IL GEN. LAPORTA: ALDO MORO NON ERA A VIA FANI IL 16 MARZO 1978.

16 Marzo 2020 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, oggi, 16 marzo, ricorrenza del rapimento di Aldo Moro e della strage della scorta a via Fani, il generale Piero Laporta ci fa il regalo di una ricostruzione di ciò che accadde quel giorno, tanto clamorosa nelle sue conseguenze quanto realistica e dettagliata. Buona lettura. 

 

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Questo articolo lo dedico a quanti erigono immagini del presidente Aldo Moro con l’Unità in tasca e ai sedicenti esperti, ricercatori e registi, seminatori di falsità.

Costoro insultano consapevolmente la sua memoria e la sua dignità. Aldo Moro fu sinceramente e lealmente democristiano, atlantico, fedele alla Costituzione e vocato a cercare la collaborazione fra l’Italia, i suoi grandi gruppi industriali (come la Fiat) il Partito Comunista Italiano, il Dipartimento di Stato, l’Europa e il Medio oriente. Fu tradito da tutti, anche da quanti si dissero favorevoli alla trattativa. Fu una cinica commedia. Il risultato oggi è sotto gli occhi di tutti.

pl

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Aldo Moro non è stato rapito in via Fani, il 16 marzo 1978, alle ore 09.02, com’è stato sempre raccontato dagli uomini dello Stato, dagli investigatori, dai magistrati, dai politici, dalla stampa e dalla tivvù. Ce lo assicura lo stesso presidente Aldo Moro. Vediamo come.

In via Fani furono rinvenuti 91 bossoli, 49 dei quali d’una sola arma, d’un tiratore mai identificato, d’altissima perizia, peculiare a militari delle forze speciali, «un gioiello di perfezione», secondo un testimone, intervistato da “Repubblica” il 18 marzo 1978.

91 bossoli, 42 dei quali sparati dai rimanenti sei brigatisti. A detta di Valerio Morucci, «l’unica prova dell’azione era stata compiuta nella villa di Velletri». Ammesso che abbiano sparato, impossibile che abbiano acquisito perizia da tiratori, neppure lontanamente accostabile a quella del professionista. I brigatisti sono assassini buoni a sparare alle spalle di vittime inermi a brevissima distanza, niente di più.

Il presidente Aldo Moro, come si sa, sarebbe uscito indenne dalla tempesta di fuoco, quindi rapito e trasportato sull’auto che poi l’avrebbe portato alla “prigione del popolo”.

I suoi assassini potevano permettersi un ostaggio ferito? No, perché sarebbe diventato un problema logistico d’asperrima gestione.

I suoi assassini potevano permettersi di uccidere, sia pure casualmente, il presidente Aldo Moro? No, perché tutta la finzione successiva, ruotata intorno a una “finta trattativa” – e dimostreremo che fu una finzione – non sarebbe rimasta in piedi. Aldo Moro doveva dunque essere rapito incolume. Perché la sua incolumità fosse certa, egli non doveva essere sulla scena della strage.

Per capirci circa l’impossibilità di garantire l’incolumità di Aldo Moro, mentre i sette assassini sparavano, occorre seguire un elementare ragionamento. Supponete di impugnare una pistola e mirare a un bersaglio posto a 2 metri e mezzo da voi. Sparate dal fianco, senza mirare, confidando proprio sulla prossimità del bersaglio, esattamente come fecero i sette assassini. Se la vostra pistola o la mitraglietta, nel momento in cui sparate, devia di solo 4 centimetri, il colpo sul bersaglio è deviato di mezzo metro. Quattro centimetri sono nulla per un tiratore non addestrato. Se poi i centimetri fossero sei, solo due in più, perché il primo colpo vi ha spostato la mano, la deviazione finale sarebbe di 75 centimetri. D’altronde anche il precisissimo tiratore professionista, che spara senza minima dispersione, nulla potrebbe fare se l’ostaggio, come sarebbe naturale, si muovesse scompostamente e improvvisamente, ponendosi sulla traiettoria dei suoi colpi. Insomma, il presidente Aldo Moro, incolume, a via Fani non c’era.

L’obiezione più immediata è che ci sono testimonianze d’un uomo trascinato verso l’auto che poi di dilegua. Vi sono almeno due risposte possibili, una un po’ più perfida dell’altra. La prima. I brigatisti, dovendo simulare la presenza di Moro (che come dimostreremo non c’era) prepararono un figuro che ne fece le parti. I testimoni, scombussolati dalla strage, videro uno che in realtà non era Aldo Moro. La seconda. Far dire a un testimone d’aver visto ciò che non ha visto non è impossibile. Comunque sia, ai fini del nostro discorso questo dettaglio è secondario, perché Aldo Moro non c’era, come dimostreremo.

Da tutte le lettere che Aldo Moro ha scritto, quelle fatteci ritrovare, risalta la totale assenza di interesse per la sorte della scorta. Non una sillaba viene spesa da Aldo Moro. Questo dettaglio fu utilizzato da eminenti esperti per assicurare che Aldo Moro aveva scritto quelle lettere sotto dettatura, dunque non era più lui.

In realtà tale assenza di interesse per la morte dei cinque sventurati sarebbe inspiegabile per chi ha conosciuto Aldo Moro, un cattolico profondamente credente, d’assoluta bontà, compassionevole come un vero cattolico deve essere.

Aldo Moro, riferendosi alla scorta, scrisse solo che era stata inadeguata, nient’altro. Aveva ragione di scrivere così. Egli era infatti ignaro della sorte della scorta, sebbene fosse del tutto consapevole che essi si erano lasciati ingannare da chi lo aveva “prelevato”.

Nel libro “Aldo Moro, Ultimi Scritti, 16 marzo -9 maggio 1978”, a cura di Eugenio Tassini, ed. Piemme, 1998, a pagina 13, nella lettera a Francesco Cossiga, diffusa il 29 maggio 1978, Aldo Moro scrive:

«Benché non sappia nulla né del modo né di quanto accaduto dopo il mio prelevamento, è fuori discussione – mi è stato detto con tutta chiarezza – che sono considerato un prigioniero politico…» E più avanti continua, riferendosi a questo brano: «Soprattutto questa ragione di Stato nel mio caso significa, riprendendo lo spunto accennato innanzi sulla mia attuale condizione, che io mi trovo sotto un dominio pieno e incontrollato…»

È l’unica volta che Aldo Moro scrive “prelevamento”. Nelle lettere successive scriverà sempre “rapimento”. Egli non usava le parole a caso, tutt’altro, le distillava con estrema precisione. Qui correla il “prelevamento” alla ragion di Stato, dunque allo Stato e al “dominio pieno e incontrollato”.

A pagina 159 dello stesso libro, Aldo Moro fornisce la chiave di quanto accaduto, con un messaggio tanto inequivocabile quanto terribile, in una forma del tutto morbida, com’è nel suo stile.

Quando conclude la lunga lettera, scritta all’adorata moglie, nel giorno della Santa Pasqua, il 27 marzo 1978, butta lì alcune raccomandazioni, apparentemente inoffensive: «Ed ora alcune cose pratiche. Ho lasciato lo stipendio al solito posto. C’è da ritirare una camicia in lavanderia.

Data la gravidanza e il misero stipendio del marito, aiuta un po’ Anna. Puoi prelevare per questa necessità da qualche assegno firmato e non riscosso che Rana potrà aiutarti a realizzare. Spero che, mancando io, Anna ti porti i fiori di giunchiglie per il giorno delle nozze» e poi arriva il punto esplosivo «Sempre tramite Rana, bisognerebbe cercare di raccogliere cinque borse che erano in macchina. Niente di politico ma tutte attività correnti, rimaste a giacere nel corso della crisi. C’erano anche vari indumenti di viaggio».

Aldo Moro è quindi convinto che l’auto su cui ha viaggiato, quel mattino sicuramente sino alla chiesa di Santa Chiara, sia giunta a destinazione, senza di lui ma con le sue borse e quindi con la scorta in buona salute.

Tutte le mattine Aldo Moro, scendendo dalla sua abitazione di via Cortina D’Ampezzo, si fermava alle otto e trenta alla chiesa di Santa Chiara, per una breve preghiera prima di dirigersi al lavoro.

Aldo Moro ha quindi visto coi suoi occhi la sua scorta andare via, portandosi le sue borse e i suoi indumenti di viaggio e chiede alla moglie di recuperarli.

Questo significa che Aldo Moro non è in via Fani quando la scorta è annientata. La scorta deve essere annientata affinché non si sappia che cosa è accaduto prima, ad Aldo Moro, in piazza Santa Chiara, quando esce dalla chiesa.

Fin qui i fatti. Ora andiamo alle deduzioni.

Aldo Moro è stato allontanato dalla sua scorta. Questo può essere avvenuto solo per opera d’un drappello di carabinieri o poliziotti (finti o veri non sta a noi dirlo) comandati da un ufficiale ben noto al capo scorta, Oreste Leonardi, il quale mai avrebbe abbandonato il suo Presidente in mani sconosciute.

«Signor Presidente, mezz’ora fa Radio Città futura ha annunciato il suo rapimento» quindi rivolgendosi anche a Leonardi, il delinquente in uniforme avrebbe potuto aggiungere: «Abbiamo quindi pensato a un piano diversivo. Lei, signor Presidente, potrebbe venire con noi con auto blindata e scorta adeguata. Tu, Leonardi fai il tragitto prestabilito. All’incrocio fra via Fani e via Stresa troverai dei nostri in uniforme dell’Alitalia. Rallentate e fatevi riconoscere. Anzi, per evitare equivoci, perché non so bene da quale reparto arrivino, mettete le mitragliette nel portabagagli, caso mai le tirate fuori dopo. Ci vediamo in Parlamento».

In Parlamento, dove Aldo Moro pensava che la sua scorta fosse giunta indenne e con le sue cinque borse, gabbata dai rapitori veri, quelli che lo avevano “prelevato”, com’egli scrive a Cossiga. Una scorta inadeguata, dopo tutto, ha ragione Aldo Moro di lamentarsene. Come dite? Potevano telefonare al comando per sincerarsi che tutto fosse regolare? Non c’erano cellulari e quel mattino la SIP ebbe un’avaria; tutte le comunicazioni telefoniche erano bloccate. E’ verosimile che a Leonardi fosse consegnato un ordine scritto autentico nella sua falsità. Il resto è noto? Non è detto. Aldo Moro non poteva tornare vivo dalla prigionia, altrimenti avrebbe testimoniato, e sarebbero saltati tutti a cominciare dai fautori della linea intransigente della DC e del PCI, oltre ai fedeli servitori dello Stato prestatisi a questa porcheria. La trattativa aveva dunque un unico sbocco possibile: la morte di Aldo Moro, non la trattativa.

I suoi assassini, i pochi individuati, fanno una vita agiata.

Piero Laporta

“Qui si può leggere un altro articolo col quale Laporta risponde a dubbi e commenti dei lettori”

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88 commenti

  • alphacentauri ha detto:

    dalla sua disamina sembrerebbe, a questo punto, che la scorta doveva essere massacrata. la scorta sapeva del passaggio del loro paziente, il paziente venne prelevato in un contesto di preallarme , spostato nelle mani di chi lo processò.

  • Tenerone Dolcissimo ha detto:

    La ricostruzione è credibile tranne che per un particolare. La chiesa di santa Chiara è in piazza Giochi Delfici e, per arrivarci, venendo dalla casa di Moro, occorre passare prima in via Fani. Quindi, se la scorta avesse proseguito il percorso senza Moro verso in Parlamento non sarebbe passata in via Fani. A meno che chi ha organizzato il tutto non abbia convinto la scorta a tornare indietro e passare in via Fani. Ma perché avrebbero dovuto farlo??? E come avrebbero convinto la scorta a tornare indietro? Sarebbe stata una richiesta quanto meno sospetta.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      E’ vero quanto lei afferma. La separazione fra Aldo Moro e la scorta deve essere avvenuta ben prima dell’incrocio fra via Fani e via Stresa, cioè vicino all’abitazione in via del Forte Trionfale 79 e un punto a essa prossimo. Un diavoletto ci ha messo la coda. Grazie. La sostanza comunque non cambia: c’è una prova documentale – come ribadisco domani – della separazione fra Aldo Moro e le sue borse, cioè fra Aldo Moro e la sua scorta.

  • Fabrizio Paccagnini ha detto:

    Fabrizio Paccagnini Visto che nessuno di noi era presente in via Fani e che quindi tutte le ipotesi sono plausibili, mi permetto di scrivere la mia: Rita Algranati fa segno a Moretti che il convoglio con Moro sta arrivando;Moretti si immette dalla destra di via Fani dove è parcheggiato e rallenta il convoglio; in quel momento da sinistra, fra la mini verde e la 127 rossa uno( Nirta) o due sparatori sparano su Rivera, che tampona la 130 con Moro; nello stesso momento uno sparatore da destra(De Vuono) che è “bravino” con la skorpion, visto la “rosa” che ha fatto intorno al cuore di Moro, spara su Leonardi e Ricci ,che tamponato cerca di svicolare,facendosi scudo con la Austin Morris bleu; dopodichè De Vuono si sposta alla sua sinistra e spara sull’alfetta colpendo Zizzi e uccidendo con una pistola Iozzino che trovadosi sul sedile posteriore era riuscito a scendere e a sparare due colpi verso DE Vuono. In tutto ciò Gallinari,Bonisoli,Fiore e Morucci, fra un inceppamento e l’altro di tutte le loro mitragliette, sparano a casaccio, non sapendolo fare, sulle due auto da sinistra ma praticamente gli uomini della scorta erano già tutti fuori combattimento. Forse è per questo che Morucci ha dichiarato di aver avuto come uno sbandamento e ha ritardato a prendere le borse dalla 130. E grazie, non c’ha capito niente!

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      In via Fani c’era un tiratore professionista – da non confondersi con un killer professionista – e sei avventizi.
      Come ho scritto la possibilità di un colpo tirato male o di un colpo deviato ( questa anche fra i colpi del professionista) era troppo alta per presumere che potesse pianificare di portare via Aldo Moro incolume o soltanto ferito. Questo è un ‘indizio, non una prova. Esso tuttavia combacia perfettamente con la prova documentale – il cui significato ribadisco domani – secondo la quale Aldo Moro, chiedendo delle sue borse, dimostra di non sapere quale sia stata la sorte della sua scorta, dalla quale è stato quindi separato. Su questo non vi è ombra di dubbio.

      • Fabrizio Paccagnini ha detto:

        Come ho scritto sopra, anche io ritengo che ci fossero due o più sparatori, uno a sinistra del convoglio che spara su Rivera,e uno da destra che spara su Leonardi e Ricci, e poi allargando l’angolo di tiro(si dice così?), su Zizzi e Iozzino. Ritengo inoltre possibilissimo che riuscissero a lasciare Moro illeso:anche nell’agguato a Schleyer, che avvenne con modalità inquietantemente simili, l’ostaggio non fu ferito.Per quanto riguarda le lettere: tutti noi ci possiamo basare solo su quelle che furono consegnate e/o rese pubbliche, non sappiamo cosa scrisse nelle altre. Ciò che lei indica come prova, cioè che Moro parla delle borse e non degli uomini, solo in quella particolare lettera oltretutto, secondo me non giustifica la sua deduzione, perchè è una deduzione, non una prova. Lei dice in sostanza se ho capito bene: Moro non parla della scorta(nelle lettere note o che i suoi rapitori decidono di recapitare, non in tutte) quindi non sa cosa è successo, quindi non era in via Fani. Davvero, con tutto il rispetto, mi sembra un triplo salto mortale logico. I motivi per cui non parla della scorta potrebbero essere altri, ma prima di scriverli devo rivedere alcuni testi per essere più sicuro di quello che dirò al riguardo.

        • Fabrizio Paccagnini ha detto:

          In attesa di un suo gentile riscontro rispetto alle mie affermazioni sulla fattibilità di lasciare illeso Moro durante l’agguato, visto anche il precedente del rapimento operato dalla RAF nel 1977, provo a fare un copia/incolla per quanto riguarda le frase di MOro sulla scorta e le deduzioni di Cossiga, Sofri e l’autore della raccolta delle lettere, Gotor:” Intuisco che altri siano nel dolore. Intuisco, ma non voglio spingermi oltre sulla via della disperazione”.
          3 Il riferimento è agli uomini della scorta assassinati in via Fani in quanto la
          dinamica dell’azione rende impossibile pensare che Moro non avesse avuto percezione dell’eccidio: egli si dichiara disperato per la loro sorte, ma fa capire di non
          volersi soffermare oltre sul punto. Secondo Cossiga, l’uomo politico nelle sue lettere non «attaccava le BR e non nominava mai la scorta perché – da uomo intelligentissimo – capiva benissimo che ricordare anche per una parola di pietà gli agenti uccisi avrebbe significato entrare in contraddizione con la richiesta di trattare»
          (Spiezie, 55 giorni, p. 123). Sofri ha rivelato che anche Paolo VI, nella sua lettera
          appello del 22 aprile, non fece alcun richiamo alla scorta trucidata: «Nessuno lo ha
          notato, com’è giusto. Ma le stesse ragioni che hanno indotto il papa a non parlarne in quella circostanza possono contribuire a spiegare il silenzio di Moro» (L’ombra, p. 188
          Aggiungo infine che Etro ha dichiarato che Gallinari gli disse:”Faremo talmente tanti morti(nell’agguato)che lo Stato non tratterà mai. La ringrazio se vorrà rispondermi

  • perplesso ha detto:

    Certo che, su un sito che si è sempre distinto per ricerca di verità, tirare ancora in ballo Aldo Moro (pace all’anima sua) …

    …sempre per dettagli molto marginali per quel che riguarda la storria d’Italia…

    In compenso, senza mai rammentare che mandò Rumor (ben felice di farlo) a firmare, quasi clandestinamente, l’infame trattato di Osimo , cosa ben più rilevante per la storia.
    Ai sensi dell’art 241 c.p. , a Moro (certo, non solo lui, ma qui ci stiamo occupando di lui) sarebbe spettato l’ergastolo.
    Questo però per gli italiani deve restare non noto.
    Altro che “profonda misconoscenza della sua vera politica” …

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Egregio ignoto “Perplesso”, quando non si può attaccare il ragionamento – in questo caso ho smontato, fino a prova contraria, la versione ufficiale su via Fani – è futile attaccare il ragionatore o, come nel suo caso, maramaldeggiare.
      Mi stanno giungendo numerosi messaggi di tono analogo. Lei è per caso uno dei coinvolti nella faccenda? A via Fani non c’era Aldo Moro. Questo manda a rotoli quaranta anni di bugie e di indagini. Lei è marginale non questo dato di fatto, ignoto Perplesso.

      • Borghese pasciuto ha detto:

        Lei, La porta, mi sembra marginale rispetto alla Storia.

        • Borghese pasciuto ha detto:

          Laporta

          • PIERO LAPORTA ha detto:

            Certo io sono marginale. Lei tuttavia non ha argomenti. Tipico di quanti, non potendo attaccare il ragionamento, attaccano il ragionatore.

      • Borghese pasciuto ha detto:

        Gli argomenti sono i verbali dell’autorità di polizia e gli atti processuali. Persino le cronache dei giornali.
        Certamente non è detto che la verità processuale corrisponda sempre con quella storica, ma a quella occorre attenersi, finché non viene smentita da prove contrarie. Prove, però, non chiacchiere da bar, o da complottisti dietrologi.
        Questo, a mio parere, è l’unico approccio razionale possibile. Poi, certo, si può anche credere alle favole, alle madonne che piangono e parlano e ai miracolati di Lourdes, ma allora si parlano una lingua diversa.

        • PIERO LAPORTA ha detto:

          Adesso andiamo meglio, visto che ha rinunciato a insultare.
          Come ho scritto, la possibilità di un colpo tirato male o di un colpo deviato ( questa anche fra i colpi del professionista) era troppo alta per presumere che potesse pianificare di portare via Aldo Moro incolume o soltanto ferito. Questo è un ‘indizio, non una prova. Un indizio, non una chiacchiera da bar. Se permette, ho una certa esperienza di armi e mi sono consultato con gente molto più esperta di me. Li ho consultati separatamente. Tutti hanno concordato sulla concretezza di questo indizio, non una chiacchiera da bar. Se lei o altri ha capacità di smontarlo, si faccia avanti. Un indizio tuttavia combaciante perfettamente con la prova documentale – il cui significato ribadisco domani – secondo la quale Aldo Moro, chiedendo delle sue borse, dimostra di non sapere quale sia stata la sorte della sua scorta, dalla quale è stato quindi separato. Su questo non vi è ombra di dubbio.

          • PIERO LAPORTA ha detto:

            Rinunciato solo in parte al dileggio da bar. Si dovrebbe impegnare di più, può farcela 🙂

    • paolo ro ha detto:

      Avevo 33 anni quando On Aldo Moro venne rapito.
      Ho sempre dubitato del fatto che potesse sopravvivere
      ad un attentato tanto cruento.
      I trattati di Osimo non mi chiariscono le responsabilità
      dell’On Aldo Moro in quel momento della politica mondiale La decisione comunque presa interessava tutto
      il parlamento quindi la responsabilità è anche e sopratutto di sinistra.
      La sinistra di Giorgio Napolitano CHE SI TROVAVA NEGLI USA DURANTE LA PRIGIONIA DELL ‘ ON ALDO MORO UCCISO COMUNQUE DAGLI ANGLO USA ISRAELIANI. che per questa uccisione mafiosa diedero la politica e gli italiani in mano alla sinistra dei vili
      traditori oggi più che mai vili con le tasche piene di vitalizi e bonus malus

  • creazionista ha detto:

    Visto che siamo in tema di misteri vorrei segnalarvi il sito Chiesa Viva:

    http://www.chiesaviva.com/index.htm

    Potete scaricarvi ad esempio Il segreto della tomba vuota di Padre Pio, che a me ha fatto venire le vertigini. Alcune cose sarebbero verificabili, ad esempio aprendo la tomba di Padre Pio, oppure: è vero che la tomba di Paolo VI non ha alcun simbolo cristiano? E i simboli massonici sulla tomba di sua madre? Tutto quello che c’è nell’opuscolo è molto grave. Sarebbe utile che chi conosce bene (magari da dentro la Chiesa) qualche singolo fatto o riferimento ci dicesse se è vero o meno.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Mi perdoni la franchezza ma non ho alcun tempo da perdere con simili misteri.

      • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

        E poi diceva a me che non mi risponderebbe più finchè non avrei secondo lei parole di non di cosa…e qui lei non è franco ma maleducato con questo signore che non la stà disprezzando ma semplicemente proponendo di leggere misteri riguardo vicende ecclesiali piuttosto che affari politici in cui io non mi metto e non mi permetto in questo perche non conosco in questo caso, nemmeno ho letto il solito minestrone lungo che non so come il caro Marco li pubblica…questo non l’ ho letto invece sì e commentato quello su Dalla del primo marzo. Approffiti militare, cambiare un po in questa Quaresima assai rara, e capisca che non li siamo ne dobbiamo esserli sottomessi come soldatini ai suoi commandi. Non è franco. È maleducato perche orgoglioso, duro, despota. E mi creda, perche SACERDOTE, questa correzione una OPERA DI MISERICORDIA. Dio la raggiunga con una benedizione di conversione.

  • MARIO ha detto:

    Non stento a credere alle ipotesi di Piero Laporta. Troppe incognite e troppe zone oscure nel rapimento, prigionia e assassinio (?) di Aldo Moro.

    Qualcuno, al tempo, era convinto persino che Moro non fosse stato ucciso e che il cadavere trovato in Via Caetani non fosse quello di Moro, ma di un suo sosia. Potenza dei servizi segreti…

    Stranamente le foto del (presunto) Moro, nel bagagliaio della Renault 4 rossa, sono tutte prese da una certa distanza; non ce n’è una che inquadri il volto da distanza ravvicinata.
    Il fotografo ha dichiarato stranamente che molte foto non erano riuscite bene perché mentre le faceva aveva gli occhi pieni di lacrime (?).

    I risultati dell’autopsia peraltro sono a dir poco sconcertanti:
    – il corpo era abbronzato (?);
    – il sangue era pieno di nicotina (? – Moro non fumava);
    – nei risvolti dei pantaloni c’era sabbia del lido di Osta (?);
    – ecc.

    A Moro potrebbero avere anche risparmiato la vita, portato chissà dove e messo a tacere con un ricatto…

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    La gente comune ama più la cronaca che la storia, il giornale, la notizia più della rievocazione.
    Chi è nato nel giorno della cattura di Aldo Moro oggi ha quaranta anni , famiglia, anziani sottopensionati da aiutare a vvivere, figli da crescere. Poi c’è la crisi e nella crisi la supercrisi da coronavirus, il disastro morale del mondo cattolico. Capisco che per chi ha la passione del rivangare il passato la vicenda Moro abbia rilevanza. Per me , che c’ero, è cosa dimenticata, salvo alcuni fatti : lo sciopero generale indetto due ore dopo la diffusione della notizia del “rapimento” di Aldo Moro, la Preghiera di Paolo VI e la sua rassegnata e commovente accettazione del fatto dopo il ritrovamento del cadavere. E poco più.

    • Sconsolata ha detto:

      @ Emerito,
      anch’io c’ero; ero giovanissima e conservo vivo il ricordo di quel giorno e dei successivi, di quegli anni in cui morte e tensione tarpavano le ali delle nostre speranze in fiore. Si aveva paura ad uscire di casa per il clima di terrore che si respirava e portava a temere di ritrovarsi nel mezzo di qualche sparatoria.
      Ricordo quel ritornello che ancora ci accompagna, oggi, al verificarsi di ogni attacco terroristico: non cambieremo le nostre abitudini, non permetteremo che il terrorismo ci costringa a cambiare vita.
      E, invece: a causa della forza mortale di un microrganismo siamo stati costretti a cambiare le nostre abitudini, a chiuderci in casa, a dover sentire ogni giorno l’impressionante aggiornamento del numero di morti e contagiati, in crescita, fiduciosi in un intervento dall’ Alto, e che sorregga gli sforzi degli operatori sanitari e dei ricercatori impegnati in una lotta senza sosta, che se non può restituire il respiro a chi il virus lo soffoca, mira a non stroncare il respiro della vita.

      • perplesso ha detto:

        Intervento dall’Alto per il coronavius? Credo che siamo stati ultraprotetti dall’alto, dei veri prediletti, proprio fino al 1978. Ma non marzo, maggio: legge 194 . Con quella vergognosa legge figlicida siamo diventati un paese come gli altri, non più degno di particolari riguardi. Se non si tornerà indietro, in cosa possiamo sperare? Nel fatto che abbiamo più gente che prega?

  • Gene ha detto:

    Vorrei chiedere al generale Laporta se l’attacco concentrico verso il mio concittadino e ministro dell’interno di allora,da parte dei giornali di sinistra, del PCI di allora con Berlinguer a capo e cugino di secondo grado di Cossiga,non sia proprio dovuto a coprire quelle personalità dello Stato colluse con il rapimento e l’uccisione della sua scorta.
    Questa riflessione mi è venuta in testa leggendo il suo intervento su S.C.,che ha in buona parte consolidato la tesi di far fuori Moro a qualsiasi costo.
    E’ strano che nessuno sia andato a fondo nel perseguire con pene certe ed adeguate, i vari brigatisti coinvolti, che anzi scorrazzano come dei samaritani rossi,però

  • DANILO FABBRONI ha detto:

    GUARDA CASO NESSUNO HA SCRITTO UNA STORIA DEI FINANZIAMENTI DATI TANTO ALL’ESTREMISMO EXTRAPARLAMENTARE DI ALLORA QUANTO AGLI AEDI DEGLI ANNI DI PIOMBO; SOLO IN ‘I VELENI DI OP’ SI MENZIONA CHE PECORELLI ADDITAVA TALI FINANZIAMENTI PROVENIRE DA UNA NON MEGLIO IDENTIFICATA ALTA BORGHESIA; DELLO STESSO PARERE FU ALDO RAVELLI NEL SUO LIBRO INTERVISTA A CURA DI MARCO TAMBURINI… PEL RESTO SILENZIO ASSOLUTO… GUARDA CASO…

  • Angelo ha detto:

    Ciao Tosatti,

    Per caso sono ripassato sul tuo blog. Continua…E in piu’ parla degli anni di piombo, anni che non ho vissuto, se non bambino, ma poi molto studiato
    Dal delitto Moro son passati 42 anni😭. Mi sembra veramente che “ci fosse Luce sarebbe bellissimo !”; e che non resta che pregare per i sopravvissuti. Mi sembra che dobbiamo arrenderci !!!! Nessuna verita’ con la V maiuscola e a volte anche giuridica e’ possibile. Non solo per Moeo ma….per tutti i fatti che da quando l uomo calpesta la terra son successi (escludendo, per chi ha fede, le sacre scritture!). Pur avendo letto molto, aver chattato con ex agenti GLADIO o pseudo tali, aver sentito le incredibili affermazioni del magistrato Imposimato, non perché non reali! Ma perché uno può dire che Andreotti e Cossiga fecero uccidere Moro e finisce tutto lì! Il generale La porta non l’avevo ancora incontrato. Cosa importa come e’ morto? E’ chiaramente impossibile credere a una qualsiasi verita’. E allora .
    …allora….ai vorrebbe trovare la pace insieme ai dormienti (non morti! Cimitero e’ la casa dei dormienti in ebraico).

    Se poi devo dire la mia….Kissinger minacciava Moro, Berlinguer subì un attentato a Sofia e Moro fu ucciso. Certo che c e’ gente che non ha mai pagato. L ex cittadino vaticano casimirri? Lo Iacono barangiola? (Che uccise pure mantakas)
    E’ un mistero anche questo. Prendersela con Etro per il reddito di cittadinanza. Un idealista giovane che non soaro’ e si e’ fatto 23 anni di carcere
    …..mentre tu pensi saprai che quasi TUTTI gli extraparlamentari di sinistra son saliti poi sul carro del liberismo..o a radio Maria (liberissimo) tutti si sbaglia.
    Non escludo nemmeno che Siri di impedito al papato. Ma Dio vola piu’ alto! Siri che DICONO disse: ben gli sta! Quando rapirono moro. I morti, sono nella beatitudine di Dio la condanna e’ nostra. Cercare una verita’ che solo Dio può concederci.

    • Marco Tosatti ha detto:

      Caro Angelo, passa più spesso. Sei benvenuto! Cerchiamo di tenere accesa una fiammella in queste tenebre. Con quanto successo non so, ma ci si prova…

      • Angelo ha detto:

        Grazie x l affetto Marco. Non me l aspettavo. Ricordi che sono un “Bergoglioso”! Che dire? Io ero veramente piccolo e per me le brigate rosse erano quelle che facevano tutto (pure le bombe). E io e mio padre eravamo dall’ altra parte. Era l infanzia. Ho 52 anni…e mi sento vecchio. Avevo 10 anni nel 1978!! Mi sembra impossibile che ci sia ancora gente che ha vissuto in prima persona quegli avvenimenti. Al gen. La porta….farei una domanda. Avevo letto, lo prendo ad esempio!, di un libro sulla storia dei servizi segreti
        scritto dal gen. MARIO MORI. Lo sfogliai ma non lo presi e ora non lo trovo piu’. Morì ammette che ebbe contatti con Ciancimino! Ecco mi son sempre chiesto CHI sono i servizi segreti, quale funzioni e limiti hanno, ieri e oggi. In quanto alle deviazioni penso che ci siano pure tra i bidelli dello stato. Io sono un piccolo “servitore” dello stato…e ho incontrato la cosa. Ho capito che sapeva troppe cose. Nomi, cognomi. Mi anticipava gli ordini di arresto. Chiaro che ci sono INFAMI nello stato. Io ho detto NO. perché ebbi offerte. E sono orgoglioso che non lo feci solo perché non ne esci più..ma perché non me la sentivo. Mi son venuti in mente Ambrosoli, Falcone, Borsellino. Io sono cosciente che non combatterò mai la cosa perché gli infami son dentro. Ma facciano loro! I soldi…..io servo lo stato.
        Mi dispiace Tosatti sai che sono un tragico?
        Esiste un romanzo PSICOPATICI AL POTERE.
        Hitler e Stalin erano psicopatici ma oggi? Chi prende il potere? Devo dire che ho esagerato.

        Non tutti son delinquenti (bad or mad dicono gli americani) ne tutti quelli che li combattono sono suicidi, però fa pensare🤔😭

        • PIERO LAPORTA ha detto:

          I servizi segreti obbediscono all’autorità politica. I servizi segreti trattano con quanti lo Stato ha interesse a trattare.
          Le anime belle che fanno finta di scandalizzarsi ma è la realtà. Se lei ricorda la guerra dello Yom Kippur del 1973, quella fu una guerra sceneggiata coi morti veri, all’inizio della quale pagavamo la benzina 100 lire al litro, dopo l’armistizio la pagammo cinque volte tanto. Una tragica sceneggiata di quel livello non la fanno i politici mai servizi per conto dei politici.
          Se vuole visiti il mio sito a questo indirizzo
          https://www.pierolaporta.it/dalla-chiesa-torre/
          dove riporto la testimonianza del generale Jean, stretto collaboratore di Cossiga, certificante che il capo dei nostri servizi fu mandato a trattare con la mafia per costruire la base missili a Comiso.

    • Iginio ha detto:

      Cimitero viene dal greco, non dall’ebraico. La lingua dei primi cristiani era il greco (mentre gli ebrei di allora parlavano l’aramaico, non l’ebraico).

      • Angelo ha detto:

        Grazie della correzione. Spero concordi che significa “casa dei dormienti” e non dei morti, come nell’accezione comune

  • Iginio ha detto:

    Mi sembra che i problemi suscitati da questa versione siano maggiori di quelli che vorrebbe risolvere. Il punto è semmai che i brigatisti erano in combutta coi servizi segreti cecoslovacchi. Lo spiega anche Rocco Turi, il quale, per aver scritto ciò che scoprì in Cecoslovacchia, fu trattato da scemo dai professoroni italiani.
    La storia degli “extraparlamentari di sinistra” italiani è ancora tutta da scrivere. Qualcuno la scriva una buona volta senza indulgenze (e senza Gad Lerner o Adriano Sofri tra i piedi).
    Caro Laporta, le segnalo p. es. un personaggio curioso. Un tale Marco Clementi, romano del Tufello (!), finito a insegnare nell’università della Calabria (come altri di quella tribù), si vanta di essere storico delle BR, è andato al funerale di Gallinari, e di essere andato a studiare in URSS nel 1988, l’anno in cui, secondo lui, le BR sarebbero finite. Saprebbe dirmi chi è veramente costui? In che rapporto era con le BR? Come ha fatto a fare l’università in URSS (dove le università erano a numero chiuso, tra l’altro) e poi a fare carriera? Qualcuno sospetta che ci siano di mezzo i “servizi”: ma quali?

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      scusi la franchezza: io non devo risolvere proprio nulla.
      Ho trovato dei fatti, li concatenati con la mia esperienza professionale delle armi, li ho riferiti.
      Ho distinto accuratamente i fatti dalle ricostruzioni.
      Chi ha altri fatti, quantunque contrastanti, si faccia avanti.
      Moro è stato preso illeso. Questo non fu possibile farlo a via Fani. Punto.
      P.s. fior di investigatori, di magistrati, di giornalisti investigativi, di commissioni di inchiesta hanno quelle pagine. Non le hanno lette, che disdetta.

      • Angelo ha detto:

        Caro generale,

        Lei fa bene da esperto di tiro qual e’ a dire ciò che pensa.
        Io fatti ne ho pochi.
        Uno e’ che Pace e Piperno incontravano Morucci e Faranda per conto dei socialisti. Bastava seguirlo e si arrivava a Moretti e magari a Moro. Ma i socialisti avvisarono le forze dell’ ordine? E se non lo fecero non avevano buone ragioni? Io noni fido oggi. Ho il tesserino di PS . Ma all epoca ….non penso era meglio !!!
        Le consiglio-ma ben le conoscera’- le dichiarazioni schock di Imposimato. Io penso che invecchiando diamo tutti “picconate” chissa’ se vere o se esageriamo?
        Della roba sul web – a sensazione- sento che c’e’ del vero in questa intervista sotto. Questo signore ha parlato troppo. La seconda parte non e’ più andata in onda. Non so’ quale popolo tagliava la lingua ai depositari di segreti. Io non sono infame nemmeno con i delinquenti….però ho avuto la fortuna di dire NON VOGLIO SAPERE. parliamo di calcio o altro. Ma di questi-e lo dico- organizzazioni “parallele” non voglio sapere, finché uno stato serio non si vaccina.
        PS: mi perdoni ma l intervista non c entra con il caso Moro

      • Angelo ha detto:

        Caro generale,

        Lei fa bene da esperto di tiro qual e’ a dire ciò che pensa.
        Io fatti ne ho pochi.
        Uno e’ che Pace e Piperno incontravano Morucci e Faranda per conto dei socialisti. Bastava seguirlo e si arrivava a Moretti e magari a Moro. Ma i socialisti avvisarono le forze dell’ ordine? E se non lo fecero non avevano buone ragioni? Io noni fido oggi. Ho il tesserino di PS . Ma all epoca ….non penso era meglio !!!
        Le consiglio-ma ben le conoscera’- le dichiarazioni schock di Imposimato. Io penso che invecchiando diamo tutti “picconate” chissa’ se vere o se esageriamo?
        Della roba sul web – a sensazione- sento che c’e’ del vero in questa intervista sotto. Questo signore ha parlato troppo. La seconda parte non e’ più andata in onda. Non so’ quale popolo tagliava la lingua ai depositari di segreti. Io non sono infame nemmeno con i delinquenti….però ho avuto la fortuna di dire NON VOGLIO SAPERE. parliamo di calcio o altro. Ma di questi-e lo dico- organizzazioni “parallele” non voglio sapere, finché uno stato serio non si vaccina.
        PS: mi perdoni ma l intervista non c entra con il caso Moro ma sulla possibile corruzione di apparati dello stato. Italiano. Poi figurarsi all epoca del blocco sovietico ad esempio. Il famoso psicopatico Arkan era probabilmente un killer di Tito, prima di essere quello che divento’. Ecco Mafia e taluni stati penso si siano comportati nello stesso modo.

        https://youtu.be/GB_o79CknE4

        • PIERO LAPORTA ha detto:

          Condivido molto di quanto lei afferma.a. Grazie anche per le riflessioni cui mi induce

      • un passante ha detto:

        tra coloro che hanno cercato di capire cosa accadde in Via fani ci fu anche Imposimato. Molto tempo fa lessi un libro in cui Imposimato ripercorse tutto il tragitto che Moro avrebbe dovuto fare per essere portato da via Fani al suo luogo di prigionia. E ricordo che affermava che non c’era un tragitto compatibile . Non era un’indagine balistica, come quella del generale, ma un’indagine di tragitti e percorsi verificati scrupolosamente. Quindi le due diverse indagini non sono opposte, ma possono essere compatibili.
        Dice il generale che Moro passava tutte le mattine dalla Chiesa di santa Chiara. I ricordi delle mie letture sono sbiaditi e lontani, ma mi sembrava di aver capito che l’agguato fosse avvenuto davanti ad una chiesa, appunto in Via fani dove tutte le mattine Moro assisteva alla santa Messa. Ho capito male ?

        • PIERO LAPORTA ha detto:

          Malissimo.
          La chiesa di santa Chiara, dove si fermava all 8,30, è in piazza santa Chiara.
          L’assalto a fuoco avvenne all’incrocio fra via Fani e via Stresa.

    • Angelo ha detto:

      Sai una volta c era la P2 ora c e la SANTA. E solo i suicidi combattono per la giustizia. Ma quanti vertici di forze armate aveva la P2. Sì la massoneria. Pur non sapendolo può essere una cosa INFERNALE

  • sigmund ha detto:

    La ricostruzione è altamente suggestiva e appare verosimile anche se solo chi ha commesso il crimine è in grado di confermarla.
    Purtroppo ormai i fatti sono andati come sono andati. Quello che lascia l’amaro in bocca è la considerazione finale “I suoi assassini, i pochi individuati, fanno una vita agiata.”

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Non c’è alcuna necessità di conferma. Moro non poteva uscire illeso da via Fani. Sfido qualunque perito a contraddirmi.
      Moro chiede di recuperare le sue borse. Dunque egli ne è stato separato e non sa nulla di quanto accaduto all’auto che le trasportava.
      Sono i periti e gli inquirenti che devono giustificare le loro conclusioni.
      gli assassini devono tornare in galera, perché non solo non hanno collaborato ma hanno pure mentito.

  • Alessandro ds ha detto:

    Conosco bene la zona, io abito, anzi abitavo in via stresa-via camilluccia fino a poco tempo fa.
    Le sie deduzioni sulle espressioni delle parole potrebbero essere fondate. Tuttavia io che conosco la zona alla perfezione, suppongo che fosse avvenuto il “prelevamento” in un altro posto, qualcuno avrebbe visto, ci sarebbero stati testimoni oculari dei movimenti di macchine e di uomini.
    Quella è una zona altamente abitata, difficilmente si poteva fare un movimento del genete senza lasciare testimoni.
    Alle 9 di mattina poi , impossibile non ci fossero testimoni di un eventuale movimento.
    Seguendo le tracce dalla sua abitazione, fino alla chiesa e poi fino al luogo seguente, si sarebbe risaliti a eventuali testimoni.
    Poi comunque a quel livello, la scorta solitamente ogni fermata o ogni spostamento.o.sosta li comunica via radio, oppure sbaglio?

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      chi ha seguito le tracce dei testimoni?
      i ponti radio della SIP non funzionavano
      Chi le fa pensare che una macchina blindata con due uomini a bordo attiri l’attenzione più del convoglio di tre auto che ogni giorno transitava in piazza santa Chiara con Moro?

      • Alessandro ds ha detto:

        Credo che il volto di Moro a quei tempi era abbastanza conosciuto. Suppongo ( ma è solo supposizione )
        Che se qualcuno lo avesse visto, anche solo di sfuggita, dopo aver saputo del fatto, avrebbe subito detto che lo aveva visto in tale ora e in tale luogo e in tale atteggiamento ( anche magari in un momento normale che non centra niente con il rapimento )
        A meno che il “prelevamento” non sia avvenuto proprio sotto la sua abitazione privata nel momento in cui usciva, convinto di salire sulla macchina della scorta, che inveve era già stata dirottata altrove.
        Oppure con la scusa di un pericolo lungo la strada, fatto salire su un altra macchina blindata , con la scusa che sarebbe stato più al sicuro.
        Ma sono solo supposizioni, la parola “prelevamento” è abbastanza ambigua in effetti.

        • stilumcuriale emerito ha detto:

          Il volto fisico sì, era noto. Molto meno quello politico. Tanto che per lui fu coniato (non so da chi , ma ampiamente condiviso) il motto : — Mi spezzo ma non mi spiego –.

        • PIERO LAPORTA ha detto:

          la possibilità che sia stato prelevato sotto casa non è da escludere, Grazie.

  • Enrico ha detto:

    Dear Dr.Tosatti,
    Dr.Taylor Marshall just reported that Alexander Tschugguel has contracted the Corona Virus and is very ill. Can you ask please the followers of your blog to pray for this good and brave man.
    Thank you.

  • creazionista ha detto:

    Non giudico il resto ma questo non è necessariamente vero. In Cecoslovacchia c’erano da decenni campi di addestramento per terroristi, partigiani e compagni di lungo corso

    • creazionista ha detto:

      “Ammesso che abbiano sparato, impossibile che abbiano acquisito perizia da tiratori, neppure lontanamente accostabile a quella del professionista. I brigatisti sono assassini buoni a sparare alle spalle di vittime inermi a brevissima distanza, niente di più.”

      Riferito a questa parte dell’articolo,

      • PIERO LAPORTA ha detto:

        il tiratore eccellente è uno solo
        i rimanenti sparano da cani, lo assicurano le perizie
        se si sono addestrati in Cecoslovacchia, potevano spendere quei soldi in mortadella, sarebbe stato più vantaggioso

        • PIERO LAPORTA ha detto:

          Come ho inoltre spiegato, neppure la perizia dell’unico eccellente tiratore poteva garantire che Moro non si agitasse mettendosi sulla traiettoria del professionista. La sua, mi perdoni, è una visione da film; la realtà delle armi è ben diversa.

        • Creazionista ha detto:

          Io non contesto il fatto che fossero inetti, ma il fatto che non potesse bastare una sola prova nella villa. Voglio dire che non è provando nella villa che si diventa tiratori, potevano già esserlo da prima, anche se evidentemente lo era uno solo.

          • PIERO LAPORTA ha detto:

            No, non erano dei tiratori provetti, al più capaci di sparare alle spalle di obiettivi inermi. Il lavoro grosso lo fa l’unito tiratore professionista; i rimanenti lasciano moribondo un agente nonostante fossero in sei a sparargli addosso. Iene più che tiratori, suvvia. Se si sono addestrati in Cecoslovacchia o altrove potevano spendersi quei soldi in in bruscolini, sarebbe stato meglio per tutti.

  • Sen.X ha detto:

    Bene Laporta , manca il PERCHE’ .Perchè Moro doveva morire ? Cosa stava perseguendo Moro di tanto importante da organizzarne la morte con questa sceneggiata da lei descritta ? Ma questa è una sintesi sua , è condivisa , è rilevante ? Grazie

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Moro non avrebbe mai consentito la sottomissione dell’Italia

      • Physicus ha detto:

        In un libro di un giornalista de L’Unità-non ricordo nome autore e titolo- si ipotizza un enorme fastidio per la politica mediterranea ed attiva in ambito energetico di moro. Il fastidio, secondo tale ricostruzione, lo sentivano molto gli inglesi. Se non erro Cossiga aveva dato un certo credito a tali ricostruzioni. D’altra parte, vedendo quello che poi è successo a Craxi, Forlani- Andreotti, pure, ma su di lui non capisco tante cose- e poi a Berlusconi nel 2011, quelle ipotesi non paiono peregrine. Non dimentichiamo che il giorno del ritrovamento del cadavere di regeni, la ministra guidi era in Egitto per firmare un nuovo e ricco contratto di sfruttamento di un nuovo giacimento di gas o petrolio in quel paese; l’omicidio bloccò le firme e mi sembra di aver letto che l'”appalto” sia finito ad una società britannica….

        • anonimo verace ha detto:

          Nell’articolo precedente il generale aveva considerato irrilevante il peso politico dei palestinesi. Se si considera all’opposto come punto di osservazione, l’interesse dello Stato di Israele, il peso politico dei palestinesi non è affatto irrilevante. Craxi ebbe il torto agli occhi degli americani , di aver favorito la fuga del commando di assassini di Leon Klinghoffer,assassinio avvenuto sulla nave da crociera Achille Lauro.
          Regeni fu mandato a fare “ricerche” al Cairo da una sua professoressa di Oxford, molto vicina ai fratelli musulmani.
          Fratelli musulmani che sono all’opposizione rispetto all’attuale governo egiziano. Cosa sappiamo noi italiani esattamente della società “inglese” che si aggiudicò, dopo la mancata firma da parte italiana, l’appalto per lo sfruttamento del gas egiziano ? E’ possibile che molte società inglesi, ovvero con sede a Londra, siano in realtà proprietà di ricchi islamici. Tutti sappiamo che, al momento della morte di Diana Spencer, la famiglia Al Fayed era proprietaria dei magazzini Harrods.

          • PIERO LAPORTA ha detto:

            Mi perdoni, ma non la seguo.
            Ho solo spiegato perché le evidenze assicurano che Aldo Moro non poteva essere in via Fani.

      • PIERO LAPORTA ha detto:

        sarò più circostanziato, ma non chiedetemi soluzioni o letture dietrologiche

      • PIERO LAPORTA ha detto:

        domani sarò più circostanziato ma non chiedetemi certezze do 40 anni

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    Non seguo il Gen. Laporta su questo insidioso terreno. Serve a qualcosa, questa ipotesi ardita?… Secondo me, su Moro, sulle sue grandi, sciagurate ipotesi politiche del “compromesso storico” e delle “convergenze parallele”, basta e avanza il giudizio della Storia:

    https://anticattocomunismo.wordpress.com/2012/05/18/moro-fu-vera-gloria-no-una-vergogna-parte2-lultimo/

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Ipotesi?
      Ho ben distinto i fatti – scritti dallo stesso Aldo Moro e ignorati da brillanti investigatori – dalle ipotesi logicamente concatenate.
      Il suo sommario giudizio su Aldo Moro spero non tradisca una profonda misconoscenza della sua vera politica.
      Quando non si può attaccare il ragionamento, è futile attaccare il ragionatore.

      • Pier Luigi Tossani ha detto:

        Caro Laporta,
        mi guardo bene dal volerla attaccare, non ci penso nemmeno lontanamente. Ho solo detto che la sua ipotesi mi pareva ardita, e soprattutto che la cosa non mi pareva rilevante.
        Ho detto che quello che mi pare davvero importante è la valutazione politica di quanto ha fatto Moro, e per questo ho messo il link a un vecchio, prezioso articolo di Antonio Margheriti Mastino, dal quale consiglio la lettura integrale, e dal quale cito:

        “(…) LA FORZA DELL’INERZIA DEL MOROTEISMO ERA NELLA POLITICA CIÒ CHE LA OSTPOLITIK ERA NELLA CHIESA

        Io lo so da quand’è che ho cominciato a maltollerare Aldo Moro. Da molto prima che diventassi anticomunista. Già quando già ero nel PPI e partecipavo ai congressi nazionali, sempre più cattocomunista. Sì, già da allora non reggevo Moro, il laicissimo, il rivoluzionario a piccola marcia, il teorico fumoso del piano inclinato: sul quale lentamente ma inesorabilmente il democristiano scivolava verso il suo letto naturale, il cattocomunismo, la comunistizzazione, per finire infine più a sinistra dei comunisti mezzi rinnegati per la vergogna, secondo la ben nota teoria gramsciana. Quel Moro per il quale il cattolico in nome dell’alternanza, dei grandi disegni, dei compromessi storici, delle convergenze parallele e altre minchionerie stravaganti accolte come nuova Rivelazione per i gonzi, doveva rinunciare alla sua identità per farsi comunista, credendo veramente che i comunisti in cambio si sarebbero fatti più democristiani. E il paradosso era che tale esigenza di inseguire i comunisti, di farsi come loro, persino andando oltre quanto a progressismo a costo di una apostasia silenziosa e che non osava dire il suo nome, si manifestava in modo più insistente quando l’Urss stava putrefacendosi, ovunque il comunismo era alle corde, palesi i suoi inappellabili crudeli fallimenti. La psiscologia di Moro, come di tutti i democristiani, era la stessa, almeno nelle sue nevrosi e fobie, dell’establishment vaticano di quei decenni, della sua razza padrona in talare con a capo ora Montini, ora Benelli, ora Casaroli. La loro ostpolitik fu proprio questo. E a questo travisamento, l’invincibilità del comunismo, segno di scarso senso politico e di scarsa fede, sacrificarono una chiesa, quella dell’Est, che ridussero al silenzio prima e poi ebbero pure la sfrontatezza di battezzarla ufficialmente Chiesa del Silenzio, come fosse una cosa edificante, come si fosse trattato di chissà che geniale trovata diplomatica: le persecuzioni comuniste contro i cattolici continuarono come prima, più di prima, si acuirono, soltanto che adesso nessuno più le poteva denunciare. Neppure le stesse vittime. E al silenzio cruento di quelle chiese s’aggiunse la solitudine. Neppure i giornali vaticani di quegli anni, per ordine dall’alto, osavano più fare il nome del comunismo, né per dirne bene né male: il silenzio assordante era diventato nella chiesa di allora ciò che, al contempo, nel moroteismo era spostare una montagna con la forza dell’inerzia. La logica della ostpolitik con i comunisti dell’Est, era la stessa del moroteismo con i comunisti italiani (…).

        • CLAUDIO GAZZOLI ha detto:

          il fatto è che il progetto di Moro e di quelli come lui è andato in porto e trova piena applicazione nel presente. La sostituzione del comunismo reale con la sua metamorfosi, molto più strisciante, ipocrita, equivoca e, in definitiva, talmente nefanda da far rimpiangere il primo.

          • PIERO LAPORTA ha detto:

            Il progetto di Aldo Moro non è affatto compatibile con quanto sta accadendo ora. E’ l’esatto contrario.

        • PIERO LAPORTA ha detto:

          Se vuole le invio gli scritti politici di Aldo Moro
          Mastino di Moro dimostra di non aver capito o letto nulla.

          • Corrado Bassanese ha detto:

            Sarà, ma io credo che invece l’abbia capito e abbia ragione.
            Vedi la svendita della Zona B alla Jugoslavia. Bastava tener duro ancora qualche anno e poi, con il disfacimento della Federativna, la si poteva riavere.
            Gli scritti sono buone intenzioni che rimangono sulla carta; i le azioni fanno la storia e segnano la vita.

    • sen X ha detto:

      no , la provocazione di Laporta sulla vicenda MORO, potrebbe persino portarci a capire Bergoglio . Spero che lui la spieghi , visto che lui l’ha vissuto

      • PIERO LAPORTA ha detto:

        Bergoglio non mi interessa
        D’altronde è irrilevante anche per il mondo

        • PIERO LAPORTA ha detto:

          Tutto quel che si può dire è che gli ambienti accattoglobalisti di oggi sono connessi anche a quelli accattocomunisti di ieri, questo è innegabile

    • Adriana ha detto:

      Pier Luigi Tossani , grazie della segnalazione . Ci sarebbe anche qualche cosetta da dire sul suo passato di aedo del Duce , ma furono in tanti …

  • Anto M.C. ha detto:

    Lo scopo di tutto ciò mi sfugge…

    • senX ha detto:

      Rifletta . Il 1978 è stato un anno nel quale la storia è cambiata .
      -a marzo , l’assassinio misterioso di Moro. che modifica lo scenario politico europeo
      -a luglio ,la nomina di Pertini Presidente della Repubblica italiana ( incredibile !)
      -in agosto la elezione di papa Giovanni Paolo I , e la sua quasi immediata morte .
      -in ottobre la elezione di papa Giovanni Paolo II .

      • PIERO LAPORTA ha detto:

        E’ vero. Sono numerose coincidenze e vi si possono vedere molte concatenazioni. Resto tuttavia aggrappato ai fatti, come quelli svelati dal libro che ho citato, le cui pagine erano note almeno dal 1990. Curioso, vero?

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      la ricerca della verità, non è sufficiente?

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      la ricerca della verità, non basta?

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      cercare la verità, non è sufficiente?