LAPORTA: L’ECONOMIA? È LA GUERRA – NON DETTA – CON ALTRI MEZZI…

14 Aprile 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, il generale Piero Laporta ci offre la terza puntata delle sue riflessioni sulla situazione geopolitica tattile, sull’Europa e l’Italia, e sulla guerra in cui siamo – inconsapevolmente – immersi per desiderio di potere e di egemonia di alcuni Paesi. Buona lettura.

§§§

Siamo in conflitto. La percezione non risponde tuttavia ai nostri canoni cinetelevisivi di conflitto: né cannoni, né bombe, come accade in Siria o in Libia, tanto per fare due esempi. Sì, ci sono dei morti ma dipendono da un virus. Ci sono migrazioni bibliche, come sempre nel corso dei conflitti, ma sono i migranti a spingersi verso di noi, anzi pagano migliaia di dollari per traversare il Mediterraneo. Partono dal centro Africa, migliaia di chilometri, vengono rapinati, torturati, stuprati, schiavizzati. Riescono tuttavia a salvare miracolosamente migliaia di dollari pretesi dai negrieri per deportarli. Come dubitarne? Lo assicurano gli “editori affidabili”, garantiti tali da Mediaset, che martella i telespettatori con le immagini delle testate affidabili. Come dubitarne?

Siamo pacifisti o no?

La guerra con le armi è tenuta fuori dall’area del G20[1], salvo la Turchia per libera (e scellerata?) decisione del dittatore Recep Tayyip Erdogan. I paesi del G20 non conoscono guerra dal 1945, con rare eccezioni come la guerra delle Falkland (2 aprile-14 giugno 1982), perduta dall’Argentina per l’ottusità del suo regime.

Il G20, il mondo industrializzato, rifiuta la guerra in casa propria. La guerra destabilizza; non s’addice alla produzione industriale e al commercio. V’è tuttavia un’altra importante spiegazione. La guerra arma i soldati. Aboliamo quindi la leva. Bene, ma non puoi avere soldati professionisti in quantità sufficienti per fronteggiare una lunga guerra e, allo stesso tempo, impedire alle classi subalterne, dalle quali i soldati provengono, di ribellarsi con le armi alle porcherie del Potere.

La lezione ricevuta dalla Rivoluzione di Ottobre fu appresa e messa a frutto, visto quanto Lenin aveva fatto e, prima ancora, detto: «E dai pacifisti e dagli anarchici noi marxisti ci distinguiamo in quanto riconosciamo la necessità dell’esame storico (dal punto di vista del materialismo dialettico di Marx) di ogni singola guerra. Nella storia sono più volte avvenute delle guerre che, nonostante tutti gli orrori, le brutalità, le miserie ed i tormenti inevitabilmente connessi con ogni guerra, sono state progressive; che, cioè, sono state utili all’evoluzione dell’umanità, contribuendo a distruggere istituzioni particolarmente nocive e reazionarie (per esempio l’autocrazia o la servitù della gleba), i più barbari dispotismi dell’Europa (quello turco e quello russo). Perciò bisogna prendere in esame le particolarità storiche proprie di questa guerra.»[2]

Dal 1989 a oggi, anarchici, sedicenti rivoluzionari e consimili sono addomesticati nella cosiddetta “area antagonista”, sotto stretto controllo degli infiltrati nei centri sociali, pronti a muoversi in branco, come sardine, verso il nemico del momento. Il pacifismo rifiutato da Lenin è la bandiera di collaborazionisti sedicenti rivoluzionari, progressisti o libertari, a seconda delle contingenti convenienze concrete.

La guerra è aborrita dalle maîtresse à penser – modello Alba Parietti e Asia Argento – dai caudatari della UE, così come da chiunque oggi voglia apparire politicamente corretto. La guerra continua tuttavia a essere necessaria al Potere, per esempio “esportando la democrazia” fuori dal G20.

Gli obiettivi politico territoriali sono definiti. Erdogan vuole la fascia della Siria fino al Mediterraneo. George Bush, padre e figlio, poi Bill Clinton smembrarono l’ex Jugoslavia, ponendo buona parte delle nuove entità statali sotto l’influenza tedesca, come si proponevano prima Adolf Hitler e poi Helmut Kohl. George Bush padre fallì la prima guerra in Iraq, nel 1991, non riuscendo a controllare Saddam Hussein. Bush figlio nel 2003 riscatenò una guerra per conquistare l’Iraq; un totale fallimento militare, politico e disastrosamente economico.

La guerra militare si propone sempre (sovente invano) la massima rapidità, perché è costosa, logorando sia il vinto che il vincitore. Essa procura lutti e distruzioni, sacrifica innumerevoli vite di giovani; i suoi nefasti sono immediatamente palpabili per gli elettori e, come s’è detto, mette le armi nelle mani del popolo che potrebbe rivolgerle contro il Potere.

Tutt’altra cosa la guerra economica.

Abbiamo le democrazie, che diamine, nelle quali l’ultima parola spetta al popolo. Se hai tuttavia obiettivi inconfessabili è bene che la massa non li percepisca oppure sia sviata, usando per esempio complottismo e razzismo, come ieri salmodiavi comunismo e anticomunismo.

Sei italiano e affermi che la Germania è il nemico? Sei senza dubbio complottista. Anzi stimolo la preposta commissione a sanzionarti. Sei tedesco e dubiti della mia politica europea verso gli italiani? Dimentichi che gli italiani sono mafiosi e sfaticati. L’obiettivo è sempre lo stesso: creare consenso e scoraggiare il dissenso. Abbiamo spiegato nella scorsa puntata che il Potere non può rinunciare al consenso, volontario o imposto, non importa. Se devi manipolare il consenso, la massa non deve comprendere i tuoi obiettivi. Se hai un obiettivo sconcio, volendo mantenere la facciata “democratica”, devi condurre una guerra tutta particolare, anzi una guerra che ufficialmente non esiste; siamo pacifisti, dopo tutto. Devi quindi fare disinformazione, grazie a prezzolati “esperti”, “professori” e “giornalisti” affinché la guerra “non esista” finché non è conclusa. anzi anche dopo.

D’altronde, i costi, impossibili da computare mentre è in corso, si palesano quand’è finita, com’è accaduto alla Grecia. Non hai bisogno di sacrificare giovani vite; non necessiti di armi né di violenza, apparentemente. La guerra economica offre il vantaggio di non patire limiti di tempo. Ti poni l’obiettivo strategico, per esempio, di “spolpare l’Urss, la Grecia, l’Italia e la Jugoslavia che hanno fatto perdere la guerra al III Reich”? Va bene, con la Russia non ce l’hai fatta, ma puoi provarci con gli altri. Devi utilizzare una sola cautela: non scoprire le tue carte, non svelare il tuo scopo reale. Per esempio, puoi dire che vuoi un’Europa unita per assicurare la pace e la prosperità. Chi può dirti di no, oggi come nel 1945?

Parti decine di anni prima, tenendo sempre presente il tuo obiettivo strategico. Stringi lentamente il cappio economico, così lentamente che le vittime non se n’avvedono se non quando è troppo… MES, pardon troppo tardi.

Questo non esclude che tu e i tuoi agenti non dobbiate essere violenti, sia pure in misura variabile, secondo i casi. Cominci eliminando – con l’omicidio, col carcere, con le calunnie, coi magistrati e i giornalisti collaborazionisti… – quanti politici siano inaffidabili. Aldo Moro? È Antelope Cobbler, è filo comunista e ha fatto un patto coi terroristi palestinesi.  Giovanni Leone? È corrotto, lui, la moglie e i figli. Craxi? È un ladro. Non si ritirano? Processi, uccidi, suicidi e fai terra bruciata. Prosegui mano a mano, muovendo una pedina dopo l’altra. Tutto deve avvenire in una cornice democratica, che diamine, legalitaria e, neanche a dirlo, pacifica. Occorrono trattati, leggi nazionali e accordi internazionali. L’importante è che tu non perda di vista il tuo obiettivo strategico, immutato nel tempo, irrinunciabile: spolpare l’Italia,, la quale potrebbe però reagire.

C’è il pericolo che qualche generale se ne avveda? Pericolo remoto, tutto sommato, considerando la qualità media. Meglio essere prudente, tuttavia. Metti un tuo ufficiale che ha frequentato la scuola di guerra (si fa per dire) italiana in capo all’associazione di colleghi italiani, anche se hanno età e cervello da ospizio, ma non si sa mai.

Ti serve un alleato di tutta fiducia? Le grandi banche, senza distinzione di bandiera o di continente –  tranne la Russia, ahi, ahi – sono disponibili  e disciplinate: heil Merkel!

Devi smembrare l’IRI? Non c’è nessun problema se possiedi i dossier di quanti erano pronti a tradire la NATO e l’Italia a vantaggio dell’Unione sovietica. D’altronde quando la Germania comunista si sciolse la rete della Stasi – 15mila agenti in Italia – fu assorbita dai servizi del IV Reich. I nuovi assunti sapevano con precisione chi ricattare e come.

Crei quindi una rete di trattati, fai modificare la Costituzione, spingi verso le poltrone più alte i collaborazionisti affidabili, così affidabili da essere pronti a sottoscrivere trattati capestro, cedere pezzi di mare, abbandonare ai tuoi amici lo sfruttamento di pozzi petroliferi, violare la Costituzione, rinnegare il Trattato di Amicizia con Gheddafi, sottoscriverne uno con la Cina, paese canaglia e sanguinario come non si è mai visto nella storia, peggiore di Urss e III Reich messi insieme. Così, decennio dopo decennio, anno dopo anno, giorno dopo giorno il IV Reich è costruito; poco importa che oggi irriti persino la Francia, illusasi di esserne parte (oggi il IV Reich è ristretto a Germania, Olanda e Lussemburgo).

In realtà la violenza economica è solo più impalpabile ma non meno cruenta di quella militare: schiavismo, sfruttamento, disoccupazione, fallimenti, espropri, suicidi, droga, aborto, sterilizzazioni indotte e forzate, alcolismo, ebetismo, conflitti sociali, deportazioni di massa. Tutto si spalma su una quantità di eventi diversi, non immediatamente correlabili: milioni di vite sofferenti, centinaia di milioni di esistenze distrutte. Auschwitz in confronto è un parco giochi.

Sei preoccupato perché i cattolici potrebbero essere nemici d’un tale sistema? Te lo hanno assicurato i tuoi alleati cinesi. Il Muro era appena caduto e Pechino mandò in Italia una quantità di “studenti” e “professori” a studiare come aveva fatto l’Impero romano a sbriciolarsi davanti a un Crocefisso.

Il cattolicesimo è da cancellare, conclusero. Il luteranesimo invece va bene; dopo tutto tenne a battesimo il III Reich.

Occorreva trovare un imbecille che mescolasse acqua sporca e olio, luterani e cattolici, quelli sopra questi. Detto fatto: un po’ di premure e una pattuglia di sciocchi si trova fra tanti porporati.

La violenza non si attenua, la democrazia è superflua

La guerra economica è tecnocratica. Le intelligenze artificiali sostituiscono portaerei e missili; la finanza internazionale non sa che farsene degli stati maggiori, a meno che… Le menti che governano questa guerra sono finissime e spietate, non possono tuttavia prevedere tutto; i macro scenari possono sconvolgersi per un dettaglio imprevisto. In tal caso interviene la forza. Si ricatta il banchiere che non accetta il gioco e lo si distrugge moralmente e fisicamente; si uccide lo statista dissenziente; si incendia un continente se i suoi governanti esitano; si scatenano guerre per terrorizzare la gente e spingerla dove si vuole; si costituiscono reti internazionali di negrieri, ripagati dai complici nei porti di sbarco col denaro guadagnato sulla pelle dei deportati; si investe nei cartelli della droga perché rendono e inebetiscono i giovani…

La guerra economica non ama la luce. Non udirete mai alcun politico collaborazionista evocarla. Non di meno l’opinione pubblica percepisce sempre più nettamente la sua presenza – come fosse un gas tossico, inodore e insapore – mentre ti toglie le forze. Oggi, di fronte al virus – non importa se naturale o artificiale – cadono le maschere e la servile disinformazione rozzamente si manifesta ovunque il Potere pone le mani. Non tutto però scorre secondo le previsioni. Un tempo accedevano ai governi brillanti politici o oppure brillanti generali. Quand’era necessario, si lasciavano le poltrone a imbecilli senza spina dorsale ubbidienti agli ordini dei brillanti burattinai.

Oggi il gioco politico è più sofisticato. Finché è possibile, puoi mettere un imbecille incompetente al vertice d’un dicastero economico, per teleguidarlo col cellulare mentre partecipa a riunioni internazionali di cui non capisce assolutamente nulla. Prima o poi tuttavia sono necessari tecnocrati di alta scuola che spingono più in là i politici di professione. Politica, finanza e speculazione sono un unico sistema; a giochi fatti tuttavia il politico diventa superfluo, come d’altronde la democrazia. Fin quando è possibile la finanza non si cura della coloritura di partito del politico bensì del suo spirito di obbedienza, avvalendosene finché è utile. È stato fatto così da almeno quaranta anni in Italia, in Grecia, in Spagna, in Francia, in Germania. Noi italiani siamo tuttavia diventati un paradosso persino divertente.

Non importa se il virus sia naturale o artificiale: esso svela – si osservi l’Italia – la totale assenza di guide politiche affidabili in un momento di acutissima crisi. Siamo sull’orlo della rivolta, se mancherà il latte per i bambini e un piatto di maccheroni per i genitori. I politici infingardi sanno che la crisi, spinta alle sue estreme conseguenze, porta in casa la violenza. Quanto avvenne in Grecia è nulla rispetto a quanto potrebbe accadere in Italia.

Rivoluzione impossibile?

Ecco perché. come abbiamo scritto concludendo la scorsa puntata, è nuovamente alle viste l’uomo della Provvidenza, nel 2020, dopo un secolo, esattamente nel solco del 1920.

Sarà sufficiente? Non è affatto detto. Occorrerà un diversivo. Non abbiamo la sfera di cristallo per prevedere quale sarà. Possiamo tuttavia guardarci indietro per comprendere di che cosa sia capace il nemico. Ricordiamo la regola fondamentale: risorse e consenso, sono leve e obiettivi del Potere. Le risorse le hanno portate via, ancora una volta. Lo fecero nel 1992-1994. L’hanno rifatto nel 2011. Lo hanno appena ripetuto, col consenso di tanti e nonostante il dissenso disordinato e disinformato di taluni. Ora occorre che mantengano il consenso e distraggano i derubati fino a farne loro sostenitori. Una rivoluzione? Impossibile, assicurano a destra e a sinistra, ammesso che tali distinzioni significhino qualcosa. Vasco Rossi ha d’altronde vaticinato per il Covid: «La rivoluzione è cambiare se stessi per cambiare il mondo», candidandosi così a un invito al Gruppo Bilderberg con l’altro profeta della vasellina, Jovanotti.

«La rivoluzione è impossibile finché non diventa inevitabile» risponderebbe Lev Trotzky.

(- 3- continua) www.pierolaporta.it

Le puntate precedenti puoi leggerle qui:

-SIAMO IN GUERRA SENZA CHE CE LO ABBIANO DETTO?

– IL COVID E LA MANIPOLAZIONE DEL CONSENSO

§§§




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27 commenti

  • Luca Antonio ha detto:

    Il motto della massoneria esoterica: solve et coagula. Disciogli e ricomponi. La storia degli ultimi secoli e’ tutta qui. Dissoluzione delle monarchie attraverso la rivoluzione francese e ricomposizione di un nuovo, piu’ spietato ordine detto Stato. Dissoluzione, con la prima guerra mondiale, del sacro romano impero , dell’impero ottomano e di quello russo, poi ricomposizione di due soli blocchi, comunista capitalista , apparentemente opposti ma legati dalla riduzione della dimensione umana alla sola sfera economica. Poi dissoluzione dell’impero sovietico e apparente trionfo di un unico soggetto.
    Qui qualcosa pero’ sembra essersi inceppato. La russia svenduta da Eltsin si e’ sfilata, con Putin, dal nuovo ordine mondiale, la Cina sta superando gli States e altri paesi crescono mentre l’impero ha il fiatone, la propaganda si sgola ma ormai le stonature si sentono sempre di piu’. Viviamo tempi interessanti. Vedremo.
    Un solo esempio di come il solve et coagula funzioni: per la prima guerra mondiale, il cui scopo abbiamo detto, e’ stato quello di dissolvere, in primis, il sacro romano impero cattolico , e’ stata utilizzata l’arma propagandistica- orchestrata dai massmedia in mano agli stessi di oggi- dei nazionalismi. Ora che il “coagula ” – nella dittatoriale UE- sembra perdere smalto i distruttori di allora, ora nuovi padroni , aizzano i mass media contro i nazionalismi.
    Il corvir19 sembra ancora rimescolare le carte ma in effetti e’ solo utilizzazzato dagli emissari di satana per distruggere quello che resta del cattolicesimo, con il cessare dell’ offerta e del sacrificio.
    Diceva san Giovanni Bosco : la sola guerra della storia e’ contro la Chiesa Cattolica.
    Siamo all’epilogo.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      La ringrazio. Mi permetta cortesemente di suggerirle una lettura dei fatti senza suggestioni dietrologiche. Glielo suggerisco non perché non siano verosimili le sue congetture bensì perché, non essendo basate su dati di fatto, danno agio ai mascalzoni di smontarle la tesi. I figli delle tenebre sono furbi.
      Mi permetta inoltre di sottolineare che la Russia è stata svenduta da Gorbacev, non da Eltsin, pur con tutti i suoi limiti, alcolici e non solo.
      Se le interessa approfondire, può leggere gli articoli nei quali ho descritto come si è svolto il processo di sottomissione alla UE, dedicando un pezzo alle vicende russe; eccole il link. Grazie.
      https://www.pierolaporta.it/newsletters/come-siamo-diventati-schiavi-della-ue-3-2-2-2-2/

      • Luca Antonio ha detto:

        Grazie generale per sua risposta e per la sua consueta signorilita’,
        Purtroppo molte cose nella storia sono carenti di prova, ma la mente umana, nel tentativo di orientarsi nel mondo, ha cercato da sempre di sopperire a questo con degli assiomi , tipo, come in questo caso , post hoc propter hoc , ed altri.
        Poca cosa , ha ragione Lei, ma frutto di riflessioni ed osservazioni troppo antiche e consolidate per essere completamente ignorate da parte di chi come me la storia la puo’ solo subire.
        Leggero’ sicuramente gli scritti da Lei indicati
        e ne faro’ tesoro.

        • Luca Antonio ha detto:

          Ho letto i suoi illuminanti articoli generale , ma mi rimane , da inerme cittadino, la sensazione che quelli che Lei chiama Germania e Francia , non siano altro che l’espressione geografica dietro cui si celano oligarchie criminali tese, abbastanza concordemente, alla conquista del mondo, e’ cosi’ da sempre e quindi ben vengano i rimedi da Lei proposti , ma a mio modesto parere, sono rimedi pedagogici validi per i politici, ma che colpiscono a valle, mentre la sorgente continua la sua funzione infettante a monte.
          Non occorrebbero a supporto, glieLo chiedo , unitamente a questo la nazionalizzazione del sistema informativo e sopratutto del sistema bancario ? …-togliere dalle mani di questi criminali la stampante dei soldi ?!-.

          • PIERO LAPORTA ha detto:

            Grazie davvero. Ha colto perfettamente nel segno, proprio al centro, anticipando una parte delle mie conclusioni.
            Le nazioni e le organizzazioni internazionali, tutte e Ue in testa, sono divenute paraventi dietro i quali cui si agitano interessi illegali, illegittimi e criminali, i cui scopi peculiari sono legittimati dalle legislazioni e dai trattati dei e fra i paraventi.
            Quando ho scritto i pezzi che lei ha avuto la cortesia di leggere ( e la prego di diffondere) ero lievemente più ottimista, se non altro perché mi illudevo che era rimasta un po’ di libertà di stampa, poca ma vera. Non è così e la situazione è palesemente aggravata giorno per giorno per responsabilità di tutta l’ufficialità politica e, neanche a dirlo, religiosa, cattolica, ebraica e mussulmana, ciascuna a proprio modo genuflessa alla politica.
            Oggi occorre una rivolta per mutare l’andazzo, col quale la criminalità politica e la codardia religiosa porteranno allo spargimento di sangue.

        • Luca Antonio ha detto:

          Lei dice che uscire dall’euro non e’ possibile e questo mi trova trova , al momento, d’accordo ma la creazione di una moneta convenzionale per sostenere i consumi interni e’ possibile.
          E’ qui che occorre lavorare … altro che Mes !.

  • Nicola Buono ha detto:

    Non sanno più cosa inventarsi per trattenere in Europa i clandestini . Ecco l’ultima trovata.

    https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/consiglio-deuropa-e-unhcr-coinvolgete-i-rifugiati-con-studi-medici-nella-lotta-a-covid-19_17265782-202002a.shtml

  • Giuseppe Arnaboldi Riva ha detto:

    Ringraziandola per l’esame che condivido, possiamo pensare allora che sia in atto una guerra/rivoluzione permanente (Lev Trotzky) nella quale di volta in volta occorre indicare un capro espiatorio, cfr A. MORO (Girard) per ricostruire l’unita’ del Potere. E che sia stata individuata l’Italia ((cattolica) da sacrificare. Se fosse cosi’, in un ricorso storico, dovremmo aspettarci il ritorno dei beduini feroci che giunsero fino a Poitiers, ma che punterebbero a Roma (col consenso del Potere ovviamente).

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Grazie. I suoi scenari sono molto suggestivi tuttavia non sono nelle mie corde.
      Non mi pare ci sia alcuna rivoluzione, per ora, se non una progressiva e crescente consapevolezza del popolo di essere oggetto di un’aggressione cinica e spietata.
      Se per un verso lo scontro armato fra Cina e Stati Uniti mi pare inevitabile, non mi avventuro tuttavia fino al punto di dimenticare che il futuro e nelle mani di Dio Pare Onnipotente.
      Mi limito quindi ad analizzare i fatti noti e accertati, consapevole che dobbiamo ribellarci a chi comprime la nostra libertà donarci dal nostro Creatore.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Gentile GIUSEPPE ARNABOLDI RIVA, temo di aver fatto un pasticcio con le mie risposte ai commenti e quindi non tenga cortesemente conto del mio commento che segue a questo.
      L’economia è divenuta più che mai una guerra permanente. A ben vedere la guerra è da sempre una rapina; se la vittima designata resiste è una rapina a mano armata. Una rapina non si fa per rubare affetto ma ricchezza. Che cosa avverrà in futuro? Io posso limitarmi ad analizzare quanto accade e quanto è accaduto, limitandomi ai fatti acclarati e fare delle ipotesi. A mio avviso non siamo neppure a metà del primo tempo della partita.

      • miserere mei ha detto:

        La partita in corso è tra due squadre che sarebbe bene cercare di individuare: all’inizio dal match non sono stati suonati gli inni nazionali. Se ho capito bene gli indizi sin qui proposti, da una parte gioca ciò che resta di un ideale reale (non si dice privo di gravi difetti) di popolo e identità e dall’altra l’ideologia globalista (non senza pregi pratici, ma transumana).

        Gli ingenui, ipnotizzati dalla propaganda, identificano la seconda con le “democrazie” occidentali, il libero mercato e la NATO: infatti all’interno di queste “democrazie” il potere è saldamente nelle mani dell’ideologia che svergogna come razzista, populista, fascista e complottista chiunque osi dubitar di esso. Anche l’americano Trump è inviso all’America di Obama e la NATO non sta a Trump come agli USA. I globalisti transnazionali spolpano le parti più deboli dell’organismo che le contiene, come nell’Euro.
        Lo fanno per necessità (le piramidi finanziarie vanno sempre alimentate) e per “vision”: creare mondi, nel buio e dal buio.

        Dall’altra parte, realtà diverse come la Russia religiosa di Putin, la Cina atea e l’Iran fondamentalista si alleano alla Turchia che fa parte della NATO…

        Purtroppo ufficialmente la Chiesa cattolica pare incapace di divenire l’arbitro, ma gioca con una delle parti.

        Siamo solo a metà del primo tempo? Oltrealla possibilità di finire ai supplementari e ai rigori, c’è anche quella di una sospensione imprevista. L’arbitro mancato è comunque vicario dell’arbitro vero…

  • PIERO LAPORTA ha detto:

    Grazie per questa interessante osservazione, sulla quale concordo non del tutto.
    Sorvolo sull’empirismo di molti celebrati condottieri, fra i quali Napoleone.
    Mi pare necessario però osservare che questa guerra economica ha un inizio fin dal manifesto di Ventotene.
    Lo scenario è cominciato a mutare dalla morte di Aldo Moro. Essa è stata determinata da complicità sotterranee e trasversali est-ovest; è un scenario per molti aspetti riprodottosi con l’attentato a Giovanni Paolo II.
    Dopo il 1989 la responsabilità di questa guerra ha nomi e cognomi.
    Cominciamo col dire che la delega alla Germania (che illude inizialmente la Francia fino a rientrare nella NATO) del controllo sull’Europa, fa scappare la Gran Bretagna dalla UE e consegna alla storia i nomi dei responsabili americani (Bush, padre e figlio, i Clinton e Obama che in otto anni ha fatto più morti di Pinochet in 25), tedeschi (Khol, uno squilibrato, e tutti i suoi successori, ma non dimentichiamo il più acerrimo nemico di Moro, Helmut Schmidt), inglesi (dalla Thatcher fino a Teresa May), i Francesi, tutti.
    L’anima nera è tra Francoforte e Wall Street ma oramai sfugge a mio avviso a una connotazione statale precisa, aggregando una quantità di interesse transnazionali.
    In Italia i responsabili del disastro da portare in tribunale sono: Francesco Cossiga, che sapeva e si è dimesso, Oscar Luigi Scalfaro, Napolitano e Mattarella, preceduti da Andreatta, Monti, Ciampi, Prodi, Giuliano Amato, e tutte le nullità con l’eccezione (pavida) di Tremonti, succedutesi al Mef sino a oggi.
    In quanto ai mezzi empirici, sarei cauto. Le intelligenze artificiali consentono una duttilità straordinaria, fronteggiando in corso d’opera la mutabilità di infinite variabili e consentendo al decisore di vertice di scegliere fra le più probabilisticamente vantaggiose oppure meno svantaggiose.
    Come ho accennato alla fine dell’articolo, queste tecnologie oltre a rendere superflua la democrazia, annullano l’autonomia dei politici, che si riducono, come stiamo assistendo, a fare il juke box: cantano la canzone di chi introduce la moneta.
    La forza dei politici manichini sinora è stata la disinformazione, oramai devono fare un passo avanti verso il terrore. La politica si è consegnata alla tecnocrazia e si uccideranno a vicenda.

    • Vincenzo ha detto:

      Caro Laporta, grazie per l’esame che condivido anch’io.
      Potrebbe essre piu chiaro nel farci capire se e come il Potere è legato ad uno Stato o gruppi di Stati.
      Intendo dire, la massoneria che rapporti ha con gli Stati, come mai la Germania gioca sempre il ruolo predominante?
      Come dice lei, per capire cosa succede dobbiamo seguire le “tracce”, del denaro e del poter, è li che si trova “anima nera”, ma la si puo connotare? Ha un “none e cognome”, ossia una struttura?
      La Storia è frutto dell’uomo o “dell’anima nera”?

      • PIERO LAPORTA ha detto:

        La ringrazio. Spero di poter rispondere almeno in parte ai suoi quesiti nelle prossime puntate.

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    Sì, però, per evitare la depressione, ci vuole una proposta concreta di uscita dalla crisi:
    https://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2020/04/14/ancora-tremonti-basta-pieta/ Keynes,

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Se non scorre il sangue non mutano i rapporti di forza e non muta alcunché d’altro.
      Le elucubrazioni dei prof – specie quelli che avrebbero potuto fare e invece non si sono esposti – non mutano di un’acca i rapporti di forza. Occorre il sangue per cambiare, oppure un virus, chissà 🙂

  • Nicola Buono ha detto:

    Per Paoletta e Michele. Posto da Youtube, l”intervista che Padre Fuentes fece a Suor Lucia di Fatima. Riassume il messaggio di Maria Santissima a Fatima, i suoi inviti alla conversione per salvare La nostra anima ed i mezzi per farlo. Ricordo che la Madonna disse a Suor Lucia che non c’è problema che non possa essere risolto con il Santo Rosario ( ovviamente accompagnato dalla nostra personale conversione) E quando la Madonna parla di problemi parla di problemi di ogni ordine e genere. Riguardo poi il Rosario h24 che scaccio’ senza colpo ferire j Russi, ci vollero circa dieci anni. Se vi ricordate poi riguardo la guerra nella ex Jugoslavia durò tanto e la Madonna rimprovero’ i ragazzi perché si pregava poco per farla cessare. E per finire la prima guerra mondiale fini’ perché i Pastorelli seguirono le indicazioni della Madonna di pregare intensamente e di fare sacrifici per la fine della guerra e per la conversione dei peccatori.

    https://youtu.be/aMa1K5dnnCE

    • Michele ha detto:

      Caro Nicola, concordo con quanto ha scritto.
      Il trattato di Vienna è stato firmato il 15 Maggio 1955 dopo quasi 10 anni di Rosari h24 in seguito all’occupazione sovietica(ho appena controllato, non ricordavo i dettagli).

      Il promotore dei Rosari h24 è stato padre Petrus Pavlicek che nel 1946, mentre pregava nel Santuario Mariano di Mariazell, sentì una locuzione interiore da parte di Maria:”Fate ciò che vi dico e avrete la pace”. Padre Petrus Pavlicek attraversò a piedi l’Austria per la diffusione della Crociata Riparatrice del Rosario
      L’iniziativa partì con pochi oranti che crebbero nel corso degli anni; padre Petrus non disponeva degli attuali mezzi di comunicazione, ma ebbe fiducia e percorse in lungo e in largo l’Austria per predicare la devozione alla preghiera del Rosario sicuro dell’intercessione materna di Maria.

      I tempi dipendono anche dalla conversione personale, suppongo; noi partiamo avvantaggiati sulla diffusione della pratica perché abbiamo mezzi di comunicazione ben superiori, ma fede del popolo molto inferiore.
      Contiamo nel “piccolo resto “; il Signore, mediante l’intercessione di Maria, provvederà a fare la differenza.

  • Paoletta ha detto:

    cosa possiamo fare, oltre a pregare?

    • Michele ha detto:

      Cara Paoletta, ripeto ciò che avevo scritto tempo fa.
      Nel dopoguerra gran parte delll’Austria era stata invasa dell’Unione Sovietica. Un frate ispirato,diffuse la preghiera del Rosario perpetuo in tutta l’Austria.
      Aderi`un decimo della popolazione, circa 500.000 persone e,dopo un certo tempo di preghiere incessanti, i Sovietici se ne andarono senza dare spiegazioni, ma si ritirarono, pacificamente.
      Tenga conto che, ai tempi, l francescano che organizzò la preghiera non aveva i mezzi attuali di comunicazione.
      Nessuno ci vieta di farlo anche noi.
      Preghiera, conversione personale e sacrifici funzionano sempre.
      Il Signore illuminerà le persone di buona volontà e confondera` i traditori.

      • PIERO LAPORTA ha detto:

        Sono totalmente e entusiasticamente concorde, sillaba per sillaba.
        Il male divora se stesso, disse san Giovanni Paolo II.
        Ciascuno faccia quanto può; tutti recitiamo il Santo Rosario e ricordiamoci di chiedere a Dio Padre Onnipotente, cui nulla è impossibile, di stendere il suo braccio, chiediamolo “in nome e per la promessa di Nostro Signore Gesù Cristo, che è Dio e vive e regna, in unità con lo Spirito Santo, con Dio Padre Onnipotente, nei secoli dei secoli; amen”.
        Gesù ha promesso che la nostra preghiera sarà ascoltata.
        Lo sarà quando Egli deciderà e sarà nel momento più opportuno.
        Tanti soffriranno e saranno perseguitati. Quando mai il Male ha rinunciato a questo? Non dobbiamo cedere neppure un capello.
        NON PRAEVALEBUNT!

  • Sconsolata ha detto:

    Quante volte abbiamo sentito ripetere il ritornello della “terza guerra mondiale a pezzi”! E mai che sia risuonata quella preghiera semplice, semplice «O Signore, fa’ di me uno strumento della Tua pace», affossata dalla scriteriata, diffusa, pretesa di sentirsi “l’uomo della Provvidenza”. E più di uno si muove come tale nell’ambito di propria competenza…
    Il generale rileva «la totale assenza di guide politiche affidabili in un momento di acutissima crisi» avvertendo «Siamo sull’ orlo della rivolta», dopo aver dettagliatamente evidenziato, col ricorso a precisi dati di fatto, i rischi di un pacifismo imperante nei discorsi altisonanti, che è cosa ben diversa dall’essere veri operatori di pace.
    L’ora presente imporrebbe la presenza (e invece continuiamo a registrarne la “ritirata”, dai loro “posti di combattimento”; beninteso: in senso metaforico) di guide spirituali che esercitino la propria missione al netto di ogni travisamento, per orientare nella giusta direzione un’umanità smarrita e in balia di mestieranti in politica e in ogni altro campo del sociale, a partire da quello economico, per il recupero della “virtù possente”. Sarebbe opportuna una rilettura del II canto dell’Inferno, attualissimo come non mai, per il richiamo «a sostener la guerra/sì del cammino e sì de la pietate…/qui si parrà la tua nobilitate».

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      In questi momenti di comprensibile scoramento, la preghiera è la prima medicina. Vorrei pure suggerirle di riflettere su Santa Giovanna d’Arco e su san Tommaso Moro. Di quest’ultimo scriverò in una delle prossime puntate.

  • Antonio ha detto:

    Il problema (per Lorsignori) è che alla fine qualcuno si sta accorgendo che qualcosa non va. Era inevitabile, una volta si diceva che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Chi è ancora in grado di pensare ha per esempio non subodorato, ma visto dimostrare matematicamente che con l’euro abbiamo adottato una moneta straniera e siamo stati ridotti al rango di principati indiani ai tempi della regina Vittoria. Può darsi che Lorsignori puntino su chi di pensare non è in grado ed è disposto pertanto a credere ancora che l’euro sia il migliore dei mondi possibili. O forse hanno qualche altro asso nella manica per rimediare a loro vantaggio.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      I criminali che hanno messo sossopra l’Umanità, sono pronti a ogni nefandezza pur di mantenere il Potere.
      Il Potere si conquista per mantenerlo e accrescerlo. E’ una terribile legge che semina morte e distruzione se rinnega la consapevolezza di dover rispondere a Nostro Signore.
      Semina morte e distruzione infine anche nella casa del Potere.

  • gt ha detto:

    vede generale , una guerra convenzionale la decidono i governi e i veri potenti,ma la eseguono i generali sulla base di schemi strategici e mezzi bellici disponibili . In economia , una guerra economica, non si capisce mai chi l’abbia voluta e si fonda su mezzi sempre empirici .

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Grazie per la sua acuta osservazione.Concordo tuttavia in parte.
      Sorvolo sull’empirismo che ha afflitto una quantità di celebrati condottieri, a cominciare da Napoleone.
      In quanto all’empirismo nelle guerre economiche, sarei cauto. Le intelligenze artificiali consentono di adattare una enorme quantità di decisioni al mutare incessante delle variabili. Questo non è, a mio avviso empirismo, se non altro perché può fare a meno delle esperienze pregresse e agire spregiudicatamente, senza controlli gerarchizzati e con ottime possibilità di successo, come d’altronde accade.
      La gestione di un virus potrebbe rispondere a tali canoni, solo per fare un esempio.
      Per nostra fortuna Nostro Signore non si fa condizionare. Se infine preghiamo, è ancora meglio.