TAGESPOST: LA BARBARIE TEOLOGICA DELL’ANNUARIO PONTIFICIO.
2 Aprile 2020
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae vi offriamo nella nostra povera traduzione un articolo molto interessante di commento alle novità contenute nell’Annuario Pontificio 2020, e di cui abbiamo parlato questa mattina. L’articolo è apparso sul Tagespost, il quotidiano cattolico tedesco. Buona lettura.
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L’Annuario Pontificio 2020 è curato dalla Segreteria di Stato e pubblicato nella Libreria Vaticana. È solo un’Annuario, una rubrica, e manca di qualsiasi autorità magisteriale. Ciononostante, si dovrebbero evitare carenze teologiche ed errori dovuti alla negligenza. Questa volta, le definizioni della natura del primato papale sono classificate come semplici “titoli storici” sotto i dati biografici dell’attuale titolare del ministero di Pietro. E inoltre questi sono mescolati a titoli che non hanno nulla a che vedere con il primato e che sono cresciuti solo in senso storico, ma non dogmatico, come “Sovrano dello Stato Vaticano”. La denominazione “Servo dei Servi di Dio”, che risale a Gregorio Magno, non è un titolo d’ufficio, ma storicamente voleva solo esprimere il carattere di servizio dell’ufficio apostolico contro le pretese di potere del “Patriarca ecumenico di Costantinopoli”. “Chi vuole essere il primo tra voi, infatti, sarà il servo di tutti” (Mc 10,43), dice Gesù.
Dopotutto, si scopre perché Francesco, il Vescovo di Roma, è a capo della gerarchia cattolica, quando è stato eletto al suo pontificato dai cardinali e quando ha iniziato solennemente il suo ministero di “Pastore universale della Chiesa”.
Certo, tutti i titoli essenziali del Papato sono cresciuti nella Chiesa, e ancor più quelli meno significativi. Questo vale anche per il concetto e il ministero del Vescovo, e quindi anche per il Vescovo di Roma. Gesù stesso non nominò il Vescovo di Roma, ma nominò Simon Pietro, che più tardi subì il martirio a Roma, e trasferì così il suo primato alla Chiesa romana. Poiché tutti i vescovi sono successori degli apostoli, il vescovo della Chiesa di Roma fondata da Pietro e Paolo è anche il successore di San Pietro (Ireneo di Lione, Adversus haereseses III, 3:2). La lista dei vescovi romani (i “Summi Pontifici Romani”) inizia poi anche nell'”Annuario” del 2020 con “Pietro di Betsaida in Galilea, il principe degli apostoli, che ricevette da Gesù Cristo la suprema autorità papale, che doveva trasmettere ai suoi successori”.
Il nuovo Annuario Vaticano classifica il titolo papale “Vicarius Christi” come nota storica.
Uno sguardo ai testi del Concilio Vaticano II sulla dottrina cattolica vincolante del Papa come supremo pastore della Chiesa avrebbe salvato i redattori dell'”Annuario Pontificio” 2020 dall’imbarazzo di svalutare elementi essenziali della dottrina cattolica del primato come mero accessorio storico.
Infatti, sono i vescovi che sono i successori degli apostoli, “che insieme al successore di Pietro, il Vicario di Cristo e il capo visibile di tutta la Chiesa, guidano la casa del Dio vivente” (Lumen Gentium 18). È una barbarie teologica svalutare i titoli del Papa “Successore di Pietro, Vicario di Cristo e Capo visibile di tutta la Chiesa” come mera zavorra storica. Sono infatti cresciuti storicamente, così come tutti i concetti della dottrina della Trinità, della cristologia, della dottrina della grazia e dell’ecclesiologia e così via. Ma essi fanno emergere elementi essenziali del primato petrino, che risale all’istituzione di Cristo ed è quindi legge divina e non solo umano-ecclesiale. Nessun Papa o Concilio ecumenico potrebbe, ricorrendo al loro supremo potere sulla Chiesa, al primato, all’episcopato, abolire o reinterpretare i sacramenti nella loro essenza.
I cattolici hanno il diritto, radicato nella fede divina e cattolica, di comprendere il papato in generale e oggi il pontificato di papa Francesco alla luce del Concilio Vaticano II. Solo con molto umorismo e ironia si può sopportare il dilettantismo teologico degli statistici, anche se potrebbe essere nuovamente lodato dagli interessati pieni di ipocrisia come segno di grande umiltà.
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Tag: annuario, tagespost, vicario di cristo
Categoria: Generale
Gentile redazione,
facendo seguito alla pubblicazione delle immagini relative al nuovo annuario pontificio, mi permetto di condividere il mio pensiero.
Da un punto di vista del titolo di Vicarius Christi, inquadrato nel contesto storico quale appellativo onorifico ovvero di “carica, qualifica e sim”, in seno alla società civile “cominciò a essere assunto del Papa, con coscienza del significato dottrinario in esso implicito, nella situazione di crisi dei rapporti tra papato e impero nell’età della lotta delle investiture (11°-12° sec.).
In virtù della vicaria diretta di Cristo, a differenza di quella mediata contenuta nel titolo di vicarius Petri, il papa veniva a essere superiore a ogni altra potestà in una concezione ecclesiologica che vedeva la potestà terrena sottoposta, ma non ancora affidata, a quella spirituale.” [cfr. Enciclopedia Treccani].
Il Papa, Vescovo di Roma e Successore di san Pietro “è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli. [cfr Lumen Gentium, 23]” e questo è semplicemente un dato di fatto che trascende “l’araldica”.
“Infatti il Romano Pontefice, in virtù del suo ufficio di Vicario di Cristo e di Pastore di tutta la Chiesa, ha sulla Chiesa la potestà piena, suprema e universale, che può sempre esercitare liberamente” [cfr. CCC art. 882]
Venerdì abbiamo letto, dal Vangelo secondo Giovanni [10,37]:
“Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre”
L’essere Vicario di Cristo, è bene ribadirlo, non è un titolo, non rappresenta uno status sociale, bensì è un ministero da cui, all’art 881 del CCC, “l’incarico di legare e di sciogliere, che è stato dato a Pietro, risulta essere stato pure concesso al collegio degli Apostoli, unito col suo capo; Questo ufficio pastorale di Pietro e degli altri Apostoli costituisce uno dei fondamenti della Chiesa; è continuato dai Vescovi sotto il primato del Papa.”
“non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato” [cfr Giovanni 8,42].
Cerchiamo di non assumere l’atteggiamento dei capi dei sacerdoti e dei farisei che il Vangelo giovanneo descrive quest’oggi quando, al cap. 11,47 leggiamo: “Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione” ma di mantenere lo sguardo soprannaturale dell’evangelista che, al versetto 52, ci rincuora “Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi” e ci ha riuniti sulla barca di Pietro, ieri come oggi depositario delle chiavi del regno dei cieli ove risulta già accreditato.
Mi avvio alla conclusione dicendo che il termine “storico” assume diverse accezioni, così leggiamo che il termine si riferisce a qualcosa che è realmente accaduto o esistito, di fatto accertato, che tutti conoscono e che quindi non si può mettere in dubbio ed, infine, che merita di essere tramandato per la sua importanza e per le conseguenze che avrà sugli eventi successivi [Treccani, Sinonimi e contrari], in questa lettura trovo vada interpretato l’Annuario in argomento.
Nel frattempo sul sito del Corriere della Sera viene riportato un articolo dell’Economist dal titolo «Fino a quando potremo permetterci di dire che una vita umana non ha prezzo?» e penso che siano questi i temi sui quali sarebbe bene spendersi e per i quali è bene rimanere uniti, omnes cum Petro (chiunque esso sia), perché non ci sono altre barche disponibili per compere questa traversata.
Cordialmente
G.T.
Carissimo Cesare. Quasi tutta questa Quaresima pian piano durante brevi prediche ho letto ai fedeli, anche se qui pure il coronacina-19 chiuse le chiese, ecc, pezzi d’ un Catechismo per i Parroci, dal 1818, (non mi sono sbagliato nell’ anno; lo ho comprato gennaio scorso nell’ antiquariato in Spagna) come allora a due colonne nel latino e nel nostro caso l’ altra in spagnolo. Alcune volte ho dovuto fare uno sforzo, senza che se ne acorggessero i fedeli presenti, per non piangere…tale la subliminità del linguaggio ed il livello come si sprimevano i concetti.
Veramente questa demolizione specificamente iniziata contro la Chiesa ai tempi di SAN PIO IX…oltre che si capisce perchè s’ è riuscita quella fissazione che finchè non avrebbero infilato un loro papa, non avrebbero raggiunto il climax demolitore, e per davvero non lo hanno ottenuto leggittimamente con berORGOGLIO, ma certo almeno quel solo che l’ interessava sì: il potere matteriale della Chiesa, ovve tr’ altro il balordo, confusso, volgare, devole, linguaggio è massima illustrazione.
Ma se avesse vissuto al tempo di Gesú sarebbe stato un suo discepolo? Gesú lo avrebbe chiamato a “fondare” la sua Chiesa?
Al di là dei titoli storici mi sembra che Bergoglio, per le prove date, non sia un buon pastore. E l’unico dato che salta agli occhi.
Infatti, non sa tenere unito il gregge, non sa difenderlo dai lupi, prende a bastonate le pecore buone e accarezza quelle cattive. E, in più, non conosce la strada per portarle al pascolo. Peggio di così….
Scusate OT ( o forse no)
Nella predica odierna da Santa Marta, oggi che si commemora Maria Madre Addolorata, il Papa ha sentito il dovere di ribadire che Maria non e’ corredentrice. Madre e discepola si’ , corredentrice no. Ci si potrebbe chiedere perche’ mai l’ ansia di negare alla Madonna il titolo di orredentrice. Forse perche’ tutto cio’ che “ rinforza” il ruolo di Maria nella salvezza, ci allontana dai fratelli luterani? A quando anche i vari titoli di Maria , a parte Madre e discepola, saranno detti “ titoli storici” come Vicario di Cristo per il Papa?
Certo l’ avvicinamento ai luterani e’ importante per questo papa…
Ma diminuire il ruolo di Maria , la Theotokos, la Ianua Cieli, , la Turris Davidica , per far piacere ai protestanti, vale la pena?
Se qualcuno avesse dei dubbi su quanto afferma Maria Cristina, può toglierseli leggendo qui sotto le parole testuali dette dal Papa.
–La Madonna non ha voluto togliere a Gesù alcun titolo; ha ricevuto il dono di essere Madre di Lui e il dovere di accompagnare noi come Madre, di essere nostra Madre. Non ha chiesto per sé di essere una quasi-redentrice o una co-redentrice: no. Il Redentore è uno solo e questo titolo non si raddoppia. Soltanto discepola e Madre. E così, come Madre noi dobbiamo pensarla, dobbiamo cercarla, dobbiamo pregarla. È la Madre. Nella Chiesa Madre. Nella maternità della Madonna vediamo la maternità della Chiesa che riceve tutti, buoni e cattivi: tutti.–
Sine glossa.
Lei , se non sbaglio , è cattolico e ingegnere.
Stando alle Sacre Scritture chi è mediatore fra Dio e gli uomini ?
Uno solo , il Cristo.
Stando ai suoi studi tecnici , quanto medi ci sono fra due estremi ? Uno.
Se ce ne sono altri sono fra un estremo ed il medio.
Escluso dalle Sacre scritture la possibilità che la Madonna possa essere medio tra Dio e Gesù , resta l ipotesi che sia medio tra Gesù e gli uomini.
Difficile dare dunque una formula dogmatica , che rasenterebbe la “quaternita” e che nemmeno geometricamente sarebbe risolvibile.
Da Pio IX ad oggi , nessun Papa ha accettato di andare oltre la definizione di ” cooperatrice”
Mi permetta disentire. L’ultimo Papa ad usare “Corredentrice” è stato S.S. Pio XI.
https://es.catholic.net/op/articulos/15816/cat/653/el-misterio-de-maria-corredentora-en-el-magisterio-papal.html
Certo che è possibile usare quel termine, ma sempre nella ottica della cooperazione.
Nulla viene tolto e nulla viene aggiunto al Mediatore.
In un certo senso , anche noi quando per esempio preghiamo . siamo ” corredentori” .
Cristo non ha bisogno di corredentori per l opera di redenzione ma per distribuire ciò che ne viene.
Segnalo questo articolo dalla cronaca maceratese, o forse sarebbe meglio dire dalla cronaca degli Ultimi giorni:
https://www.cronachemaceratesi.it/2020/04/02/caduta-la-croce-del-monte-bove-foto/1383978/?fbclid=IwAR2ggeIE6YpNGpPeTm8sTRyX9O15mci_5NbLowLk-iPtDgcHVjhcPmrlfnI
La vicenda dei appellativo “Vicario di Cristo” riferito al Romano Pontefice e relegato a semplice “titolo storico” nell’Annuario Pontificio 2020 esprime realmente il pensiero di Bergoglio.
Già a Scalfari aveva detto: mi sento vicario di un Cristo “di cui poco ne sappiamo”…
Per non parlare poi della dichiarazione di Abu Dhabi (“il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani”…) dove Nostro Signore Gesù Cristo viene messo alla stregua del povero Budda e del povero Maometto…
Quindi è comprensibilissima la scelta di declassare titoli di grande pregnanza teologica come semplici retaggi storici. Non so se Bergoglio appaia iscritto in qualche loggia massonica… Può darsi che non ne abbia mai fatto parte ma, è un dato di fatto che il suo pensiero è massonico. Fin nelle midolla.
E’ assolutamente appropriato che si citi il Concilio V.II, per scoprire le mistificazioni annidate nei posti più impensabili. “EX verbis tuis te judico”, è sempre la strategia migliore.
Perché stupirsi di quanto riportato nell’ annuario pontificio? È il manifesto delle loro credenze.
Il loro peccato è la mancanza di sintesi; bastava scrivere così:
Jorge Mario Bergoglio, perito chimico, gesuita, in arte papa.
Non è dilettantismo. La vicenda dell’Annuario Pontificio evidenzia semplicemente il pensiero di Bergoglio. Bergoglio non si sente papa. La vicenda dell’Annuario è assai emblematica. Correre ai ripari come fai tu, caro Tosatti, è ridicolo. Già a Scalfari aveva detto: mi sento vicario di un Cristo “di cui poco ne sappiamo”… Per non parlare poi della dichiarazione di Abu Dhabi (“il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani”…) dove Nostro Signore Gesù Cristo viene messo alla stregua del povero Budda e del povero Maometto… Quindi è comprensibilissima la scelta di declassare titoli di grande pregnanza teologica come semplici retaggi storici. Non so se Bergoglio appaia iscritto in qualche loggia massonica… Può darsi che non ne abbia mai fatto parte ma, è un dato di fatto che il suo pensiero è massonico. Fin nelle midolla.
Ot
https://www.change.org/p/papa-e-conferenza-episcopale-italiana-consentiteci-il-conforto-dei-sacramenti/share_for_starters?just_created=true
Chiedo scusa se non attinente… ma è importante… che Dio ci aiuti e ci perdoni.
mi chiedo come si può pensare a fare qualcosa di buono in un sito come quello di change, strumento di poteri che vogliono eliminare la fede cristiana e la Chiesa di Gesù, nato per controllare e schedare chi vuole cosa, chi firma cosa
Il miglior commento è nell’incisività del titolo dell’articolo. Insuperabile!
Il commento segnala un’aberrazione, e questo va bene. Molto meno bene, invece (anzi, decisamente malissimo) quel riferimento “alla luce del Concilio Vaticano II ” che squalifica e demolisce le buone intenzioni dell’estensore.
La Costituzione “dogmatica” sulla Chiesa, infatti, non è – ripetiamo: non è – un documento dottrinale nel senso comune, ossia che proclama un dogma, ma nel senso chiaramente restrittivo di testo che tratta in modo generico un argomento dottrinale. Infatti, per volontà stessa dei Pontefici che presiedettero quell’assise, il Concilio non intendeva – né ha mai inteso, altrimenti avrebbe anche formulato espliciti canoni a condanna delle proposizioni opposte – proporre alcuna modifica alla dottrina infallibilmente proclamata e definita al Concilio Vaticano I.
Spiace che, dopo settant’anni di aberrazioni non meno gravi di quest’ultima trovata bergogliana, vi sia chi ancora fa riferimento al Vaticano II, quasi esso potesse in qualche modo porre un argine dottrinale alle sciagurate innovazioni di Bergoglio. È proprio attingendo al Vaticano II che il cancro modernista si è esteso a tutto il corpo ecclesiale, fino alla presente metastasi.
grazie. Prima o poi si dovrà prenderci il rischio di aprire il vaso di Pandora del CVII. Ma chissà quando. Suppongo quando avremo toccato il fondo, del quale ancora non si vede la fine, ma dentro il quale stiamo già cadendo.
Il rischio di aprire, se non il vaso di Pandora, ma almeno un discorso sul Concilio Vaticano II è stato fatto dai francescani dell’Immacolata qualche anno fa ed è finita malissimo. Credo che per molto nessuno ci proverà più.
@ Cesare Baronio
Sarò anche un cretino conclamato, ma continuo a fare riferimento al Concilio Vaticano II.
Io non mi darei del cretino ma leggerei, con calma, IOTA UNUM di Romano Averio…
Si legga il Concilio di Trento, e lo faccia bene.
Poi legga il Vaticano II e vedrà l’abisso che separa la voce fiera della Santa Chiesa dai vaniloqui di una setta di castrati.