IL PAPA CHIUDE LE CHIESE A ROMA POI CI RIPENSA DICE DE DONATIS.
13 Marzo 2020
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae pubblichiamo qui sotto la lettera che il cardinale vicario di Roma ha scritto oggi ai fedeli, modificando la decisione di chiudere tutte le chiese della Capitale. C’è chi ha detto e scritto che il cambiamento di rotta era stato deciso dopo che il Pontefice aveva espresso la sua disapprovazione. È interessante notare che sin dalle prime righe il cardinale invece afferma che la decisione – chiudere tutte le chiese, interdire l’accesso ai fedeli – era venuta dopo una consultazione con il papa. E che probabilmente in seguito alle reazioni scandalizzate di molte persone e sacerdoti si è arrivati a cambiare un provvedimento che era sembrato eccessivo. Buona lettura.
§§§
Con una decisione senza precedenti, consultato il nostro Vescovo Papa Francesco, abbiamo pubblicato ieri, 12 marzo, il decreto che fissa la chiusura per tre settimane delle nostre chiese.
Non ci ha spinto una paura irrazionale o, peggio, un pragmatismo privo di speranza evangelica. Ma l’obbedienza alla volontà di Dio. Questa volontà ci si è manifestata attraverso la realtà del momento storico che stiamo vivendo. È obbedienza alla vita, che è forse il modo più esigente con cui il Signore ci chiede di obbedirgli.
Il contagio da coronavirus si sta diffondendo in maniera esponenziale. In pochissimi giorni il numero degli infetti raddoppia, e di questo passo non è difficile prevedere che in due mesi raggiunga l’ordine di decine di migliaia di persone solo in Italia. È evidente il rischio di collasso delle strutture sanitarie, già ventilato da molti, soprattutto per la sproporzione tra le risorse di terapia intensiva disponibili e il crescente numero di malati. Potrebbe perdere la vita un numero elevato di persone, soprattutto anziani e soggetti vulnerabili. Possiamo arginare questa tragica eventualità solo applicando misure per frenare il contagio e permettendo al S.S.N. di riorganizzarsi. Gli italiani crescono nella consapevolezza che dietro all’invito di non uscire di casa c’è un’esigenza improcrastinabile di curare il bene comune. È questa la realtà che stiamo vivendo.
Cosa ci chiede il Signore, qual è la sua volontà, quella a cui siamo tenuti ad obbedire? Fare del nostro meglio e dare il nostro contributo per la salute di ognuno. Stringersi gli uni agli altri non fisicamente, ma con la solidarietà reciproca, perché gli anziani e i malati, che in questo momento sono i “piccoli” che Gesù mette al centro, possano percepire che c’è una società intera, Chiesa compresa, che non si rassegna alla loro morte. Di fronte a questo l’esigenza spirituale del popolo di Dio di radunarsi per celebrare l’Eucarestia diventa per noi cristiani oggetto di una rinuncia dolorosa. C’è prima l’esigenza spirituale della carità della cura per i nostri fratelli. Purtroppo, recarsi in chiesa non è differente dall’andare in altri luoghi: è a rischio contagio.
Sappiamo bene che questo ci turba ma non ci sconvolge. Il tempio è la Chiesa Corpo del Cristo, e lo Spirito di Dio è presente dove due o tre sono riuniti nel Suo nome. Adorare il Padre in spirito e verità, offrirgli il sacrificio della nostra vita, è il nostro culto spirituale, indipendentemente dal luogo in cui preghiamo. In questi pochi giorni è stato bello vedere come i cristiani di Roma sappiano inventare mille modi per rimanere in contatto, sostenersi reciprocamente, annunciare la Parola di Dio, celebrare l’Eucarestia a distanza… La Chiesa è un corpo vivo.
Un’ulteriore confronto con Papa Francesco, questa mattina, ci ha spinto però a prendere in considerazione un’altra esigenza: che dalla chiusura delle nostre chiese altri “piccoli”, questa volta di un tipo diverso, non trovino motivo di disorientamento e di confusione. Il rischio per le persone è di sentirsi ancora di più isolate. Di qui il nuovo decreto che vi viene inviato con questa lettera e che contiene l’indicazione di lasciare aperte le sole chiese parrocchiali e quelle che sono sedi di missioni con cura d’anime ed equiparate.
Cari sacerdoti, ci affidiamo al vostro saggio discernimento. Siate vicinissimi al popolo di Dio, fate sentire ciascuno amato e accompagnato, aiutate tutti a percepire che la Chiesa non chiude le porte a nessuno, ma che si preoccupa che nessun “piccolo” rischi la vita o venga dimenticato. Portate pure, con tutte le precauzioni necessarie, il conforto dei sacramenti agli ammalati, assicurate l’aiuto per le necessità ai poveri e a chi non ha nessuno su cui contare, evitate tutte quelle situazioni di contatto tra le persone che possano creare pericolo per la salute.
La preghiera in famiglia, tradizione dei nostri genitori e dei nostri nonni, venga recuperata e incrementata, attraverso anche i sussidi dell’ufficio liturgico e le iniziative sui social (#iopregoacasa#).
Affidiamoci ancora una volta all’intercessione della Madonna del Divino Amore. Preghiamo per il nostro Vescovo, Papa Francesco, nell’anniversario della sua elezione. Chiediamo per lui, come sette anni fa quando si affacciò dal balcone, la benedizione di Dio.
Con affetto e gratitudine
Angelo Cardinale De Donatis
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Tag: chiese, coronavirus, dedonatis, papa, roma
Categoria: Generale
Comunque parecchie chiese sono chiuse…..incommentabiLe.
Il Sinodo del 2022 è il Sinodo profetizzato da Maria a Garabandal ? Da gloria tv. P.S. su Garabandal la Chiesa non ha espresso un giudizio definitivo.
https://youtu.be/Bkzx1L8uzm4
https://www.garabandal.it/it/documentazione/posizione-della-chiesa
Il card. De Donatis è un degnissimo, onesto, cardinale che non mente, dubito di ” chi eserita il remo misto alla ciurma vile”.
Dobbiamo ringraziare tutti i fedeli che hanno fatto telefonate al Vicariato per denunciare la chiusura.
Dobbiamo ancora pregare la Madonna Salus populi romani per altre grazie necessarie per la Chiesa di Roma.
‘sono furbo, mi so muovere’ Ipse dixit. Ora che i fedeli non possono più andarci (perché andare in Chiesa non è fra le ‘necessità’ previste dal decreto) riapre le Chiese. Che resteranno vuote a meno che qualcuno non ci vada contravvenendo al decreto.
Creo che di questi tempi la chiusura delle chiese avrebbe contribuito a rendere meno “entusiasmante” del solito
la solita lavanda dei piedi ai carcerati islamici .
Considerato ciò che ha detto Bergoglio, contro la “misure drastiche”, pare che abbia smentito proprio i bergogliani, i quali si sono dimostrati più realisti del re. 🙂
Boh strano. In realtà è da due settimane che manda messaggi contro le esagerazioni….
AH, FIGLIA MIA! QUANDO PERMETTO CHE LE CHIESE RESTINO DESERTE, I MINISTRI DISPERSI, LE MESSE DIMINUITE, SIGNIFICA CHE I SACRIFICI MI SONO DI OFFESA, LE PREGHIERE INSULTI, LE ADORAZIONI IRRIVERENZE, LE CONFESSIONI TRASTULLI E SENZA FRUTTI; QUINDI, NON TROVANDO PIÙ GLORIA MIA, ANZI OFFESE, NÉ BENE LORO, NON SERVENDOMI PIÙ, LI TOLGO.
Questa lettera si rivela un puro esercizio di paraculismo (e: scusatemi!) cui converrebbe riservare il medesimo trattamento che la stragrande maggioranza di coloro che svolgono una funzione apicale nel mondo ecclesiale riserva abitualmente a richieste e interpellanze di ogni tipo che le vengono rivolte: non degnarle di attenzione e risposta, nel più assoluto disprezzo del galateo e, quel che è peggio, della dignità della persona.
Con tale premessa dovrei finirla qui, se non che la misura è colma almeno per me. Basta con questo indecoroso balletto! Il dramma che si sta vivendo impone un’assunzione di responsabilità che va ben oltre il preambolo della lettera mediato dal linguaggio della politica. Basta con questa tecnica del poliziotto buono e del poliziotto cattivo! Basta con questo dire di tutto, tutto e il contrario di tutto, ad intervalli più o meno ravvicinati! Basta con questo rimballo! Qui e ora non si sta giocando!
Se non mostrano o non nutrono rispetto per gli altri, che almeno ne abbiano verso sé stessi.
Non è questo il modo migliore di occuparsi e preoccuparsi dei e per i “piccoli”. E, una volta per tutte: sono o non sono infallibili interpreti della volontà di Dio, come si vorrebbe far credere con questa lettera e in questo preciso frangente?
Gli sviluppi degli ultimi giorni, a partire da domenica scorsa, raccontano di un papa che si è affacciato alla finestra del Palazzo Apostolico per un saluto con la mano, dopo un Angelus video trasmesso. In che cosa avrebbe compromesso la salute dei fedeli presenti in piazza in numero non superiore al centinaio, come già nella domenica precedente, il 1.mo marzo? Mossa pianificata? Intanto poi i media avrebbero sottolineato – come è accaduto – la “sorpresa” di un papa che non smette di “infrangere il protocollo”. Ma quale protocollo? Il cerimoniale di un Angelus: quello solito o quello che era stato stabilito quale misura richiesta dall’eccezionalità del momento?
Martedì mattina, da Santa Marta, invita a pregare per i sacerdoti che “abbiano il coraggio di portare la comunione ai malati”, dopo che erano state diramate direttive precise in collaborazione e nel pieno rispetto delle norme varate dal governo italiano in difesa e a garanzia della salute pubblica. La confusione (come se non vivessimo già in uno stato confusionale, e non solo a causa del coronavirus) che si era venuta a creare, con conseguenti domande poste dai giornalisti, aveva portato il direttore della Sala Stampa vaticana ad emettere nel pomeriggio un comunicato per puntualizzare che l’esortazione del papa ai preti andava letta ed applicata nel pieno rispetto delle regole emanate dagli organi governativi e fatte proprie dalla Chiesa.
Infine: l’altro ieri, sempre da Santa Marta, parte l’invito alla preghiera “soprattutto” per i governanti, chiamati a “decidere e tante volte decidere su misure che non piacciono al popolo. Ma è per il nostro bene”. E, nel pomeriggio: chiuse la piazza San Pietro e la Basilica. Ieri il vicario del papa per la diocesi di Roma, di cui egli è vescovo (e non manca di ricordarcelo), ha decretato la chiusura delle chiese della medesima diocesi. Stamattina, ancora una volta da Santa Marta, l’aggiustamento del tiro: “le misure drastiche non sempre sono buone”. E: a stretto giro, la lettera del card. De Donatis con quale si fissa la riapertura delle chiese parrocchiali. Con i titoli di giornali ad evidenziare che ciò avviene nell’anniversario dell’elezione al Soglio di Pietro.
Mi dispiace; non concordo con OM che intravede la “conversione” di Bergoglio. Per me tutto si svolge sempre secondo lo stesso, ben noto, copione.
In tutto questo lasso di tempo, dall’inizio del periodo emergenziale, mai che nei suoi interventi il papa abbia pronunciato la parola “Italia” (di cui è primate) o “italiani”, pur rivolgendo pensieri di vicinanza e preghiera per le vittime, malati e operatori sanitari; al contrario di come si espresse esplicitamente all’indirizzo dei cinesi verso la fine di gennaio.
Varie sono state, invece, nel corso del suo pontificato le occasioni in cui ha stigmatizzato o recriminato su comportamenti e azioni degli italiani (e di qualche politico in particolare, pur senza mai citarlo), secondo lui da correggere. Non dimenticherò mai quella generica, superficiale, accusa di “mafia made in Italia”, lanciata nel discorso agli alunni e docenti del Collegio San Carlo di Milano, ricevuti in udienza il 6 aprile dello scorso anno.
Termino, con le scuse per essermi dilungata, ricordando – a onor del vero – che Bergoglio ha donato 100.000 euro alla Caritas italiana per le necessità del momento… sempre dalle offerte dei fedeli…
Carissima, ha offeso anche me il fatto che mai abbia parlato di Italia. Offriamo tutto in riparazione al buon Dio, che castiga chi ama.
Non siete ben informate. Che non andassero bene le misure drastiche l’aveva già detto tre giorni fa; che non abbia parlato dell’Italia è una boiata (l’ha pure affidata alla Madonna). Dedicate troppo tempo a scrivere e poco a documentarvi imho
@ Alberto Grossafava,
Quando ha citato espressamente l’Italia? Lei forse ha ascoltato la preghiera per l ‘Italia. E, grazie a Dio, sono arrivate le preghiere di pochi altri alti prelati, ma dopo la dichiarazione di pandemia.
Io non ho ascoltato la palpitazione per le sofferenze e le difficoltà degli italiani, citati come popolo e come Paese, parimenti ad altri appelli, accorati e ripetuti persino in questi ultimi giorni con chiarie inequivocabili riferimenti, e come accadeva con i predecessori di Bergoglio, che erano soliti abbracciare uomini e donne in pena per i più svariati motivi.
Le consiglio di tenersi ben informarsi e non limitarsi a leggere quelle che per lei sarebbero nostre “boiate”.
Ognuno dispone del proprio tempo secondo le proprie necessità e capacità. E in questo blog si cerca di fornire elementi verificabili, sempre. Quale documentazione dettagliata può presentare lei – anche solo per titoli o cenni se teme di perdere tempo – a sostegno delle accuse che muove?
@ Alberto Grossafava.
potrebbe cortesemente elencare tutte le volte e in che termini Bergoglio si è espresso contro le misure drastiche? Nel mio commento ho circostanziato ogni rilievo mosso. E non mi pento di aver impiegato un po’ del mio tempo a scrivere quel che ho scritto.
Non perda il suo di tempo a leggere quelle che considera “boiate” e a buttare giù qualche riga, giusto perché ha trovato qualche minuto da spendere in una “nuova” missione, perché mi sembra lei sia planato in blog che non ha frequentato mai prima di questa sera.
Povera barca di Pietro minacciosamente sballottata dai tanti marosi: un giorno a dritta e l’altro a sinistra per maldestra imperizia di un nocchiero incapace di tenere la barra ferma al centro verso la sicura bonaccia del sicuro porto.Preghiamo.
Solitamente si dice che la decisione è più premiante dell’incertezza, l’epoca attuale è addirittura denominata l’epoca della decisione, qualunque essa sia. Ma in materia di fede è diverso: sempre meglio la titubanza che andare avanti verso il baratro, meglio cioè un passo avanti e uno indietro piuttosto che tutti i passi avanti (naturalmente mi riferisco ai tentennamenti di Bergoglio).
GOVERNO CONTE IN SALSA VATICANA!
Mi viene da pensare anche questo: forse il Signore sarà meglio glorificato dalle orazioni dei veri credenti nel loro privato, senza l’inutile chiacchiericcio terzomondista a cui si era ridotta in molti luoghi sacri la liturgia. Niente segno della pace, niente Bella Ciao.
Mi consolo così.
Penso anche che se al governo ci fosse la destra, la CEI sarebbe contraria alla chiusura delle Chiese, e in genere a tutte le chiusure.
Colpa dell’ideologia, direi.
Eggià. Questo è assolutamente vero!
Ma se la destra insiste per attuare misure ancora piu’ drastiche (es. chiusura totale delle attivita’ lavorative) e le sollecita ogni giorno, com’e’ pensabile che sarebbe favorevole all’apertura delle chiese ?
Ma loro si riferiscono a quella destra che si finge ultracattolica per fregare voti.
Ovviamente, concordo in pieno, ma pur lasciando stare destra e sinistra (entrambe dimostratesi o sottomesse o comprate da massoni, illuminati e luciferini – che poi sono praticamente la stessa cosa) diciamo che se chiunque sgradito ad essi avesse fatto la stessa operazione (prove soft di dittatura) i suddetti poteri forti (ma in realtà deboli perchè contro Cristo e la sua Santissima Madre perderanno) si sarebbero subito affrettati precipitosamente come lei dice a combattere e criticare tale chiusura giudicandola essi stessi “puro fascismo”…. ma si sa, quando invece chi ti governa sia perchè è un tuo servile e vile servo e sia perchè le circostanze sono favorevoli da sfruttare per continuare l’opera di distruzione dietro le quinte, mentre la città dorme, ecco che allora ben vengano queste restrizioni alla libertà personalle, ben vengano queste norme di emergenza create a tavolino, siano tutte queste decisioni non soltanto approvate ma addirittura influenzate e guidate e poi applaudite e santificate come se fossero la nostra salvezza invece che prove generali prima di ulteriori nostre condanne.
Molto bene. Poche idee, ma confuse. La somiglianza intellettuale con il premier Conte è impressionante: ogni due giorni un decreto.
Voglio segnalare un bella iniziativa della emittente sarda, Videolina, con sede a Cagliari, della trasmissione della messa celebrata dai Mercedari della città e trasmessa ogni giorno. Significa che chi vuole ovviare alle scelte opinabili della Cei, lo può fare😊😊😊
Quando sento farfugliare di “obbedire alla vita” mi viene il nervoso. Quindi adesso “il mondo più giusto” non lo vogliamo più? Va bene così com’è? Non dobbiamo più “cambiare il mondo” stile Giovani Anni ’60?
Sul resto, il senso del messaggio è: uffa, ci tocca riaprire le chiese se no qualche “piccolo” (leggi: qualche tonto) si lagna.
Semplicemente vergognoso. Questo è il livello del clero e della gerarchia di oggi. Mediocri bravi solo a insultare gli altri.
Se per obbedire alla realtà, in cui parla Dio (cosa vera) , chiudevate le chiese.
allora oggi gli state disobbedendo.
Forse non avevate capito ieri?
E chissà quante volte…
Ieri li ha spinti l’obbedienza alla volontà di Dio e oggi invece non obbediscono più?
Ah.
Giusta osservazione. Bravo Marco, sagace come al solito, come dico spesso hai sbagliato mestiere, dovevi fare l’investigatore.
Ecco, francamente, a me che invece questo lavoro di spulciare le carte non lo faccio, però mi pareva molto strano che un vicario prendesse una decisione di tale portata, senza consultare prima il superiore. Però, aduso ormai a tutto quel che avviene in Vaticano, pensavo che il vicario fosse una delle tante teste matte che girano ai vertici della Chiesa cattolica. Ma, per la verità, per quel che ho sentito oggi, anche gli altri l’hanno presa così: tutti dicono che il vicario è stato costretto a ringambare sulla sua disposizione originaria, dietro successivo ordine di Bergoglio. Allora, male ha fatto De Donatis, specie conoscendo i suoi polli, a non dire subito, quando il provvedimento è stato preso ieri 12 marzo, che questo era stato fatto, solo previo consulto con il papa.
Probabilmente non sapremo mai com’è andata, ma questo ormai, al punto in cui siamo, con i precedenti che abbiamo su tutto il resto, non ha importanza.
Il fatto nudo e crudo è che sono rimaste aperte le attività “importanti”: supermercati, profumerie, negozi di elettronica e telefonia. Tutto il superfluo, molte chiese comprese, resta chiuso. Tutte le Messe, sul territorio nazionale, sono comunque sospese, se non vado errato.
E’ un dato di fatto: non son più i tempi, non dico del “sine dominico non possumus” o di San Carlo Borromeo o del cugino Federigo, ma nemmeno quelli del venerabile Angelo Ramazzotti, vescovo di Pavia durante l’epidemia di colera del 1854.
Ma, se così è, una volta che sarà finita l’epidemia, riapriranno i teatri e le discoteche, ma non sarà facile trovare un buon motivo per riaprire le Chiese. Questo è il messaggio che passa.
Qui il Card. Vicario è stato costretto a fare marcia indietro, ma al santuario del Divino Amore durante la S. Messa e alla presenza del Papa al momento del Padre Nostro ha pronunciato testualmente:”..e non ci indurre in tentazione”.
W la Verità!
come ho scritto ieri , i papa si è convertito , leggendo StlumCuriae ( di nascosto , sembra ) . Ma la novità vera è che il papa sta anche pensando di licenziare Tornielli e assumere Tosatti quale responsabile della comunicazione. Pare che stia utilizzando don Luis per convincerlo. Sarà vero ?
Deus avertat! Ho già abbastanza problemi da solo, figuriamoci con un Capo così….
Astuta manovra del bravo “piloto”: dopo 7 anni di bordo a sinistra, virata a dritta per i prossimi sette. S.Messe VO a volonta’, giuramento antimodernista per tutti i chierici , sopratutto, se teologi (i laici andranno in pre- pensionamento) , catechismo maggiore di S. Pio X testo ufficiale (nessuna enciclica, esortazione et similia per 7 anni (giubileo), talare obbligatoria, solo chierichetti maschi, istituzione di una commissione per individuare i testi emendabili, perche’ ambigui e non dogmatici del CVII, sospensione delle canonizzazioni, rivelazione del terzo segreto di Fatima (lettura in mondovisione a cura del dott. Tosatti), scoglimento di tutte le conferenze episcopali nazionali, e, naturalmente nomina del card. Burke per guidare il Sant’ Uffizio (si’, si chiamera’ di nuovo cosi’).
Mi accontenterei di questo……
Ti accontenti di poco 😂
….salviamo almeno le chierichette .
Sono così motivate e brave.😇😇😇
Alquanto imbarazzante…
Le proteste devono essere state tantissime. E non dei “piccoli”ma anche dei grandi…