CHIESE CHIUSE. UNA DONNA: CI MANCA IL TUTTO, L’EUCARESTIA.
26 Marzo 2020
Marco Tosatti
Cari Stilumcuriali, mi giungono messaggi e segnalazioni e appelli da più parti, in relazione all’interdizione della presenza di fedeli alla messa; e alla chiusura di chiese; e alla proibizione in alcune località anche dell’adorazione eucaristica. E se penso a questo, e agli eroici sacerdoti che si sono ammalati, e hanno perso la vita per continuare nella loro missione nelle zone più colpite dal contagio mi sento veramente disorientato.
Comincio con la lettera di una donna, che esprime il sentimento di moltissimi fedeli cattolici in questo momento. E che credo che farà risuonare echi anche in chi legge:
Buonasera a tutti,
Sono una cittadina, donna, sposa, madre, lavoratrice, cristiana. Sto subendo, come tutti, questo periodo di costrizione, a fin di bene, per evitare il contagio da Coronavirus.
Vado al lavoro con le dovute cautele, vado a fare la spesa, con le dovute cautele, vado in farmacia con le dovute cautele, vado ad assistere mia madre 86enne, con le dovute cautele…solo ad ascoltare la Messa non posso andare con le dovute cautele
Da dove verrà la forza a tutti per affrontare questo periodo buio? Dove l’energia, la speranza e la capacità di non abbattersi? Nella preghiera, nella fede, nel Sacramento della S Comunione, durante il Sacrificio Eucaristico offerto nella S. Messa.
Perché Si è messo mano alla possibilità di ascoltare la Messa, forza vitale per i cristiani, perché restrizioni anche in questo campo, senza la possibilità di organizzazione con dovute cautele!?!?
Sacerdoti denunziati, nonostante un numero esiguo di persone e distanziate, irruzione di poliziotti durante la celebrazione di un battesimo, ecc. ecc.
Ci manca tutto, ma ci manca IL TUTTO! Gesù Eucarestia
Aiutateci e non ci negate l’ascolto delle funzioni religiose, con direttive specifiche, per questa Santa Pasqua che non possiamo noi cristiani, vivere dal PC di casa… Messe brevi, con piccoli gruppi, distanziando le persone, accettando solo prenotazioni, ma dando la possibilità di concelebrare e vivere La Messa soprattutto in vicinanza della S. Pasqua
Alziamo tutti gli occhi al Cielo, e il Cielo ci ricompenserà.
Grazie e distinti saluti
In fede
Foglianise BN 23/ 03/2020
Catillo Filomena
§§§
Da Siena abbiamo questa testimonianza surreale.
Dalla Sardegna invece ci scrivono:
CHIESE CHIUSE E SACERDOTI BARRICATI DENTRO ALLE LORO MURA.
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Da Cagliari, delle persone mi hanno inviato delle foto di alcune Chiese, e tra le tante immagini ricevute, una Chiesa più di altre ha catturato la mia attenzione.
Nello specifico la Chiesa di Sant’Ignazio da Laconi, o meglio il Santuario del relativo Santo, mi ha veramente trafitto il cuore di tanto dolore.
All’inizio ho pure pensato: forse ci saranno dei lavori in corso in atto, imbrattata di nastri, banconi uno sopra l’altro per sigillare i frati dai fedeli, i frati barricati dentro il convento “intimoriti dalla sorella morte”. Che tristezza.
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In un’altra foto inviatami, si legge un messaggio di un fedele.
Qualcuno deve aver scritto nell’agenda delle presenze del giorno, un importante, giusto e significativo messaggio.
si legge nel relativo:
– Lavori in corso? No mancanza di fede!!!!
Per la chiesa e per i sacerdoti Gesù non c’è più nell’eucarestia.
Vergogna –
Cosi si evince nel messaggio di un fedele veramente arrabbiato, o forse realmente affamato………
Mi chiedo e mi faccio una domanda a riguardo: cosa avrebbe mai fatto San Francesco al loro posto contro il virus?
Si sarebbe barricato all’interno della sua celletta, avrebbe smesso di celebrare il Sacrificio eucaristico, avrebbe forse lasciato morire di fame il popolo di Dio privandoli della eucarestia, del corpo e del sangue di Gesù Cristo?
Dico, e pure questi frati dovrebbero rappresentare più di altri l’accoglienza e gli esempi di San Francesco, considerando il loro Santo ordine Francescano.
San Francesco Avrebbe forse obbedito a gli ordini della conferenza episcopale, CEI, avrebbe forse obbedito a uno stato laico che non ha mai riconosciuto Dio, e la sua Chiesa?
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Tengo a precisare, che il mio non è un attacco personale rivolto solo ai Frati del convento di Cagliari S. Ignazio da Laconi.
Non voglio però giustificare nessuno, neanche loro.
Tuttavia mi duole dirlo, purtroppo questa brutto atteggiamento si è allargato a macchia d’olio in quasi tutte le Chiese.
Sacerdoti forse un po’ troppo impauriti dall’uomo, da una istituzione che li comanda, ma forse non li rappresenta più in nessun modo alcuno.
cosi sono impauriti, e soprattutto disorientati da una dottrina moderna, tiepida, rappresentata da un “Pontefice” abituato a compiere troppi cenacoli di preghiere con altre fedi e filosofie pseudo religiose.
Non abbiamo più attinto da quel calice di vino prezioso e sacro della parola di Dio, immutabile, inalienabile,
anzi qualcuno ha bevuto da una tazza lurida, “ceduta dalla mani della dea dell’Amazonia Pachamama,”
L’idolo di Bergoglio. Pachamama? No, grazie.
La domanda vien spontanea: stanno forse servendo Dio, o hanno deciso di servire la conferenza episcopale, e lo stato italiano?
La chiesa, il papa e i vescovi non dipendono ne dalla CEI, ne dallo Stato italiano.
E pure tanti sacerdoti hanno obbedito alla lettera a gli ordini di uno Stato che non li rappresenta, che non ha nessun potere su di loro.
Lo Stato italiano non può dare ordini al Vescovi, perchè lo stato italiano è laico e non ha mai riconosciuto Dio e la Chiesa.
Questo non lo dico io, tale regola è stabilita dai Patti Lateranensi.
Stiamo parlando degli accordi sottoscritti tra il Regno d’Italia e la Santa Sede l’11 febbraio 1929. Sottoposti a revisione nel 1984, essi regolano ancor oggi i rapporti fra la Repubblica Italiana e la Santa Sede. Ai Patti si deve l’istituzione della Città del Vaticano come “Stato indipendente” e la riapertura dei rapporti fra Italia e Santa Sede dopo la loro interruzione nel 1870.
Quindi non ho ancora ben capito perché l’intera Chiesa debba per forza obbedire a due istituzione, che di fatto non la rappresenta, e per legge non ha nessun potere su di essa.
Cosi la maggior parte dei sacerdoti, non tutti grazie a Dio hanno chiuso le Chiese, hanno lasciato i fedeli morir di fame privandoli del corpo e del sangue di Cristo.
Non è mai successo una cosa di questo tipo, neanche durante la peste a Milano.
——-
A Roma è conservato il crocifisso miracoloso che fermò la peste nel 1600. Il relativo fu portato in processione con grande fede, in tutti gli angoli della capitale, la peste cessò per sempre. Link clicca:
A tal proposito mi viene in mente un passo del Vangelo, che adoro…….
Gesù disse ai suoi discepoli: “Non si possono servire due padroni”.
In relazione a questa brutta faccenda delle chiese chiuse e della privazione ai fedeli dell’eucarestia, voglio riportare uno scritto inviatomi per messaggio da un mio conoscente.
Ho deciso di riportarvelo, in quanto ritengo sia utile per chiarire maggiormente il brutto momento che i cristiano stanno vivendo oggi in Italia.
§§§
Il messaggio inizia con questo bel titolo: NON HO PAURA DI MORIRE.
Non ho paura di morire.
Se anche morissi, ma ho vissuto con Dio e per Dio, che paura ho di lasciare questo guscio di carne e ossa? –
In questo frangente di vita nel mondo, inciso dal corona virus, Dio sta mettendo alla prova la fede dell’uomo, e soprattutto quella di coloro che dovrebbero guidare il gregge, “i sacerdoti”…….
Gli stessi che per mancanza di fede annullano le messe nelle chiese, privando i Cristiani dell’eucarestia.
In tale modo dimostrano ampiamente che in realtà loro non credono più alla presenza di Gesù nel Santissimo Sacrificio dell’eucarestia,
non sono più convinti della sua presenza, non credono più che Gesù “salva.”
(Hanno paura della sorella morte) per le loro incongruenze personali di vita, e per quelle che ogni giorno insegnano ai fedeli, hanno paura perché non credono più.
Non credono più al disegno di salvezza, alla resurrezione che Dio ha dimostrato con il suo sacrificio per noi.
Sono Molto Attenti a rispettare le direttive e le imposizioni dello stato, e della CEI, tanto da disperdere il gregge che a loro è stato affidato.
Questa si che sarà morte certa, senza alcun dubbio alcuno.
Tutta la Chiesa obbedisce a una istituzione nata nella piena confusione creata dai vari concili, questa istituzione non dovrebbe avere nessun potere sui Papi e Vescovi, invece piano piano, ne ha assunto il controllo totale…… parlo della CEI.
I Papi e i Vescovi non dovrebbero aderire e obbedire alla CEI, essa non è una istituzione, organo, al di sopra di loro.
I Papi e i Vescovi dovrebbero decidere secondo coscienza, secondo le leggi e i compiti che Dio ha a loro affidato.
Come in precedenza scritto, purtroppo nel tempo e nella confusione creata dai vari concili, la CEI pur non avendo nessun diritto e potere sulla Chiesa,
oggi pare abbia preso le redini e il controllo totale, diventando organo superiore sopra ogni Vescovo.
Ma le istituzioni ecclesiastiche, sanno bene che Vescovi non devono prendere ordini dalla CEI, infatti la scala gerarchica è questa: Papi e Vescovi.
Non esiste nessuna legge che dice il contrario, cioè CEI, Papi e Vescovi, il potere all’interno della Chiesa è dato solo ai Papi e Vescovi.
Quindi quando la chiesa Diffonde, ed emana un comunicato imposto dalla CEI, relativo alla chiusura delle Chiese, e all’annullamento delle messe, stanno prendendo ordini da un organo non istituito da Dio, senza autorità sulla Chiesa.
Il singolo vescovo è infatti l’autorità massima secondo la dottrina cattolica, quindi non può declinate la sua autorità alle conferenze episcopali che non hanno autorità su di lui.
Se sei cattolico e credi in Dio, se credi nella presenza reale di Gesù Cristo nella Santa Eucaristia, se credi che la celebrazione dell’Eucaristia è al centro della vita della Chiesa (come del resto ci dice il Catechismo della Chiesa cattolica, n. 2177), è evidente che non solo non puoi fare a meno della Messa ma, nel momento in cui, per svariati motivi, ti trovi in difficoltà, ne hai ancora più bisogno.
Dovere della Chiesa, in tali frangenti, è dunque quello di assicurare ancora più del solito la possibilità di ricevere Gesù nella Santa Eucaristia. Dovere della Chiesa, nei momenti in cui il popolo di Dio, per i più diversi motivi, si trova in una situazione difficile e dolorosa, è quello di mettersi totalmente a disposizione dei fedeli, spalancando le porte delle chiese e trovando ogni modo per celebrare la Santa Messa più frequentemente e più intensamente del solito. Perché la Messa è incontro con il Signore risorto, è lasciarsi incontrare da Lui, ascoltare la sua parola, nutrirci alla sua mensa, ed è così che siamo Chiesa, Corpo di Gesù Cristo vivente nel mondo.
Evidentemente qualcuno all’interno della Chiesa vorrebbe insegnare cose diverse, pastori ormai ubriachi che vivendo in una perenne ebrezza, servi non più di Dio ma del demonio, hanno il compito di condurre le greggi verso il burrone, verso l’obblio a morte eterna certa.
Cose del tutto assurde.
L’arcivescovo di Milano, a fronte del contagio che ha colpito in particolare la Lombardia, spiega: “La benedizione di Dio non è una assicurazione sulla vita, non è una parola magica che mette al riparo dai problemi e dai pericoli.
A fronte di tali dichiarazioni, credo che gran parte della Chiesa sia abbondantemente uscita fuori dalle cose di Dio.
Matrimoni, funerali, confessioni, messe, sospese nel nome dell’uomo.
Hanno messo Gesù in quarantena stretta, e hanno lasciato in libera uscita satana……..
§§§
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Norme uguali per tutti… gli altri
Lei, magistrato, fermato ai controlli mentre andava in Chiesa
Rispettosa, ma non troppo, risposta alla pubblica geremiade di un credente ai tempi del Coronavirus.
E’ purtroppo comune l’attitudine di chi, limitato in qualsivoglia azione da una norma di Legge, si arrabatta per trovare una scappatoia che gli permetta di eluderla. Non importa la motivazione o l’obiettivo auspicato dal provvedimento, quel che conta è sentirsi al di sopra dei cittadini, ordinari e fessacchiotti che le regole, bontà loro, le rispettano. Non ho elaborato questa convinzione attingendo da chissà quali studi socio-psicologici, ma dalla più concreta esperienza diretta accumulata in trentacinque anni di servizio tra la gente, indossando la divisa della Polizia di Stato. Quante arrampicate verbali ho sentito per giustificare il mancato uso della semplice cintura di sicurezza o per motivare l’utilizzo di un cellulare o di un bambino trasportato senza seggiolino. Quanta verve oratoria per arringare, ispirati alla Perry Mason che “ho capito Agente che la strada è chiusa perché gli artificieri stanno disinnescando un possibile ordigno, ma io devo passare perché il mio cane fa sempre la pipì su questa strada e non vorrà mica che gli si infiammi la vescica! Poi sì che ci vedremo in Tribunale.”
Piccoli aneddoti lavorativi che ricordo con un sorriso.
Non mi fa per nulla sorridere invece l’ampollosa presa di posizione di un Magistrato (e lo scrivo, per il rispetto che porto all’Istituzione, con la maiuscola) che dalle pagine nientemeno che dell’Avvenire, pontifica con spocchiosità l’increscioso episodio che l’ha visto, in tempi di quarantena, udite udite, addirittura fermato da una pattuglia di poliziotti mentre si apprestava ad andare in Chiesa. Questo il titolo: “Io, magistrato, fermato ai controlli mentre andavo in Chiesa” . Sacripante, ma dove siamo finiti, aggiungerei io. Firmando la filippica come Magistrato (omettendo il nome) e ribadendo il suo ruolo nella lettera, leziosità che ricorda i tempi del “lei non sa chi sono io”, dipinge una macchietta degli Agenti che “strabuzzano gli occhi e rimangono basiti” davanti alla sua certamente impeccabile autocertificazione. Nella Sua romanzesca esposizione, il Poliziotto diventa poi “il nostro” quindi “zelante” e pure “il mio controllore” tutte asserzioni volte a evidenziare la negatività dei termini. Fin scoraggiante l’accusa di “piglio inquisitorio”, detta da un Giudice, che si mitiga in quello di “bravo poliziotto” solo grazie alle parole ispirate e taumaturgiche del nostro eminente Magistrato.
Voglio dire solo poche parole al nostro lamentoso togato:
“ Mi duole che davanti ad un Poliziotto, abbia avuto “la sensazione di essere osservato quasi fossi un pericoloso criminale”; forse la consolerà sapere che succede molte ma molte più volte a ruoli invertiti, nel disinteresse totale. Ma forse, da Magistrato questo lo sapeva.
La Sua eminente coscienza avrà sicuramente elaborato un personale autoconvincimento ( in fondo è il Suo mestiere) di quanto sia davvero necessario, in questi giorni, “pregare dinanzi al Tabernacolo” per essere davvero davanti a Gesù, poi faccia come crede, senza ironizzare su chi svolge un lavoro così importante in questo momento storico.
Una cosa però dovrebbe farla riflettere: i Cattolici in Italia sono circa 45 milioni, tutti uguali a Lei e con motivazioni, se lo consente, altrettanto rispettabili come la Sua.
Con rispetto “
Sergio Paoli
Credo che il signore che gestisce il blog “color pirpora sbiadito” dovrebbe chiedere scusa ai frati del Santuario di Sant’Ignazio. Non hanno pensato neanche per un attimo che quei cambiamenti in chiesa potessero essere per il bene dei fedeli, per tenerli alle giuste distanze, ma si è affrettato a gridare allo scandalo. Perché non ha pensato di chiedere spiegazioni?
Non è la Prudenza una virtù teologale?
Ugualmente dovrebbero chiedere scusa gli avventori che hanno imbrattato il registro.
Alla faccia della carità, sono tutti cani arrabbiati.
Errore:”color porpora sbiadito “.
Beh, don Alfredo Maria Morselli ha detto che, sia pure a malincuore, è d’accordo con la decisione di sospendere le messe col popolo. E don Morselli era un pliniano… Non esattamente un progressista modernista.
Anche don Ariel e compagnia sono d’accordo, ma in questo caso condiscono il tutto con accuse a destra e a manca che talvolta sono inappropriate (e rudi), come quando implicitamente se la prendono col buon Tosatti nostro ospite… 🙂
In questo ultimo mese sono morti circa 70 sacerdoti, 23 solo a Bergamo, a causa del coronavirus.
In Brasile, il presidente Bolsonaro ha definito come essenziali le attività religiose e le ha escluse della quarantena. Da pentecostale, ha perduto tutto, l’ eucaristia, i sacramenti, la vera fede ecc. ma non ha perduto il senso religioso, la serietà religiosa, come i bergogliani. Ma ancora non si sa se il clero
brasiliano, ultra bergogliano, aprirà le chiese o preferirà la disubbidienza civile contro il governo omofobo e inquinatore.
Vergogna.
Italia:
– 80.003 contagiati;
– 7.503 morti;
– 9.362 guariti.
Mortalità: 9,86%.
Brasile:
– 2611 contagiati;
– 63 morti;
– 6 guariti.
Mortalità: 2,41%.
Vedremo se Bolsonaro non darà una stretta se le cose dovessero “italianizzarsi”…
Ossequi.
Dubito che in Brasile si possa avere dati statistici completi.
Pensi che non lo sono neppure i nostri!
È tutto molto peggio di quanto pensiamo, purtroppo.
Ossequi.
Stai tranquillo. Un giudice bergogliano ha già revocato magno cum gaudio la decisione del presidente. La Messa è di nuovo proibita. Viva Gyorgy Soros.
<>
È la frase più significativa che ho sentito da quando è cominciato tutto.
Mi riferivo a questa frase:
“Hanno messo Gesù in quarantena stretta, e hanno lasciato in libera uscita satana……..”
Dedicato ai prudentissimi “religiosi” della CEI e dintorni ed agli odiatori di Trump perché ha rotto le uova nel paniere al Clintoniano.
Traduzione di un pezzo di articolo del giornale ABC internazionale.
“Vorrei che il Paese fosse attivo la domenica di Pasqua”, ha detto Trump martedì dalla Casa Bianca, accompagnato dai membri della task force anti-coronavirus, in un’apparizione su Fox News dedicata a rassicurare la società e, soprattutto, i mercati (ieri la Borsa di New York ha registrato il più grande aumento in un giorno dal 1933).
… “Non sarebbe bello avere chiese piene la domenica di Pasqua ?”, ha detto Trump all’intervistatore.
https://www.abc.es/internacional/abci-trump-insiste-relajar-distanciamiento-y-quiere-eeuu-este-marcha-semana-santa-202003241946_noticia.html
A Tv2000 si sono scandalizzati e hanno aggiunto che per fortuna uno scienziato ha detto che difficilmente sarà possibile.
Il fatto che appelli dello stesso tenore si moltiplichino incessantemente dimostra che si insiste a bussare a porte che continuano a restare chiuse – anzi sbarrate, ora anche plasticamente – la qual cosa evidenzia la contraddizione stridente con gli inviti all’ ascolto e alle “aperture” in tutti i sensi, che avrebbero la pretesa di caratterizzare in positivo il papato in corso.
Mentre da parte di chi resta all’ esterno, inascoltato, si combatte “la buona battaglia della fede” (cfr. 1Tm 6,12), nonostante si addensino nubi foriere di tristi presagi, come mette in guardia – anche oggi – un articolo de “La Nuova Bussola Quotidiana” che prende in esame l’insidia celata dal burocratese del decreto governativo del 24 marzo u.s.
https://www.lanuovabq.it/it/ora-il-governo-puo-chiudere-le-chiese-vescovi-ci-siete /segnalato anche in un precedente commento).
Persino uno dei segretari personali del papa, nel giorno triste della chiusura/apertura parziale delle chiese nella diocesi di Roma – che ad un profano può suonare come barzelletta – padre Yoannis Lahzi Gaid aveva avvertito: «È bene che le chiese restino aperte», prevedendo che, a crisi superata, abbandonerà la Chiesa chi si sarà sentito abbandonato durante quest’ emergenza.
https://www.aldomariavalli.it/2020/03/13/il-segretario-del-papa-e-bene-che-le-chiese-rimangano-aperte/
Con San Paolo: «ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l’afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l’esperienza speranza» (Rm 5, 3-4).
A mia modesta opinione, le manca la fede adesso come allora.
Leggo su “Libero ” che moltissimi islamici fanno un tifo indiavolato per il Coronavirus.
Considerano questo flagello la provvidenziale spada di Allah che distruggerà gli infedeli.
Il fatto che attualmente le due nazioni più colpite siano proprio l’Italia, sede del Papato, e gli Stati Uniti, baluardo dell’Occidente, gli riempie letteralmente di una gioia sfrenata…
Così va il mondo e tutti dicono la loro. Compreso il sottoscritto, ben s’intende, ma senza voler a tutti i costi giudicare gli altri, come fanno, con leggerezza, in troppi.
Le situazioni, come si vede molto più varie e complesse di quello che
Uno dei focolari del virus è l’Iran . Quindi?
Il virus non sembra conoscere confini: sta colpendo severamente l’Iran e potrebbe anche essere che, cosi’ come
si ipotizza da noi, il contagio reale sia superiore a quello ufficialmente censito. Sara’ solo il conteggio dei deceduti 2020 per singola nazione, opportunamente confrontati con le rispettive serie storiche, a documentare il reale e triste impatto di questo virus.
Vorrei dare un giudizio diverso da ciò che si vede nella foto del Santuario di Sant’Ignazio. Troppo facile indignarsi, leggi uno che ha scritto “vergogna” e tutti i pecoroni dietro.
Credo di non sbagliarmi, penso che in codesto santuario hanno accatastato alcuni banchi per distanziare correttamente quelli della navata e il nastro serve a indicare che ci si può sedere solo sui lati delle panche e non al centro.
Non si volevano misure per poter accedere con sicurezza alle chiese?
Inoltre vorrei aggiungere che per il fatto che le messe non sono pubbliche non significa che non si facciano più, i sacerdoti che conosco continuano a farle, in streaming per le persone o in privato per le congregazioni religiose a cui appartengono.
Sappiamo che ci sono i modernisti- pachamamisti, ma da costoro non ci saremmo aspettati nulla di buono in ogni caso.
Domenica scorsa ho seguito la Santa Messa VO dalla Trinità dei Pellegrini, trasmessa su You Tube.
Una grande gioia, un vero conforto.
La disavventura del magistrato mi pare dovuta ad ignoranza: ignoranza del poliziotto almeno parzialmente riconducibile alla pessima redazione dei decreti – pasticci giuridici che, a bocce ferme, dovranno essere debitamente censurati dai giuristi (ciao core…).
Di fronte a questa porcheria, Oltretevere dovrebbero mettere la pochette tentennante sull’agenda nera, trovandosi un altro framassone su cui puntare le proprie poste.
Speriamo che questa situazione spinga i nostri pastori (sic) a:
– predisporre una organizzazione per i prossimi tempi di emergenza, cosicché la partecipazione alle S. Messe possa essere mantenuta;
– catechizzare i fedeli circa la comunione spirituale, una pratica meritoria che in tempi come questo è un’ancora di salvezza.
Ricordiamo infine che la Pulzella d’Orléans si comunicava due volte all’anno; che i nostri fratelli giapponesi hanno mantenuto viva la loro fede per 250 anni senza S. Messe né sacerdoti; e che tutt’oggi alcuni nostri fratelli “amazzonici” ricevono l’Eucarestia una volta all’anno: vuol forse dire che dobbiamo tornare indietro di mille anni? No, perché per noi quelle sono (e restano) situazioni eccezionali… come quella che stiamo vivendo.
Ossequi!
I giapponesi NON avevano vescovi e sacerdoti che celebrassero le messe e amministrassero i Sacramenti.
NOI ABBIAMO VESCOVI E SACERDOTI.
Il paragone è improponibile.
Caro Michele,
I nostri vescovi e sacerdoti celebrano tutti i giorni la S. Messa. Non è vero che mancano le S. Messe; è piuttosto vero che mancano a noi.
Ma lei ha ragione circa l’improponibilità del paragone, per cui mi scuso: non vorrei mancare di rispetto a quegli eroici cristiani!
Ossequi.
Sempre peggio
https://lanuovabq.it/it/ora-il-governo-puo-chiudere-le-chiese-vescovi-ci-siete
Alcuni sindaci l’hanno fatta loro la consacrazione al Cuore Immacolato, con la fascia tricolore, in ginocchio davanti all’altare.
“anzi qualcuno ha bevuto da una tazza lurida, ceduta dalla mani della dea dell’Amazzonia, Pachamama”
Il punto è questo: è una crisi di fede, che è iniziata dai vertici della gerarchia.
Umanamente non è cosa risolvibile, non c’è che convertirsi, pregare… e resistere.
Siete un solo corpo, Bergoglio il vice-capo voi le membra, quell’intruglio lurido è arrivato anche a te.
Una cum chi ha bevuto dal calice dell’iniquità.
No, ti sbagli di grosso. Io da Bergoglio dissento, firmandomi anche con nome e cognome, e ci metto pure la faccia. la responsabilità è personale.
Non siamo in un sistema politico che si dissente e ci si mette la faccia, siamo un corpo mistico, dall’iniquo ci si allontana per non essere contaminati.
Sarà un segno dei tempi, ma la neochiesa ci ha di fatto scomunicato a tutti.
Carissimo dott. Marco vorrei farle una richiesta, con tutto il cuore per prendere la seguente iniziativa: stabilire una data ed un orario per tutta gli italiani per consacrarci al Cuore Immacolato di Maria.
Sono convito che i nostri Pastori non vogliono farlo o per convinzione o per paura o per poca fede. Bisogna rompere decisamente gli indugi, la situazione spirituale è gravissima. Penso che sia opportuno che tutte le vere testate online cattoliche si mettano d’accordo per dare la massima diffusione. E’ inutile fare gli appelli, eventualmente si dovrebbe trovare una tv o radio che potesse appoggiare l’iniziativa che comunque anche se avvenisse a macchia di leopardo sarebbe comunque gradita al Cielo . Pace e bene,
Se il dott Airoma non fosse stato un magistrato ma un poveretto qualunque, che gli sarebbe successo? A questo punto c’è da chiedersi perché lasciare le chiese aperte se non vi si può entrare.
la mia solidarietà e vicinanza alla signora Filomena e a tutti quelli che riescono a guardare oltre il muro….
“… pastori ormai ubriachi che vivendo in una perenne ebrezza, servi non più di Dio ma del demonio, hanno il compito di condurre le greggi verso il burrone, verso l’oblio a morte eterna certa…” sottoscrivo in pieno.