati dalle notizie terrificanti diffuse ad arte dai media, senza la possibilità di confessarsi e di ricevere la Comunione sono oggettivamente esposti alle insidie del Maligno e alle tentazioni perché vengono privati della Grazia che i Sacramenti conferiscono.
Se io non mi confesso, e non so cosa sia un atto di contrizione perfetta (immagino che nessun sacerdote lo insegni da decenni ai suoi parrocchiani), se muoio in peccato, anche se non voglio finire all’inferno, sono dannato. Questa è sentenza comune dei Moralisti.
Se non ricevo la Comunione, non ho la grazia del Sacramento e sono quindi meno difeso.
Sto parlando della Grazia non in sé, ma nei suoi effetti sul singolo. Ed è evidente: se non servissero i Sacramenti per salvarsi, la Chiesa non avrebbe senso. Andare in paradiso senza sacramenti è impossibile (e chi lo afferma è eretico, si studi la dottrina), perché chi si salva deve appartenere al Corpo Mistico ed essere in grazia di Dio.
Quanto al numero delle Messe, non credo che ci sia una sola persona convinta che tutti i sacerdoti celebrino quotidianamente: non lo facevano prima (soprattutto quelli senza cura d’anime) e certamente non hanno iniziato ora, a fortiori se non devono collegarsi in streaming con i fedeli. Così com’è diminuito il numero delle Confessioni, delle Comunioni e delle Estreme Unzioni. Ci sono Diocesi in cui è stato vietato amministrare gli ultimi Sacramenti anche a chi è in articulo mortis.
P.S. Consiglierei al moderatore di non pubblicare nemmeno interventi provocatori e privi di qualsiasi consistenza dottrinale.
Quelli provocatori li cancello, e non sa quanti, eminenza…per la dottrina la mia ignoranza crea qualche difficoltà. Scusatemi.
@Baronio e Tosatti
Signori,
io sono un “fan” di Baronio, ma credo che commenti come quelli di Ivano possano essere pubblicati, per quanto al limite dell’importuno, e pur faticosi, in quanto spesso ci si deve prendere la briga di rispondere ad argomenti imprecisi ed ideologici… o di non rispondere, perché si ha altro da fare, lasciando il discernimento a chi legge.
Ma, è anche limitante lasciar parlare solo quelii che la pensano come noi.
Caro dott. Tossani,
La ringrazio per l’apprezzamento. La mia intemperanza nell’invitare il buon Tosatti a non pubblicare commenti non pertinenti viene dalla constatazione che, a furia di scrivere enormità, non si riesce a seguire il filo del discorso e si finisce per dover correr dietro a quell’obiezione di Tizio, dell’eresia di Caio, quello sproposito di Sempronio.
Lasciar delle domande senza risposta ha come immediata conseguenza il creare confusione nell’incauto lettore o in chi non è abbastanza addentro certe questioni. L’altra conseguenza è che se l’interpellato non risponde si finisce per dar l’idea di non aver argomenti a confutazione.
Mi rendo conto che non posso pretendere che tutti la pensino come me, anche se effettivamente sarebbe molto più semplice. D’altra parte, se tutti avessero le stesse idee, non vi sarebbe un dialogo, ma un monologo poco motivante.
Eminenza sig. Baronio, a me pare che qualche “enormità” l’abbia scritta lei. Basta leggere i suoi messaggi per verificare che, effettivamente, certe cose le aveva scritte. Penso che lei sia un po’ suscettibile. Le do un suggerimento: impari ad accettare le critiche e soprattutto a entrare nel merito delle stesse. L’umiltà è una virtù; la superbia un vizio.
Caro Baronio,
ho cercato di mettere il focus sul fatto che, se anche non si riesce a rispondere a tutte le castronerie che vengono dette, magari è anche utile che chi legge impari a distinguere le cose vere da quelle insensate.
E’ un rischio che val la pena di correre, senno’ si fa come la proposta di commissione governativa per le fake news… che ciascuno deve saper sgamare, senza tutele di Stato. Che, vabbè, quelle son pure false, perché il primo diffusore di fake, in questa vicenda, è stato il Governo, mentre noi cerchiamo di portare argomenti veritieri.
Poi ciascuno, come dico spesso, se la vedrà col Creatore, nel Giorno del Giudizio.
P.S.: non sono dottore, ma stagionato ragioniere autodidatta.
PPS: e si vede! 🙂
Il Signore Gesù disse pro multis non… pro omnibus.
Ha ragione Cesare Baronio che l’abolizione di tantissime Messe e la privazione dei Sacramenti (inclusa Confessione e Estrema Unzione) è una catastrofe spirituale per tanti che muoiono in peccato.
Penso sia inutile perdersi in disquisizioni infinite, Tutto nasce dal risorgimentale “libera chiesa in libero stato”, un assioma falso poiché inapplicabile; un escamotage liberal-massonico-modernista per confondere le acque. Una turlupinature talmente colossale da porsi fuori della vista. Le attuali connivenze – come le passate – fra Vaticano (non Chiesa, Vaticano) e stato italiano (perché lo stato italiano, con buona pace degli illusi, è diventato uno stato ateo) sono il frutto marcio del “dialogo”, parola noiosa, dannosa, anti cattolica.
Basta toccare l’8 per mille.
Grazie Avv. Adernò: nulla da aggiungere nè da togliere dal suo discorso preciso ed esaustivo, dal quale emerge un serio professionista ed un cattolico di profonda ed autentica fede.
Un Articolo da incorniciare!
“Abbassare le saracinesche” riferito al Pio Esercizio della chiesa è un capolavoro!
https://reginadelcielo.wordpress.com/
Se la Chiesa Cattolica ( specialmente quella Italiana) riesce a farsi mettere sotto e prendere a calci dallo stato italiano, che e’ notoriamente uno stato che viene preso a calci e sottomesso da tutto il mondo e che conta niente in ambito internazionale, allora vuole dire proprio che la Chiesa Cattolica è proprio diventata irrilevante peggio dello Stato Italiano, il che è tutto dire.
Lei ha ragione Nicola, non dobbiamo aspettarci nulla da vescvovi che obbediscono proni ai servi di grillo: casalino, conte e dimaio..
Ottima riflessione dell’Avv. Adernò, che ringrazio, e, aggiungo, definitiva l’integrazione di Baronio.
Ormai, su questa CEI che procede alla “submission” a colpi di screenshot, facendo toppe via via peggiori dei buchi, pare che tutto sia già stato detto, e che la parola passi ora al Giorno del Giudizio, per ciascun responsabile.Ma, in tale abominio, non può mancare l’annotazione di qualche dettaglio. Circa la “trasparenza” indicata dall’avvocato, questa di certo NON è una caratteristica della Chiesa di oggi, vedi l’ultimo, clamoroso penosissimo caso De Donatis
https://www.marcotosatti.com/2020/03/13/il-papa-chiude-le-chiese-a-roma-poi-ci-ripensa-dice-de-donatis/
che, con la consueta improntitudine, NON è stato chiarito. Si è fatto finta di nulla, silenziando tutto sui media, pensando che la gente sia “un po’ scema”, come disse una volta Bergoglio, riferendosi a qualcuno.
Ma poi, in quanto a “segretezza”, il maestro è ancora Parolin, nel famigerato accordo sino-vaticano. Circa la sua partecipazione al Bilderberg, ho fatto naturalmente subito una ricerca in rete, ed è vera
https://www.agerecontra.it/2018/06/parolin-spiega-perche-ha-partecipato-al-club-bilderberg/
però, va detto, va intesa nel senso giusto, che da Baronio non si evinceva: Parolin ha dichiarato che c’è andato, dopo essersi consultato col papa, e perché invitato con insistenza dagli organizzatori, e solo per un’ora, solo per essere audito, comunque non certo con l’intenzione di complottare, bensì con quella di “semplicemente per trasmettere la dottrina sociale cattolica” e per portare “la voce della Chiesa a persone che altrimenti non l’avrebbero sentita”.
Si può discutere sull’utilità che un uomo di Dio vada a predicare a casa del Diavolo. A parer mio, visto che il tema di quel Bilderberg, come si legge nell’interessante articolo linkato, consisteva in “Tra i principali temi discussi nel corso del 66° incontro figurano il “populismo in Europa”, la “sfida della disuguaglianza” e il “mondo della post-verità” e l’anti-Trumpismo, direi che anche no, per ovvi motivi. Accettare l’invito sarebbe stato imbarazzante, perché, a quel punto, un uomo di Dio avrebbe dovuto semplicemente dire in faccia a quelli del Bilderberg che stavano lavorando a pro di Satana, di smettere di fare aborti, gender, omofilia e gli altri noti abomini, e che se non volevano andare all’inferno, avrebbero dovuto convertirsi. Andare a raccontare la dottrina cattolica al diavolo, era inutile, perché la sa già. Non si sa, infine, cosa abbia detto Parolin, perché giustamente lui ha preso l’impegno di non riferire i contenuti, come da protocollo. Poi, una volta uscito lui, gli altri avranno continuato a complottare, su come meglio raggiungere i loro fini diavolici.
Ma vabbene, ormai il morto è sulla bara, come dice il proverbio. Concludo, tornando a quanto detto dall’Avv. Adernò, osservando come, nella vicenda dell’anticipazione della Chiesa alle indicazioni dello Stato, abbiamo visto in azione anche diversi laici “pasdaran della rivoluzione”:
https://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2020/03/30/covid-19-approccio-diverso-tra-i-tempi-di-san-carlo-borromeo-e-quelli-di-oggi/
Vediamo quali sviluppi ci vorrà proporre la Provvidenza.
Ho percepito tra le righe di un lessico giuridico di cui non sono affatto esperto che l’avv. Adernò la pensi sostanzialmente come il Baronio in merito allo scopo perseguito dalla CEI e derivati in questa storia.
Dal sottoscritto queste organizzazioni non avranno direttamente mai più un centesimo. Cominciamo a segnarci anche i vari don Abbondio e Schettino, finanziando direttamente i Sacerdoti che hanno dimostrato di essere fedeli a NSGC e quelli che magari in questo limbo temporale rinsaviranno. Sosteniamoli naturalmente anche con le preghiere ma non permettiamo a nessuno di rubarci la Speranza.
Viva Cristo Re!
NOVENA ALLA DIVINA MISERICORDIA
Ottavo giorno (Venerdì in Albis)
Meditare sulle parabole della Divina Misericordia (cfr. Lc 10,29-37;15,11-32;15,1-10) puntualizzando sia il sollievo della sofferenza verso i vivi e i defunti, come anche la promozione integrale dell’uomo e la necessità di avvicinare i lontani.
Parole di nostro Signore: “Oggi portami le anime che si trovano nel Purgatorio ed immergile nell’abisso della mia Misericordia, affinché gli zampilli del mio sangue ristorino la loro arsura. Tutte queste povere anime sono da me immensamente amate; esse soddisfano la Giustizia Divina. È in tuo potere portar loro sollievo offrendo tutte le indulgenze e le offerte espiatorie prese dal tesoro della mia Chiesa. Se tu conoscessi il loro tormento, non smetteresti di offrire l’elemosina delle tue preghiere e di pagare i debiti che esse hanno contratto con la mia Giustizia”.
Preghiamo per le anime del Purgatorio.
Misericordiosissimo Gesù, che hai detto: “Misericordia io voglio” (Mt 9,13), accogli, ti preghiamo, nella dimora del tuo Cuore infinitamente pietoso le anime del Purgatorio, che ti sono molto care, ma che devono tuttavia soddisfare alla Giustizia Divina. I torrenti di sangue e di acqua, che sgorgano dal tuo Cuore, spengano le fiamme del fuoco del Purgatorio, affinché anche là si manifesti la potenza della tua Misericordia.
Pater… Ave… Gloria…
Eterno Padre, dà uno sguardo compassionevole alle anime che soffrono nel Purgatorio. Per i meriti della dolorosa Passione di tuo Figlio e per l’amarezza che riempì il suo Cuore sacratissimo abbi pietà di quanti si trovano sotto lo sguardo della tua Giustizia.
Ti chiediamo di guardare queste anime solo attraverso le Piaghe del tuo Figlio prediletto, perché siamo convinti che la tua Bontà e Misericordia non hanno limiti. Amen.
Segue coroncina alla Divina Misericordia
https://youtu.be/FsZltEk47q8
Apprezzo moltissimo il contributo dell’avv. Adernò, al quale tuttavia mi pare manchi un passo decisivo.
L’Avvocato parte da un presupposto indimostrato e che l’evidenza dei fatti dimostra invece sconfessato dagli stessi protagonisti: egli ritiene infatti che lo scopo per il quale la Gerarchia agisce sia buono, coerente con le finalità soprannaturali che legittimano la sua autorità. Ma mi pare si possa dire che avviene esattamente il contrario, e cioè che la Gerarchia attuale si ponga non già come custode della Chiesa e protettrice del gregge affidatole da Cristo, bensì come serva dell’élite massonica che vuole instaurare il Nuovo Ordine Mondiale.
Queste decisioni assunte dalla CEI non possono quindi essere giudicate insufficienti o frutto di improvvisazione, ma anzi sono perfettamente coerenti ed efficaci rispetto allo scopo ultimo, che è la dissoluzione della Chiesa e la sua definitiva sostituzione con una religione umanitaria e orizzontale di chiara impostazione mondialista.
La sparizione del culto non è stata una scelta sofferta, ma una decisione deliberata e voluta, nella consapevolezza che la privazione del Sacrificio perenne avrebbe comportato una diminuzione della grazia santificante nei fedeli e dell’offerta espiatrice a Dio. Solo chi ha una visione molto chiara dell’efficacia della Messa e dei Sacramenti può considerarli “pericolosi” per il perseguimento di scopi malvagi: di conseguenza egli agirà per eliminarli per quanto possibile, ovviamente mantenendo un’apparente atteggiamento di comprensione per i fedeli ecc. ma sapendo benissimo che questa privazione del sacro è necessaria a rendere più libera ed efficace l’opera dei figli delle tenebre.
Non si deve quindi spiegare alla CEI che sospendere le Messe è un gesto irresponsabile e sciagurato, perché è proprio questo l’unico motivo per cui è stata adottata questa scelta di apparente subalternità al potere civile, mentre si stratta di una consapevole complicità nell’instaurazione del regno dell’Anticristo.
I Vescovi in gran parte non capiscono o fingono di non capire. Ma non posso credere che il Cardinale Parolin – che nel 2018 presenziò alla riunione del Bildelberg – non sia uno dei responsabili di questa congiura che vede Bergoglio come attore primario.
Il disastro perpetrato è quindi voluto e sta dando i propri risultati. Il traditore, la quinta colonna non apre le porte della fortezza per errore o per stupidità, ma per far entrare il nemico. E per lo stesso motivo sa come sabotare le armi sui bastioni non per irresponsabilità, ma per far sì che le guardie non possano difendersi al momento dell’assalto.
Il cavallo di Troia, come sappiamo, è stato fatto entrare nella cittadella da molto tempo.
mi associo
Scusate il ritardo con cui leggo il blog, ma sono uno dei pochi fortunati che può lavorare in campagna, lontano da altre persone, per cui mi metto al computer molto tardi.
MI ASSOCIO anch’io alla lucida esposizione del pensiero di Cesare Baronio
grazie Cesare Baronio,fin dal primo istante ho intuito che covid-19 sarebbe stato un perfetto cavallo di Troia in mano a ministri che tentano in tutti i modi di scardinare la Chiesa di Cristo. Lei ,meglio di noi e senza giri di parole ha descritto il tradimento di Cristo perpetrato per ordine di Roma.Ma vi siete dimenticati di una cosa ,il tradimento del popolo di Dio non di meno di quello dei ministri.In pochi ci siamo ribellati.Perseguitatati dalle forze dell’ordine,fotografati all’uscita della Messa che,un anziano parroco continua a celebrare con 7/8 fedeli in 500 metriquadri di chiesa,e dati in pasto sui social,frasi ingiuriose e messaggi wzp con bestemmie verso questi possibili untori che hanno osato trasgredire a tale ordine mettendo a repentaglio la vita della città.Il vescovo,al quale ho anche inviato tre mail tace.Il popolo :Crucifige. Monsignore,come 2000 anni fa .UN TRADITORE,UN SINEDRIO CHE CONDANNA ,UN POPOLO CHE INVEISCE,I PIù VILI SCAPPANO, GESU’ MUORE IN CROCE CON POCHI FEDELI SOTTO LA CROCE.Roma però si è dimenticata della “La Resurrezione”.
La ribellione dei fedeli, al pari di quella dei cittadini, non è ammessa da un’autorità che ha abdicato al proprio fine e trae la propria legittimità da sé stessa.
Quando l’autorità è autoreferenziale – e in questo la rinuncia ai titoli da parte di Bergoglio è inquietante – non necessita di approvazione popolare né tantomeno dall’alto.
Fedeli e cittadini non sono soggetto di autorità per loro stessa natura, e la loro ribellione è qualcosa di innaturale e che in qualche modo ripugna tanto al fedele nei riguardi di un’autorità ch’egli considera sacra, quando al cittadino nei riguardi di un’autorità che egli teoricamente considera come espressione del consenso popolare.
Sono fenomeni di ingegneria sociale ampiamente studiati e che fino a ieri la maggioranza considerava come teorie complottiste, ma che oggi dimostrano la loro assoluta evidenza. Si giunge al fedele che denuncia il parroco perché celebra la Messa a porte chiuse, o il cittadino che chiama la polizia perché il vicino fa una grigliata in giardino con la famiglia. Cose che abbiamo visto nel regime di Pol Pot ma che oggi avvengono sotto i nostri occhi.
Mi associo in toto. L’avvocato Aderno’ ha giustamente citato anche il CDC (Codice di Diritto Canonico), che sembra valere , oggi, come carta straccia. Un esempio: esso prevede che un genitore cattolico abbia il diritto/dovere di far battezzare il proprio figlio, anche senza il consenso dell’altro genitore. Lo spirito che muove il canonista è, infatti, quello di garantire la “salus animae” del bimbo/a. Ebbene, gli ordinari diocesani oggi non applicano più il CDC e i figli, mancando il consenso di ambedue i genitori, si vedono privati del battesimo. È evidente che siamo di fronte ad una generalizzata calata di braghe (mi scusi l’espressione) che, di fatto, sottende un’altrettanto estesa apostasia. I sacerdoti, i consacrati ed i laici rimasti fedeli pagheranno in prima persona un prezzo sempre più alto: queste sono solo le prime avvisaglie.
Grazie Cesare Baronio. Il solito avvocato del club Rotary di Palermo. parolin è al servizio d’ obama – clinton – sachs – soros . Già lo ha definito “uomo senza fede” il Cardinale Joseph Zen. Uomo freddo, cinico, traditore aggiungo io.
Grazie P. Luis il cuore mi dice che le sue parole e quelle di Mons Baronio sono sincere, come leggere gli scritti di Maria Valtorta.
Non sono vissuto e invecchiato abbastanza per non “sentire” dove sta la menzogna.
La “complicità” (e non subalternità) è inequivocabilmente ammessa nel seguente passaggio del Comunicato CEI di cui è forse sfuggita la rilevanza nell’analizzare il documento: «Questa linea, precedentemente concordata con la Segreteria di Stato, è stata assunta dalla Nota del Ministero dell’Interno del 27 marzo…». Sbaglierò, ma mi sembra che questo dimostri, in tutta evidenza, non l’indebita ingerenza dell’autorità governativa, ma addirittura una sorta di sudditanza di quest’ ultima nei confronti di quella che si vorrebbe imporre come autorità morale, a mio avviso impegnata in un’attività di rilancio del capo supremo. Il quale nello Stato di cui è sovrano presiede celebrazioni trasmesse urbi et orbi, che dovrebbero confermare quanto da lui stesso dichiarato. Cioè la sua vicinanza e il suo accompagnamento del popolo di Dio, in questa difficilissima prova. Nel contempo: quale vescovo di Roma e, quindi, membro CEI ha declassato quest’istituzione, letteralmente afona fino a ieri (si noti anche che: ha parlato il sottosegretario, non il presidente o segretario; vorrà dire qualcosa ciò, o no?). Una CEI che ha letteralmente abdicato all’esercizio del proprio ruolo.
https://chiciseparera.chiesacattolica.it/orientamento-circa-le-celebrazioni-liturgiche-e-la-visita-dei-fedeli-alla-chiesa/
Proprio su questo blog, nel 2018, Cesare Baronio polemizzava con padre Cavalcoli sostenendo la non necessità del popolo ai fini della potenza della Messa (tipico approccio tradizionalista). Adesso invece l’assenza del popolo diventa la premessa per l’avanzata nientemeno che dell’anticristo. Interessante evoluzione…
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
La validità della Messa anche senza fedeli è ovvia; l’abolizione di tantissime Messe e la privazione dei Sacramenti (inclusa Confessione e Estrema Unzione) è una catastrofe spirituale per tanti che muoiono in peccato.
Ma se lo scopo è quello di dannare le anime, il mezzo più efficace è questo. Non l’hanno capito i fedeli, non l’hanno capito i sacerdoti e molti Vescovi, ma i vertici lo sanno benissimo.
@ Ivano: scusi ma mi pare che lei stia menzionando due cose totalmente differenti. Non se ne accorge? Una cosa è la Messa e una cosa è l’avanzata del sedicente anticristo. Non mi pare che Cesare Baronio si sia ricreduto, come pare pensare lei.
Scusi, Baronio, ma queste sue parole sono quanto mai drammatiche. Se è vero quanto afferma, e cioè che sta sotto queste scelte della chiesa ‘dirigente’ un deliberato piano per far entrare il diavolo e i suoi servi, vuol dire che il ‘figlio della perdizione’ è in procinto di manifestarsi…mancano quindi pochi ‘minuti’.
Può essere così? Pare di vivere in un incubo…
se posso dire, mi pare che la tempistica non ci debba riguardare, perché dobbiamo essere sempre pronti, come nella parabola delle Vergini sagge e di quelle stolte.
Questo è quel che hanno in mente. Ma come ho scritto nel mio blog (https://opportuneimportune.blogspot.com/2020/04/la-riduzione-allo-stato-laicale-della.html) non è detto che la Provvidenza non intervenga per far sì che la Chiesa possa presentarsi al suo Calvario con la dignità con cui il Suo Capo subì la Passione e la Crocifissione. Altrimenti il Corpo Mistico si troverebbe ad affrontare la sua passione avendo come suo capo visibile un nemico, e ciò non è possibile.
Tutto questo ha una valenza teologica e spirituale, ancor prima che politica e sociale.
Tra l’altro sono dei ladri della peggior specie in quando si sono impropriamente impossessati dei beni che appartengono alla Chiesa, estromettono e cacciano chi non è in comunione con le loro nefandezze dottrinali, pretendendo di poter disporre come credono, anche se sono al servizio del Principe.
Io la vedo così.
corr.: …della peggior specie, in quanto…etc.
E la vede bene, caro Gian. Con “occhi divinizzati”, dottrina catarineana ! Coraggio. Dio La benedice.
Il commento di Cesare Baronio è chiarissimo e spaventoso al tempo stesso; i vertici della Cei non sarebbero stupidi servi di una parte politica,succubi rispetto al potere, ma furbi esecutori del piano satanico di distruzione della Chiesa, complici del Demonio.
I 30 denari tintinnano ancora e ancora. Gesù muore, il piccolo gregge piange.
Ma la pietra bianca del sepolcro rotolera’ via travolgendoli.
Bel commento…ma quale autorità può definire giuste o ingiuste , dottrinali o meno l operato dei Vescovi ?
Si intende , per un cattolico.
Con quale autorità? Che ne dice di un semplice ragionamento logico?
Prendo spunto da una riflessione estratta proprio dal blog di Cesare Baronio, che mi trova totalmente d’accordo: qual’è lo scopo (uno degli scopi, se non altro) del diavolo? che i fedeli si nutrano dell’Eucaristia o che ne stiano il più lontano possibile? Qui, da oltre un mese, viviamo senza Comunione giustificandola con l’abominevole nome (e anche demoniaco) “digiuno eucaristico”. Digiuno eucaristico?? Ma si rende conto? In primis…il digiuno non si può imporre agli altri, ma lo si fa per se, se lo si vuol fare. Smettiamo allora di chiamarlo tale, come se fosse opera buona!
E questo digiuno, secondo lei, rattrista il diavolo o lo fa stracontento?
Quindi, per rispondere alla sua domanda: non occorre autorità teologica o ecclesiale/gerarchica per capire l’ovvio…