MESSAGGI DI PRETI (E FEDELI) DAL CUORE FERITO.
29 Marzo 2020
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, voglio proporvi due lettere che ho ricevuto da sacerdoti, uno di Roma, e uno del nord, che scrivono ex abundantia cordis, due cuori pieni di amarezza. Ben condivisibile, purtroppo, e ben comprensibile. Credo che meritino tutta la nostra solidarietà e il nostro affetto. E in calce due altri sfoghi dell’anima: il primo relativo alla situazione delle chiese chiuse e della messa – e dell’adorazione eucaristica – negate ai fedeli. E l’altra invece riferita alla cerimonia che ha visto come protagonista solitario il pontefice regnante in piazza San Pietro deserta. Leggete, e esprimete il vostro parere.
§§§
Caro Marco,
ti scrivo con la morte nel cuore per l’odierna situazione del culto pubblico e dei nostri amati fedeli privati della Santa Messa e dell’adorazione eucaristica.
Sono sacerdote a Roma. Fortunatamente non faccio il parroco, altrimenti non saprei come starei, in questo momento, con la mia coscienza.
Infatti, Gesù buon pastore che dona la realmente la vita per le pecore si ritrova al giorno d’oggi davanti ad un clero che vuole sostituire la realtà per la virtualità pur di non rischiare la salute, dopo aver adorato tanto il buon Maestro morto per noi sul legno della Croce.
Questa reazione ecclesiale sembra anzitutto in contrasto crudele con tanti discorsi di Chiesa in uscita, preti con l’odore delle pecore (ma è possibile avere quell’odore, se le pecore solo le vediamo tramite internet?), ospedale da campo…
Rischiamo di essere annoverati tra tanti demagoghi che hanno riempito di parole la gente e poi niente coi fatti…
Gesù, infatti, mica si è fatto vivo tramite streaming o ci ha inviato benedizioni dai balconi.
No! si è INCARNATO e poi, durante la sua vita si è esposto: cioè, è sceso in piazza, ha toccato lebbrosi, morti, ciechi, zoppi, e una lunghissima lista di malati, molti contagiosi, e li ha guariti tutti.
E infine – mistero d’amore – è rimasto REALMENTE presente nell’eucarestia.
Per cui la Chiesa, che è sacramento dell’amore di Gesù, deve mostrare verso le pecore un amore REALE non VIRTUALE, come si fa oggi al fine di preservare le reverende pelli degli ecclesiastici!
Chiedo ai tuoi cari lettori, agli amici, perché i nemici non lo faranno mai, di scrivere ai signori vescovi, e supplicarli di ripristinare le messe pur osservando tutte le norme prudenziali.
Gesù ha sconfitto la malattia e la sconfigge tuttora. Basta la FEDE! Se puoi… disse Gesù rammaricato, basta aver FEDE.
Scrivete, cari amici, dimostrate un amore per Gesù che sarà fonte di salvezza e salute per la nostra Italia, dite ai Vescovi: VOGLIAMO GESÙ!
§§§
Ho rassegnato le mie dimissioni da parroco al mio Vescovo: non mi sento più in sintonia con un servizio che non ritengo rispettoso di quello che, come parroco, dovrei garantire: il cammino spirituale della comunità.
Sono convinto che oggi, il richiamo a certi valori che ci vengono insegnati dal Vangelo, nella grande maggioranza dei casi sia ampiamente disatteso: spesso disatteso dai pastori stessi, che non trovano più la voglia, né tanto meno lo stimolo per cercare un metodo diverso di annuncio; disatteso dalla stragrande maggioranza della popolazione che, pur dichiarandosi cristiana, sembra essersi adattata ad una vita spesso priva di un qualsiasi impegno nella comunità e nella Chiesa; e disatteso anche dalla stessa Chiesa (preti, vescovi, operatori pastorali), perché nessuno sembra cercare qualche soluzione per ridare un volto nuovo a questo nostro stanco cristianesimo che ormai sembra l’ombra di quello voluto da Gesù Cristo: la gente crede in quello che vuole, non è più il Vangelo il centro della vita delle persone.
La religiosità è cambiata, è sotto gli occhi di tutti, ma noi continuiamo con gli stessi schemi del passato e non ci accorgiamo di non riuscire più ad incidere sulle coscienze: rimane poco spazio per Dio, se non un Dio vago lassù nell’alto, da tenere buono con una messa e…tutto finisce lì!
La nostra società è caratterizzata da una forma gigantesca di individualismo rinchiuso su se stesso, anche in campo pastorale: non si sente la necessità di vivere gli impegni “in comunità”: qualcuno fa e si sforza, ma lo fa da solo! E la Chiesa, la comunità cristiana, dov’è? Chiesa vuol dire assemblea, famiglia: ma dov’è? La vita di una comunità che incarna il Vangelo è tutta e solo nella messa? L’impegno cristiano si esaurisce in quei 45/50 minuti alla settimana… e poi ognuno a casa sua?
La pastorale della nostra Chiesa occidentale è quella che definisco una pastorale “a canguro”: grandi salti da un sacramento all’altro, senza nulla in mezzo che dia slancio e continuità ad un impegno serio.
Si dà il battesimo ai piccoli, con qualche incontro coi genitori prima, ma dopo, per anni, non c’è assolutamente nulla; si riprendono per la preparazione alla Prima Comunione, spesso senza il minimo coinvolgimento della famiglia. Termina la Comunione e si assiste molto spesso all’abbandono pressoché totale di ogni pratica religiosa da parte del bambino (quello della famiglia molte volte è avvenuto già parecchi anni prima, con le scuse più impensabili!).
Si riparte ancora per la preparazione alla Cresima e, una volta ricevuta, si assiste ad un effettivo e praticamente definitivo distacco da tutto.
Se va bene se ne riparlerà poi in occasione del matrimonio, normalmente a distanza di oltre 10/15 anni. E sui matrimoni che celebriamo, stendo un velo pietoso: difficilmente sono segno della “fede” dei due sposi che ne sono i ministri, ma semplicemente l’occasione per una bella e fotografatissima festa.
L’ultimo grande salto, quello definitivo lo si compie in occasione della morte!
Questi nostri tempi si stanno dimostrando troppo staccati da quella che è una minima rispondenza al Vangelo, che sarebbe necessaria.
Proprio per questo ho capito che continuare a fare il parroco sarebbe stata una scelta sbagliata: non me la sento più di dare il battesimo ai piccoli, non me la sento più di garantire che i bambini siano pronti a fare la Prima Comunione, semplicemente perché credo che, quasi sempre, non lo siano affatto. Un sondaggio effettuato (credo in America) ha dato esiti drammatici: oltre il 70% dei cattolici non sa neppure cosa voglia dire la “presenza reale di Cristo” nell’Eucaristia.
Non me la sento più di preparare alla Cresima, quando so benissimo che per i ragazzi il più delle volte, è l’ultimo atto di quella che sembra essere una farsa, orchestrata per loro dagli adulti fin dal battesimo.
Con questo non intendo giudicare nessuno, perché ognuno ha la sua coscienza e deve risponderne davanti a Dio. Ma siccome anch’io ho la mia, non mi sento più di essere complice di questo “gioco” che mi sembra sia diventata la vita del cristiano e della comunità.
Il Vangelo, dobbiamo ammetterlo, non è più al centro della nostra vita. Le nostre chiese sono sempre più desolatamente vuote e lo saranno sempre di più: tra pochi anni ci saranno solo i turisti che vengono a vedere quanto sono belle!
Dobbiamo avere il coraggio di porci una domanda molto seria:
IL VANGELO CI INTERESSA ANCORA? DICE QUALCOSA AI NOSTRI CUORI?
Perché, se non dice più niente, allora possiamo chiudere tutte le nostre chiese; se invece dice qualcosa, allora bisogna che ci rimbocchiamo le maniche!
Non si tratta di inventare una “evangelizzazione diversa”, cambiando qualche contenuto; dando qualche piccolo ritocco qua e là: una riverniciatina che possa far apparire qualcosa di nuovo, mentre sotto sotto tutto resta uguale, incrostato di… niente!
Si tratta invece di renderci conto che la pratica cristiana, così come si è ridotta in questi ultimi anni, è arrivata al capolinea e bisogna INIZIARE TUTTO DA ZERO. Proprio il Vangelo ci suggerisce di non mettere pezze nuove sul vestito vecchio: non serve a niente, anzi strappa tutto, illudendoci che il tessuto possa ancora servire così com’è, rattoppato!
Ma perché questo nuovo cammino possa avere successo, bisogna che tutti ne siamo convinti e pronti a ricominciare.
È davvero così?
§§§
Egregio politico, giornalista, uomo della Chiesa, operatore della comunicazione
sono Ciro Maranta, un commerciante in pensione. Come cittadino ma soprattutto come cristiano, Le volevo esternare il mio attuale stato d’animo in relazione all’odierna situazione d’emergenza per la pandemia di Covid-19 ma anche e soprattutto per il particolare trattamento che è stato riservato ai cattolici che sono stati quasi all’improvviso privati della possibilità di partecipare alla Santa Messa e di conseguenza non hanno più potuto cibarsi del “Pane del Cielo”.
Sicuramente Lei può comprendere che un cattolico, oltre a cibarsi del pane materiale, ha assoluta necessità di cibarsi del pane spirituale, anzi può fino ad un punto fare a meno del primo ma non può fare assolutamente a meno del secondo!
Penso che una corretta concertazione tra lo Stato e la Chiesa avrebbe prodotto una soluzione che permettesse di celebrare la Santa Messa giornaliera in quanto i fedeli, nei giorni feriali, generalmente sono esigui e consentirne quindi la partecipazione certamente con tutte le necessarie precauzioni. Invece, non solo tutte le celebrazioni religiose sono state vietate, ma si sono verificati alcuni casi di veri e propri abusi perpetrati da parte di uomini delle forze dell’ordine ai danni di sacerdoti e di fedeli. Penso in particolare a ciò che è successo a Cerveteri ed a San Gennaro Vesuviano ma sono venuto a conoscenza di altri casi che non sono venuti alla ribalta.
Non riesco a spiegarmi come sia accaduto ciò ma bisogna fare in modo che non succedano ancora simili episodi. Credo sia necessario darsi letteralmente una calmata!
Da credente mi domando perché non ci è stato concesso di approvvigionarci del pane spirituale della SS. Eucarestia così come ci è stato permesso di rifornirci del pane materiale?
E’ ancora più paradossale consentire di poter comprare le sigarette invece vietare di andare in chiesa: fumare è più importante di pregare?
Con grande dispiacere e rammarico noto che in questi giorni quasi nessuno parli di Dio, al quale invece occorre particolarmente rivolgersi in momenti difficili come è questo. Eppure, almeno per i credenti, solo Dio può mettere fine a tutto ciò, Lui solo può combattere l’invisibile!
Infine è triste osservare che lo Stato si comporti da lupo e la Chiesa da agnello per un presunto bene superiore in quanto lo Stato impedisce ai poveri sacerdoti di espletare il loro dovere e la Chiesa non ribadisce il proprio dovere essere e cioè quello di donare Gesù Eucarestia!
Se purtroppo queste sono le condizioni proposte per superare la pandemia suggerirei agli uomini dello Stato ma soprattutto agli uomini della Chiesa, che sono diventati disoccupati, di togliersi la tonaca e spendere il loro tempo nell’aiutare i più deboli e gli anziani!
Concludo nella speranza che cambi qualcosa e che per Pasqua fate risorgere Gesù nelle Chiese aprendo le porte a Cristo e restituendoci l’Eucarestia.
Con osservanza,
Ciro Maranta
§§§
Roma, 27/03/20
Non capisco, proprio non capisco. Dio abbia pietà di me. Cosa è questa scena assurda? Piazza s. Pietro, la magnifica Basilica, l’amata culla della cristianità, trattata come il set di una tetra recita che richiama il terrore non certo la speranza o tantomeno l’incoraggiamento di Gesù ai discepoli impauriti. Ma chi sono queste menti perverse che mettono su un tale show che vuole inquietare invece che rinfrancare attendendo la notte affinché aumenti la forza delle tenebre. Perché mai tutto questo? Alla faccia della semplicità e della grazia del nostro amatissimo Signore Gesù Cristo che spargeva letizia e gioia al suo apparire e che continua a farlo nei nostri cuori appena ci rivolgiamo a lui sinceramente. Mentre qui sulla tomba dell’Apostolo Pietro sembra si vogliano rappresentare e onorare forze oscure e invincibili a cui ci si è arresi. Non esprime amore o fiducia questa piazza volutamente e disgraziatamente vuota, non si percepisce alcun lume di grazia, mentre vi si impone solo uno scabroso codice mortifero agghindato da pretese penitenziali globali dove Gesù Cristo viene usato come esca non come liberatore dell’umanità. Mandiamoli via, ricacciamo queste menti perverse ai posti loro propri, non permettiamo che trasformino i nostri luoghi sacri in abissi , fermiamoli prima che avanzino nel loro piano di annientamento della nostra fede in Gesù Cristo e della Chiesa .
E.A.
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Tag: coronavirus, messa, papa, preti, san pietro
Categoria: Generale
Scusate , in relazione alla lettera del parroco dimissionario mi sbagliero ma il prete da cio che ho capito non ha lasciato il sacerdozio , ma il suo incarico di parroco , credo voglia confessare , celebrare , pregare ma senza l ‘ onere di occuparsi di una comunita in un incarico che lui sente burocratizzato e non piu una missione evangelizzatrice .Credo che sia il problema di tanti preti che anche a causa della mancanza di vocazioni ormai si trovano a sovrintendere catechisti per comunioni in 3- 4 parrocchie , al nord so anche di 10 comunita , a battezzare come egli afferma bambini figli di coppie che non vedeva dal giorno del matrimonio e che sa che quei bambini li rivedra se tutto va bene 10 anni dopo.Qui al Sud e un po diverso perche per fortuna siamo ancora al prete con una o 2 parrocchie come nella mia e in un paesino di 4 mila abitanti e se non altro nelle feste principali la gente si vede di piu , ancora si va ai funerali e quando ci sono comunioni e cresime con il vescovo magari per curiosita ma la gente affolla la chiesa , insomma il parroco ha almeno la possibilita di recitare un Amen con la persona X .Ma altrove non e assolutamente cosi e credo sia normale che a questo punto il prete della lettera si chieda ” Ma che cosa ci faccio io qui ? ” , dico di piu secondo me questa domanda in tempo di coronavirus se la stanno ponendo in tanti.E anch ‘ io mi chiedo in tempo di scristianizzazione come la nostra ha senso ancora il ruolo del parroco e ormai del vescovo cosi come sono adesso .Si e parlato qui come altrove di isole monastiche o qualcosa del genere sull ‘ esempio dei monasteri benedettini che salvarono evangelizzazione e cultura dopo le invasioni barbariche .Ecco , non so come ma secondo me si andra verso qualcosa del genere , spero che il tutto non avvenga in totale clandestinita a causa della persecuzione ma tant’ e .Buona giornata
Certo, una situazione come questa doveva essere pretesto per traboccare di zelo e di amore di Dio e verso il prossimo. sacerdoti nelle strade e nei luoghi di cura, chiese aperte con preghiere fervorose… Invece è tutto un nascondino per “ragioni sanitarie” in nome della “famiglia umana”… Desolante.
Tutto vero, specialmente le prime due lettere toccano tasti dolenti.
Ma, d’altra parte, che vogliamo fare, se abbiamo preti come quel francese citato da Magister il quale si è messo a insultare chi denuncia il silenzio della Chiesa di oggi? Per giunta, scrivendo delle autentiche scemenze facilmente confutabili sul piano storiografico…
Ma, tornando a noi, la situazione era così grave già da quando ricordo io, negli anni Ottanta. In qualche modo Giovanni Paolo II e, nel suo ambito, Ruini hanno tentato di riprendere la situazione in pugno, ma era più apparenza che altro.
Da quanto tempo le parrocchie erano ridotte a sacramentifici? Da ragazzo negli anni Ottanta durante il catechismo per la cresima io ero l’unico o quasi che seguisse, gli altri facevano i cretini e i bulletti contro di me (il “secchione”). Però la cresima l’hanno fatta tutti, così i preti facevano vedere che la parrocchia era attiva.
Com’è avvenuto tutto questo? Sicuramente con la diffusione della secolarizzazione edonista a partire dagli anni Sessanta accompagnata dal disarmo postconciliare del cosiddetto mondo cattolico, tutto preso a rincorrere “gli altri” per “camminare insieme” in nome dell'”umanità” e degli “ideali comuni”. Il risultato è stato, in Italia, quel pastrocchio cattocomunista da una parte e individualista-edonista dall’altra (non di rado le due cose vanno a braccetto, anche se apparentemente contraddittorie, ma l’ipocrisia e l’incoerenza, oltre all’ignoranza, giocano sempre un ruolo importante nella vita sociale e personale di molti).
Al parroco che si è dimesso, vorrei dire: caro padre, ma lei non sapeva a che cosa andava incontro? Però, mi permetta: per essere sacerdoti occorre innanzitutto essere uomini di preghiera. Continui a pregare. Il Signore le farà trovare la sua strada. Siamo servi inutili. Tutti abbiamo l’impressione di girare a vuoto ogni tanto (o talvolta spesso). Offriamo al Signore ciò che è sbagliato o superfluo nella nostra opera e cerchiamo di convertirci innanzitutto noi, non scimmiottando le tendenze in voga bensì umiliandoci davanti al Signore.
Al Sacerdote parroco che vuole rinunciare o ha rinunciato, rivolgo una supplica: non lo faccia! Apra la sua chiesa e consenta alle sue pecorelle di entrare a distanza di sicurezza: confessi, dia l’unzione degli infermi, dia la comunione, porti Gesù ai malati. Si faccia coraggio. Gesù l’accompagnerà.
Bisogna ammettere che il punto di vista del parroco dimissionario oltre a esprimere un evidente profondo sconforto contiene una lucida sconvolgente verità che rispecchia al di là delle pie illusioni la società in cui siamo immersi.
Ci sono dei passaggi, dei concetti senz’altro crudi ma incontestabili che per un sacerdote deve essere drammatico soltanto pensarli.
«La religiosità è cambiata, è sotto gli occhi di tutti, ma noi continuiamo con gli stessi schemi del passato e non ci accorgiamo di non riuscire più a incidere sulle coscienze: rimane poco spazio per Dio, se non un Dio vago lassù nell’alto, da tenere buono con una messa e…tutto finisce lì!».
…La pastorale della nostra Chiesa occidentale è quella che definisco una pastorale “a canguro”: grandi salti da un sacramento all’altro, senza nulla in mezzo che dia slancio e continuità a un impegno serio … Si dà il battesimo ai piccoli e dopo, per anni, non c’è assolutamente nulla … Si riprende per la preparazione alla Prima Comunione e alla Cresima e si assiste molto spesso all’abbandono pressoché totale di ogni pratica religiosa da parte del bambino che sfocia in un effettivo e in pratica definitivo distacco da tutto…
Tutto vero! Quanti sono i genitori che battezzano i figli per ciò che rappresenta il sacramento e non soltanto per richiamare a raccolta l’intero parentado? Una prassi che si ripete tal quale alla Prima Comunione/Cresima ma più nefasta perché spessissimo dopo resta il nulla. Per non parlare delle sottintese motivazioni di chi poi decide di sposarsi in chiesa.
Assai inquietante infine la conclusione. Prima elenca cosa sarebbe necessario fare per iniziare un nuovo corso e poi pone una domanda che riflette pessimismo e sfiducia: «Ma perché questo nuovo cammino possa avere successo, bisogna che tutti ne siamo convinti e pronti a ricominciare. È davvero così?».
al parroco che si è dimesso…amare vuol dire dare senza ricevere niente in cambio.Rilegga la Passione del Signore : ai piedi della Croce oltre a Giovanni e alla Madre SS,le Marie,qualche altro che amava il Signore ,i romani. Gesù ,Dio ,nella sua prescienza sapeva benissimo ,che hai piedi della Croce le persone si potevano contare e che niente avrebbe avuto in cambio.Ma è salito ugualmente sulla Croce ,per Amore.La prego ,ritiri le sue dimissioni,ritorni a fare il parroco,per amore .Se si sente ancora un ALTER CRISTUS riprenda la Croce e segua Cristo…anche da solo.Lasci i giudizi a Dio che le ha dato il dono della Fede ma lei ci metta il suo coraggio.Prego per lei
Purtroppo uno degli scopi, e non certo l’ultimo, dell’operato di certi prelati di altissimo rango, infiltrati appositamente, è stato proprio quello di compromettere la reputazione dei tanti santi preti (come si diceva una volta, adesso spesso vedo in uso “presbitero” che anche se corretto a me suona molto affettato).
Lo dice uno (io) che purtroppo nemmeno si ricorda quando ha fatto la comunione l’ultima volta (e non voglio farla per non fare sacrilegio), sappiate che tanti anche lontani contano proprio su di voi e sulle vostre preghiere, quindi forza e coraggio, meglio soli che male accompagnati. Se la Chiesa è vera non siete soli perchè il Signore non vi lascia mai soli. Ma questo lo sapete bene. E poi tenete presente che la compagnia alternativa consisterebbe in Bergoglio, Galantino, Coccopalm… (non mi ricordo come si dice) e simili. Insomma meglio soli, piuttosto.
Mi riferisco alla prima lettera, quella del sacerdote romano che crede alla Chiesa come “sacramento dell’amore di Gesù e che come tale deve mostrare verso le pecore un amore REALE non VIRTUALE” e quindi invita i fedeli a rivolgersi ai propri vescovi affinchè non accettino supinamente il divieto di celebrare Sante Messe.
Non credo che si sia obbligati in ciò che è contrario alla fede e alla morale. Cosa c’è di più contrario alla fede e alla morale che interdire ai fedeli la partecipazione alla Santa Messa? In coscienza credo che sia un atto direttamente contrario al primo comandamento.
Non ho quindi scritto al Vescovo, ma ho ritenuto di scrivere al mio Parroco, perchè ho saputo che stava raccogliendo firme per mandare su youtube la Santa Messa. E l’ho saputo perchè ho ricevuto vari messaggi che mi invitavano ad aderire ed a diffondere l’iniziativa.
Un investimento di energie ed un coinvolgimento di persone volto a dire la Santa Messa VIRTUALE.
Gli ho quindi scritto ciò che segue:
“Reverendo Padre P., so che sta raccogliendo le firme per trasmettere la Messa su YouTube.
Io invece Le chiedo un’altra cosa. La prego di non prendere questo messaggio come polemico. I tempi sono tali per cui non si può più fare finta di non vedere. Sa bene che anche dal punto di vista civile le attuali restrizioni violano l’autonomia e l’indipendenza della Chiesa. Sono sicura che anche Lei sta soffrendo per questa situazione, solo che io non riesco ad accettarla ed ad adeguarmici. È lecito mi pare, il mio non è un peccato. Sia comprensivo per questo dolore oggettivo nel constatare che si risolve tutto interdicendo le Messe, ma lasciando aperti i tabaccai, le profumerie, le edicole di giornali.
Le chiedo quindi di trovare il modo di celebrare la Messa sul sagrato, con i cancelli chiusi ma che permettono la visuale di ciò che accade dietro, col microfono acceso, avvisando tutti i fedeli in modo che possano spargersi per strada e sulla piazza, a distanza di sicurezza. Faccia questo come nostro Pastore, La prego. Nessuno potrà multarla, né la Chiesa né lo Stato e quand’anche fosse, non è forse questo quello che Dio ci chiede in questo momento? Di non rinnegarlo come Pietro interrogato dai servi del sinedrio?”
L’ultima kettera, sulla tetra rappresentazione in piazza san Pietro è un capolavoro. Ci vogliono occhi d’artista e soprannaturali per vedere il perverso simbolismo di quell’evento dello scorso 27 marzo.
Sono segnali, simboli che si imprimono nell’inconscio collettivo.
Sette anni fa l’immagine di un papa che vola via dal Vaticano sull’elicottero, in questi giorni un papa solo che benedice una piazza vuota al calare delle tenebre sotto una scenografica pioggia che moltiplica le ultime luci.
La regia è diabolicamente geniale
Sr.Marco Tosatti
Admiro su valentía su entrega su Amor a Dios y a Nuestra Santa Iglesia. Usted representa al buen Catolico que no se amilana ante las amenazas díamoniacas que lo quieren hacer callar.
Siga adelante que nosotros los Catolicos necesitamos a personas como Usted.
Bien dicho
Vorrei scrivere ai tanti sacerdoti umanamente in preda alla tentazione dello sconforto o, peggio, della disperazione.
Coraggio cari fratelli e ministri di Dio.
Ricordatevi dell’immenso potere di intercessione che avete ricevuto con il Sacramento dell’Ordine.
Voi potete intercedere per noi come fece Mose`sollevando il suo bastone durante la battaglia, come fecero papi, vescovi e sacerdoti in 2 millenni di persecuzioni e prove umanamente disperate.
Quale persona ragionevole avrebbe mai potuto pensare di convertire un villaggio di anticlericali come Ars e trasformarlo in un centro di attrazione per tutte le anime assetate di Dio?
La Francia e il clima di odio anticristico di quella società non erano certo migliori di quelli attuali.
Si potrebbe obiettare chei la persecuzione attuale è più subdola, i mass media addormentano le coscienze ecc. …ma, pur non sottovalutando l’importanza della conoscenza della realtà per poterla fronteggiare, siamo chiamati a vivere i tempi e le prove che ci sono dati. Le analisi sociologiche lasciatele al mondo.
I modelli di santi sacerdoti che la Chiesa vi propone hanno vissuto il loro Ministero con gli strumenti di sempre: PREGHIERA E SACRIFICIO.
S Carlo Borromeo diceva che LE ANIME SI CONQUISTANO CON LE GINOCCHIA. Sdraiatevi in adorazione davanti al Santissimo, pregate e offrite voi stessi, il vostro gregge, il vostro vescovo, la vostra diocesi, la vostra patria, il mondo a Dio: sapra Lui far abbondare le grazie.
S Giovanni Bosco, S Giovanni Maria Vianney, S Pio …non hanno elaborato vuoti e retorici piani pastorali -simili ai quinquennali piani di sviluppo dell’Unione Sovietica-, non hanno confidato nell’uomo: hanno pregato instancabilmente e si sono offerti.
Noi faremo la nostra piccola parte con sacrifici e preghiere, cercheremo, da peccatori, di far fruttificare i talenti e il nostro sacerdozio battesimale.
Lo dico a me stesso e a tutti noi: “Coraggio! Le porte degli inferi non prevarranno!” . Stiamo entrando nel venerdì di passione della Chiesa e dell’umanità.
Grazie a voi ci potranno essere le conversioni delle persone di buona volontà, semplici e potenti; si ridurranno i castighi, conseguenza dei nostri peccati, e arriverà la domenica di Pasqua.
Che Dio vi benedica e la Madonna vi protegga.
Prostatevi in adorazione…chiedo scusa per lo svarione
Bravo Papa Francesco! Per fare spettacolo in Piazza San Pietro hai danneggiato il Crocifisso Miracolosa. Imbecilli anche a chi ti ha autorizzato a fare quel gesto sciagurato.
mi pare che Bergoglio non porti proprio bene… io quando casualmente lo vedo in tv, forse sarà superstizione, ma mi gratto sempre
Più che altro cafonaggine. Certo non da raccontare se non all’osteria.
P. Bergoglio, senza prezzo ha venduto la Chiesa di Roma, a caro prezzo sarà riscattata.
Scusate, non sono riuscita a terminare il commento. Volevo aggiungere quanto segue: fermo restando il principio validissimo e cattolicissimo che basta il sacerdote!
Quando per la prima volta ho assistito ad una messa in rito antico e ho visto altri sacerdoti che celebravano da soli agli altari laterali, all’inizio non capivo. Poi ho studiato (cari sacerdoti, insegnateci il vero catechismo!!!) e ho capito l’incolnavile differenza tra il Sacrificio cattolico e la mensa protestante.
Un caro saluto al dott. Tosatti e a tutti i lettori!
Chiara da Roma
P.S. piazza San Pietro vuota mi ha fatto molto male, ma forse ha fatto risaltare l’unica Presenza che conta.
Buonasera a tutti.
Ieri sera ho ricevuto un messaggio dal diacono della mia parrocchia, col quale avvisava che stamani alle 11 ci sarebbe stata la Santa messa in diretta on line, celebrata dal parroco. Dunque oggi mi connetto e assisto alla messa della parrocchia, invece che a quella trasmessa in tv. Dopo la consacrazione, il parroco consuma le Sacre Specie e poi legge una preghiera per la comunione spirituale. Sennonché, subito dopo indossa la mascherina e distribuisce la comunione ad un ristretto gruppo di fedeli (la telecamera ha ripreso solo la prima, dopo è stata spostata cambiando inquadratura).
Ora io dico, molto brevemente e correggetemi se sbaglio: o tutti (scaglionati, a distanza di sicurezza, moltiplicando le messe etc etc), o nessuno.
Vorrei rispondere al prete della seconda lettera, portando ad esempio la mia esperienza.
Gent.le reverendo, io sono un laico. Non ho alcuna intenzione di farLe la morale, di dirLe cosa fare o meno: non è mio compito, dato che io faccio parte della Chiesa discente e non della Chiesa docente, di cui Lei fa parte. Inoltre, come Lei stesso ha detto, è un problema di coscienza, di cui ciascuno risponderà dinanzi a DIo nell’ora fatale del proprio giudizio particolare. Voglio però offrirLe, se mi permette, la mia esperienza: anzitutto, vorrei dire che, purtroppo, nelle parrocchie sempre più attività (inclusa la catechesi, che è un aspetto fondamentale della vita parrocchiale) vengono delegati a laici, forse di buona volontà ma certamente gravemente impreparati e che, spesso, neppure brillano per la vita nella fede. E’ triste dirlo, ma anche io ero così: un ragazzo di belle speranze ma con una preparazione liturgica e dottrinale nemmeno vagamente sufficiente per un così alto ufficio, che dovrebbe essere di competenza pressoché esclusiva di voi sacerdoti (dato che, nonostante la preparazione dei seminari postconciliare risulti molte volte scadente, se non assurda – e ne parlo avendone avuto testimonianza diretta, avete quantomeno un baccalaureato in teologia, tralasciando l’aspetto sacramentale dell’Ordine, importantissimo per questo ufficio). Inoltre, mi preoccupavo più di “fare lezione” che non di avere io stesso una vita nella fede: come si può trasmettere la fede se non si prega quotidianamente, non si visita il Santissimo, non si fanno adorazioni eucarestiche, non si partecipa a processioni, veglie, catechesi per adulti, non si ha insomma una vita nella fede attiva, viva? I risultati sono stati che ho fatto dei danni, danni che mi perseguitano a distanza di anni e che spero Dio mi perdonerà.
Spesso si confonde il catechismo con una serie di nozioni (sbagliate, almeno fossero giuste!) da dare, peggio ancora con una storia biblica che potrà essere interessante, ma che non è un pilastro della nostra fede. Non si insegnano le parti più necessarie della vita cristiana, cioè i sacramenti (se non limitatamente al sacramento da prendere volta volta, che sia la Prima Comunione o la Cresima), il Credo, il Pater, i Comandamenti, cosa vogliono dire, chi sia Dio e cosa diamine voglia da noi, quali sono i principali misteri della fede cristiana, e tutto quello che ne consegue. Niente! Da una parte abbiamo bambini che sono stati cresciuti per anni e anni come agnostici de facto, che manco sanno che esiste un Dio che si è immolato in croce per i nostri (anche i loro!) peccati e che si ritrovano spaesati in chiesa per colpa, anzitutto, di genitori che si sono ben guardati dal mantenere le promesse fatte al momento del Battesimo, dall’altra abbiamo catechisti in diversi casi gravemente carenti sotto molti aspetti e che pensano di ridurre tutto alla storia biblica, se va bene, o ad un ammasso di nozioni buonistiche se non proprio false, se va male. La prima cosa che voi sacerdoti, e glieLo dico, lo ripeto, senza voglia di insegnare ma solo di consigliare e di testimoniare la situazione di cui sono stato testimone, è che voi sacerdote dovreste essere messi in condizione di riprendervi le vostre parrocchie, di occuparvi di questi uffici vitali per una parrocchia sana in prima persona e di rimettere i laici, che spesso pensano di poter accampare inesistenti diritti o di agire da padroni in parrocchia, proponendo attività di dubbia attività e gusto, al loro posto.
La seconda cosa che vorrei dirLe è che non dovrebbe essere così pessimista: le parrocchie e chiese rette dagli Istitutu, dagli Ordini o dai singoli sacerdoti di orientamento tradizionale (cioè cattolico), legati al rito tridentino, non solo non regrediscono, ma sono stabili e, in molti casi, sono in crescita. Questo perché solo nella Divina Liturgia tridentina abbiamo una Messa completa sotto ogni aspetto, che accentua il mistero ed il dogma e che mette Dio, e non l’uomo, al primo posto. A questo poi si accompagnano fedeli spesso più seri e preparati, che si accostano alla Messa non come un noioso dovere settimanale ma animati da un sincero amore per Cristo, che non si accontentano di quei 40/50 minuti che Lei dice; non dico che questo dipenda solo dalla Messa tridentina, ma che la prima alimenta il fervore dei fedeli. Lei ha citato il fatto che, negli Stati Uniti, solo il 40% dei fedeli ha consapevolezza di cosa sia l’Eucaristia, ed è vero, ed è una tragedia, tuttavia nello stesso studio si evidenziava come tali percentuali salgano spaventosamente tra i frequentatori della Santa Messa tridentina, come pure i parere sulle questioni morali e su altre questioni religiose; questo non per merito di noi laici, ma dei sacerdoti e della Santa Messa tridentina che alimentano la nostra fede.
Purtroppo, sono sempre più convinto che le nostre parrocchie, gestite in un’ottica sessantottina, sono destinate a diventare vecchie e, come Lei dice, ad essere chiuse, se non si rifaranno all’Eterno, Eterno che si vede compiutamente proprio nella liturgia tridentina ed in una formazione, dottrinale e liturgica, realmente cattolica: queste cose non saranno mai consumati dalle tarle o dalla ruggine, perché sono un tesoro che viene dal Cielo e che, essendo eterno, è sussistente al di là del tempo.
“di dubbia utilità e gusto”; scusate, la finestrella piccola mi porta ad ignorare certi errori. Questo non cambia comunque il senso di quanto ho scritto.
Tutto giusto, ma non credo che i frequentatori di messe cosiddette “tradizionali” siano migliori della media. Molti lo fanno per formalismo e snobismo. Una volta ero a Gorizia in attesa dell’inizio di una messa col vecchio rito e la gente in chiesa seduta sui banchi chiacchierava come se fosse a teatro o al cinema prima dell’inizio dello spettacolo. Retaggio austriaco da quelle parti (Gorizia e Trieste, quest’ultima una delle città più secolarizzate sin dall’Ottocento) ma anche altrove non penso sia meglio. Senza con questo voler sminuire il disastro provocato dai rivolgimenti anche liturgici degli ultimi cinquant’anni.
Forse a Gorizia, ma nella mia esperienza, in Italia, Spagna e Germania non è mai capitato.
@Al parroco che ha rassegnato le dimissioni: padre, lei è stanco, attraversa una tribolazione spirituale, è tentato di accidia. Si ricordi che la tentazione è tutta fuffa, grandi effetti speciali del perdente. Na cafonata, diremmo noi a Roma. Diretta a farci credere che possiamo contare solo sulle nostre forze, che sappiamo esigue, dinanzi a un mondo empio, blasfemo, che vive come se Dio non esistesse o addirittura odiando il Signore. Ma è tutta propaganda. Noi sappiamo che Cristo ha vinto il mondo, che siede alla destra del Padre, che è con noi. Riposi sul petto del Signore in questo tempo. Resti lì a vegliare mentre il sonno e la tristezza la opprimono. Confidi in Lui. Si abbandoni totalmente a Lui. E poi magari quando riprenderà il suo compito quotidiano avrà la forza e la sapienza e la mitezza che lo Spirito Santo le donerà per essergli testimone in questo mondo empio, ferocemente ateo e dimentico di Dio, morto come Lazzaro nel sepolcro. Si ricordi che combattiamo una dura battaglia. E che lei è uno dei nostri cavalieri.
Condivido tutto soprattutto il grido di dolore del Sacerdote del Nord Italia; anch’io voglio dirgli di non abbandonarci.
Abbiamo bisogno di pastori che,consapevoli della situazione disastrosa in cui versano le parrocchie e l’intera società, sappiano rimboccarsi le maniche e ricominciare da capo.
Ps:sulla lugubre cerimonia papale stendiamo un pietoso velo…
Rispondo al sacerdote che si è dimesso da parroco. Le sue dimissioni dall’incarico di parroco non la dispensano dalla missione sacra che Dio le ha affidato, la salvezza delle anime, a cui lei è tenuto, visto che ha accettato. Se i cristiani non sono più tali è perché innanzitutto i pastori non lo sono più o lo sono poco e male. Qua non c’entra nulla nuova o vecchia evangelizzazione, oriente o occidente.. c’entra il fatto che nessuno ci parla più di Gesù Cristo e della dottrina cristiana con autorevolezza e serietà… ma soprattutto manca l’Amore per Dio e conseguentemente per il prossimo da parte dei sacerdoti. Dove sono più i sacerdoti come il Santo Curato d’Ars, che ha saputo trasformare una parrocchia di gente perduta in una vera comunità cristiana? Dove i sacerdoti come padre Pio, da cui facevano la fila per giorni e venivano anche da altri continenti per sentire le sue parole d’amore, perché lui era un “piccolo Cristo”? Questi sacerdoti non perdevano tempo a lagnarsi ma pagavano di persona per la salvezza delle anime. Il santo curato d’Ars, a un altro sacerdote che si lamentava dei suoi parrocchiani che erano tiepidi, disse: “avete fatto digiuni e preghiera continue per loro? Avete offerto la vostra vita e le vostre sofferenze per loro? Vi siete flagellato per loro? No? Allora non avete il diritto di lamentarvi”.
Il mio Blog è stato bloccato da Facebook, per la
“presenza di contenuti segnalati come offensivi da altri utenti di Facebook”.
Questo è il blog, ditemi cosa c’è di offensivo!
https://reginadelcielo.wordpress.com/
Questa è censura pura e semplice …o è la Santa Vergine Maria a dare tanto fastidio?
*** PERICOLO ***
PROVE TECNICHE DI DITTATURA!
Facebook è di sinistra, cosa ti aspettavi? (Per giunta si tratta della sinistra “bianca”, come la chiamano in oriente, quella liberal, quella più arrogante). Per loro non esiste la diversità: se non la pensi come loro sei necessariamente nell’errore, nella fattispecie mascherato da “offesa”.
“…o è la Santa Vergine Maria a dare tanto fastidio?”
Questo è sicuro!
Sarò breve.
“Abominio della desolazione nel luogo santo”
Daniele 9. Matteo 24
Ma perché meravigliarsi se la “fede” dei parrocchiani consiste solo in una celebrazione frettolosa ed esteriore di battesimo, comunione e cresima? Chi dovrebbe trasmettere loro che non è così, che la fede è altro? Una Chiesa che nelle circostanze attuali sospende ogni attività e al massimo si esibisce in qualche “benedizionaccia lesta lesta” (per citare il grande Belli) e televisiva giusto per dire che c’è ancora, ma non ha una parola una su cos’è la morte, e cosa c’è dopo, e come si entra nel Regno dei Cieli evitando il fuoco eterno? Che dobbiamo combattere il virus e darci tutti una mano fra di noi ce lo possono venire a dire anche Fabio Fazio e Lilli Gruber. E allora, che cosa è diventata questa “Chiesa”?
Al secondo sacerdote,
Quello che si è dimesso da parroco,
Invito ad ascoltare queste parole di don Rosini.
Mi permetto di consigliarle, perché mi sembrano rispondere alle sue questioni.
https://youtu.be/pmq2wL05hSE
1) La Presenza Reale è quotidianamente vilipesa: amministrata sulla mano (e talvolta da laici) a fedeli cui difetta lo stato di grazia e che procedono dai banchi all’altare (rectius: mensa) ritti come sedani: almeno in questo periodo ciò non accade!*
Quanto alle S.Messe – e scusate se pesto come un fabbro sull’incudine – ricordiamoci che sono regolarmente celebrate in tutto il mondo, anche in Italia.
2) La proibizione di assistere alle S. Messe, cui si può rimediare con la partecipazione spirituale, è doverosa non nell’interesse della pellaccia dei sacerdoti (che comunque, bontà loro, non è che debbano per forza morire martiri!), ma innanzitutto di quella dei fedeli.
Vero è che, con un po’ di buona volontà, i nostri pastori potrebbero almeno tentare di organizzare un servizio d’ordine per garantire il “distanziamento sociale” all’interno delle chiese.
Ma ancora non basterebbe, poiché in alcune località “amazzoniche” il pretino cui sono affidate 5 comunità non potrebbe garantire a tutti la partecipazione alla S. Messa festiva, non ostante le 15 o 20 S. Messe che potrebbe arrivare a celebrare in un giorno e mezzo.
Detto questo, che almeno la CEI alzasse la voce per i vergognosi e sacrileghi abusi di potere perpetrati da tutori dell’ordine e uomini di stato.
L’interruzione di una S. Messa è un’odiosa porcheria: speriamo che gli zelanti poveretti che se ne sono resi protagonisti capiscano e riparino l’offesa.
3) La lettera del sacerdote dimissionario è dolorosa, speriamo ritrovi la speranza e la carità.
4) La preghiera del papa è censurabile? Troppo scenografica? Troppo mediatica? Troppo… virtuale (qualsiasi cosa voglia dire)?
Non era ieratico come papa Pio XII, non esprimeva finezze teologiche come papa Benedetto XVI, non riempiva la scena come papa Giovanni Paolo II… Eppure, per la seconda volta**, m’è sembrato che lì ci fosse un papa.
*Per Ignazio e tutti i professori colla matita rossa: è una battuta, dai!
**La prima è stato quando ha ricordato ai fedeli come si possa riacquistare lo stato di grazia attraverso la contrizione perfetta e la successiva confessione sacramentale non appena possibile.
Ossequi!
Povero Santo Padre… Sempre assorto nella mistica contemplazione dello strato di ozono, non capisce le cose del mondo…. Aiuto cardinale Burke! Aiuto celebri intellettuali! Una supplica filiale che muoio!
Al papa “umile” la scena della piazza deserta gli ha dato un “protagonismo” involontario. Solitario e lento arrampicatore è stato sotto gli occhi di tutti per cui – suo malgrado – sarà un “papato” storico. Comunque la cosa piú efficace è stata la lectio sul “riacquisto dello stato di grazia attraverso la contrizione perfetta e la successiva confessione sacramentale non appena possibile”. L’altissimo numero di atei in mondovisione ne sono rimasti colpiti e hanno deciso di prenderla in seria considerazione.
non ha detto una novità. Si tratta di istruzioni già presenti nel catechismo
Con grande tristezza, non posso che condividere tutto quanto scritto nell’articolo.
Vorrei dire al parroco che ha dato le dimissioni di non abandonarci! Abbiamo bisogno di voi sacerdoti! Non siamo tutti senza fede..c’è chi nel nascondimento la vive in maniera forte e soffre tanto in questo giorni. Non abbandonateci pure voi!!! Non ora..non abbandonate Gesù sulla Croce…vi scongiuro sacerdoti di Dio siate forti!
Sono serena…
E’ vero, non potrò assistere alla Santa Messa e comunicarmi, ma so che il sacerdote riattuerà per me, per i miei cari, per il mondo intero, la preghiera, l’impetrazione, la supplica più potente dell’universo: IL SACRIFICIO DELLA SANTA MESSA .
E sarà il Figlio di Dio, attraverso il sacerdote, a offrirsi Vittima, a pagare il prezzo della nostra salvezza… quanto all’apprezzarla e all’accoglierla, questa salvezza, è lasciato alla nostra libertà (l’ignoranza incolpevole da 50 anni a questa parte di questo mirabile mistero scusa tanti, ma non quanti questa ignoranza hanno deliberatamente pianificato!)
E ciò non sarà vincolato alla mia, alla nostra presenza.
A casa mia, con i miei cari, oggi pregheremo il Santo Rosario completo, leggeremo le letture della S. Messa, reciteremo la preghiera a San Giuseppe e a San Rocco.
Cerchiamo di fare ciò che che noi possiamo fare come fedeli.
E i sacerdoti si rendano conto che proprio in questi giorni il loro altissimo compito è INDISPENSABILE: non importa se i loro parrocchiani non sono presenti: è sempre stato così ma ce lo hanno voluto far dimenticare.
Sarà indispensabile, ed è logico per le funzioni dei protestanti, ma noi, accidentaccio, siamo cattolici, CATTOLICI !
CAPITO!!!
IL SOLO SACERDOTE BASTA!
Ma questa certezza, e la serenità che ne consegue, mi è stata concessa dalla grazia di assistere alla Santa Messa quale Nostro Signore l’ha trasmessa agli Apostoli, non alla sua versione protestantizzata in volgare.
Grande sarà la gioia quando ci sarà concesso nuovamente di assistere al Sacrificio di Cristo e di comunicarci.
Ma fino a quel momento, che Dio stabilirà, non ci lasceremo travolgere dalla disperazione: c’è un sacerdote che, ogni giorno, compie la sua mirabile missione.
Dio non ci abbandona!
Sacerdoti, non abbandonate il vostro altissimo compito… e se siete così scoraggiati forse non è colpa vostra: riscoprite qual è la vostra vera vocazione: siete il tramite tra Dio e gli uomini.
Maria
“IL SOLO SACERDOTE BASTA!”
Sante parole, cara Maria, che davvero vanno gridate dai tetti!
Vero che basta il sacerdote per la S. Messa ma se qualcuno vuole stare ai piedi della Croce perché impedirlo? Non lo fecero neanche i soldati romani mentre adesso sono i successori degli Apostoli che confabulano con i Caifa e i Pilato del XXI secolo per non essere scomodati. Un immenso GRAZIE a quel piccolo gregge di pastori e devoti che tiene duro e naviga contro mari avversi.
Siamo invece come fedeli, e parlo a carattere generale, lo specchio della società odierna flaccida e senza spina dorsale.
Una vergogna solo definirci cattolici se rapportati ai martiri siriani, africani e cinesi che pagano con persecuzioni di ogni tipo e talvolta con la vita a causa della loro testimonianza in Gesù Cristo.
#andratuttobene# e #iorestoacasa# vi fa sentire meglio? Auguri!
Caro Mikhael,
non partecipare alla S.Messa è una sofferenza, e la offro a Gesù.
Ossequi!
Caro Mikhael,
Se tu sapessi il senso di angoscia che sulle prime mi ha preso, quando ho capito che sarebbero riusciti a privarmi della Santa Messa, e io non dico solo quella di precetto, ma anche di quelle in settimana…
Come i kiristan del Giappone, anzi peggio: lì almeno il potere agiva contro la volontà della Chiesa.
Oggi sembra quasi che la Chiesa assecondi questa orribile prepotenza: non posso condividere molti degli arrangiamenti che nel corso di 5 decenni sono stati imposti a noi fedeli, ma questo… questo mai, mai, mai me lo sarei aspettato.
In un certo senso un po’ ero preparata: il dono della S.Messa della Tradizione Apostolica era per me troppo grande e la preoccupazione per la possibilità di venirne privata era sopita solo dall’aver potuto (giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno) riscoprirla nella sua immensa grandezza.
Ma non credevo che avrebbe coinciso con la “serrata” di quella che, pur nella validità della consacrazione, ha racchiuso questo il mirabile evento divino (Cristo che si sacrifica per noi e trasforma del pane in Se Stesso per offrirsi a noi anche “materialmente”) in una liturgia che anche i protestanti possono accettare.
Eh no!!!
Se sono cattolica la Messa DEVE aiutarmi a restare Cattolica.
Quanti hanno avuto questo aiuto in questi 50 anni?
Si crede ciò che si prega, il contenuto della preghiera è il contenuto del credere: per 50 anni abbiamo aggiunto delle preghiere che potevano andare bene per i protestanti al cuore della Messa (cioè il Sacrificio di Cristo, offerta di valore infinito del Figlio al Padre) e ora RACCOGLIAMO I FRUTTI DI QUESTA PREGHIERA FILO ERETICA (quella che hanno “costruito” di contorno).
E così in tantissimi, e con sincero dolore, sono convinti che la somma prepotenza sia stata l’impedire di presenziare alla celebrazione.
Ci sono poi sacerdoti che sono convinti dell’invalidità di una celebrazione senza fedeli: un parroco mi aveva detto “Ma guarda che anche i preti che dicono la Messa in latino devono avere almeno un fedele”.
Questi sono i risultati di una Messa che trasmetteva “valori” protestanti: il Sacrificio sempre meno importante, quasi annichilito, la funzione sacerdotale che si estendeva alla comunità presente.
E se la comunità non c’è, che vale la Messa?
Non è forse così che finiscono per pensare tanti preti e moltissimi di quei (ormai pochi) fedeli che “celebravano” la Messa del dopo ’69?
Mikhael, d’accordo su tutto ma su: “…adesso sono i successori degli Apostoli che confabulano con i Caifa…” proprio no!
forse intendevi “i successori di Giuda”?
Piangete a dirotto, oggi il signore è risorto!
Non ci sono più dubbi, quell’individuo è lì per distruggere la Chiesa, tutto sta andando a suo favore, cattolici impauriti nell’affrontare la verità. Per l’individuo fino a pochi mesi fa era tutto una gioia, anche in tempi poco opportuni, tutto misericordia, tutta una falsa allegria ed ora il giorno di risurrezione e di vera gioia spirituale deve diventare il giorno del pianto, non mostrano nemmeno un segno di pentimento.
Mesi addietro lo avevo detto: le chiese verranno chiuse per motivi di sanità pubblica.
Cari parroci, avete sentito del piccolo gregge di don Alessandro Maria Minutella? Unitevi a lui e amministrate i sacramenti a fedeli che hanno la vera fede cattolica e hanno tanto bisogno di ritornare ai sacramenti della vera Chiesa.
E’ assai grave. Ed è incredibile che questa ingiustizia venga perpetrata nel silenzio. Ai cattolici è impedito di nutrirsi del Corpo e Sangue di Cristo! E tale proibizione non viene da un regime ateo ed illiberale –come fu il fascismo o il comunismo in Russia- ma dai nostri Pastori!
Non abbiamo la possibilità di recarci nelle chiese e stare accanto a Gesù, Vivo e Vero, presente nel Tabernacolo!
Ci fermano, magari anche armati, manco fossimo dei pericolosi delinquenti. Ed invece vogliamo solo andare a pregare in chiesa, in santuari a noi cari, implorare la Vergine Madre di Dio, stare in adorazione davanti a Gesù presente nel Santissimo Sacramento.
Perché Lui è lì, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità –si, perché Gesù è vero uomo e vero Dio- e passi che un Ministro ateo e massone non ci creda oppure voglia impedire, appunto, che un cristiano si rechi in chiesa, la cosa veramente grave è che questo avviene col beneplacito di molti preti e soprattutto col placet dei Vescovi!!!
E’ assai grave. Prima lo capiamo e meglio è.
Superfluo ogni mio commento a testimonianze di così diffuso sconforto, emerso da un bel po’ e purtroppo trascurato.
Soltanto un pensiero di vicinanza e l’assicurazione di un ricordo particolare nelle mie umili preghiere al parroco dimissionario… in comunione di ogni sorta di sofferenza, che è il nostro modesto contributo nella partecipazione “ai patimenti di Cristo”, certa che li volgerà al bene nostro e della comunità dei Suoi figli.
In riferimento all’ultima lettera, il numero di coloro che vorrebbero rovesciare questa situazione è troppo esiguo.
È la grande sofferenza del Cristo nella sua Passione, dove vede e contempla come il suo sacrificio sia accolto da troppo poche anime.
Preghiamo affinche’ aprino le chiese e che ci venga data l’eucarestia non e ‘ giusto!!!! Per chi e cattolica ha bisogno di cibarsi del corpo e sangue di Gesu’😥….l’eucarestia non infetta nessuno anzi guarisce da tutti i mali ,dovevano essere aperti meglio dei tabacchini o supermercati ….io lavoro in un supermercato e sto a contatto con tanta gente avvolte entrano senza mascherina non ce nessun controllo da noi credetemi,si puo’ prendere benissimo il coronavirus..quello che mi aiuta e la fede che ho per andare avanti..perche’i supermercati aperti ed entrano come le masse e piene di persone….e perche’le chiese sono chiuse dove si poteva benissimo fare attenzione !!!😤😤