DEL POZZO. CHIESE CHIUSE? UN SINTOMO. IL VERO PROBLEMA È….
17 Marzo 2020
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae (e spero che ci leggano soprattutto i nemici…) Luca Del Pozzo ci ha inviato una riflessione profonda e preziosa sulla Chiesa, e il coronavirus. Ci sentiamo di dire che la sottoscriviamo in ogni parola. È davvero questo, il problema, che Del Pozzo indica con chiarezza. La radice di tanto disagio e abbandono. Buona lettura.
§§§
Chiese chiuse solo un sintomo, il problema vero è altrove
Al di là della decisione – a Roma poi parzialmente rientrata, ciò che ha consentito a molti fedeli (tra cui il sottoscritto) di poter accedere regolarmente alla comunione sacramentale grazie allo zelo di quei parroci che sanno dare a Cesare quel che è Cesare e a Dio quel che è di Dio – decisione, dicevo, di chiudere le chiese su cui è stato già detto e scritto molto, l’aspetto forse più preoccupante e che la dice lunga sullo stato di crisi in cui versa il cattolicesimo, almeno in Italia, è l’assordante silenzio, la quasi totale assenza di una parola, di una voce profetica, di una lettura cristiana dei fatti che stiamo vivendo, in primis da parte dei pastori.
Diciamo le cose come stanno: quello delle chiese chiuse è solo un sintomo, l’ennesimo, di un problema più grave che sta, come si suol dire, a monte. E che tocca da vicino l’essenza stessa della vita della Chiesa, cioè la fede. Ma come! C’è una pandemia in corso, migliaia di morti, decina di migliaia i contagiati, paura, inquietudine, smarrimento diffuso, i nostri stili di vita radicalmente cambiati in pochissimo tempo, siamo costretti a difenderci standocene rintanati in casa, le nostre città ci rimandano scene spettrali, viviamo una vita sospesa; e in questo frangente la Chiesa non ha nulla da dire, fatta salva qualche lodevole eccezione (si veda ad esempio la bella intervista rilasciata da Mons. Massimo Camisasca alla Nuova Bussola Quotidiana)?
Non una parola sul senso e sul significato di ciò che sta accadendo, alla luce di quel fatto sconvolgente senza il quale, come dice l’Apostolo, è vana la nostra fede ossia la Resurrezione? Semplice presa d’atto?
E’ vero che viviamo tempi difficili, ma è altrettanto vero che proprio perché difficili possono essere tempi anche straordinariamente fecondi, come spesso è accaduto nella storia. Verrebbe anzi da dire, parafrasando l’Exsultet che speriamo di poter proclamare nella solenne Veglia Pasquale, “Felice virus che ci meritò di vivere un tempo così propizio”!
Tempo di conversione, innanzitutto (auspicabilmente secondo l’accezione tradizionale del termine, cioè di rinuncia al peccato e di adesione a Cristo); ma anche tempo di riflessione, per rientare in sè stessi e misurarsi con quelle domande che con la scusa del tran tran quotidiano ci sforziamo di respingere in qualche angusto anfratto della nostra coscienza, ma che instancabilmente bussano alla porta.
Per non parlare delle relazioni, dei legami famigliari (e non solo), che una convivenza forzata e prolungata rischia certo di mettere a dura prova, essendo però anche un’occasione straordinaria per apprezzare fino in fondo ciò che davvero conta. C’era bisogno di un virus, per di più non così grave come altri ce ne sono stati in passato, per ricordarci il nostro essere indicibilmente precari e di passaggio in questo mondo? Evidentemente sì. E allora d’accordo che bisogna fare il proprio dovere di cittadini in modo responsabile, e che bisogna obbedire ai governanti, e che mai come in queste situazioni occorre ascoltare la voce della scienza e degli esperti.
D’accordo. Ma c’è un ma. Tutto ciò ha a che fare con le normali procedure di gestione di un’emergenza (in gergo aziendale si chiama crisis management), ossia in ultima istanza sul come affrontare una situazione di crisi. Che va bene, intendiamoci. Ma qui si sta parlando d’altro.
Qui si sta parlando del perchè delle cose. Può dunque la Chiesa, che pure è chiamata a vivere nel mondo e a farsi carico dei problemi degli uomini e che degli uomini condivide gioie e dolori eccetera eccetera eccetera, può, la Chiesa, sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda del pensare e dell’agire umano e basta? Senza andare oltre, senza parlare come si può e si deve parlare in tali circostanze illuminando la storia presente con una parola di verità? Ovvio che no.
O cessa di essere Chiesa per diventare un’associazione come un’altra. Va bene la preghiera, va bene la solidarietà e la carità verso i più deboli, va bene tutto. Ma resta il fatto che da quando si è scatenato questo flagello del Covid-19 poco o nulla si è sentito o letto di realmente, autenticamente cattolico. Silenzio assoluto. Tranne quando, ma lì sì che era meglio tacere, si è trattato di prendere le distanze da certe interpretazioni del fenomeno giudicate evidentemente retrò (tipo, coronavirus = castigo di Dio), in quanto potevano forse (e sottolineo forse) andar bene in epoche passate, ma nel XXI secolo?
Suvvia…Ora, a parte il fatto che c’andrei cauto a liquidare con una alzatina di spalle – come sogliono fare certi teologi o sedicenti tali – la possibilità che anche nel XXI secolo, anche nel nostro mondo divenuto adulto Dio possa voler comunque mandare un – vogliamo chiamarlo avvertimento, se castigo suona troppo ecclesialmente scorretto? (a tal riguardo oltre a rimandare alla già citata intervista a M.or Camisasca, ricordo qui sommessamente, così, alla rinfusa: Sodoma e Gomorra, l’esilio babilonese, le piaghe d’Egitto, la cacciata dall’Eden, il diluvio universale, Corazin, Betsaida e Cafarnao, e potremmo continuare a lungo); a parte questo, ripeto, il punto qui è la dimensione oramai quasi del tutto orizzontale di buona parte dei discorsi che si sentono in ambito ecclesiale.
Per non parlare di certa omiletica, che, se possibile, la fede te la toglie del tutto. Siamo passati dall’uomo a una dimensione di Marcuse alla Chiesa a una dimensione. Come se le cose di quaggiù fossero più importanti di quelle di lassù. Prevengo l’obiezione: ma occuparsi delle cose di lassù non esclude, anzi, implica occuparsi anche delle cose di quaggiù, dal momento che Dio si è incarnato e la Chiesa cammina nella storia!
Vero, ci mancherebbe. Ma nel giusto ordine. Prima il cielo, poi la terra. Se no succede, e purtroppo succede sempre più spesso, che quando senti certi vescovi o certi parroci, e non sai che a parlare è un vescovo o un parroco, potresti tranquillamente pensare di stare ascoltando di volta in volta, chessò, un teorico dello sviluppo sostenibile, un esperto di coaching, un sindacalista, un’attivista dei diritti umani o uno dei tanti testimonial del nulla cosmico in giro per il mondo.
E dire che se c’è una cosa che caratterizza e distingue (sì, distingue) i cristiani, è proprio il modo di leggere e interpretare la storia, personale e collettiva. Tutto il resto viene dopo, molto dopo. Pensare secondo Dio, non secondo gli uomini: a questo sono chiamati i cristiani. Tutti, nessuno escluso. E magari tornando anche a dire, oltreché pensare, qualcosa di cattolico. E’ un caso che questa epidemia sia scoppiata in Italia nel bel mezzo della Quaresima? E perché in modo così virulento proprio da noi?
E come mai tanti laici – come ha raccontato qualche giorno fa Ettore Gotti Tedeschi con una bellissima testimonianza – gente che magari fino a l’altro ieri se ne fregava altamente di Dio e della Chiesa, ora si interrogano, riflettono e chiedono conforto ai credenti?
E Dio, cosa sta dicendo Dio al mondo intero? Mai come oggi è necessario che la Chiesa torni ad essere segno di contraddizione e voce profetica in un mondo apparentemente autosufficente, autonomo e che si pretende indipendente vivendo etsi Deus non daretur, salvo poi intrupparsi appresso a santoni guru astrologhi e leoni da tastiera a vario titolo che ammorbano i cosiddetti social. Altrimenti presto o tardi vedremo di nuovo le chiese chiuse in Italia, come tante, troppe chiese hanno già chiuso i battenti altrove in Europa e nel mondo. E stavolta non per un virus.
Luca Del Pozzo
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Tag: chiesa, chiese chiuse, coronavirus, del pozzo, luca del pozzo
Categoria: Generale
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Io sono in piena Milano e sto vedendo una città trasformata che fino a ieri se la godeva e se la beveva.
Oggi è spettrale.
La gente in giro ti guarda come se fossi uno zombie e si discosta rapidamente.
Le pattuglie di vigili e polizia girano incessantemente come in un peggior film di fantascienza.
L’unica isola felice è la chiesa della mia parrocchia dove Lui è lì ad aspettarti. Prima mica ci andavo così spesso. Ora sto apprezzando ogni istante in Sua presenza. Per me questo virus è una benedizione. Sì, e dico di più: è un sano scappellotto che il buon Dio ci ha mandato per chiamarci a conversione. Proprio in questo periodo di Quaresima. Che Dioincidenza…
Ancora più assurdo, se non straziante, non celebrare i funerali… che problema creano 10 parenti con distanza di sicurezza? Al supermercato ci sono molte più persone…
O è un castigo o è la “prima” del film “Finimondo” prossimamente su tutti gli schermi.
Chi non è d’accordo si diletti con le sue certezze.
A tutti dedico questo passo tratto dal libro “Nelle tenebre” di Leon Bloy
“… Egli (Gesú) rimane nel suo cielo, ascoltando il canto soprannaturale di Maria, il canto eterno detto Magnificat, con il quale questa Madre che detiene il suo Braccio gli parla senza sosta della sua Misericordia e del suo Potere, facendogli notare tra suppliche che non ha ancora innalzato l’umile né soddisfatto l’affamato e che forse gli uomini aspettano, per adorarlo, il compimento delle sue promesse. Lo culla a dormire per qualche ora, cullandolo a dormire come prima, nell’umile dimora di Nazareth. Ma l’amata dello Spirito Santo non può più trattenerlo; sa benissimo che non è giusto chiedere al Figlio di ripetere la Passione per salvare Giuda, che è certamente più presentabile dei trafficanti di anime, perché almeno ha restituito le monete.”
Ricordo un’immagine del tempo di guerra , a Roma, attorniato da popolo disperato e clamante: Papa Pacelli Pio XII.
Quando le vicende della vita mi hanno colpito , la evoco alla mia memoria e ne ho consolazione e speranza forte .
Il compimento del pensiero
lo lascio immaginare.
Segnalo un esempio di lettura normalizzatrice da parte di un tipico cattedratico “cattolico adulto” e prodiano:
https://chiciseparera.chiesacattolica.it/in-tempo-di-coronavirus-i-cattolici-sono-cittadini-italiani-la-chiesa-e-al-servizio-di-tutti/
Scrivetegli!
L’autore dell’articolo mi consenta di dare un contributo alla riflessione che ci ha esortato a fare.
Infatti, sono convinto che nemmeno, lui, l’autore, ha sollevato meglio: indicato, il vero problema.
A dispetto e per buona pace del vescovo Delpini, il quale ieri se n’è uscito con la infelicissima e quanto mai sballata teoria che “è pagano chi pensa che Dio mandi flagelli/castighi”, Dio li manda eccome i castighi e non per mera vendetta umana ma sempre per amore, per richiamare alla retta via: “io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo…” (Ap 3,19).
Quindi, perchè non pensare che Dio, permettendo questo periodo di interdizione alla Messa stia dando una punizione/castigo, al popolo di Dio, per gli infiniti oltraggi che il medesimo popolo fa proprio alla celebrazione?
Quanti fedeli che ridacchiano, quanti che chiacchierano alla santa Messa! Quanti che arrivano in ritardo o escono prima della fine! Quanti entrano in Chiesa come un luogo qualsiasi senza adorare come al Sacramento Santissimo conviene! E dopo la fine della Messa? Peggio di un mercato, nel quale ognuno pensa a tutto fuorchè ad adorare Dio!
Io penso veramente che Dio stia punendo proprio il popolo di Dio che non ha dimostrato di avere ardente amore per il suo Cristo…e quindi Dio, non potendo più sopportare l’orrore del non amore di quasi tutte le chiese del suo Corpo Mistico, toglie la grazia, in questo caso, la Messa.
Chi conosce la storia della Chiesa sa che santi e martiri attribuivano addirittura le persecuzioni a un castigo di Dio permesso per la rilassatezza del popolo di Dio. Idem pensavano delle epidemie e pestilenze.
E ora?
Ora non basta pregare o convocare un rosario mondiale: non servirebbe a nulla a meno che il popolo di Dio non prometta solennemente che cambierà vita, si converta dal popolo tiepidissimo e talora sacrilego che è a un popolo finalmente ardente di amore per Dio.
Pregare senza offrire a Dio, almeno, la buona volontà di cambiare e diventare, finalmente, veri cristiani, non farà mai leva sul Cuore di Cristo.
E fino a che non accade questo, rimarremo nel deserto per i nostri metaforici 40 anni, come vi stettero gli ebrei che potevano raggiungere Canaan in un mese, poco più.
Se non ci convertiremo, anche noi rimarremo con questo virus e le ‘governative’ conseguenze (disposizioni assurde) per un sacco di tempo mentre in pochi giorni Dio ci farebbe uscire da esso.
Spero di aver contribuito alla riflessione
Tirando le conclusioni dell’infausto settenato di Bergoglio
” Nel dialogo ha preferito i non cattolici ai cattolici , i non cristiani ai cristiani , i non credenti ai credenti , senza peraltro avvicinarli alla Fede Cristiana .Il suo messaggio è stato rivolto ai migranti ,dimenticando i restanti che sono più numerosi e più bisognosi; e non curandosi della cristianizzazione del mondo , dei perseguitati cristiani e incoraggiando l’invasione islamica dei paesi cristiani…”
marcelloveneziani.com/articoli/il-papa-non-e-antiglobal-anzi/?fbclid=IwARZqaPHtnK
A un Papa che fa il buttafuori onusiano poco possono interessare le chiese aperte e il senso del Sacro .
Non capisco perchè non abbia funzionato . Riprovo
http://www.marcelloveneziani.com/articoli/il-papa-non-e-antiglobal-anzi/?fbclid=IwARZqaPHtnK
Cara sorella, devono prendere atto che sono appena finiti i 7 anni delle vacche grasse (questo lo scrivo già corretto dopo commentare nel post seguente sulla chiusura totale di Lourdes…sbagliando mucche per vacche, Lei di cui admiro suo altissimo livello culturale oltre di Vera Fede, mi potrà dire se passano come sinonimi). Dalla “Piccola Venezia” e cioè l’ origine del nome del Venezuela, la saluto.e benedico.
Sì,grazie, mi associo.
E’ così, c’è stato questo dibattito asprissimo, e ancora ribolle, fra i fautori della posizione della “salus publica suprema lex”, in primis, e quella del “salus animarum suprema lex”.
Prima cosa, la faccenda del “castigo” che è diventato pure lui politicamente scorretto, con toni accesi, stucchevolissimi e sostanzialmente erronei, sentiti provenire da preti e prelati. A dar retta a questi pare che siamo tutti regrediti all’infanzia, ancora incapaci di stare di fronte alla dura realtà delle cose. Penosissimo. Da parte mia, sono per la cogenza del concetto di castigo, molto ben detto qui
http://www.foglimariani.it/index.php?option=com_content&view=article&id=685:il-castigo-di-dio-nella-vita-e-nella-storia-degli-uomini&catid=39&Itemid=113
Quanto al resto, ormai mi pare che sia evidente che il nocciolo della questione stia nel fatto che la Chiesa ha completamente abdicato alla sua sovranità e autonomia ne campo della gestione del culto, garantita dal Concordato, e ora se ne vede le logiche conseguenze, come nel noto caso di Cerveteri.
In altre parole, tutto si poteva fare, ma l’errore capitale della gerarchia è stato quello di voler essere più realisti del re, adeguandosi, si è visto con entusiasmo, alle disposizioni dello Stato, addirittura in anticipo, senza nemmeno provare a discutere, a far ragionare le istituzioni, a rivendicare il primato del Sacro, e questo non per smania di potere, giusto per dire che il Sacro non è meno importante dei supermercati, dei negozi di telefonia e perfino delle profumerie.
C’erano, in effetti, alternative pratiche: in Polonia, la Conferenza Episcopale ha preso una decisione diversa. La Storia insegna che ai tempi della peste di San Carlo e di quella del Cardinal Federigo, l’iniziativa di quei Pastori trovò soluzioni creative e sanitariamente intelligenti, vedi qui
https://www.lanuovabq.it/it/la-peste-e-san-carlo-i-vescovi-prendano-esempio
Ma tutto questo non è, evidentemente, nemmeno stato pensato dalla gerarchia ecclesiastica italiana, che, si è capito subito, semplicemente non ne aveva voglia – nonostante tutti gli attivismi in altri vari noti campi.
Il messaggio che è passato è che le Chiese sono inutili, superflue – parassitarie. Ma, a questo punto, come anch’io ho annotato altre volte, se così è, alle Chiese sarà difficile trovargli un buon motivo per riaprire, anche quando l’emergenza sarà finita. Può essere che, dopo i giorni del virus, ci torni qualcuno che prima non ci andava?… Me lo auguro caldamente, ma il punto è che prima si è ceduto sul “sine dominico non possumus”, per il quale uno stuolo di martiri ha dato la vita. Erano fondamentalisti?… Hanno preso la cosa troppo di punta?… Oggi sono già caduti molti preti anche nella bergamasca: https://www.radioinblu.it/2020/03/16/coronavirus-vescovo-bergamo-questa-settimana-sono-morti-troppi-sacerdoti/ Ciascuno si dia una risposta.
E riflettiamo anche sul fatto di come e quanto, e del senso, che la Messa in tv abbia rispetto a quella reale. Se oggi ci accontentiamo di buon grado, magari rischiamo di farlo anche domani. Si rischia di perdere il senso di tutto. Voglio appena accennare, qui, alla crisi, secondo me anch’essa tangibile, del Novus Ordo, che man mano che il tempo passa, fa diventare il tutto, nel senso liturgico, ancora più faticoso da seguire, quanto più labile nei contenuti. Bisognerà parlare anche di questo, a meno che non si voglia far finta di niente, come per tutto il resto. Lavarcene le mani.
Un ulteriore accenno, a questo punto, alla faccenda dell’accordo segreto sino-vaticano, che, nella sua ostinata acquiescenza al totalitarismo statale, ha logicamente preceduto l’adeguamento alle ingerenze indebite dello Stato italiano.
E ancora un ultimo, ma non per ultimo, accenno alla questione politica: si discuteva ieri, su queste pagine, del disastro politico cattolico, a proposito dell’esperienza di Aldo Moro: https://anticattocomunismo.wordpress.com/2012/05/18/moro-fu-vera-gloria-no-una-vergogna-parte2-lultimo/. Sono i fedeli che non hanno voluto farsi educare, o è stata la Chiesa non ha saputo o voluto educare il popolo cristiano alla Dottrina sociale (ricordiamo l’esito infausto della vicenda sturziana), così che oggi, di questa mancata sovranità del “popolo delle famiglie” (JPII, lettera alle famiglie, 1994) paghiamo durissime conseguenze?… Anche su questo, assordante silenzio.
Ho ben visto che molti, chierici anche alti e laici “saluspublicisti”, hanno richiamato anche perentoriamente noi laici “dissenzienti” all’ordine, al’ubbidienza silente e alla disciplina. Epperò, siccome non siamo nell’Islam, il canone ci dà invece la facoltà di parlare http://www.vatican.va/archive/ITA0276/_PU.HTM, beninteso nei dovuti modi e assumendocene la responsabilità, come da parte mia faccio firmandomi con nome e cognome, e poi di certo se ne riparlerà nel Giorno del Giudizio, immagino sia pure con la massima Misericordia, e anche secondo la sincerità di ciascuno,
Ma, visto che il vaso di Pandora ormai è aperto, è inutile che ce lo mandiamo a dire: ormai s’è capito che il nocciolo del problema viene da molto prima del virus Corona, ed è che da decenni il virus del modernismo è entrato nel Corpo della Chiesa cattolica, e qui, ciascuno per la sua parte, abbiamo da smazzarcela. Infine, al momento, l’esito di tutto questo, e del dissenso attuale e argomentato dentro la Chiesa cattolica, è ben riassunto in quanto ha detto il direttore della NBQ, in una sintesi molto ben riuscita:
“… Ciò che invece intende il cardinale Bassetti è: «Se non concepisci che l’adulterio possa essere un bene; se non credi che l’Eucarestia sia un diritto; se hai problemi a vedere la Pachamama al centro di riti pagani in Vaticano; se pensi che il celibato non vada messo in discussione, neanche per delle eccezioni; se mantieni che ci siano azioni che sono intrinsecamente un male; se insisti nel dire che l’unica conversione è quella a Cristo e non all’ecologia, allora esci dalla Chiesa cattolica».
Eh sì, perché i mal di pancia di tanti fedeli sono su questi punti decisivi per la fede, non è un problema se questo Papa piace o non piace: è che c’è un “depositum fidei” da conservare; è che sarebbe compito principale dei cardinali sostenere il Papa in questo. È, per sintetizzare, che non ci si rassegna a veder trasformata la Chiesa cattolica nella più grossa denominazione protestante”.
E pensare che c’era uno che, qualche anno addietro, aveva teorizzato “la fine della Storia”.
Condivido in tutto il contenuto dell’articolo. Aggiungo che in questo frangente il clero cattolico e in particolare la gerarchia si stanno giocando tutta la loro credibilità come pastori del popolo di Dio.
PRIMO COMANDAMENTO
« Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai » (Es 20,2-5).24
OSSERVAZIONI
1) Nel settembre del ’18 il Vaticano stipula un patto segreto che, a conti fatti, e vista l’imperiosa reazione del Cardinale Zen, pare porre completamente la Chiesa Cattolica locale nelle mani del governo Comunista Cinese.
2) Nel mese di ottobre Papa, Cardinali e Vescovi, più alcuni Consacrati, partecipano in mondovisione a vari atti di pubblica Adorazione dell’Idolo Pachamama.
3) Secondo alcune ricerche le prime tracce del virus in Cina risalgono al mese di novembre, pochi giorni dopo la chiusura del Sinodo Amazzonico.
Da questi pochi e semplici dati possiamo forse comprendere il perché, almeno da un punto di vista soprannaturale, il virus abbia iniziato ad infettare l’uomo, e abbia iniziato proprio dalla Cina.
Al di là del fatto che ci si creda o meno, non possiamo ignorare come il direttore di Radio Maria, nel commentare i messaggi provenienti da Medjugorje, abbia urlato sui tetti per decenni, almeno fino al 19 marzo 2016 (data di pubblicazione della Amoris Laetitia), che i Dieci Segreti erano per la conversione del mondo, sì, ma soprattutto e principalmente per la conversione della Chiesa.
Il Castigo, la cui Etimologia è “rendere Casto”, è certamente la conseguenza d’amore di un Dio che per poter far tornare a splendere la Sua Chiesa come “Luce del Mondo”, è costretto ad “indurci in – questa – tentazione”.
Il fatto che ci castighi, al contrario di quello che ad un analisi superficiale e sciocca può sembrare, è proprio il segno che ci ama, che desidera il nostro bene, e la nostra salvezza da noi stessi.
INOLTRE
Come può un tale Dio rimanere inerte dinnanzi al Suo Vicario, e ai Suoi Apostoli che trasgrediscono il primo e massimo Comandamento, prostrandosi in vari modi davanti ad una statuetta in legno della Madre Terra?
Come può tollerare che i suoi figli si allontanino da Lui per essere inghiottiti dall’abisso?
CONCLUSIONI
Ecco il Castigo!
Atto di educazione supremo di un Dio Amore che ci vuol ricondurre alla Comunione con Sé, e che, secondo il detto popolare attribuito alle madri che prendono a sculacciate i figli, così dice: “Fa più male a me che a te”!
Il Signore il prezzo di queste sculacciate, infatti, lo ha pagato, e lo continua a pagare tutt’ora, sulla Croce.
Atto di dolore:
Mio Dio mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati perché peccando ho meritato i tuoi castighi…….
Dopo il Padre Nostro cambieranno anche l’atto di dolore?
Don Alfredo Maria Morselli parla di “giusti e misericordiosi castighi” ed a me piace recitarlo così al termine della confessione
Chiamiamolo come vogliamo ma la realtà è che l’uomo del XXI secolo che si credeva onnipotente e in grado di sfidare Dio vive rintanato come un topo a causa di un virus che neanche si vede al microscopio. Tutte le apparenti conquiste tecnologiche di quest’epoca, il profitto, i divertimenti, la conquista dello spazio, etc,. evaporate in un baleno. Dubito che ci sarà una ripresa se non con un atto di umiltà globale a Nostro Signore Gesù Cristo.
Curiosità: 103 anni dopo la richiesta inevasa di NSGC di consacrare la Francia al Suo Sacro Cuore di Gesù tramite rivelazione a Santa Margherita Maria Alacoque, Re Luigi XVI veniva arrestato e pochi mesi dopo ucciso, decretando di fatto la fine della monarchia. La Massoneria prese il potere con tutte le aberrazioni ideologiche anti-cattoliche che si sparsero nel mondo.
103 anni dopo la mancata consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria come chiesto dalla Madonna al Papa per mezzo di suor Lucia, ci becchiamo oltre alla grande apostasia della Chiesa, il coronavirus dalla Cina erede di quel comunismo che avrebbe sparso i suoi errori nel mondo come profetizzato nel secondo segreto.
Solo a Bergamo, una delle città più colpite, ci sono 20 sacerdoti ammalati e 6 deceduti per coronavirus.
Il problema è il vertice della Chiesa, manca quella parola che ti trasporta immediatanente dal mondo fisico a quello spirituale, quella parola che ti solleva dalle miserie, dà loro un senso , ti trasporta tra le braccia di Cristo.
Come sapeva fare Benedetto XVI.
Consiglio di cercare i suoi discorsi relativi alle festività dei defunti, per trovare consolazione.
Non uno che abbia fatto riferimento alla volontà “ permissiva “ di Dio, così enfatizzata in occasione della dichiarazione di Abu Dhabi.
Dio non “ manda “ flagelli – Mons Delpini docet – perché non è un Dio pagano. Ma li permette in vista di un bene maggiore. C’è qualche ecclesiastico “ di spicco “ che trovi il coraggio di dirlo (o di negarlo )?
Purtroppo: hanno fatto “notizia” solo le rassicurazioni su un Dio che non “castiga”, immagini e video di esponenti “di spicco” della gerarchia ecclesiastica, ripresi in qualche raro … e anche spettacolare … momento di preghiera.
Non si riserva il dovuto rilievo alla vicinanza trepidante, non strombazzata, sempre via social (per le misure restrittive decretate) di tanti parroci che non godono di notorietà e di vescovi meno popolari dei “soliti noti”, come ad esempio quello di Reggio Emilia, mons. Camisasca, di cui nell’articolo si richiama l’intervista rilasciata a “La Nuova Bussola Quotidiana”.
Il coronavirus: osservato alla luce delle fede, che lascia intravedere in esso “un richiamo di Dio” e sostituire – per un’esatta interpretazione della sofferenza che ci causa – il termine “castigo” con quello conforme al vero di “purificazione”.
https://www.lanuovabq.it/it/noi-tra-morte-sconcerto-e-rinascita-coronavirus-un-richiamo-di-dio
Siamo costretti ad arrabattarci nello stato di totale abbandono da parte di quelle che dovrebbero avvertire, tanto più in questa situazione di emergenza, tutto il carico delle proprie responsabilità. Allo stato: accogliamo come dono insperato, e perciò ancora più prezioso, ogni aiuto che riusciamo a scovare oltre la miseria di quei pastori che con la loro latitanza hanno firmato il proprio fallimento e, nell’incapacità di risalire e risolvere alla radice il problema esaustivamente descritto da Del Pozzo, stanno mettendo un’impropria ipoteca al futuro della Chiesa.
Vorrei proporre uno spunto di riflessione. Come più volte denunciato, l’uomo vuole sostituirsi a Dio, credendosi lui stesso dio e, come tale, capace con la scienza di risolvere tutti i problemi dell’uomo. Ebbene vi chiedo se non sia da considerarsi un avvertimento il fatto che il coronavirus abbia colpito il mondo non tanto con un elevato numero di decessi (in effetti i decessi non sono tantissimi), ma mettendo in crisi l’assistenza, cioè quel settore dove l’uomo crede di manifestare la sua potenza. Un virus infinitesimale che mette in crisi le strutture più sofisticate dei nostri ospedali non per mancanza di scienza, ma per mancanza di letti!
Forse anche in questo bisogna vedere un avvertimento di Dio contro il modernismo dilagante.
In qualsiasi fase acuta di una malattia il sistema sanitario viene messo in crisi per il semplice fatto che l’evento si manifesta improvviso ed esteso. La capacita’ dell’uomo e’ quella di riuscire a contenere il piu’ possibile il danno ed attuare i giusti correttivi. Se un fatto di questo genere fosse successo cento anni fa, quando non esistevano le rianimazioni, le terapie di contenimento, i presidi di isolamento, la sua portata devastante sarebbe stata ben piu’ catastrofica. Oltretutto sono fenomeni che si ripetono per l’elevata capacita’ dei virus di mutare, rendendosi resistenti ai farmaci in dotazione. La grande capacita’ dell’uomo e’ di saper scoprire sempre nuove terapie di controllo delle epidemie. Non e’ il primo virus sulla faccia della terra, sicuramente non sara’ l’ultimo…
Sono daccordo con l’autore del post. Ciò che lascia smarriti é l’assenza dei pastori (con le dovute eccezioni ), a partire dai vertici. Una assenza non tanto fisica, ma spirituale. Parole di conforto nella prova storica che si attraversa. Fra un Papa che cammina e prega ed uno che grida dal balcone “non abbiate paura, aprite le porte a Cristo”, mi sostiene spiritualmente più il secondo, perché nel momento della prova mi incoraggia a guardare al fine ultimo di tutta la vita terrena.
…prega?
Non so che pensare di quella camminata papale passata per tutti i tg, Bel gesto, eppure non mi convince, perché in fondo non correva alcun rischio, mancavano i fedeli, costretti a stare a casa.
Però c’era il fotografo, pronto a immortalare la posa del mazzo di fiori😏😏😏